12 Competenze linguistiche ed interculturali per l
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12 Competenze linguistiche ed interculturali per l
innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l’innovazione Parole chiave Bagaglio culturale, Identità culturale, Competenza interculturale, Competenza linguistica Obiettivo di apprendimento Dopo aver letto questa Unità, comprenderai l’importanza rivestita dalle competenze linguistiche ed interculturali per ottenere un prodotto/servizio innovativo di successo. Apprenderai che le competenze non sono necessarie solo per la gestione quotidiana e per il settore vendite, ma riguardano anche le diverse fasi del processo d’innovazione. Imparerai anche le modalità per valutare le necessità di apprendimento, e come poter sviluppare queste competenze chiave nell’organizzazione. Il tempo necessario per leggere questa Unità è di circa 30 minuti. Per mettere in pratica lo strumento di valutazione, e svolgere l’esercizio, è necessario più tempo. Introduzione Un manager di una piccola azienda si sveglia nel bel mezzo della notte. Aveva sognato di presentare un nuovo prodotto in un grande mercato all’aperto. Una numerosa folla di persone gli stava attorno: volti amichevoli, dalla mentalità aperta, con barbe lunghe e mantelline. Nel descrivere il prodotto, ne aveva elogiato la qualità e spiegato le funzioni ma, notando che la folla si stava innervosendo sempre più, decise di andarsene. All’improvviso, si rese conto che la folla non capiva cosa stesse cercando di dir loro, poiché parlavano un’altra lingua…Si trattava solo di un incubo lontano dalla realtà? Ricorda: l’innovazione è l’accettazione di un nuovo prodotto o servizio NEL MERCATO (LUOGO). La comunicazione è un elemento di marketing indispensabile (vedi anche l’Unità 9.1). Possiamo anche avere il miglior prodotto o servizio esistente nel mercato, ma come riusciremo ad aver successo se non saremo in grado di comunicarne le caratteristiche innovative ai clienti potenziali e, nello stesso tempo, di rispettarne i loro usi e costumi? Per molte generazioni, le piccole aziende hanno vissuto e sono sopravvissute senza possedere le competenze linguistiche ed interculturali. Oggi, nell’economia globalizzata, queste competenze sono diventate fattori decisivi per avere successo. I prodotti, i servizi e l’informazione circolano velocemente tra i Paesi ed i continenti. Se si vuole essere più di un semplice osservatore passivo, bisogna capire cosa succede. Di conseguenza, sono necessarie le competenze linguistiche ed interculturali per condividere le informazioni e per comunicare e comportarsi in modo appropriato con i clienti esteri. Prova a riflettere: qual è la situazione del Tuo ambiente lavorativo? Ricordi situazioni in cui si sono perse delle opportunità, o degli incontri con lavoratori, © innoSkills 1/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione partner o i clienti stranieri, che sono falliti? 12.1 Competenza interculturale 12.1.1 Cosa significa competenza interculturale, perché è necessaria e dove trova applicazione in azienda E’ difficile definire in poche parole la competenza interculturale. Innanzitutto, essa significa comportarsi in modo adeguato nei rapporti di lavoro con persone con un bagaglio culturale diverso (es: dipendenti, partner aziendali, clienti). Questa competenza si basa su un atteggiamento di accettazione della diversità delle persone. Ciò significa essere aperti all’idea che il proprio modo di pensare e di agire non sia l’unico possibile, e che un modo diverso di agire e di pensare possa portare agli stessi risultati o, persino, a risultati migliori. Significa rispettare altri modi di pensare ed agire. La competenza interculturale richiede un atteggiamento personale, che consiste nel credere che il proprio modo di pensare ed agire non è né migliore, né peggiore di quello di un collega, di un partner aziendale o di un cliente straniero, ma è semplicemente diverso. Significa essere in grado di affrontare queste differenze come una sfida ed un’opportunità, dalle quali è possibile sia imparare, sia trarre dei benefici. Significa che non si deve mai comunicare nè agire da una posizione di superiorità, come: “Io lo so far meglio, e ti insegno come si fa”. Inoltre, significa conoscere i valori tradizionali, le abitudini, gli stili comunicativi delle culture di altri Paesi – come il dress code 1 , le abitudini alimentari, la distanza e la prossimità, i saluti, ecc. Osserva i filmati che Ti vengono proposti, che trattano di conflitti interculturali nell’ambiente di lavoro. Uno si riferisce al tempo, l’altro al dress code. Il tempo necessario per guardarli entrambi è di circa 10 minuti. Cosa provoca il confitto? È possibile che qualcuno abbia “ragione”? Quale potrebbe essere una buona soluzione? 2 Puoi anche guardare i filmati con un collega e discuterli in seguito. Probabilmente ne seguirà un lungo ed acceso dibattito. La presentazione è (www.innoskills.net). disponibile solo nella versione online della Guida Abbiamo imparato ed acquisito valori, abitudini, stili comunicativi e modi di pensare ed agire che rendono l’apprendimento una “cultura”, un processo di socializzazione che dura tutta la vita. La nostra cultura dipende dall’ambiente sociale in cui viviamo. Una governante tedesca può avere molte più cose in comune con una governante greca, rispetto a quanto entrambe possano avere, rispettivamente, con un 1 Codice di regole che definisce l'abbigliamento appropriato per eventi o luoghi di socializzazione e incontro (http://it.wikipedia.org/wiki/Dresscode_(BDSM) 2 EIW – the European Intercultural Workplace (2007), risultati di un progetto del programma Leonardo da Vinci. I filmati che presentano i conflitti nel posto di lavoro sono stati tratti dal DVD: Europe at work. © innoSkills 2/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione datore di lavoro, tedesco o greco. Per competenza interculturale, non s’intende solo la conoscenza della cultura di persone straniere con un’etnia o una religione diversa, ma bisogna considerare che, anche persone della nostra stessa nazionalità, possono avere un bagaglio socio-culturale diverso. Ad esempio, all’interno di un Paese le persone del nord spesso sono diverse da quelle del Sud, ecc. Pertanto, la competenza interculturale è una competenza sociale chiave che è necessaria ogni giorno, sia all’interno che all’esterno dell’azienda, sia quando si è in contatto con i colleghi, i partner ed i clienti, ma anche con i vicini e con le persone con cui ci si interfaccia abitualmente, con un bagaglio culturale diverso. Essa è una competenza chiave per il successo. La competenza interculturale è fondamentale per la gestione, il marketing e le vendite, ma non si può limitare a questi ambiti, per le ragioni spiegate sopra. 12.1.2 Come sviluppare la competenza interculturale in azienda Gruppi di lavoro interculturali, ed una cooperazione di successo con partner e clienti di altri Paesi, rappresentano sia una sfida che un’opportunità per le aziende. Per competenza intendiamo la capacità di comportarsi ed agire in modo adeguato in una determinata situazione. Come è stato affermato sopra, un modo d’agire di successo dipende in larga misura dall’atteggiamento, dall’empatia, dalle motivazioni e dai valori. Per poter essere in grado di rapportarsi con le diversità interculturali dei propri partner stranieri, è necessario inoltre possedere delle informazioni relative alle loro conoscenze ed esperienze. La seguente Tabella può essere d’aiuto per ottenere una panoramica sulla situazione attuale e sulle necessità future. Se oggi Ti devi rapportare con clienti, partner o dipendenti stranieri, o pensi che Ti capiterà in futuro, rifletti sulle seguenti domande e le relative conseguenze, prendendone nota. © innoSkills 3/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione Checklist delle necessità per una formazione interculturale (vedi anche checklist ed autovalutazione in Allegati A e B) 1. Devi rapportarti, oggi o in futuro, con Se sì, sei preparato per affrontare la situazione in modo dipendenti, clienti, partner che possiedono un adeguato? bagaglio culturale diverso? 2. Se sì, qual è il loro bagaglio culturale? Definisci più specificatamente i requisiti. 3. In genere, sappiamo come affrontare Conoscere le differenze interculturali, porta l’interculturalità (stereotipi, identità culturale, all’acquisizione delle competenze necessarie per una differenze culturali, ecc.)? buona cooperazione e comunicazione. 4. Conosciamo le tematiche ed i requisiti Per un breve viaggio d’affari all’estero, potrebbe essere interculturali specifici per rapportarci in modo sufficiente conoscere alcune differenze specifiche, per adeguato ai target individuati nella domanda 1? es. il dress code o i saluti, ma la competenza interculturale è molto di più, come affermato sopra. Le grandi aziende forniscono una preparazione interculturale ai propri dipendenti, poiché ne riconoscono l’importanza per il successo aziendale. Esistono molti corsi e seminari di formazione per le PMI, visto l’interesse crescente per questo argomento. Alcuni seminari offrono la possibilità di imparare attraverso le relazioni sociali, come per esempio il gioco di ruolo. Tuttavia, qualora i seminari offrissero solo lezioni su tematiche interculturali, o se non ci fossero le risorse, si potrebbe optare per dei materiali/corsi di formazione telematici, o per dei materiali scritti (vedi i riferimenti bibliografici alla fine di questa Unità). Potrebbero comunque essere un buon punto di partenza per prepararsi ad un contatto diretto. Ad esempio, in occasione di un incontro di lavoro con un partner straniero, per presentare un prodotto innovativo sarà importante ricordare che: il successo aziendale spesso dipende più dalla competenza culturale, dalla comprensione e da una reazione appropriata alle idiosincrasie culturali del partner aziendale, che dalla presentazione professionale del prodotto. Prova a riflettere: Tu e la Tua azienda avete bisogno di formazione? Se sì, dopo aver letto il paragrafo precedente, quale sarebbe la modalità più adatta? Potrebbe essere utile annotare questa riflessione. 12.1.3 Esempio di good practice Un’azienda artigianale, situata in una zona abitata da molti immigrati russi, ha formato ed assunto lavoratori russi ed ha incrementato in modo considerevole la propria attività economica. I lavoratori russi vendono direttamente ai residenti russi della zona, con un conseguente miglioramento delle relazioni con i clienti, in quanto i residenti si sentono più © innoSkills 4/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione a loro agio a parlare con i dipendenti russi e percepiscono che le loro necessità vengono comprese, grazie anche al comune bagaglio culturale. La formazione interculturale è stata inserita in un programma di formazione professionale destinata agli apprendisti presenti in azienda. I giovani apprendisti in tecnologie multimediali hanno ricevuto una formazione sulla comunicazione interculturale, e sono stati istruiti per affrontare delle tematiche interculturali specifiche nelle attività professionali. L’obiettivo era quello di responsabilizzarli maggiormente, e renderli in grado di affrontare le tematiche relative all’interculturalità nella comunicazione con l’esterno. Prova a riflettere: nella Tua azienda ci sono possibilità per sviluppare delle competenze simili a quelle dell’esempio sopra riportato? Potrebbe essere utile contattare la Camera di Commercio locale per sapere se vergono organizzati dei corsi o se esistono dei progetti europei a riguardo? 12.2 Competenze linguistiche per l’innovazione Quando si parla di comunicazione, non si intendono solo le competenze linguistiche. In alcune culture, quando si parla con gli altri, è normale cercare un contatto visivo: una sua assenza può essere interpretata come una mancanza di fiducia, come se l’altro stesse nascondendo qualcosa o non avesse fiducia in se stesso. In altre culture, un contatto visivo forte e diretto può essere visto come una mancanza di rispetto o un’aggressione. Esistono elevate possibilità di interpretare in modo sbagliato la comunicazione non verbale. Questo dimostra che il saper comunicare con altre culture è collegato sia alla capacità di trovare uno strumento comune di comunicazione, sia alla competenza interculturale. Un volto sorridente e amichevole non significa che il partner sia d’accordo, anche se spesso così accade nella nostra cultura! 12.2.1 Cosa significa conoscere bene un’altra lingua La competenza linguistica è di fondamentale importanza per una comunicazione di successo con persone che posseggono un bagaglio culturale diverso. La competenza linguistica richiesta dipende dal contesto nel quale la lingua verrà utilizzata: avere una breve conversazione in un ristorante con un partner aziendale e fare una presentazione dettagliata del prodotto ad un vasto pubblico, richiedono livelli diversi di preparazione. Attenzione! Le capacità linguistiche non dovrebbero mai essere separate dalle competenze sociologiche! Immagina di essere un dirigente tedesco e di fare una presentazione ai responsabili di un’azienda portoghese, con dei rappresentanti rumeni. Il successo nel concludere l’affare può dipendere non solo da una presentazione perfetta, ma anche dalla capacità di saper © innoSkills 5/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione conversare con i potenziali clienti a cena, dopo la presentazione, sugli argomenti di loro gradimento, ad esempio, parlando del vino rumeno, del Benfica, la squadra di calcio locale, e del patrimonio culturale delle loro città. PotresTi non essere in grado di conversare molto, se hai seguito “solo” un corso di inglese tecnico…. Abbiamo bisogno di una certa competenza per raggiungere il nostro obiettivo. Un tecnico di servizio, per esempio, dovrà padroneggiare i termini tecnici, ma non dovrà mai dimenticare l’importanza dell’inglese di uso quotidiano, per una conversazione informale o per acquisire alcune informazioni importanti che riguardano il partner (ad esempio la cultura generale del paese d’origine). Questi potrebbero essere fattori più determinanti, rispetto ad un perfetto inglese commerciale. Se, durante una cena, un dipendente sa parlare solo di affari, non si sentirà a proprio agio. I dipendenti devono quindi conoscere molto bene la lingua di uso comune, nonché quella tecnica relativa al proprio lavoro 3 . Ti starai chiedendo perché continuiamo a fare riferimento all’inglese. L’inglese è la cosiddetta “lingua franca”, che viene utilizzata e compresa da moltissime persone, e si prevede che questa situazione rimarrà invariata nei prossimi anni. Se pensiamo allo sviluppo demografico, forse l’arabo o il cinese saranno tra le lingue predominanti del futuro. Oltre ad iniziare ad imparare il cinese, è necessario essere sempre preparati a dire alcune parole nella lingua del Paese del proprio partner d’affari. Questo verrà interpretato come una dimostrazione di cortesia e di interesse. Nelle grandi aziende la tendenza è di non negoziare in inglese, ma nella lingua del partner, in quanto è stato dimostrato che ciò ha riscosso un maggior successo. Da quanto brevemente esposto, si evince l’importanza della competenza linguistica nell’innovazione. 12.2.2 Dove e perché la competenza linguistica è importante nei processi d’innovazione Un produttore internazionale di automobili ha sviluppato un modello nuovo, Chevy “Nova”, ed ha iniziato ad esportarlo in Spagna. Persino le persone che non parlano spagnolo sanno che “Nueva” significa “nuova”, ed il settore marketing e vendite ha avuto l’idea di vendere il prodotto con questo nome, in quanto sinonimo di prodotto innovativo che comunica l’idea di una tecnologia ed un design avanzati. Ciò che essi non sapevano, né si 3 BASF (estratto di una dichiarazione di Jochen Muskalla, Quality Management Services al LINGUA Symposium, Saarbrücken, 1994) © innoSkills 6/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione aspettavano, era l’inventiva dei clienti spagnoli, che ben presto pronunciarono il nome in modo diverso: “no vá”, che significa “non funziona” … I clienti spagnoli si sarebbero sorpresi e sentiti confusi se Mazda avesse deciso di vendere il modello Mazda Laputa con questo nome, poichè “la puta” significa “prostituta” in spagnolo… Esistono moltissimi esempi simili, e spesso si verifica che il nome proposto per un prodotto provochi un’associazione, positiva o negativa, nel Paese in cui si vuole vendere il prodotto. Questo è solo un esempio per dimostrare l’importanza di un’applicazione corretta del linguaggio nel mercato. © innoSkills 7/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione La competenza linguistica può sostenere tutte le fasi dell’innovazione: Figura 1: L’utilizzo della competenza linguistica nell’innovazione Prova a riflettere: attualmente, quanto sono importanti le capacità linguistiche per Te e la Tua azienda quando si affrontano le richieste del mercato internazionale e dell’innovazione? Quali conclusioni puoi trarre dopo aver letto la Figura 1? Sei competente e attivo nei settori più importanti per la Tua attività? Può essere utile annotare le conclusioni per le azioni future. Utilizzare la competenza acquisita all’estero, per innovare. Oggigiorno, per le piccole aziende che non possono permettersi di fare R&S internamente, non è mai stato così semplice avere accesso ad informazioni a livello mondiale, riguardo prodotti e soluzioni innovativi. © innoSkills 8/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione Il “know-how” può essere acquisito in particolare dai Paesi nei quali la forza lavoro ha un costo minore. Bisogna prendere in considerazione molti elementi per far sì che questo trasferimento di conoscenze abbia successo, e la competenza linguistica ed interculturale è ovviamente uno di questi. Gli immigrati con un alto livello d’istruzione, che vivono e lavorano nel nostro Paese, aspettano l’occasione per dimostrare quanto valgono, stabilendo dei contatti personali e professionali nei propri Paesi di origine. Perché non utilizziamo le loro competenze linguistiche e culturali? 12.2.3 Come sviluppare la competenza linguistica in azienda Esistono fondamentalmente due possibilità: 1. Assumere professionisti esperti che parlano una lingua straniera. Per esempio perché provengono o hanno ricevuto una formazione all’estero. Uno dei vantaggi è che queste persone, oltre a parlare la lingua, conoscono la cultura ed il knowhow necessari per stabilire dei contatti utili. 2. Formare il personale aziendale. Esistono moltissimi corsi di formazione che vengono offerti sia a livello privato, che pubblico, basta scegliere quello più adatto. Lavorare a coppie o in gruppo e utilizzare supporti audiovisivi, ad esempio, dovrebbe essere fatto abitualmente. È meglio cercare un corso con un insegante madrelingua? Ovviamente, per i principianti sarebbe utile imparare la pronuncia corretta ma, in genere, per questo scopo è sufficiente un insegnante nazionale qualificato; spesso, infatti, i principianti imparano meglio con insegnanti della loro stessa nazionalità. Per lavorare sulla corretta pronuncia è possibile anche utilizzare supporti audio, come CD, spot televisivi, internet ed altri programmi. In una fase successiva dell’apprendimento, i madrelingua sono fondamentali per imparare a conversare. Imparare con i nuovi strumenti multimediali, esistenti nel mercato, è utile per svolgere esercizi e verifiche, ma la comunicazione è un’attività sociale complessa: voce, volto, linguaggio del corpo, variazioni del tono della voce, ascolto e ripetizione, sono elementi che hanno bisogno di un’interazione face-to-face. Imparare al lavoro e a casa è davvero utile. Nella pratica, se un corso viene organizzato in azienda, i dipendenti a volte arrivano tardi, o se ne vanno durante il corso, a causa di impegni di lavoro (“Signor Y, c’è una telefonata per lei…”). È diverso quando la formazione avviene al di fuori dell’azienda. In genere, per concentrarsi, fare gli esercizi e studiare da soli, è meglio dedicare 90 minuti, due volte la settimana, che quattro ore, una volta alla settimana. © innoSkills 9/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione Bisognerebbe discutere dettagliatamente le necessità di apprendimento, nonchè verificare i metodi e le esperienze dell’insegnante. Esistono delle semplici verifiche (vedi Allegato) che, sia Tu che l’insegnante, potete utilizzare per individuarele vostre esigenze. Se necessario, può essere utile combinare la formazione linguistica con un’altra materia, per esempio, la formazione interculturale e le tecniche di presentazione. Una proprietà di linguaggio perfetta potrebbe suscitare una buonissima impressione, ma questa sarà inevitabilemente rovinata se chi parla non è capace di discutere le diapositive o una presentazione PowerPoint. Consulta anche l’Unità 4.3. di questa Guida, in particolare la presentazione del Metodo 63-5: è possibile trovare un esercizio sulla creatività, un Brainstorming scritto, dove la Tabella che è stata proposta come modello presenta delle idee per migliorare la conoscenza dell’inglese in azienda. Potrai trovare dei buoni consigli o utilizzare questo metodo per trovare una soluzione appropriata alla Tua azienda. Prova a riflettere: dopo aver letto i vantaggi e gli svantaggi delle diverse possibilità di formazione, quale sarebbe quella più conveniente per la Tua azienda? Annota la Tua idea ed inizia a metterla in pratica! Per scoprire la soluzione migliore per Te, puoi anche provare alcuni strumenti gratuiti di apprendimento online, citati nei riferimenti bibliografici. 12.2.4 Casi di studio Assistenza esterna per contattare i clienti nella loro lingua madre Un’azienda manifatturiera si è resa conto di dover sviluppare le capacità linguistiche dei propri dipendenti. L’azienda è situata e svolge la propria attività commerciale nel Regno Unito, ma l’80% dei prodotti sono destinati al mercato internazionale. Questo significa rifornire tutti i continenti, rapportarsi con clienti di tutto il mondo, e dover parlare molte lingue diverse. Non essere in grado di parlare la lingua madre dei clienti, è stato un ostacolo nella conduzione degli affari nei diversi Paesi. L’azienda quindi si è rivolta ad un centro linguistico locale, che le ha proposto di fare della formazione interna con un insegnante di lingua. Le capacità linguistiche richieste erano abbastanza specifiche. Il gruppo di lavoro delle vendite doveva essere in grado di gestire gli affari all’estero, attraverso l’individuazione delle necessità dei clienti. Inoltre, doveva essere in grado di consigliare e fornire ai clienti i prodotti, che avrebbero soddisfatto in modo corretto le loro richieste. È stato sviluppato un glossario, con le voci relative ai prodotti ed al settore industriale corrispondente, nonché una serie di termini generali utilizzati dall’azienda. Il glossario è stato tradotto nelle lingue più importanti per l’attività commerciale, e questo ha permesso all’azienda di stabilire un contatto iniziale, attraverso la spedizione di e-mail o fax nelle varie lingue, e la presentazione di se stessi e dei propri prodotti. © innoSkills 10/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione Spedire le informazioni ai clienti, nella loro lingua, ha aumentato in modo significativo la percentuale di risposta. L’azienda ha incrementato il proprio giro d’affari, che avrebbe altrimenti perso in passato, contattando i potenziali clienti nella loro lingua madre. In questo modo, l’investimento che è stato necessario per la formazione linguistica aziendale, è stato senza dubbio recuperato ed ha aperto nuove possibilità di vendita nel mercato internazionale 4 . Ravagnan: PMI padovana a conduzione familiare 5 Introduzione e metodologia La scelta di una piccola azienda industriale appartenente al settore manifatturiero, di proprietà familiare ma internazionalizzata, quale è Ravagnan, va considerata come rappresentativa sia di una realtà tipica del tessuto imprenditoriale italiano che, soprattutto, di un territorio che offre particolari opportunità di lavoro agli immigrati, praticamente in piena occupazione dalla fine degli anni ’90 6 , e va presa in esame per le peculiarità che propone sul tema dell’interculturalità. All’interno del contesto italiano, Ravagnan costituisce un esempio tipico di anello di una rete economica e sociale vasta e diffusa nel territorio, denominata ”sistema produttivo locale” o “distretto industriale”. Il territorio costituisce, con le sue risorse fisiche, umane ed intellettuali, uno dei principali asset del sistema produttivo locale e del distretto. Le piccole imprese come Ravagnan, concentrate prevalentemente in una fascia che va dai 5 ai 50 milioni di euro di fatturato 7 , sono connotate per il fatto di non avere una forte impronta organizzativa e di operare direttamente per il tramite delle persone che le compongono (si consideri che questa non è una generalità, ma una specificità). Tutti gli studi organizzativi principali evidenziano che, in Italia, i rapporti intrattenuti dalle PMI passano attraverso le persone che lavorano al loro interno o che dall’esterno, collaborano con loro. Nell’articolazione quotidiana di tali rapporti, le PMI producono conoscenza tacita non formalizzata, soprattutto di tipo tecnico (know-how e brevetti) e, a loro volta, nuove piccole aziende, che alimentano il circuito economico. Gli immigrati costituiscono una base fondamentale di questo circuito, e vanno per lo più ad inserirsi all’interno della linea produttiva, svolgendo mansioni che i giovani italiani tendono a non rivestire più, con una blanda specializzazione tecnica; spesso hanno conseguito, nel loro Paese, diplomi tecnici e talvolta lauree per i quali hanno grossa difficoltà a conseguire l’equipollenza. Ravagnan è ubicata dal 1962, anno in cui è nata, a qualche chilometro dal centro di Padova, una città che ha manifestato negli ultimi anni una serie di problematiche sociali 4 Esempio presentato in: InnoSupport Innovation Guide, 12.2.5, consultato il 27 Maggio 2008, www.innosupport.net 5 Fonte: http://www.conform.it/ita/doc/casi_studio_eiw_it.pdf dal sito di CONFORM - Consorzio Formazione Manageriale Collina Liguorini (IT), partner del Programma Leonardo da Vinci "The European Intercultural Workplace". 6 Fonte: Veneto Lavoro. 7 Tutti i principali Osservatori statistici che prendono in esame l’oggetto PMI in Italia, tendono a prendere in esame il fatturato, più che il numero di dipendenti e ad allargare tale fascia di fatturato verso l’alto, considerando – differentemente dalla definizione utilizzata in Europa – come media impresa, le realtà appartenenti alla fascia che va dai 50 ai 300 milioni di euro di fatturato. © innoSkills 11/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione legate agli immigrati (problemi di alloggi e di inserimento, aumento della criminalità, ecc.), ma che nella sua periferia offre opportunità di lavoro e di assimilazione, più che di integrazione, nel tessuto sociale. Si ricorda brevemente che a Padova lavorano 15.000 immigrati censiti e quasi 30.000 clandestini, poco meno del 10% su una popolazione di circa 450.000 persone, compresa la cintura dei comuni attorno al centro, cui vanno sommati i 60.000 studenti. Di questi 15.000, 5.000 circa sono Rumeni, 2.500 sono Moldavi, 2.000 circa Albanesi, 1.600 tra tunisini e marocchini, 1.500 nigeriani e gli altri distribuiti tra la miriade di diverse etnie solitamente presenti in Veneto. In Ravagnan è nata per prima la Divisione Impianti e poi, dagli anni ottanta, tutte le altre, secondo una logica di differenziazione e di allargamento delle linee di prodotto. Negli anni '90 Ravagnan dà vita ad uno spin-off: Tecnoelettra, specializzata nella progettazione e fornitura di sistemi elettrici e di automazione, che la rendono sempre più indipendente dai fornitori della filiera per la realizzazione di impianti chiavi in mano. Da allora, infatti, Ravagnan garantisce uno standard elevato di qualità nei suoi prodotti, sfruttando le forti competenze tecniche distribuite all’interno di alcuni punti chiave dell’organizzazione, detenute anche dagli immigrati, e si relaziona con ispettori e controller esterni, esperti di qualità e standard ISO, provenienti soprattutto dal Nord Europa. La produzione viene gestita con la logica delle commesse 8 ; ciò significa che ciascun ordine di produzione, proveniente dai clienti, costituisce un progetto a sé stante, all’interno del quale vengono chiamate a collaborare persone con competenze e caratteristiche diverse dal punto di vista dell’interculturalità. Dagli anni ’90 Ravagnan, nel suo percorso di crescita, apre una sede produttiva anche in Messico: Ravagnan De Mexico S.A. Oggi l’azienda produce: scambiatori di calore, componentistica per il settore dell’acciaio e del ferro, fornaci e impianti per il trattamento delle acque e dei fumi. Ravagnan impiega 167 persone: oltre alla Direzione, ai soci e ai collaboratori, 60 persone lavorano negli uffici e altre 100 sono impegnate in linea come operai e carpentieri (65 in Caldareria e 35 nella Divisione Impianti). Nella sede principale di Limena (Padova), sono presenti 17 lavoratori stranieri, divisi in cinque etnìe: Rumeni, (alcuni presenti anche nel middle management), Marocchini, Bangli, Senegalesi e dal Mali. I lavoratori del Marocco, Bangladesh, Senegal e Mali sono in totale sette e praticamente, come verrà descritto più analiticamente in seguito, non parlano italiano correntemente, né inglese. Gli unici che possiedono rudimenti di lingua italiana e inglese sono i Rumeni. Per quanto concerne la metodologia, è stata effettuata un’intervista preliminare con la Direzione dell’azienda, in modo da condividere gli obiettivi del progetto EIW e definire il panel dei soggetti da intervistare (4) ed a chi distribuire, in parallelo, i questionari (30). La Direzione ha dimostrato sensibilità verso il progetto, ed ha chiesto di essere informata sui risultati complessivi, in quanto interessata al tema. Al termine delle interviste è stato effettuato un focus group, all’interno del quale sono stati affrontati insieme i temi proposti nelle interviste individuali, seguendo la traccia del questionario. I gruppi hanno coinvolto sia uomini che donne. 8 Cfr. le utili definizioni nelle conclusioni della prima parte del documento, utili a capire come è organizzato il territorio, in questo caso dal punto di vista produttivo. © innoSkills 12/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione • Intervista preliminare: Direzione • Intervista individuale: R&D Manager (uomo, Italia) • Intervista individuale: HR Manager (donna, Italia) • Intervista individuale: Test Engineer, Saldature, (donna, Romania) • Intervista individuale: Operaio specializzato (uomo, Romania). • Focus group: R&D Manager (uomo, Italia), Production Manager (donna, Romania), Operaio specializzato (uomo, Romania), HR Manager (donna, Italia). • Questionario: tasso di risposta pari al 25% Criticità emergenti La collaborazione tra reparti è l’elemento qualificante che emerge nell’azienda legata, come si è già detto, alla modalità di organizzazione su commessa della produzione di impianti per il trattamento delle acque (società di engineering) e di caldareria (azienda manifatturiera che produce impianti a pressione). Nei team di lavoro vengono coinvolte sia le persone che lavorano in linea con compiti operativi, che i committenti. I clienti, società di engineering che danno le specifiche del progetto a Ravagnan, sono rappresentati da un ispettore che segue, presso la sede di Limena, tutta l’articolazione della commessa, per un periodo che va dai 2 ai 6 mesi, raramente 1 anno. Vi sono poi delle figure super partes interessanti, che provengono dall’estero: gli ispettori per il controllo della rispondenza alle normative sulla sicurezza del prodotto finale. I team in questione hanno come attori dei professionisti qualificati dotati di competenze manageriali, operanti secondo uno schema comportamentale piuttosto standard: uso corrente, in forma orale e scritta, della propria lingua (il tedesco o un’altra lingua di Paesi nord-europei, da cui tipicamente provengono), della lingua dell’interlocutore (italiano) e di una terza lingua (tipicamente l’inglese, con cui vengono stilati i documenti ufficiali); adozione di cautele nell’interazione, con forte attenzione a porsi secondo schemi formali di interazione politically correct, propri della cultura manageriale internazionale; utilizzo di metodi di lavoro formali (tecniche consolidate di project management, approccio codificato al problem solving, utilizzo di tecnologie per la comunicazione, ecc.). I referenti interni all’azienda, tipicamente inseriti nel middle management, sia italiani che immigrati, ricalcano questi schemi. Quando non sono di madre lingua italiana, tendono ad essere più silenziosi ed a parlare solo quando vengono chiamati in causa, prevalentemente nel momento in cui devono prendere decisioni. Gli altri attori coinvolti indirettamente nel team, invece, sono gli operai, ai quali viene chiesto il parere su questioni tecniche e che hanno imparato sul campo, da operai senior italiani, il mansionario e le modalità di risoluzione dei problemi. In questo caso, parlano un dialetto che ha tutte le connotazioni di una lingua, salvo il fatto che non è scritto. Questo linguaggio viene appreso molto velocemente dagli immigrati coinvolti in ruoli operativi, e nei questionari affermano di utilizzarlo anche al di là delle occasioni di lavoro. Tuttavia, la loro autonomia nella gestione delle relazioni non aumenta seguendo questo approccio: dicono infatti di poterlo utilizzare nella vita quotidiana, ma non nei rapporti formali, ad esempio con le istituzioni (banche, pubblica amministrazione ecc.). Un’altro aspetto molto curioso della lingua - che abbiamo definito come dialetto - è che, © innoSkills 13/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione spesso, nelle mansioni operative, la terminologia tecnica utilizzata dagli immigrati è una storpiatura della parola utilizzata in dialetto, che la evoca nel suono e che aiuta a farla capire 9 ; l’ausilio della gestualità a supporto è frequente in queste occasioni, e viene considerata una modalità efficace da chi interagisce con loro (dice un intervistato: “sono in grado di farsi capire anche con i gesti, per aiutarsi”). Per quanto concerne le criticità legate al contributo dei lavoratori italiani all’alimentazione, in un ambiente di lavoro interculturale, si evidenzia un approccio organizzativo di tipo “maternalistico”, specchio della cultura imprenditoriale familiare e dello stile di direzione improntato all’informalità e al trasferimento delle procedure e delle regole attraverso il controllo sociale. L’obiettivo, anche alla luce della struttura della produzione a commessa e comunque molto frequente nella PMI sia nordestina che italiana, è quello di massimizzare la collaborazione tra le persone e di riportare gli eventuali conflitti, di cui nei questionari non è stata fatta specifica menzione, direttamente all’attenzione del management della direzione Risorse Umane. Lo stile organizzativo “maternalistico” (“Io lavoro qui da 40 anni: noi cerchiamo di avvicinarci ai dipendenti, e qui da noi non si è mai licenziato nessuno. Ci sono tre generazioni di una stessa famiglia tra i nostri dipendenti”, dice l’HR manager), trova attuazione nei comportamenti del management verso i rispettivi referenti della funzione aziendale di riferimento, sia italiani che immigrati, ma anche agli altri livelli della struttura organizzativa come, ad esempio, in linea di produzione da parte degli operai specializzati senior italiani verso gli immigrati, spesso più giovani. In sostanza, frequentemente vengono trasferiti suggerimenti precisi su come procedere e come comportarsi (“Siamo sprovveduti quando arriviamo qui: bisognerebbe istruirci. Dopo 3 o 4 anni ci ambientiamo, e questo avviene, con piccole differenze, per tutte le etnie che oggi risiedono qui”, dice un intervistato. “La nostra propensione al consumo è diversa, dice un lavoratore Rumeno. E’ una cosa che noto anche nei colleghi di altre nazionalità e culture, salvo quelli del Senegal e del Bangladesh, che però fanno parte di comunità forti qui e si parlano molto tra di loro, oltre a sostenersi reciprocamente…), piuttosto che aprire un canale bilaterale e condividere metodi, comportamenti, valori e abitudini, sia dentro che fuori dallo stretto ambito lavorativo. Per quanto concerne il tempo, è stato evidenziato nelle interviste, e sottolineato da una risposta specifica degli immigrati all’interno dei questionari, che esiste una percezione diversa del tempo, che si manifesta soprattutto con la difficoltà nel programmare le ferie e nel definire con certezza i turni: in particolare, i lavoratori presenti in linea che provengono dall’area del Maghreb, tornano spesso dalle ferie con 10/15 giorni di ritardo rispetto a quanto stabilito prima della partenza. Per quanto riguarda il rispetto delle abitudini e delle pratiche comportamentali legate alla religione, durante il periodo del Ramadan, si rende necessaria una diversa allocazione delle risorse umane sui turni di produzione: si cerca, infatti, di evitare di sottoporre continuativamente i lavoratori 9 Questa particolare situazione ricorda il cosiddetto linguaggio “grammelot”, termine di etimologia incerta che forse deriva dalla composizione delle parole francesi grammaire, mêler e argot, utilizzate per descrivere la pratica di riprodurre i suoni di altre lingue senza conoscere il rapporto tra il significante ed il significato. La storia, identifica la zona di provenienza del “grammelot” proprio qui, nei dintorni di Padova a cura di Angelo Beolco”, detto “il Ruzante”. Dario Fo – premio Nobel per la Letteratura nel 1997, che ha portato questa pratica linguistica nei teatri di tutto il mondo – la definisce così: “the insertion of a limited number of keywords and its gesture, that are identifiable to the audience, conveys a sense of semantic value and thus a sense of real speech to the otherwise nonsensical sounds”. © innoSkills 14/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione mussulmani a mansioni usuranti e dispendiose dal punto di vista della spesa energetica, data la debolezza ed il pericolo di disidratazione. Tali questioni comportano una metodologia aperta nella gestione delle risorse umane, che riflette contemporaneamente a più livelli sulle necessità e caratteristiche interculturali della forza lavoro (“A livello aziendale noi sentiamo la responsabilità sociale”, dice il responsabile dell’Ufficio Tecnico). Dal punto di vista del ruolo della donna all’interno dell’organizzazione, va aperta una parentesi sul tema dell’importanza e della centralità della cultura tecnica nelle PMI manifatturiere italiane, ben rappresentate dalle aziende appartenenti a questo territorio e, in particolare, da Ravagnan. La cultura tecnica e, più in generale, il paradigma del fare, che permea in termini di valori i comportamenti operosi sia nel momento del lavoro che durante il tempo libero, costituisce un valore assoluto, che viene posto come metro di giudizio nei confronti delle altre persone. In pratica, nel momento della relazione interpersonale, in generale tutti, italiani e non, vengono valutati più o meno positivamente a seconda della loro capacità tecnica, del loro “saper fare” e, all’interno di un universo organizzato, del loro potenziale di produttività. Anche le donne, quindi, vengono considerate “prevalentemente sulla base delle loro capacità”, come è stato detto durante il focus group, “così come ogni persona, in azienda e più in generale in questo territorio, a prescindere dalla sua cultura, dalla sua origine”. Il rapporto tra le diverse culture, in linea di produzione, si articola autonomamente e non viene disciplinato da una condotta specifica suggerita dall’azienda. Sul tema dell’integrazione, il punto interessante da analizzare è che gli immigrati che lavorano in Ravagnan, residenti in Italia da più tempo (15/20 anni), sono spesso molto conservativi e ripropongono in modo rinforzato i comportamenti dei colleghi italiani. Dicono che “chi ha voglia di lavorare, vuole farsi una casa e ha rispetto per gli altri, non incontra grandi difficoltà”. Affermazioni di questo tipo diventano ancora più frequenti quando l’immigrato non ha mai cambiato lavoro in Italia, e risulta dunque ancora più allineato alla cultura locale e aziendale. D’altra parte, lavorare aiuta ad integrarsi, sottointendendo l’integrazione come assimilazione, e l’aspetto della qualifica professionale, a sua volta, comincia ad essere un elemento di distinzione, che contribuisce notevolmente ad ampliare le possibilità di trovare lavoro: questo è quanto ricorda un operaio addetto alle macchine utensili e ai torni paralleli che ha partecipato al focus group, portatore di un’istruzione tecnica e di 20 anni di esperienza lavorativa nello stesso settore in Romania. La questione del pubblico decoro è stata sottolineata da più intervistati come importante: non essere curati, non lasciare il proprio luogo di lavoro pulito e in ordine, non salutare guardando negli occhi, viene considerato lo specchio di una mancata disponibilità e, sostanzialmente, elemento di potenziale “devianza”, da stigmatizzare: “Qui ho imparato ad adeguarmi e a rispettare l’ambiente. E’ così brutto vedere quando i tuoi concittadini buttano la carta fuori dal cestino a pochi passi da esso…“. Buone e cattive pratiche La pratica dell’apprendistato, oltre ad essere un modo per trasferire delle conoscenze relative ad una specifica mansione da una persona esperta ad una meno capace e © innoSkills 15/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione generalmente più giovane, è anche una tipologia di contratto di lavoro 10 in Italia, e costituisce la base per una modalità di interazione utilizzata diffusamente, con l’obiettivo di fare crescere un ambiente interculturale. In questo caso l’affiancamento, come sottolineato dalle interviste e dai questionari, risulta particolarmente efficace nello sviluppo delle competenze tecniche, relazionali e linguistiche (soprattutto nell’uso del dialetto). “Nell’ambiente di lavoro sono sempre stato trattato bene - dice un saldatore Rumeno -, sia dai miei colleghi che dal datore di lavoro. Hanno avuto molta pazienza, mi hanno fatto vedere il lavoro, mi hanno seguito perché non sapevo la lingua: Ho sempre potuto fare domande al Capo Officina”. L’aspetto positivo emerso da questa pratica, è che lavorando insieme sul campo, l’osservazione e la formazione tecnica basata sull’affiancamento mettono osmoticamente a confronto e avvicinano mind-set diversi: quello, spesso conservativo, proprio dell’operaio senior italiano, e quello dell’immigrato. Frequentemente, nel corso della giornata, vengono poste domande da parte dell’apprendista, alimentando un percorso di socializzazione centrato sull’assimilazione, più che sull’integrazione, del bagaglio di competenze e di abitudini del dipendente senior italiano. L’aspetto che può essere migliorato, sia in Ravagnan che nelle aziende di questo territorio, è la cura dell’apprendimento di solide basi linguistiche in Italiano per gli immigrati, e di una lingua “terza” da parte degli operai italiani. La conoscenza della lingua, infatti, permette agli immigrati di essere autonomi nel gestire i rapporti con gli uffici pubblici e le istituzioni (banche soprattutto), e di interagire con l’ufficio Risorse Umane soltanto per aspetti legati al counselling su problematiche di tipo burocratico e finanziario. Pratiche interessanti dal punto di vista del trasferimento di conoscenze (learning by doing together) e di prassi comportamentali, sono quelle sviluppate dalle Risorse Umane su questa direttrice: l’aiuto nella produzione della documentazione che l’immigrato deve fare per la pubblica amministrazione, l’organizzazione del loro alloggio, le garanzie ed il contributo alla gestione del rapporto fiduciario presso le Banche nell’apertura di mutui per l’acquisto di un appartamento. Tra gli aspetti che sono emersi dalle evidenze empiriche, c’è una tendenza all’assimilazione di abitudini, come la propensione all’investimento in immobili, tipicamente italiana, che viene trasferita indirettamente agli immigrati. Dice a questo proposito un saldatore Rumeno intervistato: “Lavorando ho capito che noi vorremmo tutto subito: 10 L'apprendistato è un contratto a contenuto formativo, in cui il datore di lavoro oltre a versare un corrispettivo per l'attività svolta garantisce all'apprendista una formazione professionale. Il Dlgs 276/2003 individua tre tipologie di contratto, con finalità diverse: apprendistato per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione, che consente di conseguire una qualifica professionale e favorire l'entrata nel mondo del lavoro dei più giovani, apprendistato professionalizzante, che consente di ottenere una qualifica attraverso una formazione sul lavoro e un apprendimento tecnico-professionale; l’apprendistato per l'acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione, che consente di conseguire un titolo di studio di livello secondario, universitario o di alta formazione e per la specializzazione tecnica superiore. I destinatari del contratto sono i giovani e adolescenti che abbiano compiuto 15 anni, prevalentemente nella fascia d'età tra i 15 e i 18 anni. L'apprendistato si applica a tutti i settori di attività, compreso quello agricolo. Il numero complessivo di apprendisti assunti non può superare del 100% il numero del personale qualificato e specializzato già in servizio presso il datore di lavoro. I datori che non hanno alle proprie dipendenze lavoratori qualificati o specializzati (o ne hanno meno di tre), possono assumere fino a tre apprendisti. Alle imprese artigiane si applicano limiti diversi (Legge 443/1985, artt. 4). Il contratto ha una durata massima di 3 anni, determinata in base alla qualifica da conseguire, al titolo di studio, ai crediti professionali e formativi acquisiti, nonché al bilancio delle competenze realizzato dai servizi pubblici per l'impiego o dai soggetti privati accreditati. L'apprendistato professionalizzante può durare da 2 a 6 anni, in base a quanto stabilito dalla contrattazione collettiva. È possibile sommare i periodi di apprendistato svolti nell'ambito del diritto-dovere di istruzione e formazione con quelli dell'apprendistato professionalizzante. La durata dell'apprendistato per l'acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione deve essere stabilita, per i soli profili che riguardano la formazione, dalle Regioni in accordo con le parti sociali e le istituzioni formative coinvolte. © innoSkills 16/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione abbiamo una mentalità diversa. Bisogna progettare il proprio futuro e investire per trovarsi qualcosa a termine”. L’aspetto negativo di tali pratiche è che sono un momento di semplice “rinforzo” di comportamenti sociali coincidenti con quelli della cultura diffusa nella provincia italiana, e non di reciproca contaminazione. Alcuni aspetti con cui la direzione Risorse Umane di Ravagnan è intervenuta, cercando di trovare una soluzione a fronte di comportamenti che condizionano l’organizzazione del lavoro, sono la verifica e la sollecitazione telefonica in prossimità del termine delle ferie estive, e la predisposizione di una serie di alternative nella sostituzione dei lavoratori in linea che provengono dal Maghreb, quando ritardano il loro rientro dalle vacanze nel loro Paese. E’ stato sottolineato, in questo senso, che i maghrebini raccontino spesso ai colleghi, sul luogo di lavoro, che il loro progetto di vita sia per lo più quello di ritornare nel Paese d’origine, appena ve ne sia la possibilità. Per quanto concerne il rispetto dei comportamenti legati alle pratiche religiose, va evidenziato che il regime di alimentazione ridotta, soprattutto nel bere, cui si sottopongono i mussulmani durante il periodo del Ramadan (dice il Responsabile tecnico: “In quel periodo si portano a casa il package lunch lo consumano a fina giornata”), suggerisce un’organizzazione dei turni di lavoro che ne tenga conto, per evitare cali di attenzione e possibili infortuni sul lavoro. I comportamenti e le risposte che le persone in azienda danno sul tema del rapporto tra i sessi, è condizionato sia dalla tipologia di produzione che richiede persone fisicamente robuste, per cui la stragrande maggioranza della forza lavoro è composta da uomini, che da un forte accento attribuito alla cultura tecnica nell’affrancamento e nell’abbattimento di eventuali barriere. L’ingegnere donna di nazionalità rumena intervistata, ad esempio, dice di essere “sempre stata stimata ed ascoltata fin dal suo ingresso in azienda, proprio in forza della sua cultura tecnica e della sua esperienza specifica”. Al contrario, ogniqualvolta ci sia un bisogno di contatto con il mondo esterno per necessità di vita personale gli immigrati, soprattutto i mussulmani, sembrano dimostrare, a detta delle controparti che con loro si relazionano, una certa perplessità verso i consigli e difficoltà ad ascoltare e ad aprirsi. Questi comportamenti, a detta degli intervistati, generalmente non si verificano quando il lavoratore proviene dall’est europeo. L’interazione tra le persone all’interno dell’azienda avviene prevalentemente, ma non esclusivamente, come emerge dai questionari, tra italiani (“…vengono spesso a confidarsi e a chiederci consigli. Gli italiani, forse per pudore, difficilmente parlano dei loro problemi personali”). Le ragioni che vengono addotte in tal senso sono la padronanza ridotta di una lingua in comune, e la diversità degli argomenti di conversazione da condividere. Tale aspetto, tuttavia, costituisce, al contrario, un momento qualificante in positivo nel rapporto con professionisti appartenenti ad altre culture, quando essi siano fornitori o clienti (“Quando vengono qui, gli ispettori tedeschi si divertono sempre: ogni sera cambiamo ristorante…”). La mensa (divisa in tre turni: impiegati, operai e ritardatari) e le pause, oltre che l’interazione con i responsabili Risorse Umane in particolare, sono i momenti in cui si ha occasione di interagire, ed è quest’ultima la più sfruttata. Fuori dal lavoro, l’incontro tra etnìe diverse è abbastanza raro. Le persone intervistate ritengono, comunque, di essere sufficientemente preparate per rapportarsi ad un ambiente di lavoro interculturale. © innoSkills 17/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione Raccomandazioni La dimensione della città, come si è accennato al momento della scelta del panel, presenta fenomeni peculiari rispetto al tema dell’interculturalità: essi riguardano più una dimensione squisitamente sociale che socio-lavorativa, che è l’oggetto specifico del presente progetto. La città di Padova, in particolare, più che il suo entroterra, dove è collocata Ravagnan, sta vivendo una situazione particolare per via di un aumento della criminalità: nell’ultimo anno, sui media sia locali che nazionali, ha avuto una posizione di rilievo il caso di “via Anelli”, in prossimità del centro, che viene definito impropriamente “ghetto”. Gli investimenti dell’amministrazione pubblica locale dovrebbero, dunque, essere soprattutto sulla direttrice dell’armonizzazione della società interculturale, per evitare che vi siano strumentalizzazioni e che lo straniero venga visto in modo negativo nella società. Lo spazio lavorativo, in questo senso, oltre all’attività del non-profit, dovrebbe diventare il momento da cui ripartire per ricomporre questa situazione. In realtà piccole ed operose come Ravagnan, un tema interessante da esplorare potrebbe essere quello delle lingue: una maggiore padronanza dell’inglese da parte di tutti i dipendenti può aiutare sia a lavorare meglio con i clienti internazionali, che a gettare le basi fin da subito per la comunicazione con altre culture. Contemporaneamente, ciò che forse manca in generale agli impiegati e agli operai italiani, in questa e nelle altre realtà produttive medio-piccole, è il cambio di prospettiva, cioè un’operazione delicata di apertura progressiva della cultura conservatrice locale, e la disponibilità all’osmosi nei due sensi con i valori e i mind-set dei Paesi da cui provengono i lavoratori immigrati. Per agire su questi aspetti, un maggiore scambio tra società civile e mondo del lavoro (l’azienda) dovrebbe essere promosso e avviato continuativamente con eventi ed occasioni di scambio e di confronto, partendo da elementi molto semplici, quali la fruizione di materiali multimediali, la predisposizione di un’informativa multilingua per i rapporti burocratico-amministrativi, un dopolavoro con eventi a tema di tipo etnico, che coinvolgano anche le famiglie dei dipendenti, in sintesi con uno sforzo che faccia leva sulla cultura aziendale e scardini il tema della difficoltà di relazione inter-culturale, a detta dei sociologi, attuale nel nostro Paese. Un aiuto da parte dei media locali e nazionali, nell’evidenziare esempi così progettati, sarebbe di indubbia utilità. Una sinergia con i sindacati, come attore consapevole che direttamente, nelle realtà che vedano al loro interno una rappresentanza nutrita, o indirettamente promuovono un messaggio di confronto tra culture diverse sul lavoro, insieme ad un supporto di professionisti qualificati, che provengano dal mondo del sociale e portino la loro esperienza in micro-contesti di apprendimento e di crescita, come potrebbero essere le PMI come questa, sicuramente aiuterebbero la progettazione di percorsi di apprendimento sul tema dell’interculturalità al lavoro, in primo luogo per gli italiani, ma anche per gli immigrati. Un’ultima riflessione riguarda gli scenari, cioè la prospettiva a tendere verso il futuro che abbiamo chiesto di assumere sia nell’ultima domanda delle interviste, che nel focus group. Il vero tema nella PMI è se sussisteranno, in futuro, le condizioni di crescita economica che hanno favorito sino a questo momento, proprio attraverso il lavoro, e soprattutto in linea di produzione, uno spazio ricettivo preferenziale per la forza lavoro immigrata. Parimenti gli intervistati si interrogano profondamente su quale sia il futuro © innoSkills 18/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione plausibile dal punto di vista della allocazione della produzione nei diversi Paesi. L’Italia sta progressivamente delocalizzando alcune catene di fornitura in molti settori, e si comincia ad assistere, in aziende simili a Ravagnan, soprattutto per le professioni meno qualificate, ad un turnover orizzontale da alcuni settori ad altri, per chi decide di rimanere. Tutto questo in attesa di un’entrata nel mercato del lavoro, con numeri più ampi e con qualifiche più elevate, dei figli degli immigrati che sono nati in Italia e stanno terminando il loro percorso di studi. 12.3 Riepilogo dei punti chiave Per innovazione s’intende anche l’accettazione di un nuovo prodotto/servizio nel mercato. Una comunicazione ed un comportamento appropriati sono elementi indispensabili per il successo. Possiamo anche avere il miglior prodotto/servizio, ma come potremmo aver successo se non siamo in grado di comunicarne le caratteristiche innovative ai clienti potenziali e, allo stesso tempo, rispettare gli usi ed i costumi del loro Paese? I prodotti, i servizi e l’informazione circolano velocemente tra i Paesi ed i continenti. Se si vuole essere più di un semplice osservatore passivo, bisogna capire cosa succede, e sono necessarie le competenze linguistiche ed interculturali per condividere informazioni, per comunicare e per comportarsi in modo appropriato con i clienti esteri. Le competenze linguistiche ed interculturali sono fondamentali per comportarsi in modo adeguato in situazioni in cui ci si deve rapportare con persone con un diverso bagaglio culturale (dipendenti, partner aziendali, clienti): esse rappresentano contemporaneamente sia un’opportunità per imparare, che una sfida. L’obiettivo principale di questa Unità è stato quello di far conoscere l’importanza delle competenze linguistiche ed interculturali in azienda, per sostenere il successo dei prodotti/servizi innovativi. Dopo aver letto e riflettuto sulle necessità e sulle risorse personali ed aziendali, per raggiungere il tuo obiettivo Ti abbiamo proposto di iniziare immediatamente a concretizzare dei piani d’azione; il mancato raggiungimento dell’obiettivo potrebbe derivare dalla rapidità con cui questi si perdono nella routine quotidiana. © innoSkills 19/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione BIBLIOGRAFIA InnoSupport Innovation Guide, Module 12.2, www.innosupport.net. Consultato il 26 novembre 2009. EIW – the European Intercultural Workplace (2007), risultati di un progetto del programma Leonardo da Vinci. Gli esempi di situazioni che presentano esempi di conflitti nel posto di lavoro sono stati tratti dal DVD: Europe at work. http://www.ling.gu.se/projekt/nic/eiw/index.html. LINGUA, Language Audits and Needs Analyses, Documentation of the Symposium in Saarbrücken 1994; Gerd Zimmer, materiale non pubblicato dell’autore, Rostock 2005. www.pro-kompetenz.de. Checklist della competenza interculturale, tratta da: www.incaproject.org.uk, adattata da Gerd Zimmer, autore di questa Unità. Il sito web è stato visitato, per la stesura di questa Unità, nel Febbraio 2008, ma il 27 Maggio 2008 non era più attivo. http://www.conform.it/ita/doc/casi_studio_eiw_it.pdf. Dal sito di CONFORM - Consorzio Formazione Manageriale Collina Liguorini (IT), partner del Programma Leonardo da Vinci "The European Intercultural Workplace". Consultato il 26 novembre 2009. © innoSkills 20/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione Per approfondire Alexander Thomas, Eva Ulrike Kinast, Sylvia Schroll-Machl ed. (2005) Handbuch Interkulturelle Kommunikation und Kooperation, 2 vol. Vandenhoeck&Ruprecht Göttingen. Nils Bergemann, Andreas L.J.Sourisseaux ed. (2003) Interkulturelles Management. Springer-Verlag Berlin Heidelberg New York. Richard R. Gesteland (1998) Cross cultural business behaviour. Copenhagen Business School Press. Terri Morrisson, Wayne A. Conaway, George A. Borden (1994) Kiss, bow or shake hands – how to do business in sixty countries. Bob Adams, Inc. Publishers, Avon, USA. Terrence Brake, Danielle Walker (1995) Doing business internationally. The workbook for cross-cultural success, Princeton Training Press, Princeton, USA. Daniele Trevisani (2005), “Negoziazione interculturale. Comunicazione oltre le barriere culturali. Dalle relazioni interne sino alle trattative internazionali”. Ed. Franco Angeli. Giorgio Del Mare (2009), “Prospettive per la comunicazione interna e il benessere organizzativo. Appartenere, integrarsi e comunicare nell'organizzazione che cambia”. Ed. Franco Angeli. © innoSkills 21/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione Siti web EIW – the European Intercultural Workplace (2007), risultati di un progetto del Leonardo da Vinci. Il materiale consiste in un DVD con filmati di formazione (in inglese, con sottotitoli in bulgaro, finlandese, tedesco, greco, italiano, norvegese, polacco e svedese), un manuale di formazione e un pacchetto di risorse con report e libri specifici del settore sui posti di lavoro europei interculturali, consultato il 26 Novembre 2009, www.eiworkplace.net. http://www.babelfish.altavista.com. novembre 2009. Traduttore automatico online. Consultato il 26 http://www.englische-briefe.de. È un Dizionario Tedesco-Inglese che offre anche un aiuto per scrivere lettere, e-mail e fax in lingua inglese. Qui si possono trovare anche degli utili modelli di frasi per l’inglese commerciale e per scrivere le e-mail. Consultato il 26 novembre 2009. http://people.freenet.de/mvhs-english. Questo sito web contiene molti link utili con offerte di formazione. Gestito dalla Volkshochschule tedesca, è più adatto per un’utenza tedesca, ma i link possono essere utili anche per gli studenti degli altri Paesi. Consultato il 26 novembre 2009. http://www.esl-lab.com/index.htm. Offre un’ampia varietà di esercizi d’ascolto. Consultato il 26 novembre 2009. http://www.bbc.co.uk/worldservice/learningenglish/index.shtml. La BBC (British Broadcasting Corporation) offre una serie di esercizi interessanti e di larga scala, per migliorare l’inglese. Consultato il 26 novembre 2009. © innoSkills 22/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione GLOSSARIO Competenza interculturale: competenza sociale chiave per comportarsi ed agire in modo adeguato in situazioni in cui ci si rapporta con persone con un background culturale diverso. Competenza linguistica: competenza chiave per avere una comunicazione di successo con persone che hanno un background culturale diverso. Idiosincrasia: l'origine risale al greco antico, ove il composto di ìdios ("proprio"; agg.) e di synkrasis ("carattere", "inclinazione spirituale") significava una peculiarità di temperamento dell'individuo, senza per forza evidenziarne negativamente le avversioni e repulsioni. Nel linguaggio comune, la parola viene utilizzata per indicare una forte avversione per situazioni o persone non gradite. (Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Idiosincrasia). © innoSkills 23/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione ALLEGATO Verifica delle risorse: competenze linguistiche ed interculturali A. Checklist della competenza interculturale 1. Stabilire con i propri dipendenti un piano d’azione interculturale e rivederlo regolarmente 2. Valutare le proprie competenze interculturali e quelle dei propri dipendenti 3. Valutare il prodotto, i processi ed i servizi in relazione all’aspetto culturale dei mercati 4. Valutare la strategia di marketing e di comunicazione in relazione alle necessità interculturali 5. Individuare i corsi/workshop di formazione interculturale o i corsi linguistici che forniscono nozioni di competenze interculturali 6. Creare dei gruppi di discussione/apprendimento in azienda per discutere e fare un brainstorming sugli argomenti interculturali e per utilizzare, per esempio, l’‘action learning’ 7. Organizzare delle giornate divertenti sull’interculturalità, che comprendano delle gare per verificare le abilità e le conoscenze interculturali e che presentino le diverse abitudini, i cibi, ecc. 8. Individuare ed incoraggiare dei ‘mediatori interculturali’ in azienda che aiutino ad inserire delle misure interculturali nei processi aziendali Per iniziare si potrebbe chiedere aiuto ad un professionista. La competenza interculturale implica il livello con il quale ci si relaziona con le persone che possiedono una cultura diversa dalla propria. Come esercizio, valuta le Tue competenze interculturali, commentando le abilità individuate, al fine di presentare le competenze descritte nella tabella sottostante (adattata dal progetto INCA, www.incaproject.org.uk. Questo sito web non è più attivo.) © innoSkills 24/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione B. Strumento per l’autovalutazione della competenza interculturale Competenza Descrizione ‘Tolleranza Un atteggiamento in situazioni non chiare e, forse, dell’ambiguità’ una nuova esperienza ed il desiderio di trovare nuove soluzioni, che siano adeguate per una determinata serie di persone. ‘Flessibilità di Adattarsi ed apprezzare le esigenze e le abitudini comportamento’ degli altri ‘Consapevolezza Capacità di prestare “attenzione ai diversi modi dai della comunicazione’ quali può sorgere un malinteso, a causa delle differenze del modo di parlare, dei gesti e del linguaggio del corpo”, e l’atteggiamento dell’essere sempre pronti a cercare un chiarimento e, a volte un accordo, sul “come una certa espressione o un termine specifico verranno utilizzati” ‘Scoperta della Capacità e volontà di ricercare ed apprendere dalla conoscenza’ cultura di uno o più clienti o dai partner (per esempio, usi, abitudini e valori) e, di conseguenza, l’adattamento delle prassi. ‘Rispetto per gli altri’ Apprezzare “i valori, gli usi e le abitudini delle persone, in quanto utili nel loro diritto e non semplicemente perché diversi dalla regola. Anche quando non si condividono, si dovrebbe riconoscere agli altri il diritto di avere i propri valori, usi ed abitudini, e si dovrebbero rispettare queste differenze. A volte è necessario adottare una posizione decisa, ma nello stesso tempo diplomatica, su alcuni punti del principio con il quale non si è d’accordo” ‘Empatia’ Cercare di capire emotivamente e cognitivamente la situazione o la condizione di un’altra persona, ossia di ‘mettersi nei suoi panni’. “Questa competenza mira a comprendere cosa gli altri provano, andando oltre i fatti. Spesso quindi, la questione dimostra di essere una cosa che non ferisce gli interessi altrui o che non viola il loro sistema di valori”. © innoSkills 25/29 Commento innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione C. Strumento per l’autovalutazione delle competenze e delle necessità linguistiche 11 Il seguente questionario serve a valutare le attuali capacità linguistiche e di presentazione. Si basa sui risultati di un Progetto Europeo* e su un questionario sviluppato dall’autore di questa Unità. Il dipendente può valutare le proprie capacità e necessità. I risultati parlano da soli e possono essere utili sia per la Direzione che per i dipendenti. La divisione in competenze e necessità è fondamentale. Per esempio, se hai segnato 3 per la capacità di negoziazione, ma non hai mai affrontato una negoziazione in lingua straniera, non vi sarà nessun obiettivo d’apprendimento. Tieni a mente questo, quando distingui tra ciò che “vorresti essere in grado di fare” e “le esigenze reali del tuo lavoro”. Abbiamo utilizzato con successo delle tabelle simili per la preparazione delle modalità d’apprendimento. Quando si discutono i contenuti, consegna all’insegnante il questionario compilato. Questo lo/la aiuterà a preparare un programma su misura per Te. COMPETENZE CONVERSAZIONE E COMPRENSIONE ESIGENZE LAVORATIVE 1 2 3 1 2 3 Buono Sufficiente Insufficiente Indispensa-bile Utile Non rilevante Usare il telefono Saper viaggiare Presentare se stessi e l’azienda/il settore Riunioni informali Riunioni formali Promuovere i prodotti Seguire le riunioni Informazioni commerciali 11 Questa tabella per la valutazione si basa su: (1994) LINGUA, Language Audits and Needs Analyses, Documentation of the Symposium in Saarbrücken e: (2005) Zimmer, Gerd, materiale non pubblicato dell’autore. © innoSkills 26/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione Negoziazione Accogliere i visitatori stranieri Conversare in pubblico Esposizioni/fiere commerciali Vocabolario tecnico Altro (specificare) COMPETENZE LEGGERE ESIGENZE LAVORATIVE 1 2 3 1 2 3 Buono Sufficiente Insufficiente Indispensabile Utile Non rilevante E-mail, fax, promemoria Lettere commerciali Notizie commerciali Brochure di vendita Report commerciali e finanziari Report tecnici Documentazione relativa alle esportazioni Descrizione del prodotto Documentazione relativa ai brevetti © innoSkills 27/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione Istruzioni per l’uso COMPETENZE SCRIVERE ESIGENZE LAVORATIVE 1 2 3 1 2 3 Buono Sufficiente Insufficiente Indispensabile Utile Non rilevante E-mail, fax, promemoria Lettere commerciali Report commerciali e finanziari Report tecnici Descrizione del prodotto Offerte ed ordini COMPETENZE PRESENTAZIONE ESIGENZE LAVORATIVE 1 2 3 1 2 3 Buono Sufficiente Insufficiente Indispensabile Utile Non rilevante Presentazione con lucidi Presentazione in Powerpoint Progettazione della documentazione per il cliente Abilità retoriche © innoSkills 28/29 innoSkills – Innovation Skills for SME´s 12 Competenze linguistiche ed interculturali per l'innovazione Abilità di negoziazione Abilità tecniche per ricercare informazioni / brevetti, norme, ecc. © innoSkills 29/29