tarabella arlecchino ita

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tarabella arlecchino ita
 ARLECCHINO FINTO MORTO
Opera comica in due atti
Libretto di Valerio Valoriani
Musica e Regia di Aldo Tarabella
Tratto dalla commedia in tre atti Arlecchino morto per finta
Personaggi
Arlecchino tenore
Chino basso
Professor Pirofago baritono
Colombina soprano
Colombella mezzosoprano
Organico
Violino
Viola
Violoncello
Contrabbasso
Flauto
Clarinetto basso
Fagotto
Tromba
Trombone
Pianoforte
Il progetto nasce da una commissione data al compositore Aldo Tarabella dalla direzione artistica
dell’Accademia Musicale Chigiana per un’opera che tenesse conto, nella sua drammaturgia, del mondo giocoso e
ludico dei bambini.
Aldo Tarabella ha dedicato una buona parte della sua vita artistica alla composizione e a regie dedicate al
rapporto tra opera lirica e infanzia-adolescenza, con la piena convinzione dell’importanza formativa, di stimolo e
crescita culturale che riveste la diffusione del linguaggio giocoso dell’opera alle nuove generazioni.
In tutte le sue opere, ci sembra, traspare quest’attenzione quasi didattica, un tentativo insomma di incuriosire i
ragazzi verso lo spettacolo di teatro e musica rappresentato dal vivo e non filtrato dagli schermi televisivi.
La sua presenza, come compositore, al Piccolo Teatro di Milano, sotto la guida di Giorgio Strehler, ha fatto…il
resto per quanto riguarda la scelta del soggetto: Arlecchino, la maschera sicuramente più amata, ha stimolato
l’autore e il librettista Valerio Valoriani, attento studioso di teatro e della commedia dell’arte, a creare una nuova
commedia, o come un tempo, a scrivere uno “scenario” dedicato ad una ennesima avventura.
Con grande giocosità e divertimento assistiamo alla “fuga” di Arlecchino, burattino di legno, inseguito da
Mangiafuoco, il quale lo ritiene ormai inutile e sorpassato per la vita del teatro moderno; Arlecchino si rifugia nel
Gabinetto scientifico sperimentale del Prof. Pirofago, un grande scienziato del nostro tempo. L’autore del
libretto si è ispirato per questo laboratorio all’aula di chimica del Liceo Classico Enea Silvio Piccolomini di Siena,
dove per altro ha studiato. Qui trova l’aiuto del servo del professore, un certo Chino, gobbo. In quanto servi, i
due fraternizzano e Arlecchino viene nascosto sotto un lenzuolo sopra un tavolo operatorio: da qui nasce il
titolo della nuova opera, ovvero Arlecchino finto morto. A causa di varie vicissitudini, Arlecchino subisce, suo
malgrado, un intervento che – nello stile dei canovacci della commedia dell’arte – gli fa perdere la memoria. Il
Prof. Pirofago e le due assistenti Colombina e Colombella, con vari travestimenti cercano di fargli tornare la
memoria…
Invece il progetto della scenografia di Stefania Battaglia è andato anche oltre, strutturandosi in direzioni estranee
ai materiali della tradizione storia della Commedia dell’Arte: il dispositivo per l’orchestra, configurato come
teatro anatomico riservato ai musici/allievi del professor Pirofago, è diventato il fulcro di un ambiente astratto,
bianco e asettico nel primo atto, nero nel secondo.
L’utilizzo di materiali sensibili alle luci, alle ombre e ai colori – veneziane per le pareti, policarbonato opalino per
il teatro anatomico – ha alleggerito il vincolo di una scena strutturalmente fissa, che impone ai cantanti/attori
aree d’azione e percorsi obbligati, prevalentemente sbalzati in proscenio, com’erano d’altronde nella
convenzione del recitare dei comici.
Il progetto “Arlecchino” è stato sviluppato anche attraverso un ciclo d’incontri con gli studenti universitari del
Corso di Laurea triennale di Musica e Spettacolo di Arezzo promosso dalla Fondazione Toscana e Spettacolo in
collaborazione con l’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario di Siena.