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n°8 - Agosto 2010 Dai Consumi PRODOTTI PIU’ O MENO NUTRIENTI: I PREZZI INFLUENZANO I CONSUMI Secondo uno studio pubblicato sulla rivista statunitense Food Policy, esiste una crescente disparità tra i prezzi dei prodotti ad elevato contenuto di nutrienti e quelli meno nutrienti. I ricercatori del Center for Public Health Nutrition and the Nutritional Sciences Program dell’Università di Washington hanno tracciato i prezzi dei prodotti cosiddetti “nutrientdense”, come ortaggi, frutta o cereali arricchiti con frumento integrale, e quelli dei “nutrient-poor”, ricchi in grassi, zuccheri e cereali affinati, nell’arco temporale dal 2004 al 2008. Ed hanno scoperto che i prezzi nei supermercati dei prodotti con maggiore contenuto di sostanze nutrienti sono cresciuti del 29,2%, mentre quelli dei prodotti nutrient-poor del 16,1%. Pertanto secondo i ricercatori, soprattutto in un momento economico decisamente difficile come quello attuale, i costi d’acquisto dei prodotti possono rappresentare una barriera all’adozione di una dieta più salutare e, d fatto, limitare l’esito positivo delle guide alimentari. PER INCREMENTARE I CONSUMI OCCORRE INVESTIRE NELLA PRESENTAZIONE DEI PRODOTTI Secondo un test effettuato da Brian Wansink, ricercatore del Food and Brand Lab della Cornell University (USA), è sufficiente migliorare la presentazione della frutta per aumentarne il consumo da parte degli studenti: basta mettergliela sotto il naso, nient’altro. Il progetto di Wansink, denominato “Smarter Lunchroom Initiative”, consiste in un metodo per rendere le mense più “furbe” e far sì che il luogo sia un vero e proprio incentivo a far scelte sane. Stavolta il ricercatore ha fatto i suoi test in una scuola superiore di New York, con un intervento banale e a costo zero: ha preso la frutta dai vassoi di metallo del self service della mensa dei ragazzi e l’ha trasferita in alcune ceste ben illuminate e in vista sugli scaffali. Il risultato è stato che, in breve, il numero dei ragazzi che prendevano la frutta a pranzo è salito del 58%. “Piuttosto che penalizzare scelte poco sane, abbiamo pensato di rendere il cibo salutare più ‘raggiungibile’ semplicemente mettendolo in bella mostra. Così un numero maggiore di ragazzi lo nota e lo sceglie”, ha spiegato Wansink. REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO UE REG CE 1234/07 E REG CE 1580/07 anno 2010 Dall’Italia, dall’Europa, dal Mondo ANCORA IN CRISI IL MERCATO DELLE MACCHINE AGRICOLE L’industria italiana della meccanizzazione ha realizzato nel 2009 una produzione di macchinari (espressa in peso) di poco superiore a 1,12 milioni di tons, in calo del 34,8% rispetto al 2008, per un valore di 8,33 miliardi di € (-33,5%). In particolare le trattrici hanno segnato, in termini di unità, un passivo del 36% (59.497 macchine prodotte), le macchine agricole operatrici un passivo in peso del 18,5%, le macchine per il movimento terra un passivo in peso del 53,7%. Molto negativo anche il dato sulle esportazioni, che hanno chiuso il 2009 con un calo complessivo in valore del 36,2%, per un fatturato che si è fermato a 4,74 miliardi di €. Sono questi i dati di sintesi diffusi nei giorni scorsi a Bologna, in occasione dell’Assemblea annuale dell’Associazione costruttori Unacoma. E la ripresa della produzione stenta anche nella prima parte di quest’anno, a causa di un mercato sia interno che estero ancora in fase negativa. Nei primi cinque mesi del 2010, infatti, le immatricolazioni in Italia hanno segnato un calo del 16,1% per le trattrici e del 10,8% per le mietitrebbiatrici; parallelamente, nel primo trimestre il mercato delle macchine per il movimento terra ha mostrato una flessione del 16,9%. Analogo scenario anche per il mercato europeo, che costituisce il principale sbocco per le esportazioni italiane. Nel primo trimestre di quest’anno, infatti, secondo i dati del Comitato dei costruttori europei CEMA, le vendite di trattrici nel Continente sono risultate complessivamente in flessione del 21,8% rispetto allo stesso periodo 2009, con andamenti particolarmente negativi in Paesi come Francia (-27,8%), Germania (- 25,9%) e UK (14,4%). FRANCIA: AL VIA IL TEST PER ‘ORIGINE FRANCE’ Dalla fine di Luglio, l’organizzazione interprofessionale transalpina Interfel collabora con diverse organizzazioni di produttori nazionali per testare il nuovo concept di marketing “Origine France”. Come riporta Fruchthandel, con un budget a disposizione di circa 40.000 €, il test durerà due mesi e sarà effettuato presso 10 supermercati in tutte le Regioni della Francia. I prodotti testati quest’anno sono pomodori, cetrioli, frutta a nocciolo, uva, meloni, mele e pere. L’obiettivo della nuova etichetta, che identifica l’origine nazionale degli ortofrutticoli, è di “richiamare” l’attenzione dei consumatori sulla provenienza dei prodotti, e così sostenere il settore transalpino, colpito duramente nel corso degli ultimi anni dalla concorrenza del prodotto d’importazione, commercializzato in Francia a prezzi decisamente più competitivi del Made in France. Se i test forniranno risultati soddisfacenti, il progetto “Origine France” dovrebbe essere attivato a livello nazionale a partire dal 2011. Dalla logistica, dalle tecnologie, dalla distribuzione PAGAMENTO BIOMETRICO: IL FUTURO DEL RETAILING? In Francia, alcuni mesi fa, la Commission nationale de l’informatique et des libertés ha autorizzato Banque Accord, filiale di Auchan, a sperimentare per sei mesi una modalità di pagamento alle casse basata sull’autenticazione biometrica tramite l’utilizzo del reticolo venoso del dito. Da non confondere con quello, ormai diffusissimo, delle impronte digitali. Si tratta di una delle tecniche di pagamento “senza contatto” che la distribuzione - alimentare e non - sta testando soprattutto in Germania e Francia. Con il riconoscimento biometrico, il consumatore che ha già registrato in precedenza i dati biometrici del suo dito presso la sua banca, che a sua volta li ha inseriti nella sua carta bancaria, paga a pdv la spesa fatta posando il dito su un apparecchio captante senza estrarre la sua carta. La garanzia di segretezza e privacy di questa modalità è elevata, sia perché è volontaria, sia perché è senza tracce: la sagoma del reticolo è presente solo nella carta di pagamento del cliente, e le informazioni circolano in una rete che garantisce la sicurezza tra la carta bancaria ed il terminale di pagamento, e che non conserva le informazioni. Un altro metodo di pagamento è la carta di pagamento senza contatto: si avvicina la propria carta a meno di 4 cm dal terminale e lo scambio delle relative informazioni avviene in meno di un secondo, lasso di tempo entro cui un bip ed una luce verde confermano la transazione. Questa modalità è comunque limitata a pagamenti non superiori ai 25 € (la carta, poi, riprende il suo uso tradizionale): l’inconveniente sta nel fatto che il costo delle commissioni bancarie è alto per somme così piccole. La stessa modalità di pagamento può essere effettuata utilizzando il proprio telefono cellulare al posto della carta di pagamento. Tutti questi sono metodi ancora sperimentali, quindi non così imminenti per una diffusione su larga scala, ma che rappresentano alternative ai metodi di pagamento attuali e che potrebbero “attirare” e fidelizzare nuovi clienti presso quelle strutture che riusciranno a svilupparli efficacemente e che riusciranno a spuntare con le banche condizioni negoziali per transazione più vantaggiose di quelle attuali. Tuttavia, è necessario che il consumatore venga rassicurato non solo nella privacy, ma soprattutto nel percepire l’innovazione tecnologia come un vero e proprio servizio. Per questo è necessario che ne abbia immediatamente un beneficio, per esempio per la praticità, la fedeltà e il coupon. LO SHIPPING INDICA LA VIA DELLA CRESCITA Maersk avrebbe in programma un ordine di 10 nuove navi da 16.000 teu ciascuna. Così, dopo Evergreen e Netune Orient Line, anche il principale gruppo dello shipping marittimo mondiale starebbe per tornare sul mercato per ricominciare a crescere, dopo lo stop degli ordini subito nel 2009. La tendenza è quella a rafforzare la presenza di portacontainer di grandissime dimensioni, che oggi appaiono le più adatte ad affrontare il periodo post-crisi. Una conferma in questo senso arriva anche dai dati di Alphaliner. L’agenzia francese, che monitora costantemente l’attività della flotta mondiale, ha segnalato una diminuzione delle unità lasciate a riposo, ed ha sottolineato che fra queste non ce ne sono praticamente più di capacità oltre i 5.000 teu. Sempre secondo Alphaliner, nel 2010 la flotta mondiale, in seguito alle consegne in corso in questi mesi, crescerà dell’11% rispetto al 2009. Gli esperti prevedono che il mercato torni a livelli pre-crisi fra il 2011 ed il 2012, ma effettivamente negli ultimi mesi la ripresa dei traffici è avvenuta a livelli inaspettati. A tirare è soprattutto la rotta transpacifica fra Asia e Stati Uniti, mentre fatica di più quella fra Asia e Europa. Alcuni operatori, però, temono che questa fiammata possa spegnersi prima della fine dell’anno e che la ripresa reale avverrà con maggiore gradualità nei prossimi anni. TRASPORTI: I RETAILER AMERICANI INVESTONO NELLA SOSTENIBILITA’ E’ il caso di Kroger, che nel suo Sustainability Report 2010 evidenzia come la “flotta” di autoarticolati (1.800 motrici e 8.200 rimorchi) abbia registrato un incremento dell’efficienza del 7% nel 2009 vs 2008. L’obiettivo dichiarato da Kroger è di migliorare l’efficienza dell’autotrasporto del 25% entro il 2014, a partire da un incremento del 15% dei volumi di carico nei viaggi di andata, da una riduzione del 10% dei rimorchi che ritornano vuoti ai CeDi e da un guadagno del 20% della percorrenza media per gallone di carburante. Analogamente, Walmart ha come obiettivo di raddoppiare l’efficienza del proprio sistema di trasporto entro il 2015 rispetto alle performance di riferimento, ossia quelle del 2005. In altre parole, il target è aumentare del 100% il numero di colli consegnati per ogni gallone di carburante consumato: già a fine 2008 l’efficienza era aumentata del 38%. A tal fine, Walmart ha introdotto negli ultimi anni 500 nuove motrici aerodinamiche, installato nuovi pneumatici più leggeri alla sua flotta di autoarticolati ed equipaggiato le motrici con nuove unità ausiliarie per la produzione di energia. Inoltre, ha cominciato a sviluppare nuove soluzioni tecnologiche per migliorare l’efficienza dei trasporti. Una di queste riguarda lo sviluppo di un nuovo motore ibrido diesel- elettrico - studiato in collaborazione con ArvinMeritor - che funziona solamente ad energia solare se la velocità non supera le 48 miglia all’ora: una tecnologia che è in grado di incrementare l’efficienza dei trasporti del 25%.