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Turchia-Inghilterra Il mondo in cifre 12 Il Mondo nel 2008 LA STAMPA MERCOLEDÌ 19 DICEMBRE 2007 Turchia Ucraina Inghilterra Crescita del Pil: 5,3% Crescita del Pil: 6,2% Crescita del Pil: 2,2% Pil: 508 miliardi di dollari Pil: 152 miliardi di dollari Pil: 2284 miliardi di dollari Inflazione: 6,1% Inflazione: 9% Inflazione: 1,9% Popolazione: 76,2 milioni Popolazione: 46 milioni Popolazione: 60,7 milioni Il primo ministro, Erdogan userà la vittoria elettorale per bloccare i profitti economici e attrarre nuovi investimenti esteri. Anticiperà alcune riforme tra cui quella sulla libertà di espressione. Conta molto su un’eventuale adesione all’Ue. I L’Ucraina resta equamente divisa: dopo la rivoluzione arancione, entrambe le parti hanno tenuto il potere. Le personalità forti: Yanukovych del Partito delle regioni, Viktor Yushchenko di Nostra Ucraina e Yulia Tymoshenko col suo blocco. I Per Gordon Brown la luna di miele da primo ministro è finita, sull’onda del piano - bocciato - di andare alle elezioni nel mese di ottobre 2007. Senza il voto probabilmente nel 2008, il signor Brown faticherà: non ha alcun mandato per governare. I Ucraina. Yulia Tymoshenko, personalità forte della politica Ma resta una formidabile figura che ancora attira la fiducia dei cittadini. L’opposizione dei conservatori, guidatata da David Cameron, avrà un credibile vigore nel 2008, ma avrà difficoltà a seppellire i loro differenze ideologiche. Le simpatie filoamericane di Brown saranno temperate dal costo politico di proseguire l'impegno in Iraq di Blair. Tensioni potrebbero emergere con l'America, se la Gran Bretagna ridefinirà le sue priorità militari. Strategie Da luglio la Francia guiderà l’Europa Sarkozy deve anche ripristinare l'influenza estera della Francia. In questo caso, applicherà una miscela di atlanticismo (duro nei confronti dell'Iran, simpatetico con Israele), tradizione gollista (un'Europa forte) e pragmatismo unito a opportunismo (ricordate la missione di soccorso in Libia?). Assieme al suo ministro degli esteri Bernard Kouchner adotterà una posizione dura nei confronti dell'Iran, spingendo per sanzioni più rigide e negoziazioni più ferme, senza escludere un'eventuale soluzione militare della crisi. Sarkozy assumerà un atteggiamento più duro nei confronti di Russia e Cina, esigerà relazioni più trasparenti e meno improntate alla corruzione con l'Africa e spingerà per fornire aiuto al Darfur. Il governo Sarkozy tenterà inoltre di dare vita a una nuova Unione Mediterranea. Mai parco nelle sue ambizioni, il neopresidente tenterà di ritagliare un ruolo per la Francia come mediatore nei conflitti Israelo-Palestinese e persino in Iraq. D’altronde a luglio, la Francia assumerà la presidenza dell'Unione Europea. I La strage I gorilla uccisi in Congo quest’anno Una vera e propria carneficina di cui non si conoscono i motivi È l’ora della verità per Sarkò Il presidente piace ai francesi: ma per lui è venuto il momento di sporcarsi le mani SOPHIE PEDDER Potrà affascinare, dominare e persino sgomentare. Ma a prescindere dai risultati, Nicolas Sarkozy sarà comunque al centro dell'attenzione nel 2008. Dopo l'incessante turbinio di attivismo dei primi mesi del suo mandato, quest'anno sarà il momento della verità per la Francia. Il nuovo presidente ha ampiamente dimostrato la sua capacità di tessere rapporti politici, la sua immaginazione e la sua energia. Ma ora deve tradurre queste qualità in un reale mutamento. Ce la farà? Sarkozy ha portato una ventata di aria fresca nello stile e nei ritmi di governo dopo 12 di monarchia targata Jacques Chirac. Un presidente alla mano e iperattivo, ha modernizzato l'aspetto del governo, iniettandovi robuste rappresentanze delle minoranze etniche e un maggior numero di donne. Ha disarmato la sinistra, reclutando alcuni dei suoi migliori intellettuali. Ha ringiovanito l'attività politica, grazie a un approccio basato sulla fran- chezza e sulla totale assenza di argomenti tabù. Infine, ha creato un nuovo modello di diplomazia per la Francia, una diplomazia concepita per fare in modo che la Francia abbia nuovamente peso politico sulla sce- Delanoë Il sindaco socialista di Parigi potrebbe imporre a Sarkozy la prima sconfitta Royal Segolène contende al sindaco di Parigi il ruolo di numero uno nel partito socialista L’Eliseo ha inaugurato un nuovo modello di diplomazia sulla scena mondiale na mondiale. Finora, ai francesi sembra piacere quello che vedono. Sarkozy gode di una popolarità da record assoluto. Ma il 2008 ha in serbo per lui sfide importanti. In primo luogo Sarkozy tenterà di passare dalle fasi preliminari, nelle quali ha proposto riforme unanimemente condivise, quali ad esempio il taglio delle tasse, a riforme economiche nettamente più dure, concepite per ravvivare la competitività francese e ridurre la disoccupazione. Tra queste, Sarkozy vorrebbe far terminare i generosi "regimi speciali" delle pensioni pubbliche, stringere i cordoni dei sussidi per la disoccupazione, rendere più flessibili le attuali rigidissime norme sui contratti di lavoro, introdurre nuovi modi per finanziare lo stato sociale, razionalizzare la burocrazia e introdurre la deregulation in alcuni mercati, dalla grande distribuzione ai taxi. Queste riforme sono contrarie a numerosi interessi di parte e quindi alimenteranno forti contestazioni. Sarkozy tenterà di spuntare preventivamente le armi dei suoi oppositori con reiterati colloqui e trattative, in particolare con i leader dei sindacati. Questo approccio diretto metterà ancora più in evidenza la forza della presidenza della quinta repubblica francese, che nel 2008 farà segnare il suo cinquantesimo anniversario. Sarkozy manterrà nell'ombra il suo primo ministro, François Fillon. Qualsiasi rimpasto ministeriale - in seguito, per esempio, all'esito della investigazione sulla campagna di diffamazione "Clearstream" - sarà dettato del palazzo presidenziale dell'Eliseo. Sarkozy avrà successo dove i suoi predecessori hanno fallito? Un'opposizione indebolita e un'opi- Fillon Sarkò condurrà in prima persona le trattative sui temi più difficili lasciando nell’ombra il suo primo ministro Fillon per mostrare i muscoli al sindacato Deficit Il governo faticherà a stare nel 2,3% che ha promesso a Bruxelles anche perché nel 2008 la crescita rallenterà Improbabile per esempio che il pil superi il 2% nione pubblica schierata dalla sua parte dovrebbero aiutarlo. Ma in un anno che, per ironica coincidenza, segnerà il quarantesimo anniversario della protesta studentesca del maggio 1968, saranno proteste e scioperi (vedere l'immagine) paiono davvero inevitabili. Un exavvocato, Sarkozy tenterà di sistemare questi problemi con trattative e patteggiamenti. Per ridurre il numero dei dipendenti pubblici bisognerà concedere stipendi più alti Ma questi patteggiamenti avranno un prezzo: migliori emolumenti per l'amministrazione pubblica, per esempio, in cambio di una riduzione del numero degli occupati in quel comparto. Questo metterà ulteriore pressione sulle finanze pubbliche. Il governo farà fatica a mantenere il proprio deficit di bilancio entro il 2,3% del Pil, come ha promesso. L'andamento dell'economia non lo aiuterà molto: nel 2008 è improbabile che la crescita del Pil superi il 2,2%. In breve, Sarkozy finirà per diluire alcuni elementi delle sue riforme pur producendo miglioramenti generali nella flessibilità economica del paese. Altra prova: le elezioni municipali di marzo. Tutti e 36.000 i comuni francesi eleggeranno il sindaco. Due dei principali, Parigi e Lione, potrebbero rimanere in mano ad amministrazioni socialiste, infliggendo al centro-destra di Sarkozy la sua prima sconfitta elettorale. Bertrand Delanoë, il sindaco socialista di Parigi, conserva una forte popolarità. Se riuscirà a conservare Parigi, si troverà in lizza per aggiudicarsi la leadership del partito socialista in autunno, quando François Hollande rassegnerà le dimissioni. Tra le altre personalità che gli contenderanno la leadership del partito ci sono Ségolène Royal,candidato sconfitto alle presidenziali, oltre a stelle nascenti quali Manuel Valls. Il partito faticherà, tuttavia, a unificarsi a sostegno di un nuovo leader, dato che i rivali litigheranno sul rinnovamento della sinistra.