CAMERUN, visita ad limina 2006

Transcript

CAMERUN, visita ad limina 2006
Pubblicazione speciale realizzata in occasione della visita al Papa
dei vescovi del Camerun
Città del Vaticano, 13-22 marzo 2006
A cura del SeDoc – Servizio Documentazione della Radio Vaticana
INDICE
La Repubblica del Camerun
La struttura della Chiesa
Vita della Chiesa
Le visite ad limina
Viaggi Apostolici di Giovanni Paolo II in Ghana
P.3
P.4
P.8
P.30
P.36
1
Atto di affidamento a Maria del Camerun
La culla dell‟evangelizzazione del Camerun, come ricordò Giovanni
Paolo II nella Cattedrale di Yaoundè, fu dedicata dai primi Missionari a
Maria, con il nome di Marienberg (Montagna di Maria). Al termine
della sua visita nell‟agosto 1985, Giovanni Paolo II volle così affidare
la seconda evangelizzazione del paese nuovamente alla Vergine:
Santissima Vergine,
a nome di tutti i miei fratlli e sorelle di questo Paese, voglio affidarti
l’avvenire di questa Chiesa, i progressi di questa nazione.
Riprendo oggi il cammino tanto significativo dei primi missionari
cattolici arrivati qui novant’anni fa; subito essi hanno affidato la loro
missione alla montagna di Maria: Marienberg.
Tu, che sei stata scelta da Dio per accogliere suo Figlio e che l’hai
ringraziato incessantemente per le sue meraviglie, dona a questo
popolo cristiano del Camerun di apprezzare sempre più il dono della
fede ricevuta e la presenza di Dio che dimora in mezzo a noi.
Tu che sei stata preservata dal peccato, che hai conservato il tuo
cuore trasparente a Dio, prega per noi poveri peccatori, donaci
sempre il desiderio di convertirci, di purificarci, di ritrovare la grazia di
Dio, di vivere sotto il suo sguardo.
Tu che hai cercato la volontà di Dio come la serva del Signore, rendi i
tuoi figli sempre disponibili a servire il Signore e i loro fratelli,
specialmente le anime che si sono consacrate a Dio: sacerdoti,
religiosi e religiose. Intercedi per tutti e perché lo Spirito Santo
illumini e fortifichi tutti gli operai apostolici.
O Maria, di fronte a questi innumerevoli giovani, avvenire del Paese,
noi ti supplichiamo, veglia su questi bambini e su questi giovani,
sostieni il coraggio dei genitori e degli educatori, che mai si
scoraggino nel loro compito educativo e siano per i giovani la stella
che mostra loro il cammino di Dio già inscritto nella loro coscienza,
che li guida verso Cristo, verso una fede matura che li invita al dono
completo di se stessi.
Sì, Maria, ti affidiamo tutta la Chiesa nel Camerun, come una madre
molto amata.
Ti consacriamo tutte le buone volontà, tutte le forze vive di questo
Paese che chiede solo di progredire nel bene, nella pace, nella carità,
nella fede vissuta, verso la gioia di vivere con Dio per sempre.
Amen.
2
REPUBBLICA DEL CAMERUN
La Repubblica del Camerun confina con Nigeria, Repubblica
Centrafricana, Repubblica democratica del Congo, Gabon, Guinea
Equatoriale e Golfo di Guinea. Ha una superficie di 475.442 km2, con
capitale Yaoundé. Le lingue ufficiali sono francese e inglese, ma il
paese ha numerose lingue nazionali: Beti, Peul, Bamileke, Yembanwe, Ghomala, Basaa, Bamun.
Il Camerun contiene un numero importante di gruppi tribali con una
grande varietà di lingue, di costumi, di storie e di stili di vita. Accanto
al cattolicesimo, cui aderisce il 50,4% della popolazione, e all'islam,
c‟è una forte presenza delle Chiese protestanti (presbiteriani,
Evangelici, Battisti, Luterani).
L'ambiente naturale del Camerun è molto vario tanto che questo
paese è chiamato “Africa in miniatura”.
Due le città più grandi del paese: Douala, prima città, principale porto
e capitale economica con le sue attività commerciali ed industriali, e
Yaoundé, seconda città e capitale politica. Altri importati centri urbani
sono Edéa, caratterizzata dalla sua industria pesante e la sua centrale
idroelettrica, Anello, sede dell'industria petrolifera e Kribi, terminale
del pipeline Ciad-Camerun, Nonkongsamba, Maroua, Garoua,
Bafoussam, Kumba, Bamenda, Foumban.
- 1472: un marinaio portoghese, Fernando Poo, scopre la foce del
fiume Wouri che, a causa dei numerosi gamberetti trovati, chiama
"Rio Camaroës", da cui successivamente i tedeschi ricavarono il nome
"Kameroun".
-Il Camerun rimase un dominio nominale portoghese fino al 1837,
anno in cui fu occupato parzialmente dagli inglesi.
-1860: nel paese si insediano alcune fattorie tedesche.
-1884: il Cancelliere dell‟Impero Germanico, von Bismarck, richiama il
Console generale di Germania a Tunisi, Nachtigal, che aveva già
esplorato il Ciad ed il Sudan.
-14 luglio 1884: Bismarck dichiarò protettorato tedesco questa zona,
in seguito ad accordi stretti con i capi della regione di Douala.
Tra il 1893 e il 1907: una serie di accordi con Gran Bretagna e Francia
fissarono i limiti della colonia.
-1911: La colonia fu ingrandita verso il Congo e l'Oubangui di 277.817
km2, in seguito ad un accordo franco-tedesco.
-1920: i territori annessi sono restituiti alla Francia. Il Camerun è
3
diviso in due parti: la parte orientale, il 75% del territorio, è posta
dalla Società delle Nazioni Unite sotto il protettorato francese, la parte
occidentale sotto quello inglese.
-1 gennaio 1960: indipendenza del Camerun, la parte sotto tutela
francese. La parte del Camerun sotto tutela inglese vota, al nord,
l‟integrazione alla Nigeria e, al sud, l‟unificazione con il Camerun
orientale.
-1 ottobre 1961: proclamazione della Repubblica Federale,
trasformata poi in una Repubblica unitaria in seguito al referendum
del 20 maggio 1972.
-1966: adozione del regime politico del partito unico
-1990: instaurazione del multipartitismo
I primi missionari cristiani arrivati in Camerun furono i protestanti nel
1884.
1883: il Vicario Apostolico delle Due Guinee da cui dipendeva il
Camerun mandò due missionari del Santo Spirito, ma non vi si
poterono stabilire.
Alcuni anni più tardi il Padre Stoffel, proveniente dal Gabon, individua
una zona dove stabilire una nuova missione, ma il cancelliere
Bismarck oppone un rifiuto a missioni cattoliche guidate da Gesuiti e
francesi.
Papa Leone XIII inviò così i Pallotini tedeschi e i Padri del Santo
Spirito, erigendo inoltre la Prefettura Apostolica del Camerun il 18
marzo 1890. Nel 1904 seguì l‟ erezione del Vicariato apostolico del
Camerun e la creazione della diocesi di Yaoundé.
LA STRUTTURA DELLA CHIESA
La Chiesa cattolica in Camerun è costituita da 23 diocesi, guidate da
ventiquattro vescovi; venti di nazionalità camerunense, due di
nazionalità belga e due di nazionalità polacca.
I Presuli costituiscono la Conferenza Episcopale Nazionale del
Camerun (C.E.N.C) che si riunisce in assemblea plenaria una volta
l‟anno. Ci sono inoltre il Consiglio Permanente e dieci Commissioni
Episcopali Nazionali che sono degli organi pastorali di lavoro della
CENC, su: dottrina della fede, ecumenismo, dialogo inter-religioso,
storia della chiesa e archivi, evangelizzazione, apostolato dei laici,
operatori apostolici, educazione cattolica, sviluppo ed caritas, salute,
comunicazione sociale, affari economici.
La CENC conta ancora otto Servizi nazionali che, alla Segreteria
4
Generale, sono: l'Ufficio delle attività socio-caritative (BASC),
l‟Assistenza generale dell'apostolato dei Laici, il Servizio nazionale
dell'insegnamento Cattolico (SENECA), l'Organizzazione cattolica della
Salute (OCASC), il Laboratorio di Materiale Audiovisivo (AMA), il
Centro Multi-Media, il Servizio nazionale Giustizia e Pace.
Primo vescovo camerunense è stato mons. Paul ETOGA (foto),
consacrato il 30 novembre 1955 a Yaoundé, mentre il 28 giugno 1988
il Camerun ha potuto accogliere il suo primo Cardinale nella persona
di Christian WIYGHAN TUMI (foto).
L‟attuale corpo episcopale di 24 vescovi amministra un insieme di 23
diocesi, raggruppate in province ecclesiastiche la cui delimitazione
rispetta, in gran parte, le sensibilità culturali e linguistiche del paese.
Provincia ecclesiastica di BAMENDA,
anglofona nel Nord-ovest ed il Sud-ovest
che
comprende
la
zona
arcidiocesi di Bamenda
mons. Cornelius ESUA
diocesi di Buéa
mons. Pius SUH AWA
diocesi di Kumbo
amministratore mons. Cornelius ESUA
diocesi di Mamfé
mons. Francis TEKE LYSINGE
Provincia ecclesiastica di BERTOUA, comprendente la zona est del
paese
arcidiocesi di Bertoua
mons. Roger PIRENNE (belga)
diocesi di Batouri
vescovo mons. Samuel KLEDA
diocesi di DOUME-ABONG MBANG
mons. Jean OZGA (polacco)
diocesi di Yokadouma
mons. Eugeniusz JURETZKO (polacco)
Provincia ecclesiastica di DOUALA, comprendente la zona litorale e
marittima
5
arcidiocesi di Douala
cardinale Christian WIYGHAN TUMI
diocesi di Bafoussam
mons. Joseph ATANGA, sj
diocesi di Edéa
mons. Jean Bosco NTEP
diocesi di Eséka
mons. Dieudonné BOGMIS
diocesi di Nkongsamba
mons. Dieudonné WATIO
Provincia ecclesiastica di GAROUA, comprendente la zona del Nord, a
maggioranza islamica e semi desertica:
arcidiocesi di Garoua
mons. Antoine NTALOU
diocesi di Ngaoundéré
mons. Joseph DJIDA
diocesi di Maroua-Mokolo
mons. Philippe STEVENS, belga,
diocesi di Yagoua
mons. Immanuel BUSHU
Provincia ecclesiastica di YAOUNDE’, comprendente la zona sud
forestale intorno alla capitale:
arcidiocesi di Yaoundé
mons. Victor TONYE BAKOT
diocesi di Bafia
mons. Jean-Marie BALA
diocesi di Mbalmayo
mons. Adalbert NDZANA
diocesi di Ebolowa-Kribi
mons. Jean MBARGA
diocesi di Obala
mons. Jérôme OWONO MIMBOE
diocesi di Sangmelima
mons. Raphaël Marie ZE
Nunzio Apostolico presso il Camerun
mons. Eliseo Antonio ARIOTTI
(arciv. tit. di Vibiana)
6
VITA DELLA CHIESA
Una Chiesa in crescita, attenta ai bisogni della società
La situazione socio-politica del Camerun appare relativamente più
tranquilla rispetto ad altri paesi africani, ma non è immune dai mali
che affliggono molte parti del Continente. La corruzione, il tribalismo,
la violenza diffusa, gli abusi dei diritti umani da parte delle forze
pubbliche sono stati ripetutamente denunciati in questi anni dalla
Chiesa locale, che per questo si è anche attirata l’accusa - da parte
delle forze di governo - di indebite ingerenze politiche. Accuse
fermamente respinte dai vescovi che hanno rivendicato il diritto della
Chiesa di esprimersi nel rispetto della reciproca autonomia con lo
Stato.
Di seguito una selezione di notizie pubblicate dalla Radio Vaticana
tramite il Programma Francese Africa e il Bollettino Notizie dalla
Chiesa. Da esse emerge l’impegno della Chiesa in Camerun
nell’evangelizzazione intesa in tutti i suoi risvolti, compreso l’impegno
sociale, la promozione di un laicato attivo e protagonista nella società,
l’inculturazione, in linea con le indicazioni emerse dall’Assemblea
sinodale per l’Africa, l’attenzione per i media, nonché nello spirito di
collaborazione con le altre confessioni religiose del Paese.
IL SINODO PER L’AFRICA AL CENTRO DELLA PLENARIA DEI
VESCOVI
MVOLYE, 26 apr ‟95 - Le conclusioni della recente Assemblea sinodale
per l‟Africa sono al centro della attenzione dei vescovi del Camerun. É
in corso infatti da domenica scorsa, nel Centro Giovanni XXIII di
Mvolye, l'assemblea generale della Conferenza episcopale del
Camerun. Si tratta in particolare di fare un bilancio di come il Sinodo
sia stato recepito in ciascuna delle 22 diocesi del Paese africano. Le
relazioni, che si svolgono a porte chiuse, sono tenute anche da laici e
delegati diocesani. I lavori si concluderanno sabato prossimo.
(Programma Francese Africa)
INCONTRO DEI RESPONSABILI DELLE ATTIVITÀ SOCIOCARITATIVE
YAOUNDÉ, 25 ago „95 - L'Ufficio delle attività socio-caritative della
Conferenza episcopale del Cameroun ("Basc" in sigla) ha organizzato
7
nei giorni scorsi due incontri sulla pastorale sociale. Agli incontri, che
si sono svolti a Bertwa e a Yagua, hanno partecipato sacerdoti e laici
delle diocesi del Paese. Scopo dell'iniziativa era di dare nuovo impulso
alla pastorale sociale con un maggiore coinvolgimento dei fedeli e un
migliore coordinamento delle iniziative delle singole diocesi. I
partecipanti hanno esaminato i fondamenti biblici, dottrinali e
sociologici della pastorale sociale e le tecniche per mettere in piedi le
strutture di assistenza nelle singole parrocchie, sottolineando
l'importanza della carità, della solidarietà e della giustizia. Al termine
dei lavori i responsabili del Basc hanno invitato i partecipanti a
organizzare regolarmente altri incontri su questo tema nelle loro
diocesi.
(Programma Francese Africa)
CAMPAGNA CONTRO L’AIDS PROMOSSA DALLA CHIESA
CATTOLICA INSIEME AD ALTRE CONFESSIONI RELIGIOSE
YAOUNDÉ, 23 nov. 95 - La Chiesa cattolica ed altre confessioni
religiose del Cameroun hanno lanciato, in collaborazione con il
governo e le autorità locali del paese, una vasta campagna per
sensibilizzare la popolazione sul pericolo dell'Aids. Così, ai primi di
novembre, cattolici, protestanti e musulmani hanno marciato insieme
per le strade di Yaoundé, la capitale, per esprimere la loro solidarietà
alle persone colpite da questa grave malattia e per ribadire che l'unico
modo veramente efficace per combatterla é l'astinenza e la fedeltà
coniugale. Nei giorni scorsi, inoltre, esponenti religiosi cristiani e
musulmani hanno organizzato giornate di preghiera e collette a favore
delle persone affette dalla malattia. La diffusione dell'Aids ha assunto
in Cameroun, come negli altri paesi del continente africano, livelli
allarmanti. Per citare due esempi, a Yaoundé una donna su quattro é
portatrice del virus, mentre a Douala addirittura metà della
popolazione femminile é siero-positiva.
(RV Programma Francese Africa)
PER PRESERVARE LA PACE IN CAMERUN OCCORRE GARANTIRE
CORRETTO SVOLGIMENTO DELLA VITA POLITICA: COSÌ I
VESCOVI RIUNITI IN ASSEMBLEA
BAFOUSSAM, 5 feb „96 - I vescovi del Camerun ritengono che per
preservare la pace nel paese é necessario garantire un corretto
svolgimento della vita politica. É quanto emerge dalla lettura del
8
comunicato finale emesso dalla recente assemblea della Conferenza
episcopale. L'assemblea si é riunita a Bafoussam, dal 25 al 31
gennaio, sotto la presidenza del vescovo, mons. André Wouking
(foto). Il comunicato sarà letto in tutte le chiese domenica prossima. I
vescovi incoraggiano "tutte le attuali forze politiche " a proseguire nel
"miglioramento" del sistema elettorale che si sono dati, e a "costituire
una commissione elettorale indipendente". Queste indicazioni
potrebbero ovviare a "certe irregolarità constatate" nel corso delle
prime elezioni locali pluraliste del 21 gennaio scorso. La nuova
costituzione in via di promulgazione, aggiungono i vescovi del
Camerun, dovrebbe essere "applicata in maniera da garantire la
separazione dei tre poteri", assicurare il diritto e le libertà
fondamentali della persona umana in maniera da poter assicurare
"una reale alternanza" di governo. I vescovi camerunesi domandano
ancora che "luce e giustizia siano fatte" sulle numerose uccisioni di
sacerdoti, di religiosi e di religiose e sulle minacce di morte che
gravano ancora su altri di loro. Dal 1988 numerosi sacerdoti e
religiosi, tra cui un vescovo, sono stati assassinati in Camerun in
circostanze ancora non chiarite. Esponenti di governo e politici del
Camerun ripetono che i vescovi non debbono intromettersi nella
politica. I presuli, da parte loro, hanno ribadito che intendono sempre
"proclamare il proprio diritto di intervenire, in nome del Vangelo, nel
dibattito politico e socio-economico e dovunque sia in gioco il divenire
dell'uomo". (Afp)
IL CARD. TUMI CRITICO VERSO LA NUOVA COSTITUZIONE CHE
NON GARANTISCE LA SEPARAZIONE DEI POTERI E NON
MENZIONA DIO
Douala, 5 mar 96 - "Quando si esamina questa costituzione, si ha
l'impressione che gli estensori, nel revisionarla, abbiano avuto in
mente una persona, segnatamente l‟attuale Presidente della
Repubblica". Lo ha detto l'arcivescovo di Douala, in Camerun, il
cardinale Christian Tumi che non ha esitato a criticare il Presidente
Paul Biya, in un'intervista al giornale cattolico locale "L'Effort
Camerounais". Il porporato ha aggiunto che la nuova costituzione
difetta di democrazia. "Pensiamo - ha detto - che il potere esecutivo,
quello legislativo e quello giudiziario dovrebbero essere chiaramente
separati, indipendenti l'uno dagli altri". Biasimando il fatto che la
costituzione camerunese ha tolto ogni riferimento a Dio, il cardinale
Tumi ha commentato che "coloro che governano senza dio non
9
governeranno a lungo. Diversi paesi, europei e non, hanno tentato di
farlo, ma hanno fallito". L'arcivescovo di Douala, riferendosi al clima
d'insicurezza nel paese, ha segnalato che "la residenza di un vescovo,
a Bamemba, é stata attaccata da sconosciuti. Io personalmente, come
altri, ho ricevuto minacce". (La Croix)
ALLA PLENARIA, INCENTRATA SUL BINOMIO CHIESAFAMIGLIA, I VESCOVI RIVOLGONO UN MONITO CONTRO
ETNOCENTRISMO E SETTE
YAOUNDÉ, 24 apr 96 - Si é conclusa domenica scorsa a Yaoundé
l'assemblea plenaria della Conferenza episcopale del Camerun. I lavori
sono durati una settimana e vi hanno preso parte 22 vescovi, 4
emeriti, nonché sacerdoti, religiosi e religiose, laici. Al termine dei
lavori é stato emesso un comunicato che ha riassunto il tema
principale in discussione, ovverosia il binomio famiglia-Chiesa. “Chi
dice famiglia, in Africa, dice solidarietà, comunione, condivisione”,
afferma il documento. Valori questi che comportano l'attenzione
all'altro. Di qui l'appello dei vescovi ai propri fedeli per una maggiore
solidarietà, per l'amore agli altri e per il rispetto delle diversità: il
tribalismo, l'etnocentrismo, le esclusioni non possono costruire una
nazione forte, ammoniscono i vescovi, che richiamano anche la
proliferazione delle sette in Camerun, un pericolo e un fattore di
squilibrio nel paese. Su questa proliferazione delle sette i vescovi del
Camerun hanno annunciato la diffusione di un documento. Il
documento finale dell'assemblea plenaria della conferenza episcopale
camerunese richiama anche le difficoltà che stanno attraversando le
scuole cattoliche in quanto stanno venendo meno i sussidi statali. In
proposito la Conferenza episcopale ha deciso l'istituzione di un
consiglio nazionale per le scuole cattoliche. I vescovi del Camerun
hanno, infine, deciso che ogni primo venerdì del mese, a partire dal
prossimo primo luglio, sia una giornata di preghiera per le vittime
della violenza. (Programma Francese Africa)
MONS. NGUÉ AMMONISCE SUI RISCHI DEL TRIBALISMO, UNO
DEI PRINCIPALI MALI DEL PAESE
YAOUNDÉ, 13 giu ‟96 - il tribalismo é uno dei principali mali del
Camerun e di tutti i paesi africani e costituisce una grave minaccia
alla pace e alla stabilità politica e quindi un ostacolo allo sviluppo
economico di queste nazioni. É quanto scrive il segretario della
10
conferenza episcopale camerunese, mons. Etienne Ngué, in un
articolo pubblicato nell'ultimo numero di maggio del periodico cattolico
"L'Effort Camerounais". Nell'articolo il vescovo, che ha recentemente
partecipato ad un seminario di studio sull'argomento, a Yaoundé,
dopo avere ribadito i principi della pari dignità e del diritto alla libertà
di tutti gli uomini, sottolinea che la tribù é una componente
fondamentale della società camerunese. Essa però, ha aggiunto, deve
inserirsi armoniosamente nella comunità nazionale se non vuole
ostacolare lo sviluppo della nazione. Come hanno infatti rilevato i
vescovi camerunesi in una recente lettera pastorale, il pluralismo
tribale, culturale e razziale, se non degenera in tribalismo ed
etnocentrismo, può essere una ricchezza ed un fattore di crescita per
il paese. (Programma Francese Africa)
IL CARDINALE TUMI METTE IN GUARDIA I FEDELI DALLE
SETTE
DOUALA, 13 giu ‟96 - Il cardinale Christian Toumi, arcivescovo di
Douala nel Cameroun, ha messo in guardia i propri sacerdoti e i propri
fedeli contro la diffusione di sette che si spacciano per Chiesa
cattolica. Due in particolare, le cosiddette "Comunità cattolica
immacolata concezione" e "Comunità cattolica Cristo Re". Riferendosi
a queste sette, il cadinale Tumi (foto) in una lettera pastorale rileva
come "nella città di Douala nascono qua e là chiese sotto diverse
denominazioni e, per seminare confusione negli spiriti, i falsi preti
adottano le vesti, i libri liturgiie gli oggetti di culto in uso nella chiesa
cattolica romana". "Chiedo ai cristiani cattolici - aggiunge il porporato
- che per ignoranza hanno fatto battezzare i propri figli in queste
chiese di recarsi presso i propri parroci". la lettera pastorale
dell'arcivescovo di douala reca la data del 30 agosto e si conclude con
l'esortazione a tutti i fedeli di "rimanere uniti" alle proprie parrocchie e
in "comunione" con i propri sacerdoti. (Programma Francese Africa)
LA RIUNIONE DELL’ACERAC SI CONCLUDE CON
L’ESORTAZIONE AI FEDELI DEI PAESI DELL’AFRICA CENTRALE
AD APPROFONDIRE LA VOCAZIONE DELLA CHIESA FAMIGLIA
DI DIO
YAOUNDÉ, 7 ott 96 - I lavori ed i risultati della recente assemblea
plenaria dell'Acerac, l'associazione delle Conferenze episcopali della
regione dell‟Africa Centrale, sono stati illustrati alla stampa dal
11
segretario della Conferenza episcopale del Camerun, don Etienne
Ngue. In particolare é stato riassunto ai giornalisti camerunesi il
messaggio dei vescovi centrafricani, i quali hanno insistito sulla realtà
della Chiesa come famiglia di Dio dove sono privilegiati l'attenzione
all'altro, la solidarietà, il calore nelle relazioni, l'accoglienza, il dialogo
e la fiducia. I fedeli pertanto sono esortati ad approfondire la
vocazione della Chiesa famiglia di Dio, a combattere le divisioni, ad
operare per lo sviluppo. Su quest'ultimo aspetto i vescovi dell'Africa
centrale hanno formulato il concetto di sviluppo come pienezza
integrale dell'uomo senz'alcuna dipendenza da modelli stranieri. Di
fronte alle situazioni di ingiustizia e di violenza i cristiani sono invitati
a rispondere basandosi sulla propria fede e sul proprio battesimo e
proponendosi positivamente e costruttivamente. Da qui l'accettazione
indiscussa, pur con tutti i suoi limiti, del metodo democratico.
All‟Acerac aderiscono le Conferenze episcopali di Camerun, Congo,
Gabon, Guinea Equatoriale, Repubblica Centrafricana, Ciad.
(Programma Francese Africa)
L’ASSEMBLEA DEI VESCOVI DEDICATA AL TEMA DELLA
GIUSTIZIA E DELLA PACE IN VISTA DELLE ELEZIONI
POLITICHE DEL 1997
MBALMAYO, 17 gen. ‟97 - Dal 4 all‟11 novembre passato si è svolto a
Mbalmayo l‟assemblea dei vescovi del Camerun. La sessione è stata
dedicata al tema “Giustizia e pace”, in vista delle elezioni legislative e
presidenziali del 1997. Come per le precedenti elezioni del 1992, i
vescovi hanno colto l‟occasione della nuova importante tornata
elettorale per riflettere sull‟attuale situazione socio-politica del Paese
che hanno sempre seguito con grande attenzione e sollecitudine. Nel
comunicato finale essi esortano i cittadini a fare tutti la loro parte,
perché il 1997, che a molti pare pieno di incognite, porti la speranza
di un futuro migliore per il Camerun. “Dipende da noi tutti – scrivono
– farne un anno di speranza, di progresso e promozione nazionale, se
accettiamo di impegnarci per la giustizia e per la pace. Dipende da noi
fare del 1997 un anno di più grande comunione, vegliando sul rispetto
della dignità di ogni camerunese e dei suoi diritti, soprattutto quando
è povero e debole. Dipende ancora da noi – continua il comunicato –
fare in modo che le prossime scadenze elettorali contribuiscano, non
ad approfondire le nostre divisioni, ma piuttosto ad affermare la
nostra unità e a dare un nuovo impulso alla nostra democrazia
attraverso il rispetto delle regole della competizione democratica e la
12
nostra determinazione a promuovere delle elezioni giuste e
trasparenti”. Perché queste siano possibili, concludono i vescovi, è
compito di tutti i cittadini e delle autorità competenti assicurare
“l‟iscrizione nelle liste elettorali di tutti i cittadini aventi diritto,
l‟introduzione di una nuova carta d‟identità, la consegna delle tessere
elettorali agli elettori, come anche l‟istituzione di un organo
indipendente che garantisca elezioni libere e trasparenti”.
(Programma Francese Africa)
ASSEMBLEA DEI VESCOVI DEDICATA AI PREPARATIVI DEL
GIUBILEO CON UN OCCHIO AGLI APPUNTAMENTI ELETTORALI
DEL 1997
YAOUNDÉ, 24 apr. „97 - Come aiutare i fedeli camerunesi a vivere
l‟esperienza personale del Cristo come colui che è venuto “perché gli
uomini abbiano la vita a l‟abbiano in abbondanza”. É stato questo
l‟argomento al centro della riflessione dei vescovi del Camerun alla
loro recente assemblea, svoltasi a Yaoundé. La sessione è stata
dedicata appunto ai preparativi del Grande Giubileo del 2000, entrati
quest‟anno nel vivo con l‟inizio del Triennio preparatorio inaugurato
nella scorsa domenica di Avvento da Giovanni Paolo II e centrato su
Cristo, lo Spirito Santo e Dio Padre. Nel comunicato finale
dell‟assemblea i vescovi esortano i fedeli a “prestare un orecchio
attento a Cristo” divenendo uomini di pace, giustizia e luce e “a
conoscere Gesù attraverso la lettura delle Sacre Scritture”.
Nell‟auspicio dei vescovi, il 1997 dovrà quindi essere “un anno di
perdono, di riconciliazione di condivisione e di promozione di tutti
nella libertà e nella giustizia”. Ricordando che il Giubileo permette di
incontrare Gesù in tutti i nostri ambienti di vita e dunque anche
nell‟ambito politico, i presuli invitano, in conclusione, i cittadini
camerunesi a vivere in questa prospettiva giubilare le prossime
elezioni legislative del 17 maggio.
(Programma Francese Africa)
GLI ISTITUTI MISSIONARI PREOCCUPATI PER IL FUTURO
DELLA DEMOCRAZIA NEL PAESE
YAOUNDÉ, 13 mag ‟97 – La "Rete Fede e Giustizia Africa-Europa",
(Aefjn) un'associazione che raccoglie 37 congregazioni e istituti
missionari operanti in Africa, è molto preoccupata per il futuro della
13
democrazia in Camerun, dove il 17 maggio si terranno le elezioni
parlamentari. Tale preoccupazione é stata espressa in una lettera
aperta, pubblicata in questi giorni, in cui si denunciano gravi
irregolarità nell'organizzazione di queste elezioni. "Molti cittadini - si
legge nel documento - sono deliberatamente esclusi dal voto a causa
della loro appartenenza ad un partito o ad una regione". In
particolare, vengono segnalate "tattiche dilatorie" da parte delle
autorità locali e "lungaggini amministrative" che stanno impedendo a
numerose famiglie di ottenere i documenti necessari per partecipare
al voto. Documenti, che sono stati, invece, sollecitamente recapitati a
domicilio ad altri cittadini. Queste pratiche discriminatorie, osserva
l'"Aefjn", fanno sorgere forti dubbi sulla legittimità del processo
elettorale in corso e conseguentemente sulla validità dei risultati di
queste elezioni. il documento conclude quindi con l'auspicio che le
successive elezioni presidenziali, previste per il prossimo ottobre,
siano organizzate in maniera diversa e che venga posto fine al "lento
degrado morale che sta privando il popolo camerunese delle sue forze
più vive". (Lettera)
APPELLO DEI VESCOVI PER LO SVOLGIMENTO PACIFICO DELLE
ELEZIONI PRESIDENZIALI DELL’OTTOBRE 1997
YAOUNDÉ, 10 ott 97 – Alla vigilia delle elezioni presidenziali in
Camerun, la Chiesa locale raccomanda un clima di pace e di giustizia,
fonte di serenità, sicurezza e prosperità e quindi di benessere.
L‟arcivescovo di Yaoundé, mons. Jean Zoa (foto), ha chiesto in
particolare ai fedeli di essere veri discepoli di Cristo e quindi promotori
e costruttori di pace nei loro ambienti. Egli ha altresì raccomandato la
recita del Santo Rosario e di affidare il futuro del Camerun a Maria,
Patrona del Paese e Regina della Pace.
(Programma Francese Africa)
PIANO DELLA COMMISSIONE DELL’ACERAC PER LA
COMUNICAZIONE SOCIALE PER RAFFORZARE LA PRESENZA
CATTOLICA NEI MEDIA DELL’AFRICA CENTRALE
YAOUNDÉ, 8 ott „97 - La Commissione episcopale per le comunicazioni
sociali dell'Acerac, l'Associazione delle Conferenze episcopali
dell'Africa Centrale, ha elaborato un piano pastorale per sollecitare e
per coordinare le varie iniziative nella regione. All'Acerac aderiscono
gli Episcopati del Camerun, della Repubblica Centro-Africana, del
14
Congo Brazzaville, del Gabon, della Guinea Equatoriale e del Ciad. La
speciale commissione, dopo la riunione dello scorso luglio a
Bonamoussadi-Douala nel Camerun, ha messo a punto le linee
principali del piano pastorale per la comunicazione riferendosi
principalmente all'Esortazione Apostolica "Ecclesia in Africa" nella
prospettiva del Grande Giubileo del 2000. Tenendo presenti le
oggettive difficoltà causate in alcuni paesi della regione dalla guerra e
da conflitti etnici, il documento tratteggia un piano d'azione concreto.
Innanzitutto va rinforzata la presenza della stampa. Nella regione
dell'acerac vi sono oggi solo due giornali cattolici nazionali, "La
Semaine Africaine" nel Congo e "L'Effort Camerounais". nel Gabon,
per contro, ha cessato le pubblicazioni il giornale "La Lumière",
mentre i vescovi centrafricani vogliono lanciare un loro giornale. più
critica é la situazione nel campo dell'editoria libraria. Esistono soltanto
le edizioni dei "Classici africani" a Yaoundé, che pubblicano però in
linea di massima opere francesi e non africane. Per sanare queste
lacune e per incrementare al meglio le iniziative la speciale
commissione suggerisce che la pubblicazione del piano pastorale per
le comunicazioni venga pubblicato nelle lingue ufficiali della regione.
Viene altresì consigliata la creazione di un segretariato regionale
permanente e delle varie commissioni nazionali e diocesane. Con la
debita preparazione deve essere celebrata in ogni diocesi la giornata
mondiale delle comunicazioni. Tutte queste indicazioni e le risposte
che ad esse verranno dai vari vescovi verranno analizzate
nell'incontro regionale degli operatori della comunicazione sociale
dell'Acerac. L'incontro é previsto nel luglio dell'anno prossimo.
(Cameco)
I VESCOVI RICHIAMANO L’ATTENZIONE DEL GOVERNO SULLA
PIAGA DELLA CORRUZIONE IN CAMERUN
YAOUNDÉ, 16 gen „98 - La Chiesa del Camerun intende attirare
l'attenzione del governo sul grave problema della corruzione nel
paese. Non può agire direttamente sul terreno politico, ma mobiliterà
la popolazione, coinvolgendo in particolare i giovani "nella lotta contro
la menzogna e la corruzione". Lo ha dichiarato dalle antenne di "Radio
France Internationale" mons. André Wouking, presidente della
Conferenza episcopale del Camerun. La corruzione, ha affermato
mons. Wouking, coinvolge ogni settore della società camerunese e,
cosa più grave, avviene ormai alla luce del sole "sotto gli occhi di
tutti". Non é la prima volta che i vescovi del Camerun, insieme alle
15
altre chiese cristiane, denunciano il grave fenomeno, che ha
raggiunto, come in altri paesi africani, livelli ormai intollerabili,
diventando uno dei principali ostacoli allo sviluppo socio-economico
del Camerun. Durante la campagna elettorale per le elezioni
presidenziali del 12 ottobre scorso essi avevano invitato i cittadini a
non recarsi alle urne, denunciando la mancanza di trasparenza e gravi
irregolarità. (Apic)
INCONTRO ANNUALE DEI VESCOVI DEDICATO AL TEMA DEL
BUON GOVERNO
EDEA, 19 gen „98 - Dal 3 al 10 gennaio si è tenuto a Edea l‟incontro
annuale dei vescovi del Camerun dedicato al tema del buon governo. I
vescovi hanno parlato delle strategie per migliorare l‟amministrazione
della cosa pubblica in modo che tutti i membri della Chiesa e della
società possano lavorare insieme nella pace, nel rispetto della dignità
e dei doveri di ciascuno. Per i presuli non mancano motivi di
ottimismo: ad esempio, nell‟ambito sociale, il recente annuncio
dell‟avvio di un tavolo di dialogo tra le parti politiche camerunesi, la
promettente ripresa dell‟economia che potrebbe avere ricadute
positive su tutti e, nell‟ambito ecclesiale, l‟autonomia finanziaria
raggiunta da un numero crescente di parrocchie. Tuttavia - avvertono
- resta ancora molto da fare: continuano, infatti, le intimidazioni, gli
arresti arbitrari, la pratica diffusa delle detenzioni cautelari
eccessivamente lunghe, la corruzione, le tangenti, le appropriazioni
indebite. Di qui il reiterato impegno dei vescovi ad educare i fedeli ai
loro diritti e doveri di cittadini, perché diventino costruttori di pace e
giustizia nella Chiesa, come nella società.
(Programma Francese Africa)
LE COMMISSIONI GIUSTIZIA E PACE
DELL’ACERAC RIUNITE A YAOUNDÉ
YAOUNDÉ, 29 set „98 - L‟Università cattolica di Yaoundé ha
recentemente ospitato il secondo incontro delle Commissioni della
Giustizia e della Pace dell‟Acerac, l‟Associazione delle Conferenze
episcopali della Regione dell‟Africa Centrale. All'Acerac aderiscono gli
Episcopati del Camerun, della Repubblica Centro-Africana, del Congo
Brazzaville, del Gabon, della Guinea Equatoriale e del Ciad. Di questi,
tre - ossia il Camerun, il Ciad e la Repubblica Centrafricana - hanno
già istituito le proprie Commissioni nazionali della giustizia e delle
16
pace. La riunione ha discusso delle strategie per favorire la
collaborazione e il sostegno reciproco tra i cristiani dell‟Africa centrale
impegnati nella difficile battaglia per la promozione della giustizia. Al
termine dell‟incontro i partecipanti hanno riconosciuto che la pace e la
giustizia sono un obiettivo ancora lontano nei Paesi dell'Africa
centrale, dominati come sono dalla corruzione, dalla povertà e da
guerre fratricide. (Programma Francese Africa)
SI DIFFONDONO LE “COMUNITÀ ECCLESIALI VIVENTI”
FONDAMENTO DEL CONCETTO DI CHIESA-FAMIGLIA DI DIO
MAROUA-MOKOLO, 23 ott. ‟98 - Le Comunità Ecclesiali Viventi (Cev)
sono una realtà che va diffondendosi anche in Camerun. Nate per
rispondere meglio al bisogno dei fedeli di vivere più intensamente la
vita della Chiesa come Famiglia di Dio e quindi per promuovere una
maggiore capillarità e radicamento territoriale della Chiesa tra la
popolazione, esse hanno ricevuto un nuovo grande impulso
dall‟Esortazione Apostolica post-sinodale “Ecclesia in Africa”.
L‟assemblea sinodale ha infatti “riconosciuto che la Chiesa come
Famiglia potrà dare la sua piena misura di Chiesa solo ramificandosi in
comunità sufficientemente piccole per permettere strette relazioni
umane” (Ecclesia in Africa, 89). Così anche in Camerun diverse diocesi
hanno intrapreso quest‟anno questa nuova esperienza ecclesiale: si
tratta delle diocesi di Garoua, Maroua-Mokolo, Ngaoundere et Yagoua
nel nord del Paese. Nello spirito del Sinodo per l‟Africa, le nuove
comunità vogliono essere luoghi privilegiati “di evangelizzazione per
portare la Buona Novella agli altri; di preghiera e di ascolto della
Parola di Dio; di responsabilizzazione dei suoi membri stessi; di
apprendistato di vita ecclesiale; di riflessione sui vari problemi umani,
alla luce del Vangelo”. Ma soprattutto in esse i fedeli si impegnano “a
vivere l'amore universale di Cristo, che trascende le barriere delle
solidarietà naturali dei clan, delle tribù o di altri gruppi d'interesse”
(Ecclesia in Africa, 89). (Programma Francese Africa)
PER IL GIUBILEO I VESCOVI DEL CAMERUN ORGANIZZANO UN
FORUM NAZIONALE DEI LAICI DEDICATO ALLA PROMOZIONE
DEL RUOLO DEI LAICI NELLA CHIESA
YAOUNDÉ, 4 lug 00 - Alla fine di luglio il Forum Nazionale dei Laici Si
svolgerà a Mbalmayo, in Camerun, dal 27 al 30 luglio il Forum
Nazionale dei Laici, una manifestazione voluta dalla Conferenza
17
Episcopale Camerunese per "esaminare il ruolo dei Laici, nella Chiesa
e nella società, alla luce delle loro responsabilità di testimoni di Cristo
e del Vangelo" e inserita nei "grandi incontri ecclesiali per il Giubileo".
Lo afferma in una nota l'Agenzia Misna, spiegando che il Forum è
stato preparato da una serie di celebrazioni in onore dei primi
catechisti laici camerunesi, svoltesi tra maggio e giugno a Yaoundé e
Doula. Queste "sono servite, da una parte a venerare i primi testimoni
laici del Vangelo, veri padri fondatori della Chiesa in Camerun;
dall'altra, ad associare la loro memoria alle celebrazioni giubilari".
(Tertium Millennium)
I VESCOVI TORNANO A PARLARE DELLA PIAGA DELLA
CORRUZIONE
YAOUNDÉ, 14 dic 00 - In una recente lettera pastorale, i vescovi del
Camerun hanno affrontato il problema della corruzione nel paese. "La
corruzione – annotano - è diventata il nostro modo di vita. A volte si
ha l'impressione che sia tollerata, che sia stata istituzionalizzata, e
che faccia ormai parte del nostro sistema di governo". I ragazzi del
paese nascono e crescono in un clima di corruzione che modifica le
loro coscienze. I vescovi cameruniani spiegano che la corruzione viene
dall'alto. Alcune persone facoltose sono implicate in questo scandalo.
Questa situazione viene accettata come normale modo di vita, tanto è
vero che i colpevoli di tale condizione non provano alcun rimorso se i
giovani crescono in un clima di corruzione. Conseguenza di ciò è che
nella società cameruniana "ognuno sembra sia obbligato a corrompere
o ad essere corrotto". Per i vescovi la corruzione non risparmia alcun
settore sociale, tanto meno la Chiesa. "É la cupidigia, l'amore per il
denaro che ha creato la corruzione". I vescovi chiedono ai mezzi di
comunicazione pubblici e privati di intraprendere una campagna
permanente per la lotta contro questa catastrofe.
(Dia)
FINALMENTE INAUGURATO DAI VESCOVI NUOVO SANTUARIO
DI NOSTRA SIGNORA REGINA DEGLI APOSTOLI
YAOUNDÉ, 30 gen 01 - Doveva essere consacrato nel dicembre 1998
dall'allora vescovo di Yaoundé, mons. Jean Zoa, oggi scomparso, che
ne aveva benedetto la prima pietra il 15 agosto 1990. Il Santuario di
Nostra Signora Regina degli Apostoli è stato invece solennemente
inaugurato dai vescovi del Camerun, il 5 gennaio scorso, alla chiusura
del Giubileo. La Santa Messa di dedicazione, cui ha partecipato una
18
folla numerosa, è stata presieduta da Mons. André Wouking,
succeduto nel frattempo alla guida dell'arcidiocesi. Costato 5 miliardi
di franchi francesi, l'imponente costruzione domina la capitale
camerunese dalla collina di Mvolyé. L'edificio è stato quasi
interamente costruito con materiali locali, fatta eccezione del rame
per il tetto e del marmo che ricopre le dodici colonne portanti che lo
sostengono. Il santuario può accogliere 5000 fedeli e conta ben 21
porte costruite con un pregiato legno locale. Il Tabernacolo e il Cristo,
alla sinistra dell'Altare in granito, sono in bronzo. La storia della
costruzione del Santuario di Yaoudné (foto) è stata piuttosto
tormentata. Avviata da Mons. Zoa nel 1990, essa fu bruscamente
interrotta dopo la sua improvvisa morte sopravvenuta il 20 marzo
1998, a causa di difficoltà finanziarie. La costruzione del santuario è
stata completata grazie alla perseveranza dell'Amministratore
apostolico Mons. Joseph Atanga, subentrato temporaneamente a
Mons. Zoa, e dell'attuale arcivescovo di Yaoundé, Mons. André
Wouking. (Apic)
LA CHIESA CATTOLICA IN CAMERUN PROMUOVE INSIEME A
PROTESTANTI E MUSULMANI CAMPAGNA CONTRO
TRIBALISMO E CORRUZIONE
DOUALA, 26 apr 01 – Nel Camerun cattolici, evangelici e islamici sono
mobilitati in una campagna contro il tribalismo e la corruzione. La
campagna è iniziata il 15 aprile e si concluderà il 3 giugno. Le
organizzazioni che vi partecipano sono per i cattolici Giustizia e Pace,
per gli evangelici la Federazione delle Missioni e per i musulmani
l‟Associazione Culturale Islamica del Camerun. I rispettivi presidenti
insieme al cardinale Christian Tumi, arcivescovo di Douala, presiedono
questa campagna di mobilitazione, che coinvolgerà le maggiori città
camerunesi. Analoghe mobilitazioni si ebbero in Camerun nel 1998 sul
tema dell‟impunità, nel 1999 sul debito estero e, l‟anno scorso, ancora
sul trialismo. (Dia)
IN UNA DICHIARAZIONE I VESCOVI DIPINGONO UN QUADRO
PREOCCUPANTE DELLA SITUAZIONE DEL PAESE DOMINATO DA
VIOLENZE, CORRUZIONE E INGIUSTIZIA SOCIALE
YAOUNDÉ, 29 giu 01 – Insicurezza crescente, ingiustizia sociale,
violazioni dei diritti umani, le forze di pubblica sicurezza coinvolte in
atti di banditismo. Questa è la situazione del Camerun oggi come la
19
dipingono i vescovi in una dichiarazione diffusa il 27 giugno. La
Conferenza episcopale camerunese non ha peli sulla lingua nel
denunciare atti di banditismo come gli “odiosi” sequestri, le ruberie,
gli attacchi per strada talvolta mortali, le violenze sessuali, le rapine a
mano armata con scasso. Di fronte a questa dilagante insicurezza,
annotano i vescovi, l‟istituzione due anni fa di un corpo speciale di
polizia non ha sortito effetti. Anzi, risulta che in taluni atti di
banditismo la polizia è complice. Ci sono preti che hanno denunciato
come dei poliziotti abbiano venduto le proprie armi a banditi o le
abbiano prestate a detenuti per evadere. I malfattori, una volta
arrestati, vengono rimessi presto in libertà su cauzione. Nella rete
finiscono i pesci piccoli, quelli grandi stanno tranquilli. Chi ci rimette in
questa triste situazione sociale sono i cittadini innocenti, che sono
“puniti ed anche uccisi”. Da qui l‟appello dei vescovi del Camerun ad
instaurare nel paese uno stato di diritto, dimodoché “ogni persona,
anche accusata di crimini gravi, possa aver diritto ad un equo
processo”. L‟appello è anche per il rispetto dei diritti umani. I vescovi
sono testimoni di numerose loro violazioni nel Camerun. Vi sono
persone che vengono torturate, sebbene innocenti, per estorcergli
confessioni, altre sono sparite. “Vogliamo la pace – reclamano infine a
chiare note i vescovi del Camerun -, vogliamo la sicurezza, la
prosperità del nostro paese”. (Apic)
SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ E INCONTRO
INTERRELIGIOSO ORGANIZZATO IN CAMERUN IN
CONCOMITANZA CON GIORNATA DI ASSISI
YAOUNDÉ, 19 gen 02 - In occasione della Settimana di preghiera per
l'unità dei cristiani, l'arcivescovo di Yaoundé in Camerun presiede,
oggi 19 gennaio, una celebrazione ecumenica al santuario mariano di
Mvolvé. Insieme ai cattolici vi prenderanno parte i protestanti, la
Cameroun Baptist Convention, i pentecostali, membri della
Federazione delle Chiese delle missioni evangeliche. Il Servizio per la
pastorale ecumenica ed il dialogo dell'arcidiocesi ha già iniziato gli
incontri tra le religioni cristiane, soprattutto celebrazioni ecumeniche e
riflessioni sui problemi sociali e politici. Un incontro ecumenico e
interreligioso è previsto per il 24 gennaio nella Cattedrale di Yaoundé
in coincidenza con quello presieduto dal Papa ad Assisi. Il Gran Mufti
del Camerun, Presidente del Consiglio superiore delle Moschee in
Africa e Presidente dell'Organizzazione della Conferenza mondiale del
Dialogo di scambio e della Cooperazione interreligiosa (Ocomdecir),
20
Cheikh Mounir, che non si potrà recare ad Assisi, ha comunque
assicurato che sarà spiritualmente unito a quelli che vi si
raduneranno. Inoltre ha promesso una grande mobilitazione dei
musulmani per la giornata di preghiera del 24 gennaio. D'altronde non
ha mai nascosto la sua ammirazione per il Santo Padre, rallegrandosi
per le iniziative di incontro interreligioso. Su una popolazione di oltre
13 milioni e 600mila abitanti, il Camerun conta circa 3 milioni e mezzo
di cattolici, la cui percentuale varia da diocesi a diocesi. In Camerun ci
sono attualmente circa 10mila moschee, con altrettante scuole
coraniche. (Fides)
IL CARDINALE TOUMI DEFINISCE UNA VERGOGNA NAZIONALE
IL RINVIO DELLE ELEZIONI POLITICHE
DOUALA, 28 giugno 02. – Il cardinale Christian Toumi, arcivescovo di
Douala, ha definito una vergogna nazionale il rinvio di una settimana
delle elezioni in Camerun, a seggi elettorali appena aperti, il 23
giugno. L‟arcivescovo ha ricordato come migliaia di cittadini hanno
dovuto fare inutilmente decine e decine di chilometri per raggiungere
il seggio elettorale, per poi trovarlo chiuso. Il cardinale Toumi, con
voce alterata, ricordando come il Presidente Paul Biya abbia
minacciato sanzioni ai funzionari pubblici per il rinvio, ha detto di
temere che le stesse autorità camerunesi non vogliono che le elezioni
politiche abbiano luogo. Accuse analoghe piovono anche dai partiti di
opposizione, che chiedono anche di rivedere le modalità di nomina dei
supervisori governativi incaricati di verificare la regolarità delle
elezioni nei principali seggi elettorali. (Dia)
VESCOVI E OSSERVATORI CRISTIANI DENUNCIANO
IRREGOLARITÀ NELLO SVOLGIMENTO DELLE ELEZIONI DEL
30 GIUGNO 2002
YAOUNDÉ, 9 lug 02 - Il Movimento degli Osservatori Cristiani del
Camerun (Mooc, in sigla) ha rilevato "numerose irregolarità" nello
svolgimento delle elezioni legislative e amministrative dello scorso 30
giugno. Lo ha dichiarato sabato scorso Titi Nwell, coordinatore
dell'organo di controllo istituito dai vescovi camerunesi, che ha
segnalato in particolare casi di corruzione attiva di elettori e di seggi
elettorali fittizi. Nwell, che è anche coordinatore nazionale della
Commissione Giustizia e Pace, ha affermato che il voto è stato falsato
dalla prima fase del processo elettorale. Molti elettori hanno infatti
21
avuto difficoltà ad iscriversi alle liste elettorali e non hanno ricevuto le
loro schede. La denuncia delle irregolarità è stata confermata dal
Segretario generale della Conferenza episcopale camerunese, Mons.
Patrick Lafon (foto), che in un comunicato parla di "gravi e molteplici
attentati alla libertà di voto dei cittadini". La stessa selezione dei
supervisori incaricati di controllare il regolare svolgimento della
consultazione è avvenuta in modo discutibile. Degli ottocento
candidati presentati dai vescovi, solo 50 sono stati accettati dalle
autorità camerunesi. Come si ricorderà, proprio il ritardo nella
distribuzione delle schede elettorali era stato addotto come motivo
della sospensione delle elezioni lo scorso 24 giugno, decisa dal
presidente Paul Biya ad urne già aperte. Una decisione duramente
criticata dal Cardinale Christan Tumi, arcivescovo di Douala, che
aveva definito il rinvio una vergogna nazionale. In questo contesto, è
apparso una stonatura un comunicato governativo. "L'interesse
dimostrato nei confronti dell'evoluzione del nostro processo
democratico da parte di diverse realtà laiche e religiose - si legge
nella dichiarazione del ministro della comunicazione, Jacque Fame
Ndongo - è lodevole nella misura in cui queste associazioni vorranno
contribuire al miglioramento dei comportamenti e delle pratiche dei
cittadini camerunesi rispetto ai loro diritti e doveri". "Il capo di Stato –
aggiunge il ministro - invita tutte le forze vive della nazione ad
incrementare l'impegno in materia di formazione civica e morale della
popolazione, in vista della salvaguardia e del rafforzamento della
nostra giovane democrazia". (Apic, Misna)
SECONDO IL CARD. TOUMI LE RESPONSABILITÀ DELLE
ATTUALI TENSIONI NEI PAESI DELL’AFRICA CENTRALE SONO
DELLE LORO CLASSI DIRIGENTI
YAOUNDÉ, 10 gen 03 - Le tensioni che oggi minacciano la pace in
Africa centrale non potranno essere risolte finché non cambierà la
mentalità delle classi politiche che governano i Paesi della regione. Ad
affermarlo in un‟intervista al settimanale cattolico congolese “La
Semaine Africane” è il Cardinale Christian Tumi, arcivescovo di
Douala, in Camerun. L‟intervista è stata rilasciata durante la sua visita
in Congo-Brazzaville per l‟inaugurazione a Pointe-Noire dell‟Istituto
Superiore di Tecnologia dell‟Università Cattolica dell‟Africa Centrale di
cui è Gran Cancelliere. Nell‟intervista il cardinale Toumi ha evidenziato
le gravi responsabilità delle classi dirigenti nell‟instabilità della
22
regione. Secondo il porporato all‟origine di questa situazione vi è
l‟ambizione di potere e la corruzione dei politici che una volta al
potere si ritengono autorizzati a disporre del bene comune a loro
piacimento. Finché questo problema non verrà risolto, sottolinea, non
ci sarà pace in questi Paesi e la sua soluzione è possibile solo con
elezioni trasparenti. Egli ha quindi rivendicato ai vescovi il diritto e il
dovere di criticare, come cittadini e pastori, quello che non va nei
propri Paesi. I vescovi, ha detto, non possono essere relegati alle
sagrestie, come vorrebbero i leader politici, “perché Gesù ci ha inviati
ai quattro angoli del mondo”. Parlando in particolare della situazione
politica in Camerun, egli ha annunciato che l‟episcopato pubblicherà a
breve il rapporto dei suoi osservatori sulle elezioni legislative e
amministrative dello scorso giugno. Come è noto, la Chiesa
camerunese aveva seguito con grande attenzione la consultazione
elettorale, denunciando numerose irregolarità. Riferendosi, infine,
all‟apertura del nuovo Istituto di Tecnologia dell‟Università cattolica
dell‟Africa Centrale, il Cardinale Toumi ha sottolineato che il suo
obiettivo è di avviare delle scuole superiori e degli istituti tecnici che
rispondano alle esigenze economiche della regione. (Dia)
IN VISTA DELLE PRESIDENZIALI DEL 2004 IL CARD. TUMI
CHIEDE LA MASSIMA TRASPARENZA
DOUALA, 6 set 03 - “Le elezioni camerunensi si devono tenere nella
massima trasparenza. Un voto male organizzato rischia di fomentare
tensioni che bisogna evitare in ogni modo”. Lo ha detto il cardinale
Christian Wiyghan Tumi, arcivescovo di Douala, capitale economica
del Camerun, riferendosi alle elezioni presidenziali previste per
l‟ottobre 2004. Con l‟occasione il porporato ha tenuto a rettificare
alcune dichiarazioni che gli sono state attribuite da un nuovo mensile
locale, „La Paix‟, che sostiene di averlo intervistato mentre lui afferma
di aver avuto con i suoi redattori un colloquio informale risalente a
due mesi fa. Secondo il giornale, il cardinale avrebbe affermato che
una cattiva organizzazione della tornata elettorale è in grado di
provocare una “guerra” nel Paese. Avrebbe inoltre lasciato intendere
che in Camerun il potere è concentrato nelle mani di una sola tribù.
Ieri il ministero camerunense della Comunicazione ha diffuso un lungo
comunicato in cui esprimeva condanna per la “visione apocalittica” di
un “alto esponente della Chiesa cattolica”, definita “estremamente
grave” e in grado di “rimettere in discussione la pace, la stabilità e la
coesione sociale”. “Ho effettivamente parlato con questo giornale circa
23
due mesi fa, ma non sono stato informato che l‟intervista sarebbe
stata pubblicata” ha precisato il cardinale Tumi, aggiungendo di “aver
convocato la direzione per chiedere spiegazioni”. “La mia posizione
sulle elezioni – ha aggiunto – è ben nota: devono essere libere, giuste
e trasparenti, perché questo è fondamentale per il bene della nazione.
Ritengo comunque che le affermazioni riportate da „La Paix‟ sulla
„visione etnicà del potere non corrispondano al mio pensiero. Io ho
invece detto che in Camerun ci sono 230 etnie diverse che si
comportano come un‟unica entità. È un commento positivo, che non
significa assolutamente che il potere sia concentrato nelle mani di una
sola etnia”. (Misna)
NUOVO ARCIVESCOVO DI YAOUNDÉ, MONS. TONYÉ BAKOT,
RIBADISCE RISPETTO DELL’INDIPENDENZA E
DELL’AUTONOMIA DI STATO E CHIESA
YAOUNDÉ, 29 nov 03- In Camerun, il nuovo arcivescovo di Yaoundé,
Mons. Tonyé Bakot (foto), ha preso possesso della sede arcivescovile
la settimana scorsa, succedendo a Mons. André Wouking, deceduto un
anno fa. Alla cerimonia, cui hanno assistito anche alcuni esponenti del
governo, il nuovo arcivescovo non ha mancato di fare un accenno ai
rapporti tra Chiesa e potere politico per ribadire che esse sono
ciascuna nel suo ambito indipendenti ed autonome. Implicito il
riferimento alle tensioni con il governo del Presidente Paul Biya per le
posizioni critiche espresse a più riprese al suo operato, in particolare
dal cardinale arcivescovo di Douala Christian Tumi. La Chiesa, ha
affermato Mons. Bakot, “in ragione del suo mandato e della sua
competenza, non si confonde in alcun modo con la comunità politica e
non è legata ad alcun particolare sistema politico, perché essa è ad un
tempo il segno e la salvaguardia del carattere trascendente della
persona umana”. Pur nella loro rispettiva autonomia, ha precisato,
Chiesa e politica sono comunque “a diverso titolo al servizio della
vocazione personale e sociale delle stesse persone”. Secondo quanto
riferisce il giornale locale “Le Quotidien Mutations”, il nuovo
arcivescovo di Yaoundé dovrà affrontare diverse questioni lasciate in
sospeso dal predecessore, in particolare alcune controversie con il
clero diocesano della capitale e una difficile situazione finanziaria.
L‟arcidiocesi di Yaoundé conta 687mila fedeli su una popolazione di un
milione e mezzo di abitanti, distribuiti in 123 parrocchie e assistiti da
105 sacerdoti diocesani e 179 sacerdoti religiosi.
(Dia)
24
RIPRENDONO LE TRASMISSIONI DI RADIO “VERITAS”
SOSPESE DAL GOVERNO IN RISPOSTA ALLE CRITICHE AL
PRESIDENTE BIYA DEL CARD. TUMI
DOUALA 17 dic 03 - - "Veritas", la radio cattolica fondata in Camerun
dal cardinale Christian Wiyghan Tumi, arcivescovo di Douala, può
riprendere le trasmissioni. Lo ha annunciato a Parigi l'organizzazione
in difesa dei giornalisti "Reporters sans frontières" (Rsf). La radio, che
copriva l'area di Douala e dei suoi dintorni, è stata fatta chiudere il 14
novembre scorso, su ordine del ministro delle comunicazioni Jacques
Fame Ndongo. In tre anni di vita, l'emittente cattolica ha dovuto
sospendere per due volte le trasmissioni. Le sospensioni sono state
interpretate come una risposta del presidente camerunense Paul Biya
alle critiche mosse al suo operato politico dallo stesso arcivescovo.
"Reporters sans frontière" annota che l'autorizzazione a "Veritas" di
riprendere le trasmissioni è stata data sotto certe condizioni. Vale a
dire che la radio deve rispettare il proprio "carattere confessionale" e
sottomettersi alla "tutela dell'arcidiocesi di Douala". L'entrata in
servizio di "Veritas" è frutto della liberalizzazione in Camerun del
settore audiovisivo secondo una legge varata nel 1990. Il decreto
esecutivo è stato però pubblicato soltanto dieci anni dopo, nel 2000.
Un'altra emittente camerunense, "Freedom FM", varata dal giornalista
Pius Njawé del gruppo "Le Messager" è da un anno che è costretta a
tacere per le sue critiche al governo. (Apic)
IL CARDINALE TUMI SMENTISCE VOCI SU SUA CANDIDATURA
A PRESIDENZIALI DEL 2004
YAOUNDE, 8 gen 04 - In Camerun, il cardinale arcivescovo di Douala
Christian Wiyghan Tumi ha ufficialmente smentito le voci che lo
volevano possibile candidato alle elezioni presidenziali del prossimo
ottobre. In una dichiarazione mandata in onda lunedì dalla radio
nazionale, il cardinale ha affermato che non sarà mai candidato,
anche perché la sua condizione sacerdotale non glielo permetterebbe.
La “discesa in campo” del porporato è stata caldeggiata in questi mesi
dai partiti dell‟ opposizione che vedono in lui il migliore candidato per
sconfiggere il regime autoritario del Presidente Paul Biya, al potere da
un ventennio e apertamente criticato a più riprese dall‟arcivescovo di
Douala. Ad alimentare questa speranza è stata anche un‟intervista ad
ottobre al quotidiano diocesano “L‟Effort Camerounais”, in cui aveva
lasciato intendere che poteva candidarsi se lo volesse. (Apic)
25
LA CHIESA CAMERUNESE LANCIA PROGRAMMA ANTICORRUZIONE IN COLLABORAZIONE CON I CRS, L’AGENZIA
CARITATIVA DEI VESCOVI USA
YAOUNDÉ, 20 gen 01 - La Chiesa del Camerun, in collaborazione con i
“Catholic Relief Services”(Crs), l‟opera di carità dei vescovi degli Stati
Uniti, ha lanciato uno speciale programma nazionale di prevenzione
contro la corruzione nelle scuole. Il paese africano risulta essere tra i
paesi più corrotti al mondo nella lista stilata ogni anno da
“Transparency International”, l‟organizzazione internazionale di lotta
contro la corruzione. L‟iniziativa, lanciata ufficialmente il 12 gennaio
dall‟arcivescovo di Yaoundé, Mons. Tonyé Bakot alla presenza del
Ministro dell‟Istruzione Emmanuel Ngafeson, si propone appunto di
combattere il fenomeno alle radici. “Bisogna cominciare dalla scuola
per raggiungere il resto della società”, spiegano i responsabili del
Segretariato nazionale per l‟insegnamento cattolico (Seneca) sulle
pagine del quotidiano camerunese “Mutations”. L‟età scolare è infatti
“il momento della vita di una persona in cui si formano i valori e gli
atteggiamenti che determineranno l‟insieme dei comportamenti
dell‟età adulta”. I docenti si avvarranno di sussidi didattici di
educazione civica corredati da supporti visivi, come striscioni,
manifesti e altri gadgets. Al programma, la cui prima fase avrà una
durata triennale, aderiscono 209 istitutivi educativi cattolici delle 23
diocesi del Camerun, per un totale di 93mila alunni, insegnanti e
genitori.
(Apic)
LA CORRUZIONE É ENTRATA ANCHE NELLE SCUOLE
CATTOLICHE: LO DENUNCIA IL SEGRETARIO NAZIONALE
DELL’INSEGNAMENTO CATTOLICO
YAOUNDÉ, 25 feb 04- La corruzione e l‟immoralità sono una piaga da
cui non sono immuni neanche le scuole cattoliche in Camerun. A
denunciarlo è il Segretario nazionale dell‟insegnamento cattolico, don
Jean Claude Ekobena, che in un‟intervista al quotidiano locale
“Mutations” illustra le attuali difficoltà in cui versano gli istituti
scolastici cattolici nel paese africano. Tra queste appunto la facile
corruttibilità dei docenti. “Gli insegnanti che lavorano da noi non
vengono da Marte - spiega. Vivono nei quartieri, hanno i loro problemi
e sono inevitabilmente tentati dalla corruzione”. Così alcuni presidi
26
possono pretendere denaro per le iscrizioni, altri docenti si fanno
pagare per seguire meglio alcuni alunni. Si tratta di “una realtà
purtroppo innegabile”, ha ammesso il sacerdote, per il quale essa può
essere in parte spiegata con i bassi stipendi degli insegnanti. Un
problema a sua volta collegato alle difficoltà finanziarie in cui versano
le scuole cattoliche a causa delle insufficienti sovvenzioni statali a
fronte di un calo costante delle iscrizioni soprattutto nelle campagne.
Un altro problema riguarda il contenuto dell‟insegnamento istituti
educatici cattolici in Camerun, in particolare i valori religiosi e morali
che propongono ai giovani. Questo, spiega don Ekobena, non è
mutato, sono invece cambiate le nuove generazioni, che oggi sono più
esposte agli stimoli negativi dei media e di internet. Proprio per
contrastare la piaga della corruzione, il mese scorso la Chiesa locale,
in collaborazione con il Ministero dell‟educazione, ha messo a punto
uno speciale programma di prevenzione nelle scuole. Al programma
aderiscono 209 istitutivi educativi cattolici per un totale di 93mila
alunni, insegnanti e genitori. (Apic)
I VESCOVI SUL CORRETTO SVOLGIMENTO DELLE
PRESIDENZIALI DEL 2004
YAOUNDÉ, 6 mag 04 - I vescovi del Camerun chiedono l‟istituzione di
una commissione elettorale indipendente che garantisca il corretto e
trasparente svolgimento delle elezioni presidenziali dell‟ottobre
prossimo. Un rapporto presentato nei giorni scorsi a Yaoundé dalla
Commissione episcopale della Giustizia e della Pace conferma, infatti,
che le elezioni legislative e amministrative del giugno 2002 sono state
segnate da numerose gravi irregolarità che ne hanno di fatto falsato i
risultati. Il documento parla di liste elettorali deliberatamente
incomplete, di oppositori esclusi dal voto, di schede elettorali
insufficienti, di candidati dell‟opposizione discriminati. Secondo il
rapporto, intitolato: “Le elezioni municipali e legislative del 2002 in
Camerun: la legge, il reato e la giustizia”, appena il 30 per cento degli
aventi diritto al voto ha potuto essere regolarmente iscritto alle liste
elettorali, grazie anche alla voluta disinformazione dei cittadini.
Numerosi elettori non hanno poi potuto ricevere le loro schede
elettorali, mentre altri invece hanno votato più volte. Il tutto in
flagrante violazione della legge e con la complicità degli
amministratori locali. Le frodi, denuncia il documento, hanno segnato
tutto il processo elettorale fino allo scrutinio dei voti. La decisione di
pubblicare adesso il rapporto, ha spiegato il coordinatore della
27
Commissione episcopale Pierre Titit Nwel, è motivata dalla volontà dei
vescovi di sensibilizzare per tempo l‟opinione pubblica e le autorità del
Paese in modo che simili frodi non si ripetano alle prossime
presidenziali di ottobre. (Apic)
IL CARD. TUMI SCETTICO SU CREDIBILITÀ DEI RISULTATI
DELLE ELEZIONI DEL 2004
YAOUNDE, 19 ott 04 - Il cardinale Christian Tumi, arcivescovo di
Douala, si è detto scettico sulla credibilità dei risultati delle elezioni
dell‟11 ottobre che hanno confermato Presidente Paul Biya, al potere
da 22 anni. Secondo il cardinale, “Non ci sono mai state elezioni
trasparenti in Camerun dall‟indipendenza”. “Non penso neanche che i
capi di stato africani della generazione del Presidente Biya
accetterebbero di lasciare il potere dopo il verdetto delle urne”, ha
commentato l‟arcivescovo, che ha più volte criticato in passato il
governo in carica. In una dichiarazione dall‟agenzia di informazione
dell‟Onu Irin, il cardinale Tumi non ha risparmiato critiche neanche
all‟opposizione che, ha detto, passa il suo tempo “a criticare il regime,
ma non ha un programma chiaro per il futuro del Paese”. (Apic)
11 FEBBRAIO 2005: A YAOUNDE' LA 13ESIMA GIORNATA
MONDIALE DEL MALATO
"Eucaristia, farmaco di vita e di speranza" è il tema della 13ª Giornata
mondiale del malato che si celebrerà l'11 febbraio 2005. Nell'indire la
Giornata, Giovanni Paolo II ha scritto, l'8 settembre 2004, un
messaggio dal titolo "Cristo, speranza per l'Africa". La sede ufficiale
della celebrazione della Giornata è stata la città di Yaoundé. Nel
messaggio, da un lato Giovanni Paolo II è tornato a richiamare
l'attenzione sull'Africa, vincendo il silenzio che circonda i popoli e le
vicende di questo continente. Dall'altro, ha anche messo in luce due
gravi emergenze: la prima, di porre fine ai conflitti che insanguinano
diversi Paesi africani e la seconda di lottare per fermare l'Aids,
malattia che sta mietendo milioni di vittime specie, appunto, nel
continente nero. Il Papa ha mostrato come ci sia uno stretto legame
tra le guerre e la diffusione delle malattie: "I conflitti e le guerre, che
travagliano non poche Regioni africane – ha sottolineato – rendono
più difficili gli interventi volti a prevenire e curare queste malattie. Nei
campi dei profughi e dei rifugiati giacciono spesso persone prive
persino dei viveri indispensabili per la sopravvivenza". Il Papa ha
28
richiamato poi il dovere di arginare la diffusione dell'Aids, oltre che
tramite le cure appropriate, "soprattutto mediante una condotta
sessuale responsabile e l'osservanza della virtù della castità". Il Papa
ha aiutato poi i fedeli a comprendere il profondo senso pastorale di
questa Giornata: "Nella nostra epoca segnata da una cultura imbevuta
di secolarismo, si è talora tentati di non valorizzare appieno tale
ambito pastorale. Si pensa che altri siano i campi in cui si gioca il
destino dell'uomo. Invece è proprio nel momento della malattia che si
pone con più urgenza il bisogno di trovare risposte adeguate alle
questioni ultime riguardanti la vita dell'uomo: sul senso del dolore,
della sofferenza e della stessa morte". L'insegnamento pontificio, che
ha preso particolare rilievo in quei giorni di ricovero del Papa in
ospedale, si è sviluppato poi nella direzione dell'annuncio di Cristo,
"speranza della vera e piena salute": "Non c'è contraddizione fra
salute terrena e salute eterna, dal momento che il Signore è morto
per la salute integrale dell'uomo e di tutti gli uomini".
(Sir 4 febbraio 2005)
RIUNIONE DEI VESCOVI PER IL DECENNALE DELLA “ECCLESIA
IN AFRICA”
YAOUNDÉ 17 set. 05 -Si chiude oggi a Yaoundé, la capitale del
Camerun, un incontro di vescovi della regione africana dedicato alla
Esortazione Apostolica "Ecclesia in Africa" nel decennale della
pubblicazione. Salutati dai confratelli del Camerun sono giunti a
Yaoundé vescovi dalla Nigeria, dalla Sierra Leone, dalla Repubblica
Centrafricana e dal Togo. La stampa locale ha dato risalto a questo
incontro. Il quotidiano nazionale "Cameroon Tribune" ha sottolineato
che l'esortazione ha introdotto notevoli cambiamenti nel paese. Per
esempio, i seminaristi partecipano a corsi di lingue autoctone a Garua,
nel nord, per favorire l'inculturazione del Vangelo. Ancora: i fedeli
delle tribù Beti possono introdurre nei riti esequiali l'Esani, una danza
rituale funebre. (Apic)
IN PREPARAZIONE ALLA PASQUA LE CHIESE CRISTIANE
LANCIANO INSIEME A MUSULMANI CAMPAGNA DI
SENSIBILIZZAZIONE CONTRO LA VIOLENZA
YAOUNDÉ, 28 feb 06. - In Camerun le organizzazioni cristiane,
musulmane e della società civile si sono unite per lanciare una vasta
campagna nazionale di sensibilizzazione della popolazione contro la
29
violenza. Alla campagna hanno aderito il Servizio nazionale della
giustizia e della pace della Conferenza episcopale, il Consiglio delle
Chiese protestanti del Camerun (Cepca), il Servizio ecumenico per la
pace (Sep), il Consiglio superiore islamico del Camerun (Csic) e
un‟organizzazione non governativa laica. L‟iniziativa si inserisce
nell‟ambito della “Settimana per la Pasqua” promossa ogni anno dalle
Chiese cristiane camerunesi nel periodo di Quaresima. Il tema scelto
per l‟edizione 2006 è appunto “Le autorità tradizionali motore della
lotta contro la violenza e per la costruzione della pace in Camerun”.
La Settimana è iniziata con un forum svoltosi dal 24 al 26 febbraio a
Ebolowa, nel sud del Camerun. Vi hanno partecipato 300 capi-villaggio
che hanno parlato del ruolo dei capi tradizionali nella promozione della
cultura della non violenza in Camerun e in Africa. Al centro della
riflessione sono state in particolare le violenze contro le donne. Ad
ispirare il tema della campagna è stato un grave episodio di cronaca
avvenuto qualche settimana fa e che ha suscitato viva emozione in
Camerun: il linciaggio di un capo-villaggio da parte di una folla
inferocita, fatto inedito in un Paese dove l‟autorità tradizionale gode di
un particolare rispetto e venerazione e quindi un preoccupante
segnale di degrado del tessuto sociale camerunese.
(Le Messager)
DISCORSI AI VESCOVI IN VISITA “AD LIMINA” APOSTOLORUM
Sabato, 13 novembre 1982
Cari fratelli nell’Episcopato.
La vostra riunione di oggi, attorno al successore di Pietro, è
certamente un motivo di grande gioia per voi, e anche per tutti i fedeli
affidati alla vostra vigilanza e attenzione pastorali. Desidero, e
domando al Signore, che questo incontro fraterno trovi una eco nel
cuore di tutti gli abitanti del Camerun - cristiani e non - che saranno
felici e confortati di sapere che la Chiesa in Camerun è presente nel
pensiero e nella preghiera del Papa e, con il volto e il dinamismo che
le sono propri, nel grande àmbito della Chiesa universale.
L’evangelizzazione
(.) Sono solo cento anni che il seme del Vangelo è stato gettato in
terra del Camerun e coltivato da uomini pieni di fede e di amore,
come i Padri Pallottini, i Padri dello Spirito Santo, i Missionari di Mill30
Hill, gli Oblati di Maria Immacolata, i sacerdoti del Sacro Cuore, e
molti altri sacerdoti, i religiosi, le religiose di numerosi Istituti e ora
anche i collaboratori laici.
(.) Voi siete una Chiesa in piena crescita, e vi auguro di continuare ad
esserlo.(.) Infatti, vi è ancora molto da fare per annunciare il Vangelo
- e anche talvolta il primo annuncio - alle persone e ai gruppi etnici
del Camerun. Vi è soprattutto una seconda tappa, che è quella
dell'evangelizzazione in profondità della cultura, delle culture africane,
dei costumi, delle mentalità, affinché la Chiesa assuma sempre più il
suo volto africano, a partire dall'unico fondamento che è Gesù Cristo,
Salvatore di tutta l'umanità, e coerentemente con ciò che la tradizione
vi ha attinto di essenziale nel corso dei secoli, e in comunione con la
Chiesa d'oggi.
Lo sradicamento dalle tradizioni
(.) Il Camerun conosce inevitabilmente, come tutti i paesi africani,
tensioni che provengono dalle molteplici influenze che assalgono
l'uomo moderno e scuotono la civilizzazione tradizionale. Bisognerà
fare sempre più i conti con lo sradicamento e i cambiamenti prodotti
dall'urbanizzazione, la penetrazione dei mass media, certe
conseguenze della cooperazione; insomma, tutta una evoluzione
socio-economica che avrà bisogno dei cristiani, come di uomini di
buona volontà preoccupati del bene del paese, di sforzi particolari per
prevenire o guarire le ferite materiali e morali, che ne risulteranno,
assicurare un progresso armonioso nella giustizia, salvaguardare e
sviluppare i valori umani e spirituali autentici.
La Chiesa in Camerun
(.) E ora, diciamo una parola sulle forze vive e sulle risorse della
Chiesa in Camerun. Voi beneficiate ormai di una ripartizione delle
diocesi e delle province ecclesiastiche che meglio corrisponde al
carattere di ciascuna regione e vi permette di esercitare il vostro
ministero episcopale in un modo più adatto alle popolazioni così
diverse nelle loro numerose etnie. È certamente un beneficio, del
resto apprezzato dai vostri compatrioti. E nello stesso tempo, voi
risentite la necessità di fortificare l'unità, ancora fragile, tra tutte le
diocesi, e la vostra Conferenza Episcopale vi si impegna attivamente.
Questa unione è richiesta dalla natura stessa della Chiesa, che è
comunione di comunità; essa servirà moltissimo all'azione
evangelizzatrice, e assicurerà la solidarietà necessaria tra forze
apostoliche ineguali; sarà anche di esempio e stimolo per la concordia
31
e la collaborazione civiche tra i vostri concittadini.
Il ruolo del paese nella Chiesa d’Africa
(.) Il Camerun è spesso scelto come luogo di incontro tra africani,
particolarmente per congressi. Il vostro episcopato trova forse più
difficilmente l'occasione di lavorare in comune con gli altri Vescovi
della regione, francofoni o anglofoni. Ma nonostante ciò, come
dubitare che il Camerun abbia un ruolo suo proprio da giocare in
Africa, in solidarietà con altri paesi, e più particolarmente nella Chiesa
d'Africa?
I sacerdoti
Una delle vostre fondamentali preoccupazioni è quella della vita e
dell‟efficacia spirituale dei vostri primi collaboratori, i sacerdoti. In
questi ultimi tempi, avete lanciato un'inchiesta al fine di rendervi
meglio conto delle condizioni della loro esistenza, sul piano dei loro
bisogni materiali, della loro cooperazione fraterna, della loro vita
spirituale. Vi incoraggio a rimanere molto vicini a tutti i vostri
sacerdoti, a coloro che sono nativi del Camerun e che, grazie a Dio,
sono molto numerosi, e a coloro che sono venuti dall'estero, religiosi o
sacerdoti Fidei Donum. L'aiuto di quest'ultimi è sempre ben accolto, e
ancora assolutamente necessario.
I laici
(.)Con voi mi auguro ugualmente che i laici in generale, uomini e
donne, assumano una parte sempre più grande nelle responsabilità
che li riguardano all'interno della Chiesa. Le donne, per esempio,
potrebbero aiutare tantissimo le loro giovani compagne a prepararsi al
loro ruolo di spose e di madri cristiane. Voi stessi cercate di
incoraggiare questo apostolato dei laici a livello della Conferenza,
poiché avete istituito la Commissione Episcopale "evangelizzazione,
apostolato dei laici e comunità cristiane". Così, come in un corpo, per
riprendere il paragone di san Paolo, ogni membro, animato dalla fede
e dall'amore che vengono dallo Spirito Santo, metterà i suoi doni al
servizio della comunità.
La famiglia
La prima comunità che educa gli uomini e i cristiani è evidentemente
la “famiglia”. Voi attribuite un grande valore alla testimonianza delle
famiglie cristiane in cui può incarnarsi, nel rispetto della fecondità,
l‟alleanza indefettibile di un uomo e di una donna, ad immagine di
32
quella che Dio ha costituito con l‟umanità in Gesù Cristo. Voi avete
consacrato tre Assemblee Episcopali a questo tema. Ma molte famiglie
non arrivano a questo livello, o non vi perseverano, per numerose
difficoltà, abitudini o tentazioni, alle quali voi vorreste rimediare.
Resta anche il problema di integrare nel matrimonio cristiano le
pratiche del matrimonio tradizionale nella misura in cui esse possono
accordarsi con il dono totale e definitivo degli sposi tale quale Cristo
l‟ha voluto. Possiate convincere i vostri fedeli, con una predicazione
assidua e una formazione a tutti i livelli, che tutti gli forzi compiuti per
elevarsi alle esigenze del matrimonio cristiano sono di fatto garanzia
di felicità, di vera promozione e della dignità degli uomini e delle
donne, in Africa come ovunque! (…)
Martedì, 1° giugno 1999
(.) In questi ultimi anni la Chiesa cattolica ha dato prova nel vostro
Paese di una bella vitalità apostolica, che si è tradotta soprattutto
nella creazione di diverse nuove Diocesi e di una nuova provincia
ecclesiastica. (.) Mantenendo vivo il ricordo del mio viaggio a Yaoundé
in occasione della chiusura del Sinodo africano, auspico vivamente
che l'esortazione Apostolica Ecclesia in Africa sia per ognuno di voi la
carta del proprio impegno pastorale e missionario.
Oggi le comunità cristiane hanno bisogno di Pastori che siano uomini
di fede, umili e coraggiosi, capaci di discernere, in un atteggiamento
di accoglienza e di dialogo con tutti, i segni dell'avvento del Regno di
Dio e di adoperarsi per la sua diffusione. In situazioni umane spesso
difficili, segnate soprattutto dalla crisi economica e dalla povertà di
numerosi settori della popolazione, essi devono essere seminatori di
speranza. Con le loro parole chiare e vere, senza impedimento di
alcun genere, sapranno essere per i cattolici, ma anche per tutti gli
uomini di buona volontà, guide sicure nella ricerca della verità.
I sacerdoti
(.) Nella missione di far nascere e di formare il popolo di Dio, i vostri
sacerdoti occupano un posto particolare. Li saluto cordialmente e li
incoraggio a essere sempre e in tutte le situazioni ministri credibili e
generosi di Cristo e della sua Chiesa, preoccupandosi di accrescere
senza posa la comunione con voi. Nella società attuale, numerosi sono
gli ostacoli alla fedeltà agli impegni presi il giorno dell'ordinazione;
numerosi sono anche gli ostacoli che impediscono di considerare il
33
sacerdozio come un servizio a Dio, alla Chiesa e al mondo. Che i vostri
sacerdoti non si perdano d'animo! Che trovino in voi dei fratelli attenti
alle loro difficoltà, pronti ad accoglierli, ad avere fiducia in loro, ad
aiutarli nel discernimento evangelico e a sostenerli vigorosamente nei
loro sforzi tesi a una più grande santità di vita, che è la forma più alta
di testimonianza in mezzo ai fedeli!
I catechisti
Perché la Chiesa possa radicarsi e crescere, i catechisti devono avere
un ruolo determinante nella comunità cristiana. Sono loro
profondamente grato per l'impegno missionario che hanno assunto in
condizioni spesso difficili. Una preparazione dottrinale e pedagogica
approfondita, un costante rinnovamento spirituale e apostolico, la
necessità di offrire loro condizioni di vita degne, sono esigenze che
devono essere fra le preoccupazioni principali dei Vescovi e dei
sacerdoti che li seguono (cfr Enciclica Redemptoris missio, n. 73). In
seno alle comunità, essi in effetti hanno la responsabilità di essere
testimoni autentici del Vangelo mediante una vita personale e
familiare esemplare che conferirà maggiore forza al loro
insegnamento.
I laici
(.) La vocazione dei laici è di manifestare il loro essere cristiani nella
vita sociale e nel servizio alla collettività. Attraverso la loro influenza e
il loro impegno, contribuiscono a trasformare le mentalità e le
strutture affinché siano più fedeli al disegno di Dio per la famiglia
umana. A tal fine riceveranno una formazione che li aiuterà a
condurre una vita cristiana armoniosa e a vivere le implicazioni sociali
del Vangelo. Un'iniziazione seria alla dottrina sociale della Chiesa
permetter à loro di apportare un contributo efficace allo sviluppo
solidale della nazione, al quale tutti possono associarsi e partecipare
attivamente. La ricerca del bene comune comporta anche il dovere di
lottare coraggiosamente contro ogni forma di corruzione, di sperpero
o di appropriazione indebita di ciò che appartiene alla collettività a
vantaggio di pochi.
Inculturazione
(.) Le vostre Diocesi hanno già compiuto importanti sforzi per
inculturare la fede cristiana, soprattutto nell'ambito della liturgia e
della catechesi. Il modo di vivere la fede è sempre impregnato della
cultura del proprio ambiente. Si può anche affermare che «la sfida
34
dell'inculturazione in Africa consiste nel far sì che i discepoli di Cristo
possano assimilare sempre meglio il messaggio evangelico, pur
restando fedeli a tutti i valori africani autentici » (Esortazione
Apostolica Ecclesia in Africa, n. 78). Questo compito è un dovere
quotidiano da adempiere con perseveranza in modo da permettere a
tutti di ricevere il Vangelo nel più profondo del proprio essere e di
consentirgli di recare frutti abbondanti.
Il Camerun è una terra d'incontro, ricca di culture diverse. L'annuncio
del Vangelo in ognuna di esse esige anche che i cristiani siano pronti
ad apportare la verità rivelata da Dio in suo Figlio, venuto a
condividere la nostra umanità. Ciò non impedisce alle culture di
conservare un'identità propria e non crea divisioni al loro interno, in
quanto la fede cristiana favorisce in esse ciò che è aperto
all'accoglienza della piena verità. Essa invita anche a rispettare la loro
diversità, vedendovi un segno dell'abbondanza dei doni fatti da Dio a
ogni popolo.
In questa prospettiva, la messa in atto di un'autentica pastorale del
mondo della cultura è decisiva per l'annuncio del Vangelo nella
società. In un'epoca che spesso sperimenta la perdita del senso dei
valori morali e l'inquietudine di fronte al futuro, la Chiesa ha la
missione di manifestare la fecondità della fede nell'evoluzione delle
culture. In particolare, siate attenti a rendere presente il Vangelo al
centro degli ambienti culturali, universitari e intellettuali del vostro
Paese, affinché possa essere in essi una fonte di rinnovamento e di
crescita spirituale per il bene di tutti!
Il dialogo interreligioso
(.) Nel vostro Paese, le relazioni con le altre tradizioni religiose sono
generalmente pacifiche. È dunque opportuno trarre profitto da questo
tempo favorevole per accrescere fra i cattolici e quanti non
condividono la loro fede, in particolare i credenti dell'Islam, uno spirito
realmente fraterno e rispettoso che permetta loro di lavorare insieme
al servizio dello sviluppo integrale e della giustizia. Che questo spirito
conviviale incoraggi anche i rapporti con i seguaci della Religione
tradizionale africana. (…) In questo spirito, diviene più evidente che il
riconoscimento effettivo da parte di tutti del diritto alla libertà
religiosa, che è alla base degli altri diritti della persona umana, non
può che favorire l'edificazione di una nazione solidale e fraterna, e
contribuire al mantenimento della pace e dell'intesa fra tutte le
comunità che la compongono.
35
Ai giovani
(.) Cari fratelli nell'Episcopato, al termine di questo incontro, desidero
vivamente invitare i giovani camerunensi a non scoraggiarsi di fronte
al futuro, riprendendo l'appello che ho avuto spesso l'occasione di
lanciare ai giovani dell'Africa: preoccupatevi dello sviluppo della vostra
nazione, amate la cultura del vostro popolo e adoperatevi per
conferirle nuovo dinamismo, fedeli alla vostra eredità culturale,
perfezionando il vostro spirito scientifico e tecnico e soprattutto
recando testimonianza della vostra fede cristiana! (cfr Esortazione
Apostolica Ecclesia in Africa, n. 115). E voi, adulti, aiutateli ad
occupare il loro posto nella vita della nazione e della Chiesa! (.)
27° VIAGGIO APOSTOLICO DI GIOVANNI PAOLO II
(Togo, Costa D'Avorio, Camerun, Rep. Centroafricana, Zaire,
Kenya e Marocco)
8-19 agosto 1985
CERIMONIA DI BENVENUTO - DISCORSO
Aeroporto di Yaoundé, 10 agosto 1985
La mia gioia è grande e la mia emozione profonda nel poter compiere
in Camerun la visita che desideravo fare da lungo tempo e che questo
Paese meritava. (…) Il Camerun è come un'Africa in miniatura,
crogiolo di numerose etnie dalle ricche tradizioni, crocevia di tutte le
maggiori religioni del continente africano, all'incrocio del mondo
francofono e anglofono, con una notevole espansione demografica,
una gioventù molto numerosa. (…) Noi condividiamo le speranze della
vostra nazione in piena crescita. formulo personalmente i migliori
auguri per il suo sviluppa armonioso e pienamente umano ed esprimo
la mia simpatia a tutti i cittadini camerunesi. Quasi tutti onorano Dio,
secondo la fede cristiana o secondo l'Islam, o secondo le religioni
tradizionali. Questo sentimento religioso, credetelo bene, è apprezzato
da colui che viene a voi come capo spirituale, successore dell'apostolo
Pietro, designato dal Signore Gesù come pastore della Chiesa di Dio.
(.) L'inizio dell'evangelizzazione cattolica a Marienberg, la montagna
di Maria, è stato molto umile, come il piccolo grano di senape di cui
parla il Vangelo. Ma questo grano era un seme divino che ha dato
frutti meravigliosi, i frutti di un cristianesimo dal sapore africano.
Oggi, dopo novant'anni di evangelizzazione cattolica nel Camerun del
Sud e ad appena quarant'anni nel Camerun del Nord, io sono accolto
36
da vescovi e da sacerdoti camerunesi, che lavorano fraternamente
con i loro confratelli di altri Paesi. (.) Che Dio benedica la vostra terra
che gli è cara e che io ho appena baciata, perché è diventata il luogo
in cui egli diffonde la sua grazia!
INCONTRO CON LA COMUNITÀ ECCLESIALE
Cattedrale di Yaoundé, 10 agosto 1985
Dio vi ha chiamati, cari fratelli e sorelle del Camerun, a formare, in
questo Paese, un popolo che gli si è consacrato, a diventare, anche
voi, una parte integrante della sua Chiesa, del suo popolo disseminato
in tutto l‟universo. (…)
La comunità ecclesiale
(.) In meno di un secolo - e per alcune regioni in un quarto di secolo la Chiesa si è solidamente impiantata in una parte notevole delle
popolazioni camerunesi.(.) Successore dell'apostolo Pietro, circondato
dai miei fratelli vescovi, vengo per la prima volta a visitare questa
Chiesa nel Camerun, a riconoscerla, a confermarla nella fede, a
consolidare il suo necessario vincolo con la Chiesa universale,
affermare il suo slancio spirituale e incoraggiare il suo dinamismo
missionario, rispettoso delle persone e delle culture.
(.) Nell'unico popolo di Dio, non vi è posto per "nessuna ineguaglianza
per riguardo alla stirpe o alla nazione, alla condizione sociale o al
sesso" (cf. Lumen gentium, 32). (.) Ci deve essere, dunque, tra voi,
una grande stima, "una carità senza divisione" (cf. Lumen gentium,
32); praticate un aiuto e una cooperazione attiva, come tra le
membra dello stesso corpo, il corpo di Cristo.
I sacerdoti
(.) Ho salutato i miei fratelli nell'episcopato che rincontrerò nel corso
di questo viaggio. Qui vorrei rivolgermi in primo luogo ai sacerdoti che
condividono tanto da vicino la loro missione, la missione di Cristo
sacerdote, unico Mediatore tra Dio e gli uomini. Cari amici sacerdoti
del Camerun, voi siete stati scelti tra gli uomini di questo Paese, voi
conoscete bene le loro preoccupazioni, le loro speranze, le loro
debolezze; voi siete solidali con la loro cultura e con la loro etnia. È
nel loro nome che voi rendete grazie a Dio e che lo supplicate. Ma,
attraverso l'ordinazione sacerdotale, siete diventati i ministri di Cristo.
(.) Il vostro ministero merita pure che voi gli consacriate tutto il
vostro tempo e tutte le vostre forze poiché Cristo, che vi ha guardato
37
con amore, come il giovane ricco, e vi ha detto "seguimi", non vi ha
chiamati perché ritorniate a delle attività profane che non siano in
rapporto con l'evangelizzazione. (.) Voi rappresentate in mezzo a loro
non solo l'autorità del capo, attento a ciascuno e servitore di tutti. Voi
siete anche i pastori preoccupati per le pecore smarrite, allontanate,
da quelle che sono lontano o che non fanno ancora parte di questo
gregge perché non hanno scoperto veramente il Vangelo. Voi siete
tutti in stato di missione, come la Chiesa intera.
I religiosi e le religiose
(.) E ora mi rivolgo a voi, cari religiosi e religiose del Camerun venuti
qui a rispondere a una vocazione missionaria, o originari di questo
Paese. Anche voi avete un posto privilegiato in questa Chiesa. Ad essa
rendete servigi senza eguali per un gran numero di compiti pastorali
legati alle parrocchie o nel campo dell'insegnamento, dell'educazione
dei giovani, delle cure ai malati, dell'assistenza ai poveri di ogni
condizione. (.) Questo amore gratuito trova un'espressione affatto
speciale nei monaci e nelle monache di clausura che, appartati nei
monasteri di questo Paese, dedicano la loro vita alla lode e
all'intercessione, a nome di tutti i loro fratelli e sorelle. Questi
contemplativi servono la gloria di Dio, alimentando segretamente la
fiamma della Chiesa; so che anche questi monasteri sono
rappresentati qui.
I catechisti e i laici impegnati
(.) Mi rivolgo ora ai catechisti. So che siete oltre diecimila in tutto il
Camerun. Senza il vostro servizio ecclesiale, cari amici, come
potrebbe il messaggio evangelico affidato agli apostoli e ai pastori
essere annunciato in modo efficace nelle comunità dei villaggi e dei
quartieri?
Come
potrebbe
essere
tradotto,
spiegato
e
progressivamente assimilato nella cultura dei camerunesi, adulti o
giovani? Come potrebbe la preparazione paziente ai sacramenti
essere assicurata? Come potrebbe la fede essere sostenuta di giorno
in giorno, come potrebbe realizzarsi nella preghiera e nella vita
concreta? Voi avete una missione capitale di testimoni, di insegnanti,
di educatori. (.) Oltre ai catechisti propriamente detti, sono lieto di
incontrare qui molti altri laici impegnati nell'apostolato. (.) Voi siete
chiamati ad essere testimoni di Cristo, della sua giustizia, della sua
carità, della sua verità, della sua purezza in mezzo al mondo, per
contribuire alla conversione degli uomini a una vita migliore, alla
trasformazione delle mentalità e anche al regolamento delle strutture
38
della vita sociale che sono il frutto da queste mentalità o che le
influenzano. Solo a questo prezzo si potrà compiere in profondità
quella che si può definire la seconda tappa dell'evangelizzazione. Il
terreno di tale azione è in primo luogo l'ambiente familiare: vi è
ancora tanto da fare per aiutare gli sposi a vivere l'amore coniugale e
parentale, a prepararsi come si conviene a dei cristiani, superando gli
handicap che certe istituzioni tradizionali o certe moderne tentazioni
fanno pesare sulla sincerità, sull'unità e sulla fedeltà dell'amore.
SANTA MESSA PER LE FAMIGLIE - OMELIA
Aeroporto di Bamenda, 12 agosto 1985
Siamo qui raccolti per riflettere sul tema della famiglia e per celebrare
il mistero dell’amore e della vita. (.) La vita matrimoniale afferma la
dignità umana attraverso una particolare qualità della relazione
interpersonale. Nel caso in cui la vita matrimoniale e la vita familiare
siano svilite a causa di personali egoismi, o siano danneggiate a colpa
di condizioni materiali e sociali inadeguate, è la fondamentale dignità
degli esseri umani, dinamicamente orientati a crescere a immagine di
Dio, a essere infranta. Uomini e donne sono chiamati a vivere in
dignità: entrambi riflettono in egual misura l'immagine di Dio. (...) I
vostri vescovi affrontano con zelo l'importante compito di “incarnare”
il messaggio del Vangelo nella vita e nella cultura africana. Nel calare
l'insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia - un
insegnamento che è universale e permanente nella sua validità all'interno delle realtà delle tradizioni africane, i vostri vescovi e la
Santa Sede lavorano insieme, sostenuti dal condiviso desiderio di
rimanere sempre fedeli a Cristo, alla tradizione vivente e al magistero
della Chiesa. Se la Chiesa in Africa rimane unita nella medesima
dottrina e in una risposta unitaria alla sfida dell'acculturazione, essa
sarà forte ed efficace nel guidare le coppie sposate e le famiglie a
vivere secondo il disegno di Dio in verità e santità di vita. (...) Ma oggi
si afferma una potente mentalità contraria alla vita. Essa è più diffusa
nelle nazioni sviluppate, ma viene anche trasmessa alle nazioni in via
di sviluppo come se essa fosse un passo obbligato sulla via dello
sviluppo e del progresso. (...) Questo non significa che la Chiesa non
riconosce i gravi problemi posti dalla crescita della popolazione in
alcune parti del mondo, o le difficoltose situazioni che a volte devono
affrontare le coppie nella responsabile trasmissione della vita. In
merito agli aspetti morali di queste gravi questioni, desidero
esprimere un particolare incoraggiamento ai vostri vescovi, sacerdoti,
39
religiosi e laici che si fanno carico dell‟esortazione “a compiere un più
efficace e sistematico sforzo per far conoscere, rispettare e applicare i
metodi naturali di regolazione della fertilità” (Giovanni Paolo II,
Familiaris consortio, 35). (...) Tradizionalmente, la famiglia estesa ha
sempre giocato un ruolo importante nel rinsaldare la vita familiare e
nel decidere il modo in cui i problemi familiari vanno affrontati e
risolti. Nel momento in cui il mutamento delle condizioni economiche e
sociali tende a indebolire il ruolo costruttivo della famiglia estesa,
l'intera comunità cristiana, come comunità di solidarietà umana e
spirituale, desiderosa di osservare il comandamento evangelico
dell'amore, si deve sentire chiamata a offrire un sostegno concreto
alle famiglie in stato di necessità, e a promuovere nella vita pubblica
adeguati programmi di assistenza e di sussidi. Ma i membri effettivi
della famiglia, e in particolar modo i genitori, sono i principali
responsabili della qualità della vita familiare. (...)
SANTA MESSA CON IL CONFERIMENTO DEI SACRAMENTI
DELL'INIZIAZIONE CRISTIANA - OMELIA
Garoua, 11 agosto 1985
(...) Oggi la Chiesa del Camerun, alla presenza del successore
dell'apostolo Pietro, desidera ricordare e meditare come si è realizzata
la consegna del Signore tra i figli e le figlie del vostro Paese, e in
particolare nella vostra provincia di Garoua. Questo invio in missione
assume in effetti un rilievo sorprendente su questa terra del Camerun
del Nord. Quarant'anni fa il Vangelo era completamente ignorato in
tutta questa regione. (.)
Testimonianza cristiana e libertà religiosa
Ma la testimonianza del cristiano non ha nulla a che vedere con quella
che si chiama propaganda. Egli vuole basarsi lealmente sulla verità
ricevuta da Cristo, mediante la Chiesa. Egli propone il messaggio
come un appello rispettoso alla coscienza degli uomini che hanno tutti
il dovere di cercare la verità, ma ci tiene ad escludere ogni costrizione
esterna, incompatibile con il libero consenso dato a Dio nella fede.
Questo è ciò che la Chiesa cattolica chiama libertà religiosa, che è un
diritto umano fondamentale e contemporaneamente un'esigenza della
religione stessa. Essa rende omaggio ai governi che sanno assicurarla
a tutti. (…)
40
LITURGIA EUCARISTICA A DOUALA - OMELIA
Douala, 13 agosto 1985
Cari fratelli e sorelle,
nel celebrare questa Eucaristia nel cuore della grande città portuale di
Douala e del distretto ecclesiastico della costa occidentale, il nostro
pensiero si rivolge in modo particolare ai giovani che costituiscono il
sessanta per cento della popolazione della città. Ringraziamo Dio per
la fortuna rappresentata da questi giovani. Affidiamo a lui il loro
futuro. Tuttavia la loro educazione costituisce anche una grossa sfida.
(...) L’educazione dei bambini, dei giovani e degli adulti secondo la
fede cattolica è uno degli obiettivi fondamentali di ogni opera
missionaria.(...)
L’educazione dei giovani
In tutte le civiltà l‟educazione costituisce condizione fondamentale
della continuità. Per i genitori, per gli insegnanti, per la società
tutt‟intera, si tratta di trasmettere alle giovani generazioni un‟eredità,
l‟eredità di un sapere, di conoscenze tecniche, di un modo di pensare
e di una morale di vita. Si tratta di permettere ai giovani di assimilare
in modo attivo il retaggio della famiglia, il patrimonio comune della
tribù, del popolo o della nazione alla quale si è legati dall‟unità di
cultura, di lingua e di storia (cf. Giovanni Paolo II, Epistula Apostolica
ad iuvenes, Internationali vertente Anno Iuventuti dicato, 11, 31
marzo 1985: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII/1 [1985] 783
ss.). Anche la Chiesa ha un'eredità da trasmettere: il Vangelo e il
modo in cui è stato oggetto di fede e di vita per generazioni di
cristiani, sotto la guida del magistero. Se si considera invece
l'educazione a partire dalla persona che ne beneficia, si tratta di
portare alla maturità dell’uomo, in modo che essa impari a "essere" e
non solo a "sapere", in modo che essa risponda veramente alla
propria vocazione. (...)
SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II AI GIOVANI DEL CAMERUN
Douala, 13 agosto 1985
Cari amici,
Giovani di Douala e di tutto il Camerun. (...) spetta a voi, crescendo,
prendere in mano la vostra educazione; attingere al vostro patrimonio
familiare, culturale, alla vostra formazione catechetica, ai vostri studi,
frequentando i vostri amici più grandi e i vostri coetanei, le
41
convinzioni che vi permettono di condurre una vita come giovani,
uomini e donne degni del progetto di Dio su ciascuno di voi. Poiché
ciascuno ha un posto nel pensiero di Dio, nella famiglia di Dio.
Nessuno escluso, anche se, ahimè, non trova ancora una collocazione
nel mondo del lavoro. Coloro che sono cristiani sanno che Gesù li
guarda con amore, come un certo giovane del Vangelo. Egli conta
sulla vostra risposta. (.) Sì, un grande cantiere si è aperto dinanzi a
voi. Tendete la mano ai vostri amici e fate la vostra parte. Un grande
cantiere si è aperto dinanzi ai giovani di tutto il mondo. L'Anno
internazionale dei giovani vuol essere il punto di partenza di questa
presa di coscienza. I giovani si sentono spesso deboli e bisognosi;
talvolta dubitano di loro stessi, degli adulti, perfino di Dio. La maggior
parte di essi aspira alla pace. "La pace e i giovani camminano
insieme" come dicevo nel mio messaggio di Capodanno. Vogliono la
fraternità al di là delle razze e delle frontiere. Vogliono che ci si
mobiliti per vincere la fame. Vogliono un mondo rispettoso dell'uomo,
della sua libertà, della sua coscienza. Vogliono un mondo di verità,
senza ipocrisia. Questo mondo, cari amici, lo desiderate, lo volete
anche voi? In tal caso bisogna pagarne il prezzo: quello degli sforzi
generosi, rigorosi, metodici per arrivare alla verità, per costruire la
civiltà dell'amore, cominciando dall'ambiente in cui vivete. Il
rinnovamento del mondo passa anche attraverso la lotta. Non una
lotta contro l'uomo, ma una lotta contro il male presente in noi e nel
mondo. Ciò richiede sacrificio. I cristiani che si sono messi al seguito
di Gesù lo sanno bene. Sul cammino vi è la croce e, con la croce, la
conversione, il perdono. Ma anche la risurrezione. Gesù ha aperto la
strada a una vita nuova, alla fratellanza: essa non verrà mai ostruita.
Egli ha aperto le porte del mondo dei figli di Dio: esse non saranno
mai chiuse. (...)
INCONTRO CON GLI INTELLETTUALI E GLI STUDENTI
CATTOLICI
Yaoundé, 13 agosto 1985
(...) Acclamo qui innanzitutto il meritevole sforzo che compie il Paese
per dotarsi di università, di facoltà o di scuole di alto livello. Penso che
un tale impegno risponde alla sete dei giovani del Camerun d'essere
iniziati alle diverse scienze, al loro desiderio di meglio penetrare nei
segreti dell'universo e delle opere umane nel corso della storia, di
meglio capire se stessi, per meglio cogliere, in particolare, la propria
identità e la propria vocazione africana, mentre si preparano a
42
professioni interessanti e utili al paese. Sono comunque certo che i
dirigenti e in particolare i responsabili della cultura sono coscienti del
fatto che l'accesso agli studi universitari, il progresso intellettuale, i
contatti e gli scambi con altri centri universitari nel mondo
rappresentano un'opportunità per la prosperità del Camerun, per il
suo irraggiamento culturale, per i suoi rapporti internazionali.
Importanza della cultura
(...) Di fronte a tutti i Paesi rappresentati all'UNESCO, cui sono stato
invitato nel 1980, ho molto insistito sull'importanza della cultura al
fine di una maggiore pienezza umana. È l'uomo, ho affermato, il
soggetto, l'oggetto e il fine della cultura. Ciò che importa è la qualità
del suo essere, più che la quantità dei suoi averi e dei suoi prodotti. E
compito essenziale della cultura è l'educazione, e da qui il ruolo
primario della famiglia e della scuola. "La nazione esiste "mediante" la
cultura e "per" la cultura, ed essa è dunque la grande educatrice degli
uomini perché essi possano "essere di più" nella comunità" (Giovanni
Paolo II, Allocutio ad UNESCO habita, 14, 2 giugno 1980:
Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III/1 [1980] 1647). La sua storia
va oltre la storia dell'individuo, della famiglia e anche dell'etnia, per
quanto l'etnia abbia già la propria storia culturale e la propria lingua.
Pensavo allora alle nazioni nuove della comunità internazionale "che
lottano per conservare la loro propria identità e i loro propri valori
contro le influenze e le pressioni dei modelli proposti dall'esterno"
(Ivi). Questa identità propria non è chiusura alle altre culture. Per
definizione, il concetto di università comporta un'esigenza di
universalità, vale a dire di apertura alla verità in tutti i campi, a tutta
la verità. Nulla nell'universo materiale è estraneo ad essa, e nulla
nemmeno nell'universo spirituale rimane escluso dalle sue
preoccupazioni intellettuali. Tuttavia questa esigenza di universalità
non toglie all'università il fatto di essere uno strumento di formazione
e di diffusione della cultura peculiare del vostro Paese. L'uomo vive
sempre all'interno di una cultura che gli è propria. È grazie allo
spessore di questa cultura, assimilata quale dimensione fondamentale
dell'esistenza e dell'essere, che diviene possibile accedere alla
pluralità delle culture (Giovanni Paolo II, Allocutio ad UNESCO habita,
6, 2 giugno 1980: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III/1 [1980]
1639 s.). (...) La dimensione primaria e fondamentale della cultura è
la sana moralità: la cultura morale" (Giovanni Paolo II, Allocutio ad
UNESCO habita, 12, 2 giugno 1980: Insegnamenti di Giovanni Paolo
II, III/1 [1980] 1645).
43
Sì, l‟avvenire di una società bene intesa passa attraverso la
formazione delle coscienze. Gli uomini e i gruppi umani dovranno
essere capaci di discernere le cose essenziali, ciò che è verità e bene
per l‟uomo, e allo stesso tempo di giudicare con spirito critico le
ambiguità del progresso, gli errori o pseudovalori, le insidie delle cose
artificiali che talune civiltà fanno brillare ai nostri occhi, le tentazioni
dei materialismi o delle ideologie che si proclamano efficaci, ma
efficaci a quale fine?
Il servizio all’uomo concreto
(...) Queste considerazioni, al vostro livello universitario, non devono
affatto farci perdere di vista i bisogni umani, il servizio dell'uomo
concreto, nella situazione attuale del Camerun. A giusto titolo vi
preoccupate delle condizioni effettive di uno sviluppo autenticamente
umano dei vostri connazionali, di tutti i vostri connazionali. (…) Si
tratta in realtà di approfondire e di vivere una concezione dell'uomo e
dei suoi rapporti sociali nella quale la "giustizia" non rimanga solo una
ricorrente parola vuota e astratta. Oggi il mondo intero ne parla,
senza che questo spesso impedisca che talune potenze agiscano in
modo ingiusto nei confronti di altri popoli o categorie di persone. La
riflessione filosofica sulla dignità della persona, con i suoi diritti e i
suoi doveri, sui rapporti interpersonali nella famiglia e nella società
deve portare a tenere effettivamente in considerazione aspirazioni e
bisogni di coloro che soffrono per la fame o per la carenza di alloggi,
che cercano un lavoro, cui viene negata la dignità di donna o di
bambino, che non hanno la libertà necessaria per fondare un focolare
stabile, e anche di coloro che vorrebbero svolgere i lavori agricoli o le
produzioni industriali suscettibili di soddisfare i bisogni prioritari delle
popolazioni, e infine di coloro che tengono, a ragione, a far sbocciare
ciò che vi è di buono e di valido nel loro patrimonio culturale. In ogni
caso è questo che intende il cristianesimo, quando dà il proprio
appoggio allo sviluppo della cultura. Esso proclama la libertà e i diritti
inalienabili della persona.
Dignità umana e liberazione
(...) Nel corso della storia, uomini appartenenti a nazioni cristiane
purtroppo non sempre si sono comportati così e noi ne chiediamo
scusa ai nostri fratelli africani che tanto hanno sofferto, per esempio
per la tratta degli schiavi. Il Vangelo, tuttavia, rimane un appello
inequivocabile. Io capisco il forte anelito di taluni africani a
un'autentica liberazione e al giusto riconoscimento della loro dignità,
44
al di fuori di ogni razzismo e di ogni volontà di sfruttamento politico,
economico o culturale. Sono sensibile in particolare a taluni auspici
espressi dal Circolo degli universitari cristiani del Camerun, nonché
dal Movimento degli intellettuali cristiani d'Africa. Mi rallegro nel
constatare che, oltre alle dichiarazioni di principio, essi stessi si
preoccupano di cose immediatamente rispondenti a un bisogno
umano (centri medici, strutture abitative per studenti, partecipazione
alle donne, educazione dei fanciulli, lotta contro la desertificazione,
espansione degli allevamenti (cf. "Prima Settimana degli Intellettuali
Cristiani d'Africa", Yaoundé, aprile 1983). Seguo con attenzione
l'impegno della Gioventù cattolica universitaria, nel suo prendere
coscienza degli sforzi da compiere per migliorare le condizioni
abitative, della salute, degli approvvigionamenti, dell'informazione,
del tempo libero degli studenti, contemporaneamente cercando le
cause sociali degli attuali mali. Vorrei aggiungere, rivolgendomi in
particolare agli intellettuali e universitari cristiani, che è importante
andare sino in fondo nella riflessione sull'anelito di liberazione, sulla
volontà d'essere allo stesso tempo appieno cristiani e appieno africani.
È una ricerca difficile, e io auspico che continuiate ad andare avanti in
questa strada, con obiettività, saggezza e profondità, in unione coi
vescovi del vostro Paese, di questa parte d'Africa, dell'insieme del
continente africano, che non mancheranno di analizzarla nelle loro
sede (consigli, simposi o Concilio).
L’inculturazione
(...) D'altra parte, è ben vero che la fede cristiana dev'essere una
buona novella per ciascun popolo. Essa deve dunque corrispondere
alle aspettative più nobili del suo cuore. Essa deve poter essere
assimilata nella sua lingua, trovare applicazione nelle tradizioni
secolari elaborate a poco a poco dalla saggezza ancestrale al fine di
garantire la coesione sociale, il mantenimento della salute fisica e
morale. L'evangelizzazione non può fare a meno di prendere a prestito
alcune componenti delle varie culture. Un distacco tra Vangelo e
cultura sarebbe un dramma (cf. Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 20). Gli
elementi positivi, i valori spirituali dell'uomo africano devono essere
integrati, maggiormente integrati. Cristo è venuto per adempiere. Vi è
dunque da compiere uno sforzo instancabile di radicamento culturale
affinché la fede non rimanga superficiale. Tuttavia - nemmeno questo
va dimenticato - il messaggio evangelico non viene solo a confermare
le cose umane, quali sono; esso svolge anche una missione profetica
e critica. Ovunque, in Europa come in Africa, esso viene a sconvolgere
45
criteri di giudizio e modi di vita (cf. Ivi, 19). Esso è un appello alla
conversione. Viene a rigenerare. Passa al setaccio tutto ciò che è
equivoco, commisto a carenze e peccato. Questa funzione deve
svolgerla sia nei confronti di talune prassi che sono state portate dagli
stranieri, insieme alla fede; ma anche nei confronti di taluni costumi o
istituzioni che ha trovato presso di voi. Il Vangelo di Dio viene
sempre, comunque, per purificare e per elevare, affinché tutto ciò che
è buono, nobile, vero, giusto, sia salvaguardato, mondato, fatto
sbocciare e porti i frutti migliori. (.) Tutta la posta in gioco della
seconda evangelizzazione è nelle vostre mani. (...)
DISCORSO ALLA CONFERENZA EPISCOPALE
Yaoundé, 13 agosto 1985
(...) Mi limiterò a sottolineare alcuni aspetti che mi hanno colpito,
affinché sappiate quanto io condivida le vostre preoccupazioni
pastorali. Da voi si può dire che l'evangelizzazione va iniziata, oppure
approfondita, oppure ancora rinnovata.
Evangelizzazione
Sì, la prima evangelizzazione va proseguita, e vorremmo che il
Vangelo venga presentato senza indugi al gran numero di camerunesi
che ancora conoscono solo le religioni tradizionali. La cosa colpisce nel
Nord del Camerun, ma esiste in ciascuna diocesi. (…)
L‟evangelizzazione va soprattutto approfondita nei vostri battezzati.
La formazione alla fede - come riconoscono molti adulti, soprattutto
gli intellettuali - è troppo spesso rimasta allo stadio embrionale, e le
sette traggono facilmente profitto da questa ignoranza. (...) “Le
religioni tradizionali”, diceva uno dei vostri documenti, “controllano il
subcosciente della massa e l‟immenso patrimonio della cultura
tradizionale” (Commissione per l‟apostolato dei laici). Da qui il posto
che a ragione assegnate al radicamento del Vangelo nella cultura, e al
dialogo delle religioni, il che suppone, come ho spiegato oggi
pomeriggio ai vostri intellettuali, una formazione cristiana nonché
teologica, per arrivare a risultati fruttuosi senza perdere l‟identità
cattolica. Per finire, oggi l‟evangelizzazione è da rinnovare, nel senso
che l‟evoluzione rapida della società fa sorgere sfide nuove, un po‟
quali le conobbero certe Chiese dell‟antichità, in particolare coi
fenomeni di sradicamento familiare, di urbanizzazione, di
disoccupazione, con le seduzioni materialiste d‟ogni sorta, una certa
secolarizzazione e uno sbandamento intellettuale accentuato dalla
46
valanga d‟idee insufficientemente poste a critica e dall‟influenza dei
mezzi di comunicazione sociale. (...)
Famiglia
Un ambito di vita che giustamente rimane prioritario ai vostri occhi è
quello della famiglia. Avete dedicato molte assemblee a questo tema,
e ho visto, nella provincia di Bamenda, cosa vi sforzate di fare per
preparare al matrimonio, per far conoscere la bellezza dell‟amore
coniugale e della sua stabilità secondo il disegno di Dio, affinché la
testimonianza dei focolari cristiani ne faccia nascere altri. Conosco i
numerosi ostacoli contro i quali vi scontrate in questo campo:
provengono da talune usanze, da anguste esigenze manifestate da
altre comunità, e anche dal “lasciar andare” odierno. Tuttavia si tratta
di una realtà d‟importanza capitale, sia per gli sposi e per i figli, sia
per l‟opera di evangelizzazione tutta. Le donne ricoprono un ruolo
importante in questo bell‟apostolato; e lo stesso vale per l‟influenza
delle religiose presso le giovani e le madri.(...)
Istituto cattolico di studi
Questo pomeriggio ho fatto accenno all‟interesse alla fondazione di un
Istituto cattolico di studi superiori del Camerun, in cui si
approfondissero le questioni teologiche e la dottrina sociale. Non
voglio anticipare possibilità e modalità che vengono studiate in questo
momento nell‟ambito più vasto dell‟Africa centrale. Tuttavia so che
nutrite questo desiderio, per i vostri sacerdoti e laici e per tutti gli
operatori apostolici della regione. Spero insieme a voi. Più in generale,
specie per la complessa e necessaria opera di radicamento culturale
africano del cristianesimo, sarà bene agire in coordinamento con gli
altri vescovi di questa parte dell‟Africa, o dell‟insieme del continente,
nonché, vi è ben evidente, in fiduciosa comunione col dicastero della
Sede apostolica.
47
67° VIAGGIO APOSTOLICO
(Yaoundé, Johannesburg, Pretoria, Nairobi)
Fase celebrativa dell'Assemblea Speciale per l'Africa del
Sinodo dei Vescovi
14-20 settembre 1995
IL SALUTO DI BENVENUTO PRESSO L'AEROPORTO DI
NSIMALEN
14 Settembre 1995
(...) Questo mio nuovo viaggio in Africa ha per oggetto la celebrazione
solenne del Sinodo per l'Africa la cui sessione di lavoro si è svolta a
Roma l'anno scorso. Attraverso la mia presenza e quella dei Cardinali
e dei Vescovi che mi circondano, la Chiesa universale intende salutare
le giovani Chiese in Africa perché giungano a una vera maturità e
incoraggiare i fedeli di questo continente alla missione che essi hanno
in comune con i Discepoli di Cristo nel mondo intero: una missione al
servizio dell'umanità chiamata ad accogliere la Buona Novella della
salvezza, per avanzare verso la civiltà dell'amore alla quale tutti
aspirano.(...) Desidero dirvi che condivido la vostra preoccupazione di
fronte all'insicurezza e alla violenza subite da alcuni di voi. A tal
proposito ricordo con emozione Monsignor Yves Plumey, che fu
Arcivescovo di Garoua, questo Pastore venerato che tanto fece per la
Chiesa nel Nord del Camerun, assassinato quattro anni fa in
circostanze non ancora accertate. Che il dono di queste vite generose
sia fecondo, come il chicco caduto in terra!(...)
OMELIA DURANTE LA MESSA SULLA SPIANATA
DELL'AEROPORTO
Yaoundé, 15 Settembre 1995
(...) La Chiesa ha con evidenza comunicato il Vangelo con le parole di
uomini che appartengono a popoli e a Paesi ben definiti. Ancora oggi è
così. Nel continente africano, la Chiesa parla la lingua dei popoli
dell'Africa per trasmettere loro la Buona Novella della Parola di Dio.
Attraverso questa trasmissione, le diverse culture vengono innalzate
ad una dignità particolare. Le antiche nazioni europee lo sanno bene.
Anche i popoli dell'Africa nera lo sanno: ne hanno fatto esperienza
chiaramente nel corso degli ultimi due secoli. Quello che chiamiamo il
Sinodo africano, in realtà cos'è stato? E' stato un'assemblea dei
Vescovi del vostro continente riuniti in comunione con il Successore di
48
Pietro per esaminare i problemi della Chiesa e orientare
l'evangelizzazione. (...) Questo Sinodo è rivolto al futuro. Vuole
indicare il cammino che la Chiesa deve intraprendere in futuro nel
continente africano. Ciò è molto importante in questo periodo di
passaggio dal secondo al terzo millennio. Il Sinodo africano svolge un
ruolo determinante nella preparazione di tutti all'avvento del terzo
millennio del cristianesimo.(...)
DISCORSO DURANTE LA SESSIONE CELEBRATIVA
DELL'ASSEMBLEA SPECIALE DEL SINODO DEI VESCOVI
Cattedrale di Yaoundé, 15 Settembre 1995
(...) In questa solenne Sessione del Sinodo, convocata per affidarvi
l'Esortazione pastorale Ecclesia in Africa, che contiene le priorità e gli
impegni per la futura evangelizzazione del Continente, ripenso al
variegato mosaico di etnie, di divisioni e di sfide della vostra storia.
Non lasciate che le differenze e le distanze fra di voi si cristallizzino in
muri che possano dividervi, ma fate sì che diventino piuttosto
occasioni e appelli a scoprire e a condividere la straordinaria ricchezza
del cuore di Cristo: Egli è punto di incontro e redenzione, perché in
qualche modo è unito ad ogni uomo e, con la sua Croce, ha abbattuto
i muri dell'inimicizia, facendo di tutti, in Lui, un solo uomo nuovo.
Fratelli e Sorelle, siate testimoni di un Cristo suddiviso ma non diviso!
(...) L'Africa ha già dato alla Chiesa universale, lo ricordavo questa
mattina, eminenti figure del pensiero cristiano. Il loro esempio
dimostra che non si può separare la riflessione dalla fede vissuta:
infatti, i più grandi teologi, testimoni della Tradizione, sono anche dei
santi.
Dialogo interreligioso
(...) La fede che influenza il nostro atteggiamento nei confronti della
condizione umana ci esorta a stimare tutte le sorelle e tutti i fratelli
con i quali condividiamo la stessa umanità e in particolare tutti gli
appartenenti alle religioni tradizionali e i seguaci dell'Islam. Il dialogo
interreligioso non è soltanto uno scambio d'idee tra Pastori e teologi;
molto spesso esso è parte integrante della vita quotidiana delle
famiglie, delle comunità locali, dell'ambiente di lavoro e dei servizi
pubblici.
Ecumenismo
Non posso non sottolineare la necessità di dialogo fraterno con i
49
membri delle Chiese e delle comunità ecclesiali che non sono in piena
comunione con la Chiesa cattolica. Il cammino verso l'unità di tutti i
battezzati, cammino voluto dal Signore, è indubbiamente ancora
lungo. (...) Non stancatevi di intraprendere iniziative congiunte in
Africa per accogliere la Parola di Dio più pienamente nelle vostre
lingue e nelle vostre culture, per proclamarla a coloro che non l'hanno
ancora udita e per servire i più poveri fra i poveri, ossia per mettere in
pratica «ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (Ap 3,22) (cfr. Ecclesia in
Africa, n. 65).
Riconciliazione
Vorrei dunque far capire al Popolo di Dio presente in Africa, in
comunione con il Sinodo che ha riunito i vostri Pastori, l'appello al
dialogo fra cristiani, fra credenti di religioni diverse e fra Popoli e
Nazioni. Il dialogo, animato da uno spirito veramente fraterno e
rispettoso di tutti, presuppone che tutti abbiano il desiderio di
superare ciò che oppone e divide. Ci si scontra con il peccato che
separa, con l'ostilità e persino con l'odio che fanno precipitare nella
disgrazia tante Nazioni. Fratelli e Sorelle dell'Africa, lasciatevi
riconciliare con Dio affinché la riconciliazione degli uomini generi la
pace!
Perdonate
instancabilmente
come
Dio
perdona
instancabilmente. Possano i nemici riscoprire di essere, in verità,
fratelli! Tutti stiamo ora pensando alle ferite aperte che lacerano
l'Africa. Voglia Dio diffondere su questa terra la sua misericordia!
Possa lo Spirito di amore e di santità, colmare tutti i cuori! (cfr.
Ecclesia in Africa n. 79). (...)
50