Cosa è la Mediazione Familiare?
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Cosa è la Mediazione Familiare?
Cos’è la Mediazione Familiare? Sintesi della dott.ssa Carolina Di Muzio, Consultorio UCIPEM di Vittorio Veneto (TV) Cos’è la Mediazione Familiare? è un percorso di aiuto alla famiglia prima, durante e dopo la separazione o il divorzio; ha come obiettivo quello di offrire agli ex-coniugi un contesto strutturato e protetto dove raggiungere accordi concreti e duraturi su alcune decisioni, come l’affidamento e l’educazione dei minori, i periodi di visita del genitore non affidatario, la gestione del tempo libero, la divisione dei beni; il percorso è guidato da un professionista che, come terzo imparziale e con una formazione specifica, aiuta i due genitori ad elaborare gli accordi; si colloca al di fuori del contesto giudiziario ed avviene nella garanzia del segreto professionale; l’intervento viene effettuato con entrambi i partner e, quando il mediatore lo ritenga necessario, anche con i figli, riconoscendo il ruolo attivo che essi svolgono all’interno della dinamica familiare; si articola in un numero limitato di incontri, in media 10-12, compresi gli eventuali incontri di follow-up, della durata di 90-120 minuti l’uno. A cosa serve la Mediazione Familiare? Possiamo sinteticamente riassumere che la Mediazione Familiare in generale serve: ad accompagnare i genitori in conflitto nella ricerca di soluzioni reciprocamente soddisfacenti per sè e per i figli; a trovare o ritrovare una comunicazione il più possibile funzionale che permetterà loro di rispettare gli accordi e di essere capaci di trovarne altri in base all’evoluzione dei bisogni di tutti i membri della famiglia e dei cambiamenti che la vita porterà loro di fronte. A livello individuale offre: maggior stima di sé e riconoscimento del valore dell’altro; possibilità di espressione delle emozioni ed elaborazione del lutto della separazione; ridefinizione della propria identità personale; analisi delle conseguenze personali derivanti dalla separazione; prevenzione dell’insorgere di psicopatologie. Cos’è la Mediazione Familiare? dott.ssa Carolina di Muzio A livello relazionale permette: miglioramento delle capacità comunicative al di là del conflitto; riconoscimento dei bisogni di genitori e figli; continuità genitoriale e responsabilizzazione del reciproco ruolo genitoriale; legittimazione reciproca dei genitori e delle loro stirpi; il mantenimento di una buona relazione con le reti extrafamiliari (amicizie); condizioni elaborate dai genitori autonomamente e non imposte dal genitore più forte (economicamente o emotivamente) o dall'autorità giudiziaria competente. A livello sociale consente: genitori non affidatari più coinvolti nel loro ruolo genitoriale sotto il profilo quantitativo e qualitativo; accordi più equi, più condivisi e quindi più rispettati nel tempo; garanzia di assoluta riservatezza e del segreto professionale; riduzione dei tempi e dei costi rispetto alle controversie giudiziarie. A chi può essere utile la Mediazione Familiare? Ai coniugi che hanno deciso di porre fine al proprio matrimonio. A coloro che stanno pensando di farlo. Alle coppie in crisi indecise sul da farsi. Alle coppie già divorziate che intendono rivedere i propri accordi. Le differenze rispetto alla via giudiziale tradizionale I coniugi in Mediazione Familiare sono stimolati a prendere in modo autonomo le proprie decisioni e ad essere responsabili del proprio futuro. Il presupposto di fondo è che nessuno meglio di loro sia in grado di prendere quelle decisioni che andranno a regolare ed organizzare la loro vita futura e quella degli altri membri del nucleo familiare. Il ricorso alla giustizia formale implica, invece, una posizione di delega passiva che limita lo spazio per l'esercizio della soggettività dei protagonisti della separazione. Come molti studiosi hanno evidenziato, il modello giudiziario si fonda per definizione sulla "contrapposizione delle parti" e finisce quindi per adattarsi male al contenzioso della separazione, dove gli ex coniugi, pur avendo scelto di recidere il legame coniugale, continuano ad essere sempre genitori dei loro figli ed hanno quindi bisogno di mantenere una relazione per il bene dei bambini che essi hanno in comune. In Mediazione Familiare si cerca di affrontare il conflitto in modo diverso senza delegare il potere ad un terzo istituzionalmente incaricato. La filosofia alla base della Mediazione Familiare è che le lotte giudiziarie non sono vantaggiose né per i Consultorio UCIPEM di Vittorio Veneto –2– Cos’è la Mediazione Familiare? dott.ssa Carolina di Muzio coniugi né per i figli, che farsi la guerra in tribunale sia il modo peggiore e più dannoso di porre fine ad un matrimonio. Molto spesso i costi imposti dalla via giudiziaria sono, dal punto di vista economico ed emotivo, molto alti. Troppe separazioni offrono un panorama pressoché identico: un coniuge che si sente ferito, tradito, deluso o abbandonato e cerca una compensazione, un vantaggio sull'altro imbastendo liti legali che durano anni per "ottenere la casa, l'affidamento dei figli, un assegno più alto" ecc. Il tutto senza pensare che dopo anni di lotte in tribunale, la maggior parte delle volte si finisce per ottenere meno di quanto l'altro coniuge sarebbe stato disposto ad offrire spontaneamente all'inizio prima degli scontri. Inoltre una grande e lunga conflittualità porta inevitabilmente a patologizzare il divorzio ed i suoi attori principali e secondari. La Mediazione Familiare consente ai coniugi di redigere, attraverso un percorso di negoziazioni a tappe, un documento di accordo che i coniugi presenteranno poi quando necessario, per il tramite dei loro avvocati, al giudice per la necessaria ratifica ufficiale. La figura del mediatore Nella sua definizione rigorosa la Mediazione Familiare si rivolge ai coniugi che hanno deciso di separarsi: il mediatore, figura imparziale e qualificata, ha il compito di guidare il processo di elaborazione degli accordi di separazione, chiarendo le posizioni, i desideri, le aspettative ed i diritti delle parti, aiutandole a trovare valide alternative ed a superare le impasse di un irrigidimento nella comunicazione e nella negoziazione. Spesso, tuttavia, il mediatore si trova di fronte a coppie indecise e dubbiose sul da farsi, a coniugi che data la situazione di alta crisi che stanno vivendo sono insicuri di sé e del proprio futuro: in questo caso, allora, prima di iniziare il processo di mediazione vero e proprio il mediatore struttura una serie di incontri in cui la coppia viene stimolata a lavorare e a riflettere sul futuro, sulle opzioni disponibili e sulla via da seguire. In caso di presa di decisione alla separazione si procede con la mediazione altrimenti si rinvia alla consulenza o alla terapia di coppia. Il mediatore quindi è un terzo soggetto imparziale e professionalmente preparato che, soprattutto in presenza di una forte conflittualità di coppia, provenga dall’area della salute mentale, ha acquisito conoscenze di tipo interdisciplinare in campo sociale e giuridico. Egli aiuta la coppia a stabilire una comunicazione costruttiva ed efficace. La figura del mediatore serve ad evitare che la coppia corra il rischio di venire schiacciata dalla crisi. Egli è responsabile del processo di negoziazione: ha il compito di guidarlo, dirigerlo ed evitarne le insidie e le cadute nel vuoto; raramente interviene nei contenuti, di esclusiva competenza dei protagonisti, cioè degli ex coniugi. Sa accogliere e gestire le emozioni dei coniugi ed è consapevole delle proprie. L'imparzialità del mediatore implica che egli non parteggi per l'uno o per l'altro coniuge, in un atteggiamento di “equivicinanza”, empatia, non giudizio. Consultorio UCIPEM di Vittorio Veneto –3– Cos’è la Mediazione Familiare? dott.ssa Carolina di Muzio Come si svolge la Mediazione Familiare? Il percorso di Mediazione Familiare si delinea attraverso delle fasi tipiche, il cui sviluppo varia in base alle diverse esigenze espresse dalla coppia in separazione. Il processo di Mediazione Familiare, di regola, si svolge attraverso i seguenti passaggi chiave: LA PRE-MEDIAZIONE IL CONTRATTO DI MEDIAZIONE LA NEGOZIAZIONE RAGIONATA LA REDAZIONE DEGLI ACCORDI LA PRE-MEDIAZIONE La prima fase è finalizzata a creare le condizioni emotive migliori affinché i partner siano disponibili a negoziare la posta in gioco della loro separazione. Questa fase, di pre-mediazione, mette a tema la presa di decisione della separazione da parte di entrambi i componenti della coppia. È utile allo scopo che entrambi i partner, con l'ausilio del mediatore, facciano un bilancio personale, coniugale e genitoriale degli anni vissuti insieme, riconoscendo ed elaborando le motivazioni che hanno condotto alla separazione e le implicazioni emotivo-affettive connesse alla frattura della relazione. Durante questi primi incontri viene quindi verificato se la scelta della separazione appare o meno definitiva e, in quest'ultimo caso, come già sopra menzionato la mediazione verrà proposta e illustrata quale risorsa utile per affrontare al meglio la difficile situazione presente e prefigurare positive prospettive di futuro per tutti i membri della famiglia. In questa delicata fase, il mediatore ha come obiettivo principale quello di superare le rigidità presenti tra i coniugi, sostenendoli e dando loro fiducia nel fatto che nonostante le difficoltà che stanno vivendo riusciranno, come molte altre coppie, a superare la situazione di stallo in cui si trovano e ritornare protagonisti della propria vita. IL CONTRATTO DI MEDIAZIONE Si accede poi alla seconda fase, in apertura della quale i genitori, con l'aiuto del mediatore, identificano e definiscono i temi che intendono discutere e riportare nel contratto di mediazione, dopo la stesura del quale ha inizio la negoziazione. La sottoscrizione del contratto di Mediazione rappresenta un momento di riflessione e di impegno che i genitori assumono, reciprocamente e innanzi al mediatore, ad intraprendere un percorso, rispettandone le regole e condividendone gli obiettivi. Gli argomenti affrontati possono essere i più vari: dalla modalità di comunicare la separazione ai figli ai criteri di quantificazione dell'assegno di mantenimento a loro favore o a favore del partner; dalla gestione dei rapporti con le rispettive famiglie di origine all'assegnazione della casa Consultorio UCIPEM di Vittorio Veneto –4– Cos’è la Mediazione Familiare? dott.ssa Carolina di Muzio coniugale; dalla presentazione dell'altro/a ai figli al calendario di visita nel periodo estivo o in occasione delle festività, ecc... LA NEGOZIAZIONE RAGIONATA La terza fase è la più lunga e costruttiva di tutto il percorso. La negoziazione ragionata utilizzata in mediazione si distingue da quella classica che vede semplicemente i due antagonisti prendere una posizione divergente, discutere facendosi delle reciproche concessioni per giungere a dei compromessi che non sempre risultano vantaggiosi per entrambi poiché implicano delle rinunce. La negoziazione in mediazione, invece, facilita l'esplorazione dei bisogni reali delle parti in conflitto al di là delle rigide posizioni assunte, creando una relazione soddisfacente che permette alla coppia genitoriale di trovare soluzioni condivise e di gestire in autonomia probabili negoziazioni future. Per ogni tema di discussione, il mediatore stimola il singolo partner ad identificare oggettivamente il problema e a definirne la personale soluzione dopo averne evidenziato i punti di disaccordo o di accordo già raggiunti. Successivamente, vengono esplorati i bisogni e gli interessi specifici di ognuno, genitori e figli, sottostanti alle posizioni assunte. Il mediatore, alla luce delle informazioni raccolte, stimola la coppia ad elaborare innovative e personali soluzioni possibili atte a raggiungere l'obiettivo identificato nel rispetto dei bisogni emersi. Ampliare il numero delle opzioni e delle alternative di scelta consente ai partner di valutare vantaggi e punti di debolezza di ciascuna soluzione proposta, facilitando così la presa di decisione che verosimilmente coinciderà con la soluzione che raggiunge l’obiettivo concordato, soddisfacendo al meglio bisogni di genitori e figli. La specificità di questo approccio non solo aiuta la coppia ad elaborare quanto emerge nel corso di ogni singolo incontro, ma le permette anche di sperimentare gli accordi via via raggiunti e prendere graduale coscienza che è possibile essere protagonisti della nuova situazione senza necessariamente subirla per delega al partner più forte, all'avvocato o, in terza istanza, al giudice. LA REDAZIONE DEGLI ACCORDI Al termine degli incontri, negoziati tutti i punti in conflitto, il mediatore stende gli accordi raggiunti in un progetto di intesa che consegna ad entrambi i partner, ognuno dei quali è libero di seguirne le indicazioni per riorganizzare in modo responsabile la propria vita e quella dei figli o di formalizzarlo ai fini di una procedura legale di separazione personale congiunta. Il mediatore familiare infatti, oltre a favorire una nuova modalità relazionale e comunicativa al di là del conflitto, redige un documento d'intesa che contiene le condizioni di separazione negoziate nei singoli incontri, nel rispetto dei peculiari interessi di ciascun membro della famiglia e sempre nell'ambito del quadro normativo vigente. Consultorio UCIPEM di Vittorio Veneto –5– Cos’è la Mediazione Familiare? dott.ssa Carolina di Muzio Il Consultorio con la Mediazione Familiare offre uno “Spazio Neutro” Numerose ricerche hanno messo in risalto come l’instabilità della relazione familiare susciti nei bambini sentimenti di paura, rabbia e colpa portandoli ad esprimere il proprio malessere attraverso comportamenti diversi: aggressività, regressione, facilità di pianto, rifugio continuato in fantasie di ‘reintegrazione’ familiare o di altro tipo. Nelle situazioni ad alta conflittualità la sofferenza nei figli può incidere in modo rilevante sul loro sviluppo evolutivo. Per i minori e i propri genitori mantenere il rapporto anche in situazioni gravissime significa mantenere il legame da un punto di vista biologico-storico della relazione, dare la chiave di accesso alle proprie radici aumentando la possibilità di elaborare i significati che avere quei genitori, quei nonni o quei figli comporta. Cosa è uno “Spazio Neutro”? è un luogo per i genitori e gli adulti dove poter affrontare e risolvere i conflitti per quel minimo indispensabile che permetta di ricostruire i legami interrotti; è un luogo terzo e non appartenente a nessuno dei contendenti, che può facilitare i genitori nel riconoscere il bisogno ed il diritto del bambino a vedere rispettati i suoi affetti e di ritrovare la propria storia, di cui non è depositaria solo una delle due parti in lotta; è un contenitore qualificato, esterno alle contese dei genitori, per imparare a salvaguardare la continuità della relazione genitori-figlio in un tempo delimitato; è un servizio per l’esercizio del diritto di visita quando non possibile presso la casa del genitore non affidatario; è un luogo di possibile incontro tra minori e le loro famiglie; è un luogo dove i minori possono riannodare relazioni difficili con i propri familiari ed esercitare il loro diritto al mantenimento delle relazioni; è neutro perché non è proprietà di nessuno ed in esso si sospende e neutralizza la discordia. 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