Segnali della nuova lotta di classe in Europa: la Gran Bretagna di

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Segnali della nuova lotta di classe in Europa: la Gran Bretagna di
Segnali della nuova lotta di classe in Europa: la Gran Bretagna
di Eugenio Orso
Per trattare l’argomento con un respiro un po’ più ampio e gettare lo sguardo oltre il confine
italiano, riporto di seguito il testo di un mio articolo dal titolo eloquente Una nuova stagione
rivoluzionaria è in arrivo?, comparso nel 2008 su alcuni siti di informazione libera e
alternativa1:
Una nuova stagione rivoluzionaria guidata dall'inedito "proletariato borghese" – i ceti medi
impoveriti nello spazio-lager della globalizzazione – sconvolgerà gli assetti e i già precari
equilibri economico-sociali a partire dall’occidente e dal settentrione del pianeta?
La rivoluzione inizierà veramente dal mondo anglosassone – epicentro del disastro
finanziario in corso – e dalla vecchia Inghilterra, come fu nelle attese del Marx esule a
Londra, oltre che dagli Stati Uniti d'America oggi nell'occhio del ciclone, in cui di recente si
sono svolte manifestazioni a Wall Street, luogo fisico del N.Y.S.E. e cuore pulsante, con la
storica City londinese, di un potere obliquo, privatissimo e truffaldino?
Il nuovo “proletariato borghese”, in caso di vittoria e spazzata via – fino alla completa
estinzione, c’è da augurarselo – la spietata e numericamente esigua Global Class che lo sta
riducendo letteralmente in miseria, riuscirà a contenere e a orientare positivamente le spinte
caotiche e distruttive delle sotto-classi postindustriali e posturbane, unite idealmente a lui in
una planetaria Pauper Class, superclasse molto composita e conflittuale al suo interno, della
quale costituirà inevitabilmente l’avanguardia?
Alla simbolica e vocativa presa della Bastiglia e all’altrettanto cruciale attacco al Palazzo
d’Inverno, si aggiungerà nel gran libro della storia – su una pagina che deve essere ancora
scritta – la presa dell’hotel a sei stelle in cui si tiene la riunione annuale dei membri del
Bilderberg club, oppure l’occupazione fisica e permanente di una Wall Street in completo
disarmo, evacuata dalla “soldataglia” finanziaria dei Signori della mondializzazione?
Questa Middle Class Proletariat – per dirla all’inglese, senza risparmio di esotismi – dotata
di conoscenze tecnico-scientifiche, di know-how, di buone potenzialità nel campo della
comunicazione, nonché delle produzioni immateriali tutte e caratterizzata da indubbie
capacità organizzative, perderà finalmente alcuni tratti spiacevoli che da sempre connotano
il tipo borghese del quale è almeno in parte erede “genetico”, per assumerne altri, in un
processo di trasformazione che non è fin d’ora, e tanto più non sarà in futuro,
esclusivamente economico e sociale?
E' forse possibile che si realizzi una vecchia "profezia" di chi scrive: la rivoluzione che
inizia in quello che oggi è il cuore del potere nel mondo occidente, dalle sue capitali più
importanti, con l'onda d'urto che investe in pieno anche il resto dell'occidente, a partire
dall’Europa continentale?
Tutto questo potrà accadere prima che si consolidi, nei prossimi anni, il probabile nuovo bipolarismo U.S.A. - Federazione Russa, togliendo spazi di manovra e opportunità concrete
alle nuove forze rivoluzionarie, impedendo con una nuova cortina di ferro o con la guerra
una loro saldatura, e l'attuale, devastante crisi finanziaria che atterrisce qualsivoglia analista
non è da vedersi come un male assoluto, ma potrà dare un significativo e positivo contributo
all'apertura di scenari fino ad ora imprevedibili?
1
www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5115
www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=21544
www.rinascita.info/cc/RQ_Analisi/EkkFuZplpleSYARdfZ.shtml
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Il novello “proletariato borghese” – nato dal declassamento economico che buona parte del
ceto medio ha subito in questi ultimi due decenni e dal suo brusco risveglio dopo un placido
sonno pluri-decennale, popolato da ingannevoli sogni consumisti – si farà portatore di un
nuovo paradigma, in grado di cambiare il volto del sistema-mondo?
*** ***
I pochissimi che abbiano occasione di leggere queste righe e che conoscono lo scrivente
potranno ben chiedersi se quest’ultimo li stia prendendo per i fondelli o se sta vivendo una
fase confusa della sua esistenza e mostra di essere, quantomeno, sotto stress … orbene, non
è proprio così.
Un sito internet italiano di informazione alternativa che lo scrivente frequenta –
ComeDonChisciotte, per essere precisi – ha pubblicato qualche giorno fa la traduzione di un
interessante articolo firmato da William Bowles, dal titolo originale e molto esplicito
"Revolution in the high street -- Can a revolt of ‘consumers’ spark a revolution?" e
comparso nel mese di agosto sul sito www.creative-i.info.
In apertura è riportato un brano tratto dal rapporto del Ministero della Difesa Inglese
“Programma sugli Andamenti Globali Strategici 2007-2036 del Development, Concepts
and Doctrine Centre (DCDC)” [Centro per lo Sviluppo di Concetti e Dottrine], (Terza
Edizione) p.96, che pare l’estratto di un manifesto dai contenuti decisamente rivoluzionari.
Conviene riportare il testo originale dell’estratto, come da sito anglosassone, per
comprendere lo scenario che nel rapporto in parola è abbastanza chiaramente delineato: The
Middle Class Proletariat — The middle classes could become a revolutionary class, taking
the role envisaged for the proletariat by Marx. The globalization of labour markets and
reducing levels of national welfare provision and employment could reduce peoples’
attachment to particular states. The growing gap between themselves and a small number of
highly visible super-rich individuals might fuel disillusion with meritocracy, while the
growing urban under-classes are likely to pose an increasing threat to social order and
stability, as the burden of acquired debt and the failure of pension provision begins to bite.
Faced by these twin challenges, the world’s middle-classes might unite, using access to
knowledge, resources and skills to shape transnational processes in their own class interest.
Che i ceti medi impoveriti di ogni parte del pianeta, a partire dal suo settentrione in buona
misura americano e inglese, potranno utilizzare l’accesso al sapere, unire le loro risorse e le
loro capacità per avviare processi transnazionali [ad alto contenuto innovativo e
rivoluzionario, possiamo ben aggiungere] nell’interesse della loro classe [e forse anche delle
sotto-classi sempre più ridotte alla disperazione, come vivamente speriamo], potrà diventare
una necessità dettata dalla legge di sopravvivenza.
Il nemico è chiaramente identificabile, in questa fase storica, nella “classe globale”
composta di una base di qualche milione di soggetti ed in particolare nei suoi livelli più alti
di comando, che contano poche migliaia di individui, i quali ben rappresentano i veri superrich evocati nel rapporto, con l’intero sistema-mondo che sembra ruotare intorno ai loro
interessi.
Chi scrive non conosce di certo i membri del Centro per lo Sviluppo di Concetti e Dottrine,
e men che meno può esprimere giudizi sulle loro capacità predittive, ma è cosa
estremamente significativa che il materializzarsi di un nuovo “pericolo rivoluzionario”,
proprio nel cuore dell’occidente e, in particolare, nei suoi centri economico-finanziari
principali, fra i quali c’è indubbiamente Londra, sia oggetto di un’analisi così chiara seppur
decisamente “ufficiale”, segno che in alto ci si rende conto che la situazione sta cambiando
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velocemente e che i recenti, ingenti spostamenti di ricchezza a favore dei super-ricchi hanno
penalizzato e frustato in un tale modo le aspirazioni dell’estesa ed essenziale classe media
da rendere possibile, se non inevitabile, la sua trasformazione in un potente e coeso soggetto
rivoluzionario futuro.
William Bowles, nel suo articolo comparso in Italia su ComeDonChisciotte, esprime dubbi
sulla possibilità di innesco di un nuovo processo rivoluzionario, adducendo come ragione il
divide et impera praticato dal potere, nella fattispecie dal suo ramo britannico: … con la
scissione della società in una “middle-class” carica di debiti e in una “under-class”
relegata in quartieri fatiscenti, lo stato delle aziende e dell'apparato di sicurezza sembra al
sicuro. Esso ha a disposizione tutte le “leggi” per reprimere qualunque dissenso reale che
sfidi il potere dello stato in maniera significativa.
Forse … ma in una situazione che volge rapidamente al brutto la perdita di reddito, di
importanza, ed anche e soprattutto di certezze e di residua fiducia nel sistema da parte della
“middle-class”, nonché l’aggravarsi delle condizioni di vita e l’estendersi della “underclass” [che ha dato vita ad insidiose rivolte, nel recente passato, non soltanto a Londra, ma
anche nella banlieue francese e a Los Angeles] potrà finalmente incepparsi questo
meccanismo che porta alla scissione nella società, e alla conseguente contrapposizione fra
sottomessi, per garantire la persistenza degli interessi forti e globalizzanti.
Nessuno può escludere una sorta di saldatura, quanto meno temporanea, o di alleanza tattica
fra le due principali componenti di quella che lo scrivente definisce la composita Pauper
Class, imposta dalla necessità della lotta futura e senza quartiere contro i Signori della
globalizzazione, per detronizzarli una volta e per tutte, riappropriandosi degli spazi sociali e
politici.
L’alternativa, per la Middle Class Proletariat, si rivelerebbe drammatica ovunque, a
Londra, a New York, come anche a Milano: anziché diventare avanguardia e protagonista di
una nuova stagione rivoluzionaria, sconterà la condanna allo scivolamento progressivo e
inarrestabile verso la soglia dell’indigenza, alla perdita del sapere cumulato e all’ingresso
definitivo nel tetro e disperato mondo delle sempre più numerose sotto-classi posturbane e
postindustriali – in quel inferno sulla terra, cioè, generato dall’internazionalizzazione del
capitale, dal suo accentramento in poche mani e dal “monopolio del sapere” riservato ai
super ricchi – in grado soltanto di produrre inefficaci fiammate di rivolta e un caos
temporaneo, tutto sommato controllabili ed estinguibili dalle forze repressive del potere con
una certa facilità …
In chiusura aggiungo che oggi per la Gran Bretagna molti prevedono, nel corso del 2009,
una calda primavera e una caldissima estate.
Il governo di Gordon Brown si è rivelato più fallimentare del previsto e i disoccupati già
superano la soglia dei due milioni di unità, sono in continua crescita le richieste di sussidi ed
è recente, a Edimburgo, l’assalto alla residenza di un “alto dignitario” della Royal Bank of
Scotland, Fred Goodwin, scappato con il maltolto – consistente in una liquidazione
principesca di oltre 19 milioni di sterline – dopo aver licenziato a piene mani numerosi
dipendenti e contribuito a portare la banca al collasso.
Non mancano le occupazioni di unità produttive quale estremo tentativo di difesa del posto
di lavoro, come nel caso della fabbrica Visteon [produttrice di componenti di plastica per le
automobili Ford] a nord di Londra, e dei suoi stabilimenti nell’Essex e in Irlanda del Nord.
Anche la kermesse del G20 londinese ha contribuito ad accendere gli animi e innescare la
protesta, con il centro della capitale paralizzato in seguito a quattro manifestazioni di
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protesta ed alcuni episodi di lotta violenta, come il tentativo di assalto alla sede della banca
reale scozzese.
C’è scappato il morto, con gran rammarico davanti ai microfoni di Berlusconi ospite a
Londra …
Quello che è importante rilevare è che non si è trattato soltanto di manifestazioni contro il
capitalismo liberista e finanziarizzato dell’epoca, se non morente quanto meno in crisi
profonda, ma di una critica complessiva al sistema che ci imprigiona, al suo raffazzonato
impianto neomitologico – Mercato, Sviluppo, Liberaldemocrazia, Guerra Santa per i diritti
umani – come testimoniato dalla chiara rivendicazione di una difesa dell’ambiente naturale
dai rischi di degrado, indotti dall’applicazione del modello economico, politico e sociale
dominante, e dalla protesta per le insensate guerre che continuano nel mondo, alle quali ha
partecipato e partecipa anche la Gran Bretagna2.
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Attivisti anti-guerra, ambientalisti, no global anti-capitalisti: per 48 ore, fino a giovedì, giorno del
G20, Londra è una manifestazione continua. In migliaia hanno sfilato dietro delle immagini dei
quattro cavalieri dell'Apocalisse che incarnano i crimini finanziari, la guerra, il cambiamento
climatico e la perdita della casa. Alcuni hanno lanciato uova contro la polizia, altri hanno gridato
slogan come «Fare un falò, e metterci in cima i banchieri» o «Vergogna», all'indirizzo di lavoratori
del settore finanziario che osservavano la manifestazione dalle finestre blindate dei loro uffici.
«Siamo stati derubati - dice un 22enne -. Sono venuto qui per sostenere gli anziani che hanno
lavorato per tutti questi anni. Se noi avessimo rubato saremmo finiti in galera». [by Operai Contro /
Categoria:: Numero 530-09 Pubblicato il gio, 02 apr @ 08:09]
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