l`arte di crescere uomini liberi la pedagogia steiner
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l`arte di crescere uomini liberi la pedagogia steiner
L’ARTE DI CRESCERE UOMINI LIBERI LA PEDAGOGIA STEINER-WALDORF Sommario: Premesse - 1. Pedagogia steineriana, educazione per la vita - 2. Arte e artigianato come nutrimento dell’anima - 3. Primo settennio: un mondo buono da imitare - 4. Secondo settennio: un mondo bello da sperimentare - 5. Terzo settennio: un mondo vero da conoscere - 6. La funzione educativa degli spazi scolastici 7. Prima di insegnare abbiamo coltivato il piacere di imparare - 8. Insegnanti e genitori insieme per il dono dell’educazione - 9. Il movimento Steiner-Waldorf mondiale - 10. La presenza del movimento in Italia. PREMESSE La pedagogia Steiner-Waldorf nacque nel caos economico e sociale che seguì alla Prima Guerra Mondiale. Crollate le vecchie forme sociali, coloro a cui stava a cuore il destino dell'Europa si misero alla ricerca di nuovi orientamenti. Rudolf Steiner cercò di dare una prospettiva unitaria agli impulsi di autogestione che stavano nascendo all'interno del "Movimento dei Consiglieri" fondando nel Wüttemberg un iniziativa civica basata sulla "Triarticolazione dell'organismo sociale". Per questa egli assunse i motivi conduttori della rivoluzione francese- libertà, uguaglianza, fraternità- come "direttive operative" di tre diverse funzioni sociali: il liberalismo come fondamento della vita spirituale, tradotto poi nell'istituzione di una libera scuola; la democrazia come ideale ispiratore delle istituzioni statali, la solidarietà come punto di partenza di una vita economica organizzata in modo associativo. Questo progetto sociale differenziato, una sorta di "terza via" tra Capitalismo e Socialismo, trovò in un primo momento molti consensi, sia nell'ambiente liberal-borghese che in quello socialista non ortodosso, ma si scontrò ben presto con la decisiva resistenza dei partiti politici al potere. Ciononostante, si riuscì a fondare la prima scuola comunitaria tedesca, nella quale venivano educati insieme ragazze e ragazzi di diversa estrazione sociale e diverse capacità: la scuola Waldorf. Il nome derivava dalla fabbrica di sigarette "Waldorf-Astoria" di Stoccarda, il cui direttore Emil Molt, un imprenditore proveniente da un ambiente semplice, si distinse negli anni turbolenti del dopoguerra per una serie di lungimiranti iniziative sociali. Egli si rivolse a Rudolf Steiner, per chiedergli di appoggiare la creazione di una scuola, per i figli degli operai che lavoravano nella sua fabbrica, affidandogli l'organizzazione pedagogica della scuola. Sei mesi più tardi, nel settembre del 1919, venne inaugurata la prima scuola Waldorf, che disponeva di 12 insegnati per 8 classi e 256 scolari. Il nostro obiettivo: elaborare una pedagogia che insegni ad apprendere, ad apprendere per tutta la vita dalla vita stessa. Rudolf Steiner 1. PEDAGOGIA STEINERIANA, EDUCAZIONE PER LA VITA Oggi la pedagogia steineriana è diffusa in 80 Paesi dei cinque continenti con circa 900 tra Scuole, asili e centinaia di migliaia di alunni. Essa mira a sviluppare individualità libere, in grado di continuare ad imparare dalla vita. Va in questa direzione cercando di riconoscere, coltivare e portare a manifestazione le potenzialità di ciascun bambino, rispettando i tempi della sua evoluzione fisica e interiore. Il bambino è un essere in divenire e importanti trasformazioni sono in relazione a diverse fasi di sviluppo. Queste sono legate ad un ritmo di settenni. L’approfondita conoscenza dei processi di sviluppo permette all’educatore di coglierli e accompagnarli con interventi pedagogici adeguati. Grande importanza hanno le conoscenze su come, parallelamente a importanti mutamenti fisici, si evolvono gradualmente le facoltà dell’animo umano: volere, sentire e pensare. Per un sano sviluppo del bambino è necessario cercare un equilibrio dinamico, in altre parole un ‘respiro’, tra due correnti. Da un lato devono essere educate le capacità di accogliere e comprendere il mondo esterno attraverso un affinamento dei sensi e, successivamente, la conquista di un rigoroso pensiero riflessivo. Dall’altro bisogna curare nel bambino tutto ciò che lo rende attivo: l’attività motoria, la fantasia, l’espressività, la creatività, l’iniziativa. Sono infatti questi ultimi aspetti che nell’epoca contemporanea dominata 1 dalle informazioni, dalle macchine e dalla realtà virtuale, rischiano di venire trascurati; il che può comportare un impoverimento dell’esperienza del bambino e, soprattutto, pregiudicare la formazione di una sana e forte capacità di iniziativa autonoma. Fin dalla nascita del bambino i genitori possono trovare, nel patrimonio conoscitivo offerto della pedagogia steineriana, indicazioni concrete a proposito di salute, alimentazione, ritmo, approccio educativo e tutto ciò che riguarda la vita del piccolo ed il modo migliore per aiutarlo a crescere. Nell’incontro con la realtà scolastica la collaborazione tra genitori e insegnanti è di grande importanza per l’esito positivo del processo educativo. Tutte le esperienze che il bambino incontrerà si imprimeranno nel suo essere influenzando il modo in cui si comporterà da adulto. È compito dell’educatore, insegnante e genitore, riconoscere le potenzialità del bambino, rimuovere gli ostacoli sulla via del suo sviluppo e aiutarlo a superare quelli che non si sono potuti rimuovere, affinché tali potenzialità si possano attuare al meglio. Si accompagnerà il bambino a sviluppare sempre armonicamente l’attività delle mani, del cuore e della mente. Proprio su questo equilibrio poggerà la sua capacità futura di divenire un uomo libero, fiducioso in se stesso e capace di contribuire allo sviluppo della comunità umana. Se il mondo di domani potrà essere un luogo in cui la pace, i diritti umani, la democrazia, la tolleranza, la multiculturalità avranno maggior spazio di oggi dipenderà in massima parte dall’educazione, ed è proprio agli aspetti sociali che l’educazione Waldorf dedica una particolare attenzione. È così che nelle Scuole Waldorf si cerca di coltivare nei ragazzi con predisposizioni diverse la capacità di trovare il giusto equilibrio nella propria vita: il temperamento leggero e incostante acquisirà la necessaria profondità e riflessività, quello lento e pigro un maggiore slancio. Ci si rivolge al bambino dedicando pari attenzione sia alla maturazione individuale sia a quella sociale. Questo avviene, per esempio, attraverso l’esperienza del ritmo, con l’alternarsi giornaliero di attività pratiche, creative e che stimolano l’ingegno e attraverso le celebrazioni legate alle festività dell’anno. Viene riconosciuta pari dignità alle materie intellettuali, artistiche e manuali, con la consapevolezza che dita abili producono agilità di pensiero. Alle discipline tradizionali si aggiungono due lingue straniere fin dalla prima classe, arti visive e musicali, lavori manuali, disegno di forme, giardinaggio, euritmia e ginnastica Bothmer. Gli allievi sono stimolati ad esprimere le loro abilità traendone soddisfazione personale, e ad interessarsi anche a quelle dei compagni, rendendo viva l’esperienza di armonia del gruppo in classe. La competitività non è sollecitata attraverso voti o giudizi schematici, ma si osservano e si descrivono talenti e debolezze degli allievi attraverso un linguaggio poetico che stimola al superamento delle difficoltà o evidenzia le positività. Da tutto questo il bambino impara a stare e a fare insieme con gli altri, con la forza che nasce dall’aver sviluppato ed esercitato una concreta sensibilità al sociale. Per sua natura il bambino nutre sentimenti di stupore, di venerazione e di profondo rispetto, che permettono l’accesso a ciò che l’uomo può percepire come divino. La civiltà contemporanea occidentale affonda invece le sue radici nella scienza materialistica; è perciò necessario trovare un nuovo approccio per riportare alla giusta dimensione il senso di religiosità. Nelle Scuole Waldorf la religiosità, innata in ogni bambino, viene rispettata e coltivata attraverso una particolare cura di quei sentimenti di stupore, venerazione e rispetto. Così il bambino impara a sentirsi parte dell’universo. Detto questo, si può notare quanto nei Quattro pilastri dell’educazione indicati da Jaques Delors nel suo rapporto del 1997 per l’Unesco si riconoscano i principi della pedagogia Waldorf, nata nel 1919: Imparare a Vivere Insieme. Imparare a Conoscere. Imparare a Fare. Imparare a Essere. 2. ARTE E ARTIGIANATO COME NUTRIMENTO DELL’ANIMA A scuola l’esperienza artistica accompagna costantemente gli allievi, rendendo interiormente vivo sia l’apprendimento legato allo studio, sia quello legato alla vita. Ecco le arti e le attività di artigianato che vengono proposte nel secondo settennio: altre ne verranno aggiunte nel terzo. 2 PITTURA, DISEGNO Dipingere con gli acquerelli o disegnare liberamente è per i bambini il modo ideale di esprimere le proprie emozioni, e anche di liberarsi da stati d’agitazione che a volte li opprimono. Classe dopo classe i bambini passano da un fase più istintiva ad una più consapevole, partendo dal puro accostamento di colori fino ad arrivare alla raffigurazione e alla riproduzione. Giungono poi ad acquisire elementi più tecnici, come la prospettiva, il ritratto e il chiaroscuro che rispecchia i contrasti tipici dell’età adolescenziale. Pittura e disegno sono spesso complemento di altre materie di studio, quali la storia, la geografia, la zoologia, la botanica… MODELLAGGIO Dall’asilo all’VIII Classe i bambini sperimentano prima il calore, la morbidezza e la malleabilità della cera, per poi passare alla plasticità più impegnativa della creta. Le forme via via modellate hanno a che fare con gli argomenti di studio del periodo; si passa dunque dagli animaletti e i personaggi delle fiabe, ai mestieri, alla figura umana, agli animali studiati in zoologia, alle piante, fino ad oggetti, utensili e solidi geometrici. SCULTURA IN LEGNO Si inserisce dalla V o VI Classe per far sperimentare ai ragazzi che anche i materiali hanno una propria natura che va conosciuta e rispettata prima di poterli modellare. I ragazzi realizzano in legno oggetti e manufatti di vario genere. MUSICA L’insegnamento della musica, così come quello della pittura, non ha come fine quello di creare artisti in erba, ma quello di accompagnare la crescita delle capacità percettive ed espressive e della sensibilità dell’anima. Dapprima i bambini sperimentano semplici melodie attraverso il canto, il flauto dolce e la lira. Negli anni seguenti si aggiungono, oltre ad altri strumenti, la scrittura musicale e lo studio della storia della musica. A volte si arriva a formare un’orchestra di classe o della scuola. E URITMIA L’euritmia è un’arte del movimento che rende visibili musica e parole. Battute, ritmo, note, intervalli, melodie, suoni, metrica e atmosfera interiore vengono espressi tramite il movimento, che quindi riesce a rendere manifesta la natura sia fisica sia spirituale dell’essere umano. L’euritmia, agendo sul bambino nel suo complesso, ha perciò una grande funzione equilibratrice e risanatrice. RECITAZIONE Anche quest’esperienza viene vissuta da tutti i bambini per l’intero percorso scolastico, con periodiche rappresentazioni di recite, concerti e spettacoli di euritmia. Offrire ad un pubblico il proprio lavoro educa al piacere di donare. Preparare uno spettacolo teatrale, calarsi in un personaggio, armonizzarsi con gli altri sviluppa la fiducia in se stessi e il coraggio di osare. GIARDINAGGIO, FALEGNAMERIA, LAVORI MANUALI Dare forma o vita con le proprie mani. Questo è il senso di queste discipline che, in misura diversa, accompagnano i bambini fin dalle prime classi. Sviluppare il senso del tatto, esercitare l’olfatto e il buon gusto ed esercitarsi a compiere certi movimenti in modo corretto aumenta le forze vitali del bambino e lo educa al rispetto, alla cura e al senso etico. 3 Il peggio che si possa dare ai bambini sono definizioni, concetti rigidamente limitati poiché questi non possono crescere, ma il bambino cresce insieme al suo organismo. Il bambino deve avere dei concetti plastici che cambiano di continuo la loro forma a mano a mano che diventa più maturo. Concetti viventi si ottengono soltanto se lo si introduce in quanto nel mondo è vivente nella natura. Egli acquista così concetti mobili e la sua anima può crescere in un corpo che cresce come la natura. Rudolf Steiner 3. PRIMO SETTENNIO : UN MONDO BUONO DA IMITARE IL GIARDINO D’ INFANZIA Nel primo settennio il bambino impara a camminare, a parlare, a pensare e a dire ‘io’ a se stesso. Senza l’esempio di altri uomini da imitare il bambino non imparerebbe a crescere nel modo giusto. Non solo i gesti, ma anche i sentimenti delle persone che il bambino ha intorno a sé vengono assorbiti fino a divenire parte del suo essere: è così che apprende le qualità morali che saranno determinanti per il suo futuro. In questa fase il bambino va protetto da stimoli troppo intellettuali, ritenuti deleteri, immergendolo in un mondo buono, ricco di fantasia, immagini, gioco e devota meraviglia. La sua volontà ed il suo impulso a ‘fare’ vengono sviluppati dai maestri attraverso la proposta di tante attività della vita casalinga o artigianali. L’ambiente in cui i piccoli si muovono è estremamente curato, arredato con mobili in legno. I giocattoli sono molto semplici, spesso costruiti dai genitori o dai maestri con materiali naturali;sono essenziali e poco definiti perché la fantasia del bambino possa farli vivere come desidera. Si organizzano ritmicamente nel corso della giornata e della settimana semplici gesti quotidiani, come la cura delle piante o la preparazione del pane; si crea un’atmosfera serena con il gioco, le fiabe, la musica, la pittura ed il movimento; ecco come si offrono al bambino il calore e la serenità necessari a nutrire la sua anima. 4. SECONDO SETTENNIO : UN MONDO BELLO DA SPERIMENTARE LA SCUOLA DELL’ OBBLIGO (I – VIII CLASSE ) Nel secondo settennio il bambino ricerca il rapporto con il mondo e con chi lo abita, acquista quindi importanza l’educazione dei sentimenti attraverso l’esperienza del bello. Nei primi tre anni di scuola sono fondamentali il ritmo e l’immaginazione, che porteranno successivamente al risveglio di un pensiero più logico. Il maestro come autorità amata diventa la porta che si affaccia sul mondo, in una relazione che muterà di pari passo ai mutamenti del bambino. Ogni classe inizia il suo percorso con un maestro che la accompagnerà come figura di riferimento, per tutto il ciclo di 8 anni, affiancato, nel corso del tempo, da altri insegnanti specializzati nelle singole materie. Compiti principali del maestro di classe sono di presentare le lezioni nel modo più vivo e artistico possibile e armonizzare i vari talenti e temperamenti dei ragazzi sì da suscitare simpatia, tolleranza e senso sociale. L’insegnamento delle materie segue lo stesso schema per tutto il periodo scolastico. Ogni mattina le prime due ore sono dedicate alle materie principali che vengono trattate continuativamente per più settimane, cioè a ‘epoche’, per favorire la concentrazione e l’approfond imento. Questo facilita l’introduzione, in ogni lezione, di altre materie ad essa correlate: drammatizzazione, disegno, poesia… 4 Dopo una pausa, ci si dedica alle materie che richiedono un ritmo preciso e una pratica costante: attività artistiche, linguistiche, manuali e motorie, in cui il maestro di classe può essere sostituito o affiancato dai maestri di materia. Le lingue straniere vengono introdotte fin dai primi anni in quanto l’impulso all’imitazione, tipico di questa età del bambino, consente una maggiore facilità di apprendimento. All’inizio l’insegnamento passa attraverso la ripetizione di filastrocche e canzoncine, per poi arrivare all’introduzione degli aspetti linguistici e grammaticali nelle classi successive. I lavori manuali sono materia di esercitazione permanente fino alle superiori, a iniziare dal lavoro al telaio, ai ferri e all’uncinetto per i bambini e le bambine, fino a trasformarsi in attività di ricamo, cucito e realizzazione di costumi per le recite. La storia si affronta nei primi tre anni tramite fiabe, leggende e racconti dall’Antico Testamento. In IV Classe si passa alla mitologia nordica, in V alle prime culture orientali, fino ad arrivare ai Greci e ai Romani in VI Classe, al Medioevo e al Rinascimento in VII, passando poi alla Rivoluzione Francese e giungendo fino al XX secolo in VIII Classe. La geografia, a sua volta, segue un percorso che passa dall’osservazione della natura ad un approfondimento graduale, che in IV Classe diventa più vicino al territorio in cui si vive, si espande in V studiando i popoli e i territori lontani per risvegliare un sentimento di fraternità e diventa più scientifico e antropologico dalla VI fino all’VIII Classe. Le scienze mantengono un connotato immaginativo legato al mondo della natura fino alla III Classe. Dalla IV Classe si iniziano a studiare antropologia e zoologia, dalla V botanica, dalla VI geologia e fisica. In VII si aggiungono astronomia, chimica e scienza della nutrizione ed in VIII meteorologia, rispondendo così alla necessità profonda dei preadolescenti di accostarsi al mondo e alle sue leggi anche attraverso l’esercizio di un pensiero logico-razionale autonomo. Il disegno di forme avvicina i bambini alla geometria prima ancora che sappiano usare la riga e il compasso: il bambino di I Classe traccia una forma sul foglio dopo averla prima sperimentata con il movimento del corpo. In III Classe si introduce la simmetria, in IV si sperimentano le forme più complesse della natura, in V ci si avvicina alla geometria vera e propria che verrà poi studiata dal punto di vista logico, matematico e volumetrico in VI, VII e VIII Classe. Aritmetica e matematica, così come l’italiano, vengono insegnati per tutto il ciclo scolastico, accompagnati da esperienze artistiche e di ritmo adatte ad ogni età specifica, con l’obiettivo di radicare a poco a poco nel bambino e nel ragazzo il piacere di imparare, la fiducia nella comprensione, la capacità logica e il coraggio critico. Il metodo della scuola Waldorf cerca di adattare completamente il piano di studi ai principi di sviluppo, alle forze di sviluppo del bambino secondo le diverse età. Fino ai nove anni è necessario parlare delle cose del mondo, di piante e animali,di monti e fiumi come nelle fiabe, appellandosi di preferenza alla fantasia;piante, montagne e sorgenti gli devono parlare e venire incontro dal mondo esterno con lo stesso linguaggio che egli conosce già in se stesso. Quando raggiunge l’età caratterizzata fra i nove e i dieci anni, lo conduciamo alla botanica che fa parte dell’intelletto, ma dell’intelletto mobile, vivente e alla zoologia che conduce al rafforzamento della volontà. Rudolf Steiner 5. TERZO SETTENNIO : UN MONDO VERO DA CONOSCERE LA SCUOLA SUPERIORE (IX – XIII CLASSE ) Alle soglie della pubertà il ragazzo manifesta nuovi bisogni di conoscenza e di relazione. I suoi pensieri e le sue esperienze lo orientano verso ciò che gli appare come un ideale da raggiungere: il sapere del maestro, la chiarezza del pensatore o l’opera, la capacità creativa dell’artista. 5 Gli stati d’animo dell’adolescente oscillano tra mille contrasti e contraddizioni. I ragazzi anelano all’autonomia e alla libertà ma ancora non hanno conquistato la loro sicurezza interiore. Hanno sete di sapere, di trovare risposte agli interrogativi sulla vita e sul mondo attivando il loro pensiero. Per dare risposte agli interessi più profondi degli adolescenti, un gruppo di insegnanti maggiormente specializzati sostituisce il maestro di Classe nel guidarli e nell’indirizzare in modo responsabile le loro forze individuali e la loro autonomia di giudizio. Grande importanza acquista l’approfondimento delle materie scientifiche che stimolano l’esercizio dell’osservazione diretta del mondo e del pensiero logico-razionale. Fisica, chimica, biologia, topografia, economia, forestazione, e così via, vengono affrontate in modo sperimentale e vivo. Lo studio delle materie umanistiche ha il compito di educare ad un atteggiamento oggettivo rispetto alle emozioni, al superamento di simpatie ed antipatie grazie a solide basi conoscitive. Parsifal e la sua ricerca sono il simbolo di questo periodo. Le materie artistiche continuano ad affiancare le altre, aumentando di numero. Disegno in chiaroscuro, battitura del rame, forgia, tessitura, cartonaggio, legatoria, scultura del legno e del marmo si aggiungono infatti a musica, pittura, euritmia, recitazione, modellaggio della creta e falegnameria. Il teatro mantiene un ruolo rilevante nel corso di studi superiori: allestire un lavoro teatrale aiuta la maturazione personale e sociale degli allievi. Grande valore per la formazione della personalità hanno anche alcuni stage pratici, della durata di una o due settimane, in cui l’intera classe è impegnata nelle attività di agricoltura, forestazione e agrimensura. Infine altre due esperienze caratterizzano il piano di studi: il lavoro finale e il Prakticum sociale. Il primo è un lavoro individuale che ciascun allievo svolge su un tema da lui scelto e che presenterà in pubblico, sotto forma di conferenza. È una sorta di tesi, costituita da una parte teorica ed una pratica-manuale, sviluppata con il supporto di un insegnante relatore. Il secondo è invece un’esperienza che si svolge nell’ultimo anno, e che impegna i ragazzi per due o tre settimane in un’attività lavorativa a fini sociali, in Italia o all’estero. Non ci si deve chiedere: cosa deve sapere ed essere in grado di fare l’uomo per l’ordine sociale, perché questo già esiste; bensì: cosa vi è di predisposto nell’essere umano e cosa può essere sviluppato in lui? In questo modo sarà possibile arricchire l’ordine sociale di forze sempre nuove provenienti dalla generazione degli adolescenti. Allora, in questo ordine ci sarà sempre la vita che gli uomini, entrati a fare parte di essa, sapranno realizzare; ma non si faccia della generazione degli adolescenti ciò che vuole l’attuale organizzazione sociale. Rudolf Steiner 6. LA FUNZIONE EDUCATIVA DEGLI SPAZI SCOLASTICI La pedagogia steineriana o Waldorf esprime anche, tra il grande numero di strumenti educativi, un modo di concepire le qualità dell’ambiente, e indica come creare un’architettura, che non solo è in sintonia con i suoi principi e metodi educativi, ma è anche in grado di rispondere e soddisfare gli attuali e più ampi bisogni dell’uomo: di tipo fisico e corporeo, di tipo psicologico ed emotivo, di tipo culturale e spirituale. Infatti l’architettura, come ambito fisico esterno che ci ospita e ci circonda, influenza non poco l’uomo in divenire. Nel primo settennio di vita del bambino l’architettura con la sua sostanza e la sua presenza fisica concreta agisce direttamente nella conformazione e nell’organizzazione dell’organismo corporeo, fisico e vitale dell’uomo. Nel secondo settennio opera inducendo nel bambino anche esperienze animiche, prevalentemente attraverso l’immagine che offre il suo aspetto formale artistico. Nel terzo settennio opera mostrandosi all’intelletto del giovane con le sue caratteristiche di razionalità, funzionalità, chiarezza, complessità, dinamicità e così via.. Un’architettura che sia in grado di svolgere questo mutevole ruolo di stimolo non risponde quindi solo a criteri di estetica, efficienza ed economicità, comuni per altro ai migliori edifici oggi progettati, ma va oltre: ‘dialoga’ con l’uomo ed esercita un’azione educativa come una sorta di ‘maestro silenzioso’, ma attivo ed efficace, che fa da concreto supporto all’attività educativa del maestro in carne ed ossa. Forme, colori, spazi, materiali, se concepiti ed elaborati in modo artistico e sensato, suscitano in chi ne fruisce esperienze formative, più o meno inconsapevoli, sia di tipo biologico-organico (educazione sana del corpo, per la salute fisica e organica), sia di tipo 6 intellettuale e psicologico (educazione dei sentimenti ed estetica: educazione al bello), sia di tipo morale, sociale e culturale (educazione dello spirito). Questa architettura, pensata in sintonia con l’azione educativa della pedagogia della Scuola Waldorf, è stata chiamata da Rudolf Steiner ‘organica vivente’ e si è concretizzata in una serie di edifici di varia tipologia da lui realizzati. Il movimento dell’architettura organica vivente si è sviluppato in varie parti del mondo e ne esistono numerose e significative realizzazioni che hanno proprio nel campo dell’architettura per la scuola alcuni degli esempi migliori e più caratteristici. 7. PRIMA DI INSEGNARE ABBIAMO COLTIVATO IL PIACERE DI IMPARARE . Essere insegnante di Scuola Waldorf richiede entusiasmo e abilità creativa nell’insegnare, oltre ad un cammino personale di conoscenza e trasformazione nel senso dell’Antroposofia. Ogni insegnante deve aver partecipato ad uno specifico corso di formazione della durata di almeno 2 anni. Oltre agli aspetti filosofici, antropologici, pedagogici e didattici propri del pensiero steineriano, questo corso trasmette ai futuri maestri l’importanza dell’autoeducazione come esperienza di vita. La Scuola Waldorf è una comunità in cui l’apprendimento dei bambini e dei ragazzi è stimolato e favorito dalla tensione che vive negli adulti verso un sempre rinnovato entusiasmo nel continuare ad apprendere. Il Collegio degli Insegnanti, di cui fa parte anche il medico scolastico, è responsabile dell’intero lavoro pedagogico. Nei suoi incontri settimanali il Collegio si dedica ad approfondimenti sui singoli bambini e sulle diverse realtà di classe. 8. INSEGNANTI E GENITORI INSIEME PER IL DONO DELL’EDUCAZIONE. Ogni Scuola Waldorf nasce per libera iniziativa di un gruppo di persone che riconoscono il valore della pedagogia steineriana e vogliono metterla a disposizione di una comunità. La scuola è normalmente gestita da un’Associazione culturale senza fini di lucro. A meno che non siano accessibili finanziamenti pubblici, situazione oggi ancora poco frequente in Italia, tutti i costi di gestione devono trovare copertura attraverso quote scolastiche, donazioni o sponsorizzazioni e altri contributi. Sarebbe un errore rapportarsi all’educazione sul piano economico in termini di scambio. Non si tratta infatti di pagare un servizio solamente in base agli aspetti ed ai risultati visibili ma piuttosto di rendere possibile e sana, anche per quanto riguarda il denaro, un’esperienza che trova invece nella donazione la sua qualità più propria: i genitori donano alla scuola affinché gli insegnanti possano donare la propria opera, e in futuro i bambini potranno donare al mondo tutti i propri talenti liberamente sviluppati. Un mondo in cui i talenti possono manifestarsi è più ricco per tutti coloro che possono goderne, e più sano anche sul piano economico. In questo spirito le Scuole Waldorf promuovono all’interno della comunità scolastica la solidarietà economica, per permettere anche ai figli di famiglie poco abbienti di poterle frequentare. Saranno la generosità di chi ha mezzi maggiori e la capacità di concepire altre fonti di entrata per la scuola a rendere possibile tutto ciò. Ma gli aspetti economici sono solo un elemento, per quanto importante, della vita sociale di una Scuola Waldorf. Le occasioni di incontro per vari motivi (lavoro, decisioni, studio, feste) si moltiplicano e chi lo vuole può trovare un ambito umano in cui il bene superiore dell’educazione dei piccoli aiuta anche i grandi a dare il meglio di sé. Intenso è anche lo scambio e la collaborazione tra insegnanti e genitori. Si cerca di costruire una comunità in cui i bambini possano trovare le migliori condizioni di crescita. 9. IL MOVIMENTO STEINER-WALDORF MONDIALE . In tutto il mondo le Scuole steineriane sono libere, quindi ognuna di esse opera in modo assolutamente indipendente, naturalmente nel rispetto dell’identità dello specifico progetto pedagogico cui si ispira. Esistono però reti di collegamento tra le scuole, a livello prima nazionale e poi anche internazionale. L’organismo principale in questo ambito è lo European Council for Steiner Waldorf Education (ECSWE), che comprende le associazioni nazionali delle Scuole Steiner di più di venti Paesi europei, ma con rappresentanza anche di quelli extraeuropei. Nell’ambito di queste reti si svolge un continuo scambio d’esperienze sul piano didattico e di collaborazioni a livello di ricerca. È inoltre consistente la dimensione di fratellanza economica che fa convogliare aiuti dai Paesi più ricchi a quelli più bisognosi. Il movimento pedagogico Steiner-Waldorf è tra i promotori 7 dell’EFFE (European Forum for Freedom in Education) e dell’Alliance for Childhood. Si tratta di realtà che, a vari livelli, cercano di aggregare le forze di chi, partendo dai retroterra culturali più diversi, ha comunque a cuore i temi rispettivamente della libertà d’educazione e del diritto all’infanzia. Dal 1919 le Scuole Waldorf si sono infatti diffuse in tutti i continenti; attualmente al mondo se ne contano circa 870. A queste si aggiungono i Giardini d’infanzia, circa 1.700. Questi numeri rendono quello steineriano il movimento laico di Scuole indipendenti maggiormente diffuso al mondo. La sua presenza è più forte nei Paesi scandinavi, in Olanda, in Germania, negli Stati Uniti, in Svizzera, nel Regno Unito. Rapidissimo è stato lo sviluppo nei Paesi dell’ex Patto di Varsavia, mentre continua l’espansione ed il rafforzamento anche nelle parti del mondo economicamente più deboli. È interessante notare che le Scuole steineriane sono presenti in luoghi con tradizioni culturali e religiose diversissime, con le quali si armonizzano. Oltre che nelle aree a prevalenza cristiana, ne esistono infatti anche in India, Giappone, Egitto, Israele, Sud Africa ed in molti altri Paesi - in totale più di 80 - sparse in tutti i continenti. Nella maggior parte degli Stati le Scuole steineriane ricevono finanziamenti pubblici. A fianco delle Scuole Waldorf esiste un vasto movimento di realtà pedagogiche per bambini e ragazzi con esigenze particolari, in cui viene praticata la pedagogia curativa messa a punto attraverso l’esperienza dei Camphill. 10. LA PRESENZA DEL MOVIMENTO IN ITALIA. La pedagogia steineriana è approdata in Italia solo nel 1949 e fino all’inizio degli anni Novanta ha avuto una diffusione contenuta; da allora è invece cominciata una nuova fase che ha reso l’Italia il Paese, in Europa, con il più alto tasso di aumento del numero delle scuole. Attualmente (2003) si contano circa 25 scuole ed un numero più che doppio di Giardini d’infanzia, per un totale di più di 3.000 bambini, con una netta concentrazione di presenze al Nord. Solitamente le scuole realizzano il ciclo dalla I all’VIII Classe; al momento esiste una sola scuola superiore, a Milano, con due indirizzi: Liceo Scientifico e Istituto d’Arte. Sono in totale una settantina i gruppi locali di pedagogia steineriana, alcuni dei quali si limitano per ora a ‘preparare il terreno’ per la nascita di un Giardino d’infanzia. A fianco di scuole ed asili esistono Centri di formazione insegnanti; attualmente sono presenti a Oriago (VE), a Milano, a Verona, a Sagrado (GO), a Bologna, a Roma, a Taranto. I corsi sono strutturati a tempo pieno per la durata di due anni, oppure con soluzioni per chi già lavora, che consentono la frequenza durante fine settimana o settimane intensive nell’arco di tre o più anni. L’ esperienza della pedagogia curativa è attualmente presente in Italia solo in un piccolo numero di realtà: richiede operatori con una formazione molto accurata che non è stata sinora possibile ottenere nel nostro Paese. Esiste comunque l’Associazione Nazionale di Lingua Italiana per la Pedagogia Curativa e la Socioterapia Antroposofica. Dal 1992 esiste la Federazione delle Scuole Rudolf Steiner in Italia, che ha lo scopo di sostenere lo sviluppo, la diffusione e la tutela della pedagogia steineriana a livello nazionale, nonché di curare i rapporti con il Ministero dell’Istruzione e le varie relazioni esterne ed internazionali, in particolare con il movimento Waldorf mondiale. Respingo l’idea che la scuola debba insegnare direttamente quelle conoscenze specializzate che si dovranno usare poi nella vita. Le esigenze della vita sono troppo molteplici perché appaia possibile un tale insegnamento specializzato nella scuola. La scuola dovrebbe sempre avere come suo fine che i giovani ne escano con personalità armoniose, non ridotti a specialisti. Lo sviluppo dell’attitudine a pensare e giudicare indipendentemente dovrebbe essere sempre al primo posto. Albert Einstein Roberto Maldone Presidente della Federazione delle scuole Rudolf Steiner in Italia 8