Giulia Rotunno “Occhio al sondaggio!”

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Giulia Rotunno “Occhio al sondaggio!”
Giulia Rotunno “Occhio al sondaggio!” É su tutte le prime pagine dei quotidiani e nessuno può fare a meno di parlarne: le elezioni del presidente degli Stati Uniti sono veramente sulla bocca di tutti … E con le nuove tecnologie, nelle mani di tutti! Durante i numerosi dibattiti che vedono protagonisti i due candidati, viene dato al pubblico la possibilità di premere due pulsanti per esprimere disapprovazione riguardo a quello che dicono, o per dire che sono d’accordo. Il risultato? Romney è il favorito in queste elezioni presidenziali e supera Obama per circa l’1,8%! La mia famiglia non parla molto a riguardo perché in casa tutti condividono lo stesso punto di vista, ma leggendo il giornale non si rimane di certo all’oscuro di ciò che sta accadendo! Tuttavia esprimono il loro disappunto, in quanto per votare le persone si basano solamente sui dibattiti, e non sulle azioni compiute in precedenza dall’attuale presidente. A scuola ogni giorno è una sfida a chi ne sa di più, visto che i professori sono disposti ad alzare il voto a chi partecipa alle discussioni in classe riguardo al dibattito della sera precedente … È un modo per attirare l’attenzione dei teenager alla politica Il clima esprime chiaramente tensione per i Democratici.. E adesso? Si spera che il prossimo sondaggio porti una svolta o si aspetta il risultato delle elezioni? Giulia Marinangeli: “Americani fieri della loro libertà” Ciao a tutti, sono Giulia Marinangeli, studentessa residente nel Wisconsin. La mia famiglia ospitante è a favore dei democratici, per questo voterà Obama. Parlandone con loro ho capito il sistema politico americano. Farò un esempio affinché il concetto risulti chiaro. Obama e la sua famiglia sono venuti nel Wisconsin tre volte dall'inizio delle candidature. Perché ciò? Si sa che nel mio Stato il 24% della popolazione voterà Obama. Un numero in bilico tra la vittoria e la sconfitta del democratico. Per questa ragione l'attuale presidente sta investendo su questo Stato riunendo la popolazione nelle città principali del Wisconsin, dove si terrà il suo dibattito. Poche settimane fa ho avuto l'occasione di andare a vederlo a Milwaukee e lì mi sono resa conto di come gli Americani sostengano le loro idee. Ho visto persone ascoltare il discorso del Presidente sotto un gelido vento e un'incessante pioggia. Loro erano lì e ascoltavano ogni singola parola. Una scena che metteva i brividi. I loro volti sembravano dire: “We fought for freedom and now we want our freedom” (Abbiamo lottato per la libertà ed ora vogliamo la nostra libertà). La mia famiglia voterà Obama perché ritiene che sia un uomo più vicino alla società di oggi. I Repubblicani sono molto tradizionalisti e non rispecchiano molto una società che si trova avanti rispetto alla vecchia America. La verità? Gli Americani sono stanchi di fare guerre, di spendere molti soldi per il business dei grandi imprenditori... Jasmine Careddu … e il ruolo di Israele Ciao, vi scrivo dal freddo Illinois. La mia famiglia vive le elezioni come credo tutto le famiglie americane: debate after debate. I dibattiti politici sono il modo più diretto per ascoltare le opinioni dei candidati e hanno impatto decisivo sulla scelta finale di voto. La mia famiglia americana è ebrea e di conseguenza, specialmente per mio padre, si aspetta di sentire cosa intendono fare i due rappresentanti riguardo i rapporti e le scelte riguardo Israele. Una cosa che mi ha colpito molto, è che a scuola è una questione molto importante: chi è in classi come American Studies o American History ha l`obbligo di guardare i debates e fare delle analisi. Inoltre, sono state indette delle simulazioni di voto a scuola per fare un sondaggio e per preparare i neo‐votanti all'imminente elezione. A casa arrivano cartoline di Romney che chiede agli americani di dare (finalmente) il "foglio rosa" ad Obama (che starebbe per licenziamento) e ovunque si vedono stickers rappresenti l'uno o l'altro partito. In televisione mille previsioni con tanto di cartina geografica rappresentante gli stati che apparentemente voteranno o per Romney o per Obama, con le statistiche per quelli ancora in dubbio. Credo che pronostici non se ne possano fare, per ora: c'è l'ultimo debate la prossima settimana, tutto può ancora succedere. Rebecca Sembenico … “a scuola sperano di inserire Romney nella lista dei Presidenti da ricordare” Ci sono le serate film, le serate giochi da tavolo e...le serate dibattito. Nelle serate dibattito ci si riunisce tutti sul divano con la televisione sintonizzata sul canale del dibattito. mio fratello che prova a spiegarmi perché Barack Obama sia una brutta persona, mia mamma che invece prova a spiegargli che deve pensare con la sua testa e non lasciarsi influenzare da quello che pensano gli altri‐ perché sicuramente è stato suggestionato dall’ambiente, da uno Stato largamente repubblicano. E mia mamma tenta anche di spiegare le differenze tra il programma di Obama e di Romney. Dalla sua voce si può capire chiaramente che entrambi hanno i loro punti forti e deboli, nessuno di loro sembra meritare un pieno sostegno. Per lei i politici sono tutti uguali. E infatti mentre parlano li prendiamo in giro. Ripetono le stesse cose. “Look here, look there”. Non sa chi potrebbe essere la soluzione. A scuola i miei compagni lo sanno bene di chi l’America ha bisogno. “Question of the day: name all the US presidents”. E tutti nella classe di US History ci spremiamo le meningi. Allora abbiamo parlato di questi tre Presidenti le lezioni scorse. poi aggiungiamo lui e quell’altro. Sono famosi. sulla lavagna riusciamo a elencarne 25. Ne mancano Ancora 19. Una mano si alza. ecco magari riusciamo a scriverne un altro. Romney. Sì, sperano di poter includere anche lui nella lista. Teresa Paba … “il riscatto dei Repubblicani nello Stato tra i più progressisti” Ciao, io sono nel Massachussets, che dovrebbe essere uno Stato democratico (ha abolito la pena di morte e aveva adottato prima della cosiddetta Obamacare una copertura sanitaria per tutta i cittadini). Cape Cod, l'area dove sono io però è estremamente benestante ed estremamente repubblicana. Spesso a scuola quando ne parliamo durante storia molti sono gli studenti ad avere opinioni molto rigide e addirittura volere introdurre di nuovo la pena di morte. Ci sono pubblicità alla tv di Obama e Romney spessissimo e in generale mi pare di capire che molti guardino il dibattito. Quasi ogni casa ha un cartello con i candidati locali (Elizabeth Warren e Scott Brown) Non così la mia famiglia che non si appassiona per nulla di politica ma rimane comunque fortemente repubblicana. Entrambi i miei genitori ospitanti voteranno per Romney. D'altra parte s'incontrano, raramente, persone che dicono di volersi trasferire in Canada se Romney viene eletto. Paolo Gentili … “il cartello di Obama nel giardino di casa” Mi chiamo Paolo, ho 17 anni e sono in Topeka, Kansas. Il Kansas è, citando, il mio prof. di letteratura inglese, uno di quegli Stati che nei sondaggi vedi sempre colorato di rosso (Repubblicani), niente a che vedere con il confinante Colorado uno dei cosiddetti “Swing States” (Stati in cui il margine di vittoria è minimo). La mia famiglia, comunque è Democratica, la host mom viene dalla California e il mio american dad dal Nebraska. Nel giro di qualche giorno dovrebbero esporre il cartello di Obama nel loro front yard. Pensano che Obama meriti una seconda occasione perché molte delle difficoltà che ha incontrato sono una miscela della crisi economica, dell'era Bush e della polarizzazione sempre maggiore che divide Repubblicani e Democratici. Mi hanno descritto Romney come l'uomo ideale per i ricchissimi e mi hanno raccontato di come stia tentando di ricevere più voti, dicendo cose differenti a diverse fasce della popolazione Tra i giovani, invece, ho notato un notevole disinteresse e noncuranza riguardo il futuro Presidente e, cercando su internet, ho scoperto che l'affluenza alle urne negli USA è relativamente bassa e si attesta intorno al 55%. Lorenza Gentile … “le esercitazioni di politica a scuola” Ciao, io sono Lorenza e in questo momento mi trovo a Johnston, Iowa. La mia famiglia non si interessa di politica quindi non credo di essere molto d'aiuto; però posso raccontare che, siccome sto frequentando una classe di diritto americano, ogni settimana devo discutere con la mia famiglia ospitante riguardo ad un argomento politico e rispondere a delle domande riguardanti tale argomento e ogni volta è difficile trovarne uno perché la mia famiglia non segue eventi politici. Quindi ogni settimana devo ingegnarmi per trovare un argomento e documentarmi e di solito scelgo degli argomenti molto popolari in modo che anche la mia famiglia ne abbia almeno sentito parlare. A scuola ci sono alcuni ragazzi interessati in politica ed altri che non se ne interessano. Tuttavia la scorsa settimana ci sono state delle elezioni a scuola per vedere chi sostiene Obama e chi Romney e mi sembra che la maggior parte delle persone che vivono qui predferiscai Romney. Jessica Gostner… “Imparare a parlare di politica negli Usa”
Prima di tutto, voglio assolutamente smontare il mito di Obama creato dalla televisione e dai giornali italiani. Ai nostri occhi é visto come una gran persona, ma non per gli americani, o comunque non per gli americani del Texas (il mio Stato ospitante). A casa se ne parla spesso, ogni giorno e ogni volta mi viene ribadito che Obama non è una buona persona, che in questi anni non ha fatto nulla di concreto per l'America e ch é soltanto bravo a parole e nulla di più. Pure tra le mura di scuola se ne parla, tutti i ragazzi seguono queste elezioni con proprie idee convinte e decise. Per esempio, lo scorso martedì mi hanno invitata a casa di un mio compagno di classe per guardare un dibattito politico. Mi ha fatto così strano essere su un divano con amici a parlare seriamente di politica, in Italia una cosa simile penso che non mi accadrà mai. Si può dire che la maggior parte di noi giovani italiani sappiamo soltanto il nome del nostro Presidente e nemmeno ci interessiamo a saperne di più, ma perché?! É la nostra nazione, hanno in mano il nostro futuro. Qui le cose sono sul serio diverse, ogni americano crede nel proprio Paese. Ad ogni manifestazione o semplicemente ogni mattina a scuola, viene recitato l'inno.. In quel momento tutti si fermano, ovunque si sia e qualsiasi cosa si stia facendo, ci si ferma e ci si gira verso la bandiera (le bandiere americane sono ovunque). Dovremmo prendere un po’ esempio da questa America, ma non solo per i telefonini super tecnologici o per i fast food, dovremmo apprendere ad amare la nostra patria.. Dovremmo imparare ad essere italiani! Antonio Zizola: “le elezioni vissute a casa di un ex marine”
Ciao, vivo ad Adrian in Michigan con un host father ex marine e un host brother tedesco Qui di elezioni si parla un bel po’ ogni giorno a scuola dopo che c'è stato il dibattito in tv i professori ad ogni ora ci chiedono cosa ne pensiamo e le nostre previsioni su il vincitore. Lunedì scorso un professore ci ha chiesto di alzare la mano se pensavamo che vinca Obama e tutti tranne uno nella nostra classe hanno alzato la mano. Il professore non sapeva fare una previsione. Quando vado in giro per le strade i cartelli elettorali piantati nei giardini americani sono in parità. Caterina Marchello: “Le elzioni in diretta su Twitter”
Io sinceramente mi aspettavo qualcosa di più riguardo le elezioni. La mia famiglia ospitante non ne parla, e la scuola neanche. Tutto ciò che so è dovuto a cartelloni posti nei giardini dei vicini e a Twitter. D'altra parte una mia amica è andata con la sua famiglia a Madison per assistere al discorso di Obama, ciò mi fa giungere alla conclusione che probabilmente l'interesse politico è molto soggettivo. Ilaria Prata: “Tra dibattiti e elezioni, inizio finalmente a capirci qualcosa della tanto famosa politica
americana!”
Io vivo vicino a Chicago in una bella famiglia dichiaratamente democratica. In questo periodo, nel clima delle elezioni quello politico è un argomento molto importante e presente. In famiglia non ne parliamo molto, ma in occasione dei numerosi dibattiti presidenziali e vicepresidenziali la famiglia si trova tutta davanti al televisore per ascoltare e i candidati, anche se le idee sono già formate. In genere ogni affermazione è accompagnata da un commento di uno dei miei genitori, in genere in opposizione a quanto dice Romney. C’è sempre molto rispetto nei confronti di entrambe i candidati, ma una polemica agli ideali repubblicani. L’argomento che ha suscitato più commenti e che mi ha sempre toccato di più fin da quando ero in Italia è l’amministrazione della salute pubblica: Romney vuole mantenerla più privatizzata e non agibile a tutta la popolazione, secondo le tradizioni americane, mentre in Massachussets, lo Stato di cui è Governatore, vige e funziona con successo la salute pubblica secondo lo stesso sistema che Obama vuole stabilire in tutto il Paese. Quindi la polemica principale contro Romney è che andare contro ciò che egli stesso ha istituito e di cui ha provato l’efficienza non pare molto coerente; i miei non apprezzano Romney proprio perché è andato contro ai suoi stessi ideali per far parte del partito Repubblicano e diventarne il candidato. Inoltre, dal momento che il mio papà ospitante è inglese e non ha la cittadinanza americana e di conseguenza il diritto di partecipare alle elezioni, ma vuole comunque votare per il partito Repubblicano, ha detto che stanzierà dei soldi per sostenerlo. Inoltre a scuola, in storia, stiamo trattando l’argomento politico in profondità e nella maggior parte degli aspetti discussi nei dibattiti. Stiamo andando abbastanza a fondo in questi studi, il ché sta aiutando non solo me in quanto straniera ma tutti i miei coetanei, che non sono sempre aggiornati su tutti gli aspetti ma solo sui più famosi. Alessandro Ghiretti: “Dal Maryland tira un'aria repubblicana”
... Romney è il futuro; Obama una "terribile minaccia per l'America". Così dicono a casa mia... Tutte le mattine, andando a scuola, assisto alla stessa identica scena. Siamo tutti in macchina: papà, mamma, fratello, io... Papà accende la radio "Let's see what's up today..." (Vediamo che succede oggi...) ovviamente notizie politiche. Prima ci si sintonizza sulle stazioni repubblicane e partono i commenti... Comincia la mamma "I absolutely 100% agree!" (Sono d'accordo al 100%!) poi papà "He is definitely right!" (Ha decisamente ragione!), poi il fratello "Yeah... right..." (Si... Giusto...) (fiero repubblicano anche lui, ma ancora troppo assonnato per esprimere il suo parere). Poi si passa alle stazioni radio democratiche e ad ogni frase scoppiano risate fragorose e sarcastici "Ooooh yes..." e giù di nuovo a ridere, neanche fosse cabaret! E si continua così finché il padre non sbotta: "Lies!" (Menzogne!) spegne la radio e, augurandomi una buona giornata, mi scarica davanti a scuola. Alessandra Damiani: “una giornata di ordinaria campagna elettorale” Le elezioni arrivano, il 6 di novembre 2012 si avvicina e anche se la mia famiglia non si schiera per Romney o Obama qui nel Maryland siamo ricoperti da poster e cartelli con il nome di Romney. È risaputo che il Maryland sia uno Stato Democratico e perciò Obama è sicuro di vincere. Anche se lui è così sicuro Romney non perde le speranze e oltre a ricoprire le nostre strade con il suo nome ci sono vere e proprie persone che rallentano il traffico per farti leggere sue frasi e urlarti: "vote for Romney". Come ogni elezione ci sono anche le critiche che balzano alla ribalta dei titoli degli articoli nei media locali: "we are tired of this campaigns where they try to destroy the program of each other", loro dicono. Nonostante siano stanchi il loro patriottismo non è mai a zero. Oggi, 19 ottobre, durante un tour nei giardini della Casa Bianca al quale ho partecipato, il Presidente Obama era nel suo Oval Office discutendo con due persone da noi non riconosciute. Avendolo visto dalla finestra, eccitati abbiamo cominciato a sbracciare e urlare, tutti con l'iphone in mano e macchinette fotografiche tentando di scattare foto con lo zoom al massimo per arrivare a prendere la sua faccia dentro l'ufficio. Dopo una buona mezz'ora di braccia in alto il Presidente degli Stati Uniti con un sorriso tranquillo ci risponde salutandoci con la mano. Noi non perdiamo le speranze e restiamo lì aspettando un’uscita eclatante. Effettivamente dopo circa un'ora, la riunione tra i tre finisce e Obama esce dall'ufficio per raggiungere l'elicottero per andare alla George Mason, un'università dove aveva un appuntamento per fare un discorso alle 11.15. E così, salendo in macchina, dona agli americani e noi turisti la foto che tanto volevamo per ricordare che negli Stati Uniti tutto si può, anche avere la foto del presidente quando è impegnato. E perché no, anche per ottenere qualche voto in più! Benedetta Bernabini: “… che personaggio interpretava Romey in the Twilight Saga?” 6 novembre 2012, o come si usa qui “November 6th 2012”. Si preannuncia una grande data, una data che farà parte della nostra esperienza. Potremmo dire che c'eravamo, si eravamo lì in quel fatidico giorno, stavamo provando emozioni forti, ci stavamo sentendo parte dei milioni cittadini statunitensi! La mia famiglia rientra nella percentuale dei votanti, potrebbe dominarla. È da settembre che almeno una TV è sintonizzata sul notiziario, e ogni volta che appare una notizia di stampo politico cala il silenzio tombale, si esita anche a masticare! E così le cene familiari si trasformano in lezioni economico‐politiche. Ma cosa potrei desiderare di meglio?! Sono più informata di tanti studenti che in giro per i corridoi si chiedono in che film abbia recitato Mitt Romney, se nella saga di Twilight o i Fantastici 4, o se Obama era il proprietario di McDonald's o quello che ha fatto l'attentato alle torri gemelle! E così siamo tutti qui trepidanti in attesa del fatidico verdetto, pronti a tirare fuori il vino migliore o ad andare a letto con la coda fra le gambe. Ma una cosa è certa: sarà un giorno che rimarrà impresso nella nostra mente come in quella di tanti americani, facendoci sentire veramente un'unica cosa! God bless America! Carla Simeone: “nel paese dei sognatori, il tuo voto può ancora cambiare la storia” Sapevo che qui in America parlare di politica era un qualcosa di davvero importante. Come si dice qui, “Politica e religione” sono i due temi che uniscono e dividono le persone. Così, la prima cosa che ho pensato prima di partire è stata starmene semplicemente fuori. ”Non aprirò mai bocca su alcun tema politico”. Due settimane dopo essere arrivata mi sono resa conto che questo proposito era tale e quale a quello di andare in Italia e riuscire a non parlare di calcio. In America in periodo di elezioni e non, sei immerso nella vita politica del paese, che ti piaccia o meno. Alla tv, a scuola, con gli amici. Tutti hanno una propria ideologia. Talvolta tramandata di padre in figlio. Una cosa curiosa da vedere è l estrema fiducia che vi ripongono le persone. Molti, per sostenere i candidati ci mettono i soldi, il tempo, la testa e il cuore. Chi da fuori ci guarda come “exchangers” dice di ritenerci fortunati ad essere qui, in quanto stiamo vivendo un momento storico. Perché nel Paese dei sognatori, il tuo voto può ancora cambiare la storia." Martina Toscani: “Chi vincerà la scommessa tra mamma e papà?” Sono in Pennsylvania, USA, da quasi due mesi e in famiglia si è sempre parlato delle elezioni. È piuttosto divertente perché il mio hostdad è assolutamente contro Obama, non vede l'ora che se ne vada dalla Casa Bianca, mentre la mia hostmom lo adora e spera con tutto il cuore che resti. Hanno anche fatto una scommessa coinvolgendo i vicini di casa: se Obama viene rieletto, mio 'padre e il tizio della casa a fianco cucinano per tutti, in caso contrario, saranno mia 'madre e la moglie del vicino a cucinare per tutti (che poi è quello che fanno sempre!). Ogni volta che c'è un dibattito nessuno li smuove dal divano, e puoi sentire il mio hostdad ridere anche dal terzo piano. Dice che si diverte perché Obama non è capace di fare un discorso decente se non ha davanti un foglio dal quale leggere, e che quindi verrà distrutto! Ogni volta bisticciano per questa cosa, e si dicono a vicenda: "Spero che sarà buona la cena che mi preparerai!" Anche nel vicinato si respira aria di elezioni, in molti giardini ci sono dei cartelli con scritto "We support Obama". Il primo dicembre mi porteranno nella capitale a vedere l'interno della Casa Bianca, vedremo se allora sarà la dimora di Obama o di Romney! Alberto Campagna, “ora di Storia Americana: ‘Ms. Denny, perché Obama è un bugiardo?’” Ho capito che sarebbe stato un periodo particolare e interessante dal momento in cui arrivato per la prima volta a casa notai un adesivo con lo slogan “WOMEN FOR OBAMA” attaccato alla macchina della mia mamma ospitane. I miei genitori ospitanti sono entrambi laureati alla Ohio State University (Columbus) e andare con loro a vedere la partita di football Ohio State – Nebraska è stata pazzesco. Oltre alle belle cose che ho visto, allo stadio che è il secondo stadio più grande d’America ,e alla gente che ho conosciuto, la cosa che mi ha colpito di più è stato il tifo. Lo stesso tifo e la stessa foga che si vive durante i vari dibattiti elettorali che vediamo in tv dopo cena. In famiglia i dibattiti elettorali sono come le partite di football: tutti seduti a vedere chi vince e a tifare per la proprio squadra. “GO BARACK! YOU GOT IT!” Io aspetto sempre la mattina del giorno dopo per capire com’è andato il dibattito. Se nessuno parla di politica, è andato male, e la giornata non inizia col piede giusto. La cosa che mi sorprende è l’entusiasmo che c’è a scuola tra i corridoi. Nonostante l’età, sembra che i giovani ragazzi Americani abbiano già le idee chiare a proposito di politica. Era la settimana scorsa durante l’ora di Storia Americana quando l’insegnante parlava dei vari partiti che si iniziavano a formare nell’800 in America e un mio compagno di classe alza la mano e chiede “Ms. Denny, perché Obama è un bugiardo?” Nessuna risposta. Tra le esperienze che racconterò una volta tornato in Italia, ci sarà sicuramente quella che ho vissuto oggi: andare a votare con la mia mamma ospitante. In America si vota il 6 Novembre, ma è da qualche giorno che sono iniziate le elezione anticipate, create principalmente per evitare le lunghe e interminabili file che si formano nei seggi elettorali durante il giorno delle elezioni. Una delle cose più interessanti che ho notato sono gli schermi touch screen che vengono utilizzati per votare. Inoltre non so perché, ma mi ha fatto piacere vedere la grande quantità di gente che non vedeva l’ora di votare. Qui in America hanno tutti le idee chiare, hanno grandi progetti da realizzare, hanno un futuro da cambiare, che sia democratico o repubblicano. Una cosa è certa; io ho quasi paura di vedere come andrà a finire. Sarà un duello difficile, e l’America questo lo sa. Clara Ciampi: "Romney forever" La mia famiglia, da perfetti cittadini dello Stato di New York e anche mormoni, sostiene con fierezza l' elezione di Mitt Romney. Dal mio primo giorno qui, ormai circa due mesi fa, ho notato che la casa è ricoperta di cartoline di tutti i generi e tipi tutte raffiguranti Romney e la sua numerosissima famiglia. Mia madre e mia sorella più piccola sono le sue maggiori sostenitrici, mentre mio padre ammette che né Romney né Obama hanno intenzione di fare quello che secondo lui sarebbe più giusto e quindi piuttosto che affidarsi ad una persona di cui non conosce la politica (Romney ) sta pensando di votare Obama, inutile dirlo è stato mangiato vivo a cena da mia madre e mia sorella. Qui la campagna politica è spietata. Tutte, o almeno la maggior parte, le campagne in tv non mirano a sostenere i candidati ma a gettare fango sugli avversari. Due giorni fa è stato il compleanno di mia madre e mi sono sorpresa che insieme a tutte le cartoline di auguri che ha ricevuto ce n'era una rappresentate Obama, quando mia sorella ha viso che l'avevo notata mi fa: "Leggila, è molto divertente", io l' ho letta e sono rimasta un po’ stupefatta. Sul davanti della cartolina c'era una foto rappresentate Obama mentre all'interno diceva:" Vedi ci sono cose ben peggiori che diventare vecchi". Devo dire che queste elezioni non sono sentite solamente dagli adulti ma anche molto dai ragazzi. Come ho detto io vivo in uno stato repubblicano quindi durante ogni lezione, specialmente quelle di storia americana, non mancano i commentini pro‐Romney. Devo dire però che la cosa che mi ha stupìta di più è il nuovo film/documentario:" 2016...Obama" che parla di come sarebbe l' America nel 2016 se Obama venisse rieletto. Racconta di tutto lo sfacelo, la violenza e il degrado che si potrebbero manifestare. Mia sorella voleva subito vederlo, per fortuna era a pagamento e ha optato per l' ultimo film della Disney. Erminia Ferraro: “nello Stato pro‐Obama” Vivendo nello Stato del Massachusetts, che è uno Stato democratico, la popolazione, e la mia famiglia inclusa, favorisce Obama come Presidente, o altri semplicemente lo preferiscono rispetto a Romney. Ho visto i primi due dibattiti presidenziali con mia madre, che mi ha fornito informazioni sul fatto che Romney una volta era il governatore del Massachusetts, che Obamacare in realtà è basata su un suo piano per questo Stato e che non e la prima volta che cambia opinione su qualcosa. personalmente io preferisco Obama e non ho alcun tipo di problema con le ideologie della mia famiglia, che invece sono perfettamente compatibili con le mie. Marco Del Grosso “lunghi dibattiti pro Obama” Qui le elezioni sono molto sentite, tutti vanno a votare, loro credono veramente in quello che pensano e sono pronti a tutto per difendere la loro opinione. Non le nego che la maggior parte crede fermamente in Barak Obama. E molto probabilmente sarà lui a vincere. In famiglia occasionalmente scoppiano dibattiti accesissimi tra mia sorella repubblicana e i miei due host parents, entrambi medici, ed entrambi democratici. Se ne dicono di cotte e di crude, parlano per interminabili ore ed ore, di quello che Obama ha fatto e di quello che Romney non potrà mai fare o viceversa. A scuola i ragazzi e le ragazze della mia stessa età discutono in continuazione e anche loro accesamente a volte urlando come le persone anziane della mia città (Chieti) al circolo del baretto vicino al parco. Claudia Cotoloni: “la mia famiglia ospitante disinteressata alla politica” Onestamente, il tema politica non è mai stato affrontato nella famiglia, pertanto ho dovuto chiedere di proposito e tirare fuori l'argomento. E la risposta è stata come mi aspettavo: "We don't really care about politics": " non ci importa molto della politica. Ho però qualche amica exchange student che non si trova in Maine e ho avuto modo di confrontarmi con lei riguardo alle elezioni. Nello Utah, stato dove la mia amica si trova, la maggior parte della popolazione è mormona e per questo fatto il voto di tutti è per Romney..se poi chiedi il perché..beh..ben pochi te lo sanno dire. Benedetta Simeoni: “Gli USA: patria della libera espressione” Sono a Kansas City da circa due mesi ma ricordo benissimo il primo giorno che sono atterrata qui.. In macchina nel tragitto hotel‐casa guardavo stupita tutto quello che per me era nuovo e una cosa immediatamente mi è sembrata alquanto diversa: i cartelloni pubblicitari dei due candidati politici per la presidenza degli USA nei giardini delle abitazioni private. Il clima pre‐elezioni è molto sentito qui. Tutti sono fieri di mostrare il loro voto (che, in realtà, dovrebbe essere segreto) e non mancano mai le occasioni per sbandierarlo agli altri cittadini americani. Ogni giorno percorrendo le strade puoi vedere scritte pro Romney e altre pro Obama; tutti sono fieri di sostenere la propria idea. La politica è una tematica davvero comune tra i teenager, a scuola ci sono due club, i liberali e i conservatori, che lottano tra loro, sono attivi: meeting, magliette personalizzate, immagini, dibattiti... C'è addirittura una grande bacheca per entrambi: in quella dei liberali spopolano immagini dell'attuale presidente Obama e ci sono fogli con scritto "What Obama done". Nell'altra ci sono principalmente immagini dell'avversario Romney e scritte "Believe in America". Il clima pre‐elezioni coinvolge tutti ed è veramente interessante assistere ad un continuo scambio di idee. Gli exchange students che ora stanno vivendo negli USA sono davvero fortunati: imparano una lingua differente, sono coinvolti nel vivere le pre‐
elezioni ed elezioni e sviluppano una capacità di giudizio notevole assistendo ai dibattiti quotidiani dei differenti orientamenti politici. Silvia Bezzecchi: “Elezioni 2012: politica o una trovata pubblicitaria?” Dal punto di vista di una studentessa di scambio italiana che di politica se ne intende ben poco, queste elezioni americane sono fin troppo pubblicizzate. Andare in giro per le strade e vedere giardini costellati di cartelli con i nomi dei politici preferiti non è certo da tutti i giorni. Ogni volta che si accende la TV "I’m Barack Obama, and I approve this message." riecheggia come fosse un tormentone. Chiamate pubblicitarie a telefoni fissi e cellulari, che cercano di persuadere ignari cittadini a votare per questo e quel partito, sondaggi via mail, posta, telefono o qualsiasi altro mezzo conosciuto o ancora da scoprire su questo pianeta, sono sempre dietro l'angolo, dopo una conferenza o l'altra. La cosa più assurda poi è che durante tutto questo trantran, i candidati non pensano ad altro che infangare la campagna avversaria, invece che valorizzare la propria. I miei genitori americani sono gli unici nel circondario a non mettere in bella mostra le loro preferenze politiche, attaccando adesivi alla macchina o addirittura alle finestre di casa. Ma ogni sera non può mancare l'ennesimo talk show o telegiornale dove viene analizzata, parola per parola, ogni singola frase pronunciata da un candidato o l'altro durante il dibattito della sera precedente. I giornali utilizzano la loro più fervida immaginazione e creatività nell'accusare gli aspiranti presidenti di qualsiasi colpa possibile e immaginabile. Insomma, sono stati spesi milioni e milioni di dollari per ogni campagna attualmente in corso. E se invece avessero risparmiato questi soldi per risanare parte del debito pubblico, anziché spenderli in pubblicità e adesivi? Giorgia Arfelli: “La buona educazione nella politica” Nella mia famiglia parliamo delle elezioni e dei dibattiti ma non dicono apertamente per chi voteranno. Dicono di essere indecisi perché nessuno dei due candidati maggiori sembra loro un futuro buon presidente e votare per uno dei minori non servirebbe a niente. A scuola nella mia classe di "contemporary world issues" parliamo spesso delle elezioni. Il clima non è teso per niente! In Italia quando si parla di politica in classe si finisce sempre per litigare! Qui no. Non so se sia perché sono più educati o semplicemente non interessa troppo! O magari siamo noi italiani ad essere particolarmente focosi! ahah! Mattia Cecchetto: “If Romney wins, we`ll have to move to Canada” Ed eccomi qui, appena finito di guardare l`ultimo dei dibattiti presidenziali, pronto a raccontarvi ciò che sto vivendo nella fantastica America. A differenza dall`Italia in America le elezioni sono festeggiate come il Natale: decorazioni, raffiguranti i tre colori della bandiera americana, sono appesi ovunque; fuori di ogni casa c`e` la locandina con il nome del suo prescelto scritto a caratteri cubitali, quasi a volerti imporre di votare per lui; ed infine ognuno ne parla, volente o nolente, non importa se siano adulti che ne discutono con i loro colleghi, o bambini che spifferano le idee politiche dei suoi genitori anche al primo sconosciuto che passa. E` una cosa indescrivibile fare parte di tutto questo mediatico e sociale processo, e non solo vederlo per tv. Per fare un esempio e` come trovarsi nell`occhio di un ciclone: tu sei fermo ma intorno a te tutto si muove così velocemente da preoccuparti, ma contemporaneamente incuriosirti e affascinarti. La mia famiglia americana appoggia quasi completamente Obama, affermando ridendo “ If Romney wins, we`ll have to move to Canada” (“Se Romney vince, dovremo trasferirci in Canada”, un po` esagerati, no?). Lo lodano come un fantastico oratore e presidente, e ne sono lieto, anche se, a volte, è un po’ strano il fatto che, vivendo in un quartiere di media/alta classe, la nostra locandina in giardino sia l`unica pro‐Obama nel raggio di chilometri. Anche la scuola non è da meno: come compito a casa per inglese dovevamo sorbirci, intendevo guardare interessati, i 4 dibattiti, e recensirli in base ad argomenti, fatti, comunicazione (verbale e non) e commenti di presentatori/esperti. Tutto questo e` servito da preparazione: domani in classe faremo una delle cose più interessanti (e spero divertenti) che potremmo mai fare, un dibattito, con tanto di moderatore e audience, pronta a porre domande al team Obama e al team Romney, i quali si sfideranno per scoprire chi ha ragione, e chi sarà veramente il miglior presidente che l`USA potrebbe avere per i prossimi quattro anni. Giulia Santoprete: “Palrare di politica: un bel modo di socializzazone” Ciao, vi scrivo daPortland, Oregon. Anche io sto vivendo, come accaduto ai ragazzi quattro anni fa, l'atmosfera delle elezioni presidenziali 2012. Premetto innanzi tutto che non sono mai stata interessata alla politica, non lo sono tutt'ora e non lo sarò mai, ma devo dire che queste elezioni stanno coinvolgendo anche me. L'atmosfera è molto particolare e la trovo anche molto interessante. Ogni sera, durante la cena, io e miei host‐parents guardiamo la tv per rimanere aggiornati su sto che sta accadendo. Alcune volte pongo delle domande per far sì che tutto mi diventi più facile da capire. I miei host‐parents ascoltano sempre le notizie e leggono sempre il giornale. Durante le sere dei dibattiti tra Obama e Romney, ci rechiamo da amici per mangiare una pizza e stare insieme o viceversa. Il tanto atteso giorno per andare a votare si sta avvicinando e sono sempre più presa! A scuola non parliamo molto di politica. Quando però se ne parla mi piace esporre la mia opinione e confrontarmi con gli altri. Rebecca Geroni: “Politica: se ne parla a scuola” Nella mia famiglia non se ne parla quasi per niente, tant'è vero che quando ho chiesto quale dei due candidati preferissero mi hanno detto che in realtà non sono molto interessati riguardo all'argomento, però a scuola se ne parla sopratutto con i professori e sembrano favorire di più Obama!! =) Giusy Bicchierri: “La politica tra i giovani americani, interessati al proprio futuro” Sono qui in America da quasi due mesi e in questo breve ma intenso periodo ho appreso tante cose sulla vita americana, sui valori a cui gli statunitensi danno importanza e sul loro stile di vita. Le differenze sono considerevoli; sono rimasta impressa dal valore che viene dato allo sport e che è strettamente collegato alla vita scolastica; ma cosa ancora più impressionante è stato vedere che qui la politica è sentita tantissimo. Spesso capita di ricevere delle fastidiose chiamate più volte al giorno o delle persone che bussano alle porte delle case per sapere quali sono le opinioni della gente. Gli americani in questo periodo parlano in continuazione della politica. Alcuni sfoggiano nel giardino di casa cartelli col nome della persona che intendono votare. Molti corrono a casa solo per seguire uno dei tanti dibattiti politici che i candidati stanno tenendo. C'e chi ammira la figura di Obama caratterizzata dal suo “appealing” o chi ammira il modo in cui Romney evidenzia le carenze del precedente governo mostrandosi in grado di poter migliorare le cose. La mia famiglia segue anche la politica e i dibattiti sono attesi e visti da tutti; l’ultima volta eravamo tutti seduti nel salotto ad ascoltare le parole dei due candidati e l’attenzione con cui i miei genitori americani seguivano il discorso era tanta. Mi hanno detto che per loro (cosi come per tutti gli altri) è importante vedere come il candidato se la cava con la propria famiglia perché “se il candidato non è in grado di mandare avanti una famiglia, come farebbe a mandare avanti uno stato?”. E questo spiega perché le reti televisive mandano in onda gli abbracci dei politici con la propria famiglia alla fine dei dibattiti. Anche a scuola si parla di tutto questo negli ultimi giorni in lezioni come storia americana, economia o U.S. Government. Le insegnanti ci assegnano progetti da sviluppare sui vari aspetti dei candidati, ci fanno fare sondaggi su siti web per vedere chi è il candidato che rispecchia le nostre opinioni e perfino tra alcuni degli studenti c’è molto interesse riguardo il tema (tanto da creare dei club a cui partecipare dopo la scuola in cui si discute di politica). Qualcuno un po’ meno interessato alla politica invece preferisce non seguirla anche perché a volte capita che la gente con opinioni politiche discordanti finisce col litigare. Infine mi è capitato di affrontare l’argomento con delle amiche che frequentato la mia stessa scuola e per loro seguire tutti i dibattiti in televisione o assisterne direttamente vale moltissimo. Una di loro mi ha detto: “Mi piace seguire la politica anche se non ho l’età per votare perché tutto ciò che viene discusso interessa me, la mia educazione al college e il mio futuro.” Camilla Pirovano: “Elezioni a Washington DC” Si sente aria di elezioni nella capitale!!! E anche tanto!! Le prime pagine dei giornali gratuiti che danno fuori dalla metro hanno sempre la faccia di Obama o del suo avversario in copertina...Nei bar vendono i caffè Obama con aggiunta di cioccolato e quello Romney con caramello. Al cliente la scelta. Tv piena di spot pubblicitari supporta i piani dell'una e dell'altra fazione ognuno spiegando i propri piani per favorire il lavoro nei prossimi anni,persone per strada parlano di politica, conventions debates e...di questa "maledetta" Virginia, che qui chiamano "swing state" perche stato il cui verdetto sarà particolarmente rilevante per il risultato delle elezioni. Ciò che più si nota girando per la città è la partecipazione collettiva e soprattutto attiva che hanno gli abitanti. Si sentono molto coinvolti nella politica e per loro questa non è solo una normale elezione...per loro la vittoria del proprio candidato rappresenta la vittoria dei propri ideali, valori di vita che il presidente incarna guidando la stessa nazione. La gente per le strade dice "Oh my gosh I can't believe it's in only 14 days...it seems yesterday we needed 100 more days...!(o mio dio non posso credere che mancano solo 14 giorni...sembra ieri che ne mancavano 100!!). Qui a Washington i cittadini si piacciono definirsi" liberali" cioè gran parte della gente qui è democratica. Motivo??? molta immigrazione e rappresentanze internazionali. Qui non ci sono mega poster per le strade come in Europa (anche perche ormai in America tutto è elettronico) e Obama è dato per vinto..si preferisce quindi investire altrove (purtroppo) per la campagna elettorale. Forse anche perché molti si sono ormai abituati a vedere il presidente girare per le strade con le figlie o nei ristoranti di Columbia Heights!! Cosi, mentre Obama e Romney girano tra Florida,Nevada ...qui la Casa Bianca, il simbolo dell'orgoglio americano, risplende ...alla fine di Pennsylvania Avenue aspettando quello che sarà il suo prossimo inquilino. La mia famiglia è decisamente democratica... mio padre lavora per la campagna elettorale di Obama e infatti da quando sono arrivata in casa è sempre in giro tra Chicago New York e gli altri stati in cui si tengono le varie convention...è lui che produce tutti i prodotti ufficiali venduti per propaganda. E ogni volta che giriamo per le strade e vede gente che indossa magli prodotte da lui o macchine targate con lo stemma democratico dice orgoglioso:"questo l'ho fatto io!". Come si vive in famiglia in tempo di elezioni.. In casa abbiamo un quadro con la faccia di Obama e la scritta...we believe! Ogni mattina mi sveglio,scendo dalle scale e lui mi guarda intensamente augurandomi una buona giornata. Il giorno del dibattito presidenziale c'era silenzio intorno. Mio padre era seduto sulla poltrona e ascoltava con una faccia molto seria ma allo stesso tempo divertita come pensasse "vediamo che altro dice ora il repubblicano...". A metà mi si è seduto vicino e mi ha detto "So,do you understand?? I am here to explain you ...you see first Romney's plans for the health were the same than Obamàs... now only because also democrats think the same republicans go against it...mah...!" e sospira contrariato. Ma in fondo è tranquillo...per lui è certo... Obama vincerà!!!! Io osservo da straniera queste situazioni e sorrido felice e orgogliosa...un popolo che si emoziona cosi tanto per le elezioni, che piange sentendo i discorsi sul proprio paese,sulla propria storia e il proprio futuro...semplicemente non posso fare altro che sedermi, osservare e... aspettare di vedere il verdetto delle elezioni!!:) Questi sono gli USA Serena Orsinetti “Republican or Democrat? Independent!” Le elezioni presidenziali sono alle porte ormai, ma in famiglia – abitiamo a Phoenix ‐ non ho vissuto in modo molto sentito l’atmosfera pre‐elezioni. A scuola se ne parla soprattutto durante l’ora di storia, anche se ho sentito qualche ragazzo parlarne al di fuori delle mura scolastiche. E proprio come compito di storia ci è stata assegnata qualche settimana fa un’analisi riguardo il primo dibattito presidenziale tra il candidato Mitt Romney e il presidente Barack Obama. Non essendo molto informata riguardo la politica e soprattutto non essendo l’inglese la mia lingua madre, nell’ascoltare quel dibattito mi sono sorte molte domande. Ed è stata proprio in quell’occasione che ho potuto ascoltare il parere dei miei genitori ospitanti. Non sono né repubblicani né democratici, bensì indipendenti. L’anno scorso mia madre ospitante era candidata per il “Phoenix City Council”, quindi è una donna davvero interessata alla politica e che ha a cuore il futuro del suo paese. Ha saputo rispondere ad ogni mia domanda ed ha saputo illustrarmi la sua opinione in modo molto chiaro. Nessuno dei due candidati, secondo i miei genitori, sarebbe adatto alla carica presidenziale. Sono convinti che ci sia bisogno di un cambiamento radicale, perché nessuno sta più ascoltando davvero i bisogni dei cittadini americani. Secondo loro un candidato indipendente sarebbe l’ideale perché ascolterebbe e cercherebbe di aiutare l’America. Proprio perché al momento non c’è un candidato che i miei genitori ospitanti preferiscono, in famiglia seguiamo i vari dibattiti presidenziali per ascoltare le loro idee e opinioni, e decidere quale dei due sia il più adatto a ricoprire questa carica.