Capitanerie di Porto

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Capitanerie di Porto
LE TARGHE E I VEICOLI DELLE
CAPITANERIE DI PORTO
di Guglielmo Evangelista
UN PO’ Dl STORIA DEL CORPO
Le Capitanerie di Porto nacquero nel 1865 dalla fusione dei corpi dei Consoli di Marina, impiegati civili dei
porti con mansioni burocratiche, e dello Stato Maggiore dei Porti, composto da ufficiali provenienti dalla
Marina Militare, che curava la polizia marittima e i servizi di leva.
Da allora e per molti anni tutti i funzionari del Corpo ebbero Io status di impiegati civili, pur con certe
caratteristiche militari (norme disciplinari, uniforme, organizzazione gerarchica), mentre la bassa forza era
fornita dalla Regia Marina. Per un certo periodo ne fecero parte, in un ruolo separato, anche i medici della
Sanità Marittima.
Dipendevano dal Ministero della Marina che, a quei tempi, aveva competenza tanto sulla Marina Militare che
su quella Mercantile.
Il Corpo fu militarizzato durante al prima guerra mondiale e nel 1924 entrò definitivamente a far parte della
Marina Militare ma, ieri come ancora oggi, mantiene per varie materie la dipendenza dal Ministero dei
Trasporti e della Navigazione (già della Marina Mercantile e, prima ancora, delle Comunicazioni) di cui
costituisce un organo periferico: si tratta di una cosa che, se può creare qualche problema per il personale
sottoposto ad una doppia gerarchia, militare e politica, sotto altri aspetti ha dei vantaggi come quello di poter
disporre di finanziamenti speciali al di fuori di quelli della Difesa che comprendono anche l’acquisto di mezzi
navali ed altre attrezzature.
In origine il Corpo aveva organico e mezzi (e anche una “visibilità’”) ridottissimi , ma dopo il 1970 si è avuto
un graduale ed proporzionalmente imponente potenziamento che è culminato con la creazione della Guardia
Costiera, sezione specializzata nell’ambito de! Corpo che, peraltro, continua a mantenere anche le
tradizionali competenze amministrative.
Le circoscrizioni fondamentali del litorale italiano sono le Capitanerie di Porto dalle quali dipendono uffici
minori: gli Uffici Circondariali Marittimi. gli Uffici Marittimi Locali e le Delegazioni di Spiaggia, gli ultimi due
retti da sottufficiali di Porto o da impiegati civili del Ministero. Presso le Capitanerie dei porti principali,
praticamente una per regione, hanno sede anche le Direzioni Marittime, organi esclusivamente
amministrativi della Marina Mercantile, il cui Direttore è Io stesso Comandante del porto.
Nel chiudere questa premessa. che ho ritenuta utile per capire meglio quanto diremo in seguito, desidero
ricordare la fattiva collaborazione del Capitano di Vascello Stefano Vignani, che si è dimostrata la persona
ideale che tutti abbiamo sempre sognato di incontrare nel corso delle nostre ricerche.
I PRIMI VEICOLI E LE PRIME TARGHE
In base alle disposizioni dell’articolo 23 del R.D. 29. 7. 1909 n.710 e dell’articolo 23 del R.D. 31.8.1910 n.
612 i veicoli delle Capitanerie di Porto potevano godere delI’esenzione dalla tassa di circolazione, mentre
per gli stessi era prevista la normale targa civile.
Procedendo per analogia, sulla base delle informazioni sul numero dei veicoli posseduti all’epoca dagli enti
pubblici, riterrei improbabile che allora le Capitanerie possedessero effettivamente automobili se non, forse,
quella a disposizione del Capitano di Porto Ispettore che, con il rango equivalente a quello di
contrammiraglio, era il capo di Corpo: peraltro, in caso di necessità, si ricorreva abbondantemente tanto al
centro che in periferia al noleggio di carrozze e, più tardi, di autovetture.
Dopo la militarizzazione è probabile che i mezzi di trasporto fossero forniti dalla Marina Militare e quindi
portassero la targa RM, e questo fino al 1941, quando il Ministero delle Comunicazioni, con Circolare del 7
agosto 1941. autorizzò l’istituzione della targa R.C.P., Re9ie Capitanerie di Porto. La normativa,
estremamene scarna, prevedeva le abituali caratteristiche delle targhe speciali: fondo bianco, sigla rossa e
un numero progressivo in nero.
Certamente durante il conflitto la necessità e la disponibilità di autoveicoli doveva essere notevole, ma è
probabile che si sia fatto ricorso, come al solito, a mezzi della Marina Militare o da essa requisiti, ed ho molti
dubbi che la nuova targa sia stata effettivamente introdotta: probabilmente è rimasta solo allo stato di
progetto, sia perché quando, come vedremo, fu introdotta la targa con la nuova sigla C.P. i primi numeri
risultano assegnati solo a veicoli acquistati per l’occasione nuovi di fabbrica o usati oppure ceduti dalla
Marina e nessuno di questi risulta in precedenza già appartenuto al Corpo, sia perché non c’è alcuna traccia
che sia esistito un registro di immatricolazione R.C.P.
Finalmente, nel 1948, a due anni dalla proclamazione della Repubblica e con un certo ritardo rispetto alle
altre targhe speciali (questa scarsa sollecitudine è un altro indizio del fatto che materialmente non
esistevano targhe R.C.P.), la sigla cambiò in C.P. (Circolare dei Ministero dei Trasporti 10770 del 17
settembre 1948) e da quel momento il Corpo iniziò effettivamente a dotarsi di un parco automobilistico
proprio.
Le prime vicende della targa furono piuttosto complesse, ed ora cercheremo di ricostruirle con la maggior
possibile chiarezza.
i primi due mezzi furono due jeeps residuato bellico, in forza uno all’Ispettorato di Roma ed uno alla
Capitaneria di Porto di Napoli che, alla fine di quell’anno, furono immatricolate come C.P. 1 e C.P. 2 esse
erano entrate in servizio rispettivamente nel gennaio 1947 e nei marzo 1946 e quindi prima dell’introduzione
della targa CP, ma sembra che prima non portassero alcuna targa, cosa non improbabile considerati i tempi.
Qualche mese più tardi, forse perché comparendovi una sola cifra le targhe sembravano troppo “spoglie”,
senza alcuna disposizione ufficiale, si passò alla targa a quattro cifre: la 1001 fu assegnata a una 500
Belvedere e la 1002 ad una 1100B, acquistate nuove di fabbrica e destinate a Genova: le due preesistenti
jeeps ricevettero i nuovi numeri 1003 e 1004. Fu anche acquistata una moto MV 98 Augusta che,
probabilmente, uniformandosi inizialmente con la prassi seguita dalla Marina Militare che non prevedeva
serie distinte per i motocicli, fu immatricolata nella stessa serie come CP 1005.
Fra il 1949 e il 1950 il piccolo parco fu rafforzato con 15 Fiat 500. 508C, 1100 e 1500, alcune acquistate
nuove e altre provenienti dal mercato civile dell’usato, ma per la maggior parte cedute dalla Marina Militare
che completarono la prima fase di assegnazioni che motorizzò quasi tutte le principali Capitanerie. Questo
lotto ricevette le targhe C.P. 1008-1020.
A questo punto, con I’ acquisto di furgoni ed altre moto, sempre senza disposizioni ufficiali, iniziò
l’immatricolazione in serie separate:
- da 1001 per autovetture di rappresentanza
- da 2001 per mezzi pesanti, di servizio, fuoristrada.
- da 3001 per motoveicoli.
Il motociclo CR 1005 ricevette nell’occasione la nuova targa CP 3002.
Quarant’anni più tardi, ritengo nel 1992, è stata raggiunta la serie da 0001R, destinata ai rimorchi.
In realtà la già citata Circolare 10770 del 1948 parlava di immatricolazioni secondo un numero progressivo,
ma è da supporre che sia stata interpretata in modo che non sottintendesse in un’unica serie perché
altrimenti sarebbe stato necessario un nuovo atto formale, che invece non vi tu.
LA TARGA CP
Dalle origini fino agli anni ‘70 la targa veniva confezionata a mano mediante semplice verniciatura, e di
conseguenza con stili assortiti. La sigla CP, dapprima all’estrema sinistra della riga superiore, e cioè nella
stessa posizione in cui si trovava nelle targhe civili, con il passare degli anni tende ad essere posizionata al
centro.
Dalla normativa, nella quale peraltro non esiste la descrizione di un modello ufficiale che stabilisca le
dimensioni e le caratteristiche di dettaglio, si evince che le lettere della sigla dovessero essere puntate ma,
per quanto ho potuto constatare, questa pratica è stata seguita solo parzialmente e del tutto abbandonata rei
decenni più recenti.
Fra il 1970 e il 1975 il tipo, pur restando identico al precedente, divenne stampato, con scritte a rilievo e sigla
al centro della riga superiore. I caratteri hanno lo stile analogo a quelli usati per molte altre targhe speciali,
come la Guardia di Finanza e il Corpo Forestale.
Questa versione ebbe vita abbastanza breve perché già verso il 1984 (a partire dai numeri compresi fra
1235 e 1239 e fra 2142 e 2151) fu sostituita con quella standard delle targhe speciali, con le scritte su di una
sola riga, di formato identico sia anteriore che posteriore. Su questo tipo, fra sigla e numero, in origine
figurava un piccolo disco a rilievo, ma al suo posto già prima del 1990, comparve una stella a cinque punte
verde con sotto un piccolo fregio rettangolare in rilievo dello stesso colore del fondo portante le lettere CP e
una stelletta. Tale fregio ha per base il lato più corto e le lettere sono disposte parallelamente ai lati della
targa con il vertice a sinistra.
Sembra che il lotto iniziale delle targhe con scritte su una sola riga fosse stato realizzato in plastica, per
ritornare poi al tipo metallico.
Parte delle targhe preesistenti non fu modificata mentre parte fu sostituita mantenendo l’originario numero di
immatricolazione. Su qualche autovettura la targa CP preesistente, pur non venendo sostituita, venne
tagliata longitudinalmente e ricomposta in modo da avere le scritte su una sola riga.
A partire dal 2000 è stata aggiunta per esteso sul bordo inferiore delle targhe la scritta Guardia Costiera, ma
non è ancora chiaro se tale modifica è generale o limitata solo alle targhe delle vetture destinate a questo
servizio.
La targa dei motoveicoli è in buona parte di confezione manuale - è caratteristica la sigla CP, al centro, che
è sensibilmente più grande della scritte - mentre quelle dei rimorchi, introdotte negli anni ‘90, fin daIl’origine
sono del tipo più recente e, quindi, sempre stampate e con la stelletta verde che continua invece a non
figurare sulle targhe motociclistiche, neppure le più recenti: probabilmente parecchio tempo fa ne fu
predisposto un grosso lotto tuttora non esaurito.
Una volta ho visto anche il ciclomotore CP 3137 con una targa di cartone con scritte fatte a mano in modo
molto grossolano e di formato pentagonale come quelle dei ciclomotori civili. E’ possibile che si trattasse di
una soluzione di fortuna per sostituire uno targa deteriorata o di una targa provvisoria per un veicolo di
nuovo immatricolazione in attesa dell’arrivo di quella definitiva. In tutti gli altri casi risulta che i ciclomotori
montino la normale targa di tipo motociclistico.
QUANTI E QUALI VEICOLI
AUTOVETTURE
Per molto tempo il parco è stato di dimensioni ridotte all’estremo necessario, cosa che ha comportato una
disponibilità numerica molto esigua, limitata a un unico veicolo - un autovettura o un motociclo per ciascuna
sede, in relazione alla sua importanza, e comunque non in tutte - e solo nei porti maggiori poteva
aggiungersi anche qualche altro mezzo di servizio.
Per quanto concerne il parco di rappresentanza, composto in origine solo dall’autovettura destinata al
Comandante del Porto, i primi veicoli furono soprattutto Fiat 1100 (sia le 508C d’anteguerra che le più
recenti 1100B “musone”) e Fiat 1500, in gran parte cedute dalla MM ed assegnate alle Direzioni Marittime.
Dopo di queste si è dato l’incondizionata preferenza alle Fiat 1100E e poi alle 1100/103 e versioni
successive, mentre fu anche in servizio qualche Topolino Fiat, sia tipo anteguerra che serie C, berlina e
Belvedere. Tutti i mezzi di queste prime dotazioni furono radiati fra il 1959 e il 1964 e ceduti figurativamente
all’Esercito dove peraltro non venivano riutilizzati, ma avviati ai parchi di veicoli militari fuori uso per le
pratiche di demolizione previa l’asportazione di ricambi e materiali utili.
Dopo il 1960, al primo timido accenno di aumento del parco con l’introduzione di una seconda autovettura
per Capitaneria, le 1100 furono affiancate dalle Fiat 1300 assegnate alle Direzioni Marittime, non molte
anche se proporzionalmente con una presenza maggiore nel parco rispetto a quello della Marina Militare.
Dalla seconda metà degli anni ‘60 seguirono poi in successione le Fiat 124, le 128, le 131, le Ritmo, le
Regata, le Duna e le Tempra (con preferenza, in tutti i casi nei quali era commercializzata, della versione
diesel), fino alle più recenti Seat Cordoba, introducendo anche in questo parco i veicoli di produzione
straniera, ed infine le Fiat Punto.
Si tratta quindi di veicoli di classe differente il cui valore ed efficienza variano anche a seconda delle
dimensioni e, ovviamente, dell’anzianità. Benché talvolta, al momento dell’introduzione di un nuovo modello
o di un nuovo lotto nel parco, vengano per prime soddisfatte le esigenze degli uffici più importanti, la loro
distribuzione appare priva di criterio e probabilmente è influenzata solo dalla necessità anche se,
osservando la progressione dei numeri di targa, sembra di intuire che talvolta la consegna nel tempo di
qualche nuovo lotto di esemplari segua il criterio geografico da nord-ovest verso sud e poi risalga la penisola
verso nord-est, cioè li riceva per prima la Liguria scendendo fino alla Calabria e poi risalendo dalla Puglia al
Friuli e concludendo la serie di assegnazioni con la Sardegna e la Sicilia.
Casi di acquisto di veicoli diversi da quelli finora ricordati sono rari: ricordo solo due Alfa 75 (CP 1268 e
1269), in dotazione all’ispettorato Generale, probabilmente provenienti dal parco civile del Ministero della
Marina Mercantile.
Gli Ammiragli comandanti dei Corpo hanno avuto in dotazione dapprima una curiosa 1100 Spider (CP 1008),
sostituita da una Lancia Ardea nel 1950 (CP 1022), e poi da una Lancia Aurelia nei 1953 (CP 1033). Negli
anni ‘60 fu in forza una 125, più tardi un’Argenta (CP 1234), curiosa combinazione di numeri crescenti ma
certamente casuale), una Lancia Thema (CR 1270), una Fiat Croma (CP 1346) ed infine una Lancia Kappa
(CP 1407).
li settore delle autovetture più piccole, dopo la scomparsa delle già ricordate Topolino e Fiat 500 Belvedere,
non ha avuto alcun rappresentante fino alla seconda metà degli anni ‘80 quando con Io sviluppo del Corpo
e, in particolare, della componente della Guardia Costiera, sono stati potenziati i parchi delle Capitanerie più
grandi e sono stati motorizzati gli uffici minori con l’acquisto di un numero consistente di Fiat Uno e Fiat
Panda. Queste autovetture curiosamente sono immatricolate nella sequenza da 2001 in poi, forse perché
considerati mezzi di servizio piuttosto che autovetture di rappresentanza vere e proprie.
VEICOLI COMMERCIALI LEGGERI
Non ho alcuna testimonianza dei veicoli di questo tipo in servizio negli anni ‘40, ‘50 e ‘60 anche se, a
giudicare dalla progressione della sequenza di targa da 2000 in poi, un certo numero di essi, benché molto
modesto, doveva pur esistere. Certamente era già tanto se a quell’epoca nei vari uffici era disponibile
un’autovettura: figuriamoci un ulteriore veicolo di servizio. Probabilmente la prima dotazione era formata da
Fiat 1100 BLR o ELR furgone. Attorno al 1970, però, comparve dovunque un veicolo tuttofare, in genere una
piccola Fiat 850T. molto più raramente un Fiat 238.
Con il graduale Iogoramento delle 850T e delle successive 900E queste sono state sostituite dai Fiat Fiorino
e, meno frequentemente, dai Fiat Ducato e Talento e dai Piaggio Porter, questi ultimi in numero
particolarmente modesto.
Per il trasporto di personale è anche in servizio qualche minibus Iveco 45.12. ai quali si sono affiancati i
pulmini Renault Master.
VEICOLI PESANTI
Ritengo che questo settore, per moltissimi anni, sia stato rappresentato solo da due veicoli degli anni ‘50: un
camion Fiat 615 (CP 2024) e un autobus Fiat 309 (CP 2028), entrambi utilizzati per il trasporto di materiale e
personale a Roma. L’autobus trasportava i marinai destinati all’ispettorato Generale dalla caserma nel
quartiere Prati al Ministero della Marina Mercantile all’EUR: fu poi sostituito da autobus forniti
dall’autoreparto M.M., sistema utilizzato ancora oggi, e il 309 restò accantonato presso il Ministero stesso fin
verso ai 1985.
Molto recentemente il moltiplicarsi dei servizi ha consigliato - benché in numero molto limitato - l’acquisto di
grossi complessi M.A.N. motrice + semirimorchio per il trasporto di materiali vari.
FUORISTRADA
Dopo le prime jeep questo settore è stato rappresentato soprattutto dalla Fiat Campagnola, presumibilmente
serie AR/59, che ebbero una discreta diffusione, venendo utilizzate come veicolo “da fatica” nelle
Capitanerie più grandi, che tutte le avevano in dotatone. Ritengo che le loro targhe abbiano occupato tutta la
sequenza da CP 2040 a 2080 circa. E da notare che, a parte le due jeep originarie, tutti i fuoristrada hanno
sempre ricevuto targhe della sequenza 2xxx.
Riterrei che le Campagnole siano state acquistate in un’unica soluzione attorno al 1960; l’ avvento di un
buon numero di mezzi più modesti ma meno spartani tipo gli 850T fece sì che già nel 1975 erano tutte
accantonate. Dopo di allora il Corpo ha posseduto pochi fuoristrada: alcune Fiat Nuova Campagnola per le
Capitanerie della Sicilia acquistate con fondi della Regione siciliana per servizi di polizia demaniale e,
recentemente, sono entrate in servizio alcune classiche Jeep Willys, assegnate alla sempre più potenziata
Guardia Costiera.
VEICOLI SPECIALI
Le Capitanerie di Porto non possiedono veri e propri veicoli speciali: tuttavia la dislocazione negli aeroporti di
Luni e di Catania della componente aerea della Guardia Costiera ha reso necessario l’acquisto di un piccolo
autoparco specializzato, benché tutti i servizi più impegnativi, come quelli sanitario, antincendio e buona
parte di quello di rifornimento siano affidati alla Marina Militare.
Oltre a normali autovetture e pulmini sono stati notati Fiat Ducato in versione camioncino e grosse trattrici
M.A.N. con semirimorchio a piano ribassato, presumibilmente per il trasporto di elicotteri. E’ stato acquistato
anche un piccolo aviorifornitore.
Recentemente sono entrati in servizio alcuni autocarri Iveco di tipo medio attrezzati come stazioni radar
mobili.
MOTOCICLI
I motoveicoli si dimostrarono particolarmente indicati per lo svolgimento dei servizi d’istituto tanto nei porti
con un lungo sviluppo di moli come lungo le interminabili spiagge dell’Adriatico o lungo le pittoresche ma
congestionate coste della Liguria o della costiera amalfitana. In particolare, con la loro economicità di
esercizio, risolsero i problemi di mobilità degli uffici minori che, qualche decennio fa, non potevano sperare di
avere in dotazione un autoveicolo.
A parte pochi esemplari originari di tipo assortito, la massima parte del parco è stato acquistato in un’unica
soluzione e fu costituito da un centinaio di motoscooter Lambretta. Esse, poi rimpiazzate da autovetture,
sopravvissero fino al 1970 circa e qualcuna anche fino alla fine del decennio (l’ultima a restare in servizio
dovrebbe essere stata quella assegnata a Portofino). Successivamente, per una ventina d’anni, il parco
motociclistico restò costituito solo da pochissime Gilera 125 utilizzate per servizi rapidi, ma da dopo il 1990,
per meglio far fronte a! traffico stradale sempre più congestionato, è stato acquistato un buon numero di
ciclomotori.
RIMORCHI
Il parco è costituito sostanzialmente da un gruppo omogeneo di rimorchi leggeri ad un asse per il trasporto di
imbarcazioni, ai quali vanno aggiunti altri rimorchi ad un asse a cassone, e i pochissimi semirimorchi a piano
ribassato degli aeroporti e semirimorchi ordinari (uno o due per ciascun tipo).
LA DOTAZIONE DEI VEICOLI
In queste pagine si è spesso insistito su come, soprattutto in passato, la dotazione dei veicoli delle
Capitanerie e degli uffici minori sia stata limitata. In effetti anche oggi imbattersi in una targa CP è un fatto
piuttosto raro, anche nell’ambito dei porti: se attualmente la multiforme e frenetica attività della Guardia
Costiera rende meno difficile incontrare qualche veicolo, un tempo riuscire ad incrociare per la strada l’unica
macchina esistente magari lungo il centinaio e più di chilometri di coste della circoscrizione, era veramente
un’impresa.
Come abbiamo avuto modo di dire, in linea di massima, fino a poco più di quarant’anni fa una Capitaneria di
importanza media o medio-grande aveva a disposizione la classica Fiat 1100 e nient’altro, alla quale poi, ma
solo da quel periodo, fu affiancata una Campagnola. Nel corso degli anni ‘60 la progressiva obsolescenza
delle 1100 ne impose la sostituzione con automobili più moderne e decorose: quando iniziò la consegna di
queste, le 1100 della prima dotazione, se ancora in condizioni passabili, rappresentarono l’occasione per
tenersi nella sede un secondo veicolo passeggeri (oppure queste vennero trasferite agli uffici meno
importanti), e la stessa cosa si perpetuò con le 1300, le 124 e le 131, così che dalla fine degli anni ‘60 si
poteva spesso trovare l’automobile di rappresentanza di tipo recente affiancata da un’altra più vecchia,
utilissima nei servizi secondari (approvvigionamenti, posta, ecc.).
Ho qualche informazione e qualche ricordo circa le dotazioni di alcune Capitanerie:
Genova, fine anni ‘40: una 1100, una 500 Giardinetta, una jeep.
Napoli, fine anni ‘40: una 1500, una 1100, una jeep.
Messina, 1969: una 124, una 1300, una Campagnola (CP 2059).
Civitavecchia 1974: una 124 (CP 1167), una 1300 (CP 1103?), un pulmino 850 (CP2115).
Roma, 1976: una 128 e un pulmino 850, oltre ad una Campagnola e ad una Lambretta fuori uso.
Anzio: dapprima una 1100E (proveniente da altro ufficio), nel 1979 una 128 (1161) e poi una Uno (2188)
Oggi naturalmente la situazione è molto diversa, con almeno una dozzina di mezzi di vario genere negri
uffici più grandi come a Genova.
COLORI E SCRITTE
I primi veicoli erano di colore assortito, che riflettevano la loro disparata provenienza: predominava il blu, ma
la 500 Giardinetta di Genova era verniciata in verde-nero, e l’Aurelia di Roma in grigio.
Successivamente fu adottato lo schema di colorazione degli autoveicoli della Marina Militare: blu per le
autovetture, grigio per i veicoli trasporto merci, azzurro bitonale per l’autobus, grigio verde per le
Campagnole.
Negli anni ‘70 il parco, allora composto sostanzialmente solo da vetture di rappresentanza e pulmini, aveva
assunto uniformemente la colorazione blu mentre, successivamente, è stato introdotto un nuovo schema di
verniciatura:
- blu: vetture di rappresentanza, minibus, pulmini.
- azzurro: veicoli di servizio
- bianco: veicoli della Guardia Costiera.
Questa differenziazione è più teorica che pratica perché spesso le destinazioni di un veicolo cambiano
senza che, ovviamente, ne cambi la verniciatura.
Una particolarità è poi la presenza di qualche mezzo con vari altri colori commerciali talvolta vistosi, che
farebbero pensare ad acquisti saltuari di veicoli d’occasione.
I motoscooters erano grigi o azzurri e le motociclette Gilera grigio verde. Dai pochi avvistamenti dei tipi più
moderni sembra che portino i colori originari con cui sono messi correntemente in commercio senza che si
provveda a richiedere schemi di verniciatura particolari.
PRINCIPALI MODELLI E QUANTITA’ Dl VEICOLI IN DOTAZIONE ALLE CAPITANERIE Dl PORTO
L’elenco, benché le quantità numeriche siano arrotondate, è abbastanza accurato, pur non potendo
escludere lacune ed inesattezze.
A fianco di ciascun modello è indicato il periodo approssimativo di servizio.
L’asterisco indica una probabile presenza di meno di dieci unità.
Fiat 1500
Fiat 508C, 1100B, 1100E
Fiat 500 A, C, Belvedere
Fiat 1100/103, Special
Fiat 1300
Fiat 124
Fiat 125
Fiat 128
Fiat 131
Fiat Argenta
Fiat Regata D
Fiat Ritmo DL
Fiat Duna DS
Fiat Uno D
Fiat Tipo 1,7D
Fiat Panda 4x4, 1000 Fire
Fiat Tempra 1,9IE
Fiat Croma
Fiat Brava
Fiat Punto
Fiat Marea ELX
Alfa Romeo 75 1,6
Lancia Thema
Lancia Kappa
Seat Cordoba
Anni
1948-58
1948-60
1949-60
1953-72
1961-76
1966-86
1967-83
1969-86
1976-96
1983-88
1984- >
1984- >
1984- >
1986- >
1988- >
1988- >
1992- >
1993- >
1995- >
2000- >
2002- >
1987- ?
1988-92
1999- >
1996- >
Unità
*
40
15
40
20
50
*
50
15
*
25
15
25
150
55
75
20
*
*
45
*
*
*
*
20
Autocarro Fiat 615
Autobus Fiat 309
Autoarticolato MAN
Autocarro Iveco radar
Aviorifornitore Iveco
Fiat Campagnola
Fiat Nuova Campagnola
Jeep Willys
2000- >
2001
1960-1975
1983- >
1998- >
Fiat 850T, 900E pulmino
Fiat 238 pulmino
Fiat Ducato
Fiat Fiorino D
Fiat Talento
Piaggio Porter
Iveco 45.10
Fiat Doblò
Renault Master
1970-1990
1972- ?
1989- >
1988- >
1992- >
1995- >
1996- >
2001- >
2002- >
65
? –1980
1975- ?
>1990- ?
100
*
30
1992- >
>100
*
*
Lambretta
Gilera 125
Ciclomotori
Rimorchi a un asse
Semirimorchi pianali
Semirimorchi cassone
*
*
*
3
1 ?
40
*
20
20
15
*
*
Si noti come spesso compaiano quantità oscillanti fra le 40 e le 50 unità per tipo. Questo numero infatti
corrisponde all’incirca alla quantità delle Capitanerie e degli uffici minori più importanti, ai quali spesso
vengono assegnati in modo omogeneo, uno per ciascuno, veicoli dello stesso tipo.
PROGRESSIONE DELLE IMMATRICOLAZIONI
Elenco i numeri più alti avvistati in alcuni anni, con la solita avvertenza che le mie osservazioni possono non
essere aggiornati.
Anno
1981
1984
1987
1988
1989
1990
1992
1995
1996
1997
2000
2001
2002
1221
1242
1260
1310
1321
1342
1344
Numeri di targa
2132
3113
2151
2164
2187
2258
47 R
3137
1381
1393
1430
1462
2385
2470
2643
2652
3159
3205
124 R