Profilassi antibiotica in Endoscopia
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Profilassi antibiotica in Endoscopia
Standard of Practice Profilassi antibiotica in Endoscopia Franco Barzaghi, Lucia Fini, Giordano Bernasconi InTRODUZIONE La batteriemia rappresenta una complicanza potenziale di ogni procedura endoscopica. Le batteriemie clinicamente rilevanti tuttavia sono eventi rari, limitati a circoscritte situazioni di fragilità del paziente o rischio legato alla metodica. Anche per i rischi legati all’uso inappropriato dell’antibioticoterapia la profilassi antibiotica va limitata a queste situazioni. Sulla scorta di un’attenta revisione della letteratura l’American Society for Gastrointestinal Endoscopy (ASGE) ha recentemente pubblicato un aggiornamento delle linee guida (LG) per la profilassi antibiotica in endoscopia digestiva, la cui conoscenza è fondamentale per la corretta gestione dei pazienti che vanno incontro a tali metodiche. L’importanza della profilassi antibiotica in endoscopia digestiva è sempre stata oggetto di discussione. In passato era stata raccomandata per numerose procedure in pazienti con cardiopatie ad alto rischio con lo scopo di proteggerli dall’endocardite infettiva (EI). Alcuni anni fa, dopo la pubblicazione di nuove linee guida dell’American Heart Association (AHA) erano state rivalutate e notevolmente ridotte tali indicazioni come ben riportato nell’articolo pubblicato sul GIED 2010 (1). Di recente l’ASGE ha fornito un ulteriore aggiornamento (2), apportando alcune modifiche alle precedenti raccomandazioni (3). Questo articolo ha lo scopo di riassumere le ultime linee guida proposte, anche alla luce di una recente segnalazione (4) che documenta una sostanziale inadeguatezza della conoscenza delle linee guida in proposito constatata in tre centri accademici USA. Durante le procedure endoscopiche, la traslocazione batterica della flora intestinale endogena nella circolazione sistemica si può verificare per trauma diretto della mucosa, evento comunque correlato a basso rischio di infezioni a distanza. Alternativamente si può verificare la contaminazione di tessuti o spazi sterili (es. cisti) per mezzo di strumentazione o mezzi di contrasto contaminati (5). Il rischio di infezioni esogene dovute al contagio infettivo fra i pazienti attraverso gli endoscopi è da considerarsi ormai totalmente azzerato, grazie alla condivisa stretta adesione ai protocolli di sterilizzazione e trattamento della strumentazione endoscopica come da consolidate Linee Guida Inter-societarie (6). Eventi di batteriemia clinicamente rilevanti come conseguenze di procedure endoscopiche possono essere considerati estremamente rari, e comunque comparabili, se non inferiori, a quelli che si possono verificare anche a seguito di normali attività quotidiane (es. masticazione, lavaggio denti ecc.). D’altro canto, l’uso indiscriminato di antibiotici è associato alla selezione di resistenze, alle coliti da Clostridium Difficile, a morbilità da effetti collaterali del farmaco, oltre che ad aumento ingiustificato della spesa sanitaria. I fattori che influenzano l’indicazione alla corretta profilassi antibiotica sono quelli correlati al paziente (condizioni cliniche a rischio) e quelli correlati alle procedure (procedure endoscopiche a rischio). Le tabelle 1 e 2 alla pagina seguente riassumono le indicazioni alla profilassi antibiotica ed i regimi di antibioticoterapia suggeriti per singole condizioni. Condizioni cliniche a rischio Condizioni cardiache Il diffuso uso della profilassi antibiotica nei pazienti cardiopatici a rischio di EI è stato da tempo ridimensionato, sulla base della mancanza di evidenze di una chiara associazione e dell’efficacia della profilassi nella prevenzione. L’AHA definisce le condizioni cardiache a più alto rischio per EI (7): • protesi valvolari (meccaniche e biologiche) • storia di pregressa endocardite • trapianto cardiaco complicato da valvulopatia • cardiopatie congenite (cianogene non operate o sottoposte a shunt palliativo, operate con innesti protesici nei primi 6 mesi dall’intervento, operate con difetti residui). In queste condizioni le nuove LG ASGE (2) ribadiscono la raccomandazione alla profilassi antibiotica nei pazienti con una infezione attiva nel tratto gastrointestinale sostenuta da enterococchi (es. colangiti), soprattutto se sottoposti a U.O. Medicina 1 ad Indirizzo Gastroenterologico, Ospedale di Circolo di Busto Arsizio (VA) Giorn Ital End Dig 2016;39:21-26 SoP 21 Tabella 1 Indicazioni alla profilassi antibiotica in endoscopia digestiva e grado di raccomandazione (modificato da 2) Procedure EGDS RSC/PCS ERCP FNA-EUS PEG/PEJ Tutte le procedure Condizioni del paziente Obiettivo profilassi Raccomandazioni a profilassi Cirrotici con emorragia digestiva Ridurre mortalità totale, mortalità correlata a sepsi e incidenza totale di sepsi Raccomandata ++++ Dialisi peritoneale Prevenire peritoniti Suggerita ++ Con probabilità di drenaggio completo Prevenire colangiti Non raccomandata ++++ Con probabilità di drenaggio incompleto Prevenire colangiti Raccomandata +++ Trapianto epatico Prevenire colangiti Raccomandata +++ Lesioni solide pancreatiche Procedura Non raccomandata ++++ Lesioni solide rettali Prevenire infezioni locali Non raccomandata +++ Lesioni cistiche mediastiniche Prevenire infezioni della cisti Suggerita ++ Lesioni cistiche pancreatiche Prevenire infezioni della cisti Suggerita ++ Tutti i pazienti Prevenire lesioni peristomali Raccomandata ++++ Pazienti ad alto rischio cardiologico con infezioni gastrointestinali attive sostenute da enterococchi Prevenire endocarditi Suggerita ++ Impianti sintetici* o altri dispositivi cardiovascolari non valvolari Prevenire infezione dell'impianto o dispositivo Non raccomandata ++++ Protesi ortopediche Prevenire artrite settica Non raccomandata +++ EGDS: esofagogastroduodenoscopia. RSC: rettosigmoidoscopia. PCS: pancolonscopia. ERCP: colangiopancreatografia retrograda endoscopica. FNA-EUS: ecoendoscopia con agoaspirato. PEG: gastrostomia endoscopica percutanea. PEJ: digiunostomia endoscopica percutanea. *Impianti vascolari sintetici: sebbene l’ASGE non raccomandi la profilassi antibiotica, le linee guida cardiologiche dell’American Heart Association (AHA) raccomandano la profilassi antibiotica per tutte le procedure endoscopiche eseguite entro 6 mesi dall’impianto (tempo necessario per l’endotelizzazione dell’innesto) procedure endoscopiche ad alto rischio di batteremia (es. ERCP). Sebbene trattasi sovente di infezioni polimicrobiche, la profilassi dovrebbe limitarsi ad antibiotici attivi contro gli enterococchi, gli unici significativamente associati a rischio EI. Pertanto gli antibiotici di elezione dovrebbero essere amoxicillina o ampicillina, alternativamente vancomicina nei pazienti allergici o intolleranti. Non si pone indicazione a profilassi antibiotica nei pazienti portatori di dispositivi cardiovascolari non valvolari o impianti vascolari sintetici. Cirrosi con emorragia digestiva in atto Mentre non ci sono dati su pazienti con cirrosi scompensata non complicata, la profilassi antibiotica si è dimostrata efficace nel ridurre mortalità totale, mortalità correlata a 22 sepsi e incidenza totale di sepsi quando in questi pazienti è in corso (o sussiste verosimile sospetto di) emorragia digestiva (8). L’ASGE pertanto raccomanda la somministrazione di cefalosporina di III generazione endovena o antibiotico con copertura equivalente in caso di allergia (es. chinolonico). È comunque importante sottolineare che la profilassi antibiotica è parte integrante della terapia del sanguinamento digestivo da varici e dovrebbe essere iniziata precocemente al momento del ricovero. Stato di immunocompromissione Pazienti con neutropenia severa (neutrofili assoluti < 500 cells/µl) o neoplasie ematologiche in stato avanzato risultano essere ad alto rischio di batteriemia, sebbene non ci siano dati sufficienti circa l’utilità della profilassi antibiotica Procedure Patologie Antibiotici Risomministrazione Cirrotici con emorragia digestiva Ceftriaxone 2gr ev o antibiotico con copertura equivalente in caso di allergia (e.i. Norfloxacina 800 mg/die) Necessaria Dialisi peritoneale Ampicillina 1g + Aminoglicoside ± Metronidazolo ev o intraperitoneale Non necessaria (probabile) drenaggio incompleto Ciprofloxacina 500 mg per os 60'-90' prima o 400mg ev in 60' entro 2 ore prima Non necessaria in assenza di colangite e di drenaggio completo Trapianto epatico Come sopra + Amoxicillina 1 gr ev oppure Vancomicina 20 mg/ ev in 1 h Amoxicillina dopo 2 h Vancomicina non necessaria Lesioni cistiche pancreatiche Ciprofloxacina 500 mg os o 400mg ev Non necessaria Lesioni cistiche mediastiniche Ciprofloxacina 500mg per os o 400mg ev Continuare per 3-5 giorni MRSA assente Cefazolina/Ceftriaxone 2gr ev 60' prima o Clindamicina 900 mg 60' prima Cefazolina dopo 4 ore Clindamicina dopo 6 ore MRSA presente Vancomicina 15mg/Kg (max 2 gr) in 60-90 minuti entro 2h prima della procedura Generalmente non necessaria Pazienti ad alto rischio cardiologico (es. protesi valvolari, pregressa endocardite) con infezioni gastrointestinali attive sostenute da Enterococchi Amoxicillina 2gr os o Ampicillina 2gr ev o im 60' prima o Vancomicina 15mg/Kg (max 2 gr) Amoxicillina dopo 2 ore Ampicillina dopo 2 ore Vancomicina non necessaria Pz neutropenici (< 500 mm3), pregresse neoplasie ematologiche Amoxicillina 2gr os o Ampicillina 2gr ev o im 60' prima o Clindamicina 600 mg per os o 900 ev 60' prima Amoxicillina dopo 2 ore Ampicillina dopo 2 ore Clindamicina dopo 6 ore EGDS RSC/PCS ERCP FNA-EUS PEG/PEJ Tutte le procedure standard of practice Tabella 2 Regimi di antibioticoterapia suggeriti nella profilassi in endoscopia digestiva EGDS: esofagogastroduodenoscopia. RSC: rettosigmoidoscopia. PCS: pancolonscopia. ERCP: colangiopancreatografia retrograda endoscopica. FNA-EUS: ecoendoscopia con agoaspirato. PEG: gastrostomia endoscopica percutanea. PEJ: digiunostomia endoscopica percutanea. Ev: endovena. Im: intramuscolo. MRSA: Staphylococcus aureus meticillino resistente Dialisi peritoneale La traslocazione batterica attraverso soluzione di continuo della parete intestinale in pazienti sottoposti a dialisi peritoneale può essere causa di peritoniti. Sulla scorta delle indicazioni della ISPD (International Society for Peritoneal Dialysis) (9), l’ASGE raccomanda l’utilizzo di profilassi antibiotica prima di colonscopia o rettosigmoidoscopia (ampicillina 1g + aminoglicoside ± metronidazolo endovena o intraperitoneale) e l’esecuzione della procedura quando la cavità addominale non contenga comunque fluidi. Protesi ortopediche Infezioni di protesi ortopediche risultanti in artriti piogene dopo procedure endoscopiche costituiscono eventi molto rari, per cui l’ASGE non pone indicazione a profilassi antibiotica in nessun caso. Procedure endoscopiche a rischio Dilatazione esofagea Eventi di batteriemia sono stati riportati dopo il 12-22% delle procedure di dilatazione esofagea, maggiormente dovuti a microorganismi commensali della bocca (es. Streptococcus viridans). Pazienti con stenosi maligne o quelli in cui sono necessari più passaggi di dilatazione risultano a maggior rischio. Giorn Ital End Dig 2016;39:21-26 per la prevenzione. L’ASGE suggerisce l’individualizzazione di tale raccomandazione su singolo paziente per specifica procedura. Non ci sono dati sul rischio di batteriemia e quindi evidenze per raccomandare profilassi nei pazienti immunocompromessi ma con normale neutrofilia (es. HIV, pazienti in terapia immunosoppressiva ecc.), nei quali pertanto la profilassi non risulta consigliata. 23 Scleroterapia di varici esofagee Eventi di batteriemia si verificano in media nel 17% delle procedure di sclerosi di varici e nel 6% delle procedure di legatura. La loro incidenza tuttavia non giustifica l’indicazione a profilassi antibiotica se non nei pazienti a rischio (es. in corso di emorragia digestiva) (10). ERCP in pazienti con ostruzione Durante ERCP, la percentuale di batteriemia sale dal 6.4% al 18% se in presenza di ostruzione, soprattutto nei casi in cui può essere verosimile un drenaggio incompleto (stenosi neoplastiche o colangite sclerosante primitiva) (11). Indicazione a profilassi per singola procedura Esofagogastroduodenoscopia, Sigmoidoscopia, Colonscopia Per il bassissimo rischio di batteriemia in condizioni standard, non si pone indicazione ad alcuna profilassi antibiotica, neppure per procedure a maggior rischio di batteriemia (dilatazioni di stenosi, scleroterapia o legatura elastica di varici in elezione). Come sopra dettagliato potrebbe essere necessario personalizzare l’indicazione nei pazienti con condizioni cliniche a rischio (es. pazienti cirrotici con emorragia in atto o pazienti in dialisi peritoneale sottoposti a colonscopia o rettosigmoidoscopia, ecc.). Colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) L’insorgenza di colangite o sepsi come complicanze di ERCP può verificarsi nel 3 % dei pazienti (11-12). Tuttavia sembra dimostrato che la profilassi antibiotica non sia efficace nel ridurne l'incidenza, se non in coorti selezionate, quali quelle in cui non si raggiunge completo drenaggio, oppure nei pazienti neutropenici o con malattia ematologica avanzata; in questi ultimi la profilassi antibiotica appare prudenziale sebbene non validata da trials. Mancano anche studi specifici che indagano il ruolo della profilassi antibiotica nei pazienti con cisti pancreatiche che comunicano con il dotto pancreatico principale, nei quali tuttavia l'incidenza di infezioni risulta essere bassa (es. neoplasie mucinose papillari). Inoltre sono riportati casi di colecistite acuta dopo l'introduzione di stent metallici espandibili (SEMS) dovuti all'ostruzione del dotto cistico (1.9-12%), senza dimostrate differenze fra SEMS rivestiti e non. Tutti casi di colecistite si sono verificati in pazienti con patologia neoplastica del dotto cistico, pertanto in 24 questi pazienti, seppure non chiaramente dimostrato da trials clinici, potrebbe essere indicata antibioticoterapia nel periodo peri-procedurale (13). Riassumendo, dai dati disponibili in letteratura, nelle procedure di ERCP non si pone indicazione a profilassi routinaria. Al contrario, l’ASGE ne pone raccomandazione nei seguenti casi: 1. in corso di colangite, come parte della terapia standard, che dovrà essere mantenuta dopo la procedura in base alle necessità cliniche 2. in caso di ostruzione, quando può essere verosimile un drenaggio incompleto (es. stenosi neoplastiche ilari o colangite sclerosante primitiva) 3. nei pazienti con trapianto epatico 4. personalizzabile, nei pazienti neutropenici o con neoplasia avanzata e nei pazienti con neoplasia del dotto cistico sottoposti a SEMS. Si raccomanda l’uso di antibiotici con copertura sulla flora biliare, Gram-negativi ed enterococchi quali Ciprofloxacina o Gentamicina, a cui aggiungere Amoxicillina o Vancomicina nei pazienti trapiantati. La terapia antibiotica andrebbe mantenuta anche dopo la procedura per almeno 3-5 giorni, almeno nei casi elencati come 1, 2 e 3. Ecoendoscopia Complicanze infettive a seguito di procedure di ecoendosopia (EUS) sono rare, e comunque sovrapponibili a quelle dell'endoscopia digestiva superiore (14), per cui non si pone indicazione a profilassi routinaria. In caso di FNA (Fine Needle Aspiration), la profilassi non è indicata per le lesioni solide (sia pancreatiche che rettali). Al contrario, sebbene manchino trials prospettici e randomizzati, l'ASGE pone indicazione a somministrazione antibiotica (fluorochinolonici) prima e dopo la procedura in caso di lesioni cistiche: • mediastiniche, per le quali sono stati riportati numerosi casi di complicanze infettive e mediastiniti • pancreatiche, per le quali la scarsa incidenza di eventi infettivi sembra potersi attribuire all’uso routinario di profilassi antibiotica (15). In caso di procedure interventistiche maggiori in corso di EUS (drenaggio pseudocisti, iniezione di sostanze via FNA), i dati a disposizione emergono da studi nei quali i pazienti erano stati comunque sottoposti ad antibiotico terapia peri-procedurale, con bassa incidenza di complicanze infettive in questo setting. Sebbene l’ASGE non ponga raccomandazione specifi- Gastrostomia endoscopica percutanea (PEG) I pazienti candidati a PEG costituiscono una categoria estremamente vulnerabile ed ad alto rischio di infezioni (età, immunosoppressione, stato nutrizionale, comorbilità). L'antibiotico-profilassi si è dimostrata efficace nel ridurre le complicanze infettive, soprattutto infezioni peristomali (16). L'antibiotico di scelta è cefazolina (o ceftriaxone), da somministrare 30 min prima della procedura. Si raccomanda inoltre di escludere prima della procedura l’infezione da Staphylococcus aureus meticillino resistente (MRSA) dove questo è endemico, con tamponi specifici nasali e faringei. Sebbene con minori dati disponibili, le stesse indicazioni possono essere estese alla digiunostomia endoscopica percutanea (PEJ). Esistono poi condizioni meno frequenti dove i dati esistenti in letteratura non sono sufficienti a definire il livello di evidenza (17), per cui l’indicazione può essere posta sulla scorta dell’Evidence-Based Medicine e della buona pratica clinica. Alcuni esempi, pazienti neutropenici sottoposti a procedure a rischio, oppure il posizionamento di SEMS in pazienti con neoplasie del dotto cistico. In tutte le altre condizioni, la profilassi antibiotica non trova applicazione, se non in individuali complesse situazioni da valutare sul singolo paziente. standard of practice ca in questi casi l'antibiotico-profilassi potrebbe essere prudenziale. Take home message •La batteriemia è una potenziale complicanza in endoscopia ma le batteriemie clinicamente rilevanti sono eventi rari •Per il rischio di eventi avversi la profilassi antibiotica va limitata alle poche situazioni a rischio •Le attuali raccomandazioni alla profilassi sono riassunte nelle tabelle allegate Conclusioni • pazienti a rischio endocardite batterica con una infezione attiva del tratto gastrointestinale sostenuta da enterococchi, in particolare se sottoposti a procedure endoscopiche ad alto rischio • pazienti cirrotici con emorragia digestiva • pazienti sottoposti a dialisi peritoneale. Condizioni di rischio legate alla procedura riguardano: • ERCP solo se in corso di colangite, in caso di ostruzione con drenaggio incompleto, nei pazienti con trapianto epatico • EUS-FNA di lesioni cistiche mediastiniche e pancreatiche • posizionamento di PEG e PEJ. Corrispondenza FRANCO BARZAGHI U.O. Medicina 1 ad Indirizzo Gastroenterologico Ospedale di Circolo di Busto Arsizio (VA) Via A. da Brescia, 1 – 21052 Busto Arsizio (VA) Tel. + 39 0331 699265 Fax + 39 0331 699265 E-mail: [email protected] Bibliografia 1.Piazzi L, Chilovi F. Profilassi antibiotica nell’endoscopia digestiva. Giorn Ital End Dig 2010;33:215-20. 2.ASGE Standards of Practice Committee. Khashab MA, Chithadi KV, Acosta RD et al. Antibiotic prophylaxis for GI endoscopy. Gastrointest Endosc 2015;81(1):81-9. 3.Banerjee S, Shen B, Baron TH et al. ASGE Standards of Practice Committee. Antibiotic prophylaxis for GI endoscopy. Gastrointest Endosc 2008;67(6):791-98. 4.Feuerstein JD, Sethi S, Tapper EB. Current knowledge of antibiotic prophylaxis guidelines regarding GI open-access endoscopica procedures is inadequate. Gastrointest Endosc 2015;82:268-75. 5.Banerjee S, Shen B, Nelson DB et al. ASGE Standards of Practice Committee. Infection control during GI endoscopy. 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Esistono indicazioni legate alla condizione di rischio del paziente o della procedura. Condizioni di rischio del paziente che impongono la profilassi antibiotica sono: 25 Cardiology, Council on Cardiovascular Surgery and Anesthesia, and the Quality of Care and Outcomes Research Interdisciplinary Working Group. Circulation 2007;116(15):1736-54. 8.Chavez-Tapia NC, Barrientos-Gutierrez T, Tellez-Avila F et al. Metaanalysis: antibiotic prophylaxis for cirrhotic patients with upper gastrointestinal bleeding - an updated Cochrane review. Aliment Pharmacol Ther. 2011;34(5):509-18. 9.Piraino B, Bernardini J, Brown E et al. ISPD position statement on reducing the risks of peritoneal dialysis-related infections. Perit Dial Int 2011;31(6):614-30. 10.Jia Y, Dwivedi A, Elhanafi S et al. Low risk of bacteremia after endoscopic variceal therapy for esophageal varices: a systematic review and meta-analysis. Endosc Int Open 2015;3(5):E409-17. 11.Rustagi T, Jamidar PA. 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