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Giacomo Saver
intervista
Renato Paludetto
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Chi intervista chi?
Grazie per aver scaricato questo ebook che contiene l'esclusiva intervista al dottor Renato Paludetto. Prima di leggerne il contenuto vorrei
dirti, in estrema sintesi, chi è il protagonista che risponderà alle domande e chi è il sottoscritto che gliele pone. Ti prometto che non sarò
noioso. Com'è nel mio stile ti fornirò solo le informazioni indispensabili
per comprendere al meglio l'argomento.
Renato Paludetto
Nato a Pordenone, classe 1968. Laureato in Economia Aziendale da
anni si occupa di Borsa e di Investimenti.
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Fornisce consulenza finanziaria privata e da anni tiene corsi su borsa
e mercati finanziari, sia a livello base sia a livello avanzato. Cura la rubrica “Lo psicologo del mercato” all'interno del sito Soldionline.it ed è
autore di numerose pubblicazioni di grande successo. Tra queste ricordo i libri Come guadagnare in Borsa con la psicologia, 100 Test per
guadagnare in Borsa e Come recuperare le perdite di Borsa.
Giacomo Saver
Laureato in Economia e Commercio con indirizzo Intermediari e Mercati Finanziari inizia la sua carriera all'interno di un importante gruppo
bancario italiano. Dopo pochi anni diventa responsabile di un team di
Private Banking. Dopo un lungo travaglio interiore sceglie di mettere
a nudo i trucchi e gli espedienti grazie ai quali le banche prosperano
sovente alle spalle degli ignari clienti.
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E' fondatore e direttore del sito Segretibancari.com ed autore di libri
ed ebook di successo: I Segreti Bancari, Come difendere i risparmi
dall'inflazione, L'Investimento Perfetto.
Nel testo troverai delle parole scritte in rosso. Se fai clic su di esse
vieni “trasportato” alla fine dell'intervista dove un comodo glossario ti
chiarirà il significato del termine evidenziato.
Che altro aggiungere se non... buona lettura!!
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Intervista
Saver: Ciao Renato. Per iniziare la nostra chiacchierata dicci qualche
cosa su di te e su come hai iniziato ad occuparti di borsa
Quando penso ai miei inizi mi ritrovo sempre a sorridere. Ero ancora
uno studente di ragioneria e volevo mettere in pratica quanto stavo
studiando in tecnica bancaria, comprando delle azioni.
Mi fidai dei consigli dell’allora famoso Italo Polimeni, che teneva una
newsletter quindicinale che veniva redatta con la macchina da scrivere (preistoria) e poi fotocopiata e distribuita agli abbonati.
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Avevo comprato le mie prime azioni, Acqua Pia Antica Marcia, investendo 800.000 lire e cominciai a guadagnare. Poi iniziarono a scendere ed andai in perdita, così, se prima sognavo di pagarmi la discoteca con le azioni, poi fui costretto a tagliare diverse uscite in disco proprio per rifarmi delle perdite. Alla fine le vendetti in perdita di cento
mila lire, ma si rivelò la mia fortuna.
Esiste un detto: “i soldi investiti meglio nella propria vita sono
quelli persi, perché ci hanno costretto a “svegliarci”, ed è verissimo perché allora mi impuntai, e decisi di capire che cosa avevo
comprato e perché avevo perso. Si trattava delle azioni di un acquedotto. Poi scoprii che realizzava anche altre opere idriche, tra cui la
creazione dei campi erbosi di alcuni stadi di calcio. Insomma, capii
che non ne sapevo niente e che mi ero affidato ciecamente ai consigli
di un signore di nome Italo Polimeni.
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Decisi così che avrei dovuto sempre sapere che cosa stavo comprando, e quello fu il primo meccanismo di errore e correzione, che intrapresi nel corso degli anni, fino a diventare sempre più chirurgico.
Quando poi in futuro mi iscrissi ad Economia a Ca’ Foscari, gli errori
da principiante erano solo un ricordo, ma devo riconoscere la loro necessità ed utilità per crescere e farsi la gavetta.
Ad un certo punto Piazza Affari smise di essere una borsa “alle grida”
e smontarono le Corbeilles per trasformarla in telematica, mentre il
ruolo degli agenti di cambio divenne ad esaurimento. Così ad andai
a bottega da uno di questi a Venezia ed affinai ancora di più la mia
tecnica, con i trucchetti e l’esperienza. Ormai ero pronto per spiccare
il volo.
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Saver: Il piccolo risparmiatore è rimasto scottato e deluso dalle perdite subite negli anni. Tu hai scritto un libro bellissimo su come recuperare le perdite di borsa. Che consigli daresti a chi ha investito negli
anni scorsi in azioni ed ora sta leccandosi le ferite?
Il primo meccanismo perverso che entra in gioco quando si entra in
perdita è quello di bloccarsi in attesa di vedere la risalita del titolo. Questa passività è la morte del trader. Il fatto solo di avere diverse azioni di cui alcune in perdita, ma altre in attivo, è in grado di
tenerlo vivo proprio grazie a queste ultime, e costituisce un motivo in
più per non mettere tutte le uova in un unico cesto.
Il mio consiglio in definitiva è questo: quando si è in perdita bisogna continuare ad osservare il mercato e a scovare opportunità.
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Quando si individuano altri titoli pronti a salire, e che avremmo comprato, mentre il nostro titolo in perdita rimane inchiodato al palo, dovremmo avere un moto interiore di rabbia e rivalsa.
Un trucco facile è quello di vendere solo una porzione del titolo in perdita, diciamo un 10 o 20%, e investirlo nell’altro titolo che ci piace di
più e che sta performando meglio, avendo stavolta l’accortezza di fissare uno Stop Loss, diciamo per esempio del 2 o 3%.
Poi, man mano che sale, trascinare lo stop loss al rialzo. Dopo aver
scovato diversi titoli più scattanti, ed aver venduto frazioni del titolo
da rottamare per investirle in questi ultimi, vedrete che in breve tempo vi sarete liberati della palla al piede. Però il vero trucco per evitare
le grosse perdite è chiuderle quando sono ancora piccole ed accettabili, ognuno poi sa qual è la perdita accettabile per sé. In base a quella fisserà il suo stop loss.
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Saver: secondo te è possibile prevedere il futuro andamento delle
borse? E quali indicatori occorrerebbe considerare?
Secondo me è possibile prevedere il futuro andamento delle borse, in
un ordine di probabilità che stimerei di due terzi. Mi spiego meglio, nessuno può azzeccare tutte le previsioni, ma nemmeno può
sbagliarle tutte. Solo tirando la monetina è chiaro che ne indovineremmo la metà per un puro principio statistico.
Ora, conoscendo bene le società ed i meccanismi delle borse, si può
fare meglio della monetina, anche se non è facile arrivare all’80%. Diciamo che con una conoscenza media si può arrivare ad aver ragione
due volte su tre. Con esperienza e conoscenza, si può arrivare oltre il
70%. Credo che i buoni money manager riescano ad avere ragione 4
volte su 5. Ma di più mi sembra fantascienza, anche dal punto di vista
statistico.
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Questa stessa percentuale cambia a seconda dei momenti del mercato. Ci sono fasi molto facili ed altre molto difficili dove i migliori arrivano solo ai due terzi. I mercati, a volte, attraversano fasi direzionali
dove possiamo individuare facilmente una Retta di Regressione, ed
altre dove ci troviamo nella “nuvola di punti” con trend zero. E nessuno ci avvisa quando passano da una fase all’altra!
Gli indicatori da considerare sono tutti quelli principali, e mi spiego.
Bisogna innanzitutto essere buoni conoscitori delle tecniche intermarket, cioè dei meccanismi con i quali i vari mercati si influenzano tra
loro: così sapere che quando le commodities stanno attraversando un
ciclo di rialzo prolungato, presto i prezzi saliranno, e con quelli l’inflazione ed i tassi, e con i tassi le obbligazioni scenderanno di prezzo,
ma saliranno le valute relative, ecc.
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I soldi si muovono tra i mercati allo stesso modo in cui diversi gruppi
di studenti visitano la Sears Tower, il famoso grattacielo di Chicago. Ci
sono 104 ascensori che collegano solo certe fasce verticali del grattacielo. Alcuni arrivano da cima a fondo, altri compiono solo certi tratti.
Se si è perso l’ascensore che compie il tragitto terra-cielo, sarà necessario prendere e cambiare diversi ascensori per partire dalla hall d’ingresso ed arrivare ad osservare la città dall’attico.
Così pure in Borsa certe volte si crea la condizione ideale per acquistare azioni americane, data dalla combinazione di una Wall Street ai
minimi e dal dollaro a buon prezzo (è un esempio di ascensore terracielo); altre volte non è così, per cui si può entrare nel dollaro a buon
mercato ma le azioni sono care o viceversa.
Per cui l’arrivo del denaro non è così immediato, ma attraversa diverse fasi intermedie (gli ascensori dei brevi tratti). Conoscere questi
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meccanismi di travaso di maree di soldi da un mercato all’altro, aiuta
molto nelle previsioni.
Poi servono analisi tecnica, analisi fondamentale, e l’analisi emozionale perché siamo persone e ci lasciamo condizionare dalle nostre sensazioni. Ad esempio, a parità di tutti gli altri fattori, se una posizione
vi sembra troppo grande e difficilmente gestibile dal punto di vista
emozionale, riducetela subito!
Infine un consiglio importante. A meno che non siate dei cassettisti,
se fate del trading tenete sempre d’occhio le notizie economiche che
escono di giorno in giorno, perché quelle condizionano pesantemente
il mercato. Anzi, dotatevi di calendario economico e progettate le vostre operazioni tenendo presenti i dati previsti in uscita.
Nell’homepage del mio sito (renatopaludetto.com) sono presenti tutte le notizie del giorno, l’ora di uscita e il consensus previsto.
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Ogni dato che si discosti dal consensus può diventare un Pivot point
in grado di cambiare la direzione di una determinata attività finanziaria, sia essa petrolio, oro, dollaro o azione.
Saver: quali sono gli errori più frequenti che commette un comune risparmiatore?
Il primo e più grave errore che commette il comune risparmiatore è
quello di comprare alla leggera delle azioni e lasciarle lì, sperando che salgano, magari già domani o il giorno stesso. Quando si
comprano delle azioni bisogna sapere che cosa si sta comprando e
per quale motivo. Poi bisogna sapere in anticipo quanto si è disposti a
perderci nel caso in cui le cose non vadano nel modo sperato, ed in
base a tale tolleranza fissare lo stop loss; poi, se l’azione sale, trascinare lo stop loss in alto, per mettere al sicuro i guadagni che si stanno
formando.
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Il secondo grosso errore è quello di non diversificare il portafoglio, né
per titoli, né per asset classes. Cioè il risparmiatore non fissa quanto
investire in obbligazioni, azioni e liquidità. Né determina la Duration
media del segmento obbligazionario in base alle proprie esigenze di
vita (se mi serve il capitale fra cinque anni, non ha senso comprare
obbligazioni a sette anni); né suddivide l’asset azionario per un congruo numero di azioni, né tanto meno cerca la decorrelazione tra le
azioni stesse.
Esempio: se un investitore compra cinque tipi di azioni, e poi scopriamo che si chiamano Monte Paschi, Mediobanca, Unicredit, Banco Popolare e Intesa San Paolo, non ha diversificato affatto!
Saver: il rischio è che le persone rimaste scottate dalla borsa siano riluttanti e diffidenti a ritornarci, magari quando invece le quotazioni
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sono profittevoli. Suggeriresti ai nostri lettori un semplice sistema di
money management?
Le persone rimaste scottate dovrebbero cercare di ricordare le
operazioni che hanno fatto in passato e capire perché hanno
sbagliato. Scopriranno che gli errori ci sono stati eccome! Ed una
volta capito questo, dovrebbero convincersi che, applicando delle
semplici regole ed evitando quegli errori, potrebbero ritornare in borsa e guadagnarci.
Innanzitutto, bisogna sapere perché si compra. Ci dovrebbero essere almeno tre buoni motivi. Volendo fare un esempio banale, posso
decidere di comprare Intesa San Paolo dopo:
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1) aver studiato il grafico del FTSE Mib ed averne concluso che sta
per iniziare un rialzo;
2) aver studiato il grafico settoriale bancario ed averne dedotto la
probabile partenza;
3) aver incassato uno strong buy su Intesa Sanpaolo da uffici studi
qualificati;
4) aver notato che gli ultimi utili trimestrali sono risultati superiori
alle aspettative.
Anche se una delle premesse non fosse sufficiente, le altre dovrebbero sopperire. Comprare solo sulla base dell’analisi tecnica non basta:
bisogna sapere bene che cosa si compra, perché questo aiuta a non
essere ondivaghi nel proprio convincimento.
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Una volta scelto con cura il “che cosa”, bisogna conoscere il “come” .
Io inizio i miei libri sempre con un aforisma riguardante il poker, perché proprio come nel poker, bisogna sapere quali carte cambiare e
quali tenere. Fatta salva la diversificazione a cui accennavo prima,
dopo tanti anni di borsa, credo che la regola aurea in borsa si riduca
ad una sola ossia, tagliare le perdite e lasciar correre i profitti,
che significa eliminare le carte peggiori e tenere le migliori. Io aggiungerei: lasciar correre i profitti e trascinare in alto lo stop loss man
mano che il prezzo sale, in modo da metterli al sicuro.
Se si sta perdendo non bisogna mai impuntarsi e lo stop loss vi aiuterà in questo, mentre chi soffre di “vendita precoce” in caso di guadagno, dovrà correggere questa tendenza sostituendo la tentazione di
incassare i guadagni, con un semplice trascinamento in alto dello stop
loss: infatti anche in quel caso avrà messo al sicuro i suoi profitti, a
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prezzo di una piccola percentuale in caso di arretramento, senza pregiudicare ulteriori guadagni. Anche avendo ragione solo la metà delle
volte, applicando questa regola, è inevitabile che finisca per guadagnarci.
Saver: A tuo avviso in che misura e perché è importante un approccio
sistematico ai mercati finanziari, definendo in anticipo le regole operative?
I risparmiatori non sono robot, né software che applicano regole. Tendono a farsi influenzare, dal momento, dal mercato, dal proprio umore
e perfino dal meteo! Le regole sono assolutamente necessarie
per difenderci da noi stessi e dalla nostra emotività, e devono
essere stabilite a mente fredda.
Poi sarà necessario rimanere legati ad esse come Ulisse all’albero
maestro della nave, per non farsi ammaliare dal canto delle sirene...
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Saver: investire con successo è più questione di studio e analisi o di
disciplina?
Di entrambi. Lo studio e l’analisi, servono per capire cosa comprare, e
la disciplina è importante per poter vincere l’emotività e stabilire un metodo. A volte si rispettano le regole, ma si perde lo stesso perché i titoli erano sbagliati. Allora bisogna migliorare lo studio e
l’analisi.
Altre volte i titoli che si scelgono sono quelli giusti, ma si perde lo
stesso perché è il metodo sbagliato (ad esempio si fissano stop loss
troppo stretti). Allora bisogna migliorare il metodo, e/o la disciplina
con cui lo si mette in pratica.
Ma se non si applicano entrambi, come si potrà capire da che parte si
sbaglia? L’apprendimento del trader è una sequenza continua di errori
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e correzioni, sbavature e affinamenti. Ma come dice il proverbio, sbagliando s’impara.
Conclusione
Ringrazio di cuore Renato per aver sottratto il suo tempo prezioso al
suo lavoro per dedicarci questa interessante intervista.
Questo ebook è liberamente distribuibile. Passalo ai tuoi amici e, mi
raccomando, fanne buon uso :-)!
Per favorire la migliore comprensione dei concetti esposti, propongo
un semplice glossario dei termini tecnici usati nel testo:
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Corbeilles: postazioni, a forma di mezza luna, dalle quali gli operatori
di Borsa (agenti di cambio) impartivano ordini in acquisto ed in vendita di strumenti finanziari.
Stop Loss: livello di perdita raggiunto il quale si disinveste tutta la posizione, evitando danni ulteriori in caso di prosecuzione del ribasso.
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Retta di Regressione: linea statistica che cerca di “spiegare” l'andamento di una variabile a partire da un'altra. Ad esempio, cerca di individuare un legame tra il tempo e l'andamento di un titolo o indice di
borsa.
Pivot point: riferimento grafico e/o psicologico in corrispondenza del
quale il mercato cambia la sua direzione di fondo.
Duration: è la durata media finanziaria di un titolo. Poiché tiene conto
di tutte le scadenze associate ai pagamenti del titolo in questione (interessi e capitale) è inferiore alla durata residua dell'obbligazione
stessa.
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