la del

Transcript

la del
la
del
LINEE GUIDA
un progetto di Maurizio Costanzo
PREMESSA
Da alcuni anni ormai la psicologia del sorriso ha assunto sempre più un ruolo centrale nella vita quotidiana.
Su queste basi Maurizio Costanzo con Enrico Vaime, Roberto Campagnano, Saverio Marconi, Marco Mattollini, Giancarlo Dotto e altri autori di riguardo hanno deciso di realizzare la “Scuola del Sorriso”.
Un progetto dedicato a chiunque desideri sorridere della vita.
Una terapia del sorriso.
DEL
LA
IL PROGETTO
La Scuola del sorriso sarà ospitata al teatro ridotto del Brancaccio, il Teatro Morgana che da quest’anno accoglie tra l’altro il laboratorio di
Zelig.
Strutturalmente la scuola si configura in un Master o Corso che avrà la durata di quattro mesi circa suddivisi in due appuntamenti
al mese
LA
DELriscontrate nei
nel fine settimana oppure in quattro appuntamenti mensili a seconda del gradimento e delle preferenze che verranno
Partecipanti.
I Partecipanti, se lo desidereranno, potranno verificare il grado di preparazione e i progressi raggiunti attraverso alcune performance che
si svolgeranno nello stesso Morgana, al Teatro Parioli ed in un saggio finale al Teatro Brancaccio.
scuola
sorriso
1
la
del
l
I DOCENTI
Maurizio Costanzo
Enrico Vaime
Marco Mattolini
DEL
LA
Saverio Marconi
Giancarlo Dotto
Claudio Gregori
direzione scientifica Roberto Campagnano
(E’ in corso la valutazione di altri docenti).
scuola
sorriso
LA
DEL
2
la
del
l
L E M AT E R I E
1
IL RIDERE COME CARATTERISTICA SPECIFICA
DELL’ESSERE UMANO
E’ uno degli elementi che distingue l’uomo dall’animale
Coinvolge l’individuo a tutti i livelli – intellettivo, comunicativo, fisico, viscerale
2
PERCHE’ SI RIDE
Comicità, satira, umorismo secondo la definizione di Pirandello
(“Saggio sull’umorismo”, 1920).
Le ragioni conscie, semiconscie ed incoscie della comicità (“Il
DEL
LAdi S. Freud, 1905)
motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio”
Umorismo volontario e involontario (Woody Allen, Nanni Loy, Candid
camera, ecc.)
Svolge diverse importanti funzioni:
Ha una funzione disinibitoria…
E’ un potente antidepressivo…
Ha una funzione catartica, che si contrappone direttamente al dolore
Sottolineando le contraddizioni della realtà sociale e umana: sollecita alla riflessione e favorisce l’espressione critica su di esse.
(“Una risata vi seppelirà”, Lenin)
3
3
DI CHE SI RIDE?
Di se stessi: ironia e autoironia
Degli altri e cioè di:
… un individuo specifico…
LA
DEL
… un piccolo gruppo di persone…
… una categoria professionale o sociale …
… una provenienza locale, regionale, nazionale…
… un’appartenenza etnica…
un credo politico o religioso.
scuola
sorriso
la
del
l
4
QUANDO SI RIDE?
Quando all’interno di un gruppo piccolo, medio, grande c’è qualcuno disposto a mettersi in gioco, alla ricerca di un livello di comunicazione più diretto e meno formale.
– Criteri della scelta
– Modalità del “tiro”
– Prudenza, accortezza ed eventuale recupero.
Se il gruppo a cui è diretta la sollecitazione comica o che semplicemente assiste ad un evento potenzialmente in grado di scatenare l’ilarità, si sente unito e libero di rispondere, lasciandosi andare
alla risata.
6
Quando il dolore è troppo forte e ci si attacca a qualsiasi pretesto
pur di esorcizzarlo e trovare il coraggio di andare avanti (vedi i
funerali).
5
L’UMORISMO COME FATTORE DI COMUNICAZIONE
SOCIALE
– Piccoli, medi e grandi gruppi.
– La necessità della conoscenza degli interlocutori, alla ricerca
dell’universo di riferimenti che possiedono.
– Il bersaglio
4
GLI ATTEGGIAMENTI SBAGLIATI
il forzato della simpatia, quello che è convinto
DEL
LA che la simpatia
dipenda dal numero di battute che riesce a sparare. Vuol far ridere
a tutti i costi – senza tenere conto della persona, del gruppo, della
situazione in cui si trova – rivela una profonda insicurezza e una
disperata necessità di essere sempre al centro dell’attenzione.
il giullare: si sente autorizzato ad intervenire su tutto e su tutti,
come avveniva ai giullari medioevali a cui Re e potenti consentivano critiche in forma di scherzi, frizzi, lazzi per garantire il divertimento e l’allegria delle occasioni conviviali LA
della corte (tranne
DEL
appenderli per la lingua, quando eccedevano la misura – Vedi
“Mistero Buffo” di Dario Fo). Solo che questo genere di persone
spesso non hanno nessuna investitura in tal senso e per questo
sono spesso costrette ad arretrare dietro un penoso “Scherzavo...”.
scuola
sorriso
la
del
l
il professionista: cataloga barzellette, raccoglie citazioni e aforismi, si
appropria di aneddoti altrui pur di far colpo. Non si chiede mai se e
quando i suoi interlocutori siano disposti a sorbirsi l’intero archivio.
senza ostentazione, ma senza vergogne, remore inutili o vani tentativi di apparire diversi da come si è in omaggio alle “regole” del
gruppo. Al momento del far ridere sareste subito smascherati.
il rinunciatario: ride spropositatamente delle facezie altrui, commentando: io non mi ricordo neanche una barzelletta e anche se
me la ricordassi non saprei mai raccontarla. Considera l’umorismo
qualcosa al di fuori di sé, perché spesso non riflette o non ammette i propri difetti e teme che il sottolineare quelli degli altri possa
esporlo alle critiche o addirittura nuocergli.
Evitare di pontificare o di porsi a tutti i costi al centro dell’attenzione: c’è un tempo per tutto e quello del parlare viene sempre dopo
quello dell’ascoltare con mente aperta.
7
COME SI FA, ALLORA?
In linea di massima occorre:
Osservare con attenzione reale l’ambiente in cui ci si trova, le persone a cui ci si rivolge. Mettendosi nei panni degli altri senza giudicare, accettando atteggiamenti e convinzioni diversi dai nostri e
persino i pregiudizi.
Essere sè stessi anche in un ambiente diversissimo dal proprio,
5
DEL
LA
Accompagnare o meglio far precedere all’ironia sugli altri quella su
se stessi.
Tener conto di alcuni segreti del mestiere di entertainers e comici
di professione.
Sondare il pubblico fin dal momento dell’entrata in scena. Con battute e atteggiamenti che non neghino il proprio essere e il proprio
LA barriere inutili
modo di porsi e che, nello stesso tempo, non creino
DEL
con gli spettatori (interlocutori).
scuola
sorriso
Provocare la risposta degli elementi più reattivi del pubblico, per
individuare un facile bersaglio della provocazione comica. Lo spettatore che per primo risponde ad una domanda provocatoria si fa
la
del
l
forte di solito del consenso e della simpatia che riscuote nell’ambito degli amici con cui è venuto a teatro, che saranno i primi a ridere di qualsiasi facezia indirizzata al loro “leader”.
Giobbe Covatta, Dario Cassini, Lella Costa docent.
8
Procedere nell’analisi del pubblico (interlocutori), abbandonando il
leader spericolato che si è già espresso (ed il suo entourage),
magari ponendo una domanda ancora sufficientemente generica,
che sia però in grado di dividere l’audience.
Tratte le conclusioni da questo sommario screening si comincia con
la parte del repertorio che non scontenti troppo la maggioranza
verificata. Ciascuna provocazione comica può essere proposta in
modi addirittura opposti. Sta all’abilità del comico di condurre
anche la parte del pubblico meno favorevole all’ipotesi di base,
(maggioritaria o minoritaria che sia risulata) , su percorso voluto.
Per un comico che metta alla berlina i difetti delle donne, il miglior
trofeo è proprio la componente femminile del pubblico, quando riesce a far sì che rida in maniera liberatoria di sé stessa.
I migliori entertainers sono in grado di far apparire il loro più consolidato repertorio di battute, gags, situazioni comiche come frutto
dell’improvvisazione del momento. Roberto Benigni, Dario Fo,
6
APPLICAZIONE PRATICA
Cautele : “Tutto il mondo è teatro, tutti gli uomini sono attori”, dice
Shakespeare. Ma andiamoci piano. Pulcinella, ridendo, disse la
verità… dice un diffuso proverbio. Ma non tuttiLA
sono disposti a senDEL
tirsela spiattellare in faccia la verità e non sempre si può farlo.
L’importante è non usare la tecnica per mostrare la propria superiorità di giudizio, per imporre la propria visione del mondo agli altri.
L’autoironia è il modo più sicuro per evitare questo rischio.
E’ fondamentale non svendere in nome della conquista della simpatia dell’entourage a cui ci si rivolge, la propria natura e verità perLA
sonali.
scuola
sorriso
DEL
Ma soprattutto è indispensabile essere pronti di fronte alla eventuale risposta comico-polemica di chi si è sentito colpito dalla provocazione, semplicemente a ridere, riconoscendo le motivazioni dell’
“avversario”, senza arrampicarsi sugli specchi per trovare una
la
del
l
contro-risposta a tutti i costi. Se viene e non è astiosa, tanto meglio
L’obbietivo non è vincere, ma creare un’atmosfera allegra, serena,
leggera in cui tutti possano sentirsi a loro agio.
Nella griglia delle lezioni, si ritiene che, di ogni capitolo, gli studenti debbano verificare la propria attitudine e i propri progressi con
prove alla presenza dei loro colleghi e dell’insegnante.
OBIETTIVI
Contribuire a sviluppare una logica della positività e del benessere
psicologico.
Contribuire all’incremento delle attività di svago per i target coinvolti.
DEL
LA
Incrementare indirettamente le politiche di contrasto dell’abitudine
allo “sballo”.
scuola
sorriso
LA
DEL
7
la
del
l
A C H I È R I V O LTA L A S C U O L A
• Giovani
• Professionisti
• Manager
• Insegnanti
DEL
LA
CONCLUSIONI
In considerazione di talune situazioni di esistenza ansiogena, che porta talvolta inevitabilmente al cosiddetto “sballo” per togliersi di dosso
l’ansia pensiamo che imparare a sorridere, a ridere e a far sorridere gli altri permetta un processo di diminuzione dell’ansia e di incremento della serenità. Per citare un esempio pensiamo che l’alcool e le sostanze stupefacenti non rasserenino e non tolgano ansia. Solo talvolLA
ta fanno supporre attimi di invincibilità. Un film di Totò o un film di Sordi rappresentano il più grande e imbattibile psicofarmaco.
DEL
scuola
sorriso
Crediamo infine che nella logica di attività rivolte ai giovani si possa dare al progetto un valore anche sotto il profilo di “progetto didattico”
in funzione dell’opportunità concreta di intervento su temi legati alla responsabilità sociale, affrontando argomenti in linea con i differenti
target a cui si rivolge e aprendo il dialogo con i giovani, oltre ad offrire una progettualità applicabile in vari “habitat”.
8
la
del
l
SCHEMA RIASSUNTIVO
I corsi della Scuola si articoleranno in due gruppi di lavoro per la formazione di due classi, ciascuna fino ad un massimo di 25
elementi.
Requisiti per l’ammissione:
DEL
LA
• età superiore ai 18 anni
• diploma di Scuola media superiore
scuola
sorriso
LA
DEL
9
la
del
l