Madame Bovary - Persinsala Teatro

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Madame Bovary - Persinsala Teatro
Persinsala Teatro
Caterina Orsenigo
gennaio 19, 2017
Andrea Baracco porta a Milano la sua Madame Bovary, che aveva
debuttato l’anno scorso all’Eliseo di Roma e ora sbarca al teatro Franco
Parenti, dall’11 al 22 gennaio, con un cast in parte rinnovato.
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Quale chiave si è voluto dare a un personaggio che ha 160 anni ed è
entrato nel pantheon dell’immaginario occidentale come un Amleto o un
Faust, travalicando le stesse pagine di Flaubert, volgendosi in emblema –
più che in allegoria –, o in simbolo e che in quanto tale apre e interroga, a
volte indica?
La riscrittura di Letizia Russo circoscrive Emma in un mondo che è
condanna alla mediocrità, l’interpretazione erotizzante di Lucia Lavia
inchioda una volontà di potenza donchisciottesca a un grottesco molto più
frustrante di quello del cavaliere spagnolo.
Per entrambi, per la signora Bovary e per il cavaliere, sono i troppi romanzi
letti il motore immobile di tutto: sono i romanzi a dar felicità nella noia
quotidiana, a regalare avventure e mondi mai visti e sensazioni e
sentimenti di un’intensità mai sfiorata; sono i romanzi a scatenare la
frustrazione di corpi rinchiusi nella monotonia dei giorni e nella lentezza
dei minuti e vogliosi di una Vita con la V maiuscola, che non sia un
trascinarsi svogliato e quotidiano in un sentiero già tracciato, spesso
obbligato, ma un avanzare da protagonista sul palco dell’esistenza, avere
un senso, lasciare un segno, poter essere intensamente; sono i romanzi ad
aizzare il desiderio, a render disprezzabile «la realtà che è lì davanti, ma ti
apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti» (come scrive Guccini, che ha
cantato entrambi i personaggi).
Per Emma, questo desiderare goffo e privo di strumenti, conduce all’errore
di chiudere, anziché aprire, ogni porta attraverso cui si trova a passare,
fino a ritrovarsi in una prigione senza più via d’uscita, rappresentata
perfettamente dalla scenografia di Marta Crisolini Malatesta:
un’impalcatura con pannelli scorrevoli che ricorda una gabbia e diventa
una gabbia. Ma Emma è una donna d’età vittoriana, la cui frustrata
volontà di potenza è data dalla sua stessa condizione di donna e resa
senza scampo dalla vita di provincia. Andrea Baracco sceglie una
rappresentazione in costume e dunque di quelle condizioni storiche non
vuole dimenticarsi.
Per cercare Emma nella cultura contemporanea, si può pensare al
personaggio di Lila, Raffaella Cerullo, in Storia del nuovo cognome di
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Elena Ferrante. Galeotti lì non sono tanto i romanzi quanto i libri di scuola,
la volontà di sapere e, attraverso il sapere, divenire libera. E anche lì a
sbarrare la strada ci sono le nozze raggiunte con entusiasmo e un marito
detestato un istante dopo la cerimonia: l’ignorante, grezzo e in fondo
buono, Stefano Carracci. E ritroviamo persino la lotta del corpo della donna
contro la gravidanza, poi un bambino in grembo definito ossimoricamente
come un vuoto dentro. Il primo annullamento di Emma è nel matrimonio.
Elena Ferrante scrive: «… aveva cominciato a vedere in quella formula un
complemento di moto a luogo, come se Cerullo in Carracci fosse una
specie di Cerullo va in Carracci, vi precipita, ne è assorbita, vi si dissolve».
Così Emma pare precipitare in Charles (Woody Neri), incatenandosi nel
cognome del marito, nella vita del marito, nelle mancate ambizioni del
marito – e quando tenta di imporre a lui la propria ubris spalanca una
nuova porta verso il disastro.
Questi due personaggi femminili, che 160 o 50 anni fa hanno intravisto tra
le righe di pagine stampate la possibilità di una vita altra e si ritrovano
schiacciate dal matrimonio, in due epoche, tra l’altro, di cambiamenti
storici, lotte di classe e di genere, oggi sono lontani.
La saga dell’Amica geniale, per quanto contemporanea, situa Lila nella
periferia napoletana dei primi anni ’60 e la storia di Lila ci parla anche
attraverso altri temi e direzioni. Madame Bovary, raccontata oggi, in
costume, a teatro, non riesce a dare uno sguardo nuovo sul presente. Non
in questo allestimento, almeno.
Senza dubbio gli attori sono eccellenti, non solo i protagonisti ma anche
Gabriele Portoghese, Mauro Conte, Laurence Mazzoni, Elisa Di Eusanio,
Xhulio Petushi; e la presenza di Roberta Zanardo, che dà vita e movimento
alla bambola-Berthe, è elegante e soave .
L’impressione resta però quella di uno spettacolo ben riuscito ma non
incisivo. È Madame Bovary, che Baracco interpreta accentuando alcuni
aspetti piuttosto che altri, ma è una Madame Bovary che non è stata resa,
dalla messa in scena, parlante al presente.
Lo spettacolo continua
Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo 14, 20135 Milano
dall’11 al 22 gennaio 2017
Khora Teatro presenta
Madame Bovary
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di Gustave Flaubert
riscrittura di Letizia Russo
regia di Andrea Baracco
con Lucia Lavia, Woody Neri, Gabriele Portoghese, Mauro Conte, Laurence Mazzoni, Roberta Zanardo, Elisa
Di Eusanio, Xhulio Petushi
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
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