News 24 - ermes rigon

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News 24 - ermes rigon
Artisti in dialogo
Emilia Romagna – Marche
News n. 24 - Ottobre 2011
Speciale Biennale
“...dal Finito all’Infinito”
5a Biennale ARTINCONTRO
dialogo tra le arti e tra gli artisti
«…una boccata di ossigeno in quest’aria plumbea».
«Io credo che una delle cose più faticose che possiamo fare in
questo tempo sia quella di custodire la speranza: le ragioni
della speranza non vengono mai meno però è importante
farne emergere ogni tanto qualche segno...
Allora mi sembra che questa manifestazione sia uno di questi
segni perché mette insieme alcune categorie che oggi sono
particolarmente costipate, avvilite: i giovani, la cultura in tutte
le sue espressioni e il fare le cose insieme. Ecco, queste sono
tre filiere di impegno e di speranza su cui scommettere
veramente.
Vi ringrazio per avere dato una boccata di ossigeno a quella
che rischia di essere costantemente un'aria plumbea».
Così la Presidente della Provincia di Bologna, la dott.ssa
Beatrice Draghetti, a conclusione della 5a Biennale
“Artincontro”. Le sue parole sembrano essere la risposta ai duri mesi di preparazione della
Biennale, durante i quali, più volte, problemi burocratici hanno portato allo slittamento
della stessa. Ma, sottolineano gli organizzatori, la stima e il rapporto costruito tra tutti gli
artisti erano ormai diventati la spinta più
importante per portare a termine il progetto
pensato e costruito tra tutti i partecipanti.
Ma andiamo con ordine.
Il 2 ottobre 2011, presso il Baraccano
nel Quartiere S. Stefano a Bologna, si è
conclusa la 5a Biennale “Artincontro. Dialogo
tra le arti e gli artisti”, quest’anno dal titolo
“...dal Finito all’Infinito”.
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I PROTAGONISTI.
26 artisti espositori, di cui 10 giovani talenti, appartenenti a varie espressioni
artistiche:
PITTURA: Alberto Cova, Alberto Rustichelli, Bruno Novelli Fontanesi, Elena
Mantovani, Elisa Piccinini, Enrica Melotti, Ermes Rigon, Francesco Boldin, Maria Valli
(presente come pittrice e come scultrice), Renzo Pozzetti, Romano Pelloni (presente sia
come pittore che come scultore), Sebastiàn Tarud, Sergio Bigarelli, Stefano Zaniboni
(presente come pittore e ceramista), Toni Salmaso.
SCULTURA: Alfredo Alimento, Filippo Carnazza (scagliola carpigiana), Roberta
Grigolon, Sandra Andreoli.
INCISIONE: Anna Ferrarini, Marika Tassi.
FOTOGRAFIA: Achille Ascani, Fabrizio Centioni, Gabriella Stevani, Marcello Franca,
Renzo Gherardi.
GRAFICA: Donata Schiavoni.
REGIA: Rocco Manuel Spiezio.
MUSICA: Stephen Richard Figoni.
TEATRO: Maria Giulia Campioli, Claudio Mariotti.
I PROMOTORI.
L’Associazione Verso un mondo unito di Bologna, in collaborazione con i gruppi
artistici ARTincontro e Clarté Emilia Romagna–Marche.
La Biennale ha aperto i battenti il 24 settembre alle ore 11 con la conferenza
stampa.
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Semplice ed incisiva, ha visto la
partecipazione della dott.ssa Ilaria Giorgetti,
Presidente del Quartiere S. Stefano di
Bologna.
Fortemente motivata dall’incontrare la
gente del suo Quartiere, interessata alla
collaborazione
con
chi
veicoli
cultura,
determinata nella volontà di gettare ponti tra
l’amministrazione pubblica e i cittadini, tra l’altro
così durante la conferenza stampa: «…sono
molto contenta di ospitare la vostra Biennale,
perché ritengo che sia opportuno un processo di
riqualificazione… anche nell'ambito culturale, per poter avere rapporti vivi con la
popolazione […]. Sono convinta del ruolo primario che l'arte continua ad avere nella nostra
società contemporanea… Il vostro ruolo sociale, deve recuperare un rapporto sano con la
cittadinanza, nel fare rete tra cittadini e tra associazioni. Vi invito quindi a partecipare alla
Commissione Cultura, perché soltanto così,
con questo modo nuovo, più moderno, più al
passo con i tempi che voi state provando, si
potrà movimentare il circuito per cui tutte le
forme abbiano la giusta collocazione e
possano vivere della luce di cui necessitano.
Il Quartiere rimane a disposizione, anche per
i progetti futuri… Credo moltissimo in queste
forme, per cui vi do la mia totale disponibilità
e vi aspetto con altri appuntamenti».
La mostra, aperta tutti i giorni fino al 2
ottobre, ha riscosso pareri positivi e di
ammirazione. Le persone addette alla portineria e all’accoglienza dei servizi del Quartiere
sono state le prime visitatrici.
Tra i gruppi giunti in visita, quello di ucraini e russi hanno dichiarato di aver ricevuto
speranza e gioia di vita. Una di loro, violinista nel suo Paese d’origine, ha dichiarato:
«Questa mostra mi ha toccato cuore e anima». C’è stata anche la visita di un gruppetto di
adulti disabili (accompagnati da Romano Pelloni, dalla moglie Elisa e dalla figlia Suor Paola
della Casa della Carità di Bologna). «La loro attenzione, la loro capacità di soffermarsi con
calma davanti ad ogni opera; l’espressione sincera delle
proprie preferenze e dei propri gusti; la pace dei loro volti
unita ad un sorriso conquistatore, mi hanno fatto vivere
un’ora di Infinito – ha affermato un visitatore presente - ,
dandomi la certezza che l’Arte (vera) è universale e
“popolare”: parla cioè al cuore di tutti; soprattutto questa
mostra parla al cuore dei più semplici, dei più bisognosi di
respirare “cielo”, atmosfere di Amore autentico. Grazie. Mi
avete donato un “tesoro”, la vostra presenza e la vostra
viva partecipazione che mi hanno toccato il cento del
cuore e dell’anima».
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Colpisce come il commento più frequente sia stato: «Grazie!».
ALCUNE IMPRESSIONI DELLA MOSTRA
«Grazie per questo respiro di Bellezza!»
«Complimenti per la bellissima mostra, che mette in luce la personalità e la libertà
creativa dei singoli artisti».
«Una bellissima mostra, complimenti!».
«Buone l’iniziativa e l’intento ma l’arte ha bisogno di un suo protagonismo, di un
riscontro pur nella generosità dell’intento… l’arte unisce anche nella conoscenza verbale del suo
fare… Grazie».
«Un vero miracolo di reciprocità creativa verso l’Infinito per questa umanità assetata di
vera Bellezza. È un dono straordinario non solo per la città tutta, ma per tutti, tutti… Grazie.»
«Quante cose belle ci avete regalato! Grazie».
«È tutto davvero molto bello!»
«Ottima impressione. Alto livello degli artisti».
«Très belle ex position!!! Merci!» (S. W. D. Moscou).
«Un accostamento “estremo” ma ben riuscito ! Bello vedere il dialogo fra le opere che
nel silenzio parlano tra loro. Dal tocco lieve e trasparente, alla macchia vibrante, alla
sovrapposizione di materiali eterogenei, alla visione fotografica più pittorica di una pittura… fino
alla scultura morbida ed impermeabile o a quella longilinea e trepida… Bello insomma,
soprattutto avendo il tempo di osservare a lungo ogni immagine. Tutto parla. Grazie».
«Complimenti! Di biennale in biennale il livello è sempre più alto. Questa è davvero
interessante e ben riuscita».
«È già stato detto tanto su questa esposizione, molto interessante davvero!!
Congratulazioni e complimenti a tutti gli artisti!».
«Abbiamo trascorso un’ora nella gioia e condivisione di impressioni e pensieri.
Congratulazioni e grazie!».
«Da inesperto è bello talvolta avvicinarsi all’arte, soprattutto con una brava guida! Ed è
bello poter trovare la bellezza. Congratulazioni e complimenti agli artisti».
«Fa sempre piacere ammirare questi artisti».
«In questo spazio artistico, ho sentito l’anima palpitare, quasi esplodere in forme e
colori che “parlano” e provocano. Grazie a voi tutti artisti che raccontate all’anima cose
dell’Infinito».
Un nonno di 94 anni: «Bologna è sempre stata ospitale. Per questo, i pittori dei paesi
vicini hanno voluto offrire le loro opere cercando di riconoscersi a vicenda nei valori dell’arte che
affratellano le diversità ed in questo caso la mostra è molto sintonizzata con opere di espressiva
visione di diversi toni tutti vivissimi di umanità: diversi toni ma sempre nel valore dell’arte:
bellezza e amore per la vita».
«Tra le magnifiche mura di questo palazzo, abbiamo apprezzato la mostra e gli autori
contemporanei e del passato».
«Complimenti!».
«Grazie per il bell’incontro! Continuiamo a seguire la Bellezza…».
«Coraggio. Forza. Anima. Grazie per la vostra gioia nell’Arte».
«Una esplosione di colori e forme. Uno squarcio di energia».
La giornata conclusiva dell’intera manifestazione ha visto l’INCONTRO CON LA
CITTÁ scandito da tre momenti:
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- SPAZIO GIOVANI con esperienze e interventi
di giovani artisti tra cui Sabastian Tarud e Stefano
Zaniboni. È stato proiettato il cortometraggiodocumentario sui rumoristi del giovane registra Rocco
Manuel Spiezio, dal titolo I FUORILEGGE - UN
CINEMA TUTTO DA RIFARE.
- TAVOLA ROTONDA DI APPROFONDIMENTO
CULTURALE con gli interventi di Liliana Cosi, madrina
della manifestazione, Ermes Rigon e stralci di riflessioni scritte da Chiara Lubich,
interpretate dagli attori Maria Giulia Campioli e Claudio Mariotti e accompagnate dalla
chitarra del maestro Steve Figoni.
- PRESENTAZIONE DEL MANIFESTO DI CLARTÈ E LANCIO DEL I°
CONCORSO
NAZIONALE
GIOVANILE
“Alfredo
Alimento”. Pittura Scultura e Grafica.
Ormai alla fine del pomeriggio, prima di un'ultima
visita alla mostra, non si poteva chiudere la Biennale senza
ricordare Alfredo Alimento1, di cui proprio questo mese
ricorre il secondo anniversario della morte. Un
ringraziamento ad un artista straordinario di Macerata,
“Gli angeli cavalieri” di Alfredo Alimento.
In principio plasmò l’angelo cavaliere, poi vedendo che era solo realizzò il suo alter ego. “Maschio e
femmina li creò”, come per rievocare in una geniale intuizione simbolica la genesi biblica dell’umanità.
Alfredo Alimento, scultore del ferro e interprete del vissuto, sentiva nel profondo delle “segrete stanze” la
dualità simbiotica tra uomo e donna, l’intrigante complicità tra amori e passioni, tormenti ed estasi. E dopo
tanto peregrinare lungo l’asse semantico del tempo, enucleando morfologie di forte asprezza e latente
conflitto, perviene a una sintesi plastica e formale di fulgida rivelazione, come peraltro avviene in queste due
mirabili sculture che nel recupero del passato vivono di un “eterno presente”. L’angelo cavaliere procede con
passo deciso mostrando la sua forza e la sua virtù. Il luccichio dei metalli e gli innesti polimaterici danno
volto e identità al manufatto che sembra perdere peso e consistenza per elevarsi in un’atmosfera pulsante di
vivo sentimento e d’intensa spiritualità. L’angoscia dell’uomo trova il suo riscatto definitivo nell’altro angelo
cavaliere, concepito dalla stessa idea primaria, sostanziato dalla medesima “costola”, realizzato dalla mano di
un faber nobile e immaginifico, riscaldato dal crisma dell’amore, da quel soffio vitale che animò il mondo in
un amplesso di felice abbandono. Un altro essere che, per rievocare ancora la Genesi, “si chiamerà donna
perché dall’uomo è stata tolta”.
La ieratica compostezza dell’uno e la dolcezza trasparente dell’altra si traducono in una visione
morfologica di alto contenuto mitopoetico, laddove il pathos emotivo trova la congiunzione ideale nella
dimensione sensibile della “bellezza pura” che l’uomo insegue fin dalla nascita. Gli angeli cavalieri
rappresentano le ultime due sculture plasmate dalla fervida fantasia creativa dell’artista pochi giorni prima
della tragica scomparsa avvenuta nell’ottobre 2009. Sensibile e intuitivo com’era, nelle due opere egli ha
riversato il suo umile e alto sentire ed anche il desiderio intimo di liberarsi dagli incubi del quotidiano per
immergersi in una dimensione altra, quella dell’ineffabile e dell’assoluto. Una visione illuminata questa che
Alfredo Alimento ha maturato con solida coscienza e freschezza espressiva dopo un lungo, silente e operoso
raccoglimento.
Aldilà di ogni aspetto romantico, simbolico e visionario, gli “Angeli cavalieri”, icone antiche e moderne
dell’eterna favola della vita, costituiscono il testamento umano, spirituale e creativo di un autentico
protagonista dell’arte contemporanea, un geniale costruttore di morfologie plastiche che nel sentimento del
tempo e nella suggestione dell’anima ha trovato l’impulso di una limpida e coerente ispirazione artistica.
Come sanno fare solo i grandi maestri.
Alvaro Valentini
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ricordato anche in mostra con il book delle sue opere, nonché amico e sostenitore che ha
fortemente voluto la Biennale proprio a Bologna.
Di lui così Gabriella Stefani, fotografa
espositrice alla Biennale e membro di Clartè:
«Abbiamo conosciuto Alfredo Alimento
nel 2003, in occasione della Collettiva “Unici
Versi” a Macerata, e da allora abbiamo sempre
camminato insieme. La comunione vissuta con
lui ci ha fatto scoprire nelle sue opere il
messaggio profondo che la sua arte offre a tutti:
l’unità tra il passato e il presente: nella fusione
armonica dei materiali usati per le sue sculture
(il ferro e l’acciaio fusi insieme, per esempio)
sottolinea il passato come realtà inscindibile che
spiega l’oggi; i suoi angeli cavalieri (guerrieri): “angeli” con tutta la bellezza che evoca
questo nome e “guerrieri” con tutta la forza per lottare e vincere il male. In sintesi la
Bellezza che con la sua propria forza “disarmante” vince e si dona a tutti; colore che
diventa calore: nel cuore delle sue sculture è sempre racchiuso un nucleo colorato, che
riscalda il freddo dei materiali utilizzati; luce che rompe il buio, anzi che si sprigiona da
esso e vuole offrire il proprio contributo per illuminare la “notte collettiva” che l’umanità
attraversa. Le sue ultime opere sono inondate di luce.
«Colore, calore e luce dicono anche l’esperienza vissuta in questi anni da
Alfredo con tanti altri amici artisti. Nell’ottobre 2003, a giugno 2005 e 2007 è
presente con sue opere alla II-III e IV Edizione della Biennale. Negli stessi anni si
intessono momenti di dialogo in cui si condivide l’esperienza artistica in uno scambio
arricchente e caloroso. Ecco uno dei suoi preziosi interventi: “Unirci nell’arte, è anche
qualcosa di sociale, perché la società in questo momento ha bisogno dell’arte. Che cosa
vogliamo dare a questo mondo? Quale messaggio? Lo possiamo dare con tutte le arti, con
la musica, la poesia, la pittura, la fotografia… tutte, tutte le arti. Sì, facciamo delle linee,
scolpiamo delle forme, però non è solamente per l’estetica. Dobbiamo metterci d’accordo:
come qualificare queste arti? Su quale germoglio? Un germoglio, che possa venire dalla
nostra vita, come un pensiero nuovo… una forma d’arte nuova. Noi dobbiamo dare
qualche cosa, far capire che viene fuori qualche cosa di umano, di universale, di fraternità
universale…. È l’armonia della vita. La pace”.
E nel maggio 2009, dopo un Convegno di tre giorni a Bellaria, in Romagna, durante
il quale approfondisce la spiritualità dell’unità di Chiara Lubich, si fa forte in lui la
convinzione di aver trovato proprio in questo Carisma “quel germoglio nuovo” che può
animare tutte le espressioni artistiche.
«Alfredo ha dato, subito, la sua piena disponibilità per portare avanti e far
conoscere a tanti questo “nuovo germoglio”. Di getto e di suo pugno elabora le linee
portanti di un Manifesto. Si susseguono telefonate di verifica. Un lavoro intenso,
entusiasmante. Oggi, questo manifesto, frutto di ricerca e confronto fra tanti, viene
comunicato a tutti (vedi box).
«L’autenticità di questa esperienza indiceva Alfredo a spronarci nel donare a tanti,
soprattutto ai giovani talenti, i valori custoditi nell’esperienza artistica condivisa. Nel
novembre 2007, dopo aver visitato alla Besana di Milano, una mostra che raccoglieva le
opere degli artisti internazionali più in auge, Alfredo esprimeva questo pensiero: “non c’è
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più speranza, è la fine di tutto”. Ma in seguito ha subito aggiunto ”Occorre fare qualcosa,
occorre dare un segnale positivo, occorre trasmettere ai giovani la vera realtà artistica. Noi
abbiamo fatto la nostra esperienza e abbiamo un bagaglio di valori che vanno trasmessi”.
Nel marzo 2008, a Macerata, in un Convegno aperto, organizzato da Clarté, Alfredo
Alimento lancia a tutti l’idea di un Concorso di arti figurative per i giovani. E a novembre
dello stesso anno, nel suo Studio di Macerata, ne stendiamo insieme le linee e le modalità.
Il Concorso porterà il nome di Alfredo Alimento e avrà il titolo scelto da lui: “Gli angeli
volano ancora…!”(diamo le ali alla nostra arte). Il 2012 vedrà il lancio del bando di
concorso a livello nazionale e si prevede per l’autunno del 2013 a Bologna la Mostra delle
opere selezionate.
«Il critico Lucio Del Gobbo parla così dell’arte di Alimento: “tensione verso
l’umanizzazione dell’arte, come aspra critica verso una società che vuole disumanizzare
l’uomo”. Si riassume così la ricerca continua dell’artista il quale era “tanto discreto, pacato
e fragile, quanto irruente e robuste sono le sue opere scultoree e pittoriche, che lasciava
poco spazio all’ambiguità. ...colpisce la grande capacità di condividere con gli amici e i
colleghi esperienze, sensazioni, confidenze, sempre alla ricerca di quel rapporto umano
che esprimeva con tratti decisi nelle sue opere d’arte” .
La sera del 15 ottobre del 2009 dopo una bellissima telefonata, ricca di
aggiornamenti e i suggerimenti per la realizzazione dei progetti comuni volti a donare a
tanti la Bellezza viva, Alfredo sottolinea: “Vedi, dobbiamo dare queste cose a tutti” . È il suo
testamento: il 16 ottobre alle 19.30 muore, investito da un’auto a pochi passi da casa. E
tutto continua in cento e più cuori di artisti che sentono propria questa realtà».
MANIFESTO DI CLARTÉ EmiliaRomagna-Marche
In questo terzo millennio, sempre più segnato da gravi crisi globali e problemi
esistenziali, l’umanità sta vivendo una profonda notte culturale. La caduta dei valori etici e
morali sta minando la coscienza individuale e collettiva, alterando il confine tra lecito e illecito,
tra verità e menzogna. In questo clima oscuro s’avverte ad ogni livello sociale l’esigenza di un
risveglio, di un rinnovamento culturale che dia nuovo slancio creativo e nuova identità, anche al
mondo dell’Arte.
Clarté – Artisti in Dialogo
PROPONE a tutti gli operatori della creatività e dell’immagine la ricerca di una forma
d’Arte che abbia l’obiettivo di lanciare un segnale positivo, che dia speranza e certezze e sia in
grado di motivare la nostra stessa esistenza. Tutti gli artisti sono chiamati a concorrere a questa
sfida epocale che faccia brillare l’Arte di Luce propria e Luce riflessa: una Luce di Verità e di
ideali tesa ad “illuminare questa notte culturale” che possa ispirare ogni espressione artistica del
nostro tempo.
OFFRE agli artisti di qualsiasi disciplina e corrente l’opportunità di un confronto
dialettico aperto e sincero, nella convinzione che lo scambio di idee, di esperienze e di proposte
possa apportare un contributo culturale ed esperienziale alla personalità e all’ispirazione creativa
di ciascun operatore.
INSTAURA un “dialogo autentico tra gli artisti”, nel pieno rispetto dell’identità di
ciascuno e della propria espressione artistica. Lo scopo è di porre in essere un rapporto nuovo,
limpido, genuino, fondato sulla sensibilità e la comprensione, che porti slancio dinamico e
respiro vitale alla costruzione della bellezza e all’euritmia delle forme, in cui ogni operatore è
ogni giorno impegnato per assaporare l’arcano mistero della creazione.
CREDE che dalla “comunione tra gli artisti” possa nascere una estetica originale,
capace di offrire ancora un’Arte che dia voce ai pensieri, spazio ai sogni, forma alle vibrazioni
dell’anima. Da questa interazione può scaturire un’Arte che, come fascio di luce calda e vibrante
di energia positiva possa essere “offerta come dono” e sia in grado di parlare all’uomo
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contemporaneo e soprattutto alle giovani generazioni sempre più bisognose di punti di
riferimento e di valori guida. Ogni artista di ogni paese e latitudine, in piena libertà e
autonomia, ha parte in questo ampio disegno estetico, diventando testimone e protagonista.
QUESTO MANIFESTO nasce dal contributo di alcuni artisti di Clarté, tra cui lo scultore,
pittore e grafico Alfredo Alimento, scomparso nell’ottobre 2009, fervente sostenitore
dell’esigenza di un Manifesto universale delle Arti contemporanee, ed è rivolto agli operatori di
ogni credo e ideologia che, pur nella diversità linguistica e di opinione, siano accomunati dal
desiderio intimo di incontro, partecipazione, condivisione, nell’intesa che il confronto dialettico
porta all’arricchimento culturale, senza conflitti o condizionamenti, ma in piena armonia per lo
sviluppo di una poetica nuova, libera, trasparente che, calata nel passato e viva nel presente,
sia protesa verso il futuro. Un “modus operandi” innovante ed esclusivo che senta la necessità
di una continua rinascita attraverso il dialogo, il confronto e lo scambio di esperienze vissute,
fermo restando la tutela rigorosa della personale ispirazione.
Doverosi e sentiti i ringraziamenti da
parte dello staff di Clarté a quanti
hanno incoraggiato e sostenuto a vario
titolo questa manifestazione.
Principalmente a quanti hanno
visitato
la
mostra,
partecipato
all’inaugurazione e all’Incontro con la
Città.
Grazie agli amici artisti di
Carpi, e del circondario, che hanno
aderito con gioia ed empatia ad entrare
nel circuito del dialogo tra le arti e tra
gli artisti collaborando concretamente
alla realizzazione della Biennale che senza di loro non si sarebbe realizzata.
Un grazie particolare a colei che è stata la scintilla ispiratrice di tutto questo: Chiara
Lubich. Di seguito due suoi scritti.
Dal messaggio per il Convegno dei giovani artisti.
Castelgandolfo (RM), 10/09/2004
[…] L’arte è un talento che vi è stato dato perché lo mettiate a servizio dell’unità, un
talento per l’unità.
[…] Oggi si ripete spesso la famosa frase di Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo” 2
e si capisce subito come essa sia molto importante e come la bellezza può dare un contributo
decisivo al mondo unito.
Nel nostro tempo, infatti, segnato da un relativismo dilagante e dall’immoralità più
assurda è difficile convincere presentando subito il vero e il bene. Si rischia, infatti, di essere
rapidamente tacciati di presunzione e di arretratezza.
Se invece si presenta il bello, si suscita l’adesione e si riscontra successo. Non per
niente le televisioni e i rotocalchi cercano di mostrare il bello e se ne impadroniscono…
Ma qual è la vera bellezza?
E’ una bellezza che deve contenere dentro di sé il buono e il vero...
Non vi è unità senza bellezza e non vi sarà mondo unito senza armonia tra singoli e
popoli. E alla sua edificazione contribuiscono le opere degli artisti…
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F. DOSTOEVSKIJ, L'Idiota, P. III, cap. V, Milano 1998, p. 645.
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IL “RICREATORE”
La finalità dell’arte è un po’ oscura,
quasi misteriosa,
forse semplicemente sconosciuta,
certamente non occupa solo il raziocinio.
L’arte, al pari della scienza,
comunque ha sempre dato
le sue più o meno belle manifestazioni,
perché la fantasia,
che ne è madre e generatrice,
è un talento
e una dote magnifica
dell’uomo,
come la memoria, l’affettività,
il raziocinio,
e anch’essa fiorì in opere,
in “opere d’arte”,
anche spontaneamente.
L’artista vero è un grande…
L’artista s’avvicina in certo modo al
Creatore.
Il vero artista possiede la sua tecnica
quasi inconsciamente
e si serve dei colori, delle note,
della pietra,
come noi ci serviamo delle gambe
per camminare.
Il punto di concentrazione dell’artista
è nella sua anima,
dove contempla un’impressione,
un’idea,
che egli vuole esprimere
fuori di sé.
Le opere dei grandi artisti
non muoiono
e qui è il termometro
della loro grandezza,
perché l’idea dell’artista
si è espressa
in certo modo perfettamente
sulla tela
o sulla pietra
componendo alcunché di vivo.
Oggi si lamentano pochi grandi artisti.
Il motivo forse è che nel mondo ci sono
pochi grandi uomini.
Non si può, ad un dato momento,
lasciar giocare la fantasia
staccata dal resto che è nell’uomo:
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non sarebbe più una dote
perché cadrebbe nella vanità.
E non si può considerare l’uomo
come non è,
ma come è: un essere socievole.
Per cui non si avrà mai
una grande arte universale
se non da un’artista
che ama gli altri uomini…
L’artista aiuta a scoprire,
coi suoi capolavori,
le infinite bellezze della creazione,
di cui certamente
una delle più belle opere
è proprio l’anima
d’un grande e vero artista.
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