“I MASS MEDIA E LA COMUNICAZIONE CON I GIORNALISTI”

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“I MASS MEDIA E LA COMUNICAZIONE CON I GIORNALISTI”
 ABSTRACT SEMINARIO SEC PER I RICERCATORI ARISLA
“I MASS MEDIA E LA COMUNICAZIONE CON I GIORNALISTI”
Milano, 17/05/2013
1.
2.
3.
4.
Il panorama dei mass media in Italia
Come funzionano i mass media: la notizia, la redazione, i giornalisti
Embargo e policy delle riviste scientifiche
La comunicazione di crisi
1. IL PANORAMA DE MEDIA IN ITALIA
I giornali italiani stanno vivendo da diversi anni una profonda crisi dettata dalla progressiva
diminuzione dei lettori e dunque delle vendite e dall’avvento di Internet.
Ma oggi qual è il panorama dei media?
In Italia esistono grandi gruppi editoriali, come ad esempio RCS; il Gruppo De Benedetti, proprietario
del Gruppo L’Espresso che, oltre all’omonimo periodico, edita il quotidiano Repubblica; Finivest che
controlla la Mondadori; Confindustria che controlla il Sole 24 Ore, l’agenzia di stampa Radiocor e la
Radio 24, ecc.
Il panorama televisivo vede da un lato la televisione pubblica (la RAI) dall’altro le TV private (ad
esempio Mediaset, Sky, il Gruppo Cairo con LA7).
Quando si parla di stampa bisogna considerare anche la tipologia del mezzo: stampa generalista e
specializzata, quotidiani, periodici, agenzie di stampa, radio, televisioni. Fino ad arrivare al web che ha
radicalmente rivoluzionato il modo di fare informazione. La “rete” infatti, è diventata la prima fonte di
notizie per un segmento crescente di popolazione: dai siti delle testate ufficiali (ad esempio
Repubblica.it, Corriere.it, LaStampa.it) fino ai social media: Twitter, Facebook, Youtube che acquistano
sempre più credibilità a tal punto da sostituirsi nella funzione di “fonte” anche per i giornalisti.
2. COME FUNZIONANO I MASS MEDIA: LA NOTIZIA, LA REDAZIONE, I GIORNALISTI
Non tutti gli eventi rappresentano una notizia e ciò che per un uomo d’affari è un’importante novità non
è detto lo sia per un giornalista.
Ma cosa caratterizza una notizia? Attraverso esempi tratti dai giornali nel corso del seminario è stato
tracciato l’”identikit” della notizia le cui caratteristiche vanno, ad esempio, dalla carica di novità che
contiene, all’importanza pratica nel quotidiano, alla sua “carica emotiva”.
La notizia ha le sue fonti: “ufficiali” quali ad esempio la procura, gli ospedali, i vigili del fuoco, le
istituzioni, da cui i giornalisti ottengono le informazioni di cronaca fino a quelle “meno ufficiali”.
Ma come le notizie appaiono sui media? Attraverso articoli, servizi, foto notizie, “pezzi a firma”.
Un caso a parte è rappresentato dalla rettifica: da utilizzare con attenzione perché smentire una notizia
può equivalere a darla due volte.
Nel corso di questa parte del seminario è stata illustrata a grandi linee l’organizzazione di una
redazione giornalistica, passando attraverso i ruoli e le responsabilità di vicedirettori, capiredattori
1 delle singole redazioni (ad esempio: redazione cronaca e attualità, redazione cultura, redazione politica,
redazione scienza, redazione esteri, ecc: l’organizzazione e le responsabilità cambiano a seconda delle
testate).
Un approfondimento poi ha riguardato il rapporto con i giornalisti con alcuni “suggerimenti
strategici”: ad esempio l’importanza di creare un rapporto di collaborazione e fiducia con il redattore; in
caso di interviste televisive concordare sempre i tempi a disposizione ed esporre i concetti in maniera
chiara e sintetica; non perdersi mai in numeri, statistiche e tecnicismi. Senza dimenticare che a un
giornalista non vanno mai rilasciate dichiarazioni “off the records”.
3. EMBARGO E POLICY DELLE RIVISTE SCIENTIFICHE
La comunicazione, in particolare in ambito scientifico, è caratterizzata dalla policy degli embarghi.
L’embargo è un vincolo imposto dall’editore che vieta la diffusione di informazioni e documenti prima
di un preciso limite temporale prefissato.
I giornalisti che hanno sottoscritto la policy di embargo possono accedere alle informazioni “embargate”
ma sono tenuti a non “rompere l’embargo” cioè a non diffondere le informazioni prima del termine
stabilito.
Alcune riviste scientifiche o alcuni siti, come ad esempio Eurekalert o Alphagalileo, diffondono in
anticipo a giornalisti in possesso delle credenziali di accesso le informazioni sulle principali
pubblicazioni delle riviste scientifiche.
Dal canto loro le riviste scientifiche controllano rigorosamente il rispetto degli embarghi e la rottura di
questi comporta la perdita dei privilegi di accesso ai contenuti in anticipo.
Il sistema degli embarghi è forse destinato a modificarsi nel tempo se si diffonderà la metodologia
dell’open access.
Gli esempi di Nature e Science
•
Nature. Ogni settimana Nature redige e distribuisce un comunicato stampa che contiene i
contenuti delle pubblicazioni scientifiche della settimana successiva. Nel comunicato sono
riportati i riferimenti dei responsabili della ricerca e chi lo riceve ha la possibilità di accedere ai
paper. Tutti i comunicati stampa e i documenti sono sotto stretto embargo fino alla sera del
giovedì antecedente .
I giornalisti e/o gli uffici stampa che non rispettano l'embargo vengono rimossi dalla lista di
distribuzione della rivista scientifica.
•
Science. Anche questa rivista scientifica pubblica ogni venerdì fatta eccezione dell'ultimo
venerdì dell'anno. L'embargo - analogamente a Nature - è fino al giovedì antecedente alla
pubblicazione, in particolare è fissato alle ore 2.00 pm Eastern U.S. Time (circa le 20.00
italiane). Science impone ai ricercatori, inoltre, di non prendere parte neppure a conferenze
stampa fino alle 13.00 (ora statunitense) del giovedì precedente all'uscita della pubblicazione.
Cosa deve fare il ricercatore?
•
Al ricercatore si chiede di comunicare all’ufficio stampa che la ricerca è stata accettata da una
rivista scientifica. Tale comunicazione deve avvenire al momento dell’accettazione e non dopo
per consentire:
o La valutazione dei contenuti in termini di “notiziabilità”;
o L’eventuale sinergia con la rivista scientifica per proporre lo studio negli annunci e nei
comunicati stampa della rivista stessa.
2 o Dare all’ufficio stampa spiegazioni “divulgative” del proprio lavoro che mettano in
evidenza l’importanza dei risultati e le ricadute per il pubblico, non solo per la comunità
scientifica.
o Utilizzare un linguaggio comprensibile a un pubblico di non esperti, e aiutare l’ufficio
stampa a “tradurre” l’informazione scientifica in “notizia”.
Tutto questo aiuterà l’ufficio stampa a collaborare con la rivista scientifica nel rispetto delle regole
stabilite e a valorizzare al meglio il risultato del lavoro scientifico.
4. LA COMUNICAZIONE DI CRISI
Uno dei momenti più complessi dell’attività di relazione con i media è rappresentato dalle “crisi”.
Ma cosa è una crisi? Esemplificando: un problema diventa una crisi non solo quando diviene di
dominio pubblico, ma anche quando esiste solo la possibilità che lo diventi.
Una crisi può derivare da un disastro naturale, un errore umano, una vicenda giudiziaria, ecc. È
importante essere pronti ad affrontare una crisi.
Se numerosi possono essere gli ostacoli alla comunicazione in caso di eventi di crisi (ad esempio il
timore, il panico generato, l’incapacità di risolvere un problema, la mancanza di un portavoce o la
volontà di proteggere l’immagine di un’azienda o di una istituzione) dall’altra parte è importante
comunicare principalmente perché se non si gestisce direttamente una crisi ci sarà sempre qualcuno
pronto a farlo per noi e nella maggior parte dei casi contro di noi.
Molte aziende si preparano alla crisi attraverso la stesura di manuali idonei con le procedure da attivare
(anche sul fronte della comunicazione) e con training dedicati.
Nel corso del seminario sono state illustrate alcune case history, con particolare riferimento ai new
media (ad esempio twitter e facebook).
Milano, 17 maggio 2013 3