I\LEONCAVALLO

Transcript

I\LEONCAVALLO
I\L EONCAVALLO
IMEDICI
p^DOARDO gONiJOGNO ^DITORE
PARTE PRIMA
MKDICI
I
AZK)NE STORICA
1336210
IN
QUATTRO ATTI
CRKPUSCUJ^UM
POEMA EPICO
I
—
Medici
IN
FORMA
DI
TRILOGIA STORICA
Gerolamo Savonarola
«
«
«
—
Cesare Borgia
< La grande Italia sta per morire. Invano Niccolò Machiavelli le si adopera intorno con gli eroici rimedi della disperazione invano Francesco
Ferrucci vuol risanguarla delle sue vene purissime, p^lla e già morta e
la sua sepoltura è l'alto .Appennino.
« G. Carducci. »
;
Discorso salii poesìe di niesser Agnolo Poliziano.
—I3®BS—
PARTE PRIMA
MEDICI
AZIONE STORICA
IN
QUATTRO ATTI
PAROLE E MUSICA
K.
mijfifeliffiiàWiàlL.mi
-c&n-
Riduzione per
CANTO
e
PIANOFORTE
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MILAN(
Gei
^^COOPERATIVA EDITRICE MUSICALE
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Proprietà
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DlREZIONE^^f"^
"^^^ SAN PIETRO ALL'ORTO N.9
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Ì|\)ITORE
lino
Oe
VENDITA
MONTE NAPOLEONE
'
N.9
i893,l3^^^^KDD~SONZUCND.
sono
riservati.
A MILANO
L'AUTORE
DI
PAGLIACCI RICONOSCENTE
R. Leoncavai.i.o.
INDICE)
ATTO PRIMO.
Preludio e Fanfara da Caccia
Scena (Lorenzo, Giuliano e Poliziano)
Rispetto (Simonetta)
Scenetta (Fioretta e Simonetta)
Ritornello toscano (Simonetta)
P(tg-
7
,
28
„
Scena (Simonetta e Montesecco)
Scena e Duetto (Simonetta e Giuliano)
Scena Finale I atto (Simonetta, Fioretta
e Giuliano)
i
„
35
„
„
39
40
„
47
„
79
ATTO SECONDO.
Introduzione
e
Quartetto
(Bandini, Salviati,
Scena e Serenata (Lorenzo)
Lotta del canto (Lorenzo, Cantori Popolari
Entrata delle donzelle
Canzone a ballo (Coro)
e
Montesecco e Pazzi)
e
Coro)
garzoni per la Danza
Scena (Simonetta, Poliziano e Coro)
Canzone (Simonetta e Coro)
Scena e Sortita del Coro
Scena e Duetto Finale II atto (Fioretta
„
85
„
107
„
113
„
127
„
135
„
154
,
159
,,
178
„
184
„
207
„
213
.
,,
225
...
„
265
„
276
e Giuliano)
ATTO TERZO.
Preludio e Scena (Fioretta
Monologo ed Arioso
e la
madre
di
Simonetta)
(Fioretta)
Scena e Settimino (Simonetta, Fioretta, Giuliano, Bandini, Salviati, Montesecco e Pazzi)
Scena e Quartettino Finale III atto (Simonetta, Fioretta, Giuliano e Montesecco)
ATTO OUARTO.
Preludio e gran Scena religiosa (Fioretta, Montesecco, Bandini e Coro)
Scena della rivolta (Giuliano, Lorenzo, Montesecco, Pazzi, Bandini e Coro)
Allocuzione
Morte
di
di
Lorenzo (Lorenzo
Giuliano e Finale
e Coro)
,
325
•,
34-
»
355
PERSONAGGI
LORENZO
DE' MEDICI
ir Baritono
GILLIAXO DE' MEDICI
/.-
Taiorc
/.°
Basso
FRANCESCO PAZZI
/.
Basso
BERNARDO BANDINI
2r Tenore
GIAMBATTISTA DA MOXTESECCO,
L'Arcivescovo
capitano papale
SALVI ATI
2."
Baritono
2:-'
Baritono
SIMONETTA CATTANEI
/.-
Soprano
FIORETTA DE'
ir Soprano drammatico
IL
POLIZIANO
La madre
ni
CiORI
Simonetta.
lìorglicsi
.
popolo, cantori popolari
La scena
Periodo
dci^di
si
.
coni^inrafi,
ecc.
nassa a Piren/
avvenimenti storici : dal
ip^ji al rpjS.
lirico
,
ATTO PRIMO
(0
Oui
"
lieta
mi dimoro Simonetta. „
I, Stanza LII.
Poliziano, Gm^/ra di GiuHmio, Libro
Un
scena.
Vaghissimn boscaglia.
colle presso Firenze.
Tra
scena. Alcuni
parlando
vedrà
gli alberi si
facendo crocchio.
Li seguono un gruppo
Due
E
purissimo.
cielo'
Un'alta quercia nel mezzo;
di
altri
cavalieri tra
i
quali sono
mano
i
cavalli di
palafrenieri entrano pure, portando a
sentono
si
nel
Papa
tin
nemico
li
suoi Stati allargar, e la
Il
nepote
sol,
fondo a destra.
questo verde e questo cielo!
LORENZO
Toscana
far
(I).
Tacita selva, o verde solitudine
a l'ombra tua, de '1 tuo ruscello al murmurc
scende soave una tristezza a l'animo
e par che in cor pace ed oblio si destino.
lega a macchinar qualche tranello.
guerra
GIULIANO.
E
in
sinistra,
centro della scena
No, lascia che ascolti
vorria
i^)
Eppure apertamente a me
non osa!
arrestano nel
si
r inno sublime che sen van cantando
ghiotta preda gli sembra. Quindi ai Pazzi
si
fondo della
sinistra, sulla
POLIZIANO.
questo
certo e chiaro.
ma
,
Lorenzo e Giuliano e vanno ad attendere
LORENZO.
È
il
a destra ed a
Lorenzo e Giuliano entrano insieme dalla
Poliziano e Montesecco
supponi?
tu
rivolo traversa
squilli di corno,
GIULIANO.
E
Un
alberi a destra ed a sinistra.
pian meriggio. All' alzarsi della tela
costtime da caccia passano a cavallo, nel fondo, fra gli alberi.
in
cavalieri
loro.
fra
il
L'oblìo degli
vane
onor, di
alti
glorie,
pace, unico ben!
la
tu sta in guardia.
GIULL\NO
(vivacemente appressandosi).
LORENZO.
Io veglio. In
A
Roma
fine
poteva parlarmi qual signore '3>
ma il mio poter qui non conosce il suo.
ei
si
ponga.
A
(squilli interni)
potrete a lungo. Udite,
POLIZI.\NO (appressandoci
Che
il
a Lorenzo).
de
ne
t'ange o mio signor? Perchè s'oscura
la caccia
le
(Giuliano intanto
le
si
?
te d'
di
(2)
il
gita
il
domare
Un nume
risuonano
sangue celere
scorrere...
(sorridendo).
a chi dunque è dato
tuo core?
il
potrà cangiarti:
sol
Amore!
GIULIANO.
innante;
e in questa selva tacita e quieta
a l'uom di Stato succeda
ma
Fiero garzone,
appressa al gruppo ov'è rimasto Montesecco)
che natura porge a
segnali;
POLIZIANO
gravi cure. Contempla un istante
ciò
i
vene diggià mi sento
nobil fronte che dotò natura
de li più eletti e più squisiti doni
Deh, per oggi deponi
buccoliche
le
Careggi discutere
No, de l'antica Grecia sogno la vita forte;
lauro d'Alcibiade, di Socrate la morte,
il sorriso d'Aspasia e la sua chioma d'or.
Io sogno le Olimpiadi, il plauso di Platone,
le Arene, il dolce fremito d'una prima tenzone,
poetai
il
LORENZO
Io poeta!...
E
(stringendogli le mani).
se' tu, Poliziano,
tu, degno figlio di Virgilio e Dante,
che tal nome a me dai! Deh, parla ancora,
che più dolce per te questa favella
dolce 'risuona
e tu m'apponi
131
che fonde
(i)
In questo primo atto
"
netti e
(2)
Cerchi chi vuol
(3)
Allude al conte Gerolamo Riario, nepote di Sisto IV.
Lorenzo de' Medici andò a Roma a capo dell'ambasceria Fiorentina
per salutare
il
a'
è la
nuvola
rai del sol;
le
pompe
Giusto sdegno
Amor, che
nuovo papa Sisto
IV.
(3)
e gli alti
onori
„
Lorenzo dr'
Slfcdicif
-So-
Canzoni, LUI.
Giuliano.
(2)
pallido conforto de l'amor?...
!
che è la parte idilliaca dell'opera, l'autore fa
notare che si è sforzato a ridurre scenicamente il poetico incontro di Simonetta e Giuliano, s'i bellamente ideato dal Poliziano nella Giostra di
(1)
il
L'amore! Egli
ti
muova
almen per pruova!
Poliziano, Giostra^ Libro
costui creda
I,
XXI\'.
d'Amore ha dato il mondo
una cieca peste, a un mal giocondo.
Sì bel titol
A
Poliziano, Ciosirn, Libro
I,
XIII.
MEDICI
xn
è
FIORETTA
che a l'alba schiudesi
fior
il
E
e a sera è vizzo al suol.
E
l'armonia che un ft-emito
triste
(vivacemente).
tuo rispetto, Simonetta.
il
lancia per l'aura e umor;
è il foco de la lucciola
in sul vicino colle,
cavalieri
i
e le lor gesta osserverem.
senza luce e calor!
.SIMONETTA.
LiJKENZi-i.
L'amore! Egli
che fa
bello
pili
Che vuoi!
Mi fanno pena quelle miti bestie
per gioco uccise. Ma, se vuoi, va pure
la caccia ad osservar che qui t'attendo.
nuvola
è la
ciel;
il
che sa rinascere
sovra "1 suo verde stel.
È l'armonia che il giubilo
e
fior
il
e
pianto impone
il
FIORETTA.
E
cor;
al
me
tu di
d'uopo non hai?
è foco inestinguibile;
eterna face
montando
Sai, v'è caccia nel bosco; e noi
SIMONETTA.
amor!
i;
No..
(.in.IANl
Poeta!
— Ma
A
--
fa scordar.
buona
nume
tuo
il
-
orte son
—
io.
FIORETTA
gl'invitati
a Monteseccj)
UivaliL-ri, poi
l.u
ci
l^urridemioi
'
(ridendo
Sun
caccia! Capitano,
Icorre verso
fortuna.
In
breve a
il
.ibbracciandola).
curiosa...
sai!
il
e si rivolge
fondo
per dire)
te ritorno.
(scompare dalla destra)
MclMEbECcO,
A
SIMONE ETÀ
voi, signor, del paro.
Oh!
Giuliano vanno verso il fondo a destra come per montare a
gli altri m alcavallo e scompaiono. Poliziano li segue. Montesecco e
Simolontanano per varii sentieri. La scena rimane vuota un istante.
(Mentre Simonetta canta
cantando un
])rec.inzione verso di
(Lorenzo
e
netta esce
rispetta.
dalla sini.-tra scendendo un
Fioreua
la
pi, col,,
segue raccogliendo qua e
sentiero,
ricompare
di
Sento
SlMONl-;rr.\ (cantando).
Come amava
E
al
piato!
fuggii' dal cor lenta la vita,
Forse
Son
Vaga
campagna:
nostra compagna.
la
i
la
montanina
la
SIMONETTA
mia bara!
lalferrandola di dietro).
pensierosa.
hai la guancia ed
il
!
I, paventata
si
svincola).
Indietro!... Aitai...
FIOKETT.V.
Sei dcbil
non ho amato.
rose de la primavera
le
destinate a ricovrir
MONTESECCO
suo passare, languida e soletta.
se'
e
viso pallidctta,
in
Mormoravano gigli a
Oh, come è bianca! È
Oggi
trovandola graziosa,
)
!
Sul prato a sera e allor che lo scorgea
Movendo incontro aprivagli le braccia,
E, stretto al cure, lo baciava in faccia.
EU'era bionda,
lei
te felice!
malinconico ritornello che segue, Montesecco
Eppur non ho vissuto
Fior d'erba amara
damo! EU'attendea
suo
il
il
fra gli alberi, e scortala,
Fiorin
la dei fiori.)
ipensierosal.
MONTESECCO
Eppur vermiglia
tuo malor disparve m.
La selvaggia
Non strillare
virtii!...
(ridendo).
Suvvia, bel bello!
cosi. Vieni, t'adoro.
forse'.-'
SIMr)NErT.V (retrocedendo
e chiamand,,).
.SIMONETTA.
Fioretta!... Aita...
signor, v'imploro.
mio
No, buona Eioretta.
Canto...
non
MONTESECCO
soft'ro più.
FIORETTA
Ti va ben
(dami, de un fiore).
di
Di',
Ciò mi conforta.
non è bello queste fior del prato?
-SlMO.NETT.V
iiiielte
Come amava
il
il
fiore sul
seno e prosegue
suo damo!
Ed
egli
i
la
la
gazzella impaurita.
Ma
non temer...
SIMONETl'A.
il
caiitol
un giorno
Al verde prato pii:i non fé' ritorno.
Non pianse ne pari,, la poveretta.
Ma, la sua mano contro '1 core stretta,
Ricadde là come persona stanca.
Ed in vederla inanimata e bianca
Mormoravano gigli a
Oh, come e bianca! E
campagna;
nostra compagna.
Chi salvami
E
(Il
Prefazione
.Simonetta Cattanei mori tisica la notte del 26 aprile 1476.
Carducci alle poeMc del
l'olizian,..
-
R..SCO1..
Vdn
d, I..;,n-.,. ,i,' .Vr,i„:
!...
Fioretta è partita!...
JIONTESECCO.
Un
bacio,
su!...
.SIMONETIA.
Lasciatemi
Vigliacco!
JIONTESECCO.
Tu mi
di
(riafferrandola).
l'attitudine
piaci!
Allor che a' strilli mesconsi
son più cocenti i baci!
si
avanza con
ATTO PRIMO
SIMONETTA
Odo rumor!
(verso
GIULIANO
(svincolandosi).
Salvatemi,
il
fondo
(Simonetta
(Il
MONTESECCO
(contrariato).
Stolta
O
pudica! Alcun del seguito
Or muove a questa
("ondo a destra).
(al
Ma
(immobile).
niuno scorgasi...
d'onde un
gli alberi a
Essa attirava
destra e segue ansiosamente la scena)
— Oh
cacciator!
il
<2|
"
Qui
lieta
mi dimoro Simonetta.
GIULIANO
Nome
È
GIULIANO
salva
forma adorni,
cercando allontanarsi).
(turbata,
Signor m'attende
che a lei torni
un'amica
sul colle;
concedi.
(appoggiandosi spossata all'albero nel centro della scena).
Io
GIULI.^NO
vengo meno
mio parlar forse t'offende
da me partirti vuoi?
Rimani ancor. — Comprendere non puoi
quale strana dolcezza il cor mi culla!
Tu non Io sai
Il
GIULIANO
che
E
si
avanza).
strano. Al certo
qualcun parlò. Che veggio, una fanciulla!
Se' tu che mi parlasti ?
SIMONETTA
•
,
(tristamente).
!...
(attaccate le briglie del cavallo ad un albero in fondo
.
gentil che gentil
SIMONETTA
!
Chi è là?
SIMONETTA
(con ardore).
scolpisciti nel cor.
dentro).
(di
si tosto
come
corre
Dimmi,
pensieri...
il
SIMONETTA
SÌ...
Odi, un
GIULIANO.
Tu
rumor
(evitando di rispondere).
nel bosco...
soffri?
GIULIANO.
SIMONETTA.
de
nulla...
debil sono... ed
il
Ah
periglio
Egli è
povera cervia mi commosse.
la
,
fanciulla,
amasti mai?
(confusa).
Io,
È
„
Dio!...
colpo!...
il
(semplicemente).
piij ingrossa e placido si culla.
Quinci spesso ne vengo al di soletta,
volto paurosamente, e poi guarda ed esclamai!
il
cor t'ascolta.
L'Arno
(gridando)
copre
il
mie quand'ero ancor fanciulla.
Fiorenza dimoro u' l'onde chiare
Ei quasi la raggiunge, e già la spada...
No, cavalier, non trarre
rio?
Colline
A
rumor?...
tal
'1
Ninfa non sono. Fra '1 Ticino e '1 mare
Siede la terra ov'ebbi patria e culla.
Ma con la madre un di lasciai le care
Ratta fugge una cervia d'; un cavaliere
la insegue. — Ed è per essa ch'io son salva!
(si
—
scongiuro, parla
ti
SIMONETTA
rivederci ancor!
Parti.
(guarda tra
nata da
sei
mia Diana?...
par giammai vid'io
(ironicamente, prima d'nscirc dalla sinistra).
SIMONETTA
!
Breve pausa)
se' forse tu la
salva... s'avvicinano...
JIONTE.SECCO
E
non
ninfa
non
Io
Son
—
Forma gentile al
E per certo non se' tu cosa umana;
La parola mi volgi anco una volta
volta..,
(allontanandosi)
SIMONETTA
ancor... tcn priego
arresta confusa.
si
Bionda beltà che t'oftri al guardo mio
Di questa selva ne la pace arcana,
Una
La
(arrestandola timidamente).
Rimani
tji-idandol
Aita! a me!...
A
XIII
no, t'inganni.
fruscio
il
del zeffiretto!
GIULI.\NO (contemplandola).
SIMONETTA
Bella e buona!
le.
s.l.
Ascolta!...
SIMONETTA
(facendosi forza per partire).
GIULIANO.
Signor!...
A
GIULIANO
(con dolcezza).
Resta...
che t'affanni!
Egli è del rio
Non puoi
il
murmure
soave, o Simonetta.
cosi soia partir.
SIMCiNETTA
.SI.MONETTA
(fissandolo).
(salutando seria).
Tu...
Sola non sono
come
hai
nome?
!
Addio, signor.
(i)
man
"
E
"
La imagin d'una cervia
con sue
di leve aer
O
qual tu
O
ninfa, o de.i
vergin sovrana
(ma dea m'assembri certo)
sia,
PoLizi.^NO, Giostra di Giuliano, Libro
compose
altera e bella
ti
„
ecc.
PoLizi.\NO, Gioitili di Giuliano, Libro
(2)
I,
XXXIV
"
Qui
lieta
mi dimoro Simonetta
I.
XLIX.
„
Poliziano,
id.,
LII.
XIV
I
MEDICI
GlfLIANO.
DUE
.1
Giuliano.
O
SIMONETTA
(mormorando).
amore! amore!
{dupo una pausai.
MONTESECCO
Vanne,
caccia t'aspetta!...
la
GirLI.\NO
Oh
caro
il
Amante
idillio!
non credo
Giuliano
di
mandato
è la ritrosa. Inutile al
(contemplaiululal.
(a parte).
scoperta.
la
Cile belle chiome!...
(scon]pare tra
(animandosi)
Come poterti
me sinor
FIORETT.A
esprimere
furono ignoti;
sensi clic a
Simonetta.
come poter
descrivere
nuovi arcani moti,
se il labbro nel cercar l'ininiagin vera
una lingua ti parla a me straniera?
Sento fremer ne l'animo
de
'1
cor sorpreso
SIMONETT..\
(scostandosi vivamente da Giuliano).
i
come un concerto
La mia compagna!
FHJRETT.\
di
(si
Un
.SI.MONKTTA
(a
Più che amica, sorella
buona Fioretta.
estasi).
in
IT(JKETT.\
GIL'LI.ANO
mi sento che mortai creatura.
de
la
da
'1
'1
sol schiara ed
Avanzate, o
inonda
gentile,
da
surge un cantico solo: amore! amore!
(ÌVIontcsccco
appare
tra
i^li
(a Fioretta).
un vostro amico
SIMONETTA.
bosco, da le siepi in fiore
'1
bello!)
esser desio.
carezza sua calda e feconda,
ciel,
guardando Giuliano).
(tra se
(Oh! come è
a nuovi sensi l'anima è dischiusa
da' prati che
N'è d'uopo!...
Giuliano, presentandola).
Al suo parlar d' un'armonia diffusa
par che risuoni tutta la natura:
E
—
sei?
arresta confusa)
cavalieri
m'(b la
.SIMO.NETTA (come
(entra correndo).
Dove
profumi e suoni:
parmi che il bosco s'animi
e nel susurro suo di te ragioni;
e... tremo ed ardo e questo cor mio gramo
non sa trovar che una parola: t'amo!
e più
^li alberi)
dentro),
(di
alberi e resta a guardare celaiidusi.
è
Lo giorno volge al fine
d'uopo rincasar. La mamma aspetta
inquieta diggià!
CllTLIAXO (siuotendosi
al calpestiol.
FIORETTA
—
Taci
un rumor nel bosco
(tra se
guardandoli entrambi).
—
(Com'ei
.SIMONETTA
(sorridendo estatica).
Ah
Egli è
il
SIMONETT.A
no, t'inganni
guarda!)
(salutando Giuliano).
Addio, bel cavalier.
fruscio
FIORETT..V
del zeffiretto.
GIULI.WO
la
(appressandosi a
(inchinandosi).
Signore
lei).
!...
Cill'LI.VNO (sorridendo ad entrambe).
Ascolta!...
Addio!...
SIMONETTA
A
(e.
s
).
(Simonetta prende
il
braccio di Fioretta per uscire dalla sinistra. Nel pas-
sare accanto a Giuliano questi prende la
che t'affanni!
e le susiirra
:
Egli è del rio
il
niurmure
A
O
di .Simonetta, la bacia,
GIULIANO.
soave!...
(.iIl'LIAN(.) (cingendole la vita
Dammi
mano
)
ed
braccio).
dimane!
FI(3RETT.\
.Simonetta
(che ha visto di sopra la spalla, tra sé. tristamente).
(Diggià!)
quel fiore.
(Si
allontanano lentamente. Giuliano
le
segue collo sguardo
scomparse esclama;)
SIMONETTA.
Prendi
— Domani
a ritornar
GIULI.ANO.
Ed amo
t'affretta.
{Cn!a
la tela.)
FINE DEL PRIMO ATTO.
anch'io
!
e
quando sono
ATTO SECONDO
"
Là sulla piazza di Santa Trinità, ora tristamente ingombra «.ialla colonna
Cosimo granduca, sotto il cielo aperto ed in vista del fiume toscaro,
"
di
"
s'intrecciano le danze degli adorni giovani e delle
donne
gentili.
,
.
,
•i
"E
^
segnati a dito,
giantc
"
il
:
acclamati, passeggiano
aiutati,
fra
popolo tcsteg-
il
Magnilìcu Lorenzo e Mcsser Agnolo Poliziano.
„
Carducci
Prefazione alle poesie di Lorenzo de' Medici.
La
piazza di Santa Trinità.
—
I,a notte è
appena discesa
e rari passanti traversano
il
—
fondo della scena.
Sul davanti parlano in crocchio
a bassa voce Francesco Pazzi, l'Arcivescovo Salviati, Bernardo Bandini e Montesecco.
FRANCESCO
FRANCESCO
PAZZI.
Egli volle guidar l'ambasceria
11
tempo
per cattivarsi con lusinghe e doni
il
ei
nuovo papa!... Ma Lauro
ben conosce e qual desir
BANUINI
SALVIATI
e
Io
MONTESECCO
Montesecco).
(i).
Perche pace durevol s'abbia l'Italia intera,
li stati suoi dee stringere un'alleanza vera
e tutti insiem dipendere da un centro, il Vatican.
Questa strana repubblica ai Medici venduta,
a Sisto non accomoda e la vorria caduta
pria che sovr'essa stendasi di Lorenzo la man (2).
scudo
Francia il sire
lo
ornar de '1 giglio che di
Gottoso (I) accordava. Oggi sul nudo
stemma un triregno sognano scolpire!
E intanto Julio cardinal nomato
vorria Lorenzo!...
SALVIATE
FRANCESCO
PAZZI.
E per Lauro
De
e Giuliano
Stato a Fiorenza
Io
egli, di
ma
abbiamo preparato!
MONTESECCO
Salve signor
(a
Favella.
sproni.
al
rosso un sudario
agir.
chi sia
P.ANDINL
Ai Medici non basta più
PAZZI.
d'uopo
stringe; è
sangue
dice a noi di scegliere
Grave
e l'impresa ed
Ma, se mal certo e
PAZZI.
il
entrambi, inesorata,
—
Salute o Capitano
vuole
il
mutamento;
spargimento,
mezzi e non fallir.
i
BANDINI.
(entrando con Salviatil.
—
FRANCESCO
ei
inutile crede lo
i
ardua dove Lauro è sovrano!
mano
vincere, dovrà la nostra
Medici colpir.
FRANCESCO
PAZZI.
(presentandolo)
Bandini a voi presento
da Montesecco.
—
E
sangue, e vittime cadan ne la rivolta
li duo fratelli, e libera la patria questa volta
là su la piazza al popolo potremo proclamar.
Giainbatlista
scorra
il
SALVIATE
perchè
col
Dal papa mandato
senno e col braccio ne
MONTESECCO
Grave
è
l'
(i)
assista.
Igravementel.
incarco!
(t)
Piero
il
Gottoso, padre
di
la
bella.
Lorenzo e Giuliano, ebbe da re Luigi XI
una palla dello stemma de' Medici i
nel 1465 concessione di portare su di
gigli della casa di Francia.
causa è
ma
dice,
senza morte de persona.
che vorria seguisse la mutazione dello
E dicendoli io, presente al Conte e
"
l'Arcivescovo; Padre Santo queste cose se potranno forse mal fare senza
morte di Lorenzo e di Giuliano e forse delli altri; Sua Santità mi disse;
"
non voglio
morte
di
niuno per niente perchè non è
offizio
nostro
"
io
'
acconsentire alla morte di persona; e benché Lorenzo sia un villano et
con noi si porte male, pure io non vorria la morte sua per niente, ma la
la
mutazione dello stato si. Et el Conte respuose se farà quanto e poderà,
acciò non intervenga; pure quando intervenisse, la A'ostra Santità perdo" nera bene a chi '1 fesse. El papa respuose al conte: tu sii una bestia.
„
Coìjffsaions di G. B. iia Montesecco. Codice Bibliotliccce Stroctiayicv.
(2) A chi trovasse questi versinoti abbastanza limati risponderò ch'io volli
lasciar loro tutta la ruvidezza della cronaca e dar l'impronta dello stile del
Montesecco di cui abbiamo un esempio nello squarcio qui sopra citato.
"
Ma
Madiaèi che .Sua Santità
.Stato,
"
B.VNLUNI.
"
"
"
:
,=
XVI
I
MEDICI
MONTESECCO,
Astuto
Lauro!
e forte è
E
LORENZO
con ludi e stili e laudi, lo
il vede in pericolo su noi
e se
FRANCESCO
POLIZIANO
può scagliar!
si
La
breve
tra
O
Dei,
Ischerzandol.
Lucrezie a
le
cedon placate!
te
colpirli ci è dato.
LORENZO.
BANDINI.
Adulatore!
E quando?
MONTESECCO
All'opra...
suonatori)
lai
POLIZIANO.
SAL\'IATI.
e
Or canta
modo?
In qual
FRANCESCO PAZZL
LORENZO.
Mi state ad udir.
Ascolta
giovin Riario >" da noi festeggiato
E
el
canto mio che
sonno
dal
favella
ti
dama.
scuote, o genti!
ti
vedrete a Eioreiiza tra poco venir.
A un gajo convito Lorenzo e Giuliano
E'
ti
E'
ti
\uol dire che se' tanto bella,
vuol dir quanto '1 mio core t'ama.
per rendergli omaggio ncn ponno mancar.
E'
ti
vuol dir che
Questa mia vita
certo.
MONTESECCO.
(Due
cani. ni
dino e
Prosegui.
E
Colà, in nostra
nessun dalla inorte
mano^
io
P.\ZZI.
al
O
"
"
l'invito?
"
Ardo
I2>.
conviemmi cantare
Per una dama che mi strugge il core;
d'aiDore, e
Ch'ogni otta ch'io
Il
cor
mi
brilla e
PAZZI.
la
sento ricordare
par che
esca fuore.
gli
„
SECONDO CANTORE.
Tra breve
qui in piazza
troviam
plebe qui danza e schiamazza.
e Cduliano per certo
stasera la
sfidarlo al canto).
tu
LIIKKNZO
"
MONTESECCO.
Lorenzo
Lorenzo come per
suolo.
Ordita è la trama. Fallire non può.
FRANCESCO
e onore,
che nel cantar sonbri maestro,
Per chi mai sciogli il canto e aguzzi l'estro?
Palazzo de' nostri imo stuolo.
il
forme e senno
PRIMO CANTORE POPOLARE
TUTTI.
quando
(f di
(dal fondo, a
Iddio di Fiorenza vuol libero
A
citta-
ad ascoltare Lorenzo senza appressarsi facendo
potresti davvero, a parer mio,
spelta! Io spegner lo vo'!
BANDINI.
guido
.arrestano
Accordare a un meschino un po' d'amore.
E quel meschino, o mia bella, son io,
Io che t'ho dato tutto lo mio core.
Ascolta el cauto mio che ti favella,
Cedi il core al mio coi-, mia dama bella.
basto da solo!
FRANCESCO
Io
arrivano dal fondo a destra uniti a qualche
popolari
tanta grazia t'ha concessa Iddio
Che
puote salvar.
li
spegner Lorenzo
me
si
Di belleza
MONTESECCO.
Giuliano a
che abbella
sì
segui d'approvazione.)
FRANCESCO PAZZE
A
se' colei
povera e grama
E' ti vuol dir ch'ò tuo questo mio core
E che tu gli conceda un po' d'amore!
BANDINI.
È
vate!
il
suonatori preludiano e Lorenzo canta.)
(I
II
isorprcso).
casa de' Donati.
PAZZI.
Sin
Entrambi
(piano ai suonatori).
Laggiù.
popol che intrattiene
acclama e gli vuol bene,
il
Di possente beltade è dunque ornato
Lo volto che t'ha reso innamorato?
;
LORENZO.
Mi'NrESECCO.
Sta ben, separiamci.
BANUINI.
Tra
poco.
"
Ella
non trova
"
Con
gli
"
Io
"
E mai non
di bellezza
pare;
occhi getta fiaccole d'amore:
sono stato
città e castella,
in
gnuna tanto
vidi
(La scena
FRANCESCO
p.Trtniio in.-icnudr-.lra.
destra Lorenzo e Pnlixi.uio
ai quali
Lorenzo addati una
cv.-er qnella
tli
Lutrc.-ia
11..
L'upu mi
:egtiili
il. il
fuiuiu
i.-taiitc
da Miiiiiatnri
<-a^a iill
nati.
.1
PRIMO
sini^lr.i.
cntr.uiu
di
t:
loiulu a
tlal
^i
SECONDO CANTORE.
e vi. de,
iiiaiidiijiiie
dav.mti a sinistra che
e
Se onesta come bella e la tua dama,
Felice te ch'ai paga ogni tua brama.
M.hUu-
-ii|<pune
I
(Il
!'
I
andò
RalVaele Kiari.i. nomlnaln
in
pompa
c.inliiiale, dal p.ipa Si-t..
IV,
all'el.i di
.Alla Vij
iSanni
tempo:
ì'ortoi^ralia poetica del
Egli è ver
111
eli'
i
porto amore
tra ;;raii hrUczo. ecc.
PoLlzl.vNù, Ballnh: .Xl'lll.
a Firenze pt r l'aciUtare la convinca; ina questo i^rimo ten-
tativo d'as-a:^inio
andò
a vu-ito
„
riempie a poco a poco.)
PAZZI,
N'andiam.
iFraacCiCo Pazzi e .Salvi. iti
secco e Bandiiii dalla
bella.
si
perchè Lorenzo solo intervenne
alla fer?ta.
(21
LoRE.Nzo DE' MEDICI,
Pu.-^i>.
La neiKÌa
di
Barberino.
ATTO SECONDO
XVII
UN'ALTRA PARTE DEL CORO.
LORENZO,
"
Ben
si
"
Chi
sia
"
E
potrà tenere avventurato
marito di si bella moglie;
"
l'altra:
Donne
belle, U)
ho cercato.
i'
si potrà tener in buon di nato
Chi ara quel iiordaliso senza foglie.
Ben
"
„
LORENZO.
Le mie modeste rime oggi
lasciate
—
(additando Poliziano)
— Chi? — Il cantore?
Taci — É ver — l'^acciaragli onore
Vo' vederlo — Osserva a manca;
—
Poliziano ora
(Entrano in iscena
Francesco Pazzi, l'Arcivescovo
Salviati, Montesecco e Bandini)
(Giuliano arriva da
mi altro canto
con gran seguito
di
e
portatori
fiaccole)
Lo
--
—
—
—
—
Egli è
il
Gloria
al
pensier conquide,
S'intoni adunque, orsià
commosso
(Poliziano
ludiano. Poi
nobil Fiorentino,
cesco Pazzi,
il
stringe la
coro
.Salvi.ati,
Ben venga maggio.
"
:
mano
Eandini e
di
'-'>
CORO.
—
parte a Salviati).
"
Ben venga maggio
"
E
'1
gonfalon selvaggio!
I
Mentre
il
tu?
di'
"
Fa
un re che
egli è
schifo questa plebe;
acclama.
si
traversa
tendo
"
E
avvicinandosi a Simonetta.)
"
Con
Che
"
la misura bonariamente sul
palmo della mano e passa a destra
voi, donzelle, a schiera
li
lenta-
davanti della scena bat-
il
Ben venga primavera
Che vuol l'uom s'innamori,
"
SALVIATI.
mente
coro canta e la danza coPoliziano
mincia,
Che ne
„
Lorenzo, mentre i suonatori predonzelle ed i garzoni danzano. FranMontesecco partono.)
canta e le
CANZONE A BALLO
per la sua magnificenza.
— Guarda là, Giuliano arriva.
Palle
Palle (> — Viva! viva!
(a
'1
e l'anima riscalda al santo raggio!
Ei l'onore è di Fiorenza
BANDLXI
musa vera
versi ove la
i
una forma che
in
—
— Lo si onori
primo de' cantori
primo cittadino
il
Cantate
schietta sorride
lo affianca.
acclami
si
Egli è
Vate,
al
gloria toscana e dell' Italia intera.
È Lorenzo!
—
renda omaggio
Si
VOCI DALLA FOLLA.
vostri amadori,
di rose e di fiori
MONTESECCO.
O
un
istrione
!
{Assieme)
S.ALVIATI
Tu vanne ad
(a
Francesco Pazzi!.
Venite
invitarlo all'olocausto.
LA FOLLA.
Largo, largo, che arrivan
—
le
come
donzelle
le
"
Ogni bella è sicura
Fra tanti damigelli;
"
son belle!
donzelle ed i garzoni. — Montesecco, Francesco Pazzi e Banavanzano verso Lorenzo, Giuliano e Poliziano che si tengono a
sinistra sul davanti del proscenio e dopo i saluti cerimoniosi sembrano
parlare dell'invito per la festa. Simonetta con la madre e Fioretta
prenderanno posto sul davanti a destra; i coristi uomini e donne sì
(Entrano
frescura
Delli verdi arbuscelli:
"
vaghe e gioconde
alla'
"
"
SIMONETTA
(a parte a
Tutto è festa e tripudio,
tutto un sorriso appar.
Che le fiere e gli uccelli
Ardon d'amore il maggio.
Oh, questo gaudio attirami,
le
dini si
disporranno dietro
esse lungo
di
le
quinte a destra. In tondo
ed i suonatori di mandoline
preparano alla danza.)
e viole.
tori di fiaccole
zelle si
LORENZO
Grazie
Di noi
ti
le
don-
rendo del cortese invito
la
mano).
—
L'età,
Nessuna stia superba
All'amadore il maggio.
Ciascuna balli e canti
" Di questa schiera nostra,
Ecco che
dolci amanti
" Van per voi, belle, in gio-
LORENZO
la
le
tuo malor...
SIMONETTA.
Ten
:
"
Fammi
Qual dura a lor si mostra
Farà sfiorire il maggio. „
supplico
danzar...
POLIZIANO
—
(volgendosi
Scegliete
(che
si
è
appressato ed ha intese queste ullime parole).
(tra sé).
ei
Che
l'ama!)
(alla
Buona donna,
al coro).
le
dice!
madre)
contentala,
eccede il tuo rigor!
Non impedir che schiudansi
fior!
a priiuavera
belle, e voi, fieri garzoni,
danza
Il
i
dolce affisami.
(Ohimè! Pur troppo
A
non è possibile,
danzare a te non lice.
Figlia,
!
FIORETTA
Orsù,
LA MADRE.
fa l'erba:
Fioretta, a parte).
Oh come
'
son felice
rinnovella
[stra
(a
danzar!
"
"
Io
si
come
''
t'affida.
SIMONETTA
Che non
"
porta-
mamma,
vorrei,
"
Francesco Pazzi stringendoceli
la
Nel centro
i
Chi è giovane e bella
" Deh non sie puntoacerba,
"
sua madre\
canzoni.
i
UNA PAR LE DEL CORO.
Su, cantiamo:
(O PalL',
(2)
come
si
sa,
era
"
il
E'
(-'
si
grillo di
vede
É
„
softerentc.
Donne belle,
Lungo tempo
casa Medici.
vede in ogni lato
Che '1 proverbio dice il vero.
E'
FIORETTA.
ogni lato.
in
si
ho cercato
mio core
del
XI.
ecc.
Lorenzo
Vili.
Lorenzo
i'
de' Meijici. Ca/ì^uìii a
b'illv.
(i)
PoLIZl.iNO, BnlìcUi XIll.
de' Medici.
Cniizuru
ti
idlUi.
XVIII
I
MEDICI
SIMONETTA.
POLIZIANO.
Raddoppiano
le sia concesso
canzone a ballo.
Allor
almcn cantare
la
musica
la
affretta.
FIORETTA E LA MADRE.
a SiinoiiL-ttaì
(~uri*ic!entL-
.Son certo
—
palpiti
i
Che
che vorrai!
.MMO.NETTA
fai!
GIULIANO
(alla madri-).
Tu
(prorompendo).
Simonetta!
x'uoiV
LORE.NZO
LA ^L\DRE.
Va
(ritenendolo per la mano, a parte).
pure.
Rafl'renati!
POLIZLANO.
SI.MONETTA.
Su, schiudi
labbro e mentre
il
ferve intorno
la
amor
danza,
mille giri
in
Ancor
t'ispiri!
.SLMOXET LA.
—
Fatemi coro
Si, canterò.
(.li
seguitemi sommesso. Attenti
(Essa comincia
sino alla
la
baikrinii
(ai
ma
sua canzone cercando frenarsi,
a noi!
anima sempre più
si
fine.)
Le coppie s'intrecciano — comincia la danza.
Le giovani ammutola — gentil titubanza;
Ma
Ma
—
sguardi ricercano
sguardi
gli
— commovono
fremiti ascosi
in
liete carole.
Anch'io voglio
—
le
calde parole,
La
fremiti
i
—
—
vita è l'oblio
goder voglio anch'io.
la vita è l'amor!...
danza generale, ma dopo un istante dà un
grido e supponendosi che dia uno sbocco di sangue cade svenuta fra
le braccia della madre e di altre donne che l'aiutano a trasportarla.
(Si slancia
nel
turbine
della
Fioretta piange silenziosamente sul davanti, a destra.)
VOCI DEL CORO.
ritrosi,
Si soccorra.
cor.
i
—
Anch'io vo' sorridere
suunaturi) e voi
!
iVnch'io vo confondermi
GIULIANO.
E mentre bisbigliano — le gaje mandole
E gemon più teneri — sospir le viole,
Le coppie men timide — si guardano in
E in ogni sorriso — è un lampo d'amor.
O
viso
la vita
—
appare
LA
M..\DRE
strana vertigine
—
—
I
—
nel turbine
Confondere
palpiti
i
—
Strazio atroce!
FIORETTA
O
sentirsi portati,
tal delizia
—
E
amor mio
—
teco,
provar non poss'io,
tal bene goder?
GIULIANO.
Mi precedi.
Più presto.
(Lorenzo parte col Poliziano
LORENZO
e
la scorta.
Il
popolo
si
allontana a poco a
poco.)
(con ammirazione).
Scintillano, al par d'una stella ")
VOCI DALL.A FOLL.A
Su partiam.
Gli sguardi.
rOLIZL\NO
(a Giuliano).
andiamo.
\'ieni,
suonatori, animatissima)
(ai
lagrime).
(in
Simonetta!
LORENZO
commossi, beati!
(guardando Giulianoì
Perche
GIULIANO.
.
—
smorta!
C(-)RO.
Poveretta!
sovrumano
risponda lontano,
Mi par che una musica
Mi sembra che un alito — di vita novella
Mi renda più bella — m'inviti al piacer.
Oh! amarsi!
e
VOCI DEL
al pensier.
piacer
lagrime, partendo).
(in
Oh! come
Triste caso
O
!
(confortandulol.
No, svenuta.
Le mani si cercano — si stringon frementi,
Le labbra susurrano — parole cocenti.
Le chiome scompongonsi — la mente è smarrita,
Un sogno
morta
cielo,
POLIZIANO
(allontanandosi per varie parti).
—
Lorenzo, vedi.
— E la fanciulla?
— E svenuta. — E quasi nulla.
S'allontana.
(a
Lorenzo, a parte).
Ella è tisica!
—
(=)
VOCI DEL CORO
Dove andate?
Viva
Su, canta la bella!
tLa scena rfsta scura e
—
viva.
—
—
giù pel calle.
Palle
—
Palle.
vuota. Giuliano è in tondo, Eiiiretta
sul davanti,
immobile.)
GIULIANO.
(i)
Dalla poesia di Lorenzo in morte di Simonetta;
Dice Lorenzo
"
O
"
Togli
Povera Simonetta
chiara stella, che cu' ra^pl tuoi
all'altre vicine stelle
il
nella Diclniticiziuiiv dei primi sonetti a inctprtsito
monetta
"
Muri questa ecrelleiilissima
!
EIIJKETrA
lume.
della Si-
(fra
seV
Oh, quanto l'ama!
:
"
"
l.i
e
terra
ili
si
<h>iuia
del
suol rivestire di diversi colori
j;rande ricreazione all'animn.
J'oe^ie di
mese
di
di aprile, nel
iì'ui
„
Lore.nzo
DI:'
Mfdici. —
Ci.
Barbera, editore.
bene che la parola tÌ!^ica non si diceva a quel tempo, e che la Tuhercolosi venia chiamata sino al secolo scorso Mal sottile. Ma abbisognava
anche che il pubblico sapesse pure, altrimenti che dalle note del poema,
di qual male si muore la .Simonettta.
Per questo mi si passi la parola.
(2t
.So
GIULIANO.
qual tempo
molto vaghi agli occhi
E non poter volare a lei,
calmar co' baci il foco de
(Fioretta
muove silenziosamente per
Dove
vegliarla,
la
febbre!
partire verso
vai tu?
FIORETTA.
Tarda
è la notte.
il
ffindo.)
ATTO SECONDO
XIX
GIULIANO.
E
Te ne
E mentre ignara
man sul
e attonita
porti la
vero.
scongiuro, fa ch'io m'abbia nuove
un nuovo palpito,
tu senti
di lei!
core,
palpito d'amore
il
FIORETTA.
FIORETTA
!
(commossa, animandosi).
Si.
GIULIANO.
Veglia
—
Dille
lo risentii nel core,
riconobbe l'animo
lo
riORETTA
.Sta
(per
p.iitiri-).
Ma
Temi
E piena di quell'estasi
chiesi commossa a Dio
(ritenendol.i).
tu Stessa,
forse per
palpito d'amore!
il
bene.
GIULIANO
questo nuovo palpito
Si,
mio martoro!
il
mia parte
la
che hai?
di',
lei ?
FIORETTA.
spasimi,
di
chiesi
d'amare
Vano
pregar!
anch'io...
come orfana
mia triste culla,
vuoto rimane e gelido
fu la
No.
GIULIANO.
Come
la
voce tua mi giunge.
igge?
cor de la fanciulla.
il
A me
Tutti
strana
ti
sogni di vergine
i
m'è forza d'obliar!
affida,
(piangente)
FIORETTA,
In
me
ed
io
delitto è
palpito...
il
non posso amar!
GIULIANO
(stnpito).
Nulla; tu t'inganni.
(Momento
Df' lìammenti della canzone del Poliziano
di silenzio.
ancora da
lun<^e.
Giuliano
si
si
Ma
senton
appressa ancora a Fioretta.)
qual segreto ascondesi,
FIORETTA
GIULIANO.
Che hai?
GIULIANO
Assorto ho l'animo...
quel canto che muor...
A me
è
Tu,
nella voce tremula
un eco
di dolor?...
Ma
perchè vuoi
tu
me
con
Io
?
Che hai?
Commossa
(prendendole amichevolmente
parla
a noi sorridon
il
strazio del tuo cor.
(cercando ancora partire).
!
GILTLIANO (prendendole ambe
la
Di'
mano).
No
anni,
si
qua' tu
Saprò
costringerti.
FIORETTA.
provan fremiti
li
(sforzandosi).
(col più g-rande interesse).
di cari e strani all'anni.
Allor
provi adesso,
Non mi
e sul ciglio le lacrime
GIULIANO
noi sorprendiamo spesso.
tentare
!
(chinandosi verso di
tua coscienza ingenua
non sa
ma
ne
Ma
di
tuo sen di fanciulla.
uno
anelo gli afferra
si.
T'amo
con
ambo
le
mani
e
baciandolo
!
GIULIANO
a l'alma tua romita
solenne pagina
del libro de la vita.
la testa
Kli di ce):
tutta alfìn disvelasi
la pili
convincerl.'i).
FIORETTA
donna palpita
(in
'1
per
dunque non hai fiducia?
spiegarti nulla:
un cor
lei
me
In
La
mani).
—
GIUGLIANO
nostrp core gonfiasi
le
—
facili
gli
„
è inesplicabile
;
FIORETT.A.
Allora che più
giovane,
sì
No, tu non puoi comprendere...
Lasciami al mio dolor
è l'anima
senza saper perchè!
GIULIANO
Attristami
non posso amar!
"
FIORETTA
FIORF.TTA.
—
tuo parlar.
il
bella e
sì
dirmi:
Fioretta, appressa; infìngere
(ritenendola con interesse).
t'aftìda.
Fioretta,
GIULIANO.
E
(cercando partire).
No, tu non puoi comprendere...
Lasciami al mio dolor.
FIORETTA.
in
cor?
fanciulla, nel tuo
Che
dici
(colpito).
!...
Ohimè
(Fioretta fugge precipitosamente.
FINE DELL'ATTO SECONDO.
!...
— La
tela cade.)
in fronte
ATTO TERZO
L'assassinio di Giuliano era stato commesso a Francesco de' Pazzi
ed a Bernardo Baiìdini e quello di Lorenzo alla sola mano del Monte-
"
"
secco. Questi aveva accettato volentieri l' incarico mentre credeva che
dovesse eseguirlo in una abitazione privata: ma indietreggiò davanti
all'idea di profanare la casa di Dio con un delitto così odioso. „
"
"
"
RoscoE, Vita di Lorenzo, pag.
11
buio.
—
Ponte Vecchio
— L'ultima
Poi,
quella
sempre a
ma
destra,
—
Simonetta.
di
una
più presso al proscenio,
Dall' altro lato, a sinistra
ph'i si
muro
quale è una ^'erg^ne; presso alla
sul
scende lentamente
All' alzarsi della tela Fioretta
schiara
il
cammino con
casetta alla
(scendendo
—E
porta
si
Non
~
I,e case dall'altro lato del ponte si perdono nel
suppone esser quella del Montesecco. Indi un viottolo.
ascende per una piccola scala praticabile con parapetto è
notte.
si
:
Una
—
gradini).
i
madre
tu:
Che
(dopo un
Iddio
colpita
ti
men
presso
istante, ritta
(passa
(dispe-
(biecamente
cor:
la tavola).
tesecco.)
m'avria
vivo di vituperi e
di
questo voto!
FRANCESCO PAZZI
È
B.ANDIXI (guardando
SALVIATI
Tremendo? ah
in alto).
alla finestra.
il
Montesecco.
(volgendosi rapidamente a Bandini).
Attendi!
(Giuliano comparisce sul fondu
Qualcun traversa
il
e
traversa
pome
il
ponte lentamL-nte)
e a noi
ne viene.
(guardando)
Ma., non m'ingtnno... E Giuliano!
Vestigia del pensiero orrendo
tremendo!
no, dolcissima
parte del cor tu sei;
(i)
(a Randini).
Picchia ed avvisa
FRANCESCO PAZZI
—
O amor
lume
Si scorge
rubando amore ed amicizia! E lui!...
ne viene, ma di lei richiede;
mi fissa in volto cogli occhi distratti
che guardan sempre, ma non vedon mai.
Essa regna sul core, ed io sui sensi!...
Ohi s'ameranno, s'ameranno sempre!
Sempre?... Non già
che un baratro profondo
scava tra lor la morte — O Dio, cancella
—
(additando l'uscio;,
là.
menzogne
di
ch'ora mi balenava!
sulla sedia)
'1
vo' vivere
(Va verso il fondo guardando al verone che dà suU' Arno. — Dal fo:)do
del ponte arrivano, avviluppati ne' mantelli, 1' arcivescovo Salviati,
Francesco Pazzi e Bandini. — Si arrestano davanti alla casa di Mon-
Simonetta pallida, morente,
mi bacia e m'apre '1 cor tutta fidente!
Oh, di me stessa ho schifo! Da tre lune
(con angoscia) sin le
(cade assisa
non vo' divellere
e vo' morir d'amor.
la porta.)
A me
ratamente)
e
amo, e d'amor
E
sul davanti)
pianto:
!
Un anatema
benedical
il
questo senso da
(Fioretta sarà giunta sul limitare della sua porta: fa un gesto di saluto ed
Simonetta rientra e chiude
e sul viso pallido
amo,
Iddio
benedica, mia buona fanciulla
!
amo, ed eterno strazio
mi costi il dolce incanto;
d'appresso tornerò.
di
solo gaudio
il
scorra perenne
LA MADRE.
Che
le
sua lenta agonia,
Amo,
Tra breve
FIORETTA
—
sulI'jVrno.
e che importa a l'animo
de l'egra vita mia
FIORETTA.
— La madre
dà
che dal pianerottolo
(levandosi)
Amo,
la
E
entra.
finestra che
di quest' ultima
si
sinistra
omai, che addiverrei?
LA MADRE.
ti
un inginocchiatoio a
e se dovessi perderti
'1
hai nulla a temere.
lei
;
—
se in essa e
a
del piano terreno è soppresso e
mezzo su cui arde una lucerna
tavola una gran sedia ed uno sgabello.
In fondo, una
gradini della scala di Simonetta parlando alla
i
muro
II
tavola è nel
sonno le fatiche
tante veglie. Simonetta infine
un queto sopor tranquilla giace.
Va, rinfranca ne
di
Iati.
proscenio, la casa di Fioretta.
al
—
cui
i
allo spettatore
itna lanterna.
FIORETTA
in
approssima
pure presso
,
vedrà l'interno di una stanza terrena semplicemente mobiliata.
presso al
da ambo
prospettiva, praticaliile, con le sue case
in
casa dell'angolo destro del ponte che
143.
(I)
"
&
cosi s'è fatto,
bato a doi ore di notte.
ni;
„
mai se 'ntese niuno loro ordene, se non
Cotifcssioni di G, B. da Montssbcco.
—
lo
Sa-
XXII
I
MEDICI
SALVIATE
BANDINI.
Giuliano!
Io Stesso
SAI.VIATI.
Or quanto
d'agire.
Forse scoperti?...
celi,
si
Chi son, che dicon mai?
—
Silenzio
ognun
nell'ombra
SALVIATI
ed osserviam.
nascondono nel viottolo dietro
la
casa
Tutto
FRANCESCO
dentro, appressandosi all'uscio!.
Gli eventi
Giuliano,
GIULTAXO.
(Fioretta apre e
al
PAZZI.
grande piano ordito
-
(additando la casa
Giuliano entra
Credo che
- I tre congiurati escono dal viottolo e Francesco si appressa cautamente e guarda dalla toppa nell'interno della stanza.)
di Fioretta)
donzella;
la
vedemmo
che Giù iano celandosi or là
entrar.
(Dopo queste parole con un gioco di scena additandosi la casa di Fioretta
si avanzano cautamente al proscenio, verso la casa di Simonetta, in
GIL'LLAN'O (pensieroso avanzandosi).
FIORETTA
dimori
in quel portico,
là,
e chiude.
modo che
Simonetta
<'i.
sai
io.
allontana dall'altra parte del tavolo.
si
non ani-ero
apprendi.
gli
che a'fine Lauro venne solo al convito,
e Julio, egro dicendosi, nulla potemmo oprar.
Ma il vero gli è che 'I giovane restò con una bella.
Tu
sei tu?
Son
Francesco Pazzi).
appressa
alla porta di Fioretta e picchia discretamente.)
(di
(a
Simonetta. Giuliano, giunto
di
si
?ul davanti, «i^uarda pensieroso la finestra di .Simonetta, poi
FIORETTA
l'ora
SIMONETTA.
KRANCF..SCO PAZZI.
(.Si
E
!
e stabilito intendi.
questa potrà intendere quel che segue.)
?
SIMONETTA.
(senza guardarlo).
Parlan sommesso... Intendere più che veder non posso.
Riposa.
guard.andoi
FRANXESCO PAZZI
Ma
(agli altri due).
occhi non m'ingannano
gli
Presso un'amante
Nulla abbiamo a temer
estrema
t'inebria,
posa.
Va,
ei
securo
questa è per te notte d'amor
sicari fossero!
Dio! se
!
(Francesco Pazzi indica a Bandini
porta
la
Mnntesccco
di
FRANCESCO
Tremo
e
non so fuggir!
PAZZI.
Dunque diman dee compiersi
La febbre
sacro
ufficio,
in
[Santa Reparata
1=',
il
FIORETTA.
Lorenzo e
insiem
giornata
la
trama preparata.
[la
Durante
tiittor?
No,
mia volta han mosso.
{Assieme)
GIULIANO.
la
alla
Bandini picchia
;
ed entra.)
consuma
:
(tirandosi indietro)
—
[tremo
passò tranquilla.
SIMONETT.V
GR"L1-\N0 (dopo un
istante).
Che
Julio pò-
altìn colpir!
(atterrita).
sento, o Dio!
canto
(Dall'altro
E... di
me
ti
ragiona?
Sempre,
(poi a parte)
trova un motto
nella
poggiato
al tavol
Nel tempio!
silenzio).
lasso
almen vederla!
in tristi
pensieri raentre Fioretta,
I
FRANCESCO
Ahi
Potessi
e
teatro,
Giuliano è ca-
resta col capo fra le mani, assorto
E per me non
GIL'LI.AXO (dopo un altro
duto sulla sedia,
(con orrore superstizioso).
FIORETTA.
del
stanza di Fioretta,
MONTESECCO
dimane
al
fondo, presso
in
pia benedizione
per Fiorenza segno
[di redenzione
è
(siede presso la tavola col capo fra le mani).
in
verone, Io guard.a di tanto
tanto cupamente.)
La
!
che sarà andata
PAZZI.
GIULIANO
(seguendo
il
corso de' suoi pensieri).
!
BANDI.^I
(uscendo dalla porta del Hontesecco).
Si,
quando
il
prete l'ostia sa-
Ei scende.
mano
O come
breve sonno ruppe
mi parca
di sollbcar. La mia povera mamma
riposa. — <)li, l'aria mi fa tanto bene!
il
pugnali,
ai
[piombate
(schiudendo la porta e restando sul limitare appoggiata).
bella è la notte!
e
con
essi
MONTESECCO
celeri,
la ser-
nuova
e un'era
il
popol per
dal lido contemplarle la tem[pesta,
in qual
turbo
lanciai
Francese
j
Pazzi
tesecco).
(a
Freddo
riinan...
Fioretta che
si
appressa a poco
a poco)
Debole fui quella sera funesta
in cui d'amor commessa m'hai
additando Mon-
(parlato.
E
(uscendo frettoloso, aH'.Arcivescovo).
l'alma
[dolente!
[voi saluterà!
SALVIATI
in-
[differente
[vitù, gli aftanni,
(a
chiamassi...
e
pensava
sui tiranni,
disperdansi
insolito aftanno, e
So Fioretta
lasso! Io che
[crata leverà,
SI.\10NETT..\.
un
Me
nel core
il
rimorso or sol
[mi resta.
Monsignore,
voi stesso!
SIMONETT.A
(cercando discernere nell'oscurità).
Alcun
favella.
(i) Allude al convito fatto col pretesto di festeggiare l'arrivo del cardinale Raffaele Riario di cui è questione nella nota a pag. 16.
Machiavelli, ecc.
(2) Vedi RoscoE, l'ila di L. De' Medici, Cuicciardim,
ATTO TERZO
XXIII
_-
{Assicnif)
MONTESECCO
(Assieme)
eiel,
amore
se questo
(come prima assorto).
Nel tempio!
KRAXCESCO PAZZI
con-
[dannato
me
su
solo disfoga
il
tuo
e raddoppia le
è ornai
(a
Montesecco).
Dunque non vuoi?
fu-
MONTESECCO.
[rore
(duramente).
Che vai? Deciso
FRANCESCO PAZZI
angoscie
al
Non
vo'.
[cor piagato.
MONTESECCO
No,
(decisamente).
S.\L\TAri (facendo qualche passol
Tal sacrilegio non
[compirò giammai
no.
Sta bene. Addio.
!
FRANCESCO
SALVIATI.
Ma
questo sacrilegio
Su
Papa
il
PAZZI.
almeno, diman
te,
[assolver può.
MONTESECCO.
BANDINI.
Fuori, contate pur su
I,'01giati(i)anch'egli i^ccidere
[Io
ne
'1
duca
tempio, per
di
Milano
la
patria,
A
Santa Reparata.
FRANCESCO
SIMONETTA
colmo del terrore, a
mi corre per
A la magion
le vene!...
MONTESECCO
(continuando).
cammino
de'
e
vegliata
la
loro partenza, fa per
ma
rientrare in casa,
guarda!
vi
al di là del
perdono
si
ponte. Montesecco, dopo aver sor-
Simonetta, che
Dio
PAZZI.
(Montesecco saluta rispettosamente.
Salviati, Pazzi e Bandini ravviluppati nei loro mantelli riprendono il
Medici
correre ornai conviene!
Ma
*
Non mancar.
partel.
un brivido
L'orribil cesai
nergia scende
quel punto
in
uno slancio d'egradini cautamente
in
i
per correre a prevenire
SALVIATI.
tradita dalle forze e
FIORETT.A.
L'onor parla, e Dio
tira
BANDINI.
[Ma
dai
ci
à.
FRAN'CESCO PAZZI.
Tutto è deciso,
fermo
e
non
tiranni a colpir
— Al
vostri cenni
il
Mio Dio,
scuoti
miei so-pir che
i
[ne
il
fuggirti, e
E son
pressa
in
fondo
'1
Qualcuno
capo
il
fammi
[morir!
al
core questo
tutto sacrificai.
La
1476 che
amor
confidente
donna or
tu
pietà
sappi che madre
Maria) nella chiesa di S. Stefano.
Vedi RoscoE, Vila di L.
pag. 139 e seguito.
de'
Me-
al
tuo nobile
Chi sei?... La
[Simonetta
Giuliano!... Hai
la.
Quanto
ndegno
e
perdona al
La
bella
di
[tutto udito ?
SIMONETTA
Io...
(presa da terrore).
no!
menti
Generosa 1...
tergi
il
—
in-
ora tutto
poiché ornai
la
un legame
piii
Ebben,
tutto ascoltai
!
MONTESECCO
,
(incroi-iando le braccia).
E che intendi ora far?
SI.MONETTA,
va a cercarla e dolcemente la
fra le sue braccia presso al
tavolo, la fa posare sulla sedia e
so
mena
sgabello.1
Tu ben
\'eder Giuliano:
i
Io sai!...
Medici
salvar da morte orrenda:
a le lor case accorrere
Questo figlio di Fioretta nato
dopo la morte di Giuliano si chiamò
Giulio e divenne poi Papa Clemente
prima che
'1
e se tenti
impedirmelo
VII.
al
(1)
sole ascenda,
soccorso gridar.
fini,
tua vita a la
(rilevandosi con uno sforzo supremo).
Giuliano commos-
suli-':>
di
rincorati, oblia.
e glio,
!
[amai.
ginocchiatoio.
I...
io
[perdoni...
MONTESECCO.
Tu
che
[addivengo
mio corse troppo
(Cade prostrata lacrimando suU'
son
!
m sento
Gerolamo OlBruto Romano,
una specie di
il
duca di Milano (Galeazzo
do-
il
tuo pianto cagioni
SIMONETTA
la
siede ai suoi piedi
(2)
E son iod el
[non hai,
terror che
'1
sol eh' io lo salvi, e poi
dia'^
è
petto.
'1
!
[triste fato,
uccise
che t'appresi
Qual compenso
sofibcai
confinar ta-
[rinvenir;
giato,
ed ap-
per ricono-
[negleito,
Se de
ch'io storni dal suo
nel
io
[lore!...
l'aflerra
volto al suo
il
[dolore.
(a partt).
ha impietrato,
dammi forza onde il possa
Fu
Simonetta
(vista la
[cente
[m'
\i)
GIULIANO.
MONTESECCO
dannar non vo- de l'amor tuo divenni; ed
[glio i2>, e mai
[obliai
pugnale in un tempio snu- la dignità, la gelosia possente!
[derò
at-
sul
davanti ricercando.)
l'anima
SI.MONETTA
gradino. Il rumore
Montesecco che ritorna
scerla!.
lo
[teriò;
ma
sull'altrui
chiesa mi
in
Medici, è
i
lascia cadere
[amore
E
ed
papa
[giurai,
a'
serra
ti
fallirà!
MONTESECCO.
sono vostro.
Io
occhi
il
tuo core
'1
il
m'o
quali?
pel feroce egoismo dell'affetto
gli
[braccio
i
E
d'angoscie!
Parli
si
sull'ultimo
(non potendo più ritenersi).
nostro è l'onor.
Ei forza
mio.
SALVIATI.
arrestò.
[gli
brac-
'1
[cio
[osava di sua mano.
né questo sacrilegio il braccio
(al
può
si
[contar?
mia
santo riunì.
XXIV
I
MEDICI
che resto ad ascoltare;
che è notte. Inerme egli otìresi
e niun salvar Io può!
{Assn'JNc)
MONTESECCO
(mentre Simonetta parla,
che Salviati
^li
casa
liano è nella
raniinenta
si
un'idea va a g:uardare alla porta
di
Fioretta
scorto
la porta e rimane in ascolto col pugnale in mano
mentre .Simonetta barcollante e morente entra indirizzandosi a Giuliano.)
(Spinge vigorosamente
Colpito
^'icina.
ila
e
Or va!
ha detto che Giu-
toppa
dalla
SIMO.XETTA.
Giuliano ai piedi di costei dà in
uno scroscio di risa e dice sog:ghi-
Giuliano... Salvati!
^nando a Simonetta):
Ah non
è d'uopo correre
cosi lontan, carina
Giuliano è
in
là
!
aspettandoti
braccio alla vicina
!
Guarda!
(trascinando
FIORETTA.
FIC)RETT.\ (allontanandosi confusa da
E sei tu che mi parli d'oblio!
E sei tu che mi parli d'amor
E che dunque più darti poss'io
I...
se
Simonetta
t"
ho dato ogni
fibra
alla porta di
Fioretta e forzandola a g-uardare)
E pur ora
i
pure
Lascia
cader
vacillare Simonetta, accorre a sostenerla).
Coni'ella è smorta!
SIMONE rT.\
questo
(sforzandosi a parlare).
Diman... dimane...
i
Medici...
(Dà un rantolo e cade morta.)
che, s'io piango, di giubi'o è
[sol...
mani
al
cuore
e dopo un istante dice con moto
£eneroso\
Tu
il
dicesti,
un legame
FIORETT.^
congiunse
in
(accorrendo).
piii
Simonetta!
[santo
ci
Lo vo'
MONTESECCO
del
[pianto,
SIMONETTA
(:onie colpita porta le
GR'LI.AXO (vedendo
[cor?:...
Medici
Intendi tu salvar?
Giuliano).
Mio Dio!
C.IL'Ll.VNO -disperatamente).
quest'ora di
!
Sta ben.
[duol.
(hiLcamcnte).
(Rc^t.inij abbracciati
come
in
Ell'è morta!!...
ertasi.!
Rammentati
MONTESECCO
(rimette itella guaina
il
pugnale
e
mormora avviandosi verso
che qui nuii liavvi altare;
hi;uaiiKìnd'j
il
E dunque
pu^niale)
che ho l'arme e non ho scrupoli
a morte
iLa
tela cala.]
FINE LiFL lEUZO A
11 O.
Iddio che
condanno
!
i
Medici
la
sua casa):
ATTO QUARTO
Ant.; Ed ora all'opera: o Male, tu
Prendi
la strada
Shakspeare,
sei sorto in piedi,
che tu vuoi.
Giulio Cesare, Atto III,
Scena
III.
Interno della chiesa di Santa Reparata visto diagonalmente.
Gli archi dilungano partendo dalla quinta più vicina
al
proscenio a sinistra
(lerdendosi verso
fondo a destra ove
il
si
scorgono
i
primi
gradini per montare all'altare maggiore.
Davanti
gradini sono preparati gli scranni per Lorenzo e Giuliano.
ai
La gran
faccia al pubblico.
della tela
All'alzarsi
chio volte verso
Montesecco
si
porta d'entrata
suppone essere
Si sentono
officia.
suoni
i
La
Kandini parlando
dell'organo ed
MONTESECCO
(piano a Bandini).
fra loro; dall'altro lato,
bene
sacrestia,
della
port.-i
i
Una
canti dei preti e dei ragazzi.
CONGIURATI.
—
che
E
tuoi scru-
i
in
—
Feste che paga
— O
No. Le donne
eccitando
i
[malcontenti
(ai
quali
DI
PRETI E RAGAZZI
rispondono
le
donne
del
—
popoloi.
Credo
Ma
cali
et
unum
MONTESECCO.
si
ili
iiìiitii!
Dciiiii,
pa-
IcrrcT,
visibiliiiin
Attenti.
(Lorenzo entra preceduto da due servi
che fanno sgombrare il passo: al
suo fianco è Angelo Poliziano, e
lo seguono quattro gentiluomini di
scorta.
I
Si
dan
qui proptcr nos
proptcr
—
Osar
cosi
il
se
si
Saria tempo
ma
ALTRE
—
cundum
S'è paziente
il
popolo,
pazienza ha un fine
FIORETT.A
Signorprostratain lacrime
il
mio.
[Iddio.
ALCUNI DEL POPOLO.
Oh,
fallo
Amai con tutto l'essere
amo ancora, onnipossente
protesta.
—
!
rpregandol.
ate confesso umile
ed
il
popolo
Perdono imploroall'anima
di lei
che
oflesi e
che nel
ciel
[tornò,
se vuole...
non puoi negarmelo
peccato che Cristo per-
e tu
pel
Furono
due ecclesiastici per commettere un atto a cui il soldato
per motivi di coscienza. Essi furono Stefano da Bagnone, lo
scriba apostolico, e Antonio MatTei.
RoscoE. — I7.'a dì Lorenzo de' Mediei, pag. 143.
(2) Anche questo dettaglio scenico è della più scrupolosa esattezza storica.
(i)
scelti
[donò.
s'era rilìutato
MONTESECCO
Ma
Cruci/ixus
di',
(inquieto a Bandini).
Giuliano?..,
lirginc,
et
est.
et ili in
prò
iiobis
et
est.
Et resiirrexit
voci.
et
est de spiriti!
ex Maria
sub Ponlio Pilato, passus
sepultus
codesto giogo alfine.
popolo).
e guai
scuotere
di
Et incarnatus
homo factus
è lui che noi serviam.
honiines
nostrani saìutem de-
scendit de caìis.
sancto
—
la
!
—
longiur.\ti.
Ei governa celandosi,
interrompere
sacro rito
il
Dei unigeniluni,
et ex patre natuni ante omnia
sa'cida,Deiint de Deo, lumen
E noi paghiam!
—
da principi
l'aria
Medici oramai
li
doniinuni, Jcsuni Cliri-
de
non fac-
tum, consuhstantialem patri,
Magnifico per quelli omnia faclA suiil,
il
VOCI DEL POPOLO.
—
CONGIURATI
(piano eccitando
—
in
veruni
Deiini
vero, geni/uni,
noma.
oni-
Credo
'
I2Ì
I
et ini'isibiìium.
stimi filinni
—
de iuinine,
CONGIUR.ATI.
tron Oiiinipoteiitem,faclorcnt
ninni
Lorenzo arriva
pubblico
sorte ria!
intantocgli
1
stan.
fidi
il
Deo
CORO
son sul davanti e in numero
[maggiore.
i
cantici
ALTRI POPOLANI.
il
uomini
[dide
i
erario!
I
gli
e
la servitù s'obliai
non hanno.
BANDINI.
Ti a
danze
fra le
popolo qui
[accoho
suo favore accorra?
clie
Lauro splen-
feste gli allestirà.
MONTESECCO.
Non temete
Ei non vorrà!
S'ei ringhia.
BANDIXI.
[poli
in ginoc-
Sul davanti a sinistra sono
[Assieme)
I
[colpisce?
preti
donne che pregano
pure sul davanti. Fioretta prega con fervore.
Chi dunque in vece mia Lauro
Due
folla di
partigiani de' Pazzi.
i
(Assic ìiie.)
li'
in vista, trovasi dietro gli scranni in
sul davanti a sinistra.
Gli uomini sono in piedi sul davanti della scena; fra essi circolano
l'altare.
e
il
si
teriia
die sc-
scripturas.
Et ascendit in cecluni, sedet
ad dcxtcrain patris, et i/erum
XXVI
1
MEDICI
DONNE DEL POPOLO
{AssiciìH)
BA.NDINI.
Ci/
i'c'ii/iinis
Acquetati.
care vivos
Attendere convien:
Pazzi qui dee condurcelo.
rcgiìì
d.-nunuin,
MOXTESECCO.
retta
spìvititm sanctitm,
et
!
tParte delle donne fuggono
crii finis.
ili
vivificantcni, qui
_
—
Alle porte
Salviamci
(t
non
Cycdiì
Clan ff/on'a indiiHortuos, ClljllS
(gridando).
impaurite, altre
si
aggruppano attorno a Fio-
che cerca soccorrere Giuliano.)
B.A.NDINT
Francesco Pazzi, lasciando Giuliano a
(a
terra).
e\ patre fiUoquc proccdit qui
La pcrta
vien!
s'apre... ei
Questi passando fa un se^no
Bandini che
tellio:enza a
ratiir
et filio
simili ado-
CONGIURATI.
qui
conglori/ìcafnr,
et
d' in-
locii/im est
se^^ue.
li
patrc
Clini
{Giuliano entra con Francesco Pazzi.
Ei giace esanime.
per Prophetas.
Morte
ai tiranni
Giuliano va a sedere accanto a Lorenzo e dietro di lui si teng:ono
Pazzi e Bandini mentre due preti
si preparano dietro Lorenzo.)
FIORETTA
(mentre Giuliano passa».
E
Un
desso.
guardo
mi balza
e già
Come
Pietà
POPOLO.
Morte!
FRANCESCO
[semi
MONTESECCO.
inquieto ho l'animo.
Egli sfuggiavi.
noi Signor!
di
rimette a pre^'arei
^^i
I
BANDINI.
Donde V
CONGIURATI
(additando Giuliano che passai.
—
MONTESECCO
MentreLorenzoastringere
Di
nostro giogo intende,
il
ed
in orgie
Credo
in tripudii
Le
[mono
!
ALTRI POPOLANI.
—
PTCIRETT.A
cecie-
iiniini
BapUsina,
e.xpectu
rcsiirrectioneni
tiinnini
et
vitani
PLlLlZIANO
Un
(a
Bandini).
Lorenzo con
((Juei della scorta di
F"R.\NCESCO P.AZZI (richiamando
E
Non
Or
CONGIURATI.
(In
questo momento
mento
il
Baudinil.
vano...
al
la città...
palagio accorrasi
gridando Libertà!
(Escono Fraticesco Pazzi, Bandini e Montesecco seguiti dai congiurati.)
non è lontan.
di silenzio
pugno)
in
monta... Esulta o popolo!
Libera è
di verrà pei deboli...
di
spada
!
VOCI.
Tal
la
Indietro!
non deve invan!
—
!
Vii sicario!
venliiri sir-
Indietro
ALTRE
—
Giuliamì. cercando rianìmarloi.
nior-
Amen.
culi.
Dannazione
di
Aita!!
Dell'onor nostro ridere
egli
corpo
(~ul
in reniissioneni peccatoritni et
i
contenti
sanctain ca-
Giuliano
Confiteor
servono al bel garzone
svago! E
padri d(ir-
(additando la sacrestia).
là.
siani.
fanciulle del popolo
di
in iinani
tìiolicani et apostolicain
Giulian le notti spende.
—
PAZZI.
Lorenzo
ei vol-
cor!
il
I
il Smicttts. Mocampane che suonano
incomincia
Cì-jJo è finito e l'or^'ano
generale. Al primo tocco delle
FIORETT.A. (disperatamente
alle
donne\
Respira ancor — Salviamolo!
Aita, per pietà.
per la benedizione Francesco Pazzi e Bandini si slanciano su Giuliano
dandogli dei colpi di pugnale e perseguitandolo sin sul davanti della
scena. Nel tempo stesso i due preti armati di pugnale cercano di ferire
DONNE DEL POPOLO.
Lorenzo; ma questi se ne accorge, sguaina la spada e si difende,
due preti presi da tema
mentre Poliziano, colto il momento in cui
fuggono gettando le armi, spinge Lorenzo nella sacrestia, chiude la
(jorta e si mette davanti ad essa per dilenderne l'ingresso unito ai
quattro gentiluomini di scorta di Lorenzo. Movimento di generale confusione. Le donne del popolo scappano impaurite e Tiella chiesa restano
popolani inaspriti dai congiurati gridando senza saper perchè. (i)
i
i
Sventura! Iddio fan complice
di tanta iniquità
POPOLO.
i
Si esulti altìn; de' Medici
libera è la città.
FRANCE.'iCO PAZZI.
Muori
Ai Pazzi onore e gloria:
gridiamo libertà.
:
-GIULIANO.
(.\
Soccorso
questo
vuole
momento Lorenzo
penetrare
in
impedirlo,
ma
egli si
FICiRETTA,
I
Li>kl.\;^<i
Ridolf), a
it.attendo--,i
con gh
violentemente
la
porta della sacrestia e
- Quei della scorta
avanza decisamente.)
e
QUATTRO DELLA SCORTA.
Signor, che
I
aj.re
cliioa.
!
N'ergine
I
fai
'/
LORENZI
aitili.
I.
Lasciatemi.
me.
POLIZIANO.
(i)
\"edi
Glicxi.ìrdim, Ounacti fiori'Hlìna alla Laurenziana, Roscoe,
ecc.
Pensa che devi
i
giorni tuoi salvar.
Poliziano
cercano
ATTO QUARTO
LORENZO
{piano a PoHzianol,
Non
L'ora è solenne
X.WII
K d'uopo
I...
dopo
Ciompi rifiutava;
Cosimo Fiorenza tanto amò
che padre della patria lo chiamò!
ofFriagli
di
i
e
tratta di vivere!
si
regnar!
movimento di simpatia
favore di Lorenzo.)
(Gran
VOCI DALLA FOLLA.
—
Lorenzo
—
—
—
!
Quale audacia
!
plebe che a poco a poco
la
I"ra
Tiranno
LORENZO.
I
Codesti furo
QUATTRO.
Ed
—
despoti...
i
che
io
VOCI DALLA FOLLA.
Orvia
—
Parlare
io vo'
(avanzandosi coraggiosamente verso
il
—
Ma
popolo incrociando
le braccia)
perchè si gran misfatto
qui vengo.
Che più
VOCI DALLA FOLLA.
—
tutto
il
Ed osa
mal
chiederlo
!
sotto
Come
LORENZO.
le
—
—
Facciamo
parlar mio;
de' Pazzi e Salviati,
virtù.
guardo
il
me
a
lei
io
di
FIORETT.A
Aita
principe
il
Da
!
Egli
muor
si
lunga pezza
Medici
lavorano a tal fine.
!
!
(accorrendo).
Giuliano
GIULIANO
!
(morente).
Appressati
e vituperio!...
—
Che vuoi
tu dir?
ai giudici
meniam
Il
puote
—
io
(muore)
despota
FIORETTA.
!
O
Non
Da
lunga pezza ambivano
avi, diceste, il regno di Toscana.
buona
umana
il
mio core
mio dolore
!
IL
Mano
!
(Il
il
fratello
—
all'armi
per punire
Palle
—
grida
il
il
POPOLO.
Che dunque
delitto crudel
Palle.
—
si
aspetta
!
Tremenda vendetta
sangue del misero
al ciel
!
gran disordine si allontana vivamente sguainando i pugnali;
Fioretta, Poliziano ed altri partigiani de' Medici cercano di trasportare
Giuliano. Lorenzo è solo nel mezzo della scena ritto, e
il corpo di
mentre guarda il popolo che si allontana, esclama:)
popolo
in
Repubblica.
di Pistoja nel 1374. In
{Cala la
MEDICI
e
Del trono a
Tu mi
Cronache fiorentine alla Laurenziana.
Fine dei
LCìRENZO.
occasione della rivo-
luzione de' Ciompi del 1378 fu eletto cavaliere dalla plebe per aver sedato
il tumulto, ma egli rifiutò l'onore
conferitogli. — Vedi LlTT.\, Storta dclìi'
celebri Famìglie italiane e
(a Fioretta)
fanciulla e vieni sul
e g^rida fra la folla)
la
Posa tranquillo!
!
Salvestro de' Medici mag:istrato de' Priori nel 1318, accusò
Gianni de' Medici, capitano
cadavere)
a divider sorella
Vi spiace il ver?!... Orsir, morti, sorgete
e 'I premio al vostro oprar oggi cogliete
Per salvar la repubblica,
Salvestro m il suo fratello denunciava;
Gianni '2) gli onor che '1 popolo
Bartolomeo che cospirava contro
(al
Levati,
la storia
(movimento
!
parla più. Nel regno del silenzio
è giunto già!
quest'invida ed ingrata razza
strazio
LORENZO.
Udiam.
LORENZO.
Così lorda
!...
veggo ove più nulla s'anima!...
È questo... il voto estremo mio !... considera
questa fanciulla... qual mia sposa...
Già l'ombra
No, no; che parli e scolpisi
s'egli Io
(2I
non si tardi
compir
più,
i
VOCI DALLA FOLLA.
(lì
Che
abbrucino
si
codardi.
(disperatamente).
LORENZO
M'udrete almeno alfine!
gli
case
empi
giustizia a
LORENZO.
—
Le
—
venirne, e intrepido
gettino
si
Si, dell'erario
Fiorenza
Menzogna
—
—
degli
sorriderò!!
addivenir tentasti?
—
All'Arno
giustizia
rei congiurati.
li
guarderò
casse non vuotasti ?
Né
—
di Dio.
l'occaso splendido
a
!
tarda? Armatevi,
morte
la
VOCI DALLA FOLLA.
il
vendich'.
si
Rivolta, rivolta
popolo giudice
sarà questa volta.
sacrilegio or compiasi
il
eh' hai fatto.
mal?..
—
si
punite
Lorenzo
!
Il
la
-
—
de' carnefici
—
un pregiudizio,
nome
e un
pur
]\Ia
—
—
a che starmi a discutere
è resa
rammemora
tacea l'infelice
!
se la ragion quaggiù
Sì son io Stesso e a chiedervi
fatti
vero egli dice
Il
—
con voi piansi e cantai
(arrestandoli!.
Ei
—
mai?
feci
Soccorsi alle miserie,
Il
in
[A SS ie il le)
—
LORENZO
Per
volge
Mostrarsi ancora osò.
POLIZIANO ED
—
si
me
spianato hanno
il
cammin.
vendica, o Plebe!... Io regno alfin
tela.)
della prima parte della TRILOGIA.
!
,
MEDICI
I
AZIONE STORICA IN QUATTRO ATTI
PAROLE
E
MUSICA
DI
LE ONCAVA LLO
R.
Un colle presso Firenze. —Vaghissima boscaglia.
a destra ed a sinistra, sulla scena.
—
È pian meriggio.
—
All' alzarsi della tela si
squilli di corni
sentono
PRELUDIO E FANFARA DA CACCIA.
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