Sicurezza nelle scuole - Città di Reggio Calabria
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Sicurezza nelle scuole - Città di Reggio Calabria
SICUREZZA NELLE SCUOLE CARENZE E SOLUZIONI a cura di Ing. Natale Italiano Dott. Ing. Natale Italiano Laureato presso l’Università degli Studi della Calabria - Arcavacata (Cosenza) - nel 1992. È iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Reggio Calabria. Consulente esperto di impianti elettrici per il “IL QUOTIDIANO” della calabria nella rubrica “IL PORTAFOGLIO”; membro della Commissione Provinciale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo presso la Prefettura di Reggio Calabria e componente della Commissione di Vigilanza Comunale Locali Pubblico Spettacolo presso il Comune di Reggio Calabria, in qualità di esperto in elettrotecnica; Esperienza decennale nella progettazione impiantistica ha effettuato lavori di progettazione preliminare definitiva ed esecutiva, Direzione Lavori, Coordinatore per la Sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori per vari Comuni Italiani, Aziende sanitarie, Provincia di Reggio Calabria, Regione Calabria. INDICE PRESENTAZIONE 5 INTRODUZIONE 7 PREFAZIONE 9 1 1.1 1.2 SICUREZZA NELLE SCUOLE CULTURA DELLA “SICUREZZA” IL QUADRO NORMATIVO 1.3 1.4 1.5 LE RESPONSABILITÀ LE PROROGHE DISTRIBUZIONE DEI 10 10 13 14 Tabella 1 - Principali norme di legge 14 16 PLESSI SCOLASTICI Tabella 2 - Numero di plessi scolastici per circoscrizione – Anno 2003-2004 Grafico 1 - Distribuzione plessi scolastici nelle Circoscrizioni – Anno 2003-2004 2 2.1 SICUREZZA ANTINCENDIO EDIFICI SCOLASTICI SOGGETTI ALLA 21 NORMA DI PREVENZIONE INCENDI Tabella 3 – Plessi ospitanti Scuole Medie Tabella 4 – Plessi ospitanti Scuole Elementari Tabella 5 – Plessi ospitanti contemporaneamente Scuole Elementari e Materne Tabella 6 – Plessi ospitanti Scuole Materne Grafico 2 – Controllo di prevenzione incendi edifici scolastici – Anno 2003-2004 2.2 VALUTAZIONE DEI RISCHI INDIRETTI NEGLI EDIFICI SCOLASTICI Tabella 7 – Categorie interpretative delle non conformità 2.2.1 REQUISITI STRUTTURALI Tabella 8 – Plessi ospitanti le Scuole Medie Tabella 9 – Plessi ospitanti le Scuole Elementari (con più di 100 occupanti) Tabella 10– Plessi ospitanti le Scuole Elementari (con meno di 100 occupanti) Tabella 11 – Plessi ospitanti contemporaneamente le Scuole Elementari e Materne (con più di 100 occupanti) Tabella 12– Plessi ospitanti contemporaneamente le Scuole Elementari e Materne (con meno di 100 occupanti) Tabella 13 – Plessi ospitanti le Scuole Materne (con più di 100 occupanti) Tabella 14– Plessi ospitanti le Scuole Materne (con meno di 100 occupanti) 2.3 MEZZI 17 18 19 ESTINGUENTI, SISTEMI DI SEGNALAZIONE E CONTROLLO Tabella 15 – Plessi ospitanti le Scuole Medie Tabella 16 – Plessi ospitanti le Scuole Elementari (con più di 100 occupanti) Tabella 17 – Plessi ospitanti le Scuole Elementari (con meno di 100 occupanti) Tabella 18 – Plessi ospitanti contemporaneamente le Scuole 3 21 22 22 22 23 23 23 24 24 30 31 31 34 34 35 35 36 38 38 39 Elementari e Materne (con più di 100 occupanti) Tabella 19 – Plessi ospitanti contemporaneamente le Scuole Elementari e Materne (con meno di 100 occupanti) Tabella 20 – Plessi ospitanti le Scuole Materne (con più di 100 occupanti) Tabella 21 – Plessi ospitanti le Scuole Materne (con meno di 100 occupanti) 39 40 40 41 2.3 GESTIONE DELLE EMERGENZE 2.3.1 CRITERI PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI EMERGENZA 2.3.2 INDIVIDUAZIONE DELLE VIE DI FUGA E SEGNALETICA DI EMERGENZA 42 3 3.1 47 SICUREZZA IMPIANTO ELETTRICO EDIFICI SCOLASTICI SOGGETTI ALLA LEGGE 46/90 Figura 1 – Diagramma di flusso per determinare l’obbligatorietà del progetto degli impianti elettrici nei settori industriale, commerciale e terziario Tabella 22 – Progettazione Impianti Elettrici – Plessi ospitanti Scuole Medie Tabella 23 – Progettazione Impianti Elettrici – Plessi ospitanti Scuole Elementari Tabella 24 – Progettazione Impianti Elettrici – Plessi ospitanti Scuole Elementari e Materne Tabella 25 – Progettazione Impianti Elettrici – Plessi ospitanti Scuole Materne Grafico 3 – Progettazione impianti elettrici edifici scolastici – Anno 2003-2004 3.2 4 IMPIANTO 42 43 47 50 51 51 51 51 52 Tabella 26 – Plessi ospitanti le Scuole Medie Tabella 27– Plessi ospitanti le Scuole Elementari (soggette alla L. 46/90) Tabella 28– Plessi ospitanti le Scuole Elementari (non soggette alla L. 46/90) Tabella 29 – Plessi ospitanti contemporaneamente le Scuole Elementari e Materne Tabella 30 – Plessi ospitanti le Scuole Materne (soggette alla L. 46/90) Tabella 31– Plessi ospitanti le Scuole Materne (non soggette alla L. 46/90) 52 53 54 55 56 57 58 CONCLUSIONI 61 ELETTRICO 4 PRESENTAZIONE Il mondo scolastico ha sempre rappresentato un punto fermo nei programmi dell’Amministrazione Comunale. Abbiamo guardato con particolare interesse, e continuiamo a farlo, alla sicurezza della popolazione studentesca, convinti, in primis, che locali idonei e moderni rappresentino un ottimo punto di partenza per la formazione e la crescita del ragazzo. Un impegno che è stato portato avanti con costanza e lungimiranza, affinché gli edifici scolastici della nostra città potessero essere, in breve tempo, monitorati: studi approfonditi che hanno consentito di realizzare una mappatura dettagliata dei problemi legati alla funzionalità dei plessi. Lo screening è stato il risultato della sinergia tra i responsabili tecnici dell’amministrazione, le famiglie e tutti gli operatori scolastici: componenti che hanno supportato questo percorso intrapreso con entusiasmo, e guardando, in generale, ad una ‘cultura della sicurezza’ in cui fossero coinvolti tutti gli attori principali del settore Istruzione. Tutto ciò, sia nell’ottica della tutela dell’intero nucleo familiare, cui l’Amministrazione Comunale si rivolge considerandolo asse portante della comunità, sia nella consapevolezza che, in una zona altamente sismica, e la nostra è considerata tale, sia fondamentale attuare metodi di prevenzione efficienti. Dall’inizio della consiliatura sino ad oggi, infatti, sono state tutte le normative in materia di sicurezza e staticità ad ispirare l’azione amministrativa e le decisioni assunte in un ramo altamente rilevante e nello stesso tempo delicato quale, appunto, l’edilizia scolastica. Standard e parametri che, secondo i nostri programmi, hanno finalmente cominciato a caratterizzare le scuole del territorio che rientrano nelle competenze del Comune. Nel dettaglio, la messa a norma degli stessi e la garanzia, per insegnanti, personale scolastico ed allievi, di trascorrere diverse ore della giornata in luoghi atti ad ospitarli, hanno trovato un ampio spazio nella redazione dei Piani Triennali. Nei documenti, esattamente, la Giunta ha voluto destinare a tali interven5 ti, annualmente, ben oltre 6 milioni di euro. I programmi sin qui stilati, però, intendono non solo dedicarsi all’evoluzione e all’innovazione intervenendo su tutte le scuole cittadine, ma favorire il recupero dei rapporti con le famiglie ed i docenti: coloro, insomma, che più di tutti vivono le realtà educative di Reggio Calabria. Il Sindaco Giuseppe Scopelliti 6 INTRODUZIONE Quando tre anni fa iniziammo a lavorare su uno dei punti fondamentali del nostro programma di mandato - quello relativo al miglioramento ed alla valorizzazione complessiva del “circuito scuola” - non pensavamo di trovarci di fronte ad uno scenario tanto desolante e desolato. Non già per la qualità - straordinaria,devo dire! dei nostri ragazzi, dei dirigenti scolastici, dei presidi o dell’intera classe docente; quanto per le condizioni pericolosamente precarie di molti plessi scolastici. Ritenemmo opportuno, dunque, operare sin da subito una scelta tra il proseguire nel solco ormai decennale dell’indifferenza o dare una “sterzata” netta, radicale, coraggiosa. Scegliemmo la seconda ipotesi. Scegliemmo di lavorare! Di risolvere - o tentare, almeno! - radicalmente i problemi annosi che si presentavano giorno dopo giorno. Di andare oltre la mera enunciazione degli stessi e di dare segnali tangibili di impegno e di efficacia. Di dar valore e sicurezza alla parte migliore della nostra società: i nostri bambini e i nostri ragazzi! E ancor prima dei tragici fatti di San Giuliano di Puglia, partimmo col nostro programma d’interventi chiedendo e ricevendo la collaborazione -notevole e fondamentale, a dire il vero! - da genitori, presidi, docenti e dalle altre istituzioni coinvolte a vario titolo o livello. Anche di fronte a situazioni estreme o decisioni drastiche quali, per esempio, la chiusura totale ed immediata di diversi plessi. E se pure tali attività hanno prodotto prima stupore, poi forte opposizione ed infine collaborativo sostegno, il dato rilevante e positivo consiste nel forte senso di comunità che la città è riuscita a sviluppare e soprattutto nella “consacrazione” delle tematiche afferenti la scuola ad argomento ricorrente all’interno dei dibattiti - politici e non - di interesse comune. Un’attenzione ed una partecipazione mai riscontrate prima, dunque, che sono il segno tangibile dell’incisività reale del lavoro di questa amministrazione e soprattutto della veridicità di ciò che da sempre ho perseguito e sostenuto: l’inconfutabile priorità che tale settore deve avere all’interno di una società civile ed evoluta! 7 Oggi tutto ciò produce i risultati che questa pubblicazione annuncia; partendo da una rappresentazione autentica e tecnicamente rigorosa di ciò che abbiamo trovato e di ciò che saneremo e terminando con una sintetica illustrazione di un impegno di risorse umane ed economiche senza precedenti per la nostra città. Un impegno che si è concretizzato, si concretizza e si concretizzerà grazie al prezioso lavoro dei dirigenti, dei tecnici e dei funzionari dell’UO Edilizia Scolastica e dell’UO Pubblica Istruzione del Comune di Reggio Calabria - cui va tutta la mia riconoscenza! - grazie alla collaborazione dei professionisti esterni chiamati a collaborare con noi e grazie al forte investimento che questa amministrazione ha fatto e farà con i vari piani triennali, con i fondi di bilancio corrente o ancora con cospicue somme attinte dal “Decreto Reggio”. Somme pari mediamente a circa dieci milioni di euro l’anno (a fronte delle poche centinaia di milioni di vecchie lire degli anni precedenti) che ci hanno consentito di programmare ed attivare risolutivi interventi di manutenzione straordinaria negli edifici scolastici; di mettere in sicurezza e riaprire plessi di cui avevamo disposto la chiusura;di recuperarne le facciate e gli esterni; di costruire ed ammodernare palestre; di ricercare soluzioni per sopperire alla carenza negli edifici di vecchia concezione (la maggior parte!) di spazi che soddisfino le nuove esigenze didattiche; di valorizzare l’esistente in termini di funzionalità; di immaginare ed avviare nuove costruzioni. Certo…questo non prefigura per le nostre scuole uno scenario da “college inglese”! Tuttavia certifica un lavoro enorme che le allontana da uno stato pericolosamente degradato e le rende più prossime a quei famosi standard europei da cui tantissime altre città italiane - anche molto importanti - sono distanti. L’impegno di quasi quattro milioni di euro per la “sola” messa a norma dei quasi ottanta plessi scolastici in materia di impiantistica elettrica e antincendio; L’affidamento immediato delle progettazioni e l’inizio altrettanto repentino della totalità dei lavori necessari entro gli ultimi mesi dell’anno in corso; La conclusione ormai prossima dell’altro, importantissimo programma di “monitoraggio” sulle condizioni statiche e strutturali degli edifici e l’attivazione dei relativi interventi già previsti nei piani triennali e in più quelle ancora da prevedere, ci fanno ben sperare e mi inducono a ritenere ragionevole e probabile l’idea di restituire alla città, entro la fine della legislatura,tutte le scuole “in sicurezza”. Nessuna esclusa! Amedeo Canale Assessore Pubblica Istruzione e Edilizia Scolastica Assessore alle Politiche Giovanili 8 PREFAZIONE La rimozione dei rischi strutturali ed impiantistici presenti negli edifici scolastici comunali è una scelta strategica soprattutto rispetto ad un’area, come quella di Reggio Calabria, ad alto rischio sismico. L’attività, in sintesi, finalizzata agli adeguamenti strutturali ed all’ottenimento della relativa certificazione, si è articolata nella: a) definizione delle problematiche esistenti; b) verifica documentale; c) programmazione degli interventi manutentivi L’Assessorato all’Edilizia Scolastica, unitamente al Settore Manutenzione e Lavori Pubblici, ha organizzato una prima fase di analisi e verifica, attraverso un monitoraggio sia documentale che tecnico, delle condizioni di tutti gli edifici scolastici di competenza comunale. Tale studio ha consentito di definire, integrandolo, il grado di conoscenza delle informazioni che consentono, in riferimento alle normative vigenti, di identificare le reali carenze che possono generare fattori di rischio per ogni struttura scolastica comunale. Con la seconda fase del programma, di natura prettamente operativa, si è provveduto al coordinamento di tecnici esperti in strutture al fine di monitorare ed accertare gli eventuali dissesti statici, verificare, sulla scorta delle indagini di laboratorio eseguite dal Dipartimento di Meccanica e Materiali dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, gli interventi di adeguamento strutturale necessari. Di pari passo si è attivato il monitoraggio e l’ analisi dei rischi inerenti alla prevenzione incendi e della sicurezza degli impianti elettrici, predisponendo la progettazione preliminare, come qui di seguito descritta, che ha consentito all’Amministrazione di poter programmare in tempi ragionevolmente contenuti, l’affidamento della progettazione e la conseguente fase di esecuzione dei lavori. Il contributo tecnico prestato dall’Ing. Italiano Natale, si è rivelato come pregevole supporto all’attività dell’ufficio Edilizia Scolastica, consentendo di pianificare tutti gli interventi di messa in sicurezza finalizzati a garantire a tutti i fruitori delle strutture scolastiche una “Scuola sicura”. L’Amministrazione comunale ha così programmato usa serie di interven- 9 ti di messa in sicurezza delle scuole, finanziati con 3.600.00,00 euro che garantiranno maggiore sicurezza nei plessi scolastici. Il tema della sicurezza nelle scuole è per l’Amministrazione comunale, dunque, un obiettivo primario. Naturalmente, la sicurezza complessiva è affidata non solo alle strutture, ma anche all’uso corretto di ogni mezzo e strumento di ausilio previsto all’interno dei piani che autonomamente ogni istituto scolastico possiede nonché dei relativi comportamenti consapevoli. Arch. Marcello Cammera Dirigente U.O. Manutenzione LL.PP. Comune di Reggio Calabria 10 1. SICUREZZA NELLE SCUOLE 1.1 CULTURA DELLA “SICUREZZA” La presente pubblicazione riguarda gli edifici di istruzione media, elementare, elementare - materna e materna, di proprietà del Comune di Reggio Calabria. È opportuno ricordare che, come indicato dall’art. 1 commi 1 e 2 del D.M. n° 382 del 29/9/98, le disposizioni del D.Lgs. 626/94 e successive modifiche ed integrazioni si applicano “a tutte le istituzioni scolastiche ed educative di ogni ordine e grado, relativamente al personale ed agli utenti delle medesime istituzioni, tenendo conto delle particolari esigenze connesse al servizio dalle stesse espletato” e che “sono equiparati ai lavoratori, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 626, gli allievi delle istituzioni scolastiche ed educative nelle quali i programmi e le attività di insegnamento prevedano espressamente la frequenza e l’uso di laboratori appositamente attrezzati, con possibile esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici, l’uso di macchine, apparecchi e strumenti di lavoro in genere ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali. L’equiparazione opera nei periodi in cui gli allievi siano effettivamente applicati alle strumentazioni o ai laboratori in questione. I predetti allievi non sono comunque computati, ai sensi del decreto legislativo n. 626, ai fini della determinazione del numero dei lavoratori dal quale il medesimo decreto fa discendere particolari obblighi.” Per le scuole materne, elementari e medie, le competenze relative alla proprietà e dunque alla manutenzione degli edifici sono di competenza dell’Amministrazione Comunale, mentre per gli istituti di istruzione superiore, la competenza è dell’Amministrazione Provinciale. Scendendo nel campo della sicurezza, per occuparsi dei problemi di edilizia scolastica, è necessario un punto di vista tecnico che deve derivare dal quadro generale d’insieme costituito dalle norme. Non è possibile comprendere pienamente e collocare le diverse responsabilità che la legge individua nel campo della sicurezza scolastica, senza aver presente il complesso quadro generale di riferimento, non solo normativo, all’interno del quale gli Enti Locali e l’Amministrazione scolastica devono operare. Il tema della sicurezza negli edifici scolastici (rispetto delle norme, uso di materiali ed accorgimenti appropriati, gestione degli edifici, ecc..), non è e non deve essere solo rapportato al complesso degli interventi tecnici necessari per rendere “sicuro” un edificio, ma deve essere riferito alla molteplicità dei fattori che muovono e determinano la società in cui viviamo. 11 Il percorso che mette in essere l’effettiva sicurezza passa, in primis, dalla qualità della coscienza sociale dell’utente, piuttosto che dall’uso di un estintore che, come oggetto, può essere indifferentemente adoperato come clava o, più propriamente, come mezzo per l’estinzione dei focolai d’incendio. La qualità del prodotto edilizio e quindi i suoi livelli di sicurezza, dipenderanno dalla sua collocazione nel tessuto d’uso della società, dall’educazione civica degli studenti e dalla preparazione professionale e deontologica dei docenti. Dopo queste considerazioni di carattere generale, va da sé che la sicurezza negli edifici scolastici sia problema di grande importanza da affrontarsi, non solo in sede di progettazione e realizzazione delle opere, ma quotidianamente durante la gestione degli edifici, con grande attenzione all’uso e alla capienza della scuola, al tipo di utenza, alle diverse età degli alunni ed ai loro comportamenti. Oggi, la progettazione delle strutture non individua più l’edificio scolastico e la scuola come ambiente a se stante, autoreferente, ma come centro moltiplicatore dello sviluppo del territorio. L’edificio diviene polo sociale, le funzioni che contiene non sono soltanto legate alla didattica ma anche ambienti per uso collettivo e sociale quali palestre, sale polivalenti, auditorium e mense. Questo trasporta inevitabilmente all’interno dell’edificio nuove problematiche relative alla sicurezza, legate principalmente alla realizzazione e all’uso di spazi polifunzionali a disposizione sia dell’utenza scolastica che della collettività. I temi che emergono sono quindi legati alla ricerca della massima sicurezza in edifici d’uso misto dove, sulla normativa scolastica, si vanno ad intrecciare specifiche normative per gli ambienti d’uso collettivo. Risulta quindi con estrema evidenza come il tema della “sicurezza” nelle scuole sia oggi insieme complesso di diversi fattori da coniugare, che non può ridursi alla fredda lettura delle molteplici norme, ma richiede oltre ad una fattiva ed attiva collaborazione tra gli enti preposti e gli utenti scolastici, anche una sorta di radicale cambiamento culturale. È infatti importante sottolineare come la conservazione delle condizioni di sicurezza e di prevenzione infortuni si fondi sia su una costante, valida e tempestiva manutenzione delle strutture, che su un corretto uso delle stesse da parte dell’utenza. Le crisi sociali e di valori (da accreditare alle turbolenze giovanili), sfociano spesso, all’interno dell’edificio scolastico, in intemperanze, manomissioni e atti di vandalismo a cui le direzioni didattiche non riescono facilmente ad opporsi. 12 Questi fatti, oltre a far precipitare l’efficienza dell’edificio e quindi la sua sicurezza, in alcuni casi portano i responsabili scolastici a non ben ponderare decisioni, quale ad esempio quella più frequentemente accertata, di bloccare le porte di uscita che favoriscono l’esodo, nel tentativo di controllare con più facilità la mobilità degli studenti. Una cultura della “sicurezza”. In estrema sintesi, si possono individuare in relazione al tema della gestione e della sicurezza, due livelli d’intervento finalizzati a costruire una “cultura della sicurezza”, fattore fondamentale di corredo ad una coscienza sociale basata sul rispetto oltre che di se stessi anche degli altri e della cosa pubblica. Il primo è la ricerca di una sempre più fattiva collaborazione tra responsabili didattici e responsabili tecnici onde permettere da un lato la tempestiva segnalazione dei guasti e delle usure e dall’altro rapidi interventi manutentivi ed una efficace programmazione. Il secondo è l’organizzazione di iniziative, da attuarsi nella scuola, volte, attraverso l’informazione, alla conoscenza dei rischi e dei pericoli derivanti sia dall’uso improprio degli spazi e delle dotazioni di un edificio scolastico che dalle molteplici cause accidentali possibili a crearsi. 1.2 IL QUADRO NORMATIVO Prima di passare a presentare gli strumenti normativi messi a disposizione per attuare e gestire la sicurezza nelle scuole, si può affermare che se l’obiettivo da raggiungere è la garanzia di strutture sicure a tutti gli utenti scolastici, è altrettanto imprescindibile dovere dello Stato mettere in condizioni gli Enti Locali, proprietari degli edifici scolastici, ed i Dirigenti Scolastici, di operare in tal senso attraverso adeguate risorse e strumenti normativi efficaci. Oggi ciò è assai arduo e gli Enti Locali stanno procedendo con risorse finanziarie quasi totalmente proprie. Non basta emanare norme che dettano tempi ed individuano responsabilità, se non vengono contestualmente erogati i finanziamenti per attuarle. Non ha alcun senso sottoporre ogni atto dell’Ente pubblico a complicatissime lungaggini burocratiche che impegnano i tecnici più negli uffici di sede, su moduli e carte, che sui cantieri. Non si può puntare il dito contro i differenti livelli di resa fra la Pubblica Amministrazione (sempre in posizione di coda) e del Privato, se le regole sono assai diverse. Non ha senso parlare di decentramento quando agli Enti Locali vengono delegate esclusivamente le responsabilità. 13 Quanto sopra descritto è una realtà che non va sottaciuta nel cui contesto, chi si occupa oggi di edilizia scolastica, deve comunque operare sulla base di un quadro normativo tecnico ulteriormente appesantito da una legge sui LL.PP., nata da una logica emergenziale, e quindi molto più indirizzata sui controlli che sugli obiettivi, che prevede tempi di realizzazione dei procedimenti non certo brevi. Entrando ora nell’analisi del quadro normativo sulla “sicurezza” è necessario premettere che la complessità della materia relativa agli edifici scolastici ed alla loro gestione, al fine di una sua corretta comprensione, ha bisogno di una preventiva rilettura delle principali norme di legge, che possono essere riassunte nella Tabella 1. Tabella 1 - Principali norme di legge N Norme Argomento Note 1 Circolare (M.I.) n. 16 del 1951 2 D.P.R. 547/55 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro Obbligo di verifica per la corrispondenza alle norme. 3 Legge n. 818 del 1984 Nulla Osta Provvisorio prevenzione incendi (NOP). Data scadenza presentazione domande 31/12/1991 4 Legge n. 339 del 1986 Legge Piano per il superamento delle barriere architettoniche Data scadenza per la redazione del piano 31/12/1987 5 DM 25/08/89 Nuove norme prevenzione incendi sugli impianti sportivi (CPI) Data scadenza 30/04/90 Per i NOP 31/12/1991 6 Legge n. 46/90 DPR 23/05/93 Legge 412 Norme di sicurezza sugli impianti elettrici ed impianti alimentati a gas Data scadenza 31/12/2004 7 DM 26/08/92 Nuove norme prevenzione incendi sugli edifici scolastici (CPI) Data scadenza 31/12/2004 8 Legge 257 del 1992 Norme di sicurezza sull’amianto. Censimento senza scadenze indicate. 9 D. Lgs. 626/94 Norme sulla sicurezza sul lavoro Data scadenza 31/12/2004 10 D. Lgs. 494/96 Norme sulla sicurezza nei cantieri temporanei e mobili. Riguarda la manutenzione ordinaria e straordinaria all’interno delle scuole. 11 Legge 23 del 1996 Norme sull’edilizia scolastica Riguarda le competenze degli enti locali sull’edilizia scolastica 12 D.M.P.I. 382 del 29/09/1998 Regolamento di applicazione del D. Lgs. 626/94 all’interno delle scuole. Regolamento di applicazione del D. Lgs. 626/94 all’interno delle scuole di ogni ordine e grado. Norme prevenzione incendi n ei locali Da attuare solo se nei locali dell’edificio scolastiper pubblico spettacolo (CPI) co si svolge attività di pubblico spettacolo. 1.3 LE RESPONSABILITÀ Dalla lettura della Tabella 1 che come si può osservare riassume un vasto e complesso quadro normativo, si evince che la sicurezza nelle scuole vede operare, per ovvi motivi di competenza, due diversi attori. 14 Il legislatore infatti affida il “dovere della sicurezza” a due distinti soggetti giuridici: L’Ente Locale di norma il Comune o la Provincia, responsabile delle strutture e degli impianti (le Province per le scuole superiori, i comuni per le scuole dell’obbligo); L’Amministrazione Scolastica con compiti organizzativi e gestionali in merito agli adempimenti del D. Lgs. 626/94. Nello specifico i compiti dei due soggetti possono essere così riassunti: All’ente locale spetta il compito di: a) Manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici;. b) Adeguamento degli impianti esistenti (impianto elettrico, impianto di messa a terra, impianto di riscaldamento, impianto antincendio, impianto idraulico sanitario e fognario, impianto telefonico, ecc.) per come previsto dalla Legge 46/90; c) Abbattimento delle eventuali barriere architettoniche; d) Controllo ed eventuale rimozione di amianto quando presente; e) Fornitura delle dotazioni antincendio (idranti, estintori, ecc.), previste dalle autorizzazioni antincendio (NOP/CPI); f) Fornitura e posa della segnaletica di sicurezza; g) Adeguamento dei locali alle norme previste dal Titolo II del D. Lgs. 626/94.; h) Adeguamento degli istituti di istruzione scolastica in materia antincendio, come previsto dal D.M. 26 Agosto 1992; i) Controllo dello stato di conservazione degli immobili ove sono ubicati gli istituti di istruzione scolastica. All’amministrazione scolastica spetta il compito di: a) Effettuare, in conformità con le “misure generali di tutela”, di cui all’art. 3 del D. Lgs. 626/94, la Valutazione dei Rischi e l’individuazione delle misure preventive e protettive redigendo un apposito documento o, nei casi previsti, una dichiarazione; b) Designare, nei casi previsti, il Medico competente, il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione nonché i relativi addetti; c) Aggiornare la valutazione dei rischi in occasione di significative modifiche delle situazioni rilevate precedentemente; d) Designare i lavoratori addetti alle gestioni delle emergenze; e) Aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi, all’evoluzione didattica e all’evoluzione della tecnica; f) Distribuire i compiti da affidare ai lavoratori in relazione alla loro capa- 15 cità ed allo stato di salute; g) Fornire ai lavoratori mezzi di protezione adeguati; h) Operare in modo che soltanto i lavoratori adeguatamente istruiti possano effettuare lavori che li espongano a rischi gravi; i) Richiedere ai lavoratori l’osservanza delle norme di sicurezza, l’uso dei mezzi collettivi ed individuali di protezione; j) Richiedere al medico competente l’osservanza dei suoi obblighi; k) Adottare le misure per il controllo delle situazioni di emergenza, istruendo i lavoratori alle procedure del caso; l) Informare i lavoratori sulla natura dei rischi e delle relative misure di prevenzione e protezione; m) Permettere ai lavoratori di verificare, tramite il loro rappresentante, l’applicazione delle misure di prevenzione e protezione; n) Detenere ed aggiornare il registro infortuni; o) Consultare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza; p) Predisporre un piano di emergenza ed evacuazione in conformità al D.M. 10/03/98. Nelle condizioni di fatto in cui l’edificio si trova; q) Effettuare le simulazioni di evacuazione per come previsto dal piano di evacuazione. e tenere un registro di controllo. 1.4 LE PROROGHE Le scadenze indicate nelle note della Tabella 1 sono state ulteriormente prorogate. Infatti, il Decreto Legge 9/11/2004, n. 266 -Proroga o differimento di termini previsti da disposizioni legislative- pubblicato sulla G.U. n. 264 del 10/11/2004 all’art. 9 dispone che: “Al fine di consentire la completa utilizzazione delle risorse stanziate per l’adeguamento a norma degli edifici scolastici, le Regioni, a fronte di comprovate esigenze, possono fissare una nuova scadenza del termine indicato dall’articolo 15, comma 1, della legge 3 agosto 1999, n. 265, comunque non successiva al 31 dicembre 2005, relativamente alle opere di edilizia scolastica comprese nei rispettivi programmi di intervento” Con legge 27/12/2004, n. 306 (Gazzetta Ufficiale 27/12/2004 n. 302) è stato convertito in legge, con modificazioni, il Decreto Legge 9/11/2004, n. 266, dove l’art. 9 dispone che: Al fine di consentire la completa utilizzazione delle risorse stanziate per l’adeguamento a norma degli edifici scolastici, le Regioni, a fronte di comprovate esigenze ed al fine di garantire il completo utilizzo delle risorse stanziate per l’a- 16 deguamento a norma degli edifici scolastici, possono fissare una nuova scadenza comunque non successiva al 31/12/2005 del termine previsto dall’art. 15 comma 1, della L. 23.12.1996, n. 649, recante “Differimento di termini previsti da disposizioni legislative in materia di interventi in campo economico e sociale” entro il quale gli enti competenti devono effettuare gli interventi finalizzati all’osservanza delle disposizioni di sicurezza, relativamente alle opere di edilizia scolastica comunque comprese nei rispettivi programmi di intervento. Il comma 1-ter inserito in fase di conversione in legge, dispone inoltre che qualora le regioni procedono all’individuazione, ai sensi della proroga sopra citata, di una nuova scadenza del termine fissato per l’adeguamento alle disposizioni indicate dal D.M.I. 26/08/1992, recante “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”, detta nuova scadenza si applica agli edifici scolastici esistenti per i quali sia stato presentato entro il 30/06/2005 al comando provinciale dei VV.F. il progetto di adeguamento per l’acquisizione del parere di conformità di cui all’art. 2 del D.P.R. 12/01/1998 n. 37. In caso contrario, sempre per il comma 1-ter, si deve ritenere non applicabile la proroga e pertanto dal 1/07/2005 scatta l’obbligo imposto dalla legge ossia il 31/12/2005. A completamento di quanto descritto, è stata pubblicata sulla GU n. 50 del 2 Marzo 2005 la legge 1 marzo 2005, n. 26 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2004, n. 314, recante proroga di termini” dove all’art. 4-bis (Adeguamento degli edifici scolastici) prevede che, qualora siano stati presentati entro il 30/06/2005 al comando provinciale dei VV.F. i progetti di adeguamento per l’acquisizione del parere di conformità, le Regioni possono superare il termine ultimo fissato per il 31 Dicembre del 2005 di cui all’articolo 9, comma 1, del decreto-legge 9 novembre 2004, n. 266, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 306, di sei mesi. 1.5 DISTRIBUZIONE DEI PLESSI SCOLASTICI La distribuzione dei plessi scolastici, di proprietà del Comune di Reggio Calabria, è piuttosto uniforme come evidenziato nella Tabella 2. 17 Tabella 2 – Numero di plessi scolastici per circoscrizione – Anno 2003-2004 CIRCOSCRIZIONI MEDIE ELEMENTARI ELEM/MAT MATERNE I – Centro Storico 3 1 1 1 II – Pineta Zerbi–Tremulini-Eremo 1 2 1 0 III – S. Caterina-Vito 2 2 0 1 IV – Trabocchetto-Condera-Spirito Santo 2 4 0 0 V – Ferrovieri-Stadio-Gebbione 2 1 2 2 VI – Sbarre 1 1 0 1 VII – S. Giorgio-Modena-S. Sperato 1 3 0 0 VIII – Catona- Salice-Rosalì-V. S. Giuseppe 2 1 3 2 IX – Gallico-Sambatello 1 3 3 2 X – Archi 1 0 1 0 XI – Ortì-Podargoni-Terreti 0 1 0 0 XII – Cannavò-Mosorrofa-Cataforio 1 3 0 1 XIII – Ravagnese 1 4 0 2 XIV – Gallina 1 2 0 0 XV – Pellaro 1 5 0 0 TOTALE PLESSI COMUNALI 20 33 11 12 Scuole Medie La distribuzione dei plessi scolastici ospitanti le scuole medie sul territorio Comunale è piuttosto uniforme su tutte le circoscrizioni se si confronta il numero delle scuole e delle classi con l’estensione superficiale del territorio. Infatti, avendo il Comune di Reggio Calabria un estensione di 236,03 Km2 si rileva la presenza di un plesso ogni 11,80 Km2 con un rapporto di superficie/classi pari a 0,69. Diverso è il discorso se si considera il numero di alunni presenti, il calcolo del valore medio risulta essere di 20 studenti per classe. Scuole Elementari Il rapporto tra il numero delle scuole e delle classi con l’estensione superficiale del territorio, aggregando i valori rilevati delle scuole elementari e materne, risulta un plesso ogni 5,35 Km2 con un rapporto di superficie/classi pari a 0,34. Le scuole elementari risultano poco affollate con una situazione generale di circa 17 alunni per ciascuna classe, con gran parte degli edifici caratterizzati da un basso numero di studenti rispetto al numero delle classi. Scuole Materne Il rapporto tra il numero delle scuole e delle classi con l’estensione superficia- 18 le del territorio, aggregando i valori rilevati delle scuole elementari e materne, risulta un plesso ogni 10,26 Km2 con un rapporto di superficie/classi pari a 1,40. Le scuole Materne risultano poco affollate con una situazione generale di circa 16 alunni per ciascuna classe, con gran parte degli edifici caratterizzati da un basso numero di studenti rispetto al numero delle classi. Dall’analisi dei dati, relativamente alla popolazione scolastica, si evidenzia che il numero di alunni per classe è sempre inferiore a 24. L’affollamento delle scuole materne risulta minore di quello delle scuole elementari con una situazione generale di meno di 18 alunni per ciascuna classe mentre, le scuole Medie risultano più affollate. Grafico 1 – Distribuzione plessi scolastici nelle Circoscrizioni – Anno 2003-2004 19 2. SICUREZZA ANTINCENDIO 2.1 EDIFICI SCOLASTICI SOGGETTI ALLA NORMA DI PREVENZIONE INCENDI Il Decreto Ministeriale 26 Agosto 1992 riguardante “Le norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica” prevede che le scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi accademici e simili, per oltre 100 persone presenti, sono soggette alle visite ed ai controlli di prevenzione incendi da parte dei Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco. Infatti, il D. M. suddivide le scuole in relazione alle presenze effettive contemporaneamente in essere prevedibili di alunni e di personale docente e non docente, nei seguenti tipi: TIPO 0: SCUOLA 100 CON NUMERO DI PRESENZE CONTEMPORANEE FINO A PERSONE TIPO 1: SCUOLA CON NUMERO DI PRESENZE CONTEMPORANEE DA 101 A 300 PERSONE TIPO 2: SCUOLA CON NUMERO DI PRESENZE CONTEMPORANEE DA 301 A 500 PERSONE TIPO 3: SCUOLA CON NUMERO DI PRESENZE CONTEMPORANEE DA 501 A 800 PERSONE TIPO 4: SCUOLA CON NUMERO DI PRESENZE CONTEMPORANEE DA A 1200 PERSONE TIPO 5: SCUOLA CON NUMERO DI PRESENZE CONTEMPORANEE OLTRE LE 801 1200 PERSONE Al riguardo, però, è importante osservare che il campo di applicazione della norma non è limitato unicamente alle scuole soggette al rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi (oltre 100 persone presenti), ma si estende anche alle scuole con numero di presenze contemporanee fino a 100 persone, per le quali non viene rilasciato il C.P.I., dove il rispetto della normativa è di diretta competenza del Responsabile della scuola e cioè il Capo Istituto (D.M. 21 Maggio 1996). Per le scuole di tipo “0”, il legislatore ha fissato, comunque, un livello base di sicurezza richiedendo la realizzazione di strutture di separazione resistenti al fuoco, l’installazione di materiali di arredo classificati di estintori di tipo approvato e della segnaletica di sicurezza. In più, il rispetto di alcuni divieti e norme di esercizio e, soprattutto, il sicuro esodo degli occupanti la scuola in caso di emergenza. La “norma” (in realtà regola tecnica in quanto a carattere obbligatorio) segue i principi e le impostazioni di altri importanti provvedimenti legislativi di prevenzione incendi con misure di protezione, attiva e passiva. Il D. M. 26/8/1992 nella parte relativa alle norme di esercizio (Art. 12), che mirano a tenere costantemente sotto controllo gli impianti ed i presidi antincendi ed in modo particolare a regolamentare il comportamento che gli occupanti devono tenere in caso di emergenza e di evacuazione, “impone” al tito- 21 lare/gestore della attività di avviare e coordinare la gestione della sicurezza. Gli strumenti sono il Registro dei Controlli Periodici ed il Piano di Emergenza. Il Dirigente Scolastico (gestore dell’attività) ha il dovere e la responsabilità diretta di gestire l’Istituto anche sotto l’aspetto della sicurezza vigilando sul mantenimento delle condizioni verificate all’atto del rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi al Titolare dell’Edificio Scolastico (Provincia, Comune, o altro Ente). Pertanto dopo il rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi il Capo d’Istituto è tenuto ad osservare ed a far osservare le limitazioni, i divieti ed in genere le condizioni di esercizio indicate nel C.P.I. stesso. Avvenuto il rilascio del medesimo documento ed aver quindi fornito edifici scolastici a “norma”, il Titolare del C.P.I. (Ente Locale), dovrà – si rammenta l’art. 12 del D.Lgs. 626/94 – avere cura anche della relativa manutenzione dello stesso, per effetto di provvedimenti di legge e/o di convenzioni,. Di seguito sono riportate le Tabelle analitiche relative ai plessi scolastici soggetti e non al controllo di prevenzione incendi. Tabella 3 – Plessi ospitanti Scuole Medie SCUOLE MEDIE Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale 20 Controllo di prevenzione incendi (D.M. del 26 AGOSTO 1992) N° % Edifici soggetti (scuole con più di 100 occupanti) 20 100,0 Edifici non soggetti (scuole con meno di 100 occupanti) 0 0,0 Tabella 4 – Plessi ospitanti Scuole Elementari SCUOLE ELEMENTARI Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale 33 Controllo di prevenzione incendi (D.M. del 26 AGOSTO 1992) N° % Edifici soggetti (scuole con più di 100 occupanti) 20 60,6 Edifici non soggetti (scuole con meno di 100 occupanti) 13 39,4 Tabella 5 – Plessi ospitanti contemporaneamente Scuole Elementari e Materne SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Controllo di prevenzione incendi (D.M. del 26 AGOSTO 1992) 11 N° % Edifici soggetti (scuole con più di 100 occupanti) 9 81,8 Edifici non soggetti (scuole con meno di 100 occupanti) 2 18,2 22 Tabella 6 – Plessi ospitanti Scuole Materne SCUOLE MATERNE Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Controllo di prevenzione incendi (D.M. del 26 AGOSTO 1992) 12 N° % Edifici soggetti (scuole con più di 100 occupanti) 1 8,3 Edifici non soggetti (scuole con meno di 100 occupanti) 11 91,7 Grafico 2 – Controllo di prevenzione incendi edifici scolastici – Anno 2003-2004 2.2 VALUTAZIONE DEI RISCHI INDIRETTI NEGLI EDIFICI SCOLASTICI Nell’ambito della presente pubblicazione non è stata fatta un’analisi dei fattori di rischio connessi alle mansioni lavorative delle figure professionali direttamente coinvolte nelle attività produttive della scuola, bensì, ai rischi connessi alla struttura edilizia i cosiddetti “Rischi Indiretti”. I rischi indiretti sono, ad esempio, quelli legati agli impianti elettrici, agli impianti di riscaldamento, alle misure gestionali per la lotta antincendio e le gestione delle emergenze, alle vie di esodo ecc.. Attraverso un’analisi statistica, per ciascun elemento di rischio individuato, è stato, possibile verificare la frequenza con cui sono state riscontrate situazioni non conformi alla norma. I risultati delle elaborazioni dei dati relativi ai fattori di rischio indiretti sono riportati nelle tabelle dei paragrafi a seguire. Le tabelle sono strutturate in modo che per ciascuna categoria siano riportate le percentuali di non conformità rilevate al fine di evidenziare le situazioni critiche. I valori percentuali sono stati calcolati sui dati relativi alla totalità delle scuole di proprietà dell’Amministrazione Comunale. La valutazione dei dati è stata fatta utilizzando le categorie interpretative 23 riportate nella Tabella 7 a ciascuna delle quali è possibile associare un giudizio complessivo della situazione dei plessi scolastici, relativamente ai temi legati alla sicurezza. Tabella 7 – Categorie interpretative delle non conformità % di non conformità Frequenza della non conformità o delle situazioni di rischio indiretto < 30% Ripetizione Bassa (Frequenza Bassa) > 30% - > 70% Ripetizione Media (Frequenza Media) > 70% Ripetizione Alta (Frequenza Alta) Le voci inserite nelle tabelle relative a ciascun elemento di rischio sono una sintesi di una serie di elementi che, per ciascun fattore, sono state prese in considerazione. Per completezza si descriveranno in modo dettagliato quali sono gli elementi specifici implicitamente considerati nella valutazione del rischio. 2.2.1 REQUISITI STRUTTURALI I requisiti strutturali possono essere divisi in due gruppi principali: • compartimentazione • vie di fuga. Nell’analisi della “compartimentazione dei locali” devono essere considerati l’ubicazione dei locali ad uso scolastico e l’altezza degli edifici. In particolare, se le attività scolastiche si svolgono in locali ubicati “in edifici o locali esistenti, anche adiacenti, sottostanti o sovrastanti ad altri aventi destinazione diversa……” “devono essere separati…. (omissis)…. mediante strutture di caratteristiche almeno REI 120 senza comunicazioni.” Tale disposizione non è da considerarsi valida nel caso in cui per relazione diretta con altre attività sia necessaria la comunicazione con altri locali in questi casi “ è ammesso che la comunicazione avvenga mediante filtro a prova di fumo. Tali attività devono, comunque, avere accessi ed uscite indipendenti.” In relazione all’altezza dell’edificio deve essere prevista una suddivisione in compartimenti, che può comprendere anche più di un piano. Si deve nello specifico fare riferimento alla Tabella A del D.M. del 26/8/92 riportata di seguito. 24 Altezza antincendio Massima superficie del compartimento (m2) fino a 12 m 6.000 da 12 m a 24 m 6.000 da oltre 24 m a 32 m 4.000 da oltre 32 m a 54 m 2.000 É comunque necessario che le strutture abbiano una adeguata resistenza al fuoco. In particolare per gli edifici con altezza antincendio fino a 24 metri, le strutture portanti e separanti devono garantire una resistenza al fuoco almeno REI 60. Per gli edifici di altezza superiore, invece le strutture sia portanti che separanti, devono garantire una resistenza almeno REI 90. Le valutazioni relative all’idoneità delle vie di fuga e delle aree di transito devono prendere in considerazioni diversi elementi. Primo fra tutti il numero di persone che possono trovarsi contemporaneamente nello stesso locale o nella stessa area, perché il rispetto di certi limiti garantisce nelle situazioni di emergenza che l’esodo avvenga in condizioni di sicurezza. Relativamente all’affollamento massimo ipotizzabile il D.M. prevede: • aule: 26 persone/aula. Qualora le persone effettivamente presenti siano numericamente diverse dal valore desunto dal calcolo effettuato sulla base della densità di affollamento, l’indicazione del numero di persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del titolare dell’attività; • aree destinate a servizi: persone effettivamente presenti + 20%; • refettori e palestre: densità di affollamento pari a 0,4 persone/m2. Comunque la capacità di deflusso no deve essere superiore a 60 per ogni piano. Il giudizio di idoneità sui passaggi e sulle vie di esodo viene formulato in funzione di diversi parametri, di seguito descritti secondo quanto disposto dal DM 26/8/92. “Sistema di via di uscita. Ogni scuola, deve essere provvista di un sistema organizzato di vie di uscita dimensionato in base al massimo affollamento ipotizzabile in funzione della capacità di deflusso ed essere dotata di almeno 2 uscite verso luogo sicuro. Il tipo, il numero, l’ubicazione e la larghezza delle uscite dovranno essere determinate in base al massimo affollamento secondo la seguente relazione: moduli necessari = (Max affollamento del piano) / (capacità di deflusso del piano) 25 Gli spazi frequentati dagli alunni o dal personale docente e non docente, qualora distribuiti su più piani, devono essere dotati, oltre che dalla scala che serve al normale afflusso, almeno di una scala di sicurezza esterna o di una scala a prova di fumo o a prova di fumo interna. Larghezza delle vie di uscita. La larghezza delle vie di uscita deve essere multipla del modulo di uscita e non inferiore a due moduli (m 1,20). La misurazione ella larghezza delle singole uscite va eseguita nel punto più stretto della luce. Anche le porte dei locali frequentati dagli studenti devono avere, singolarmente, larghezza non inferiore a m 1,20. Lunghezza delle vie di uscita. La lunghezza delle vie di uscita deve essere non superiore a 60 metri e deve essere misurata dal luogo sicuro alla porta più vicina allo stesso di ogni locale frequentato dagli studenti o dal personale docente e non docente. Larghezza totale delle uscite di ogni piano. La larghezza totale delle uscite di ogni piano è determinata dal rapporto fra il massimo affollamento ipotizzabile e la capacità di deflusso. Per le scuole che occupano più di tre piani fuori terra, la larghezza totale delle vie di uscita che immettono all’aperto, viene calcolata sommando il massimo affollamento ipotizzabile di due piani consecutivi, con riferimento a quelli aventi maggiore affollamento. Numero delle uscite. Il numero delle uscite dai singoli piani dell’edificio non deve essere inferiore a due. Esse vanno poste in punti ragionevolmente contrapposti. Per ogni tipo di scuola i locali destinati ad uso collettivo (spazi per esercitazioni, spazi per l’informazione ed attività parascolastiche, mense, dormitori) devono essere dotati, oltre che della normale porta di accesso, anche di almeno una uscita di larghezza non inferiore a due moduli, apribile nel senso del deflusso, con sistema a semplice spinta, che adduca in luogo sicuro. Le aule didattiche devono essere servite da una porta ogni 50 persone presenti; le porte devono avere larghezza almeno di 1,20 m ed aprirsi nel senso dell’esodo quando il numero massimo di persone presenti nell’aula sia superiore a 25 e per le aule per esercitazione dove si depositano e/o manipolano sostanze infiammabili o esplosive quando il numero di persone presenti sia superiore a 5. 26 Le porte che si aprono verso corridoi interni di deflusso devono essere realizzate in modo da non ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi.” Per garantire un esodo in sicurezza gli edifici devono essere dotati di un impianto di illuminazione di emergenza che sarà da ritenersi adeguato, non solo se presente, ma anche se idoneamente progettato (ubicazione dei corpi illuminanti, autonomia, livello di illuminazione fornito, ecc.), e di un allarme sonoro e/o impianto di diffusione sonora, il cui funzionamento deve essere garantito anche in caso di mancanza di energia elettrica. A tale proposito il D.M. del 26/8/92 prescrive al punto 7.1. dell’allegato che “Le scuole devono essere dotate di un impianto di sicurezza alimentato da apposita sorgente, distinta da quella ordinaria… omissis… L’alimentazione dell’impianto di sicurezza deve potersi inserire anche con comando a mano posto in posizione conosciuta dal personale. L’autonomia della sorgente di sicurezza non deve essere inferiore ai 30’. Sono ammesse singole lampade o gruppi di lampade con alimentazione autonoma. Il dispositivo di carica degli accumulatori, qualora impiegati, deve essere di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore.” Nelle strutture scolastiche possono inoltre essere presenti una serie di altri spazi che nel D.M. vengono indicati a “rischi specifico”: - spazi per le esercitazioni; - spazi per depositi; - impianti tecnologici; - gli spazi per l’informazione e le attività parascolastiche; - autorimesse; - spazi per servizi logistici (mense, dormitori, ecc.) Spazi per esercitazioni Vengono definiti spazi per esercitazioni tutti quei locali ove si svolgano prove, esercitazioni, sperimentazioni, lavori, ecc. connessi con l’attività scolastica. Gli spazi per le esercitazioni ed i locali per depositi annessi devono essere ubicati ai piani fuori terra o al 1° interrato, fatta eccezione per i locali ove vengono utilizzati gas combustibili con densità superiore a 0,8 che devono essere ubicati ai piani fuori terra senza comunicazioni con i piani interrati. Indipendentemente dal tipo di materiale impiegato nella realizzazione, le strutture di separazione devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco valutate secondo le prescrizioni e le modalità di prova stabilite nella circolare del Ministero dell’interno n. 91 del 14 settembre 1961. 27 Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni da adottare per i vari tipi di materiali nonché la classificazione dei locali in funzione del carico di incendio, vanno determinati con le tabelle e con le modalità specificate nella circolare n. 91 citata. Le predette strutture dovranno comunque essere realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno REI 60. Le comunicazioni tra il locale per esercitazioni ed il locale deposito annesso, devono essere munite di porte dotate di chiusura automatica aventi resistenza al fuoco almeno REI 60. Nei locali dove vengono utilizzate e depositate sostanze radioattive e/o macchine radiogene è fatto divieto di usare o depositare materiali infiammabili. Detti locali debbono essere realizzati in modo da consentire la più agevole decontaminazione ed essere preposti per la raccolta ed il successivo allontanamento delle acque di lavaggio o di estinzione di principi di incendio. Gli spazi per le esercitazioni dove vengono manipolate sostanze esplosive e/o infiammabili devono essere provvisti di aperture di aerazione, permanente, ricavate su pareti attestate all’esterno di superficie pari ad 1/20 della superficie in pianta del locale. Qualora vengano manipolati gas aventi densità superiore a 0,8 delle predette aperture di aerazione, almeno 1/3 della superficie complessiva deve essere costituito da aperture, protette con grigliatura metallica, situate nella parte inferiore della parete attestata all’esterno e poste a filo pavimento. Le apparecchiature di laboratorio alimentate a combustibile gassoso devono avere ciascun bruciatore dotato di dispositivo automatico di sicurezza totale che intercetti il flusso del gas in mancanza di fiamma. Spazi per i depositi Vengono definiti «spazi per deposito o magazzino» tutti quegli ambienti destinati alla conservazione di materiali per uso didattico e per i servizi amministrativi. I depositi di materiali solidi combustibili possono essere ubicati ai piani fuoriterra o ai piani 1° e 2° interrati. Indipendentemente dal tipo di materiale impiegato nella realizzazione le strutture di separazione devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco valutate secondo le prescrizioni e le modalità di prova stabilite nella circolare del Ministero dell’interno n. 91 del 14 settembre 1961. Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni da adottare per i vari tipi di materiali nonché la classificazione dei depositi in funzione del carico di incendio, vanno determinati secondo le tabelle e con le modalità specificate nella circolare n. 91 citata. Le predette strutture dovranno comunque essere realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno REI 60. 28 L’accesso al deposito deve avvenire tramite porte almeno REI 60 dotate di congegno di autochiusura. La superficie massima lorda di ogni singolo locale non può essere superiore a: • 1.000 m2 per i piani fuori terra; • 500 m2 per i piani 1° e 2° interrato. I suddetti locali devono avere apertura di aerazione di superficie non inferiore ad 1/40 della superficie in pianta, protette da robuste griglie a maglia fitta. Il carico di incendio di ogni singolo locale non deve superare i 30 kg/m?; qualora venga superato il suddetto valore, nel locale dovrà essere installato un impianto di spegnimento a funzionamento automatico. Ad uso di ogni locale dovrà essere previsto almeno un estintore, di tipo approvato, di capacità estinguente non inferiore a 21 A, ogni 200 m? di superficie. I depositi di materiali infiammabili liquidi e gassosi devono essere ubicati al di fuori del volume del fabbricante; lo stoccaggio, la distribuzione e l’utilizzazione di tali materiali devono essere eseguiti in conformità delle norme e dei criteri tecnici di prevenzione incendi. Ogni deposito dovrà essere dotato di almeno un estintore di tipo approvato, di capacità estinguente non inferiore a 21 A, 89 B, C ogni 150 m2 di superficie. Per esigenze didattiche ed igienico-sanitarie è consentito detenere complessivamente, all’interno del volume dell’edificio, in armadi metallici dotati di bacino di contenimento, 20 l di liquidi infiammabili. Impianti di produzione di calore Per gli impianti di produzione di calore valgono le disposizioni di prevenzione incendi in vigore. È fatto divieto di utilizzare stufe funzionanti a combustibile liquido o gassoso, per il riscaldamento di ambienti. Impianti di condizionamento e di ventilazione Gli eventuali impianti di condizionamento e di ventilazione possono essere centralizzati o localizzati. Nei gruppi frigoriferi devono essere utilizzati come fluidi frigorigeni prodotti non infiammabili. …Omissis… Spazi per l’informazione e le attività parascolastiche Vengono definiti «spazi destinati all’informazione ed alle attività parascolastiche», i seguenti locali: 29 • auditori; • aule magne; • sale per rappresentazioni. Detti spazi devono essere ubicati in locali fuori terra o al 1° interrato fino alla quota massima di -7,50 m; se la capacità supera le cento persone e vengono adibiti a manifestazioni non scolastiche, si applicano le norme di sicurezza per i locali di pubblico spettacolo. Qualora, per esigenze di carattere funzionale, non fosse possibile rispettare le disposizioni sull’isolamento previste dalle suddette norme, le manifestazioni in argomento potranno essere svolte a condizione che non si verifichi contemporaneità con l’attività scolastica; Spazi per servizi logistici -Mense Locali destinati alla distribuzione e/o consumazione dei pasti. Nel caso in cui a tali locali sia annessa la cucina e/o il lavaggio delle stoviglie con apparecchiature alimentate a combustibile liquido o gassoso, agli stessi si applicano le specifiche normative di sicurezza vigenti. Di seguito sono riportate le Tabelle analitiche con le percentuali di non conformità dei requisiti indicati. Tabella 8 – Plessi ospitanti le Scuole Medie SCUOLE MEDIE Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Requisiti strutturali 20 % di non conformità Idonea compartimentazione dei locali 7,60 Numero massimo degli occupanti in un’aula pari a 26 10,00 Esistenza almeno di una scala di sicurezza esterna 45,00 Idoneità del numero delle uscite di emergenza 28,00 Idoneità del numero delle uscite di piano 41,00 Idoneità del numero e della dimensione delle uscite (ex art. 13 DPR 547/55 come modificato dal D.Lgs. 626/94 e D.Lgs 242/96 ed integrato dal DM 10/03/98) 3,00 Esistenza di un impianto di Illuminazione di emergenza 5,00 Vie d’uscita sgombre, assenza di ostacoli che possano impedire un esodo agevole 45,00 Idoneità dei pavimenti delle vie di transito e di fuga 0,00 30 Tabella 9 – Plessi ospitanti le Scuole Elementari (con più di 100 occupanti) SCUOLE ELEMENTARI (con più di 100 occupanti) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Requisiti strutturali 20 % di non conformità Idonea compartimentazione dei locali 15,10 Numero massimo degli occupanti in un’aula pari a 26 0,00 Esistenza almeno di una scala di sicurezza esterna 35,00 Idoneità del numero delle uscite di emergenza 29,30 Idoneità del numero delle uscite di piano 21,80 Idoneità del numero e della dimensione delle uscite (ex art. 13 DPR 547/55 come modificato dal D.Lgs. 626/94 e D.Lgs 242/96 ed integrato dal DM 10/03/98) 5,30 Esistenza di un impianto di Illuminazione di emergenza 10,00 Vie d’uscita sgombre, assenza di ostacoli che possano impedire un esodo agevole 48,10 Idoneità dei pavimenti delle vie di transito e di fuga 1,50 Tabella 10– Plessi ospitanti le Scuole Elementari (con meno di 100 occupanti) SCUOLE ELEMENTARI (con meno di 100 occupanti) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Requisiti strutturali 13 % di non conformità Idonea compartimentazione dei locali 9,30 Numero massimo degli occupanti in un’aula pari a 26 0,00 Esistenza almeno di una scala di sicurezza esterna 0,00 Idoneità del numero delle uscite di emergenza 15,70 Idoneità del numero delle uscite di piano 5,80 Idoneità del numero e della dimensione delle uscite (ex art. 13 DPR 547/55 come modificato dal D.Lgs. 626/94 e D.Lgs 242/96 ed integrato dal DM 10/03/98) 0,00 Esistenza di un impianto di Illuminazione di emergenza 38,50 Vie d’uscita sgombre, assenza di ostacoli che possano impedire un esodo agevole 38,10 Idoneità dei pavimenti delle vie di transito e di fuga 0,00 31 Tabella 11 – Plessi ospitanti contemporaneamente le Scuole Elementari e Materne (con più di 100 occupanti) SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE (con più di 100 occupanti) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Requisiti strutturali 9 % di non conformità Idonea compartimentazione dei locali 7,21 Numero massimo degli occupanti in un’aula pari a 26 0,00 Esistenza almeno di una scala di sicurezza esterna 44,44 Idoneità del numero delle uscite di emergenza 8,85 Idoneità del numero delle uscite di piano 6,15 Idoneità del numero e della dimensione delle uscite (ex art. 13 DPR 547/55 come modificato dal D.Lgs. 626/94 e D.Lgs 242/96 ed integrato dal DM 10/03/98) 1,05 Esistenza di un impianto di Illuminazione di emergenza 11,11 Vie d’uscita sgombre, assenza di ostacoli che possano impedire un esodo agevole 19,28 Idoneità dei pavimenti delle vie di transito e di fuga 1,10 Tabella 12– Plessi ospitanti contemporaneamente le Scuole Elementari e Materne (con meno di 100 occupanti) SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE (con meno di 100 occupanti) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Requisiti strutturali 2 % di non conformità Idonea compartimentazione dei locali 0,00 Numero massimo degli occupanti in un’aula pari a 26 0,00 Esistenza almeno di una scala di sicurezza esterna 0,00 Idoneità del numero delle uscite di emergenza 0,00 Idoneità del numero delle uscite di piano 0,00 Idoneità del numero e della dimensione delle uscite (ex art. 13 DPR 547/55 come modificato dal D.Lgs. 626/94 e D.Lgs 242/96 ed integrato dal DM 10/03/98) 0,00 Esistenza di un impianto di Illuminazione di emergenza 50,00 Vie d’uscita sgombre, assenza di ostacoli che possano impedire un esodo agevole 0,00 Idoneità dei pavimenti delle vie di transito e di fuga 0,00 34 Tabella 13 – Plessi ospitanti le Scuole Materne (con più di 100 occupanti) SCUOLE MATERNE (con più di 100 occupanti) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Requisiti strutturali 1 % di non conformità Idonea compartimentazione dei locali 0,00 Numero massimo degli occupanti in un’aula pari a 26 0,00 Esistenza almeno di una scala di sicurezza esterna 0,00 Idoneità del numero delle uscite di emergenza 0,00 Idoneità del numero delle uscite di piano 0,00 Idoneità del numero e della dimensione delle uscite (ex art. 13 DPR 547/55 come modificato dal D.Lgs. 626/94 e D.Lgs 242/96 ed integrato dal DM 10/03/98) 0,00 Esistenza di un impianto di Illuminazione di emergenza 0,00 Vie d’uscita sgombre, assenza di ostacoli che possano impedire un esodo agevole 0,00 Idoneità dei pavimenti delle vie di transito e di fuga 0,00 Tabella 14– Plessi ospitanti le Scuole Materne (con meno di 100 occupanti) SCUOLE MATERNE (con meno di 100 occupanti) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Requisiti strutturali 11 % di non conformità Idonea compartimentazione dei locali 0,00 Numero massimo degli occupanti in un’aula pari a 26 0,00 Esistenza almeno di una scala di sicurezza esterna 0,00 Idoneità del numero delle uscite di emergenza 18,20 Idoneità del numero delle uscite di piano 0,00 Idoneità del numero e della dimensione delle uscite (ex art. 13 DPR 547/55 come modificato dal D.Lgs. 626/94 e D.Lgs 242/96 ed integrato dal DM 10/03/98) 0,50 Esistenza di un impianto di Illuminazione di emergenza 18,18 Vie d’uscita sgombre, assenza di ostacoli che possano impedire un esodo agevole 28,20 Idoneità dei pavimenti delle vie di transito e di fuga 0,00 35 Per esplicitare i dati della tabella, si sottolinea che, nei plessi scolastici con più di 100 occupanti, è stata rilevata con frequenza media la non congruenza ai requisiti richiesti dalla presenza di scale esterne di sicurezza. . Con frequenza medio/bassa, sono state verificate inadeguatezze circa le vie di fuga, l’assenza di uscite sufficienti o con sufficienti requisiti di sicurezza oltre a notevoli carenze nella segnaletica di emergenza. In ultima analisi, nell’ 86,00% dei plessi scolastici è stato riscontrato, con frequenza medio/bassa, la non conformità dell’illuminazione di emergenza. Infatti, l’illuminazione di emergenza garantisce la visibilità anche in caso di assenza di energia elettrica e costituisce una cautela di rilievo considerando che nei periodi scolastici (autunno, inverno e primavera) le attività pomeridiane si svolgono quasi in assenza di luce naturale. 2.2 MEZZI ESTINGUENTI, SISTEMI DI SEGNALAZIONE E CONTROLLO Nella valutazione d’idoneità della dotazione degli estintori oltre al numero di questi e alla sostanza estinguente, il giudizio viene espresso considerando che questi siano collocati in posizione visibile e facilmente raggiungibile (impugnatura ad un’altezza non superiore ai 150 cm) e che siano opportunamente segnalati. In particolare per le scuole il decreto del 26/8/92 prevede che siano installati “estintori portatili di capacità estinguente non inferiore a 13A 89B, C di tipo approvato dal Ministero dell’interno in ragione di almeno un estintore per ogni 200 m? di pavimento o frazione di detta superficie, con un minimo di due estintori per piano”. Anche per quanto riguarda gli idranti la normativa per le scuole fornisce indicazioni specifiche, a differenza del D.M. 10/3/98, in particolare per le scuole con più di 100 persone, deve essere prevista “una rete idranti costituita da una rete di tubazioni realizzata preferibilmente ad anello ed almeno una colonna montante in ciascun vano scala dell’edificio; da essa deve essere derivato ad ogni piano, sia fuori terra che interrato, almeno un idrante con attacco UNI 45 a disposizione per eventuale collegamento di tubazione flessibile o attacco per naspo. La tubazione flessibile deve essere costituita da un tratto di tubo, di tipo approvato, con caratteristiche di lunghezza tali da consentire di raggiungere col getto ogni punto dell’area protetta. Il naspo deve essere corredato di tubazione semirigida con diametro minimo di 25 mm e anch’esso di lunghezza idonea a consentire di raggiungere col getto ogni punto dell’area protetta. Tale idrante deve essere installato nel locale filtro, qualora la scala sia a prova di fumo interna. 36 Al piede di ogni colonna montante, per edifici con oltre 3 piani fuori terra, deve essere installato un idoneo attacco di mandata per autopompa. Per gli altri edifici è sufficiente un solo attacco per autopompa per tutto l’impianto. L’impianto deve essere dimensionato per garantire una portata minima di 360 l/min per ogni colonna montante e, nel caso di più colonne, il funzionamento contemporaneo di almeno 2 colonne. L’alimentazione idrica deve essere in grado di assicurare l’erogazione ai 3 idranti idraulicamente più sfavoriti, di 120 l/min cad., con una pressione residua al bocchello di 1,5 bar per un tempo di almeno 60 min. Qualora l’acquedotto non garantisca le condizioni di cui al punto precedente dovrà essere installata una idonea riserva idrica alimentata da acquedotto pubblico e/o da altre fonti. Tale riserva deve essere costantemente garantita. Le elettropompe di alimentazione della rete antincendio devono essere alimentate elettricamente da una propria linea preferenziale. Nelle scuole di tipo 4 (scuole con numero di presenze contemporanee da 801 a 1200 persone) e 5 (scuole con numero di presenze contemporanee oltre le 1200 persone), i gruppi di pompaggio della rete antincendio devono essere costituiti da due pompe, una di riserva all’altra, alimentate da fonti di energia indipendenti (ad esempio elettropompa e motopompa o due elettropompe). L’avviamento dei gruppi di pompaggio deve essere automatico. Le tubazioni di alimentazione e quelle costituenti la rete devono essere protette dal gelo, da urti e dal fuoco. Le colonne montanti possono correre, a giorno o incassate, nei vani scale oppure in appositi alloggiamenti resistenti al fuoco REI 60.” Deve, inoltre, essere previsto un impianto di spegnimento automatico, nei locali interrati, ed un impianto di rilevamento fumi, nei locali fuori terra, nel caso in cui il carico d’incendio superi i 30 kg/m2. Le scuole devono essere munite di un sistema di allarme in grado di avvertire gli alunni ed il personale presenti in caso di pericolo. Il sistema di allarme deve avere caratteristiche atte a segnalare il pericolo a tutti gli occupanti il complesso scolastico ed il suo comando deve essere posto in locale costantemente presidiato durante il funzionamento della scuola. Il sistema di allarme può essere costituito, per le scuole di tipo 0-1-2 dallo stesso impianto a campanelli usato normalmente per la scuola, purché venga convenuto un particolare suono. Per le scuole degli altri tipi deve essere invece previsto anche un impianto di altoparlanti. Di seguito vengono riportati i risultati dell’indagine eseguita. 37 Tabella 15 – Plessi ospitanti le Scuole Medie SCUOLE MEDIE Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Mezzi estinguenti, sistemi di segnalazione controllo 20 % di non conformità Idoneità della dotazione degli estintori 0,00 Regolare svolgimento della verifica periodica degli estintori 0,00 Esistenza di una rete di idranti 50,00 Idoneità della rete di idranti (dove esiste) 40,00 Idonea alimentazione idrica della rete d’idranti 100,00 Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio (Idranti - dove esistono) 80,00 Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio (Estintori) 30,00 Esistenza di un sistema di ALLARME 85,00 Presenza del C.P.I. nelle scuole con più di 100 occupanti 100,00 Presenza di un registro dei controlli periodici degli impianti elettrici, di illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio 90,00 Tabella 16 – Plessi ospitanti le Scuole Elementari (con più di 100 occupanti) SCUOLE ELEMENTARI (con più di 100 occupanti) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Mezzi estinguenti, sistemi di segnalazione controllo 20 % di non conformità Idoneità della dotazione degli estintori 0,00 Regolare svolgimento della verifica periodica degli estintori 10,00 Esistenza di una rete di idranti 50,00 Idoneità della rete di idranti (dove esiste) 10,00 Idonea alimentazione idrica della rete d’idranti 100,00 Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio (Idranti - dove esistono) 20,00 Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio (Estintori) 20,00 Esistenza di un sistema di ALLARME 65,00 Presenza del C.P.I. nelle scuole con più di 100 occupanti 100,00 Presenza di un registro dei controlli periodici degli impianti elettrici, di illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio 75,00 38 Tabella 17– Plessi ospitanti le Scuole Elementari (con meno di 100 occupanti) SCUOLE ELEMENTARI (con meno di 100 occupanti) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Mezzi estinguenti, sistemi di segnalazione controllo 13 % di non conformità Idoneità della dotazione degli estintori 23,08 Regolare svolgimento della verifica periodica degli estintori 23,08 Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio (Estintori) 30,77 Esistenza di un sistema di ALLARME 100,00 Presenza di un registro dei controlli periodici degli impianti elettrici, di illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio 84,62 Totale Edifici con presenza di una rete di idranti 2 Idoneità della rete di idranti 0,00 Idonea alimentazione idrica della rete d’idranti 100,00 Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio (Idranti) 50,00 Tabella 18 – Plessi ospitanti contemporaneamente le Scuole Elementari e Materne (con più di 100 occupanti) SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE (con più di 100 occupanti) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Mezzi estinguenti, sistemi di segnalazione controllo 9 % di non conformità Idoneità della dotazione degli estintori 11,11 Regolare svolgimento della verifica periodica degli estintori 11,11 Esistenza di una rete di idranti 88,89 Idoneità della rete di idranti (dove esiste) 100,00 Idonea alimentazione idrica della rete d’idranti 100,00 Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio (Idranti - dove esistono) 100,00 Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio (Estintori) 44,44 Esistenza di un sistema di ALLARME 88,89 Presenza del C.P.I. 100,00 Presenza di un registro dei controlli periodici degli impianti elettrici, di illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio 66,67 39 Tabella 19– Plessi ospitanti contemporaneamente le Scuole Elementari e Materne (con meno di 100 occupanti) SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE (con meno di 100 occupanti) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Mezzi estinguenti, sistemi di segnalazione controllo 2 % di non conformità Idoneità della dotazione degli estintori 0,00 Regolare svolgimento della verifica periodica degli estintori 0,00 Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio (Idranti - dove esistono) 100,00 Esistenza di un sistema di ALLARME 100,00 Presenza di un registro dei controlli periodici degli impianti elettrici, di illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio 100,00 Tabella 20 – Plessi ospitanti le Scuole Materne (con più di 100 occupanti) SCUOLE MATERNE (con più di 100 occupanti) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Mezzi estinguenti, sistemi di segnalazione controllo 1 % di non conformità Idoneità della dotazione degli estintori 0,00 Regolare svolgimento della verifica periodica degli estintori 0,00 Esistenza di una rete di idranti 100,00 Idoneità della rete di idranti (dove esiste) -- Idonea alimentazione idrica della rete d’idranti -- Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio (Idranti - dove esistono) -- Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio (Estintori) 0,00 Esistenza di un sistema di ALLARME 100,00 Presenza del C.P.I. 100,00 Presenza di un registro dei controlli periodici degli impianti elettrici, di illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio 40 0,00 Tabella 21– Plessi ospitanti le Scuole Materne (con meno di 100 occupanti) SCUOLE MATERNE (con meno di 100 occupanti) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Mezzi estinguenti, sistemi di segnalazione controllo 11 % di non conformità Idoneità della dotazione degli estintori 45,45 Regolare svolgimento della verifica periodica degli estintori 36,36 Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio (Idranti - dove esistono) 72,73 Esistenza di un sistema di ALLARME 100,00 Presenza di un registro dei controlli periodici degli impianti elettrici, di illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio 100,00 Per quanto riguarda i plessi scolastici con più di 100 occupanti, è stata rilevata, con frequenza alta (100,00 %), l’assenza del Certificato di Prevenzione Incendi (C.P.I.). Con frequenza medio/alta, sono state rilevate inadeguatezze circa l’esistenza, della segnalazione e dell’idoneità della rete d’idranti e, soprattutto, l’alimentazione di questi ultimi. Per quanto riguarda l’idoneità e le verifiche periodiche degli estintori, sono state riscontrate, in alcuni casi, frequenze basse di non conformità viceversa, per quanto riguarda l’ubicazione e la segnalazione sono state riscontrate frequenze medio/bassa di non adeguatezza. Accertata, con frequenza alta, l’assenza di un sistema di allarme. Tassi alti di non conformità sono state registrate circa la presenza presso tutti i plessi scolastici di un registro di controlli finalizzato alla sicurezza antincendi. Circa quest’ultimo aspetto è bene sottolineare che il D.P.R. n. 37 del 12/01/1998 “Regolamento recante disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell’articolo 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n. 59” pubblicato sulla G.U. n. 57 del 10/03/1998, all’art. 5 “Obblighi connessi con l’esercizio dell’attività”, indica gli obblighi connessi all’esercizio delle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi esercite sia da Enti pubblichi che privati. In particolare, tali obblighi sono: 1) mantenere in stato di efficienza i sistemi, i dispositivi, le attrezzature e le altre misure di sicurezza antincendio adottate verificandole con periodicità ed effettuando la necessaria manutenzione; 41 2) assicurare una adeguata informazione e formazione del personale dipendente sui rischi di incendio connessi con la specifica attività, sulle misure di prevenzione e protezione adottate, sulle precauzioni da osservare per evitare l’insorgere di un incendio e sulle procedure da attuare in caso di incendio. Al comma 2 l’articolo 5 prevede che “I controlli, le verifiche, gli interventi di manutenzione, l’informazione e la formazione del personale, che vengono effettuati, devono essere annotati in un apposito registro a cura dei responsabili dell’attività. Tale registro deve essere mantenuto aggiornato e reso disponibile ai fini dei controlli di competenza del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco”. In ultima analisi per i plessi scolastici con meno di 100 occupanti, l’idoneità e le verifiche periodiche degli estintori, sono state riscontrate, frequenze medio/basse di non conformità viceversa, per l’ubicazione e la segnalazione, sono state accertate frequenze medio/alte di non adeguatezza. 2.3 GESTIONE DELLE EMERGENZE Nelle strutture scolastiche assume un ruolo di fondamentale importanza la corretta gestione delle emergenze, perché si tratta non solo di luoghi generalmente frequentati da un considerevole numero di persone, ma soprattutto perché la maggior parte dei presenti sono ragazzi o bambini che, principalmente nel caso delle scuole materne, possono non essere del tutto autosufficienti. A titolo esplicativo si riportano alcuni elementi fondamentali, che devono essere considerati nell’estensione di un corretto piano di gestione dell’emergenza in ambito scolastico. 2.3.1 CRITERI PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI EMERGENZA Il modulo operativo del piano di emergenza viene predisposto utilizzando inizialmente sia tutte le informazioni riguardanti il sito (personale presente, ubicazione delle vie di fuga etc.) che i dati dei sopralluoghi normalmente eseguiti. All’interno dell’edificio devono essere identificabili le seguenti aree: • Aree adibite ad attività didattica; • Cucina e refettorio; • Impianti tecnologici; • Ecc., L’analisi dei luoghi sopra menzionati, per quanto concerne i sistemi di protezione attivi e passivi esistenti, terrà conto delle attività svolte nei locali e dell’accertamento della dislocazione delle attrezzature. Il buon esito di questa analisi consentirà alla scuola di “meritarsi” un giudi- 42 zio di idoneità, sulla base del quale formulare delle proposte per una più razionale disposizione della segnaletica delle vie di fuga e dei mezzi di estinzione. E altro ancora. Vale a dire, individuare le figure attive e le norme comportamentali da adottare in caso di emergenza, sia per le persone coinvolte nella gestione operativa che di quelle normalmente presenti (docenti, studenti, ecc.). 2.3.2 INDIVIDUAZIONE DELLE VIE DI FUGA E SEGNALETICA DI EMERGENZA Il numero, la distribuzione e le dimensioni delle vie e delle uscite di emergenza devono essere adeguate alle dimensioni dei luoghi di lavoro, alla loro ubicazione, destinazione d’uso, alle attrezzature in essi installati nonché al numero massimo di persone che possono essere presenti in detti luoghi (art. 33 DL 626/94). La lunghezza del percorso per raggiungere la più vicina uscita deve essere al massimo di 60 metri. Tutti i percorsi e le porte devono essere chiaramente indicati tramite idonea segnaletica di sicurezza e provvisti di un’illuminazione di emergenza. Il luogo sicuro o punto di raccolta, verso il quale far convergere il personale durante una eventuale situazione di emergenza, è stato individuato nel …………… ubicato in corrispondenza di……………….. Piano di Emergenza L’obiettivo del piano di Emergenza è quello di ottimizzare l’utilizzo delle risorse per la salvaguardia del personale, il contenimento delle situazioni di pericolo, la minimizzazione dei danni alle attrezzature e all’ambiente esterno, il coordinamento degli interventi interni ed esterni (VV.F., Ambulanza, VV.UU., P.S., Enti erogatori di energia). Durante la stesura del Piano di Emergenza, devono essere individuate le seguenti figure: a) Responsabile dell’emergenza: Addetto alla Sicurezza o comunque un responsabile di alto livello nell’organizzazione (ad esempio il Capo dell’Istituto). Assume un ruolo organizzativo-decisionale, in quanto decide la strategia generale d’intervento, mantiene il controllo dell’intero insediamento, valuta e decide l’eventuale evacuazione, coordina le comunicazioni con gli Enti esterni e gli interventi di soccorso necessari, stabilisce la fine dell’emergenza. 43 b) Addetti allo spegnimento: Nucleo di persone, adeguatamente qualificate da corsi di formazione e addestrate da esercitazioni pratiche, dotato di attrezzature e mezzi necessari per affrontare un primo intervento. c) Responsabile di piano: Coordina e facilita le eventuali operazioni di sfollamento e di raccolta del personale in un luogo sicuro, preventivamente individuato (punto di raccolta) verificando la presenza all’esterno di tutto il personale (verifica dello specchio numerico). d) Addetto al posto di chiamata: Figura designata al coordinamento e alla gestione delle informazioni e delle chiamate sia in entrata che in uscita. Esso deve richiedere il maggior numero di informazione sull’ubicazione e la tipologia dell’evento per poter dare indicazioni precise, qualora si ritenga necessario l’intervento esterno. A tal fine utilizzerà l’elenco dei numeri telefonici di emergenza a sua disposizione presso il posto di chiamata. e) Addetto alla disattivazione delle forniture energetiche: Figura designata alla gestione della sicurezza degli impianti. All’interno della squadra d’emergenza deve essere individuata la figura di un addetto alla disattivazione delle forniture energetiche e alla messa in sicurezza degli impianti. f) Addetto al Primo Soccorso: Mansione per cui è prevista una formazione specifica, per assicurare un primo intervento, in caso di incidente, in soccorso dell’infortunato. Le Aree Operative dove applicare il Piano di Emergenza devono essere individuate all’interno dell’insediamento. Inoltre, devono essere individuati i luoghi dai quali gestire le situazioni di emergenza. Le aree da focalizzare sono le seguenti: a) Centro di coordinamento: Luogo sicuro, accessibile e protetto, dotato di collegamento telefonico (interno ed esterno) comunque attivo, nel quale il responsabile dell’emergenza coordina le operazioni di intervento utilizzando la copia del piano di emergenza a sua disposizione. b) Posto di chiamata: Luogo sicuro, dal quale poter gestire le comunicazioni con il centro di coordinamento e con gli enti di intervento esterni. 44 c) Punti di raccolta: Aree sicure, adeguatamente segnalate, ove far confluire tutto il personale, in attesa di ulteriori disposizioni (es. cessato allarme); d) Infermeria, Pronto soccorso: Luogo eventualmente adibito alla gestione del primo soccorso e dotato di idoneo presidio sanitario; e) Percorsi di esodo: Percorsi sicuri, adeguatamente segnalati, che permettono il facile raggiungimento dei punti di raccolta e dei luoghi sicuri statici e dinamici; Dopo aver individuato le Aree Operative, è necessario redigere un Piano Operativo che rappresenta l’insieme delle informazioni e di norme comportamentali riguardanti l’emergenza in atto. Il Piano Operativo di Emergenza deve descrivere il sistema predisposto per lo stato di allarme, per la messa in atto delle procedure di intervento previste dal piano di emergenza, per l’evacuazione dello stabile ed infine la dichiarazione di cessazione dell’emergenza. In più, detta precise istruzioni operative per ogni figura chiave, precedentemente descritta e contiene le azioni generali da intraprendere, gli spostamenti da compiere, i comportamenti da tenere ed eventuali interventi specifici. Al Piano Operativo di Emergenza devono essere allegate le planimetrie dell’intero edificio che verranno affisse ai diversi piani dell’istituto. Sulle Planimetrie devono essere riportate le seguenti informazioni: a) ubicazione delle uscite di emergenza e dei luoghi sicuri; b) individuazione dei percorsi di esodo; c) ubicazione delle attrezzature antincendio (estintori, idranti, ecc.); d) individuazione dei punti di raccolta esterni; e) indicazione della segnaletica delle vie di esodo; f) individuazione di tutti i locali del piano evidenziando quelli che possono costituire un pericolo (centrale termica, quadro elettrico generale, ecc.). 45 3. SICUREZZA IMPIANTO ELETTRICO 3.1 EDIFICI SCOLASTICI SOGGETTI ALLA LEGGE 46/90 L’emanazione della Legge 5 Marzo 1990, n. 46 “Norme per la sicurezza degli impianti”, del relativo regolamento di attuazione D.P.R. 6 Dicembre 1991, n. 447 in vigore dal Febbraio 1992 e dei relativi Decreti del Ministero dell’Industria, Commercio e Artigianato costituisce il pilastro normativo relativamente agli impianti utilizzatori di bassa tensione. Il legislatore, con la Legge 46/90, fornisce una visione comune dei problemi impiantistici in ordine sia alla sicurezza che alla professionalità, costituendo un passo significativo d’integrazione del settore a standard internazionali. Attraverso lo strumento legislativo vengono formalizzate le norme per la sicurezza degli impianti, sostanzialmente costituite da regole di comportamento destinate ad individuare e responsabilizzare i diversi soggetti interessati rimandando alle norme tecniche di sicurezza armonizzate (in particolare a quelle del Comitato Elettrotecnico Italiano -C.E.I.-) i provvedimenti tecnici da adottare nella realizzazione a regola d’arte di componenti e di impianti elettrici. Gli aspetti fondamentali che si evidenziano nella legge n. 46/90 sono essenzialmente tre: 1) legittimazione solo degli impianti d’autore “firmati”. L’impianto anonimo viene posto fuori legge; solo i soggetti abilitati ai sensi degli artt. 2, 3, 4 e 6 possono agire nel comparto, e pertanto la legge n. 46/90 identifica “gli artisti”, esperti della Regola dell’arte, nelle figure dell’installatore e del progettista; 2) l’attività dell’installatore non é più un mestiere, ma diventa una professione in quanto presuppone conoscenza tecnico-normativa ed assunzione diretta di responsabilità (art. 9) quale garante della sicurezza impiantistica. 3) estensione della prevenzione infortuni a tutti gli ambienti di vita, in ottemperanza ai principi della Riforma Sanitaria (L. 833/78), che ha attivato criteri costituzionali in materia (art. 3, 32 della Costituzione). A difesa dei soggetti abilitati all’installazione, ampliamento e manutenzione degli impianti elettrici, (quindi contro l’irregolarità diffusa nell’impiantistica), la Legge 46/90 si pone un duplice obiettivo: 1) combattere l’abusivismo dal punto di vista legale; 2) eliminare l’incompetenza professionale. La Legge 46/90 per porre in essere l’obiettivo prefissato, interviene con due filtri a disciplinare il settore determinando i soggetti autorizzati a svolgere l’attività di installazione, trasformazione, ampliamento e manutenzio- 47 ne degli impianti normati attraverso le seguenti imposizioni: 1) la regolare iscrizione delle imprese singole o associate all’albo provinciale dell’artigianato o al registro delle ditte; 2) il possesso di idonei requisiti tecnico-professionali. Le imprese singole o associate, a lavori ultimati, hanno l’obbligo di rilasciare al committente un documento, a firma del titolare, in cui si dichiara che l’opera è stata realizzata a regola d’arte ai sensi dell’art. 7 della Legge 46/90, utilizzando materiali e componenti parimenti costruiti a regola d’arte. Infatti, l’articolo 7 al comma 1 fa obbligo di eseguire gli impianti a regola d’arte utilizzando altresì materiali e componenti rispondenti alle norme tecniche di sicurezza. La Legge 46/90 fa esplicito riferimento alle Norme C.E.I. come espressione incontestabile, anche se non esclusiva, di regola d’arte, come peraltro già sancito e meglio precisato dalla Legge n. 186 del 1 Marzo 1968 sulla realizzazione dell’impianto elettrico. Questo articolo conferisce grande rilevanza alla figura professionale del tecnico installatore, che diventa di fatto il garante della sicurezza degli impianti. Pertanto il mestiere dell’installatore o dell’elettricista, come usualmente si diceva, diventa con la Legge 46/90 una professione che presuppone conoscenza tecnico-normativa ed una assunzione diretta di responsabilità. Per coloro i quali non fossero dotati della necessaria preparazione e competenza, tale disposto legislativo risulterebbe un capestro, in quanto semplificherebbe la ricerca di responsabilità del pretore in caso di incidenti. L’articolo 9 impone all’installatore di dichiarare che l’impianto é stato realizzato a Norma C.E.I., utilizzando parimenti materiali sicuri, pertanto presuppone un’approfondita conoscenza normativa. Se l’impianto non venisse realizzato secondo le norme tecniche del C.E.I., l’installatore dovrebbe indicare nella dichiarazione di conformità la norma di buona tecnica adottata a dimostrazione della validità e congruità alla regola d’arte. La dichiarazione di conformità deve essere, nell’interesse sia del committente che dell’installatore, la più dettagliata possibile. Tale dichiarazione, di conformità dell’impianto alla regola dell’arte, si riferisce al “come costruito” (as build), di cui l’installatore si rende responsabile. Non sarà sufficiente fare un richiamo generico alle Norme C.E.I. ma occorrerà specificare quali e per che tipo di impianti e di influenze esterne e allegare un elenco dei materiali e dei componenti installati, specificando le attestazioni di conformità nel rispetto di quanto stabilito nella Direttiva Comunitaria Europea 73 recepita nella Legge 791/77, in ordine alle attesta- 48 zione di cui devono essere muniti i materiali per essere ritenuti a regola d’arte senza responsabilità per l’installatore, in quanto tali senza onere della prova, più l’eventuale progetto. Nel caso non fosse necessario il progetto, sarà bene accompagnare l’autocertificazione con schemi e piani di installazione, o comunque con una descrizione dettagliata dell’opera eseguita (come peraltro specificato nel DM 20/2/92). Un elenco completo dei materiali installati rappresenta un allegato fondamentale per l’identificazione di ciò che è stato installato e di cui l’installatore si rende responsabile. Ultimo aspetto essenziale, nella realizzazione a regola d’arte degli impianti elettrici, è il progetto. Nella Norma Generale sugli Impianti Elettrici - C.E.I. 64-8 Va edizione -, viene particolarmente evidenziata l’importanza del progetto. Infatti, l’intera parte 1 della Norma C.E.I. 64-8/1 Va edizione fascicolo 6869 facente parte del capitolo “Oggetto, scopo e principi fondamentali” è dedicata specificatamente alla “Progettazione dell’impianto elettrico”. La Legge 46/90 stabilisce l’obbligatorietà del progetto, ad opera di professionisti iscritti negli albi professionali, nell’ambito delle rispettive competenze, solo per determinate tipologie di impianti, le cui caratteristiche vengono specificate nel regolamento di attuazione (D.P.R. 6/12/1991, n. 447). Il legislatore, in pratica, con la Legge 46/90 ha determinato il riconoscimento della figura del progettista di impianti e in particolare di quello elettrico. Nella cultura italiana infatti, l’unico progettista sembrava essere lo strutturista, con l’unica eccezione, prima dell’entrata in vigore della 46/90, della legittimazioni del progettista termotecnico con la legge 30 aprile 1976 n. 373. Indipendentemente dall’obbligatorietà stabilita dal DPR 447/91, è bene che il progetto sia sempre previsto, anche in forma semplificata, ad opera dell’installatore, come già specificato a commento della dichiarazione di conformità. I plessi scolastici di ogni ordine, grado e tipo, collegi accademici e simili secondo l’art. 4 del D.P.R. 447/91 sono assimilatati quali immobili adibiti ad attività produttive, al commercio, al terziario. (art. 1 comma 2 della Legge 46/90). Pertanto, è possibile attraverso la Figura 1 stabilire quando scatta l’obbligatorietà del progetto, ad opera di professionisti iscritti negli albi professionali. 49 Figura 1 – Diagramma di flusso per determinare l’obbligatorietà del progetto degli impianti elettrici nei settori industriale, commerciale e terziario. 50 Di seguito sono riportate le Tabelle analitiche relative ai plessi scolastici con e senza obbligo della progettazione degli impianti elettrici. Tabella 22 – Progettazione Impianti Elettrici – Plessi ospitanti Scuole Medie SCUOLE MEDIE Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale 20 Progettazione impianti elettrici (Legge 46 del 5 marzo 1990) N° % Edifici soggetti 20 100,00 Edifici non soggetti 0 0,00 Tabella 23 – Progettazione Impianti Elettrici – Plessi ospitanti Scuole Elementari SCUOLE ELEMENTARI Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale 33 Progettazione impianti elettrici (Legge 46 del 5 marzo 1990) N° % Edifici soggetti 32 97,00 Edifici non soggetti 1 3,00 Tabella 24 – Progettazione Impianti Elettrici - Plessi ospitanti Scuole Elementari e Materne SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale 11 Progettazione impianti elettrici (Legge 46 del 5 marzo 1990) N° % Edifici soggetti 11 100,00 Edifici non soggetti 0 0,00 Tabella 25 – Progettazione Impianti Elettrici – Plessi ospitanti Scuole Materne SCUOLE MATERNE Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Progettazione impianti elettrici (Legge 46 del 5 marzo 1990) 51 12 N° % Edifici soggetti 6 50,00 Edifici non soggetti 6 50,00 Grafico 3 – Progettazione impianti elettrici edifici scolastici – Anno 2003-2004 3.2 IMPIANTO ELETTRICO L’analisi relativa agli impianti elettrici è stata svolta prendendo in esame sia la presenza o meno della documentazione prevista per la sicurezza, sia gli elementi dell’impianto elettrico che possono rappresentare un rischio per la sicurezza delle persone presenti. La parte generale relativa alla documentazione comprende: il certificato di conformità alla Legge 46/90 e la documentazione attestante l’efficienza dell’impianto, che comprende le verifiche periodiche dell’impianto di messa a terra, dell’impianto di protezione delle scariche atmosferiche, ecc.. Per gli elementi di protezione dell’impianto elettrico (dispositivo magnetotermico, differenziale e protezione dalle scariche atmosferiche), sono state valutate le non conformità sia in termini di assenza del dispositivo che di eventuale non efficienza dello stesso. Nelle successive tabelle di non conformità, sono riportati i risultati complessivi dell’analisi statistica delle valutazioni sui diversi elementi dell’impianto elettrico. 52 Tabella 26 – Plessi ospitanti le Scuole Medie SCUOLE MEDIE Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Impianto elettrico generale 20 % di non conformità Esistenza, presso il plesso, di un Progetto ( L. 46/90) 85,00 Esistenza, presso il plesso, sia della dichiarazione di conformità degli impianti che gli allegati obbligatori rilasciati da installatore qualificato che dispone di certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico professionali (L. 46/90) 65,00 Esistenza, presso il plesso, di una valutazione contro le scariche atmosferiche (DM 18/2/75) 85,00 Esistenza di protezione dell’impianto contro i contatti diretti ed indiretti (dispositivi differenziali) 5,00 Esistenza delle protezioni dell’impianto contro i sovraccarichi (dispositivo magnetotermico) 5,00 Idoneità delle lampade fluorescenti di illuminazione (non accessibili, ben fissate e senza rischi di caduta in caso di urto) 0,00 Controllo periodico dell’impianto di messa a terra (non meno di due anni) (verifica ISPESL o organismo di ispezione di tipo “A”) 100,00 Esistenza di un interruttore di emergenza che toglie corrente a tutti gli impianti elettrici 30,00 Identificazione dell’interruttore di emergenza (dove esiste) posizionato in modo facilmente accessibile e noto al personale insegnante e non insegnante 100,00 Prese elettriche con i fori che si chiudono quando viene estratta la spina 45,00 Utilizzo di prolunghe elettriche in modo stabile 100,00 53 Tabella 27– Plessi ospitanti le Scuole Elementari (soggette alla L. 46/90) SCUOLE ELEMENTARI (soggette alla L. 46/90) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Impianto elettrico generale 32 % di non conformità Esistenza, presso il plesso, di un Progetto ( L. 46/90) 93,75 Esistenza, presso il plesso, sia della dichiarazione di conformità degli impianti che gli allegati obbligatori rilasciati da installatore qualificato che dispone di certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico professionali (L. 46/90) 84,83 Esistenza, presso il plesso, di una valutazione contro le scariche atmosferiche (DM 18/2/75) 100,00 Esistenza di protezione dell’impianto contro i contatti diretti ed indiretti (dispositivi differenziali) 0,00 Esistenza delle protezioni dell’impianto contro i sovraccarichi (dispositivo magnetotermico) 0,00 Idoneità delle lampade fluorescenti di illuminazione (non accessibili, ben fissate e senza rischi di caduta in caso di urto) 3,13 Controllo periodico dell’impianto di messa a terra (non meno di due anni) (verifica ISPESL o organismo di ispezione di tipo “A”) 100,00 Esistenza di un interruttore di emergenza che toglie corrente a tutti gli impianti elettrici 25,00 Identificazione dell’interruttore di emergenza (dove esiste) posizionato in modo facilmente accessibile e noto al personale insegnante e non insegnante 100,00 Prese elettriche con i fori che si chiudono quando viene estratta la spina 18,75 Utilizzo di prolunghe elettriche in modo stabile 100,00 54 Tabella 28– Plessi ospitanti le Scuole Elementari (non soggette alla L. 46/90) SCUOLE ELEMENTARI (non soggette alla L. 46/90) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Impianto elettrico generale Esistenza, presso il plesso, sia della dichiarazione di conformità degli impianti che gli allegati obbligatori rilasciati da installatore qualificato che dispone di certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico professionali (L. 46/90) Esistenza, presso il plesso, di una valutazione contro le scariche atmosferiche (DM 18/2/75) 1 % di non conformità 100,00 100,00 Esistenza di protezione dell’impianto contro i contatti diretti ed indiretti (dispositivi differenziali) 0,00 Esistenza delle protezioni dell’impianto contro i sovraccarichi (dispositivo magnetotermico) 0,00 Idoneità delle lampade fluorescenti di illuminazione (non accessibili, ben fissate e senza rischi di caduta in caso di urto) 0,00 Controllo periodico dell’impianto di messa a terra (non meno di due anni) (verifica ISPESL o organismo di ispezione di tipo “A”) 100,00 Esistenza di un interruttore di emergenza che toglie corrente a tutti gli impianti elettrici 100,00 Identificazione dell’interruttore di emergenza (dove esiste) posizionato in modo facilmente accessibile e noto al personale insegnante e non insegnante Prese elettriche con i fori che si chiudono quando viene estratta la spina Utilizzo di prolunghe elettriche in modo stabile -- 0,00 100,00 55 Tabella 29 – Plessi ospitanti contemporaneamente le Scuole Elementari e Materne SCUOLE ELEMENTARI E MATERNE (soggette alla L. 46/90) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Impianto elettrico generale 11 % di non conformità Esistenza, presso il plesso, di un Progetto ( L. 46/90) 100,00 Esistenza, presso il plesso, sia della dichiarazione di conformità degli impianti che gli allegati obbligatori rilasciati da installatore qualificato che dispone di certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico professionali (L. 46/90) 36,36 Esistenza, presso il plesso, di una valutazione contro le scariche atmosferiche (DM 18/2/75) 100,00 Esistenza di protezione dell’impianto contro i contatti diretti ed indiretti (dispositivi differenziali) 0,00 Esistenza delle protezioni dell’impianto contro i sovraccarichi (dispositivo magnetotermico) 0,00 Idoneità delle lampade fluorescenti di illuminazione (non accessibili, ben fissate e senza rischi di caduta in caso di urto) 0,00 Controllo periodico dell’impianto di messa a terra (non meno di due anni) (verifica ISPESL o organismo di ispezione di tipo “A”) Esistenza di un interruttore di emergenza che toglie corrente a tutti gli impianti elettrici Identificazione dell’interruttore di emergenza (dove esiste) posizionato in modo facilmente accessibile e noto al personale insegnante e non insegnante Prese elettriche con i fori che si chiudono quando viene estratta la spina Utilizzo di prolunghe elettriche in modo stabile 100,00 9,09 100,00 0,00 100,00 56 Tabella 30 – Plessi ospitanti le Scuole Materne (soggette alla L. 46/90) SCUOLE MATERNE (soggette alla L. 46/90) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Impianto elettrico generale 6 % di non conformità Esistenza, presso il plesso, di un Progetto ( L. 46/90) 83,33 Esistenza, presso il plesso, sia della dichiarazione di conformità degli impianti che gli allegati obbligatori rilasciati da installatore qualificato che dispone di certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico professionali (L. 46/90) 66,67 Esistenza, presso il plesso, di una valutazione contro le scariche atmosferiche (DM 18/2/75) 100,00 Esistenza di protezione dell’impianto contro i contatti diretti ed indiretti (dispositivi differenziali) 0,00 Esistenza delle protezioni dell’impianto contro i sovraccarichi (dispositivo magnetotermico) 0,00 Idoneità delle lampade fluorescenti di illuminazione (non accessibili, ben fissate e senza rischi di caduta in caso di urto) 0,00 Controllo periodico dell’impianto di messa a terra (non meno di due anni) (verifica ISPESL o organismo di ispezione di tipo “A”) 100,00 Esistenza di un interruttore di emergenza che toglie corrente a tutti gli impianti elettrici 16,67 Identificazione dell’interruttore di emergenza (dove esiste) posizionato in modo facilmente accessibile e noto al personale insegnante e non insegnante 100,00 Prese elettriche con i fori che si chiudono quando viene estratta la spina 16,67 Utilizzo di prolunghe elettriche in modo stabile 100,00 57 Tabella 31– Plessi ospitanti le Scuole Materne (non soggette alla L. 46/90) SCUOLE MATERNE (non soggette alla L. 46/90) Totale Edifici di proprietà dell’Amministrazione Comunale Impianto elettrico generale Esistenza, presso il plesso, sia della dichiarazione di conformità degli impianti che gli allegati obbligatori rilasciati da installatore qualificato che dispone di certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico professionali (L. 46/90) 6 % di non conformità 50,00 Esistenza, presso il plesso, di una valutazione contro le scariche atmosferiche (DM 18/2/75) 66,67 Esistenza di protezione dell’impianto contro i contatti diretti ed indiretti (dispositivi differenziali) 0,00 Esistenza delle protezioni dell’impianto contro i sovraccarichi (dispositivo magnetotermico) 0,00 Idoneità delle lampade fluorescenti di illuminazione (non accessibili, ben fissate e senza rischi di caduta in caso di urto) 0,00 Controllo periodico dell’impianto di messa a terra (non meno di due anni) (verifica ISPESL o organismo di ispezione di tipo “A”) 100,00 Esistenza di un interruttore di emergenza che toglie corrente a tutti gli impianti elettrici 50,00 Identificazione dell’interruttore di emergenza (dove esiste) posizionato in modo facilmente accessibile e noto al personale insegnante e non insegnante 100,00 Prese elettriche con i fori che si chiudono quando viene estratta la spina Utilizzo di prolunghe elettriche in modo stabile 0,00 100,00 58 La frequenza delle non conformità nei progetti degli impianti elettrici presso i plessi scolastici è molto alta. Si attesta a valori medio/alti per quanto riguarda l’esistenza, presso il plesso, sia della dichiarazione di conformità degli impianti che degli allegati obbligatori. Molte le inadeguatezze sull’esistenza, presso i plessi, di una valutazione contro le scariche atmosferiche, nel controllo periodico dell’impianto di messa a terra e per l’identificazione dell’interruttore di emergenza oltre al massiccio utilizzo di prolunghe elettriche in modo stabile. Poco critica risulta la situazione sulla presenza degli interruttori di emergenza e delle prese elettriche con i fori che non si chiudono quando viene estratta la spina. Quest’ultima tipologia è spesso sensibile, ma solo occasionalmente le percentuali di non conformità superano il 45,00 %. Scarsamente critica risulta invece la situazione sui dispositivi i protezione contro i contatti diretti ed indiretti, sia sui dispositivi contro i sovraccarichi che sull’idoneità delle lampade fluorescenti. 59 4. CONCLUSIONI L’analisi effettuata nella presente pubblicazione, riguardando la totalità dei plessi di proprietà del Comune di Reggio Calabria, fornisce un riscontro diretto sulle situazioni di non conformità. Infatti, nei capitoli precedenti in cui sono riportate le elaborazioni di non conformità gli elementi di rischio individuati sono, rispetto alle scuole analizzate, o molto frequenti o poco frequenti. Ciò è dovuto sicuramente al fatto che la possibilità di mitigare o eliminare queste non conformità dipende essenzialmente dalle risorse economiche destinate nella programmazione economica. Nel complesso, lo stato dei plessi scolastici, in materia di sicurezza elettrica ed antincendio, è abbastanza confortante. I principali elementi di non conformità sono stati registrati, prevalentemente, sulla mancanza di idonea documentazione attestante le condizioni di sicurezza dei plessi. La stessa pubblicazione, traccia un bilancio consuntivo e commentativo dei sopralluoghi nelle scuole del Comune di Reggio Calabria, testimoniando l’attenzione e le cure riposte dall’Amministrazione Comunale al settore dell’Edilizia Scolastica. Come dire: la presenza di non conformità è riconducibile non ad una scarsa attenzione al problema bensì ad una mancanza di opportune risorse tali da mettere la parola fine a tutte le questioni. Ma c’è un altro aspetto che è utile mettere in rilievo nel “the end” di questa analisi: non è sufficiente che le condizioni di sicurezza vengano solo affidate alle verifiche tecniche o ai periodici sopralluoghi, ed alle ordinarie attività di manutenzione, è indispensabile che coloro i quali sono diretti responsabili acquisiscano quella consapevolezza necessaria a superare questo limite, diffondendo una cultura della sicurezza nell’ambiente di lavoro. È necessario, quindi, sensibilizzare all’emergenza anche gli occupanti del plesso. Solo così l’imprevisto non troverà l’eco dell’ improvviso, la cui risoluzione, in quanto non pensata, viene affidata all’approssimazione di chi si trova sotto la mannaia dell’inatteso. Ultima per ordine ma non per importanza, è il rispetto della cosa pubblica. Anche a questo è affidata la sicurezza nelle scuole. La cultura civica di una società si misura anche dal rispetto verso l’ uso individuale di beni collettivi, quali, ad esempio, le scuole. 61 COMUNE DI REGGIO CALABRIA UFFICIO PROGETTI E LEGGI SPECIALI Prot. n° 3003 Gab/Dr del 24.05.2005 AFFIDAMENTO INCARICHI PROFESSIONALI ATTINENTI ALLA PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE DI OPERE PUBBLICHE. INTERVENTI SU EDIFICI SCOLASTICI COMUNALI. Questo Ente intende conferire ai sensi dell’art. 17 comma 12 della legge 11.02.1994 n. 10, come modificato dalla legge 18/04/05 n. 62 e dell’art. 62, comma I del D.P.R. 21.12.1999 n. 554, degli incarichi professionali esterni attinenti l’architettura e l’ingegneria, di importo inferiore ai 100.000 euro di seguito elencati, propedeutici alla realizzazione di OO.PP. Oggetto dell’incarico: GRUPPO I - SPESE GENERALI N° SCUOLA TIPO DI SCUOLA 1 Gebbione / Larizza Media SPESA GENERALE € 118.300,00 2 Bevacqua Media € 168.200,00 3 Interventi Media € 135.200,00 € 421.700,00 GRUPPO II - SPESE GENERALI N° SCUOLA TIPO DI SCUOLA 1 Santa Caterina Elementare SPESA GENERALE € 40.800,00 2 G. Galilei Media € 143.600,00 3 U. Foscolo Media € 93.000,00 4 U. Boccioni Media € 100.000,00 € 377.400,00 GRUPPO III - SPESE GENERALI N° SCUOLA TIPO DI SCUOLA 1 Pytagoras Media SPESA GENERALE € 62.300,00 2 D. Vitrioli Media € 45.200,00 3 G. Mazzini Media € 52.900,00 4 Ibico Media € 87.100,00 5 L. Pirandello Media € 106.500,00 6 D. Bosco Media € 71.400,00 € 425.400,00 GRUPPO IV - SPESE GENERALI N° SCUOLA TIPO DI SCUOLA 1 P. Piemonte Elementare SPESA GENERALE 2 Collodi Elementare / Materna € 51.800,00 3 P. Galluppi Elementare € 100.000,00 4 C. Alvaro Elementare / Materna € 99.250,00 € 78.900,00 € 329.950,00 62 GRUPPO V - SPESE GENERALI N° SCUOLA TIPO DI SCUOLA 1 Pascoli Elementare SPESA GENERALE € 61.000,00 2 S. Giovannello Elementare / Materna € 43.000,00 € 62.000,00 3 Carducci Elementare 4 Melissari Elementare / Materna € 46.700,00 5 Frangipane Elementare € 90.800,00 6 Gallico P. C. Elementare € 73.100,00 € 376.600,00 GRUPPO VI - SPESE GENERALI N° SCUOLA TIPO DI SCUOLA 1 Nosside Elementare SPESA GENERALE € 50.800,00 2 Cassiodoro Elementare / Materna € 45.300,00 3 Lombardo Radice Elementare € 82.700,00 4 Rosalì Elementare € 28.800,00 5 Salice di Catona Elementare € 27.100,00 6 Gallico Marina Materna € 18.900,00 7 Montalberti Media € 179.800,00 € 433.400,00 GRUPPO VII - SPESE GENERALI N° SCUOLA TIPO DI SCUOLA 1 Distaccamento D. Alighieri Media SPESA GENERALE 2 Padre Catanoso Elementare € 90.600,00 3 Mosorrofa Elementare € 74.600,00 4 Cannavò Elementare € 24.000,00 5 Telesio Elementare € 80.900,00 6 Ciraolo Elementare € 55.100,00 7 Gallico Marina Elementare € 69.700,00 € 32.600,00 € 427.500,00 GRUPPO VIII - SPESE GENERALI N° SCUOLA TIPO DI SCUOLA 1 Vittorino da Feltre Media SPESA GENERALE € 41.300,00 2 De Amicis Elementare / Materna € 96.800,00 3 D. Alighieri Media € 61.100,00 4 Klearchos Media € 67.000,00 5 Gallico Superiore Elementare € 48.000,00 € 314.200,00 GRUPPO IX - SPESE GENERALI N° SCUOLA TIPO DI SCUOLA 1 Spanò Bolani Media SPESA GENERALE 2 Condera Elementare € 49.200,00 3 G. Verga Media € 93.600,00 € 107.700,00 4 Gallina Media € 26.500,00 5 G. Moscato - Gallina Elementare € 21.100,00 6 Arangea Inferiore Elementare € 9.700,00 7 Villa S. Giuseppe Elementare / Materna € 50.700,00 € 358.500,00 63 GRUPPO X - SPESE GENERALI N° SCUOLA TIPO DI SCUOLA 1 Vinco Elementare SPESA GENERALE € 3.700,00 2 A. Artuso Elementare € 13.700,00 3 Terreti Elementare / Materna € 26.600,00 4 Trunca Elementare € 5.800,00 5 Arghillà Materna € 6.500,00 6 Genoese Materna € 5.900,00 7 Soccorso Materna € 6.600,00 € 68.800,00 NON SOGGETTE A CERTIFICAZIONE ANTINCENDIO Già in fase di progettazione esecutiva a cura degli uffici comunali N° SCUOLA TIPO DI SCUOLA 1 San Giovanni di Sambatello Elementare SPESA GENERALE € 11.200,00 2 Sambatello Elementare / Materna € 11.200,00 3 Archi Centro Elementare / Materna € 7.300,00 4 Reggio Campi Elementare € 3.000,00 5 Bocale I° Elementare € 8.150,00 6 Lume di Pellaro Elementare € 21.200,00 7 S. Giovanni Pellaro Elementare € 11.600,00 8 S. Gregorio Materna € 5.400,00 9 S. Leo Elementare € 4.700,00 10 S. Gregorio Elementare € 5.500,00 € 4.400,00 11 Gallico S. Domenica Materna 12 Catona Centro Materna € 2.400,00 13 S. Brunello Elementare € 13.300,00 14 Eremo Elementare € 10.000,00 € 119.350,00 64