USIGRAI - Osservatorio di Pavia

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USIGRAI
MATERNITÀ
LE FONTI NORMATIVE
- Legge 30 dicembre 1971, n. 1204 - Tutela delle
lavoratrici madri.
- Legge 8 marzo 2000, n. 53 - Disposizioni per il
sostegno della maternità e della paternità, per il diritto
alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei
tempi delle città.
- Decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 - Testo
Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e
sostegno della maternita' e della paternita', a norma
dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53. (GU n.
96 del 26-4-2001 - Suppl. Ordinario n.93).
- Contratto nazionale di lavoro giornalistico 20092013 - art. 24 matrimonio e maternità.
- Accordo integrativo Rai-Usigrai 2010-2013 - art.
14 maternita’ – assegno di nunzialita’ – permessi per
esami
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VADEMECUM MATERNITA’
a cura della CPO Usigrai
QUANDO DEVO COMUNICARE ALL’AZIENDA DI ESSERE INCINTA?
La comunicazione deve essere tempestiva, proprio a tutela della saluta donna. La
legge infatti prevede per la lavoratrice il diritto a un trattamento particolare: orari
standard, no a turni disagiati, no a trasferte, a meno che non sia lei a decidere di
farli. Anche il Cnlg sancisce, a particolare tutela della salute nella maternità, dall'inizio del periodo di gravidanza, il diritto della giornalista (con relativa certificazione ginecologica secondo le norme di legge) di essere adibita ad adeguate mansioni prive
di fonti di rischio tecniche.
SI HA DIRITTO A PERMESSI RETRIBUITI DURANTE LA GESTAZIONE?
Le lavoratrici gestanti hanno diritto a permessi retribuiti per l'effettuazione di esami
prenatali, accertamenti clinici, ovvero visite mediche specialistiche, nel caso in cui
questi debbono essere eseguiti durante l'orario di lavoro.
Per la fruizione dei permessi le lavoratrici presentano al datore di lavoro apposita
istanza e successivamente la relativa documentazione degli esami.
QUANDO INIZIA E QUANTO DURA L’ASTENSIONE OBBLIGATORIA, OVVERO
LA MATERNITÀ?
La legge la definisce astensione obbligatoria e comprende i due mesi prima della
data presunta del parto e i tre mesi successivi al parto.
L’accordo integrativo Rai-Usigrai 2010-2013 prevede un mese in più. L’azienda consente alle giornaliste di astenersi dal lavoro per maternità per un periodo di quattro
mesi dopo il parto.
Per legge comunque l’astensione obbligatoria è flessibile.
Ferma restando la durata complessiva dell'astensione dal lavoro, le lavoratrici hanno
la facoltà di astenersi dal lavoro a partire dal mese precedente la data presunta del
parto e nei quattro mesi successivi al parto, a condizione che il medico specialista del
Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato e il medico competente ai fini
della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro attestino che tale opzione
non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro.
IN CASO DI PARTO PREMATURO?
Qualora il parto avvenga in data anticipata rispetto a quella presunta, i giorni non goduti di astensione obbligatoria prima del parto vengono aggiunti al periodo di astensione obbligatoria dopo il parto. La lavoratrice è tenuta a presentare, entro trenta
giorni, il certificato attestante la data del parto.
HANNO DIRITTO ALLA MATERNITÀ ANCHE LE GIORNALISTE A TEMPO DETERMINATO?
Sì. Le disposizioni di legge sono le stesse. Nel caso in cui la giornalista a tempo determinato entri in maternità fuori contratto a pagare l’indennità sarà l’Inps.
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QUALE CERTIFICAZIONE PRESENTARE?
Prima dell'inizio dell'astensione obbligatoria dal lavoro le lavoratrici dovranno consegnare al datore di lavoro e all'istituto erogatore delle indennità giornaliere di maternità (Inpgi, se fuori contratto) il certificato medico indicante la data presunta del
parto. La data indicata nel certificato fa stato, nonostante qualsiasi errore di previsione.
SE LA GESTAZIONE HA DELLE COMPLICAZIONI?
In tal caso l'ispettorato del lavoro può disporre, sulla base di accertamento medico,
l'interdizione dal lavoro per uno o più periodi, la cui durata sarà determinata dall'ispettorato stesso.
QUAL E’ LA RETRIBUZIONE DURANTE LA MATERNITÀ?
Il Cnlg all’art 24 prevede che durante il periodo di assenza obbligatoria dal lavoro per
gravidanza e puerperio le giornaliste hanno diritto alla retribuzione intera.
LA MATERNITÀ VIENE COMPUTATA NELL’ANZIANITA’ DI SERVIZIO, FERIE
E ALTRI ISTITUTI?
Durante l’astensione obbligatoria maturano normalmente i seguenti istituti: tredicesima mensilità, gratifica natalizia, ferie, permessi, redazionale, scatti di anzianità.
Anche nel caso di giornaliste a tempo determinato, che siano sotto contratto, la maternità viene considerata nel computo dei giorni da maturare per i bacini.
C’È UN ORARIO RIDOTTO DURANTE IL PRIMO ANNO DI VITA DEL FIGLIO?
Sì. Si ha diritto al cosiddetto allattamento, ovvero due ore al giorno di permesso retribuito. In caso di parto plurimo, i periodi di riposo sono raddoppiati.
OLTRE ALLA MATERNITÀ CI SONO ALTRI CONGEDI PREVISTI PER I FIGLI?
Sì. Si può ricorrere all’assenza facoltativa nei primi otto anni di vita del figlio; per un
periodo continuativo o frazionato non superiore a sei mesi. Va dato preavviso almeno
15 giorni prima.
QUAL E’ IL TRATTAMENTO ECONOMICO IN CASO DI ASSENZA FACOLTATIVA?
È pari ad un’indennità del 30% della retribuzione a carico dell’istituto previdenziale.
Non si maturano, ferie, gratifiche, scatti di anzianità, tredicesima e redazionale.
IN CASO DI FIGLI NATI CON HANDICAP?
L’assenza facoltativa retribuita al 30 % può essere prolungata fino a tre anni a condizione che il bambino non sia ricoverato a tempo pieno presso istituti specializzati.
IN CASO DI ADOZIONE E AFFIDO?
Le norme su assenza facoltativa sono le stesse illustrate sopra.
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SE I FIGLI SI AMMALANO?
Entrambi i genitori, alternativamente, hanno diritto di astenersi dal lavoro durante
le malattie del bambino. Fino a tre anni di età senza limiti temporali; fra i tre e gli
otto anni, il limite è di cinque giorni lavorativi all'anno per ciascun genitore, dietro
presentazione di certificato rilasciato da un medico specialista del Servizio sanitario
nazionale o con esso convenzionato. Le assenze per malattie del figlio non sono retribuite.
La malattia del bambino che dia luogo a ricovero ospedaliero interrompe il decorso
del periodo di ferie in godimento da parte del genitore.
I periodi di astensione dal lavoro per malattia del figlio sono computati nell'anzianità
di servizio, esclusi gli effetti relativi alle ferie e alla tredicesima mensilità o alla gratifica natalizia.
Il congedo per la malattia del bambino spetta anche per le adozioni e gli affidamenti.
Oltre a quanto previsto dalla legge l’integrativo Rai-Usigrai stabilisce che relativamente al congedo per malattia del figlio, l’Azienda inoltre - fatte salve particolari esigenze produttive – concederà ai giornalisti professionisti che ne facciano richiesta,
uno o più periodi di permesso non retribuito, fino a un periodo temporale massimo
di astensione di trenta giorni per anno solare, per comprovata grave malattia del figlio di età compresa tra i tre e i sei anni di età, che necessiti della presenza del genitore.
La concessione di tali permessi sarà, comunque, subordinata al presupposto che l’altro genitore non sia in astensione dal lavoro negli stessi giorni per malattia del bambino.
Il periodo temporale di astensione dal lavoro giustificato in base a tali permessi non
potrà essere computato ad alcun fine nell’anzianità di servizio.
ESISTE IL CONGEDO DI PATERNITÀ?
Sì ma in casi molto particolari.
Il padre lavoratore ha diritto di astenersi dal lavoro per tutta la durata del congedo
di maternita' o per la parte residua che sarebbe spettata alla lavoratrice, in caso di
morte o di grave infermita' della madre ovvero di abbandono, nonché in caso di affidamento esclusivo del bambino al padre.
NOVITÀ PER LA MATERNITÀ DELLE LAVORATRICI A T.D.
Le giornaliste a tempo determinato che, essendo state in astensione obbligatoria per
maternità fuori contratto, hanno maturato minore anzianità al fine degli scorrimenti
nelle fasce nel bacino del precariato, potranno richiedere alla commissione paritetica
di esaminare le loro posizioni.
Sebbene nel nuovo accordo sui precari sia previsto che dopo 3 rifiuti di contratto il
giornalista a tempo determinato perde i benefici dell'accordo, la mamma lavoratrice
può - su sua richiesta preventiva - essere esonerata dal ricevere proposte di contratto nel primo anno di vita del figlio.
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