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UNIVERSITA’ PER STRANIERI DI PERUGIA MASTER IN DIDATTICA DELL’ITALIANO COME LINGUA NON MATERNA 2005-2006 MODULO PROFESSIONALIZZANTE: L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO L2 PER SCOPI ACCADEMICI E PROFESSIONALI Prof.ssa Fernanda Minuz IL LINGUAGGIO GIURIDICO E DIVULGATIVO. PROPOSTE DIDATTICHE PER STUDENTI E SPECIALISTI Manuela Visigalli Introduzione Si definisce lingua specialistica quella varietà di lingua usata tra specialisti di un dato settore scientifico o professionale al fine di ottenere il massimo di chiarezza e di permettere a chi la usa appropriatamente di essere identificato come membro del gruppo scientificoprofessionale che condivide tale microlingua e il suo stile. All’interno della lingua specialistica si riconosce un’articolazione orizzontale e una verticale; la prima differenzia l’analisi in relazione alla varietà dei contenuti e distingue ad esempio la lingua dell’economia da quella del diritto, dell’informatica ecc. La seconda va a definire varietà socio-pragmatiche all’interno di ogni singolo settore a seconda del livello di specializzazione del testo in questione; un testo settoriale può essere divulgativo (come nel caso delle istruzioni per l’uso di un elettrodomestico); può avere un livello medio di specializzazione, in modo da essere comprensibile, oltre che dagli addetti ai lavori, anche da chi ha una competenza in settori adiacenti; oppure può essere rivolto esclusivamente ai tecnici del settore, ed essere quindi al livello massimo di specializzazione. Prendendo in analisi il testo della legge antifumo pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e un articolo giornalistico pubblicato dal quotidiano “La Repubblica”, vorrei soffermarmi sulle differenze lessicali e morfosintattiche che caratterizzano i due testi ed esaminare quali possano essere le difficoltà di comprensione e lettura se, in un ipotetico corso di italiano per giuristi, i testi fossero somministrati ad uno studente e ad un professionista. Infatti il testo settoriale è caratterizzato da un elevatissimo contenuto di informatività e la sua stesura implica scelte grammaticali particolari che comportano una competenza linguistica e comunicativa differente rispetto a quella normalmente richiesta dalla lingua comune. 1. Analisi del testo di legge. Le caratteristiche del linguaggio giuridico Il testo di legge qui proposto è un insieme di disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione che riguarda la tutela della salute dei non fumatori ed è apparso per la prima volta nella Gazzetta Ufficiale il 20 gennaio 2003. Esso rientra nella categoria dei testi giuridico burocratici ed esemplifica, sia nella sua organizzazione morfosintattica sia nelle scelte lessicali, tutto ciò che contraddistingue questa tipologia di linguaggi settoriali. Da un punto di vista morfosintattico, il testo ricorre frequentemente all’uso del passivo; processo atto alla “cancellazione dell’io” che risponde alle esigenze di spersonalizzazione tipiche del discorso tecnico-specialistico. Nel testo leggiamo: “I locali riservati (…) devono essere contrassegnati (…) essere delimitati (…) essere dotati. L’ aria non è riciclabile (…) ma deve essere espulsa. Nei locali sono collocati cartelli (…) i cartelli sono integrati…” Si noti anche la diffusa nominalizzazione che pervade l’intero testo (con la sottolineatura sono stati marcati tutti i sostantivi); “I locali per fumatori devono essere dotati di idonei mezzi meccanici di ventilazione forzata, in modo da garantire una portata d'aria di ricambio supplementare esterna o immessa per trasferimento da altri ambienti limitrofi dove e' vietato fumare. (…)La portata di aria minima da assicurare e' pari a 30 litri/secondo per ogni persona che può essere ospitata nei locali in conformità della normativa vigente, sulla base di un indice di affollamento pari allo 0,7 persone/mq. All'ingresso dei locali e' indicato il numero massimo di persone ammissibili, in base alla portata dell'impianto”. Molti sintagmi, che normalmente nella lingua comune troviamo in forma verbale, vengono trasformati in sintagmi nominali nei testi settoriali. Questo processo causa una perdita d’importanza del verbo; e non solo si riduce la gamma dei tempi, dei modi e delle persone verbali, ma si privilegia anche l’uso delle forme nominali (participio presente e passato). Citando dal testo (con la sottolineatura sono stati marcati i sostantivi e i participi verbali): “Visto (participio passato) il parere espresso (participio passato) dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano nella seduta del 24 luglio 2003 sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante (participio presente) «Regolamento di attuazione dell'art. 51…” Il verbo non scompare, ma si svuota semanticamente, come testimonia la frequenza di forme copulative come essere, diventare, consistere, significare, rappresentare, ecc. Dal punto di vista lessicale, si noti anche che appaiono con altissima frequenza sostantivi astratti e termini dal contenuto assai ampio (“Alle infrazioni al divieto previsto dal presente articolo si applicano le sanzioni…” - “Al fine di consentire una adeguata attività di informazione, da attivare d’intesa con le organizzazioni di categoria più rappresentative…”). Inoltre, il ritmo della prosa giuridica è rallentato da reiterate locuzioni preposizionali e avverbiali. Per quanto riguarda gli aspetti fondamentali della coerenza e della coesione testuale, la caratteristica che ricorre con maggiore frequenza è senza dubbio la referenza anaforica. Essa si realizza tipicamente come rinvio interno, a un punto preciso del testo: “I locali riservati ai fumatori, di cui all'art. 51, comma 1, lettera b) della legge 16 gennaio 2003,n. 3 devono essere contrassegnati… - “…le disposizioni di cui ai commi 1, 2, primo periodo, 3 e 5 entrano in vigore decorso un anno dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 2”. Tutte queste caratteristiche sono senz'altro un motivo di difficoltà di lettura e comprensione. Tali distinzioni, tuttavia, sono alla base di una riflessione necessaria previa all'insegnamento del lessico giuridico della lingua straniera, le cui particolarità possono essere messe in evidenza in rapporto sia col linguaggio comune della lingua straniera, di cui i discenti hanno una conoscenza a livello intermedio, sia con quello giuridico della lingua madre. 2. Analisi del testo giornalistico. Le caratteristiche del linguaggio divulgativo Il testo divulgativo qui presentato è un articolo di approfondimento apparso sul sito internet del quotidiano “La Repubblica” in data 10 gennaio 2005. Esso si prefigge di riassumere gli articoli della legge antifumo, sintetizzandone i punti principali e parafrasandone i contenuti. Tale tipologia testuale si pone a metà strada fra il testo descrittivo e quello argomentativo; fondendo caratteristiche tipiche sia dell’uno che dell’altro. Al fine di rendere più comprensibile la sintassi giuridica, il linguaggio divulgativo fa ampio ricorso a riformulazioni e parafrasi: l’articolo 1 dell’allegato 1 viene riformulato in questo modo, “Nei bar, ristoranti e alberghi che vorranno accogliere i fumatori, così come nei luoghi di lavoro, gli spazi riservati a chi non riesce a separarsi dalle sigarette dovranno essere contrassegnati. Dovranno inoltre essere delimitati e separati con pareti dagli spazi in cui non si può fumare. Se vi è un solo locale, o se non è possibile assicurare una idonea separazione degli ambienti, il divieto di fumo è assoluto”. Si noti l’uso delle forme esplicite e personali del verbo che servono, da una parte a rendere più trasparente il messaggio da trasmettere, dall’altra a colorare di connotazioni il contenuto denotativo del testo di legge (ad esempio “chi non riesce a separarsi dalle sigarette”). A livello lessicale si mantengono alcuni tecnicismi propri della materia giuridica in questione e all’occorrenza si utilizzano metafore ed eufemismi. Va però precisato che il linguaggio del diritto non si può definire 'tecnico' in senso stretto in quanto, a differenza dei linguaggi delle scienze, non utilizza esclusivamente termini espressamente definiti e non precisa tutte le possibili relazioni sintattiche tra i termini impiegati; non elimina, quindi, il pericolo di indeterminatezza e, senza dubbio, non è monoreferenziale. Il linguaggio giuridico non può essere rigoroso in maniera analoga al linguaggio scientifico, per una ovvia ed indispensabile esigenza di interpretazione delle leggi, impensabile in un contesto propriamente tecnico. L’articolo di giornale riporta espressioni quali “dovranno garantire una quantità di aria supplementare minima di 22 litri al secondo per ogni persona che può essere ospitata nel locale, sulla base di un indice di affollamento di 0,7 persone per ogni metro quadrato”, ma decide di elencare i locali in cui la legge dovrà essere applicata: “C'era già in ospedali, scuole, autobus e metropolitane, sale di attesa delle stazioni, sui compartimenti ferroviari riservati ai non fumatori, nei cinema e nei teatri, in musei e biblioteche. Adesso le sigarette vengono bandite anche dagli esercizi aperti al pubblico e dai luoghi di lavoro, con particolare riguardo per alberghi, ristoranti, bar ed esercizi di pubblico ristoro in genere, uffici e altri luoghi di lavoro”. Analizzando l’organizzazione testuale, si può notare la scomparsa dei riferimenti anaforici e una differente e più funzionale disposizione di informazioni. I quattro paragrafi in cui esso si articola sono visivamente ben riconoscibili e chiari alla lettura in quanto ognuno di essi si occupa di un particolare aspetto dell’argomento e cerca di esaurirlo toccandone i punti principali. Come aiuto aggiuntivo è stata aggiunta anche una breve intestazione in neretto all’apertura di ogni paragrafo. 3.Le difficoltà di uno studente di giurisprudenza vs le difficoltà di uno studente specialista Le caratteristiche del primo testo analizzato si rivelano essere nodi fondamentali alla comprensione per un discente a cui testi autentici di legge non risultino ancora familiari. La difficoltà di lettura e di codifica delle formule utilizzate da questo linguaggio specialistico rallentano l’interpretazione del contenuto del testo, abilità fondamentale per un giurista e quindi competenza da acquisire per uno studente della materia. Al fine di superare lo scoglio morfosintattico, il discente potrebbe prima lavorare su di un testo divulgativo come l’articolo di giornale qui presentato; numerose attività possono essere proposte: • Attività di riconoscimento dell’organizzazione delle informazioni; si può proporre un esercizio di matching fra i titoli dei paragrafi e i paragrafi stessi. • Esercizio grammaticale delle forme passive; si può chiedere all’apprendente di riconoscere tutte le forme presenti nel testo e proporre esercitazioni di trasformazione frase forma attiva > frase forma passiva. • Per uno sviluppo lessicale si può proporre un’attività incentrata sull’individuazione di iponimi e iperonimi (ad esempio locali/luoghi pubblici è iperonimo di ospedali, scuole, bar, ristoranti…Mezzi pubblici è iperonimo di autobus e metropolitane..) • Per uno sviluppo lessicale si può lavorare sulla sinonimia (sia attraverso matching che attraverso l’elaborazione personale da parte dello studente di formule sinonimiche o parafrasi di alcuni termini) • Per confrontare il testo divulgativo con il testo autentico si può far lavorare il discente sul riconoscimento dei contenuti espressi nell’uno e nell’altro. Ad esempio; come viene detta la stessa cosa nell’articolo e nel testo di legge? In che paragrafo/i si parla di questo particolare aspetto? Trova il corrispettivo del primo paragrafo dell’articolo giornalistico nel testo di legge: quali sono le differenze? Sono differenze di contenuto o di forma? Ipotizzando che il discente sia invece un professionista, gia avvezzo alla lettura e all’interpretazione di un testo di legge specialistico, le difficoltà che si presenteranno saranno differenti. Probabilmente tale discente riconoscerà senza problemi il format del testo e le formule fisse che ricorrono anche nella sua lingua madre. Ipotizzando poi che il discente sia ispanofono o francofono, probabilmente le difficoltà che incontrerà si ridurranno ulteriormente. Si notino a proposito le seguenti corrispondenze fra italiano, spagnolo e francese: ITALIANO SPAGNOLO FRANCESE Conforme a conforme a conforme à In virtù di en virtud de en vertu de In conformità con de conformidad con en conformité avec D’accordo con de acuerdo con en accord avec Per la presente por la presente par la présente Ciò che è importante che lo specialista comprenda è che la lingua come frutto dell’interazione spontanea tra parlanti e la lingua scritta come processo di intellettualizzazione hanno caratteristiche differenti. Se non si vuole che il discorso diretto, sia ingessato secondo i canoni che contraddistinguono il testo giuridico scritto, e se si tende ad una comunicazione chiara anche rivolta verso i non specialisti della materia, bisogna che il discente in questione sia capace di distinguere tra registri dello scritto e registri del parlato, e attinga a questi ultimi quando desidera dare una descrizione reale e semplice della situazione effettiva che intende discutere. Nel caso in cui egli debba presentare l’argomento giuridico ad un pubblico meno esperto, è bene che egli sappia utilizzare il registro e gli accorgimenti lessicali e morfosintattici del testo divulgativo. Molte devono essere le parafrasi e devono essere ridotti tutti quegli elementi dello scritto giuridico che rendono il messaggio difficilmente interpretabile da chi non appartiene a quel settore. Al fine di esercitarsi per raggiungere una buona padronanza della gamma di registri, alcune attività didattiche potrebbero essere proposte: • Attività sul registro dei due testi. Esercizio di matching in cui il discente è chiamato a collegare espressioni con lo stesso significato, ma espresse in due registri differenti. In questo modo confronta il testo divulgativo e il testo tecnico da un punto di vista lessicale e pragmatico. • Attività sull’organizzazione testuale. Partendo dal testo di legge, il discente deve suddividerlo in paragrafi secondo i contenuti. Lavorando successivamente sul testo giornalistico, egli deve ritrovare le informazioni nel testo e confrontare la loro organizzazione e distribuzione. • Esercizio grammaticale delle forme attive. Contrariamente all’esercizio proposto per lo studente di giurisprudenza, il discente specialista deve riconoscere le forme passive del verbo presenti nel testo tecnico e proporre esercitazioni di trasformazione frase forma passiva > frase forma attiva. • Per uno sviluppo lessicale si possono riproporre gli stessi esercizi pensati per il discente non specialista della materia. Può svolgere attività incentrate sull’individuazione di iponimi e iperonimi e sulla sinonimia. Il fine è differente; si mira infatti all’eliminazione di termini specialistici o tecnicismi collaterali. Conclusione Dallo studio degli approcci e delle metodologie applicate alla didattica della lingua per scopi accademici e specialistici, ho compreso la grande importanza che riveste la conoscenza dell’organizzazione e del funzionamento dei linguaggi stessi. Il linguaggio divulgativo ha come obiettivo la trasmissione chiara di un messaggio e di conseguenza sceglie tutte le strategie testuali, morfosintattiche e lessicali che facilitano la comprensione. Quando si entra nei settori tecnici e scientifici, per certi versi la prospettiva si capovolge. Qui la lingua non ha nulla di spontaneo e non c’entra nulla con l’interazione tra parlanti; qui vigono tutti i principi che nella lingua parlata non esistono. Il discente deve essere messo in grado di riconoscere tali differenze. A questo proposito, attraverso attività didattiche mirate, lo studente può essere costantemente stimolato a far uso delle sue facoltà critiche; nell’analizzare i testi egli cerca infatti di mettere in evidenza i vari significati, la struttura portante, l’organizzazione interna, il genere testuale e le convenzioni linguistiche e retoriche utilizzate, conoscenze che potrà poi riutilizzare in chiave produttiva ed espressiva. In questo modo si cerca di non limitarsi a far comprendere i contenuti di un testo, ma si cerca di estrarre dal brano – in maniera induttiva- le caratteristiche generali che sono estensibili ai vari scritti di quel particolare linguaggio. In conclusione, diverse tipologie di studenti richiedono ideazione di percorsi didattici differenti. Le conoscenze pregresse, sia linguistiche sia della materia, rivestono un ruolo fondamentale per l’apprendimento e possono essere utilizzate per colmare tutte le eventuali lacune dei discenti. Ciò che può mettere in difficoltà uno studente potrebbe risultare alla portata di uno specialista, che a sua volta può avere difficoltà con registri più familiari al primo discendente. Capire chi è lo studente e sapere la ragione del suo studio è il primo passo verso una didattica valida ed efficace. Bibliografia • Sobrero Alberto A., Lingue Speciali, in Introduzione all’italiano contemporaneo. La variazione e gli usi., La Terza, Roma-Bari, 1993, pp. 237-277 • AA VV, Lingua italiana per la formazione professionale, Quaderni di “percorsi”, dic. 2001, pp.1-35 • Cortellazzo Michele. A., Lingue speciali : la dimensione verticale, Unipress, Padova, 1994 • Gotti M, I linguaggi specialistici, Firenze, La nuova Italia, 1991, pp. 1-15; 105-163 Sitografia • http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/fumo_divieto/art_51.html • http://www.repubblica.it/2004/l/sezioni/cronaca/fumo/regole/regole.html