Longobardi,ritorna il figliol prodigo Torres,domenica c`è il derby dei
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Longobardi,ritorna il figliol prodigo Torres,domenica c`è il derby dei
34 L’INFORMATORE SPORTIVO CALCIO REGIONALE L’AMICHEVOLE DEL GIOVEDÌ giovedì 17 gennaio 2008 QUI OLBIA SERIE C2 Questo pomeriggio la squadra di Foschi giocherà sul sintetico di S. Maria La Palma Il tecnico Puccica perfeziona il tridente e aspetta l’arrivo di un nuovo attaccante GIRONE A Torres, domenica c’è il derby dei sardi Diciotto i giocatori convocati per la sfida tra Sassari e Nuoro SASSARI. Sarà un derby di sardi quello fra Torres e Nuorese. La squadra sassarese ne può schierare almeno nove tra i diciotto convocati: Deliperi, Secchi, Cabeccia, Molino, Porcu, Frau, Pinna, Mascia e Caboni. Sono squalificati Cherchi e Sogus, mentre Lai potrebbe essere rimpiazzato dal rientrante Carlet. La Nuorese ha proposto nell’ultima gara nove giocatori isolani: Manis, Capello, Masia, Medda, Steri, Nuvoli, Sanna, Cappai e Panetto che però è squalificato e salterà il ritorno al Vanni Sanna. Ci sono i veterani ma anche le giovani promesse. Che conosce bene Fabio Albieri, vice del direttore generale rossoblù Luciano Passirani, che proprio questa settimana ha finito con successo il corso a Coverciano per diventare direttore sportivo. Albieri ha già lavorato a Calanginus e Tempio. Proprio dalla formazione gallurese sono arrivati a Sassari il difensore Cabeccia e l’esterno Molino. Ha segnalato pure Mascia e Sogus (quest’ultimo insieme al difensore Porcu). «Non avevo dubbi che avrebbero fatto bene anche in C2 perché chi è titolare tra i dilettanti e in serie D può far bene da subito anche tra i professionisti». Cabeccia, Molino e Sogus sono già seguiti dagli osservatori delle serie superiori. Ad ottobre è arrivato (e poi è stato tesserato) l’attaccante Caboni, altro ex del Tempio. Ha debuttato domenica a Bolzano con una prova incoraggiante. «La politica della Torres è quella di rivolgersi al mercato sardo non solo per questione di costi, ma anche perché offre tanti talenti sui quali vale la pena investire. Vogliamo proseguire su questa linea e seguiamo già una decina di giocatori di serie D ed Eccellenza». Fabio Albieri conosce bene pure i giovani sardi della Nuorese. «Cappai l’ho seguito un paio di anni nella Villacidrese: è veloce, tecnico e ha personalità. Nuvoli è un esterno di valore e ha fatto parte pure della nazionale giovanile di serie C. Non nego che mi sarebbe piaciuto venissero a Sassari perché sono tra i migliori». Domenica il derby avrà sicuramente come protagonisti alcuni di questi giocatori. Il vice direttore generale rossoblù non ha dubbi nell’indicare le due armi in più della Torres. «Il nostro gruppo ha un grande affiatamento e poi noi abbiamo qualche giocatore sardo in più e questo può pesare». Questo pomeriggio la Torres disputerà un’amichevole sul sintetico di Santa Maria La Palma contro la locale squadra dilettanti. GIAMPIERO MARRAS OLBIA. Da una gara all’altra, dalla battaglia al Nespoli contro l’Ivrea alla sfida sul campo del Pergocrema. E se da una parte la classifica del girone A ha concesso boccate d’ossigeno all’Olbia, reduce da tre vittorie consecutive, dall’altra la realtà insegna accortezza. Non bisogna sottovalutare un possibile rovescio della medaglia innescato dall’euforia. Quando si va a mille si può perdere pure la concentrazione, ma non sembra essere il caso della squadra allenata da Puccica, che continua per la sua strada, attraverso fatica e applicazione. Ieri il tecnico si è divertito a mettere contro difesa, attacco e centrocampo, proseguendo la sua attività di collaudo del modulo 3-4-3. Centrocampo e attacco a impegnare i tre uomini della retroguardia, Gilardi, Movilli e Cirina. Un allenamento scintillante, volto al perfezionamento dei movimenti di chiusura e di impostazione del capovolgimento di fronte. Palumbo da punta centrale, alle sue spalle Bordacconi e Volpe. La linea di metà campo era composta da Testa, Soro, El Kamch e Sussi. A fine seduta ha lamentato qualche fastidio al piede sinistro Cirina, che è uscito anzitempo dal terreno di gioco. Si spera che non sia niente di grave, magari un semplice pestone che con un pochino di riposo si dovrebbe assorbire. Dopo aver torchiato il probabile gruppo titolare, Puccica ha chiamato a sé il resto della squadra, proseguendo il programma specifico. L’attaccante tedesco Dressler ha assorbito il problema muscolare che lo ha bloccato sabato. Fatica insieme agli altri anche Somma, anche se a tratti lamenta un fastidio al ginocchio. La dirigenza è impegnata ad sfoltire la rosa. Gagliarducci è andato alla Viterbese, Marini è in prova al Chiasso, una società svizzera, Zagaria è rientrato a Foggia e lo stesso discorso vale per Giansante e Chiocchetti. L’esterno sinistro, il cui cartellino è di proprietà dell’Empoli, è ritornato alla sua società di appartenenza. Si attende ora il botto, quello dell’attaccante. Nei prossimi giorni dovrebbero esserci sviluppi interessanti, le trattative con un elemento d’esperienza sono avviate. L’Olbia si è vista respingere dalla Lega la richiesta di anticipo per la prossima prova interna contro il Varese. La società lombarda era d’accordo, per la disputa del match sabato 26 gennaio, ma l’inserimento della gara nella schedina totocalcio ha vanificato ogni tentativo di mediazione. GIAMPAOLO CUCCURU NON SOLO CALCIO iovanni senza terra. Come calciatore G Longobardi non riesce a mettere radici. «Perché quando non mi sento conside- rato tendo a cambiare aria». E maglia: dodici squadre in otto anni. Ma come persona il bomber di Castellammare di Stabia si sente più vicino a Robin Hood. «Che rubava ai ricchi per dare ai poveri». Il neo acquisto della Nuorese è un ragazzo concreto, un venticinquenne che vive il mondo del calcio sapendo di essere un privilegiato. «Perché la realtà della maggior parte delle persone è fatta di sacrifici e pochi soldi in tasca». Di ingiustizie. «Non sopporto vedere qualcuno in difficoltà, anche a scuola ero quello che difendeva sempre il più debole». Disponibile a dare una mano a tutti. Anche al presidente Goveani, che l’ha richiamato a Nuoro per dare una svolta al campionato. Perché è tornato alla Nuorese? «Per completare una stagione lasciata a metà, nel gennaio 2007. E perché il presidente ha detto che lo scorso campionato l’hanno perso con la mia partenza». Ragione della fuga? «Petrone mi aveva messo da parte senza motivo. Solo dopo ho scoperto che temeva potessi spaccare lo spogliatoio, mettergli contro la squadra. Appena arrivato a Lumezzane però mi ha chiamato per raggiungerlo». E lei ha detto no, anche perché all’orizzonte aveva prospettive migliori. «Il Catania, a una squadra di serie A non si può dire di no». Però a una di B sì. «È successo alla Triestina. Dalle giovanili mi avevano girato in prestito al Versilia, in Interregionale. Finito il campionato di serie D torno a casa e mi chiamano da Trieste per allenarmi con la prima squadra. E poiché non avevo nessuna intenzione di rinunciare alle vacanze dissi di no. Per fortuna sulla panchina della Triestina c’era Walter Mazzarri, che avevo già avuto a Bologna: lui mi ha tenuto nonostante tutto, e dalla Primavera sono passato in prima squadra. Poi però mi sono infortunato: peccato, mi voleva il Monza in serie B». Quanti treni ha perso in carriera? «Qualcuno di troppo. Però tornando alla Nuorese sento di aver agganciato il vagone giusto». «Che ricordo pensa di aver lasciato a Nuoro? «Buono, se penso che ogni volta che Petrone mi chiamava per entrare in campo dalla tribuna si levava un boato». Rapporto con la tifoseria? «Dipende dalle piazze. Ho girato tutta l’Italia, ma le difficoltà maggiori le ho avute alla Juve Stabia: quando giochi nella squadra della tua città i tifosi sono più esigenti.Talvolta invidiosi». Di cosa? «Del fatto che uno di loro ce la possa fare. In Campania la realtà è dura, intere famiglie vivono al di sotto della soglia di povertà e vedere un ragazzo far vita facile può suscitare invidia». E questo le pesa? «Fino a un certo punto, perché alla fine è comprensibile. Mi rendo conto della disparità di reddito tra ricchi e poveri, io le tasse le farei pagare solo ai benestanti». Longobardi abbassa lo sguardo, gioca col telefonino. Ad un certo punto arriva un sms. «È di Auriemma», spiega. «Chiede se sono pronto per il derby con la Torres. Di- Nella foto a sinistra e in quella in basso il neo acquisto della Nuorese Giovanni Longobardi nella foto a destra il presidente della società barbaricina Roberto Goveani (Foto Masimo Locci) servo tutti». Quanto pesano le critiche? «Poco e nulla, dopo la partita so sempre come ho giocato: non ho bisogno di leggere le pagelle». La sua caratteristica in campo? «L’estro, non ho mai segnato la classica rete da buttarla dentro a due passi dal portiere. Cerco sempre l’impresa più difficile». Anche fuori dal rettangolo di gioco? «Al contrario: se non avessi fatto il calciatore avrei lavorato come animatore o bagnino nei villaggi turistici, mica come manovale sotto il sole estivo da cinquanta gradi all’ombra a fare l’asfalto». Un limite caratteriale? «Tendo a demoralizzarmi facilmente quando mi sento escluso». Limite calcistico? «Nonostante l’altezza sono scarso nei gol di testa». L’emozione più grande? «Aver firmato col Catania, un successo professionale e personale». L’allenatore della vita? «Mazzarri, il migliore anche come persona». Il presidente? «Goveani, perché mi ha sempre stimato. Quando sono tornato a Nuoro ha detto che vuole vincere la scommessa lanciata l’anno prima e vincere il campionato con me come capocannoniere». Cinquanta reti in carriera, da professionista. «In verdazzurro voglio arrivare a sessanta». Solo? «Segnare dieci gol in metà campionato mi garantirebbe la serie A col Catania il prossimo anno. E consentirebbe alla Nuorese di guadagnare i playoff». E chissà che questa volta non vada meglio della precedente. Quando ad eliminare i barbaricini in semifinale fu proprio Longobardi con la maglia del Pergocrema. «All’andata ho giocato una grande partita, credo che in quel momento Petrone si sia accorto dell’errore fatto cacciandomi». Con Bagatti invece come va? «Bene, non lo conoscevo personalmente ma solo come tecnico. Però mi sembra buono in entrambi i ruoli». E con i compagni di squadra? «Ottimo rapporto con tutti, vecchi e nuovi. Mi manca Troianiello, quando giocavamo insieme a Nuoro eravamo una sola cosa fuori e dentro il campo. Lui è stato il primo a dirmi di tornare, e d’indossare la maglia della Nuorese anche per lui». Per segnare il gol della rinascita verdazzurra di Giovanni Longobardi. Che da calciatore in Sardegna pare aver finalmente trovato la sua terra. Longobardi,ritorna il figliol prodigo «Con i miei gol voglio regalare i playoff alla Nuorese» rettò, io sono nato pronto». Che infanzia ha avuto? «Abbastanza serena, ma dura, le privazioni le ho conosciute ma non rimprovero LA SCHEDA nulla ai miei genitori. Se avessero potuto mi avrebbero comprato la luna». Quanto è legato alla famiglia? «Sono attaccatissimo, in questo mi sento molto napoletano». In cos’altro lo è? «Nel dialetto». Cosa ne pensa dell’emergenza rifiuti? «Capisco la reazione di fastidio e ribellione CHI È dei sardi, da campano Giovanni Longopenso però che in caso bardi è nato a di difficoltà ci si debba Castellammare di aiutare. Anche se traStabia il 9 luglio sferire i rifiuti e con es1982. Alto 193 si il problema da una cm, pesa 87 kg. regione all’altra non è Ruolo: attaccante. la soluzione». Le i problemi li LA CARRIERA sfugge o li affronta? Acquistato dal «Li trasferisco. Catania d’estate, Scherzo, preferisco afè tornato a Nuoro frontarli». dove aveva già Una regola? giocato nel 2006. «Rispetto per tutti, paura di nessuno». A cosa si riferisce? «All’ipocrisia e agli inganni subiti. Del tipo che mi comprava una squadra di se- EMERGENZA RIFIUTI «Capisco la reazione di fastidio e ribellione dei sardi, da napoletano penso che ci si debba aiutare. Ma trasferire la spazzatura non è una soluzione» Cumuli di rifiuti in una strada di Napoli [FOTO ANSA] rie A, mi vendeva in Interregionale dicendomi che mi avevano girato in prestito e dopo qualche giorno scoprivo la verità. Quante delusioni». Cosa le piace del calcio? «Tutto, sono malato per il pallone. Quan- do torno a casa dopo la partita seguo qualunque trasmissione sportiva». Longobardi mostra alcuni ritagli di quotidiani, articoli di quando giocava a Castellammare. Di quando fu acquistato dal Catania, del passaggio alla Nuorese. «Li con- ILENIA GIAGNONI