Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato
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Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato
steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 1 Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 2 a cura dell'Ufficio comunicazione istituzionale Servizio dei resoconti e della comunicazione istituzionale Edizione realizzata in occasione di “Suoni, segni, parole. Antonio Michela e l’officina del linguaggio 1815-2015” Fotografie: Archivio fotografico del Senato della Repubblica. Le immagini delle pagine 7 e 8 sono tratte dal volume “La stenografia parlamentare” di Giovanni Bertolini edito dal Senato della Repubblica, anno 1992. © Senato della Repubblica novembre 2015 Stampato su carta riciclata al 100%. Stampa: monocromo grafica srl - Roma La presente pubblicazione è edita dal Senato della Repubblica. Non è destinata alla vendita ed è utilizzata solo per scopi di comunicazione istituzionale. steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 3 Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato Cenni SToriCi La pubblicità dei lavori parlamentari è un elemento fondamentale dei Parlamenti moderni, la cui evoluzione si è compiuta in direzione della massima trasparenza e conoscibilità dei dibattiti, attraverso, in primo luogo, gli atti ufficiali dell’Istituzione. diffondersi le informazioni sui dibattiti e le deliberazioni dei Comuni e dei Lord attraverso la stampa. L'articolo 64 della Costituzione prevede che le sedute delle Camere siano di norma pubbliche. I resoconti parlamentari attuano questo principio (articolo 60 del Regolamento del Senato). Si trattava, naturalmente, di servizi giornalistici e non di atti parlamentari veri e propri, ma ebbero comunque il merito di far conoscere quanto avveniva nelle Aule parlamentari ad un numero crescente di persone e non più solamente agli addetti ai lavori, e creare l’aspettativa di una comunicazione istituzionale. Già nella seconda metà del XVII sec. in Inghilterra cominciano a L’evoluzione è avvenuta tra numerose difficoltà. Basti pensare che 3 steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 4 Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato Primo modello meccanico di tastiera Michela, in uso dal 1881 alla fine degli anni ‘60 ancora nei primi anni del XIX secolo era fatto divieto ai “resocontisti” di prendere appunti durante le sedute parlamentari. Dovevano affidarsi alla sola forza della memoria. ma di fatto già da trent’anni il Parlamento inglese, tra mille resistenze, si muoveva in questo senso. In Italia, fino all’avvento dello Statuto Albertino, era vietata anche la pubblicità dei dibattiti giudiziari e per le prime tre legislature parlamentari e per parte della quar- La Costituzione francese del 1791 diede il primo crisma di ufficialità alla pubblicità dei lavori, 4 steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 5 Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato ta, cioè fino al 1851, i resoconti della Camera e del Senato del Regno di Sardegna sono particolarmente carenti. Solo nel 1856 gli stenografi entrarono a far parte a tutti gli effetti della pianta organica del Senato del Regno e, alla fine del XIX secolo, il servizio di stenografia fu modernizzato con l’introduzione della macchina “Michela", ideata dal professor Antonio Michela Zucco e utilizzata in Aula a partire dal 1881. In Senato, nel 1848, la pianta organica era molto ridotta e non comprendeva nessuno stenografo, mentre nel Parlamento francese gli stenografi erano già quattordici. Giovanni Stornone, Antonio Michela. Olio su tela, fine sec. XIX 5 steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 6 Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato il SiSTema STenografiCo “miChela” La stenografia nasce dal bisogno di superare un problema pratico, cioè scrivere alla velocità del parlato. Mediamente si possono pronunciare fino a 200 parole al minuto (e arrivare a pensarne 300), mentre si arriva a scriverne 25 al minuto, che con una tastiera dattilografica diventano circa 70. preciso e tempestivo trovò soluzione in Senato con gli studi del professor Antonio Michela Zucco, che nella seconda metà del XIX secolo inventò un rivoluzionario sistema stenografico che prese il suo nome. Il sistema “Michela" La questione, perciò, si pone anche nelle aule parlamentari, dove l’ausilio di un metodo di stenografia si rivela fondamentale nel lavoro del resocontista. Il sistema “Michela” si basa sul principio della divisibilità delle parole in sillabe e della rappresentazione con una singola battuta rendendo più veloce la composizione di Il problema di avere un resoconto puntuale, 6 steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 7 Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato Uso della tastiera “Michela” una intera parola. stenografico che, da solo o in combinazione con altri segni, consente di rappresentare tutti i suoni pronunciabili dall’apparato vocale. Questo consente quindi di stenografare anche in altre lingue, addirittura prescindendo dalla conoscenza delle stesse da parte dello stenografo. Questi due elementi vengono inoltre combinati con la possibilità, propria di ogni sistema stenografico, di utilizzare abbreviazioni e sigle. Per ottenere questi risultati la macchina originaria utilizzava una tastiera composta da venti tasti, simili a quelli di un pianoforte e una striscia di carta su cui venivano impressi i segni stenografici. La tastiera è idealmente divisa in due parti comandate dalle due mani in modo tale che a ciascun dito sono assegnati solo due tasti e sempre gli stessi. A ognuno dei venti tasti corrisponde un segno 7 steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 8 Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato viene scritto il suono di inizio sillaba; nella seconda il suono che eventualmente precede quello della vocale accentata della sillaba; nella terza (la più importante del sistema) il suono della vocale accentata della sillaba; nella quarta parte, infine, il suono che eventualmente segue quello della vocale accentata. A ogni pressione contemporanea delle dita di entrambe le mani su uno o più tasti corrisponde sulla stessa riga della striscia di carta la scrittura di una combinazione di suoni e quindi di una sillaba. Poiché nella lingua italiana la maggior parte delle sillabe è composta al massimo da quattro suoni (coincidenti con singole lettere o con loro aggregazioni), sia i venti tasti sia la striscia di carta sono idealmente divisi in quattro parti, da sinistra a destra. Nella prima parte La striscia stenografica così ottenuta contiene una serie di fonemi che vengono letti riga per riga in modo da ricostruire le singole parole. Esempio di striscia in alfabeto “Michela” 8 steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 9 Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato L'evoluzione della “Michela" mente a quanto fatto nei più importanti Parlamenti del mondo. La macchina “Michela” era inizialmente un mobile di legno su tre piedi che lo stenografo poteva spostare all’interno dell’Aula non esistendo un impianto di amplificazione e si è modificata nel tempo utilizzando diversi materiali. La nuova tastiera elettronica L’applicazione dell’elettronica alla tastiera “Michela” aveva consentito già in passato di giungere alla traduzione dei singoli fonemi in modo automatico, ma i software dell’epoca, anche per la limitata potenza di elaborazione non consentivano un’efficace traduzione dei fonemi in parole. Negli anni, in Senato sono state molte le sperimentazioni nel campo della resocontazione, fino al riconoscimento vocale, che però non si sono dimostrate, quanto a precisione, affidabilità e velocità, all’altezza del sistema stenografico “Michela". Così si è scelta la strada di coniugare il metodo tradizionale “Michela" con i nuovi mezzi messi a disposizione dall'informatica, analoga- Solo nel 1993, con la comparsa sul mercato di nuovi software e di elaboratori più potenti, sono iniziate in Senato le prime sperimentazioni dei programmi di trascrizione 9 steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 10 Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato Il nuovo modello di “Michela” assistita (computer aided trascription), all’epoca già largamente diffusi nel mercato statunitense. Anche la tastiera Michela è stata reingegnerizzata con l’eliminazione della striscia di carta (sostituita dal suo equivalente elettronico sul PC) e l’adozione del diffuso protocollo Midi-USB per la comunicazione con il computer. nogrammi e i discorsi stenografati compaiono subito in chiaro sullo schermo di un PC. Con la “Michela” gli stenografi del Senato hanno conseguito ai campionati di stenografia tre titoli mondiali (1983, 1985 e 1995) e dal 1977 al 1996 tutti i titoli italiani. Ai campionati mondiali del 2009 e del 2015 una giovane stenografa del Senato ha raggiunto la più elevata velocità di scrittura stenotipica tra tutti i concorrenti e tutti i sistemi, compresi quelli di riconoscimento vocale. (445 sillabe, pari a circa 200 parole, nel 2009 e 471 sillabe nel 2015). La tastiera “Michela” alla cui costante innovazione negli ultimi decenni hanno contribuito gli stenografi anche con la presentazione di tre brevetti, è pertanto oggi del tutto computerizzata: il software decodifica gli ste10 steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 11 Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato il reSoConTo STenografiCo Resoconti stenografici di Aula e Commissione Il resoconto stenografico, cioè il documento (pubblicato oggi online) nel quale è riportato fedelmente tutto ciò che accade in Aula e, in alcuni casi, nelle Commissioni, è l’atto ufficiale che certifica quanto è successo in Senato: è lo strumento per conoscere cosa avviene nelle Aule parlamentari. Con il resoconto, ad esempio, è possibile ricostruire l’iter di una legge, i passaggi e le di11 steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 12 Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato Il tavolo degli stenografi nell’Aula del Senato scussioni che hanno portato al testo definitivo, o anche interpretare correttamente il pensiero del legislatore. stenografi parlamentari. Si tratta di un’attività complessa: un lavoro di equipe, con varie fasi di lavorazione, paragonabile ad una sorta di ‘officina del linguaggio’. è la fonte primaria e ufficiale dell’attività del Senato, oggi affiancata da altri strumenti di comunicazione istituzionale quali le riprese audio video. La prima fase è la ripresa stenografica in Aula, dove gli stenografi si alternano ogni 5 minuti utilizzando la tastiera Michela, oggi completamente computerizzata. La redazione dei resoconti del Senato è affidata a un ufficio appositamente dedicato, l’Ufficio dei resoconti, e a figure professionali altamente specializzate, gli Un sofisticato programma di riconoscimento (Total Eclipse) consente una immediata trascri12 steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 13 Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato e lessiciale, l’eliminazione di ridondanze e ripetizioni e un’attenta verifica di tutti i riferimenti testuali e normativi. zione in chiaro delle note stenografiche, che vengono inviate in rete alla postazione dello stenografo, che si trova nelle immediate vicinanze dell’Aula, per la successiva elaborazione. Si passa così da un discorso orale a un testo scritto, riproduzione fedele del pensiero e delle parole dell’oratore, ma scorrevole e fruibile per chiunque sia interessato all’argomento. Si passa alla seconda fase, quella della resocontazione, per la quale lo stenografo ha a disposizione circa quaranta minuti prima di rientrare in Aula per il turno successivo. Si tratta di un’operazione particolarmente delicata di pulizia del testo che comporta una correzione grammaticale Oltre ai testi degli interventi, lo stenografo verifica che siano riportate correttamente le fasi procedurali (ad esempio, le votazioni) e cura la co- Il tavolo degli stenografi nell’Aula del Senato 13 steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 14 Tradizione e innovazione: la stenografia in Senato verifiche, il resoconto è pronto per la pubblicazione definitiva su internet, in formato elettronico certificato, per essere consultato o stampato dagli utenti. siddetta ‘fisionomia’, cioè l’insieme di comportamenti e situazioni non formali ma rilevanti che si verificano nel corso della seduta (interruzioni, applausi, contestazioni...). Infine, inserisce i link per la pubblicazione su internet. Il resoconto in corso di seduta e l’archivio dei resoconti definitivi sono disponibili sul sito www.senato.it. A questo punto il resoconto viene accorpato e pubblicato su internet, come bozza non corretta. Si passa poi alla fase della revisione e del controllo dei testi prodotti dagli stenografi. Dopo eventuali correzioni formali e ulteriori 14 steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 15 steno_fascicolo_settembre2015_mostramichela:Layout 2 29/10/2015 15.58 Pagina 16 Questa lettera è uno dei tanti riconoscimenti che salutarono il sistema stenografico ideato dal professor Antonio Michela Zucco