Investire in arte: un`azione di rinnovamento

† CENTRO DI STUDI BANCARI – INFORMAZIONE SETTIMANALE
PUBBLIREDAZIONALE A PAGAMENTO
Investire in arte: un’azione di rinnovamento
Boetti,Wahrol e altri ancora: un’alternativa ai mercati finanziari?
In crescita i prestiti garantiti dalle opere d’arte e, di
conseguenza, l’interesse del settore bancario per questo
particolare tipo di investimento
† In questo periodo di turbolenza e incertezza dei mercati finanziari è lecito chiedersi se
un’opera d’arte possa essere una
forma alternativa di investimento rispetto ai canonici strumenti mobiliari.
Ripercorrendo la storia dell’arte
si scopre che il suo corso è segnato ciclicamente da momenti di
discontinuità e alimentato da un
processo di azioni e reazioni da
parte degli artisti nei confronti del
contesto sociale. In questo processo è implicato, in modi diversi, l’intero sistema delle arti visive. Arte e crisi, si situano all’interno di una complessa spirale
evolutiva e l’arte si muove anche
rispecchiando il significato dei
due ideogrammi che compongono la parola crisi in lingua cinese: problema e opportunità.
In questa fase congiunturale
complessa, l’arte (un bene infungibile e molto particolare), in
qualche modo, potrebbe costituire una palestra per progettare il
«nuovo» e affrontare il futuro con
percorsi innovativi, lontani dalle
ideologie in cui fonda le proprie
radici la crisi attuale. Anche se oggi si sono inceppati i meccanismi
che muovono l’economia, non si
è perso l’interesse per l’arte, né
gli artisti hanno perso la loro creatività, anzi l’arte può fungere da
cannocchiale per guardare le cose in modo diverso.
A differenza dei mercati finanzia-
ri, nel mercato dell’arte si trattano
beni il cui valore non si esaurisce
con l’aspettativa di rivalutazione
nel breve, come per Hirst, De
Kooning, Warhol, Fontana, Boetti e molti altri ancora, che in pochi
anni hanno conosciuto un notevole incremento di quotazioni,
ma si arricchisce di un significato di rilancio e di dinamismo, in
contrapposizione allo stato attuale delle cose.
La banca, quale luogo multifunzionale entro cui si sviluppa la
consulenza al cliente, deve pensare all’arte oltre che in termini
di profitto, anche con l’intento di
ricercare un linguaggio propositivo nei confronti di un investitore desideroso di nuovi stimoli e
idee nella gestione della propria
ricchezza. Il banchiere acquisisce attraverso l’arte il linguaggio
del rinnovamento, facendo riscoprire al cliente la fiducia nei propri confronti con idee che al «bel-
lo» uniscono anche l’unicità e un
valore «vero» nel tempo.
Il paese che ha generato la crisi
dei subprime, si riaffaccia non a
caso al mercato con innovazioni nel rapporto fra investimenti e
arte e, forse, è quello che per primo ha capito che l’arte è un anche un mezzo per ridisegnare il
rapporto fra banca e cliente.
Il Centro di Studi Bancari, ha voluto aprire una finestra su questo
nuovo capitolo della finanza costituendo uno specifico modulo
dedicato agli investimenti in arte all’interno dell’Executive Master in Alternative Investments
(EMAMAI), un corso che si pone
come fine l’analisi dei principali
strumenti alternativi, analizzandoli da un punto di vista finanziario, legale e fiscale.
A cura di Viviana Vergerio Guerra,
Architetto, Art Advisor, Docente presso
il Centro di Studi Bancari
CENTRO
DI STUDI BANCARI
VILLA NEGRONI
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