Parma non è un porcile. Liberiamola dai rifiuti. (tutti però)
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Parma non è un porcile. Liberiamola dai rifiuti. (tutti però)
Il Fortino del Welfare 3/2011 PUBBLICITÀ SCIOC DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE: PARMA NON È UN PORCILE. LIBERIAMOLA DAI RIFIUTI. (TUTTI PERÒ) di Raffaele Zinelli - Presidente associazione CartaCanta Sapesse il Signor Sindaco da quanto tempo desideravamo sentire da lui questo slogan rivolto ai suoi concittadini; ma meglio tardi che mai, e dunque bando alle polemiche passate e mettiamoci subito al lavoro: il Signor Sindaco inizi da una una parte e noi dall'altra, così alla fine avremo sia i marciapiedi che il cielo della città sgombri dalla spazzatura a terra o svolazzante nell'aria. Già, perché il richiamo della sua campagna sui rifiuti a quello fatta dal Sindaco Bloomberg ci torna utile sia per precisare che nel gennaio scorso le strade di New York erano state sommerse dall'immondizia perché gli operatori ecologici (già pochi perché ridotti di numero dallo stesso Bloomberg che contemporaneamente aveva anche dimezzato, da due a uno, il giro della raccolta settimanale) erano stati dirottati a spalare la tanta neve caduta che impediva ai camion compattatori di girare per le strade e sia per ricordare che non tutta la monnezza vien per nuocere (addirittura a Bloomberg salvò sia il culo che la faccia) perché proprio durante quella grande nevicata newyorkese un ragazzo tentò di suicidarsi gettandosi dal nono piano di un edificio (più alto dunque del nostro municipio) e, manco a dirlo, se la cavò soltanto con qualche graffio e tanto spavento perché atterrò proprio su una bella montagna di sacchi di spazzatura. Se invece il Signor Sindaco si riferiva allo slogan di Bloomberg “pay per throw” (paga per quello che getti) beh, allora sa benissimo che il suo Comune è in testa alla classifica dei contribuenti infedeli per aver prodotto ogni sorta di rifiuti (dal bando del WC a ParmaZeroSei, dalla Metro Parma allo SPIP, dalla STT a Parma Infrastrutture, dalla STU Pasubio ad Alfa, eccetera, eccetera) e per di più senza averli differenziati: i chiodi delle partecipate da una parte, i materassi del WC da un'altra, e così via. “Ci consenta” poi il Signor Sindaco di dubitare, in assenza di provati elementi contrari, che la mancata raccolta dei rifiuti faccia parte di una campagna pianificata e non piuttosto la risposta, occorre ammettere ingegnosa, a un disservizio momentaneo che si era verificato. A suffragio del dubbio e della pubblica intelligenza, proviamo infatti a far notare che mai e poi mai verrebbe in mente alle forze di sicurezza di interrompere il servizio per dimostrare l'indispensabilità del loro lavoro e, come ha fatto Lei, delle grandi risorse che questo richiede o che mai e poi mai il Gestore dell'acqua pubblica, del gas e dell'energia ricorrerebbe (speriamo) alla chiusura dei rubinetti per ammonire i suoi utenti sulle conseguenze degli sprechi in cui, anche Lei e la sua amministrazione, siete peraltro ben coinvolti. Ma forse la verità è che tutto questo serviva a riaccendere l'importanza dello sceriffo metropolitano che l'Europa aveva appena stoppato e la pronta messa in campo di pretoriani ecologici in Smart contro i rifiuti e per il decoro urbano lo starebbe a confermare. Adesso dobbiamo solo attendere che si faccia avanti il volontario con la faccia da maiale per fare da testimonial alla campagna e poi tutto potrà iniziare. Vorremmo però ritornare al primo esempio d'oltre oceano per consigliare al nostro Sindaco non già di lasciare i cumuli di di spazzatura per le strade (non sarebbe decoroso per la città europea e poi i rifiuti puzzano e dopotutto paghiamo le tasse per raccoglierli) ma per ammonirlo che avrebbe potuto risparmiare del tutto gli 800 mila euro di appalto del verde non tanto, come ha fatto, non affidandolo al Consorzio di Solidarietà Sociale, ma anzi non facendolo per nulla e lasciare così crescere l'erba tanto alta da attutire l'atterraggio dei tanti animali volanti (prima gli asini e adesso, secondo il Sindaco, anche i porci) che pullulano nel cielo di Parma e che prima o poi dovranno atterrare, malamente purtroppo, essendo questi degli animali da cortile o più esattamente, da corte. Perché vedete, tra i tanti fatti accaduti in settimana, inclusa la nostra denuncia sulla falsità dell'utile di bilancio dell'ex IRAIA passata sotto silenzio universale essendo ormai quasi tutta la stampa lo strimpello delle falsità della Giunta comunale e il patrimonio dell'ex IRAIA divenuto merce di scambio con le organizzazioni sindacali, ve ne sono un altro paio che fotografano esattamente il clima di civismo delinquenziale che avvolge la nostra città: l'appalto del verde negato al Consorzio e l'anziano fatto alzare in malo modo dalla sedia di un bar del centro. 1 Il Fortino del Welfare 3/2011 Il recente appalto per il verde pubblico ha falciato fuori d'un sol colpo il Consorzio di Solidarietà Sociale e le sue cooperative di tipo B (sarebbe meglio definirle di serie B per la scarsa attenzione a loro riservata) ma soprattutto più della metà dei suoi 50 lavoratori impiegati per il Global Service del verde, persone svantaggiate (un elegante eufemismo che ci fa dimenticare che esistono, anche nelle buone famiglie, tossicodipendenti, alcolisti, ex degenti psichiatrici o soggetti in trattamento, ex detenuti o condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione, invalidi fisici o psichici, minori in età lavorativa ma con situazioni di difficoltà famigliari) che il Consorzio ha strappato dalla logica dell'assistenzialismo (e che qualcuno in passato voleva far gravare all'infinito sulle spalle dello Stato sociale o peggio ancora costrette a rifugiarsi presso strutture vagamente assistenziali) restituendogli innanzitutto la dignità del lavoro con il quale le persone svantaggiate possono avere un'occasione di riscatto sociale e ricavarne anche un sostegno economico che altrimenti graverebbe sui servizi sociali del Comune e dunque sull'intera collettività. Riteniamo pertanto di cattivo gusto le dichiarazioni dell'assessore che “Numeri alla mano si evince che gli affidamenti diretti o diretti assegnati o che si assegneranno al Consorzio di Solidarietà Sociale o a singole cooperative, dall'inizio dell'anno ad oggi, ammontano a 1 milione e 212 mila euro più IVA. Non ci pare poco” e poi che “Le c.d. clausole sociali dall'appalto del verde non sono state tolte. Sono state inserite con un punteggio poi calcolato nei parametri di assegnazione”. Il suo “non ci pare poco” lascia intendere che l'appalto del verde vada comunque suddiviso con il privato dimenticando che questi affidamenti coprono solo in parte le attuali emergenze sociali derivanti anche dalla politica comunale che incoraggia le movide e la “città da bere”, e ben sapendo che almeno 25 persone svantaggiate ora rischiano di tornare a gravare sui servizi sociali. In aggiunta, l'aver inserito le “clausole sociali” nei meccanismi di assegnazione dell'appalto è soltanto un “anche” dovuto che nulla toglie all'importanza che queste siano prima di tutto inserite nei bandi di gara e tenendo comunque sempre in considerazione la situazione reale di bisogno del territorio. Noi infatti abbiamo letto così l'intesa sull'appalto dei pubblici servizi che il Comune, insieme ad altri, ha siglato con la Prefettura il 23 ottobre 2009 e che prevede come “Al fine di favorire l’avvio al lavoro di soggetti svantaggiati, gli enti appaltanti avranno cura, per quanto possibile ed in relazione alle esigenze sociali del territorio, di inserire nei bandi di gara le clausole sociali previste dalla normativa comunitaria e nazionale anche prevedendo che l’impresa appaltatrice possa collaborare nell’appalto con le cooperative sociali di tipo B che abbiano come attività svolta, l’inserimento al lavoro di soggetti svantaggiati”. Ci auguriamo anche noi con il Consorzio un ripensamento onorevole da parte dell'assessore anche perché le passate bustarelle verdi non giocano a favore di una patente comunale pulita sugli appalti. Che dire invece dell'anziano ottantenne al quale è stato ordinato di alzarsi dalla sedia di un bar del centro solo perché acciaccato e non desideroso dell'aperitivo della casa? Oltre che esprimere la nostra solidarietà all'anziano e la nostra dura reprimenda alla barista e al Comune (che abbiamo anticipato subito nel post spontaneo raccolto da repubblica.it) ci interessa ringraziare prima di tutto il Fabio ventiseienne che ha denunciato l'accaduto e tutti i giovani che hanno condiviso con lui lo sconcerto e l'indignazione per l'offesa arrecata a un anziano che non era nelle condizioni di difendersi da una pretesa tanto violenta quanto stupida e hanno postato subito le loro ragioni con le parole colorite che soltanto i giovani sanno esprimere con tanta sincerità e immediatezza. Viene alla memoria quanto ci ha detto un nostro socio anziano a proposito di quando e come ci si accorge d'essere diventati vecchi, malattie a parte: quando al supermercato le signorine non si sbracciano più per offrirti gratuitamente gli assaggini o i campioni dei loro prodotti. E d'altronde chi mai se la sentirebbe di investire su un anziano se anche il Comune è il primo a non mettere qualche panchina in centro (dove è vietato per tutti sedersi su qualsiasi scalino) e a non insegnare la buona educazione agli esercenti? Ha scritto un prete “La conclusione amara è che la società dei regolari si stia organizzando per il futuro, non prevedendo e quindi non affrontando il livello di vivibilità dei deboli. In questa prospettiva la politica è madre e figlia del disinteresse”. Parma, 22 maggio 2011 2