Lo scorso aprile la nostra scuola ha ospitato Maria Luisa Mesiano

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Lo scorso aprile la nostra scuola ha ospitato Maria Luisa Mesiano
Lo scorso aprile la nostra scuola ha ospitato Maria Luisa Mesiano,
un’egittologa che ha partecipato agli scavi. Ci ha parlato di questa sua
esperienza in Egitto e dei ritrovamenti effettuati.
L’egittologa è una donna con il viso rotondo e i
capelli biondi sfumati di grigio, un po’ arruffati.
Porta gli occhiali, non è tanto alta e ha gli occhi
chiari.
A dire la verità è molto simpatica, ha tanta
intelligenza e una pazienza così lunga da
superare perfino il Nilo!
Questa mattina indossava la divisa da lavoro
con la targhetta di riconoscimento, una maglia
blu e pantaloni beige: si era vestita come
quando va a scavare. Al collo portava una
sciarpa bianca per proteggersi dalle tempeste
di sabbia e ai piedi scarponcini resistenti per camminare nel deserto.
Aveva con sé una valigia piena di libri e di meravigliosi reperti!
La sua passione per l’Egitto è nata tantissimi anni fa leggendo un
vecchio libro intitolato “il faraone d’oro”, che parla di Tutankamon e dei
ladri di tombe.
Questa egittologa è specializzata nel ruolo della catalogazione, un
lavoro che richiede molto tempo e impegno. È necessario alzarsi verso
le cinque e mezza del mattino e iniziare il lavoro verso le sei, per poi
smettere nel primo pomeriggio. Infatti dopo fa
troppo caldo per
lavorare!
La professoressa Mesiano lavora per il centro “Francesco Ballerini” di
Como e va in missione un mese all’anno in Egitto, tra dicembre e
gennaio, nel periodo in cui il clima è più favorevole perché fa meno
caldo.
Io attendevo questo incontro con grande emozione, non solo perché la
storia dell’Egitto è avvincente, ma anche perché mi aspettavo molto di
più che dalle informazioni lette sui libri. Sarebbe stato un modo per
rapportarsi con una persona che non solo studia l’Egitto, ma lavora con
i reperti di quel che resta del tempio di Amenhotep II. Non sono stato
deluso!
Quando la mia classe ed io siamo entrati per ascoltare l’egittologa
abbiamo pensato: “Che bello!”. Infatti faccio i complimenti all’egittologa
perché è stata bravissima a spiegare.
L’incontro con l’egittologa mi è piaciuto
molto perché ci ha mostrato le
fotografie degli scavi, mentre esplorava
le antiche tombe egizie: così abbiamo
potuto vedere anche i luoghi in cui i
reperti sono stati ritrovati. Questo
incontro mi ha trasmesso nuove
informazioni ed ha approfondito quello
che già conoscevo.
Mi ha colpito molto l’attenzione che si
usa per catalogare ogni singolo
oggetto. Ad esempio, le ossa vengono
divise a seconda delle diverse parti del
corpo.
Maria Luisa ci ha raccontato che sta lavorando in un sito archeologico
dove ci sono le tombe di due faraoni: la tomba più recente era stata
costruita rubando pezzi preziosi dalla tomba più antica.
Ci ha infatti spiegato che il faraone Ramesse II a lei non è simpatico
perché ha costruito il suo tempio distruggendo quello di Amenhotep II
(il faraone più caro all’egittologa: lei lo chiama addirittura “il mio
faraone”!). Io sono d’accordo con lei: Ramesse non ha certo compiuto
una bella azione!!!
La cosa che mi è piaciuta di più è il reperto delle
scarpe molto grandi, dentro alle quali c’erano
scarpe più piccole: sicuramente si trattava di una
famiglia.
Un oggetto molto bello che ci ha mostrato è lo
specchio, che a quell’epoca aveva il manico di
legno e la parte per specchiarsi in ferro.
Mi sono divertito quando ci ha raccontato la storia del “Bar del ladrone”,
un bar in Egitto dove va con altri studiosi durante le pause di lavoro. Il
bar è stato soprannominato così perché gli antenati del proprietario
rubavano oggetti antichi, vasi, gioielli e addirittura mummie.
Mi sono piaciute molto le storie che ci ha raccontato l’egittologa, in
particolare la storia dei ladroni. L’egittologa è stata talmente brava a
spiegarci il suo lavoro che ne sono stato affascinato!
Con il proiettore abbiamo visto molte immagini di mummie, pitture
incise sulle pareti, templi enormi, tombe e geroglifici. Le immagini che
mi hanno colpito di più sono state le mummie, in particolare quelle che
sono state ritrovate tutte insieme in fondo ad una cavità ritrovata tra le
montagne.
La proiezione di immagini di ossa, vasi canopi, statuette e tombe (dette
pozzi) mi ha fatto pensare di essere lì, sul campo, a catalogare i reperti
con la professoressa Mesiano.
Secondo me la parte più emozionante dell’incontro è stata quando ci ha
insegnato a leggere i geroglifici. Ha scritto su un foglio numerosi
geroglifici e ci ha spiegato il loro significato.
Poiché è stata la cosa più difficile da capire,
mi sono
sforzata
di stare
attenta.
L’avvertimento della prof era chiarissimo:
”Guardate che il geroglifico non è una
passeggiata!”. Aveva ragione, non è per
niente facile! Infatti ricordo la frase di un
libro: ”I futuri scribi dovevano studiare più
di vent’anni per imparare a scrivere.”
Poverini!!! Stare a scuola doveva essere un
vero supplizio: io avrei preferito starmene a
pitturare le pareti delle tombe o a costruire
vasi di coccio!
Gli Egizi erano molto bravi a costruire e dipingere e mi piace il modo in
cui scrivevano, ma è molto più facile imparare il nostro alfabeto!
La dottoressa Mesiano ci ha chiarito anche il mistero del busto di
Nefertiti: la mancanza del bulbo oculare è dovuta al fatto che gli Egizi
credevano che, se la statua fosse stata terminata, essa sarebbe tornata
in vita!
Il momento che mi ha fatto più impressione è stato vedere, dentro uno
dei vasi canopi, dei polmoni. Il contenuto era “intatto” dopo tremila
anni: uno spettacolo orribile!
Tra le tante informazioni, ci ha detto che le piramidi non venivano
costruite soprattutto dagli schiavi, ma da lavoratori specializzati ed
architetti il cui lavoro costava moltissimo.
Quando l’egittologa spiegava la classe era
attentissima, perché lei parlava in modo
divertente e ironico.
È stato molto bello stare ad ascoltare l’egittologa
perché ci ha spiegato qualcosa in più sul
meraviglioso Egitto. Mi sono meravigliato quando,
guardando sulla sua scrivania, ho notato uno
scorpione racchiuso in una bellissima pietra
azzurra.
Mi ha sorpreso perché aveva un’esperienza incredibile. Mi ha fatto
piacere perché ci ha detto tutto quello che sapeva.
Francamente mi sono stupito perché quello dell’egittologa mi è
sembrato un lavoro tutt’altro che noioso, ma interessante, impegnativo
e stimolante.
A me piacerebbe di più occuparmi della catalogazione (un lavoro che si
svolge all’aria aperta) piuttosto che passare tutto il tempo sotto terra
nei pozzi funerari.
A parte l’inconveniente di doversi alzare all’alba, il mestiere di
archeologa non deve essere male! L’emozione di ritrovare oggetti
antichi deve essere stupenda!
Forse da grande farò il suo lavoro! Se volete contattare la professoressa
Mesiano andate sul sito www.cefb.it: ne vale la pena, parola mia!
Cara Maria Luisa, è stato molto gentile da parte sua venire fin qui da
Como e farci il magnifico regalo della sua testimonianza! Grazie mille!!!
Testi e disegni sono stati realizzati nell’aprile 2012 dagli alunni delle classi quarte
Lavoro assemblato dall’insegnante Silvia Giovanzana