Il giornale di Sicilia

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Rassegna Stampa
Il giornale di Sicilia
Giovedì 18 Aprile 2013 pagina 19
COLPO ALLA MOVIDA
VIGILI. Fermi per giorni quattro locali di piazza Rivoluzione. Entro sabato dovranno
rimuovere tavoli e fioriere, altrimenti non potranno riaprire.
Il provvedimento è scattato per il «Qvivi», il «Cavù», lo «Zammù» in piazza Rivoluzione
e il «London Pub» nella vicina via Garibaldi. Contestata l'occupazione di suolo
pubblico.
Erano stati multati alcuni anni fa perché occupavano abusivamente il suolo pubblico e
adesso per i titolari è scattata la chiusura coatta. Per cinque giorni le saracinesche di
quattro locali della movida palermitana nel cuore del centro storico dovranno
rimanere abbassate. Si tratta del «Qvivi», del «Cavù», dello «Zammù» in piazza
Rivoluzione e del «London Pub» nella vicina via Garibaldi al civico 43. Sabato potranno
riaprire le saracinesche ma solo se avranno provveduto a sgomberare da sedie,
ombrelloni e fioriere lo spazio loro autorizzato. «Altrimenti — spiegano dal comando
di via Dogali — il locale resterà chiuso sino a quando non avranno rispettato le
regole». Il provvedimento di chiusura, secondo quanto prevede una norma dell'agosto
del 2009, scatta come sanzione accessoria in seguito a un verbale per occupazione di
suolo pubblico. Per ogni multa è prevista la chiusura di cinque giorni. Per il London
Pub è prevista la chiusura solo per questo mese, mentre Qvivi e Zammù dovranno
rimanere chiusi cinque giorni anche a maggio, il Cavù addirittura dovrà rimanere
chiuso cinque giorni pure a giugno. L'intervento è scattato lunedì quando in piazza
Rivoluzione sono arrivati gli agenti della polizia amministrativa per notificare il
provvedimento disposto dallo Sportello Unico del Comune. «È da luglio dell'anno
scorso — sottolineano ancora dalla caserma di via Dogali — che in media chiudiamo
tre-quattro locali alla settimana, provvedimenti di questo tipo saranno adottati anche
la prossima settimana». E intanto dai titolari dei pub chiusi di piazza Rivoluzione si
alza il grido di protesta contro un provvedimento che «accentua ulteriormente questo
momento di grande crisi», e il timore «di essere costretti a licenziare il personale».
Sulla questione interviene il presidente di Confartigianato Imprese Palermo, Nunzio
Reina: «Il caso dei locali chiusi dalla polizia municipale conferma che non essere in
regola non paga. Noi non siamo a favore degli abusivi, ma proponiamo un dialogo tra
gli esercenti e i cittadini e la valutazione dei progetti che potrebbero rappresentare
un'alternativa al sequestro». Reina aggiunge: «Bisogna riconoscere che la piazza, da
qualche anno a questa parte, è tornata a essere viva. Se il piano che prevede l'isola
pedonale fosse realmente preso in considerazione dall'amministrazione comunale, si
tratterebbe di un vero e proprio deterrente per malviventi e prostitute. Gli esercenti in
questione devono necessariamente ripristinare lo stato dei luoghi alla loro apertura, e
quindi mettersi in regola, per poi fare valere la loro proposta che prevede la chiusura
al traffico e quindi la collocazione di gazebo, tavolini e sedie». «Inoltre — conclude
Reina — un aspetto che non deve passare in secondo piano è quello delle proporzioni:
un locale di piccole dimensioni non può usufruire di uno spazio esterno che equivale
al più del doppio dell'area interna».
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