CAMERUN, visita ad limina 2006
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CAMERUN, visita ad limina 2006
Pubblicazione speciale realizzata in occasione della visita al Papa dei vescovi del Camerun Città del Vaticano, 13-22 marzo 2006 A cura del SeDoc – Servizio Documentazione della Radio Vaticana INDICE La Repubblica del Camerun La struttura della Chiesa Vita della Chiesa Le visite ad limina Viaggi Apostolici di Giovanni Paolo II in Ghana P.3 P.4 P.8 P.30 P.36 1 Atto di affidamento a Maria del Camerun La culla dell‟evangelizzazione del Camerun, come ricordò Giovanni Paolo II nella Cattedrale di Yaoundè, fu dedicata dai primi Missionari a Maria, con il nome di Marienberg (Montagna di Maria). Al termine della sua visita nell‟agosto 1985, Giovanni Paolo II volle così affidare la seconda evangelizzazione del paese nuovamente alla Vergine: Santissima Vergine, a nome di tutti i miei fratlli e sorelle di questo Paese, voglio affidarti l’avvenire di questa Chiesa, i progressi di questa nazione. Riprendo oggi il cammino tanto significativo dei primi missionari cattolici arrivati qui novant’anni fa; subito essi hanno affidato la loro missione alla montagna di Maria: Marienberg. Tu, che sei stata scelta da Dio per accogliere suo Figlio e che l’hai ringraziato incessantemente per le sue meraviglie, dona a questo popolo cristiano del Camerun di apprezzare sempre più il dono della fede ricevuta e la presenza di Dio che dimora in mezzo a noi. Tu che sei stata preservata dal peccato, che hai conservato il tuo cuore trasparente a Dio, prega per noi poveri peccatori, donaci sempre il desiderio di convertirci, di purificarci, di ritrovare la grazia di Dio, di vivere sotto il suo sguardo. Tu che hai cercato la volontà di Dio come la serva del Signore, rendi i tuoi figli sempre disponibili a servire il Signore e i loro fratelli, specialmente le anime che si sono consacrate a Dio: sacerdoti, religiosi e religiose. Intercedi per tutti e perché lo Spirito Santo illumini e fortifichi tutti gli operai apostolici. O Maria, di fronte a questi innumerevoli giovani, avvenire del Paese, noi ti supplichiamo, veglia su questi bambini e su questi giovani, sostieni il coraggio dei genitori e degli educatori, che mai si scoraggino nel loro compito educativo e siano per i giovani la stella che mostra loro il cammino di Dio già inscritto nella loro coscienza, che li guida verso Cristo, verso una fede matura che li invita al dono completo di se stessi. Sì, Maria, ti affidiamo tutta la Chiesa nel Camerun, come una madre molto amata. Ti consacriamo tutte le buone volontà, tutte le forze vive di questo Paese che chiede solo di progredire nel bene, nella pace, nella carità, nella fede vissuta, verso la gioia di vivere con Dio per sempre. Amen. 2 REPUBBLICA DEL CAMERUN La Repubblica del Camerun confina con Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica democratica del Congo, Gabon, Guinea Equatoriale e Golfo di Guinea. Ha una superficie di 475.442 km2, con capitale Yaoundé. Le lingue ufficiali sono francese e inglese, ma il paese ha numerose lingue nazionali: Beti, Peul, Bamileke, Yembanwe, Ghomala, Basaa, Bamun. Il Camerun contiene un numero importante di gruppi tribali con una grande varietà di lingue, di costumi, di storie e di stili di vita. Accanto al cattolicesimo, cui aderisce il 50,4% della popolazione, e all'islam, c‟è una forte presenza delle Chiese protestanti (presbiteriani, Evangelici, Battisti, Luterani). L'ambiente naturale del Camerun è molto vario tanto che questo paese è chiamato “Africa in miniatura”. Due le città più grandi del paese: Douala, prima città, principale porto e capitale economica con le sue attività commerciali ed industriali, e Yaoundé, seconda città e capitale politica. Altri importati centri urbani sono Edéa, caratterizzata dalla sua industria pesante e la sua centrale idroelettrica, Anello, sede dell'industria petrolifera e Kribi, terminale del pipeline Ciad-Camerun, Nonkongsamba, Maroua, Garoua, Bafoussam, Kumba, Bamenda, Foumban. - 1472: un marinaio portoghese, Fernando Poo, scopre la foce del fiume Wouri che, a causa dei numerosi gamberetti trovati, chiama "Rio Camaroës", da cui successivamente i tedeschi ricavarono il nome "Kameroun". -Il Camerun rimase un dominio nominale portoghese fino al 1837, anno in cui fu occupato parzialmente dagli inglesi. -1860: nel paese si insediano alcune fattorie tedesche. -1884: il Cancelliere dell‟Impero Germanico, von Bismarck, richiama il Console generale di Germania a Tunisi, Nachtigal, che aveva già esplorato il Ciad ed il Sudan. -14 luglio 1884: Bismarck dichiarò protettorato tedesco questa zona, in seguito ad accordi stretti con i capi della regione di Douala. Tra il 1893 e il 1907: una serie di accordi con Gran Bretagna e Francia fissarono i limiti della colonia. -1911: La colonia fu ingrandita verso il Congo e l'Oubangui di 277.817 km2, in seguito ad un accordo franco-tedesco. -1920: i territori annessi sono restituiti alla Francia. Il Camerun è 3 diviso in due parti: la parte orientale, il 75% del territorio, è posta dalla Società delle Nazioni Unite sotto il protettorato francese, la parte occidentale sotto quello inglese. -1 gennaio 1960: indipendenza del Camerun, la parte sotto tutela francese. La parte del Camerun sotto tutela inglese vota, al nord, l‟integrazione alla Nigeria e, al sud, l‟unificazione con il Camerun orientale. -1 ottobre 1961: proclamazione della Repubblica Federale, trasformata poi in una Repubblica unitaria in seguito al referendum del 20 maggio 1972. -1966: adozione del regime politico del partito unico -1990: instaurazione del multipartitismo I primi missionari cristiani arrivati in Camerun furono i protestanti nel 1884. 1883: il Vicario Apostolico delle Due Guinee da cui dipendeva il Camerun mandò due missionari del Santo Spirito, ma non vi si poterono stabilire. Alcuni anni più tardi il Padre Stoffel, proveniente dal Gabon, individua una zona dove stabilire una nuova missione, ma il cancelliere Bismarck oppone un rifiuto a missioni cattoliche guidate da Gesuiti e francesi. Papa Leone XIII inviò così i Pallotini tedeschi e i Padri del Santo Spirito, erigendo inoltre la Prefettura Apostolica del Camerun il 18 marzo 1890. Nel 1904 seguì l‟ erezione del Vicariato apostolico del Camerun e la creazione della diocesi di Yaoundé. LA STRUTTURA DELLA CHIESA La Chiesa cattolica in Camerun è costituita da 23 diocesi, guidate da ventiquattro vescovi; venti di nazionalità camerunense, due di nazionalità belga e due di nazionalità polacca. I Presuli costituiscono la Conferenza Episcopale Nazionale del Camerun (C.E.N.C) che si riunisce in assemblea plenaria una volta l‟anno. Ci sono inoltre il Consiglio Permanente e dieci Commissioni Episcopali Nazionali che sono degli organi pastorali di lavoro della CENC, su: dottrina della fede, ecumenismo, dialogo inter-religioso, storia della chiesa e archivi, evangelizzazione, apostolato dei laici, operatori apostolici, educazione cattolica, sviluppo ed caritas, salute, comunicazione sociale, affari economici. La CENC conta ancora otto Servizi nazionali che, alla Segreteria 4 Generale, sono: l'Ufficio delle attività socio-caritative (BASC), l‟Assistenza generale dell'apostolato dei Laici, il Servizio nazionale dell'insegnamento Cattolico (SENECA), l'Organizzazione cattolica della Salute (OCASC), il Laboratorio di Materiale Audiovisivo (AMA), il Centro Multi-Media, il Servizio nazionale Giustizia e Pace. Primo vescovo camerunense è stato mons. Paul ETOGA (foto), consacrato il 30 novembre 1955 a Yaoundé, mentre il 28 giugno 1988 il Camerun ha potuto accogliere il suo primo Cardinale nella persona di Christian WIYGHAN TUMI (foto). L‟attuale corpo episcopale di 24 vescovi amministra un insieme di 23 diocesi, raggruppate in province ecclesiastiche la cui delimitazione rispetta, in gran parte, le sensibilità culturali e linguistiche del paese. Provincia ecclesiastica di BAMENDA, anglofona nel Nord-ovest ed il Sud-ovest che comprende la zona arcidiocesi di Bamenda mons. Cornelius ESUA diocesi di Buéa mons. Pius SUH AWA diocesi di Kumbo amministratore mons. Cornelius ESUA diocesi di Mamfé mons. Francis TEKE LYSINGE Provincia ecclesiastica di BERTOUA, comprendente la zona est del paese arcidiocesi di Bertoua mons. Roger PIRENNE (belga) diocesi di Batouri vescovo mons. Samuel KLEDA diocesi di DOUME-ABONG MBANG mons. Jean OZGA (polacco) diocesi di Yokadouma mons. Eugeniusz JURETZKO (polacco) Provincia ecclesiastica di DOUALA, comprendente la zona litorale e marittima 5 arcidiocesi di Douala cardinale Christian WIYGHAN TUMI diocesi di Bafoussam mons. Joseph ATANGA, sj diocesi di Edéa mons. Jean Bosco NTEP diocesi di Eséka mons. Dieudonné BOGMIS diocesi di Nkongsamba mons. Dieudonné WATIO Provincia ecclesiastica di GAROUA, comprendente la zona del Nord, a maggioranza islamica e semi desertica: arcidiocesi di Garoua mons. Antoine NTALOU diocesi di Ngaoundéré mons. Joseph DJIDA diocesi di Maroua-Mokolo mons. Philippe STEVENS, belga, diocesi di Yagoua mons. Immanuel BUSHU Provincia ecclesiastica di YAOUNDE’, comprendente la zona sud forestale intorno alla capitale: arcidiocesi di Yaoundé mons. Victor TONYE BAKOT diocesi di Bafia mons. Jean-Marie BALA diocesi di Mbalmayo mons. Adalbert NDZANA diocesi di Ebolowa-Kribi mons. Jean MBARGA diocesi di Obala mons. Jérôme OWONO MIMBOE diocesi di Sangmelima mons. Raphaël Marie ZE Nunzio Apostolico presso il Camerun mons. Eliseo Antonio ARIOTTI (arciv. tit. di Vibiana) 6 VITA DELLA CHIESA Una Chiesa in crescita, attenta ai bisogni della società La situazione socio-politica del Camerun appare relativamente più tranquilla rispetto ad altri paesi africani, ma non è immune dai mali che affliggono molte parti del Continente. La corruzione, il tribalismo, la violenza diffusa, gli abusi dei diritti umani da parte delle forze pubbliche sono stati ripetutamente denunciati in questi anni dalla Chiesa locale, che per questo si è anche attirata l’accusa - da parte delle forze di governo - di indebite ingerenze politiche. Accuse fermamente respinte dai vescovi che hanno rivendicato il diritto della Chiesa di esprimersi nel rispetto della reciproca autonomia con lo Stato. Di seguito una selezione di notizie pubblicate dalla Radio Vaticana tramite il Programma Francese Africa e il Bollettino Notizie dalla Chiesa. Da esse emerge l’impegno della Chiesa in Camerun nell’evangelizzazione intesa in tutti i suoi risvolti, compreso l’impegno sociale, la promozione di un laicato attivo e protagonista nella società, l’inculturazione, in linea con le indicazioni emerse dall’Assemblea sinodale per l’Africa, l’attenzione per i media, nonché nello spirito di collaborazione con le altre confessioni religiose del Paese. IL SINODO PER L’AFRICA AL CENTRO DELLA PLENARIA DEI VESCOVI MVOLYE, 26 apr ‟95 - Le conclusioni della recente Assemblea sinodale per l‟Africa sono al centro della attenzione dei vescovi del Camerun. É in corso infatti da domenica scorsa, nel Centro Giovanni XXIII di Mvolye, l'assemblea generale della Conferenza episcopale del Camerun. Si tratta in particolare di fare un bilancio di come il Sinodo sia stato recepito in ciascuna delle 22 diocesi del Paese africano. Le relazioni, che si svolgono a porte chiuse, sono tenute anche da laici e delegati diocesani. I lavori si concluderanno sabato prossimo. (Programma Francese Africa) INCONTRO DEI RESPONSABILI DELLE ATTIVITÀ SOCIOCARITATIVE YAOUNDÉ, 25 ago „95 - L'Ufficio delle attività socio-caritative della Conferenza episcopale del Cameroun ("Basc" in sigla) ha organizzato 7 nei giorni scorsi due incontri sulla pastorale sociale. Agli incontri, che si sono svolti a Bertwa e a Yagua, hanno partecipato sacerdoti e laici delle diocesi del Paese. Scopo dell'iniziativa era di dare nuovo impulso alla pastorale sociale con un maggiore coinvolgimento dei fedeli e un migliore coordinamento delle iniziative delle singole diocesi. I partecipanti hanno esaminato i fondamenti biblici, dottrinali e sociologici della pastorale sociale e le tecniche per mettere in piedi le strutture di assistenza nelle singole parrocchie, sottolineando l'importanza della carità, della solidarietà e della giustizia. Al termine dei lavori i responsabili del Basc hanno invitato i partecipanti a organizzare regolarmente altri incontri su questo tema nelle loro diocesi. (Programma Francese Africa) CAMPAGNA CONTRO L’AIDS PROMOSSA DALLA CHIESA CATTOLICA INSIEME AD ALTRE CONFESSIONI RELIGIOSE YAOUNDÉ, 23 nov. 95 - La Chiesa cattolica ed altre confessioni religiose del Cameroun hanno lanciato, in collaborazione con il governo e le autorità locali del paese, una vasta campagna per sensibilizzare la popolazione sul pericolo dell'Aids. Così, ai primi di novembre, cattolici, protestanti e musulmani hanno marciato insieme per le strade di Yaoundé, la capitale, per esprimere la loro solidarietà alle persone colpite da questa grave malattia e per ribadire che l'unico modo veramente efficace per combatterla é l'astinenza e la fedeltà coniugale. Nei giorni scorsi, inoltre, esponenti religiosi cristiani e musulmani hanno organizzato giornate di preghiera e collette a favore delle persone affette dalla malattia. La diffusione dell'Aids ha assunto in Cameroun, come negli altri paesi del continente africano, livelli allarmanti. Per citare due esempi, a Yaoundé una donna su quattro é portatrice del virus, mentre a Douala addirittura metà della popolazione femminile é siero-positiva. (RV Programma Francese Africa) PER PRESERVARE LA PACE IN CAMERUN OCCORRE GARANTIRE CORRETTO SVOLGIMENTO DELLA VITA POLITICA: COSÌ I VESCOVI RIUNITI IN ASSEMBLEA BAFOUSSAM, 5 feb „96 - I vescovi del Camerun ritengono che per preservare la pace nel paese é necessario garantire un corretto svolgimento della vita politica. É quanto emerge dalla lettura del 8 comunicato finale emesso dalla recente assemblea della Conferenza episcopale. L'assemblea si é riunita a Bafoussam, dal 25 al 31 gennaio, sotto la presidenza del vescovo, mons. André Wouking (foto). Il comunicato sarà letto in tutte le chiese domenica prossima. I vescovi incoraggiano "tutte le attuali forze politiche " a proseguire nel "miglioramento" del sistema elettorale che si sono dati, e a "costituire una commissione elettorale indipendente". Queste indicazioni potrebbero ovviare a "certe irregolarità constatate" nel corso delle prime elezioni locali pluraliste del 21 gennaio scorso. La nuova costituzione in via di promulgazione, aggiungono i vescovi del Camerun, dovrebbe essere "applicata in maniera da garantire la separazione dei tre poteri", assicurare il diritto e le libertà fondamentali della persona umana in maniera da poter assicurare "una reale alternanza" di governo. I vescovi camerunesi domandano ancora che "luce e giustizia siano fatte" sulle numerose uccisioni di sacerdoti, di religiosi e di religiose e sulle minacce di morte che gravano ancora su altri di loro. Dal 1988 numerosi sacerdoti e religiosi, tra cui un vescovo, sono stati assassinati in Camerun in circostanze ancora non chiarite. Esponenti di governo e politici del Camerun ripetono che i vescovi non debbono intromettersi nella politica. I presuli, da parte loro, hanno ribadito che intendono sempre "proclamare il proprio diritto di intervenire, in nome del Vangelo, nel dibattito politico e socio-economico e dovunque sia in gioco il divenire dell'uomo". (Afp) IL CARD. TUMI CRITICO VERSO LA NUOVA COSTITUZIONE CHE NON GARANTISCE LA SEPARAZIONE DEI POTERI E NON MENZIONA DIO Douala, 5 mar 96 - "Quando si esamina questa costituzione, si ha l'impressione che gli estensori, nel revisionarla, abbiano avuto in mente una persona, segnatamente l‟attuale Presidente della Repubblica". Lo ha detto l'arcivescovo di Douala, in Camerun, il cardinale Christian Tumi che non ha esitato a criticare il Presidente Paul Biya, in un'intervista al giornale cattolico locale "L'Effort Camerounais". Il porporato ha aggiunto che la nuova costituzione difetta di democrazia. "Pensiamo - ha detto - che il potere esecutivo, quello legislativo e quello giudiziario dovrebbero essere chiaramente separati, indipendenti l'uno dagli altri". Biasimando il fatto che la costituzione camerunese ha tolto ogni riferimento a Dio, il cardinale Tumi ha commentato che "coloro che governano senza dio non 9 governeranno a lungo. Diversi paesi, europei e non, hanno tentato di farlo, ma hanno fallito". L'arcivescovo di Douala, riferendosi al clima d'insicurezza nel paese, ha segnalato che "la residenza di un vescovo, a Bamemba, é stata attaccata da sconosciuti. Io personalmente, come altri, ho ricevuto minacce". (La Croix) ALLA PLENARIA, INCENTRATA SUL BINOMIO CHIESAFAMIGLIA, I VESCOVI RIVOLGONO UN MONITO CONTRO ETNOCENTRISMO E SETTE YAOUNDÉ, 24 apr 96 - Si é conclusa domenica scorsa a Yaoundé l'assemblea plenaria della Conferenza episcopale del Camerun. I lavori sono durati una settimana e vi hanno preso parte 22 vescovi, 4 emeriti, nonché sacerdoti, religiosi e religiose, laici. Al termine dei lavori é stato emesso un comunicato che ha riassunto il tema principale in discussione, ovverosia il binomio famiglia-Chiesa. “Chi dice famiglia, in Africa, dice solidarietà, comunione, condivisione”, afferma il documento. Valori questi che comportano l'attenzione all'altro. Di qui l'appello dei vescovi ai propri fedeli per una maggiore solidarietà, per l'amore agli altri e per il rispetto delle diversità: il tribalismo, l'etnocentrismo, le esclusioni non possono costruire una nazione forte, ammoniscono i vescovi, che richiamano anche la proliferazione delle sette in Camerun, un pericolo e un fattore di squilibrio nel paese. Su questa proliferazione delle sette i vescovi del Camerun hanno annunciato la diffusione di un documento. Il documento finale dell'assemblea plenaria della conferenza episcopale camerunese richiama anche le difficoltà che stanno attraversando le scuole cattoliche in quanto stanno venendo meno i sussidi statali. In proposito la Conferenza episcopale ha deciso l'istituzione di un consiglio nazionale per le scuole cattoliche. I vescovi del Camerun hanno, infine, deciso che ogni primo venerdì del mese, a partire dal prossimo primo luglio, sia una giornata di preghiera per le vittime della violenza. (Programma Francese Africa) MONS. NGUÉ AMMONISCE SUI RISCHI DEL TRIBALISMO, UNO DEI PRINCIPALI MALI DEL PAESE YAOUNDÉ, 13 giu ‟96 - il tribalismo é uno dei principali mali del Camerun e di tutti i paesi africani e costituisce una grave minaccia alla pace e alla stabilità politica e quindi un ostacolo allo sviluppo economico di queste nazioni. É quanto scrive il segretario della 10 conferenza episcopale camerunese, mons. Etienne Ngué, in un articolo pubblicato nell'ultimo numero di maggio del periodico cattolico "L'Effort Camerounais". Nell'articolo il vescovo, che ha recentemente partecipato ad un seminario di studio sull'argomento, a Yaoundé, dopo avere ribadito i principi della pari dignità e del diritto alla libertà di tutti gli uomini, sottolinea che la tribù é una componente fondamentale della società camerunese. Essa però, ha aggiunto, deve inserirsi armoniosamente nella comunità nazionale se non vuole ostacolare lo sviluppo della nazione. Come hanno infatti rilevato i vescovi camerunesi in una recente lettera pastorale, il pluralismo tribale, culturale e razziale, se non degenera in tribalismo ed etnocentrismo, può essere una ricchezza ed un fattore di crescita per il paese. (Programma Francese Africa) IL CARDINALE TUMI METTE IN GUARDIA I FEDELI DALLE SETTE DOUALA, 13 giu ‟96 - Il cardinale Christian Toumi, arcivescovo di Douala nel Cameroun, ha messo in guardia i propri sacerdoti e i propri fedeli contro la diffusione di sette che si spacciano per Chiesa cattolica. Due in particolare, le cosiddette "Comunità cattolica immacolata concezione" e "Comunità cattolica Cristo Re". Riferendosi a queste sette, il cadinale Tumi (foto) in una lettera pastorale rileva come "nella città di Douala nascono qua e là chiese sotto diverse denominazioni e, per seminare confusione negli spiriti, i falsi preti adottano le vesti, i libri liturgiie gli oggetti di culto in uso nella chiesa cattolica romana". "Chiedo ai cristiani cattolici - aggiunge il porporato - che per ignoranza hanno fatto battezzare i propri figli in queste chiese di recarsi presso i propri parroci". la lettera pastorale dell'arcivescovo di douala reca la data del 30 agosto e si conclude con l'esortazione a tutti i fedeli di "rimanere uniti" alle proprie parrocchie e in "comunione" con i propri sacerdoti. (Programma Francese Africa) LA RIUNIONE DELL’ACERAC SI CONCLUDE CON L’ESORTAZIONE AI FEDELI DEI PAESI DELL’AFRICA CENTRALE AD APPROFONDIRE LA VOCAZIONE DELLA CHIESA FAMIGLIA DI DIO YAOUNDÉ, 7 ott 96 - I lavori ed i risultati della recente assemblea plenaria dell'Acerac, l'associazione delle Conferenze episcopali della regione dell‟Africa Centrale, sono stati illustrati alla stampa dal 11 segretario della Conferenza episcopale del Camerun, don Etienne Ngue. In particolare é stato riassunto ai giornalisti camerunesi il messaggio dei vescovi centrafricani, i quali hanno insistito sulla realtà della Chiesa come famiglia di Dio dove sono privilegiati l'attenzione all'altro, la solidarietà, il calore nelle relazioni, l'accoglienza, il dialogo e la fiducia. I fedeli pertanto sono esortati ad approfondire la vocazione della Chiesa famiglia di Dio, a combattere le divisioni, ad operare per lo sviluppo. Su quest'ultimo aspetto i vescovi dell'Africa centrale hanno formulato il concetto di sviluppo come pienezza integrale dell'uomo senz'alcuna dipendenza da modelli stranieri. Di fronte alle situazioni di ingiustizia e di violenza i cristiani sono invitati a rispondere basandosi sulla propria fede e sul proprio battesimo e proponendosi positivamente e costruttivamente. Da qui l'accettazione indiscussa, pur con tutti i suoi limiti, del metodo democratico. All‟Acerac aderiscono le Conferenze episcopali di Camerun, Congo, Gabon, Guinea Equatoriale, Repubblica Centrafricana, Ciad. (Programma Francese Africa) L’ASSEMBLEA DEI VESCOVI DEDICATA AL TEMA DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE IN VISTA DELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 1997 MBALMAYO, 17 gen. ‟97 - Dal 4 all‟11 novembre passato si è svolto a Mbalmayo l‟assemblea dei vescovi del Camerun. La sessione è stata dedicata al tema “Giustizia e pace”, in vista delle elezioni legislative e presidenziali del 1997. Come per le precedenti elezioni del 1992, i vescovi hanno colto l‟occasione della nuova importante tornata elettorale per riflettere sull‟attuale situazione socio-politica del Paese che hanno sempre seguito con grande attenzione e sollecitudine. Nel comunicato finale essi esortano i cittadini a fare tutti la loro parte, perché il 1997, che a molti pare pieno di incognite, porti la speranza di un futuro migliore per il Camerun. “Dipende da noi tutti – scrivono – farne un anno di speranza, di progresso e promozione nazionale, se accettiamo di impegnarci per la giustizia e per la pace. Dipende da noi fare del 1997 un anno di più grande comunione, vegliando sul rispetto della dignità di ogni camerunese e dei suoi diritti, soprattutto quando è povero e debole. Dipende ancora da noi – continua il comunicato – fare in modo che le prossime scadenze elettorali contribuiscano, non ad approfondire le nostre divisioni, ma piuttosto ad affermare la nostra unità e a dare un nuovo impulso alla nostra democrazia attraverso il rispetto delle regole della competizione democratica e la 12 nostra determinazione a promuovere delle elezioni giuste e trasparenti”. Perché queste siano possibili, concludono i vescovi, è compito di tutti i cittadini e delle autorità competenti assicurare “l‟iscrizione nelle liste elettorali di tutti i cittadini aventi diritto, l‟introduzione di una nuova carta d‟identità, la consegna delle tessere elettorali agli elettori, come anche l‟istituzione di un organo indipendente che garantisca elezioni libere e trasparenti”. (Programma Francese Africa) ASSEMBLEA DEI VESCOVI DEDICATA AI PREPARATIVI DEL GIUBILEO CON UN OCCHIO AGLI APPUNTAMENTI ELETTORALI DEL 1997 YAOUNDÉ, 24 apr. „97 - Come aiutare i fedeli camerunesi a vivere l‟esperienza personale del Cristo come colui che è venuto “perché gli uomini abbiano la vita a l‟abbiano in abbondanza”. É stato questo l‟argomento al centro della riflessione dei vescovi del Camerun alla loro recente assemblea, svoltasi a Yaoundé. La sessione è stata dedicata appunto ai preparativi del Grande Giubileo del 2000, entrati quest‟anno nel vivo con l‟inizio del Triennio preparatorio inaugurato nella scorsa domenica di Avvento da Giovanni Paolo II e centrato su Cristo, lo Spirito Santo e Dio Padre. Nel comunicato finale dell‟assemblea i vescovi esortano i fedeli a “prestare un orecchio attento a Cristo” divenendo uomini di pace, giustizia e luce e “a conoscere Gesù attraverso la lettura delle Sacre Scritture”. Nell‟auspicio dei vescovi, il 1997 dovrà quindi essere “un anno di perdono, di riconciliazione di condivisione e di promozione di tutti nella libertà e nella giustizia”. Ricordando che il Giubileo permette di incontrare Gesù in tutti i nostri ambienti di vita e dunque anche nell‟ambito politico, i presuli invitano, in conclusione, i cittadini camerunesi a vivere in questa prospettiva giubilare le prossime elezioni legislative del 17 maggio. (Programma Francese Africa) GLI ISTITUTI MISSIONARI PREOCCUPATI PER IL FUTURO DELLA DEMOCRAZIA NEL PAESE YAOUNDÉ, 13 mag ‟97 – La "Rete Fede e Giustizia Africa-Europa", (Aefjn) un'associazione che raccoglie 37 congregazioni e istituti missionari operanti in Africa, è molto preoccupata per il futuro della 13 democrazia in Camerun, dove il 17 maggio si terranno le elezioni parlamentari. Tale preoccupazione é stata espressa in una lettera aperta, pubblicata in questi giorni, in cui si denunciano gravi irregolarità nell'organizzazione di queste elezioni. "Molti cittadini - si legge nel documento - sono deliberatamente esclusi dal voto a causa della loro appartenenza ad un partito o ad una regione". In particolare, vengono segnalate "tattiche dilatorie" da parte delle autorità locali e "lungaggini amministrative" che stanno impedendo a numerose famiglie di ottenere i documenti necessari per partecipare al voto. Documenti, che sono stati, invece, sollecitamente recapitati a domicilio ad altri cittadini. Queste pratiche discriminatorie, osserva l'"Aefjn", fanno sorgere forti dubbi sulla legittimità del processo elettorale in corso e conseguentemente sulla validità dei risultati di queste elezioni. il documento conclude quindi con l'auspicio che le successive elezioni presidenziali, previste per il prossimo ottobre, siano organizzate in maniera diversa e che venga posto fine al "lento degrado morale che sta privando il popolo camerunese delle sue forze più vive". (Lettera) APPELLO DEI VESCOVI PER LO SVOLGIMENTO PACIFICO DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI DELL’OTTOBRE 1997 YAOUNDÉ, 10 ott 97 – Alla vigilia delle elezioni presidenziali in Camerun, la Chiesa locale raccomanda un clima di pace e di giustizia, fonte di serenità, sicurezza e prosperità e quindi di benessere. L‟arcivescovo di Yaoundé, mons. Jean Zoa (foto), ha chiesto in particolare ai fedeli di essere veri discepoli di Cristo e quindi promotori e costruttori di pace nei loro ambienti. Egli ha altresì raccomandato la recita del Santo Rosario e di affidare il futuro del Camerun a Maria, Patrona del Paese e Regina della Pace. (Programma Francese Africa) PIANO DELLA COMMISSIONE DELL’ACERAC PER LA COMUNICAZIONE SOCIALE PER RAFFORZARE LA PRESENZA CATTOLICA NEI MEDIA DELL’AFRICA CENTRALE YAOUNDÉ, 8 ott „97 - La Commissione episcopale per le comunicazioni sociali dell'Acerac, l'Associazione delle Conferenze episcopali dell'Africa Centrale, ha elaborato un piano pastorale per sollecitare e per coordinare le varie iniziative nella regione. All'Acerac aderiscono gli Episcopati del Camerun, della Repubblica Centro-Africana, del 14 Congo Brazzaville, del Gabon, della Guinea Equatoriale e del Ciad. La speciale commissione, dopo la riunione dello scorso luglio a Bonamoussadi-Douala nel Camerun, ha messo a punto le linee principali del piano pastorale per la comunicazione riferendosi principalmente all'Esortazione Apostolica "Ecclesia in Africa" nella prospettiva del Grande Giubileo del 2000. Tenendo presenti le oggettive difficoltà causate in alcuni paesi della regione dalla guerra e da conflitti etnici, il documento tratteggia un piano d'azione concreto. Innanzitutto va rinforzata la presenza della stampa. Nella regione dell'acerac vi sono oggi solo due giornali cattolici nazionali, "La Semaine Africaine" nel Congo e "L'Effort Camerounais". nel Gabon, per contro, ha cessato le pubblicazioni il giornale "La Lumière", mentre i vescovi centrafricani vogliono lanciare un loro giornale. più critica é la situazione nel campo dell'editoria libraria. Esistono soltanto le edizioni dei "Classici africani" a Yaoundé, che pubblicano però in linea di massima opere francesi e non africane. Per sanare queste lacune e per incrementare al meglio le iniziative la speciale commissione suggerisce che la pubblicazione del piano pastorale per le comunicazioni venga pubblicato nelle lingue ufficiali della regione. Viene altresì consigliata la creazione di un segretariato regionale permanente e delle varie commissioni nazionali e diocesane. Con la debita preparazione deve essere celebrata in ogni diocesi la giornata mondiale delle comunicazioni. Tutte queste indicazioni e le risposte che ad esse verranno dai vari vescovi verranno analizzate nell'incontro regionale degli operatori della comunicazione sociale dell'Acerac. L'incontro é previsto nel luglio dell'anno prossimo. (Cameco) I VESCOVI RICHIAMANO L’ATTENZIONE DEL GOVERNO SULLA PIAGA DELLA CORRUZIONE IN CAMERUN YAOUNDÉ, 16 gen „98 - La Chiesa del Camerun intende attirare l'attenzione del governo sul grave problema della corruzione nel paese. Non può agire direttamente sul terreno politico, ma mobiliterà la popolazione, coinvolgendo in particolare i giovani "nella lotta contro la menzogna e la corruzione". Lo ha dichiarato dalle antenne di "Radio France Internationale" mons. André Wouking, presidente della Conferenza episcopale del Camerun. La corruzione, ha affermato mons. Wouking, coinvolge ogni settore della società camerunese e, cosa più grave, avviene ormai alla luce del sole "sotto gli occhi di tutti". Non é la prima volta che i vescovi del Camerun, insieme alle 15 altre chiese cristiane, denunciano il grave fenomeno, che ha raggiunto, come in altri paesi africani, livelli ormai intollerabili, diventando uno dei principali ostacoli allo sviluppo socio-economico del Camerun. Durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 12 ottobre scorso essi avevano invitato i cittadini a non recarsi alle urne, denunciando la mancanza di trasparenza e gravi irregolarità. (Apic) INCONTRO ANNUALE DEI VESCOVI DEDICATO AL TEMA DEL BUON GOVERNO EDEA, 19 gen „98 - Dal 3 al 10 gennaio si è tenuto a Edea l‟incontro annuale dei vescovi del Camerun dedicato al tema del buon governo. I vescovi hanno parlato delle strategie per migliorare l‟amministrazione della cosa pubblica in modo che tutti i membri della Chiesa e della società possano lavorare insieme nella pace, nel rispetto della dignità e dei doveri di ciascuno. Per i presuli non mancano motivi di ottimismo: ad esempio, nell‟ambito sociale, il recente annuncio dell‟avvio di un tavolo di dialogo tra le parti politiche camerunesi, la promettente ripresa dell‟economia che potrebbe avere ricadute positive su tutti e, nell‟ambito ecclesiale, l‟autonomia finanziaria raggiunta da un numero crescente di parrocchie. Tuttavia - avvertono - resta ancora molto da fare: continuano, infatti, le intimidazioni, gli arresti arbitrari, la pratica diffusa delle detenzioni cautelari eccessivamente lunghe, la corruzione, le tangenti, le appropriazioni indebite. Di qui il reiterato impegno dei vescovi ad educare i fedeli ai loro diritti e doveri di cittadini, perché diventino costruttori di pace e giustizia nella Chiesa, come nella società. (Programma Francese Africa) LE COMMISSIONI GIUSTIZIA E PACE DELL’ACERAC RIUNITE A YAOUNDÉ YAOUNDÉ, 29 set „98 - L‟Università cattolica di Yaoundé ha recentemente ospitato il secondo incontro delle Commissioni della Giustizia e della Pace dell‟Acerac, l‟Associazione delle Conferenze episcopali della Regione dell‟Africa Centrale. All'Acerac aderiscono gli Episcopati del Camerun, della Repubblica Centro-Africana, del Congo Brazzaville, del Gabon, della Guinea Equatoriale e del Ciad. Di questi, tre - ossia il Camerun, il Ciad e la Repubblica Centrafricana - hanno già istituito le proprie Commissioni nazionali della giustizia e delle 16 pace. La riunione ha discusso delle strategie per favorire la collaborazione e il sostegno reciproco tra i cristiani dell‟Africa centrale impegnati nella difficile battaglia per la promozione della giustizia. Al termine dell‟incontro i partecipanti hanno riconosciuto che la pace e la giustizia sono un obiettivo ancora lontano nei Paesi dell'Africa centrale, dominati come sono dalla corruzione, dalla povertà e da guerre fratricide. (Programma Francese Africa) SI DIFFONDONO LE “COMUNITÀ ECCLESIALI VIVENTI” FONDAMENTO DEL CONCETTO DI CHIESA-FAMIGLIA DI DIO MAROUA-MOKOLO, 23 ott. ‟98 - Le Comunità Ecclesiali Viventi (Cev) sono una realtà che va diffondendosi anche in Camerun. Nate per rispondere meglio al bisogno dei fedeli di vivere più intensamente la vita della Chiesa come Famiglia di Dio e quindi per promuovere una maggiore capillarità e radicamento territoriale della Chiesa tra la popolazione, esse hanno ricevuto un nuovo grande impulso dall‟Esortazione Apostolica post-sinodale “Ecclesia in Africa”. L‟assemblea sinodale ha infatti “riconosciuto che la Chiesa come Famiglia potrà dare la sua piena misura di Chiesa solo ramificandosi in comunità sufficientemente piccole per permettere strette relazioni umane” (Ecclesia in Africa, 89). Così anche in Camerun diverse diocesi hanno intrapreso quest‟anno questa nuova esperienza ecclesiale: si tratta delle diocesi di Garoua, Maroua-Mokolo, Ngaoundere et Yagoua nel nord del Paese. Nello spirito del Sinodo per l‟Africa, le nuove comunità vogliono essere luoghi privilegiati “di evangelizzazione per portare la Buona Novella agli altri; di preghiera e di ascolto della Parola di Dio; di responsabilizzazione dei suoi membri stessi; di apprendistato di vita ecclesiale; di riflessione sui vari problemi umani, alla luce del Vangelo”. Ma soprattutto in esse i fedeli si impegnano “a vivere l'amore universale di Cristo, che trascende le barriere delle solidarietà naturali dei clan, delle tribù o di altri gruppi d'interesse” (Ecclesia in Africa, 89). (Programma Francese Africa) PER IL GIUBILEO I VESCOVI DEL CAMERUN ORGANIZZANO UN FORUM NAZIONALE DEI LAICI DEDICATO ALLA PROMOZIONE DEL RUOLO DEI LAICI NELLA CHIESA YAOUNDÉ, 4 lug 00 - Alla fine di luglio il Forum Nazionale dei Laici Si svolgerà a Mbalmayo, in Camerun, dal 27 al 30 luglio il Forum Nazionale dei Laici, una manifestazione voluta dalla Conferenza 17 Episcopale Camerunese per "esaminare il ruolo dei Laici, nella Chiesa e nella società, alla luce delle loro responsabilità di testimoni di Cristo e del Vangelo" e inserita nei "grandi incontri ecclesiali per il Giubileo". Lo afferma in una nota l'Agenzia Misna, spiegando che il Forum è stato preparato da una serie di celebrazioni in onore dei primi catechisti laici camerunesi, svoltesi tra maggio e giugno a Yaoundé e Doula. Queste "sono servite, da una parte a venerare i primi testimoni laici del Vangelo, veri padri fondatori della Chiesa in Camerun; dall'altra, ad associare la loro memoria alle celebrazioni giubilari". (Tertium Millennium) I VESCOVI TORNANO A PARLARE DELLA PIAGA DELLA CORRUZIONE YAOUNDÉ, 14 dic 00 - In una recente lettera pastorale, i vescovi del Camerun hanno affrontato il problema della corruzione nel paese. "La corruzione – annotano - è diventata il nostro modo di vita. A volte si ha l'impressione che sia tollerata, che sia stata istituzionalizzata, e che faccia ormai parte del nostro sistema di governo". I ragazzi del paese nascono e crescono in un clima di corruzione che modifica le loro coscienze. I vescovi cameruniani spiegano che la corruzione viene dall'alto. Alcune persone facoltose sono implicate in questo scandalo. Questa situazione viene accettata come normale modo di vita, tanto è vero che i colpevoli di tale condizione non provano alcun rimorso se i giovani crescono in un clima di corruzione. Conseguenza di ciò è che nella società cameruniana "ognuno sembra sia obbligato a corrompere o ad essere corrotto". Per i vescovi la corruzione non risparmia alcun settore sociale, tanto meno la Chiesa. "É la cupidigia, l'amore per il denaro che ha creato la corruzione". I vescovi chiedono ai mezzi di comunicazione pubblici e privati di intraprendere una campagna permanente per la lotta contro questa catastrofe. (Dia) FINALMENTE INAUGURATO DAI VESCOVI NUOVO SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA REGINA DEGLI APOSTOLI YAOUNDÉ, 30 gen 01 - Doveva essere consacrato nel dicembre 1998 dall'allora vescovo di Yaoundé, mons. Jean Zoa, oggi scomparso, che ne aveva benedetto la prima pietra il 15 agosto 1990. Il Santuario di Nostra Signora Regina degli Apostoli è stato invece solennemente inaugurato dai vescovi del Camerun, il 5 gennaio scorso, alla chiusura del Giubileo. La Santa Messa di dedicazione, cui ha partecipato una 18 folla numerosa, è stata presieduta da Mons. André Wouking, succeduto nel frattempo alla guida dell'arcidiocesi. Costato 5 miliardi di franchi francesi, l'imponente costruzione domina la capitale camerunese dalla collina di Mvolyé. L'edificio è stato quasi interamente costruito con materiali locali, fatta eccezione del rame per il tetto e del marmo che ricopre le dodici colonne portanti che lo sostengono. Il santuario può accogliere 5000 fedeli e conta ben 21 porte costruite con un pregiato legno locale. Il Tabernacolo e il Cristo, alla sinistra dell'Altare in granito, sono in bronzo. La storia della costruzione del Santuario di Yaoudné (foto) è stata piuttosto tormentata. Avviata da Mons. Zoa nel 1990, essa fu bruscamente interrotta dopo la sua improvvisa morte sopravvenuta il 20 marzo 1998, a causa di difficoltà finanziarie. La costruzione del santuario è stata completata grazie alla perseveranza dell'Amministratore apostolico Mons. Joseph Atanga, subentrato temporaneamente a Mons. Zoa, e dell'attuale arcivescovo di Yaoundé, Mons. André Wouking. (Apic) LA CHIESA CATTOLICA IN CAMERUN PROMUOVE INSIEME A PROTESTANTI E MUSULMANI CAMPAGNA CONTRO TRIBALISMO E CORRUZIONE DOUALA, 26 apr 01 – Nel Camerun cattolici, evangelici e islamici sono mobilitati in una campagna contro il tribalismo e la corruzione. La campagna è iniziata il 15 aprile e si concluderà il 3 giugno. Le organizzazioni che vi partecipano sono per i cattolici Giustizia e Pace, per gli evangelici la Federazione delle Missioni e per i musulmani l‟Associazione Culturale Islamica del Camerun. I rispettivi presidenti insieme al cardinale Christian Tumi, arcivescovo di Douala, presiedono questa campagna di mobilitazione, che coinvolgerà le maggiori città camerunesi. Analoghe mobilitazioni si ebbero in Camerun nel 1998 sul tema dell‟impunità, nel 1999 sul debito estero e, l‟anno scorso, ancora sul trialismo. (Dia) IN UNA DICHIARAZIONE I VESCOVI DIPINGONO UN QUADRO PREOCCUPANTE DELLA SITUAZIONE DEL PAESE DOMINATO DA VIOLENZE, CORRUZIONE E INGIUSTIZIA SOCIALE YAOUNDÉ, 29 giu 01 – Insicurezza crescente, ingiustizia sociale, violazioni dei diritti umani, le forze di pubblica sicurezza coinvolte in atti di banditismo. Questa è la situazione del Camerun oggi come la 19 dipingono i vescovi in una dichiarazione diffusa il 27 giugno. La Conferenza episcopale camerunese non ha peli sulla lingua nel denunciare atti di banditismo come gli “odiosi” sequestri, le ruberie, gli attacchi per strada talvolta mortali, le violenze sessuali, le rapine a mano armata con scasso. Di fronte a questa dilagante insicurezza, annotano i vescovi, l‟istituzione due anni fa di un corpo speciale di polizia non ha sortito effetti. Anzi, risulta che in taluni atti di banditismo la polizia è complice. Ci sono preti che hanno denunciato come dei poliziotti abbiano venduto le proprie armi a banditi o le abbiano prestate a detenuti per evadere. I malfattori, una volta arrestati, vengono rimessi presto in libertà su cauzione. Nella rete finiscono i pesci piccoli, quelli grandi stanno tranquilli. Chi ci rimette in questa triste situazione sociale sono i cittadini innocenti, che sono “puniti ed anche uccisi”. Da qui l‟appello dei vescovi del Camerun ad instaurare nel paese uno stato di diritto, dimodoché “ogni persona, anche accusata di crimini gravi, possa aver diritto ad un equo processo”. L‟appello è anche per il rispetto dei diritti umani. I vescovi sono testimoni di numerose loro violazioni nel Camerun. Vi sono persone che vengono torturate, sebbene innocenti, per estorcergli confessioni, altre sono sparite. “Vogliamo la pace – reclamano infine a chiare note i vescovi del Camerun -, vogliamo la sicurezza, la prosperità del nostro paese”. (Apic) SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ E INCONTRO INTERRELIGIOSO ORGANIZZATO IN CAMERUN IN CONCOMITANZA CON GIORNATA DI ASSISI YAOUNDÉ, 19 gen 02 - In occasione della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, l'arcivescovo di Yaoundé in Camerun presiede, oggi 19 gennaio, una celebrazione ecumenica al santuario mariano di Mvolvé. Insieme ai cattolici vi prenderanno parte i protestanti, la Cameroun Baptist Convention, i pentecostali, membri della Federazione delle Chiese delle missioni evangeliche. Il Servizio per la pastorale ecumenica ed il dialogo dell'arcidiocesi ha già iniziato gli incontri tra le religioni cristiane, soprattutto celebrazioni ecumeniche e riflessioni sui problemi sociali e politici. Un incontro ecumenico e interreligioso è previsto per il 24 gennaio nella Cattedrale di Yaoundé in coincidenza con quello presieduto dal Papa ad Assisi. Il Gran Mufti del Camerun, Presidente del Consiglio superiore delle Moschee in Africa e Presidente dell'Organizzazione della Conferenza mondiale del Dialogo di scambio e della Cooperazione interreligiosa (Ocomdecir), 20 Cheikh Mounir, che non si potrà recare ad Assisi, ha comunque assicurato che sarà spiritualmente unito a quelli che vi si raduneranno. Inoltre ha promesso una grande mobilitazione dei musulmani per la giornata di preghiera del 24 gennaio. D'altronde non ha mai nascosto la sua ammirazione per il Santo Padre, rallegrandosi per le iniziative di incontro interreligioso. Su una popolazione di oltre 13 milioni e 600mila abitanti, il Camerun conta circa 3 milioni e mezzo di cattolici, la cui percentuale varia da diocesi a diocesi. In Camerun ci sono attualmente circa 10mila moschee, con altrettante scuole coraniche. (Fides) IL CARDINALE TOUMI DEFINISCE UNA VERGOGNA NAZIONALE IL RINVIO DELLE ELEZIONI POLITICHE DOUALA, 28 giugno 02. – Il cardinale Christian Toumi, arcivescovo di Douala, ha definito una vergogna nazionale il rinvio di una settimana delle elezioni in Camerun, a seggi elettorali appena aperti, il 23 giugno. L‟arcivescovo ha ricordato come migliaia di cittadini hanno dovuto fare inutilmente decine e decine di chilometri per raggiungere il seggio elettorale, per poi trovarlo chiuso. Il cardinale Toumi, con voce alterata, ricordando come il Presidente Paul Biya abbia minacciato sanzioni ai funzionari pubblici per il rinvio, ha detto di temere che le stesse autorità camerunesi non vogliono che le elezioni politiche abbiano luogo. Accuse analoghe piovono anche dai partiti di opposizione, che chiedono anche di rivedere le modalità di nomina dei supervisori governativi incaricati di verificare la regolarità delle elezioni nei principali seggi elettorali. (Dia) VESCOVI E OSSERVATORI CRISTIANI DENUNCIANO IRREGOLARITÀ NELLO SVOLGIMENTO DELLE ELEZIONI DEL 30 GIUGNO 2002 YAOUNDÉ, 9 lug 02 - Il Movimento degli Osservatori Cristiani del Camerun (Mooc, in sigla) ha rilevato "numerose irregolarità" nello svolgimento delle elezioni legislative e amministrative dello scorso 30 giugno. Lo ha dichiarato sabato scorso Titi Nwell, coordinatore dell'organo di controllo istituito dai vescovi camerunesi, che ha segnalato in particolare casi di corruzione attiva di elettori e di seggi elettorali fittizi. Nwell, che è anche coordinatore nazionale della Commissione Giustizia e Pace, ha affermato che il voto è stato falsato dalla prima fase del processo elettorale. Molti elettori hanno infatti 21 avuto difficoltà ad iscriversi alle liste elettorali e non hanno ricevuto le loro schede. La denuncia delle irregolarità è stata confermata dal Segretario generale della Conferenza episcopale camerunese, Mons. Patrick Lafon (foto), che in un comunicato parla di "gravi e molteplici attentati alla libertà di voto dei cittadini". La stessa selezione dei supervisori incaricati di controllare il regolare svolgimento della consultazione è avvenuta in modo discutibile. Degli ottocento candidati presentati dai vescovi, solo 50 sono stati accettati dalle autorità camerunesi. Come si ricorderà, proprio il ritardo nella distribuzione delle schede elettorali era stato addotto come motivo della sospensione delle elezioni lo scorso 24 giugno, decisa dal presidente Paul Biya ad urne già aperte. Una decisione duramente criticata dal Cardinale Christan Tumi, arcivescovo di Douala, che aveva definito il rinvio una vergogna nazionale. In questo contesto, è apparso una stonatura un comunicato governativo. "L'interesse dimostrato nei confronti dell'evoluzione del nostro processo democratico da parte di diverse realtà laiche e religiose - si legge nella dichiarazione del ministro della comunicazione, Jacque Fame Ndongo - è lodevole nella misura in cui queste associazioni vorranno contribuire al miglioramento dei comportamenti e delle pratiche dei cittadini camerunesi rispetto ai loro diritti e doveri". "Il capo di Stato – aggiunge il ministro - invita tutte le forze vive della nazione ad incrementare l'impegno in materia di formazione civica e morale della popolazione, in vista della salvaguardia e del rafforzamento della nostra giovane democrazia". (Apic, Misna) SECONDO IL CARD. TOUMI LE RESPONSABILITÀ DELLE ATTUALI TENSIONI NEI PAESI DELL’AFRICA CENTRALE SONO DELLE LORO CLASSI DIRIGENTI YAOUNDÉ, 10 gen 03 - Le tensioni che oggi minacciano la pace in Africa centrale non potranno essere risolte finché non cambierà la mentalità delle classi politiche che governano i Paesi della regione. Ad affermarlo in un‟intervista al settimanale cattolico congolese “La Semaine Africane” è il Cardinale Christian Tumi, arcivescovo di Douala, in Camerun. L‟intervista è stata rilasciata durante la sua visita in Congo-Brazzaville per l‟inaugurazione a Pointe-Noire dell‟Istituto Superiore di Tecnologia dell‟Università Cattolica dell‟Africa Centrale di cui è Gran Cancelliere. Nell‟intervista il cardinale Toumi ha evidenziato le gravi responsabilità delle classi dirigenti nell‟instabilità della 22 regione. Secondo il porporato all‟origine di questa situazione vi è l‟ambizione di potere e la corruzione dei politici che una volta al potere si ritengono autorizzati a disporre del bene comune a loro piacimento. Finché questo problema non verrà risolto, sottolinea, non ci sarà pace in questi Paesi e la sua soluzione è possibile solo con elezioni trasparenti. Egli ha quindi rivendicato ai vescovi il diritto e il dovere di criticare, come cittadini e pastori, quello che non va nei propri Paesi. I vescovi, ha detto, non possono essere relegati alle sagrestie, come vorrebbero i leader politici, “perché Gesù ci ha inviati ai quattro angoli del mondo”. Parlando in particolare della situazione politica in Camerun, egli ha annunciato che l‟episcopato pubblicherà a breve il rapporto dei suoi osservatori sulle elezioni legislative e amministrative dello scorso giugno. Come è noto, la Chiesa camerunese aveva seguito con grande attenzione la consultazione elettorale, denunciando numerose irregolarità. Riferendosi, infine, all‟apertura del nuovo Istituto di Tecnologia dell‟Università cattolica dell‟Africa Centrale, il Cardinale Toumi ha sottolineato che il suo obiettivo è di avviare delle scuole superiori e degli istituti tecnici che rispondano alle esigenze economiche della regione. (Dia) IN VISTA DELLE PRESIDENZIALI DEL 2004 IL CARD. TUMI CHIEDE LA MASSIMA TRASPARENZA DOUALA, 6 set 03 - “Le elezioni camerunensi si devono tenere nella massima trasparenza. Un voto male organizzato rischia di fomentare tensioni che bisogna evitare in ogni modo”. Lo ha detto il cardinale Christian Wiyghan Tumi, arcivescovo di Douala, capitale economica del Camerun, riferendosi alle elezioni presidenziali previste per l‟ottobre 2004. Con l‟occasione il porporato ha tenuto a rettificare alcune dichiarazioni che gli sono state attribuite da un nuovo mensile locale, „La Paix‟, che sostiene di averlo intervistato mentre lui afferma di aver avuto con i suoi redattori un colloquio informale risalente a due mesi fa. Secondo il giornale, il cardinale avrebbe affermato che una cattiva organizzazione della tornata elettorale è in grado di provocare una “guerra” nel Paese. Avrebbe inoltre lasciato intendere che in Camerun il potere è concentrato nelle mani di una sola tribù. Ieri il ministero camerunense della Comunicazione ha diffuso un lungo comunicato in cui esprimeva condanna per la “visione apocalittica” di un “alto esponente della Chiesa cattolica”, definita “estremamente grave” e in grado di “rimettere in discussione la pace, la stabilità e la coesione sociale”. “Ho effettivamente parlato con questo giornale circa 23 due mesi fa, ma non sono stato informato che l‟intervista sarebbe stata pubblicata” ha precisato il cardinale Tumi, aggiungendo di “aver convocato la direzione per chiedere spiegazioni”. “La mia posizione sulle elezioni – ha aggiunto – è ben nota: devono essere libere, giuste e trasparenti, perché questo è fondamentale per il bene della nazione. Ritengo comunque che le affermazioni riportate da „La Paix‟ sulla „visione etnicà del potere non corrispondano al mio pensiero. Io ho invece detto che in Camerun ci sono 230 etnie diverse che si comportano come un‟unica entità. È un commento positivo, che non significa assolutamente che il potere sia concentrato nelle mani di una sola etnia”. (Misna) NUOVO ARCIVESCOVO DI YAOUNDÉ, MONS. TONYÉ BAKOT, RIBADISCE RISPETTO DELL’INDIPENDENZA E DELL’AUTONOMIA DI STATO E CHIESA YAOUNDÉ, 29 nov 03- In Camerun, il nuovo arcivescovo di Yaoundé, Mons. Tonyé Bakot (foto), ha preso possesso della sede arcivescovile la settimana scorsa, succedendo a Mons. André Wouking, deceduto un anno fa. Alla cerimonia, cui hanno assistito anche alcuni esponenti del governo, il nuovo arcivescovo non ha mancato di fare un accenno ai rapporti tra Chiesa e potere politico per ribadire che esse sono ciascuna nel suo ambito indipendenti ed autonome. Implicito il riferimento alle tensioni con il governo del Presidente Paul Biya per le posizioni critiche espresse a più riprese al suo operato, in particolare dal cardinale arcivescovo di Douala Christian Tumi. La Chiesa, ha affermato Mons. Bakot, “in ragione del suo mandato e della sua competenza, non si confonde in alcun modo con la comunità politica e non è legata ad alcun particolare sistema politico, perché essa è ad un tempo il segno e la salvaguardia del carattere trascendente della persona umana”. Pur nella loro rispettiva autonomia, ha precisato, Chiesa e politica sono comunque “a diverso titolo al servizio della vocazione personale e sociale delle stesse persone”. Secondo quanto riferisce il giornale locale “Le Quotidien Mutations”, il nuovo arcivescovo di Yaoundé dovrà affrontare diverse questioni lasciate in sospeso dal predecessore, in particolare alcune controversie con il clero diocesano della capitale e una difficile situazione finanziaria. L‟arcidiocesi di Yaoundé conta 687mila fedeli su una popolazione di un milione e mezzo di abitanti, distribuiti in 123 parrocchie e assistiti da 105 sacerdoti diocesani e 179 sacerdoti religiosi. (Dia) 24 RIPRENDONO LE TRASMISSIONI DI RADIO “VERITAS” SOSPESE DAL GOVERNO IN RISPOSTA ALLE CRITICHE AL PRESIDENTE BIYA DEL CARD. TUMI DOUALA 17 dic 03 - - "Veritas", la radio cattolica fondata in Camerun dal cardinale Christian Wiyghan Tumi, arcivescovo di Douala, può riprendere le trasmissioni. Lo ha annunciato a Parigi l'organizzazione in difesa dei giornalisti "Reporters sans frontières" (Rsf). La radio, che copriva l'area di Douala e dei suoi dintorni, è stata fatta chiudere il 14 novembre scorso, su ordine del ministro delle comunicazioni Jacques Fame Ndongo. In tre anni di vita, l'emittente cattolica ha dovuto sospendere per due volte le trasmissioni. Le sospensioni sono state interpretate come una risposta del presidente camerunense Paul Biya alle critiche mosse al suo operato politico dallo stesso arcivescovo. "Reporters sans frontière" annota che l'autorizzazione a "Veritas" di riprendere le trasmissioni è stata data sotto certe condizioni. Vale a dire che la radio deve rispettare il proprio "carattere confessionale" e sottomettersi alla "tutela dell'arcidiocesi di Douala". L'entrata in servizio di "Veritas" è frutto della liberalizzazione in Camerun del settore audiovisivo secondo una legge varata nel 1990. Il decreto esecutivo è stato però pubblicato soltanto dieci anni dopo, nel 2000. Un'altra emittente camerunense, "Freedom FM", varata dal giornalista Pius Njawé del gruppo "Le Messager" è da un anno che è costretta a tacere per le sue critiche al governo. (Apic) IL CARDINALE TUMI SMENTISCE VOCI SU SUA CANDIDATURA A PRESIDENZIALI DEL 2004 YAOUNDE, 8 gen 04 - In Camerun, il cardinale arcivescovo di Douala Christian Wiyghan Tumi ha ufficialmente smentito le voci che lo volevano possibile candidato alle elezioni presidenziali del prossimo ottobre. In una dichiarazione mandata in onda lunedì dalla radio nazionale, il cardinale ha affermato che non sarà mai candidato, anche perché la sua condizione sacerdotale non glielo permetterebbe. La “discesa in campo” del porporato è stata caldeggiata in questi mesi dai partiti dell‟ opposizione che vedono in lui il migliore candidato per sconfiggere il regime autoritario del Presidente Paul Biya, al potere da un ventennio e apertamente criticato a più riprese dall‟arcivescovo di Douala. Ad alimentare questa speranza è stata anche un‟intervista ad ottobre al quotidiano diocesano “L‟Effort Camerounais”, in cui aveva lasciato intendere che poteva candidarsi se lo volesse. (Apic) 25 LA CHIESA CAMERUNESE LANCIA PROGRAMMA ANTICORRUZIONE IN COLLABORAZIONE CON I CRS, L’AGENZIA CARITATIVA DEI VESCOVI USA YAOUNDÉ, 20 gen 01 - La Chiesa del Camerun, in collaborazione con i “Catholic Relief Services”(Crs), l‟opera di carità dei vescovi degli Stati Uniti, ha lanciato uno speciale programma nazionale di prevenzione contro la corruzione nelle scuole. Il paese africano risulta essere tra i paesi più corrotti al mondo nella lista stilata ogni anno da “Transparency International”, l‟organizzazione internazionale di lotta contro la corruzione. L‟iniziativa, lanciata ufficialmente il 12 gennaio dall‟arcivescovo di Yaoundé, Mons. Tonyé Bakot alla presenza del Ministro dell‟Istruzione Emmanuel Ngafeson, si propone appunto di combattere il fenomeno alle radici. “Bisogna cominciare dalla scuola per raggiungere il resto della società”, spiegano i responsabili del Segretariato nazionale per l‟insegnamento cattolico (Seneca) sulle pagine del quotidiano camerunese “Mutations”. L‟età scolare è infatti “il momento della vita di una persona in cui si formano i valori e gli atteggiamenti che determineranno l‟insieme dei comportamenti dell‟età adulta”. I docenti si avvarranno di sussidi didattici di educazione civica corredati da supporti visivi, come striscioni, manifesti e altri gadgets. Al programma, la cui prima fase avrà una durata triennale, aderiscono 209 istitutivi educativi cattolici delle 23 diocesi del Camerun, per un totale di 93mila alunni, insegnanti e genitori. (Apic) LA CORRUZIONE É ENTRATA ANCHE NELLE SCUOLE CATTOLICHE: LO DENUNCIA IL SEGRETARIO NAZIONALE DELL’INSEGNAMENTO CATTOLICO YAOUNDÉ, 25 feb 04- La corruzione e l‟immoralità sono una piaga da cui non sono immuni neanche le scuole cattoliche in Camerun. A denunciarlo è il Segretario nazionale dell‟insegnamento cattolico, don Jean Claude Ekobena, che in un‟intervista al quotidiano locale “Mutations” illustra le attuali difficoltà in cui versano gli istituti scolastici cattolici nel paese africano. Tra queste appunto la facile corruttibilità dei docenti. “Gli insegnanti che lavorano da noi non vengono da Marte - spiega. Vivono nei quartieri, hanno i loro problemi e sono inevitabilmente tentati dalla corruzione”. Così alcuni presidi 26 possono pretendere denaro per le iscrizioni, altri docenti si fanno pagare per seguire meglio alcuni alunni. Si tratta di “una realtà purtroppo innegabile”, ha ammesso il sacerdote, per il quale essa può essere in parte spiegata con i bassi stipendi degli insegnanti. Un problema a sua volta collegato alle difficoltà finanziarie in cui versano le scuole cattoliche a causa delle insufficienti sovvenzioni statali a fronte di un calo costante delle iscrizioni soprattutto nelle campagne. Un altro problema riguarda il contenuto dell‟insegnamento istituti educatici cattolici in Camerun, in particolare i valori religiosi e morali che propongono ai giovani. Questo, spiega don Ekobena, non è mutato, sono invece cambiate le nuove generazioni, che oggi sono più esposte agli stimoli negativi dei media e di internet. Proprio per contrastare la piaga della corruzione, il mese scorso la Chiesa locale, in collaborazione con il Ministero dell‟educazione, ha messo a punto uno speciale programma di prevenzione nelle scuole. Al programma aderiscono 209 istitutivi educativi cattolici per un totale di 93mila alunni, insegnanti e genitori. (Apic) I VESCOVI SUL CORRETTO SVOLGIMENTO DELLE PRESIDENZIALI DEL 2004 YAOUNDÉ, 6 mag 04 - I vescovi del Camerun chiedono l‟istituzione di una commissione elettorale indipendente che garantisca il corretto e trasparente svolgimento delle elezioni presidenziali dell‟ottobre prossimo. Un rapporto presentato nei giorni scorsi a Yaoundé dalla Commissione episcopale della Giustizia e della Pace conferma, infatti, che le elezioni legislative e amministrative del giugno 2002 sono state segnate da numerose gravi irregolarità che ne hanno di fatto falsato i risultati. Il documento parla di liste elettorali deliberatamente incomplete, di oppositori esclusi dal voto, di schede elettorali insufficienti, di candidati dell‟opposizione discriminati. Secondo il rapporto, intitolato: “Le elezioni municipali e legislative del 2002 in Camerun: la legge, il reato e la giustizia”, appena il 30 per cento degli aventi diritto al voto ha potuto essere regolarmente iscritto alle liste elettorali, grazie anche alla voluta disinformazione dei cittadini. Numerosi elettori non hanno poi potuto ricevere le loro schede elettorali, mentre altri invece hanno votato più volte. Il tutto in flagrante violazione della legge e con la complicità degli amministratori locali. Le frodi, denuncia il documento, hanno segnato tutto il processo elettorale fino allo scrutinio dei voti. La decisione di pubblicare adesso il rapporto, ha spiegato il coordinatore della 27 Commissione episcopale Pierre Titit Nwel, è motivata dalla volontà dei vescovi di sensibilizzare per tempo l‟opinione pubblica e le autorità del Paese in modo che simili frodi non si ripetano alle prossime presidenziali di ottobre. (Apic) IL CARD. TUMI SCETTICO SU CREDIBILITÀ DEI RISULTATI DELLE ELEZIONI DEL 2004 YAOUNDE, 19 ott 04 - Il cardinale Christian Tumi, arcivescovo di Douala, si è detto scettico sulla credibilità dei risultati delle elezioni dell‟11 ottobre che hanno confermato Presidente Paul Biya, al potere da 22 anni. Secondo il cardinale, “Non ci sono mai state elezioni trasparenti in Camerun dall‟indipendenza”. “Non penso neanche che i capi di stato africani della generazione del Presidente Biya accetterebbero di lasciare il potere dopo il verdetto delle urne”, ha commentato l‟arcivescovo, che ha più volte criticato in passato il governo in carica. In una dichiarazione dall‟agenzia di informazione dell‟Onu Irin, il cardinale Tumi non ha risparmiato critiche neanche all‟opposizione che, ha detto, passa il suo tempo “a criticare il regime, ma non ha un programma chiaro per il futuro del Paese”. (Apic) 11 FEBBRAIO 2005: A YAOUNDE' LA 13ESIMA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO "Eucaristia, farmaco di vita e di speranza" è il tema della 13ª Giornata mondiale del malato che si celebrerà l'11 febbraio 2005. Nell'indire la Giornata, Giovanni Paolo II ha scritto, l'8 settembre 2004, un messaggio dal titolo "Cristo, speranza per l'Africa". La sede ufficiale della celebrazione della Giornata è stata la città di Yaoundé. Nel messaggio, da un lato Giovanni Paolo II è tornato a richiamare l'attenzione sull'Africa, vincendo il silenzio che circonda i popoli e le vicende di questo continente. Dall'altro, ha anche messo in luce due gravi emergenze: la prima, di porre fine ai conflitti che insanguinano diversi Paesi africani e la seconda di lottare per fermare l'Aids, malattia che sta mietendo milioni di vittime specie, appunto, nel continente nero. Il Papa ha mostrato come ci sia uno stretto legame tra le guerre e la diffusione delle malattie: "I conflitti e le guerre, che travagliano non poche Regioni africane – ha sottolineato – rendono più difficili gli interventi volti a prevenire e curare queste malattie. Nei campi dei profughi e dei rifugiati giacciono spesso persone prive persino dei viveri indispensabili per la sopravvivenza". Il Papa ha 28 richiamato poi il dovere di arginare la diffusione dell'Aids, oltre che tramite le cure appropriate, "soprattutto mediante una condotta sessuale responsabile e l'osservanza della virtù della castità". Il Papa ha aiutato poi i fedeli a comprendere il profondo senso pastorale di questa Giornata: "Nella nostra epoca segnata da una cultura imbevuta di secolarismo, si è talora tentati di non valorizzare appieno tale ambito pastorale. Si pensa che altri siano i campi in cui si gioca il destino dell'uomo. Invece è proprio nel momento della malattia che si pone con più urgenza il bisogno di trovare risposte adeguate alle questioni ultime riguardanti la vita dell'uomo: sul senso del dolore, della sofferenza e della stessa morte". L'insegnamento pontificio, che ha preso particolare rilievo in quei giorni di ricovero del Papa in ospedale, si è sviluppato poi nella direzione dell'annuncio di Cristo, "speranza della vera e piena salute": "Non c'è contraddizione fra salute terrena e salute eterna, dal momento che il Signore è morto per la salute integrale dell'uomo e di tutti gli uomini". (Sir 4 febbraio 2005) RIUNIONE DEI VESCOVI PER IL DECENNALE DELLA “ECCLESIA IN AFRICA” YAOUNDÉ 17 set. 05 -Si chiude oggi a Yaoundé, la capitale del Camerun, un incontro di vescovi della regione africana dedicato alla Esortazione Apostolica "Ecclesia in Africa" nel decennale della pubblicazione. Salutati dai confratelli del Camerun sono giunti a Yaoundé vescovi dalla Nigeria, dalla Sierra Leone, dalla Repubblica Centrafricana e dal Togo. La stampa locale ha dato risalto a questo incontro. Il quotidiano nazionale "Cameroon Tribune" ha sottolineato che l'esortazione ha introdotto notevoli cambiamenti nel paese. Per esempio, i seminaristi partecipano a corsi di lingue autoctone a Garua, nel nord, per favorire l'inculturazione del Vangelo. Ancora: i fedeli delle tribù Beti possono introdurre nei riti esequiali l'Esani, una danza rituale funebre. (Apic) IN PREPARAZIONE ALLA PASQUA LE CHIESE CRISTIANE LANCIANO INSIEME A MUSULMANI CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE CONTRO LA VIOLENZA YAOUNDÉ, 28 feb 06. - In Camerun le organizzazioni cristiane, musulmane e della società civile si sono unite per lanciare una vasta campagna nazionale di sensibilizzazione della popolazione contro la 29 violenza. Alla campagna hanno aderito il Servizio nazionale della giustizia e della pace della Conferenza episcopale, il Consiglio delle Chiese protestanti del Camerun (Cepca), il Servizio ecumenico per la pace (Sep), il Consiglio superiore islamico del Camerun (Csic) e un‟organizzazione non governativa laica. L‟iniziativa si inserisce nell‟ambito della “Settimana per la Pasqua” promossa ogni anno dalle Chiese cristiane camerunesi nel periodo di Quaresima. Il tema scelto per l‟edizione 2006 è appunto “Le autorità tradizionali motore della lotta contro la violenza e per la costruzione della pace in Camerun”. La Settimana è iniziata con un forum svoltosi dal 24 al 26 febbraio a Ebolowa, nel sud del Camerun. Vi hanno partecipato 300 capi-villaggio che hanno parlato del ruolo dei capi tradizionali nella promozione della cultura della non violenza in Camerun e in Africa. Al centro della riflessione sono state in particolare le violenze contro le donne. Ad ispirare il tema della campagna è stato un grave episodio di cronaca avvenuto qualche settimana fa e che ha suscitato viva emozione in Camerun: il linciaggio di un capo-villaggio da parte di una folla inferocita, fatto inedito in un Paese dove l‟autorità tradizionale gode di un particolare rispetto e venerazione e quindi un preoccupante segnale di degrado del tessuto sociale camerunese. (Le Messager) DISCORSI AI VESCOVI IN VISITA “AD LIMINA” APOSTOLORUM Sabato, 13 novembre 1982 Cari fratelli nell’Episcopato. La vostra riunione di oggi, attorno al successore di Pietro, è certamente un motivo di grande gioia per voi, e anche per tutti i fedeli affidati alla vostra vigilanza e attenzione pastorali. Desidero, e domando al Signore, che questo incontro fraterno trovi una eco nel cuore di tutti gli abitanti del Camerun - cristiani e non - che saranno felici e confortati di sapere che la Chiesa in Camerun è presente nel pensiero e nella preghiera del Papa e, con il volto e il dinamismo che le sono propri, nel grande àmbito della Chiesa universale. L’evangelizzazione (.) Sono solo cento anni che il seme del Vangelo è stato gettato in terra del Camerun e coltivato da uomini pieni di fede e di amore, come i Padri Pallottini, i Padri dello Spirito Santo, i Missionari di Mill30 Hill, gli Oblati di Maria Immacolata, i sacerdoti del Sacro Cuore, e molti altri sacerdoti, i religiosi, le religiose di numerosi Istituti e ora anche i collaboratori laici. (.) Voi siete una Chiesa in piena crescita, e vi auguro di continuare ad esserlo.(.) Infatti, vi è ancora molto da fare per annunciare il Vangelo - e anche talvolta il primo annuncio - alle persone e ai gruppi etnici del Camerun. Vi è soprattutto una seconda tappa, che è quella dell'evangelizzazione in profondità della cultura, delle culture africane, dei costumi, delle mentalità, affinché la Chiesa assuma sempre più il suo volto africano, a partire dall'unico fondamento che è Gesù Cristo, Salvatore di tutta l'umanità, e coerentemente con ciò che la tradizione vi ha attinto di essenziale nel corso dei secoli, e in comunione con la Chiesa d'oggi. Lo sradicamento dalle tradizioni (.) Il Camerun conosce inevitabilmente, come tutti i paesi africani, tensioni che provengono dalle molteplici influenze che assalgono l'uomo moderno e scuotono la civilizzazione tradizionale. Bisognerà fare sempre più i conti con lo sradicamento e i cambiamenti prodotti dall'urbanizzazione, la penetrazione dei mass media, certe conseguenze della cooperazione; insomma, tutta una evoluzione socio-economica che avrà bisogno dei cristiani, come di uomini di buona volontà preoccupati del bene del paese, di sforzi particolari per prevenire o guarire le ferite materiali e morali, che ne risulteranno, assicurare un progresso armonioso nella giustizia, salvaguardare e sviluppare i valori umani e spirituali autentici. La Chiesa in Camerun (.) E ora, diciamo una parola sulle forze vive e sulle risorse della Chiesa in Camerun. Voi beneficiate ormai di una ripartizione delle diocesi e delle province ecclesiastiche che meglio corrisponde al carattere di ciascuna regione e vi permette di esercitare il vostro ministero episcopale in un modo più adatto alle popolazioni così diverse nelle loro numerose etnie. È certamente un beneficio, del resto apprezzato dai vostri compatrioti. E nello stesso tempo, voi risentite la necessità di fortificare l'unità, ancora fragile, tra tutte le diocesi, e la vostra Conferenza Episcopale vi si impegna attivamente. Questa unione è richiesta dalla natura stessa della Chiesa, che è comunione di comunità; essa servirà moltissimo all'azione evangelizzatrice, e assicurerà la solidarietà necessaria tra forze apostoliche ineguali; sarà anche di esempio e stimolo per la concordia 31 e la collaborazione civiche tra i vostri concittadini. Il ruolo del paese nella Chiesa d’Africa (.) Il Camerun è spesso scelto come luogo di incontro tra africani, particolarmente per congressi. Il vostro episcopato trova forse più difficilmente l'occasione di lavorare in comune con gli altri Vescovi della regione, francofoni o anglofoni. Ma nonostante ciò, come dubitare che il Camerun abbia un ruolo suo proprio da giocare in Africa, in solidarietà con altri paesi, e più particolarmente nella Chiesa d'Africa? I sacerdoti Una delle vostre fondamentali preoccupazioni è quella della vita e dell‟efficacia spirituale dei vostri primi collaboratori, i sacerdoti. In questi ultimi tempi, avete lanciato un'inchiesta al fine di rendervi meglio conto delle condizioni della loro esistenza, sul piano dei loro bisogni materiali, della loro cooperazione fraterna, della loro vita spirituale. Vi incoraggio a rimanere molto vicini a tutti i vostri sacerdoti, a coloro che sono nativi del Camerun e che, grazie a Dio, sono molto numerosi, e a coloro che sono venuti dall'estero, religiosi o sacerdoti Fidei Donum. L'aiuto di quest'ultimi è sempre ben accolto, e ancora assolutamente necessario. I laici (.)Con voi mi auguro ugualmente che i laici in generale, uomini e donne, assumano una parte sempre più grande nelle responsabilità che li riguardano all'interno della Chiesa. Le donne, per esempio, potrebbero aiutare tantissimo le loro giovani compagne a prepararsi al loro ruolo di spose e di madri cristiane. Voi stessi cercate di incoraggiare questo apostolato dei laici a livello della Conferenza, poiché avete istituito la Commissione Episcopale "evangelizzazione, apostolato dei laici e comunità cristiane". Così, come in un corpo, per riprendere il paragone di san Paolo, ogni membro, animato dalla fede e dall'amore che vengono dallo Spirito Santo, metterà i suoi doni al servizio della comunità. La famiglia La prima comunità che educa gli uomini e i cristiani è evidentemente la “famiglia”. Voi attribuite un grande valore alla testimonianza delle famiglie cristiane in cui può incarnarsi, nel rispetto della fecondità, l‟alleanza indefettibile di un uomo e di una donna, ad immagine di 32 quella che Dio ha costituito con l‟umanità in Gesù Cristo. Voi avete consacrato tre Assemblee Episcopali a questo tema. Ma molte famiglie non arrivano a questo livello, o non vi perseverano, per numerose difficoltà, abitudini o tentazioni, alle quali voi vorreste rimediare. Resta anche il problema di integrare nel matrimonio cristiano le pratiche del matrimonio tradizionale nella misura in cui esse possono accordarsi con il dono totale e definitivo degli sposi tale quale Cristo l‟ha voluto. Possiate convincere i vostri fedeli, con una predicazione assidua e una formazione a tutti i livelli, che tutti gli forzi compiuti per elevarsi alle esigenze del matrimonio cristiano sono di fatto garanzia di felicità, di vera promozione e della dignità degli uomini e delle donne, in Africa come ovunque! (…) Martedì, 1° giugno 1999 (.) In questi ultimi anni la Chiesa cattolica ha dato prova nel vostro Paese di una bella vitalità apostolica, che si è tradotta soprattutto nella creazione di diverse nuove Diocesi e di una nuova provincia ecclesiastica. (.) Mantenendo vivo il ricordo del mio viaggio a Yaoundé in occasione della chiusura del Sinodo africano, auspico vivamente che l'esortazione Apostolica Ecclesia in Africa sia per ognuno di voi la carta del proprio impegno pastorale e missionario. Oggi le comunità cristiane hanno bisogno di Pastori che siano uomini di fede, umili e coraggiosi, capaci di discernere, in un atteggiamento di accoglienza e di dialogo con tutti, i segni dell'avvento del Regno di Dio e di adoperarsi per la sua diffusione. In situazioni umane spesso difficili, segnate soprattutto dalla crisi economica e dalla povertà di numerosi settori della popolazione, essi devono essere seminatori di speranza. Con le loro parole chiare e vere, senza impedimento di alcun genere, sapranno essere per i cattolici, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, guide sicure nella ricerca della verità. I sacerdoti (.) Nella missione di far nascere e di formare il popolo di Dio, i vostri sacerdoti occupano un posto particolare. Li saluto cordialmente e li incoraggio a essere sempre e in tutte le situazioni ministri credibili e generosi di Cristo e della sua Chiesa, preoccupandosi di accrescere senza posa la comunione con voi. Nella società attuale, numerosi sono gli ostacoli alla fedeltà agli impegni presi il giorno dell'ordinazione; numerosi sono anche gli ostacoli che impediscono di considerare il 33 sacerdozio come un servizio a Dio, alla Chiesa e al mondo. Che i vostri sacerdoti non si perdano d'animo! Che trovino in voi dei fratelli attenti alle loro difficoltà, pronti ad accoglierli, ad avere fiducia in loro, ad aiutarli nel discernimento evangelico e a sostenerli vigorosamente nei loro sforzi tesi a una più grande santità di vita, che è la forma più alta di testimonianza in mezzo ai fedeli! I catechisti Perché la Chiesa possa radicarsi e crescere, i catechisti devono avere un ruolo determinante nella comunità cristiana. Sono loro profondamente grato per l'impegno missionario che hanno assunto in condizioni spesso difficili. Una preparazione dottrinale e pedagogica approfondita, un costante rinnovamento spirituale e apostolico, la necessità di offrire loro condizioni di vita degne, sono esigenze che devono essere fra le preoccupazioni principali dei Vescovi e dei sacerdoti che li seguono (cfr Enciclica Redemptoris missio, n. 73). In seno alle comunità, essi in effetti hanno la responsabilità di essere testimoni autentici del Vangelo mediante una vita personale e familiare esemplare che conferirà maggiore forza al loro insegnamento. I laici (.) La vocazione dei laici è di manifestare il loro essere cristiani nella vita sociale e nel servizio alla collettività. Attraverso la loro influenza e il loro impegno, contribuiscono a trasformare le mentalità e le strutture affinché siano più fedeli al disegno di Dio per la famiglia umana. A tal fine riceveranno una formazione che li aiuterà a condurre una vita cristiana armoniosa e a vivere le implicazioni sociali del Vangelo. Un'iniziazione seria alla dottrina sociale della Chiesa permetter à loro di apportare un contributo efficace allo sviluppo solidale della nazione, al quale tutti possono associarsi e partecipare attivamente. La ricerca del bene comune comporta anche il dovere di lottare coraggiosamente contro ogni forma di corruzione, di sperpero o di appropriazione indebita di ciò che appartiene alla collettività a vantaggio di pochi. Inculturazione (.) Le vostre Diocesi hanno già compiuto importanti sforzi per inculturare la fede cristiana, soprattutto nell'ambito della liturgia e della catechesi. Il modo di vivere la fede è sempre impregnato della cultura del proprio ambiente. Si può anche affermare che «la sfida 34 dell'inculturazione in Africa consiste nel far sì che i discepoli di Cristo possano assimilare sempre meglio il messaggio evangelico, pur restando fedeli a tutti i valori africani autentici » (Esortazione Apostolica Ecclesia in Africa, n. 78). Questo compito è un dovere quotidiano da adempiere con perseveranza in modo da permettere a tutti di ricevere il Vangelo nel più profondo del proprio essere e di consentirgli di recare frutti abbondanti. Il Camerun è una terra d'incontro, ricca di culture diverse. L'annuncio del Vangelo in ognuna di esse esige anche che i cristiani siano pronti ad apportare la verità rivelata da Dio in suo Figlio, venuto a condividere la nostra umanità. Ciò non impedisce alle culture di conservare un'identità propria e non crea divisioni al loro interno, in quanto la fede cristiana favorisce in esse ciò che è aperto all'accoglienza della piena verità. Essa invita anche a rispettare la loro diversità, vedendovi un segno dell'abbondanza dei doni fatti da Dio a ogni popolo. In questa prospettiva, la messa in atto di un'autentica pastorale del mondo della cultura è decisiva per l'annuncio del Vangelo nella società. In un'epoca che spesso sperimenta la perdita del senso dei valori morali e l'inquietudine di fronte al futuro, la Chiesa ha la missione di manifestare la fecondità della fede nell'evoluzione delle culture. In particolare, siate attenti a rendere presente il Vangelo al centro degli ambienti culturali, universitari e intellettuali del vostro Paese, affinché possa essere in essi una fonte di rinnovamento e di crescita spirituale per il bene di tutti! Il dialogo interreligioso (.) Nel vostro Paese, le relazioni con le altre tradizioni religiose sono generalmente pacifiche. È dunque opportuno trarre profitto da questo tempo favorevole per accrescere fra i cattolici e quanti non condividono la loro fede, in particolare i credenti dell'Islam, uno spirito realmente fraterno e rispettoso che permetta loro di lavorare insieme al servizio dello sviluppo integrale e della giustizia. Che questo spirito conviviale incoraggi anche i rapporti con i seguaci della Religione tradizionale africana. (…) In questo spirito, diviene più evidente che il riconoscimento effettivo da parte di tutti del diritto alla libertà religiosa, che è alla base degli altri diritti della persona umana, non può che favorire l'edificazione di una nazione solidale e fraterna, e contribuire al mantenimento della pace e dell'intesa fra tutte le comunità che la compongono. 35 Ai giovani (.) Cari fratelli nell'Episcopato, al termine di questo incontro, desidero vivamente invitare i giovani camerunensi a non scoraggiarsi di fronte al futuro, riprendendo l'appello che ho avuto spesso l'occasione di lanciare ai giovani dell'Africa: preoccupatevi dello sviluppo della vostra nazione, amate la cultura del vostro popolo e adoperatevi per conferirle nuovo dinamismo, fedeli alla vostra eredità culturale, perfezionando il vostro spirito scientifico e tecnico e soprattutto recando testimonianza della vostra fede cristiana! (cfr Esortazione Apostolica Ecclesia in Africa, n. 115). E voi, adulti, aiutateli ad occupare il loro posto nella vita della nazione e della Chiesa! (.) 27° VIAGGIO APOSTOLICO DI GIOVANNI PAOLO II (Togo, Costa D'Avorio, Camerun, Rep. Centroafricana, Zaire, Kenya e Marocco) 8-19 agosto 1985 CERIMONIA DI BENVENUTO - DISCORSO Aeroporto di Yaoundé, 10 agosto 1985 La mia gioia è grande e la mia emozione profonda nel poter compiere in Camerun la visita che desideravo fare da lungo tempo e che questo Paese meritava. (…) Il Camerun è come un'Africa in miniatura, crogiolo di numerose etnie dalle ricche tradizioni, crocevia di tutte le maggiori religioni del continente africano, all'incrocio del mondo francofono e anglofono, con una notevole espansione demografica, una gioventù molto numerosa. (…) Noi condividiamo le speranze della vostra nazione in piena crescita. formulo personalmente i migliori auguri per il suo sviluppa armonioso e pienamente umano ed esprimo la mia simpatia a tutti i cittadini camerunesi. Quasi tutti onorano Dio, secondo la fede cristiana o secondo l'Islam, o secondo le religioni tradizionali. Questo sentimento religioso, credetelo bene, è apprezzato da colui che viene a voi come capo spirituale, successore dell'apostolo Pietro, designato dal Signore Gesù come pastore della Chiesa di Dio. (.) L'inizio dell'evangelizzazione cattolica a Marienberg, la montagna di Maria, è stato molto umile, come il piccolo grano di senape di cui parla il Vangelo. Ma questo grano era un seme divino che ha dato frutti meravigliosi, i frutti di un cristianesimo dal sapore africano. Oggi, dopo novant'anni di evangelizzazione cattolica nel Camerun del Sud e ad appena quarant'anni nel Camerun del Nord, io sono accolto 36 da vescovi e da sacerdoti camerunesi, che lavorano fraternamente con i loro confratelli di altri Paesi. (.) Che Dio benedica la vostra terra che gli è cara e che io ho appena baciata, perché è diventata il luogo in cui egli diffonde la sua grazia! INCONTRO CON LA COMUNITÀ ECCLESIALE Cattedrale di Yaoundé, 10 agosto 1985 Dio vi ha chiamati, cari fratelli e sorelle del Camerun, a formare, in questo Paese, un popolo che gli si è consacrato, a diventare, anche voi, una parte integrante della sua Chiesa, del suo popolo disseminato in tutto l‟universo. (…) La comunità ecclesiale (.) In meno di un secolo - e per alcune regioni in un quarto di secolo la Chiesa si è solidamente impiantata in una parte notevole delle popolazioni camerunesi.(.) Successore dell'apostolo Pietro, circondato dai miei fratelli vescovi, vengo per la prima volta a visitare questa Chiesa nel Camerun, a riconoscerla, a confermarla nella fede, a consolidare il suo necessario vincolo con la Chiesa universale, affermare il suo slancio spirituale e incoraggiare il suo dinamismo missionario, rispettoso delle persone e delle culture. (.) Nell'unico popolo di Dio, non vi è posto per "nessuna ineguaglianza per riguardo alla stirpe o alla nazione, alla condizione sociale o al sesso" (cf. Lumen gentium, 32). (.) Ci deve essere, dunque, tra voi, una grande stima, "una carità senza divisione" (cf. Lumen gentium, 32); praticate un aiuto e una cooperazione attiva, come tra le membra dello stesso corpo, il corpo di Cristo. I sacerdoti (.) Ho salutato i miei fratelli nell'episcopato che rincontrerò nel corso di questo viaggio. Qui vorrei rivolgermi in primo luogo ai sacerdoti che condividono tanto da vicino la loro missione, la missione di Cristo sacerdote, unico Mediatore tra Dio e gli uomini. Cari amici sacerdoti del Camerun, voi siete stati scelti tra gli uomini di questo Paese, voi conoscete bene le loro preoccupazioni, le loro speranze, le loro debolezze; voi siete solidali con la loro cultura e con la loro etnia. È nel loro nome che voi rendete grazie a Dio e che lo supplicate. Ma, attraverso l'ordinazione sacerdotale, siete diventati i ministri di Cristo. (.) Il vostro ministero merita pure che voi gli consacriate tutto il vostro tempo e tutte le vostre forze poiché Cristo, che vi ha guardato 37 con amore, come il giovane ricco, e vi ha detto "seguimi", non vi ha chiamati perché ritorniate a delle attività profane che non siano in rapporto con l'evangelizzazione. (.) Voi rappresentate in mezzo a loro non solo l'autorità del capo, attento a ciascuno e servitore di tutti. Voi siete anche i pastori preoccupati per le pecore smarrite, allontanate, da quelle che sono lontano o che non fanno ancora parte di questo gregge perché non hanno scoperto veramente il Vangelo. Voi siete tutti in stato di missione, come la Chiesa intera. I religiosi e le religiose (.) E ora mi rivolgo a voi, cari religiosi e religiose del Camerun venuti qui a rispondere a una vocazione missionaria, o originari di questo Paese. Anche voi avete un posto privilegiato in questa Chiesa. Ad essa rendete servigi senza eguali per un gran numero di compiti pastorali legati alle parrocchie o nel campo dell'insegnamento, dell'educazione dei giovani, delle cure ai malati, dell'assistenza ai poveri di ogni condizione. (.) Questo amore gratuito trova un'espressione affatto speciale nei monaci e nelle monache di clausura che, appartati nei monasteri di questo Paese, dedicano la loro vita alla lode e all'intercessione, a nome di tutti i loro fratelli e sorelle. Questi contemplativi servono la gloria di Dio, alimentando segretamente la fiamma della Chiesa; so che anche questi monasteri sono rappresentati qui. I catechisti e i laici impegnati (.) Mi rivolgo ora ai catechisti. So che siete oltre diecimila in tutto il Camerun. Senza il vostro servizio ecclesiale, cari amici, come potrebbe il messaggio evangelico affidato agli apostoli e ai pastori essere annunciato in modo efficace nelle comunità dei villaggi e dei quartieri? Come potrebbe essere tradotto, spiegato e progressivamente assimilato nella cultura dei camerunesi, adulti o giovani? Come potrebbe la preparazione paziente ai sacramenti essere assicurata? Come potrebbe la fede essere sostenuta di giorno in giorno, come potrebbe realizzarsi nella preghiera e nella vita concreta? Voi avete una missione capitale di testimoni, di insegnanti, di educatori. (.) Oltre ai catechisti propriamente detti, sono lieto di incontrare qui molti altri laici impegnati nell'apostolato. (.) Voi siete chiamati ad essere testimoni di Cristo, della sua giustizia, della sua carità, della sua verità, della sua purezza in mezzo al mondo, per contribuire alla conversione degli uomini a una vita migliore, alla trasformazione delle mentalità e anche al regolamento delle strutture 38 della vita sociale che sono il frutto da queste mentalità o che le influenzano. Solo a questo prezzo si potrà compiere in profondità quella che si può definire la seconda tappa dell'evangelizzazione. Il terreno di tale azione è in primo luogo l'ambiente familiare: vi è ancora tanto da fare per aiutare gli sposi a vivere l'amore coniugale e parentale, a prepararsi come si conviene a dei cristiani, superando gli handicap che certe istituzioni tradizionali o certe moderne tentazioni fanno pesare sulla sincerità, sull'unità e sulla fedeltà dell'amore. SANTA MESSA PER LE FAMIGLIE - OMELIA Aeroporto di Bamenda, 12 agosto 1985 Siamo qui raccolti per riflettere sul tema della famiglia e per celebrare il mistero dell’amore e della vita. (.) La vita matrimoniale afferma la dignità umana attraverso una particolare qualità della relazione interpersonale. Nel caso in cui la vita matrimoniale e la vita familiare siano svilite a causa di personali egoismi, o siano danneggiate a colpa di condizioni materiali e sociali inadeguate, è la fondamentale dignità degli esseri umani, dinamicamente orientati a crescere a immagine di Dio, a essere infranta. Uomini e donne sono chiamati a vivere in dignità: entrambi riflettono in egual misura l'immagine di Dio. (...) I vostri vescovi affrontano con zelo l'importante compito di “incarnare” il messaggio del Vangelo nella vita e nella cultura africana. Nel calare l'insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia - un insegnamento che è universale e permanente nella sua validità all'interno delle realtà delle tradizioni africane, i vostri vescovi e la Santa Sede lavorano insieme, sostenuti dal condiviso desiderio di rimanere sempre fedeli a Cristo, alla tradizione vivente e al magistero della Chiesa. Se la Chiesa in Africa rimane unita nella medesima dottrina e in una risposta unitaria alla sfida dell'acculturazione, essa sarà forte ed efficace nel guidare le coppie sposate e le famiglie a vivere secondo il disegno di Dio in verità e santità di vita. (...) Ma oggi si afferma una potente mentalità contraria alla vita. Essa è più diffusa nelle nazioni sviluppate, ma viene anche trasmessa alle nazioni in via di sviluppo come se essa fosse un passo obbligato sulla via dello sviluppo e del progresso. (...) Questo non significa che la Chiesa non riconosce i gravi problemi posti dalla crescita della popolazione in alcune parti del mondo, o le difficoltose situazioni che a volte devono affrontare le coppie nella responsabile trasmissione della vita. In merito agli aspetti morali di queste gravi questioni, desidero esprimere un particolare incoraggiamento ai vostri vescovi, sacerdoti, 39 religiosi e laici che si fanno carico dell‟esortazione “a compiere un più efficace e sistematico sforzo per far conoscere, rispettare e applicare i metodi naturali di regolazione della fertilità” (Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 35). (...) Tradizionalmente, la famiglia estesa ha sempre giocato un ruolo importante nel rinsaldare la vita familiare e nel decidere il modo in cui i problemi familiari vanno affrontati e risolti. Nel momento in cui il mutamento delle condizioni economiche e sociali tende a indebolire il ruolo costruttivo della famiglia estesa, l'intera comunità cristiana, come comunità di solidarietà umana e spirituale, desiderosa di osservare il comandamento evangelico dell'amore, si deve sentire chiamata a offrire un sostegno concreto alle famiglie in stato di necessità, e a promuovere nella vita pubblica adeguati programmi di assistenza e di sussidi. Ma i membri effettivi della famiglia, e in particolar modo i genitori, sono i principali responsabili della qualità della vita familiare. (...) SANTA MESSA CON IL CONFERIMENTO DEI SACRAMENTI DELL'INIZIAZIONE CRISTIANA - OMELIA Garoua, 11 agosto 1985 (...) Oggi la Chiesa del Camerun, alla presenza del successore dell'apostolo Pietro, desidera ricordare e meditare come si è realizzata la consegna del Signore tra i figli e le figlie del vostro Paese, e in particolare nella vostra provincia di Garoua. Questo invio in missione assume in effetti un rilievo sorprendente su questa terra del Camerun del Nord. Quarant'anni fa il Vangelo era completamente ignorato in tutta questa regione. (.) Testimonianza cristiana e libertà religiosa Ma la testimonianza del cristiano non ha nulla a che vedere con quella che si chiama propaganda. Egli vuole basarsi lealmente sulla verità ricevuta da Cristo, mediante la Chiesa. Egli propone il messaggio come un appello rispettoso alla coscienza degli uomini che hanno tutti il dovere di cercare la verità, ma ci tiene ad escludere ogni costrizione esterna, incompatibile con il libero consenso dato a Dio nella fede. Questo è ciò che la Chiesa cattolica chiama libertà religiosa, che è un diritto umano fondamentale e contemporaneamente un'esigenza della religione stessa. Essa rende omaggio ai governi che sanno assicurarla a tutti. (…) 40 LITURGIA EUCARISTICA A DOUALA - OMELIA Douala, 13 agosto 1985 Cari fratelli e sorelle, nel celebrare questa Eucaristia nel cuore della grande città portuale di Douala e del distretto ecclesiastico della costa occidentale, il nostro pensiero si rivolge in modo particolare ai giovani che costituiscono il sessanta per cento della popolazione della città. Ringraziamo Dio per la fortuna rappresentata da questi giovani. Affidiamo a lui il loro futuro. Tuttavia la loro educazione costituisce anche una grossa sfida. (...) L’educazione dei bambini, dei giovani e degli adulti secondo la fede cattolica è uno degli obiettivi fondamentali di ogni opera missionaria.(...) L’educazione dei giovani In tutte le civiltà l‟educazione costituisce condizione fondamentale della continuità. Per i genitori, per gli insegnanti, per la società tutt‟intera, si tratta di trasmettere alle giovani generazioni un‟eredità, l‟eredità di un sapere, di conoscenze tecniche, di un modo di pensare e di una morale di vita. Si tratta di permettere ai giovani di assimilare in modo attivo il retaggio della famiglia, il patrimonio comune della tribù, del popolo o della nazione alla quale si è legati dall‟unità di cultura, di lingua e di storia (cf. Giovanni Paolo II, Epistula Apostolica ad iuvenes, Internationali vertente Anno Iuventuti dicato, 11, 31 marzo 1985: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII/1 [1985] 783 ss.). Anche la Chiesa ha un'eredità da trasmettere: il Vangelo e il modo in cui è stato oggetto di fede e di vita per generazioni di cristiani, sotto la guida del magistero. Se si considera invece l'educazione a partire dalla persona che ne beneficia, si tratta di portare alla maturità dell’uomo, in modo che essa impari a "essere" e non solo a "sapere", in modo che essa risponda veramente alla propria vocazione. (...) SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II AI GIOVANI DEL CAMERUN Douala, 13 agosto 1985 Cari amici, Giovani di Douala e di tutto il Camerun. (...) spetta a voi, crescendo, prendere in mano la vostra educazione; attingere al vostro patrimonio familiare, culturale, alla vostra formazione catechetica, ai vostri studi, frequentando i vostri amici più grandi e i vostri coetanei, le 41 convinzioni che vi permettono di condurre una vita come giovani, uomini e donne degni del progetto di Dio su ciascuno di voi. Poiché ciascuno ha un posto nel pensiero di Dio, nella famiglia di Dio. Nessuno escluso, anche se, ahimè, non trova ancora una collocazione nel mondo del lavoro. Coloro che sono cristiani sanno che Gesù li guarda con amore, come un certo giovane del Vangelo. Egli conta sulla vostra risposta. (.) Sì, un grande cantiere si è aperto dinanzi a voi. Tendete la mano ai vostri amici e fate la vostra parte. Un grande cantiere si è aperto dinanzi ai giovani di tutto il mondo. L'Anno internazionale dei giovani vuol essere il punto di partenza di questa presa di coscienza. I giovani si sentono spesso deboli e bisognosi; talvolta dubitano di loro stessi, degli adulti, perfino di Dio. La maggior parte di essi aspira alla pace. "La pace e i giovani camminano insieme" come dicevo nel mio messaggio di Capodanno. Vogliono la fraternità al di là delle razze e delle frontiere. Vogliono che ci si mobiliti per vincere la fame. Vogliono un mondo rispettoso dell'uomo, della sua libertà, della sua coscienza. Vogliono un mondo di verità, senza ipocrisia. Questo mondo, cari amici, lo desiderate, lo volete anche voi? In tal caso bisogna pagarne il prezzo: quello degli sforzi generosi, rigorosi, metodici per arrivare alla verità, per costruire la civiltà dell'amore, cominciando dall'ambiente in cui vivete. Il rinnovamento del mondo passa anche attraverso la lotta. Non una lotta contro l'uomo, ma una lotta contro il male presente in noi e nel mondo. Ciò richiede sacrificio. I cristiani che si sono messi al seguito di Gesù lo sanno bene. Sul cammino vi è la croce e, con la croce, la conversione, il perdono. Ma anche la risurrezione. Gesù ha aperto la strada a una vita nuova, alla fratellanza: essa non verrà mai ostruita. Egli ha aperto le porte del mondo dei figli di Dio: esse non saranno mai chiuse. (...) INCONTRO CON GLI INTELLETTUALI E GLI STUDENTI CATTOLICI Yaoundé, 13 agosto 1985 (...) Acclamo qui innanzitutto il meritevole sforzo che compie il Paese per dotarsi di università, di facoltà o di scuole di alto livello. Penso che un tale impegno risponde alla sete dei giovani del Camerun d'essere iniziati alle diverse scienze, al loro desiderio di meglio penetrare nei segreti dell'universo e delle opere umane nel corso della storia, di meglio capire se stessi, per meglio cogliere, in particolare, la propria identità e la propria vocazione africana, mentre si preparano a 42 professioni interessanti e utili al paese. Sono comunque certo che i dirigenti e in particolare i responsabili della cultura sono coscienti del fatto che l'accesso agli studi universitari, il progresso intellettuale, i contatti e gli scambi con altri centri universitari nel mondo rappresentano un'opportunità per la prosperità del Camerun, per il suo irraggiamento culturale, per i suoi rapporti internazionali. Importanza della cultura (...) Di fronte a tutti i Paesi rappresentati all'UNESCO, cui sono stato invitato nel 1980, ho molto insistito sull'importanza della cultura al fine di una maggiore pienezza umana. È l'uomo, ho affermato, il soggetto, l'oggetto e il fine della cultura. Ciò che importa è la qualità del suo essere, più che la quantità dei suoi averi e dei suoi prodotti. E compito essenziale della cultura è l'educazione, e da qui il ruolo primario della famiglia e della scuola. "La nazione esiste "mediante" la cultura e "per" la cultura, ed essa è dunque la grande educatrice degli uomini perché essi possano "essere di più" nella comunità" (Giovanni Paolo II, Allocutio ad UNESCO habita, 14, 2 giugno 1980: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III/1 [1980] 1647). La sua storia va oltre la storia dell'individuo, della famiglia e anche dell'etnia, per quanto l'etnia abbia già la propria storia culturale e la propria lingua. Pensavo allora alle nazioni nuove della comunità internazionale "che lottano per conservare la loro propria identità e i loro propri valori contro le influenze e le pressioni dei modelli proposti dall'esterno" (Ivi). Questa identità propria non è chiusura alle altre culture. Per definizione, il concetto di università comporta un'esigenza di universalità, vale a dire di apertura alla verità in tutti i campi, a tutta la verità. Nulla nell'universo materiale è estraneo ad essa, e nulla nemmeno nell'universo spirituale rimane escluso dalle sue preoccupazioni intellettuali. Tuttavia questa esigenza di universalità non toglie all'università il fatto di essere uno strumento di formazione e di diffusione della cultura peculiare del vostro Paese. L'uomo vive sempre all'interno di una cultura che gli è propria. È grazie allo spessore di questa cultura, assimilata quale dimensione fondamentale dell'esistenza e dell'essere, che diviene possibile accedere alla pluralità delle culture (Giovanni Paolo II, Allocutio ad UNESCO habita, 6, 2 giugno 1980: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III/1 [1980] 1639 s.). (...) La dimensione primaria e fondamentale della cultura è la sana moralità: la cultura morale" (Giovanni Paolo II, Allocutio ad UNESCO habita, 12, 2 giugno 1980: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III/1 [1980] 1645). 43 Sì, l‟avvenire di una società bene intesa passa attraverso la formazione delle coscienze. Gli uomini e i gruppi umani dovranno essere capaci di discernere le cose essenziali, ciò che è verità e bene per l‟uomo, e allo stesso tempo di giudicare con spirito critico le ambiguità del progresso, gli errori o pseudovalori, le insidie delle cose artificiali che talune civiltà fanno brillare ai nostri occhi, le tentazioni dei materialismi o delle ideologie che si proclamano efficaci, ma efficaci a quale fine? Il servizio all’uomo concreto (...) Queste considerazioni, al vostro livello universitario, non devono affatto farci perdere di vista i bisogni umani, il servizio dell'uomo concreto, nella situazione attuale del Camerun. A giusto titolo vi preoccupate delle condizioni effettive di uno sviluppo autenticamente umano dei vostri connazionali, di tutti i vostri connazionali. (…) Si tratta in realtà di approfondire e di vivere una concezione dell'uomo e dei suoi rapporti sociali nella quale la "giustizia" non rimanga solo una ricorrente parola vuota e astratta. Oggi il mondo intero ne parla, senza che questo spesso impedisca che talune potenze agiscano in modo ingiusto nei confronti di altri popoli o categorie di persone. La riflessione filosofica sulla dignità della persona, con i suoi diritti e i suoi doveri, sui rapporti interpersonali nella famiglia e nella società deve portare a tenere effettivamente in considerazione aspirazioni e bisogni di coloro che soffrono per la fame o per la carenza di alloggi, che cercano un lavoro, cui viene negata la dignità di donna o di bambino, che non hanno la libertà necessaria per fondare un focolare stabile, e anche di coloro che vorrebbero svolgere i lavori agricoli o le produzioni industriali suscettibili di soddisfare i bisogni prioritari delle popolazioni, e infine di coloro che tengono, a ragione, a far sbocciare ciò che vi è di buono e di valido nel loro patrimonio culturale. In ogni caso è questo che intende il cristianesimo, quando dà il proprio appoggio allo sviluppo della cultura. Esso proclama la libertà e i diritti inalienabili della persona. Dignità umana e liberazione (...) Nel corso della storia, uomini appartenenti a nazioni cristiane purtroppo non sempre si sono comportati così e noi ne chiediamo scusa ai nostri fratelli africani che tanto hanno sofferto, per esempio per la tratta degli schiavi. Il Vangelo, tuttavia, rimane un appello inequivocabile. Io capisco il forte anelito di taluni africani a un'autentica liberazione e al giusto riconoscimento della loro dignità, 44 al di fuori di ogni razzismo e di ogni volontà di sfruttamento politico, economico o culturale. Sono sensibile in particolare a taluni auspici espressi dal Circolo degli universitari cristiani del Camerun, nonché dal Movimento degli intellettuali cristiani d'Africa. Mi rallegro nel constatare che, oltre alle dichiarazioni di principio, essi stessi si preoccupano di cose immediatamente rispondenti a un bisogno umano (centri medici, strutture abitative per studenti, partecipazione alle donne, educazione dei fanciulli, lotta contro la desertificazione, espansione degli allevamenti (cf. "Prima Settimana degli Intellettuali Cristiani d'Africa", Yaoundé, aprile 1983). Seguo con attenzione l'impegno della Gioventù cattolica universitaria, nel suo prendere coscienza degli sforzi da compiere per migliorare le condizioni abitative, della salute, degli approvvigionamenti, dell'informazione, del tempo libero degli studenti, contemporaneamente cercando le cause sociali degli attuali mali. Vorrei aggiungere, rivolgendomi in particolare agli intellettuali e universitari cristiani, che è importante andare sino in fondo nella riflessione sull'anelito di liberazione, sulla volontà d'essere allo stesso tempo appieno cristiani e appieno africani. È una ricerca difficile, e io auspico che continuiate ad andare avanti in questa strada, con obiettività, saggezza e profondità, in unione coi vescovi del vostro Paese, di questa parte d'Africa, dell'insieme del continente africano, che non mancheranno di analizzarla nelle loro sede (consigli, simposi o Concilio). L’inculturazione (...) D'altra parte, è ben vero che la fede cristiana dev'essere una buona novella per ciascun popolo. Essa deve dunque corrispondere alle aspettative più nobili del suo cuore. Essa deve poter essere assimilata nella sua lingua, trovare applicazione nelle tradizioni secolari elaborate a poco a poco dalla saggezza ancestrale al fine di garantire la coesione sociale, il mantenimento della salute fisica e morale. L'evangelizzazione non può fare a meno di prendere a prestito alcune componenti delle varie culture. Un distacco tra Vangelo e cultura sarebbe un dramma (cf. Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 20). Gli elementi positivi, i valori spirituali dell'uomo africano devono essere integrati, maggiormente integrati. Cristo è venuto per adempiere. Vi è dunque da compiere uno sforzo instancabile di radicamento culturale affinché la fede non rimanga superficiale. Tuttavia - nemmeno questo va dimenticato - il messaggio evangelico non viene solo a confermare le cose umane, quali sono; esso svolge anche una missione profetica e critica. Ovunque, in Europa come in Africa, esso viene a sconvolgere 45 criteri di giudizio e modi di vita (cf. Ivi, 19). Esso è un appello alla conversione. Viene a rigenerare. Passa al setaccio tutto ciò che è equivoco, commisto a carenze e peccato. Questa funzione deve svolgerla sia nei confronti di talune prassi che sono state portate dagli stranieri, insieme alla fede; ma anche nei confronti di taluni costumi o istituzioni che ha trovato presso di voi. Il Vangelo di Dio viene sempre, comunque, per purificare e per elevare, affinché tutto ciò che è buono, nobile, vero, giusto, sia salvaguardato, mondato, fatto sbocciare e porti i frutti migliori. (.) Tutta la posta in gioco della seconda evangelizzazione è nelle vostre mani. (...) DISCORSO ALLA CONFERENZA EPISCOPALE Yaoundé, 13 agosto 1985 (...) Mi limiterò a sottolineare alcuni aspetti che mi hanno colpito, affinché sappiate quanto io condivida le vostre preoccupazioni pastorali. Da voi si può dire che l'evangelizzazione va iniziata, oppure approfondita, oppure ancora rinnovata. Evangelizzazione Sì, la prima evangelizzazione va proseguita, e vorremmo che il Vangelo venga presentato senza indugi al gran numero di camerunesi che ancora conoscono solo le religioni tradizionali. La cosa colpisce nel Nord del Camerun, ma esiste in ciascuna diocesi. (…) L‟evangelizzazione va soprattutto approfondita nei vostri battezzati. La formazione alla fede - come riconoscono molti adulti, soprattutto gli intellettuali - è troppo spesso rimasta allo stadio embrionale, e le sette traggono facilmente profitto da questa ignoranza. (...) “Le religioni tradizionali”, diceva uno dei vostri documenti, “controllano il subcosciente della massa e l‟immenso patrimonio della cultura tradizionale” (Commissione per l‟apostolato dei laici). Da qui il posto che a ragione assegnate al radicamento del Vangelo nella cultura, e al dialogo delle religioni, il che suppone, come ho spiegato oggi pomeriggio ai vostri intellettuali, una formazione cristiana nonché teologica, per arrivare a risultati fruttuosi senza perdere l‟identità cattolica. Per finire, oggi l‟evangelizzazione è da rinnovare, nel senso che l‟evoluzione rapida della società fa sorgere sfide nuove, un po‟ quali le conobbero certe Chiese dell‟antichità, in particolare coi fenomeni di sradicamento familiare, di urbanizzazione, di disoccupazione, con le seduzioni materialiste d‟ogni sorta, una certa secolarizzazione e uno sbandamento intellettuale accentuato dalla 46 valanga d‟idee insufficientemente poste a critica e dall‟influenza dei mezzi di comunicazione sociale. (...) Famiglia Un ambito di vita che giustamente rimane prioritario ai vostri occhi è quello della famiglia. Avete dedicato molte assemblee a questo tema, e ho visto, nella provincia di Bamenda, cosa vi sforzate di fare per preparare al matrimonio, per far conoscere la bellezza dell‟amore coniugale e della sua stabilità secondo il disegno di Dio, affinché la testimonianza dei focolari cristiani ne faccia nascere altri. Conosco i numerosi ostacoli contro i quali vi scontrate in questo campo: provengono da talune usanze, da anguste esigenze manifestate da altre comunità, e anche dal “lasciar andare” odierno. Tuttavia si tratta di una realtà d‟importanza capitale, sia per gli sposi e per i figli, sia per l‟opera di evangelizzazione tutta. Le donne ricoprono un ruolo importante in questo bell‟apostolato; e lo stesso vale per l‟influenza delle religiose presso le giovani e le madri.(...) Istituto cattolico di studi Questo pomeriggio ho fatto accenno all‟interesse alla fondazione di un Istituto cattolico di studi superiori del Camerun, in cui si approfondissero le questioni teologiche e la dottrina sociale. Non voglio anticipare possibilità e modalità che vengono studiate in questo momento nell‟ambito più vasto dell‟Africa centrale. Tuttavia so che nutrite questo desiderio, per i vostri sacerdoti e laici e per tutti gli operatori apostolici della regione. Spero insieme a voi. Più in generale, specie per la complessa e necessaria opera di radicamento culturale africano del cristianesimo, sarà bene agire in coordinamento con gli altri vescovi di questa parte dell‟Africa, o dell‟insieme del continente, nonché, vi è ben evidente, in fiduciosa comunione col dicastero della Sede apostolica. 47 67° VIAGGIO APOSTOLICO (Yaoundé, Johannesburg, Pretoria, Nairobi) Fase celebrativa dell'Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi 14-20 settembre 1995 IL SALUTO DI BENVENUTO PRESSO L'AEROPORTO DI NSIMALEN 14 Settembre 1995 (...) Questo mio nuovo viaggio in Africa ha per oggetto la celebrazione solenne del Sinodo per l'Africa la cui sessione di lavoro si è svolta a Roma l'anno scorso. Attraverso la mia presenza e quella dei Cardinali e dei Vescovi che mi circondano, la Chiesa universale intende salutare le giovani Chiese in Africa perché giungano a una vera maturità e incoraggiare i fedeli di questo continente alla missione che essi hanno in comune con i Discepoli di Cristo nel mondo intero: una missione al servizio dell'umanità chiamata ad accogliere la Buona Novella della salvezza, per avanzare verso la civiltà dell'amore alla quale tutti aspirano.(...) Desidero dirvi che condivido la vostra preoccupazione di fronte all'insicurezza e alla violenza subite da alcuni di voi. A tal proposito ricordo con emozione Monsignor Yves Plumey, che fu Arcivescovo di Garoua, questo Pastore venerato che tanto fece per la Chiesa nel Nord del Camerun, assassinato quattro anni fa in circostanze non ancora accertate. Che il dono di queste vite generose sia fecondo, come il chicco caduto in terra!(...) OMELIA DURANTE LA MESSA SULLA SPIANATA DELL'AEROPORTO Yaoundé, 15 Settembre 1995 (...) La Chiesa ha con evidenza comunicato il Vangelo con le parole di uomini che appartengono a popoli e a Paesi ben definiti. Ancora oggi è così. Nel continente africano, la Chiesa parla la lingua dei popoli dell'Africa per trasmettere loro la Buona Novella della Parola di Dio. Attraverso questa trasmissione, le diverse culture vengono innalzate ad una dignità particolare. Le antiche nazioni europee lo sanno bene. Anche i popoli dell'Africa nera lo sanno: ne hanno fatto esperienza chiaramente nel corso degli ultimi due secoli. Quello che chiamiamo il Sinodo africano, in realtà cos'è stato? E' stato un'assemblea dei Vescovi del vostro continente riuniti in comunione con il Successore di 48 Pietro per esaminare i problemi della Chiesa e orientare l'evangelizzazione. (...) Questo Sinodo è rivolto al futuro. Vuole indicare il cammino che la Chiesa deve intraprendere in futuro nel continente africano. Ciò è molto importante in questo periodo di passaggio dal secondo al terzo millennio. Il Sinodo africano svolge un ruolo determinante nella preparazione di tutti all'avvento del terzo millennio del cristianesimo.(...) DISCORSO DURANTE LA SESSIONE CELEBRATIVA DELL'ASSEMBLEA SPECIALE DEL SINODO DEI VESCOVI Cattedrale di Yaoundé, 15 Settembre 1995 (...) In questa solenne Sessione del Sinodo, convocata per affidarvi l'Esortazione pastorale Ecclesia in Africa, che contiene le priorità e gli impegni per la futura evangelizzazione del Continente, ripenso al variegato mosaico di etnie, di divisioni e di sfide della vostra storia. Non lasciate che le differenze e le distanze fra di voi si cristallizzino in muri che possano dividervi, ma fate sì che diventino piuttosto occasioni e appelli a scoprire e a condividere la straordinaria ricchezza del cuore di Cristo: Egli è punto di incontro e redenzione, perché in qualche modo è unito ad ogni uomo e, con la sua Croce, ha abbattuto i muri dell'inimicizia, facendo di tutti, in Lui, un solo uomo nuovo. Fratelli e Sorelle, siate testimoni di un Cristo suddiviso ma non diviso! (...) L'Africa ha già dato alla Chiesa universale, lo ricordavo questa mattina, eminenti figure del pensiero cristiano. Il loro esempio dimostra che non si può separare la riflessione dalla fede vissuta: infatti, i più grandi teologi, testimoni della Tradizione, sono anche dei santi. Dialogo interreligioso (...) La fede che influenza il nostro atteggiamento nei confronti della condizione umana ci esorta a stimare tutte le sorelle e tutti i fratelli con i quali condividiamo la stessa umanità e in particolare tutti gli appartenenti alle religioni tradizionali e i seguaci dell'Islam. Il dialogo interreligioso non è soltanto uno scambio d'idee tra Pastori e teologi; molto spesso esso è parte integrante della vita quotidiana delle famiglie, delle comunità locali, dell'ambiente di lavoro e dei servizi pubblici. Ecumenismo Non posso non sottolineare la necessità di dialogo fraterno con i 49 membri delle Chiese e delle comunità ecclesiali che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica. Il cammino verso l'unità di tutti i battezzati, cammino voluto dal Signore, è indubbiamente ancora lungo. (...) Non stancatevi di intraprendere iniziative congiunte in Africa per accogliere la Parola di Dio più pienamente nelle vostre lingue e nelle vostre culture, per proclamarla a coloro che non l'hanno ancora udita e per servire i più poveri fra i poveri, ossia per mettere in pratica «ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (Ap 3,22) (cfr. Ecclesia in Africa, n. 65). Riconciliazione Vorrei dunque far capire al Popolo di Dio presente in Africa, in comunione con il Sinodo che ha riunito i vostri Pastori, l'appello al dialogo fra cristiani, fra credenti di religioni diverse e fra Popoli e Nazioni. Il dialogo, animato da uno spirito veramente fraterno e rispettoso di tutti, presuppone che tutti abbiano il desiderio di superare ciò che oppone e divide. Ci si scontra con il peccato che separa, con l'ostilità e persino con l'odio che fanno precipitare nella disgrazia tante Nazioni. Fratelli e Sorelle dell'Africa, lasciatevi riconciliare con Dio affinché la riconciliazione degli uomini generi la pace! Perdonate instancabilmente come Dio perdona instancabilmente. Possano i nemici riscoprire di essere, in verità, fratelli! Tutti stiamo ora pensando alle ferite aperte che lacerano l'Africa. Voglia Dio diffondere su questa terra la sua misericordia! Possa lo Spirito di amore e di santità, colmare tutti i cuori! (cfr. Ecclesia in Africa n. 79). (...) 50