Martina Lago, II B Scrivi una pagina di diario in cui rifletti su come

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Martina Lago, II B Scrivi una pagina di diario in cui rifletti su come
Martina Lago, II B
Scrivi una pagina di diario in cui rifletti su come nella vita di un adolescente si alternino momenti di
felicità e di tristezza. A volte si è allegri e spensierati, a volte, invece, si vede tutto nero, magari
senza una ragione.
Caro diario,
scrivo a te, qua, su questa pagina gialla decorata con fiorellini arancioni e cuoricini rossi.
Scrivo proprio qua perché a volte non ci si può fidare di nessuno e penso sia meglio non
condividere certe esperienze personali con degli amici, o, magari, neanche con la tua migliore
amica, anche perché non voglio farmi vedere ne triste ne depressa.
Voglio solo sembrare una ragazza allegra, senza alcun ricordo, o esperienza particolarmente triste, e
se potessi vorrei esserlo, ma mi accontento, so benissimo che al mondo nessuna persona può avere
una vita facile, senza essere stata condizionata da un brutto ricordo, o una brutta esperienza.
Ognuno di noi tiene imprigionato nel proprio cuore un momento indimenticabile, o triste, o bello.
Bhé...passiamo a me, invece di pensare in generale...
Io ho vissuto di tutto, esperienze sia belle che brutte.
In questo periodo di adolescenza sono molto confusa, sia per la scuola, sia per la mia mamma,e, a
volte, anche se meno importante ai ragazzi, ma soprattutto per i problemi che ci sono a casa in
questo momento.
A volte, mentre studio, mi fermo a pensare, ma il punto è che non penso a niente, mi vedo riflessa
nella mente, e inizio a guardarmi intorno, poi guardo fuori dalla finestra di camera mia, osservo il
tramonto guardando la luce del sole penso alla mia vita, una vita triste, e sento come se il mondo mi
stesse crollando addosso, come se tutti ce l'avessero con me, forse perché non posso più considerare
la mia vita una vita bella, o normale. Tutti dicono che la vita è un dono e non bisogna sprecarla e
bisogna viverla fino alla fine affrontando il peggio. Ma per me la mia vita non è più una vita, per me
una bella vita era viverla più tempo possibile con la propria famiglia e, per me, una parte della mia
vita, del mio cuore non c'è più. Magari perché non riesco ciò che è successo a mia madre.
Poi in altri momenti mi sento diversa da tutti, per il semplice fatto che tutti i ragazzini della mia età
hanno una mamma o anche se i genitori dovessero essere divorziati, sono sempre consapevoli e
felici di sapere che c'è, mentre io no. Ma, come mia mamma ha sempre voluto non devo tirarmi giù
di morale e devo solo essere fiera di lei, di avere avuto una mamma forte, con tanta voglia di vivere,
una mamma che, sia a me che a molti altri, ha saputo donare il suo cuore e il suo amore, una
mamma che per me era un'amica, una mamma che perdeva spesso la pazienza, ma poi si pentiva,
una mamma che sapeva dare buoni consigli, una mamma che ora è nel cuore di tutti.
E poi...ci sono momenti in cui sono depressa, e ogni giorno mi spiego il perché, il motivo per cui
debba essere triste, e l'unico motivo è che mi manca una parte di me, l'ho sempre detto che mia
madre era la mia vita, e ora che non c'è più mi sento un po' sola.
Ormai non soffro più di nostalgia, perché fin da quando ero piccina, dovevo stare in Sicilia con i
miei nonni perché i Miei genitori lavoravano anche d'estate.
E tutti mi chiedono se mi manca mia madre, ma, sinceramente, rispondo che non sento molto la sua
mancanza, perché la cosa bella è che ora la sento vicino a me. Forse sarà lei a darmi la forza di
andare avanti senza soffrire. In genere non parlo mai con glia altri di mia madre, non voglio farmi
vedere triste, mentre in questa pagina di diario posso esprimere tutti i miei sentimenti e
condividendoli mi fa stare meglio, perché non tengo tutto il dolore dentro.
Quando parlo di mia mamma mi sento un po' triste ma nel frattempo fiera di averla avuta.
A volte mi sveglio piena d'entusiasmo, sono sempre stata una ragazza allegra e sempre di buon
umore...!
Ops! E' il mio cellulare, se è mia nonna non rispondo perché l'ho già sentita stamattina e continuo a
scrivere...
No, peccato, è Giò appena tornata dalla gita e chi sa quante cose mi racconterà! Sono curiosa, vado
prima che stacchi! Ciao!
Pareschi Tommaso Bruno, II F
Scrivi una pagina di diario in cui rifletti su come nella vita di un adolescente si alternino momenti di
felicità e di tristezza. A volte si è allegri e spensierati, a volte, invece, si vede tutto nero, magari
senza una ragione.
Caro diario,
oggi non sono esattamente dell'umore adatto per scriverti, ma ho comunque bisogno di sfogarmi
con qualcuno, perciò lo faccio lo stesso.
E' da un po' di tempo ormai che mi sento costantemente triste. Mi sento depresso e non ho voglia di
fare niente. E' come se volessi che la mia vita finisca in questo preciso momento.
La cosa peggiore è che non so perché mi sento così abbattuto. Non riesco a trovare una soluzione al
mio problema. Eppure solo qualche ora fa ero allegro a giocare nel parco con i miei amici.
Che sia lo studio, che sia lo sport o magari è qualcuno da cui sono attratto a provocare questo
continuo malessere. Non lo so. L'unica mia certezza è che sto attraversando un periodo critico
durante il quale mi sembra che l'intero mondo sia contro di me.
Infatti non è sempre stato così, è solo da circa metà dell'anno scorso che ho questi sbalzi d'umore.
Prima ero sempre sereno e gioioso e se mi capitava di essere arrabbiato era solo perché avevo
litigato con un mio amico, perché ero stato punito dai miei genitori o perché non ero riuscito ad
ottenere qualcosa a cui tenevo particolarmente.
Come se non bastasse sto iniziando a prendere delle cattive abitudini che rima non avevo, come
andare a letto molto tardi o iniziare i compiti alle otto di sera. Certamente questi comportamenti non
mi aiutano a migliorare la mia condizione.
Secondo mia madre è l'età a darmi questa sensazione di continuo malessere. Probabilmente ha
ragione, in questa fase di rapido sviluppo, la maggior parte dei ragazzi si sente come me. "in fondo"
mi dice mia madre "ci siamo passati tutti, basta tenere duro e aspettare la fine di questa fase difficile
della vita".
Io penso che quando si cresce e si diventa adulti si dimentichi in parte cosa vuol dire essere
adolescenti e che cosa si passa in questo periodo, infatti mi sembra che i grandi che mi danno dei
consigli minimizzino il problema di essere adolescenti.
E' tutto l'insieme di questi problemi a scaturire in me un'altra emozione forte, la rabbia. Un tipo di
rabbia un po' particolare. Sono arrabbiato con quello che mi sembra ingiusto della società e per
questo sento il desiderio di volerla cambiare; anche se so benissimo che una persona sola nei
confronti della società è solo una goccia d'acqua nell'oceano.
Se ho certi principi diventa un mio scopo imporli sugli altri. Se non ci riesco mi sento ferito
nell'orgoglio e questo diventa frustrazione, che a sua volta è un altro fattore che influisce sul mio
umore.
Mi sento spesso frustrato, soprattutto quest'anno, a causa del mio rendimento scolastico. Nonostante
esso sia piuttosto buono, penso che sia comunque troppo scarso per le capacità che penso di avere;
in pratica non riesco ad esprimere pienamente il mio potenziale.
Anche lo sport a volte è fonte di frustrazione; io, che ero abituato ad essere considerato spesso uno
dei migliori, ora troppo frequentemente mi ritrovo nel gruppo dei mediocri.
Comunque tra questi molti problemi, due cose mi aiutano a risollevarmi il morale.
Uno di queste è andare al parco. Quando mi sento molto giù di corda vado lì a giocare a calcio con i
miei amici, per distrarmi un po' dalle mie preoccupazioni. L'altra invece è avere degli amici che nei
momenti più difficili sono sempre al mio fianco a sostenermi e ad ascoltarmi. Infatti a loro confido i
miei segreti più intimi, segreti che non rivelerei neanche alla mia famiglia, e sono sicuro che loro
non andranno mai a rivelarli ad altri. La stessa cosa fanno loro con me. E' per questo motivo che le
poche volte che mi capita di litigare con loro sono triste, perché mi dispiacerebbe moltissimo
perdere degli amici così fedeli e comprensivi nei miei confronti.
E' questo, caro diario, che vuol dire secondo me essere adolescenti: alzarsi la mattina ed essere tristi
senza una ragione precisa e al primo accenno di miglioramento della giornata, c'è sempre qualcosa
o qualcuno che ti fa perdere questa speranza.
Grazie per avermi ascoltato, adesso credo di sentirmi un po' meglio.