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La talasso terapia * Umberto Solimene ** Francesco Padrini EVOLUZIONE STORICA DELLA TALASSOTERAPIA ella Talassoterapia, una ramo medico della talassologia, gli elementi essenziali sono il mare e il sole : studiare la loro storia significa esaminare inevitabilmente una massa di ipotesi sviluppate intorno all’origine del cosmo. Dalla Bibbia ai libri sacri indiani, dalla mitologia assiro-babilonese ai primissimi libri storici dell’Estremo Oriente e alla mitologia germanica, l’Acqua, quando non assume il primo significato per la cosmogonìa, assume comunque una grandissima dignità divina. Per gli antichi Greci, l’acqua era una fonte sacra di forza e di bellezza che, grazie alle sue virtù produsse un Achille invulnerabile e una Venere, dea delle bellezza e dell’amore, che nacquero dal mare. Nel mare, come in cielo e in terra, si svolgono e si elaborano i miti come quello del Profeta Giona, gettato nella grotta, divorato da una balena e rigettato da questa sulla terra in una successione di fatti che simboleggiano la morte e la resurrezione. Oppure come quello di Poseidone il quale, dopo aver costruito le mura di Troia con Apollo senza aver ricevuto il compenso concordato da Laomedonte, ha inviato il mostro marino che semina la morte e la distruzione o ancora, quello di Nettuno, che interviene in modo paterno per calmare le acque che scuotono le barche di Enea con violenza. Poseidone, il dio del mare, ampiamente venerato lungo le coste della Grecia, ebbe in suo onore i Giochi Istmici a Corinto e i templi costruiti in favolosi paesaggi in riva al mare, tra cui quelli di Paestum, Corinto e Sunion. Per Poseidone, il delfino era sacro ; cavalcato dal dio, appare di frequente nei mosaici. I Romani l’identificarono con Nettuno, a cui dedicarono un tempio al circo N 86 natural 1 settembre 2004 Flaminio e un altro in memoria della vittoria navale su Antonimo nell’anno 3 a.C. sul Campo di Marte. Primo trattato italiano di Talassoterapia (copertina) Ma le divinità importanti di una religione, nelle manifestazioni antropomorfiche e teriomorfiche, secondo la scuola della Mitologia Comparata di F. Max Müller (1823 - 1900) non rappresentano altro che il Sole il quale, oltre ad una posizione dominante nella cosmogonia, fu anche la divinità Shamash a Babilonia, Rê in Egitto, Helios in Egitto e Mitra in Persia. Vestigia archeologiche risalenti ad almeno dodici mila anni fa, ritrovate nel 1971 in una caverna del Mato Grosso brasiliano chiamata "Abrigo do Sol" o Riparo del Sole da W.J. von Puttkamer, testimoniano dell’esistenza di un popolo che adorava il sole; questi paleo-indiani, avi degli attuali Wasusu, ovvero delle donne guerriere come le Amazzoni della mitologia greca, scolpirono sulla roccia una miriade di simboli del sole e della fecondità femminile. Il Sole, dispensatore di benessere e guaritore di tutti i mali, fu l’oggetto di un culto particolarmente vivace e diffuso nel Bacino mediterraneo. Zeus, padre degli dei, fu anche il dio del Sole. Elio, il dio eternamente giovane di cui Platone stesso fu convinto della divinità, fu venerato a Corinto, ad Argo, a Sicione, sul Monte Taigete, in Elide, a Fregane. Ebbe un tempio ed una statua colossale a Rodi ed un’altra fu costruita da Nerone a Roma : qui, il suo culto, di origine sabina, fu celebrato nel tempio di Quirino dove fu costruita per lui, nel 239 a.C. la prima meridiana. Il dio sole fu rapidamente confuso con Apollo, il dio raggiante che esce dalla notte. La sfinge egiziana, dal viso umano e dal corpo di settembre 2004 natural 1 87 leone, non è altro che la rappresentazione del dio Rê. Durante il periodo del Nuovo Regno (1580-1080 a. C.), Ekhnaton si rivolse al sole e l’onorò così : "Splendido, ti alzi all’orizzonte, o Aton, scintilla con la vita che si nutre di te". Heliopolis è il nome dato dai Romani a Baalbek nel Libano, la città di Baal, dio del Sole proprio come in Egitto "Elaiopoli" è il nome greco della città di On, importante per l’adorazione di Rê, e oggi un sobborgo del Cairo. Anche Mitra, dio della luce e del sole nell’antica Persia si diffuse tra i Romani, in particolare nel secondo secolo d.C. : il suo culto, di tipo misterioso, presente perfino tra i "milites" in guarnigione ad Aquileia, ebbe i favori di Commodo (180192) e di Aureliano (270-275) che costruì un tempio in suo onore. Resti del suo santuario sono stati rinvenuti a York e nella contea del Northumberland in Gran Bretagna e, nel 1954, nella City di Londra. Il re ittita si chiamava Sole; al suo fianco, si venerò una divinità solare femminile, la dea Arinna, simile ad Amaterasu, la dea solare giapponese mentre l’antica mitologia cinese raffigura un dio sole che conduce un carro tirato da un drago. Le antiche tribù teutoniche cedettero anche loro al culto del sole di sesso femminile. Certamente simbolo solare in India a partire dal 500 a. C., la croce uncinata appare presso numerose popolazioni dalla preistoria fino all’epoca storica, sugli idoli femminili 88 natural 1 settembre 2004 a Troia, sui vasi del Diplyon in Grecia, nel palazzo di Cnosso a Creta, a Cipro, nelle civiltà latino-americane dall’epoca precolombiana, nella civiltà villanoviana in Italia e nell’arte funebre cristiana a partire dal secondo secolo: tracce di questo tipo sono state scoperte di recente a Quarto d'Altino e a Noventa di Piave. Sono famose le terrazze costruite dagli Assiri per quella che oggi chiamiamo elioterapia, in omaggio al dio sole Ashur. Tutti conoscono l’importanza di Ippocrate di Coo (460-380? a.C.), per l’organizzazione “razionale” della medicina, motivo per cui fu eletto a simbolo di questa disciplina ; dalla sua opera "De aere, aquis et locis" emergono tuttora spunti interessanti per lo studio della climatologia e della talassoterapia: fu l’allievo di Erodico da Lentini II che, con il suo contemporaneo, Icco di Taranto (490-? a.C.) fu un a amatore della ginnastica, della dieta e dell’esposizione al sole. Nella Magna Grecia furono costruiti numerosi stabilimenti termali con sale da ginnastica e, non a caso, proprio sulle coste soleggiate del Mediterraneo. Già gli Egizi consigliavano di utilizzare l’acqua di mare per curare e pulire le piaghe e per il potere terapeutico del bagno di mare; Euripide (480406 a.C.), che si ammalò proprio in Egitto, fu curato con bagni di acqua di mare fredda e scrisse: "Il mare guarisce le malattie degli uomini". Osservando gli Egizi che essiccavano il pollame e il pesce al sole, Erodono d'Alicarnasso (484-425 a.C.) ne dedusse che il sole impedisse la putrefazione della carne e scrisse che l’esposizione dell’uomo al sole avesse un effetto rinvigorente. Secondo Oribase, Erodono propose il bagno di sabbia seguendo una tecnica abbastanza simile a quella praticata oggigiorno. Nelle sue opere, Aristofane (450-385 a.C.) apprezzò il clima marino per la sua azione terapeutica. Parimenti, come ignorare la suggestione che l’immagine del mare evoca presso i soldati di Senofonte (430-355 a.C.) che, al grido di Tàlassa Tàlassa!, videro in esso la salvezza e la salute (Senofonte, Anabasi, Libro IV): dal monte Teche, i Greci videro il mare dopo aver percorso 2.500 km. da Cunaxa a Babilonia dove Artaserse fu ucciso dal fratello Ciro. I Greci e i Romani amavano fare i bagni di sole: questi ultimi costruirono delle ville sulle spiagge del mar Tirreno, dall’Adriatico fino al Mare del Nord e consigliarono l’uso dell’acqua di mare per i suoi multipli effetto terapeutici (Celsio, Aulo, Cornelio, Plinio, Seneca) o per conservare la bellezza del corpo : tale fu lo scopo del bagno di mare per Cleopatra. Plinio il vecchio (23-79 d.C.) scrisse: i bagni di mare eccitano e sviluppano il corpo. Celsio, la cui opera risale, secondo Pazzini, alla fine del primo secolo avanti Cristo, in "De Medicina" consiglia di stendere le membra al sole e non all’ombra e di far seguire l’esercizio muscolare da un’unzione effettuata al sole. Tutta l’attenzione che mise Nerone all’utilizzo dell’acqua di mare è descritta da Svetonio (69-130 d.C.) nei suoi "Vite dei Cesari". Il solarium, nelle terme romane, serve per il bagno di sole, come riporta Plinio (23-79 d.C.) che, con Cicerone, chiamava il bagno di sole "sol arsus" se effettuato con l’esposizione della pelle asciutta e "sol unctus" con la pelle unta. Il medico dell’imperatore Giuliano, Oribase (325403 d.C.) nel suo "Collectiones medicae" composto di 70 libri, raccolse tutte le conoscenze dell’epoca sulla medicina; consigliò il bagno di sole per curare l’artrite e l’obesità. Dalla vastissima iconografia sull’antica simbologia solare e marina emerge in modo evidente la sacralità da cui doveva derivare la fede nel potere terapeutico del sole e del mare. Il Cristianesimo e la caduta dell’Impero segnarono la fine dei grandi Miti e videro l’uomo rientrare in un falso pudore oscuro che gli fece abbandonare ogni pratica che favorisca l’esposizione della nudi- tà, l’igiene corporea, la ginnastica e le cure termali. Dovunque, e non solo in Francia, “il Medioevo ha il disgusto e l’orrore del mare" (Leroy). Comunque, nel Medioevo, è Avicenna (Abu 'Alì Husayn, Bukhara, 980-1037) che richiama l’attenzione con le sue opere sulla tecnica attenta con la quale si deve fare il bagno di mare e sull’elioterapia nei soggetti deboli. Michele Savonarola (1384-1468) professore a Padova e a Ferrara, classifica le malattie che possono trarre vantaggio dai benefici del mare e quelle per cui è controindicato mentre un capolavoro redatto nel 1533 dal Consiglio di Venezia sull’idrologia e forse il primo trattato di balneoterapia viene stampato : "De Balneis omnia quae extant apud Graecos, Latinos et Arabas scriptores". Anche se in base a nuove mode, ma più per esperienza diretta, sono numerosi coloro che fecero ricorso al mare per curare le malattie della pelle; tra di loro, troviamo Enrico III di Francia a Dieppe, nel 1578. Possiamo considerare Richard Russell (1687- 90 natural 1 settembre 2004 1759), chiamato da Michelet "l'inventore del mare”, le cui opere più importanti sono: "De tabe giandulari, sive de usu aquae marine in morbis giandularum" (1750) e "On the use of sea water" (1750), l’iniziatore del periodo moderno della talassoterapia. Russell disse: "bisogna bere l’acqua di mare, farci il bagno, mangiare tutti i tipi di cose marine in cui è concentrata la virtù del mare". Questi commenti sembrano l’eco di Omero che, nella sua fede nel mare, incita Schliemann (1822-1890), durante l’odissea degli scavi a Troia e a Micene, a condurre un’esistenza a base di frutta fresca e di pesce e a curare le ferite e le irritazioni manifestate durante gli scavi, con l’acqua di mare. La prima "Casa di salute termale marina" avrebbe visto la luce a Dieppe nel 1778 e il primo "Ospizio marino per fanciulli" a Margate, in Gran Bretagna, nel 1791, forse l’unico fino al 1842 quando un altro fu costruito, il primo in Italia, a Viareggio. Fino al 1861, altri vedono la luce in Francia con nomi e scopi diversi a Le Havre (1844, Bagni Frascati), a Sète (1847, Primo ospedale marino), a Lussur-Mer (1859, Stabilimento Bagni), a Berck-sur-Mer (1861), in Belgio a Middlekerke nel 1854 e in Italia, a Livorno (1859), San Benedetto del Tronto (1865), Riccione (1866), Porto d'Anzio (1867), Palermo (1874) ; altri Stabilimenti Balneari furono costruiti a St. Malo e a Roscoff in Francia e a Ostenda in Belgio nel 1899. L’italiano Spallanzani ha intuito l’azione battericida del sole nel 1769 mentre lo sviluppo della scienza medica, della fisica, della chimica e soprattutto lo spirito della ricerca del Settecento portarono ad interessanti osservazioni sull’efficacia dell’elioterapia per certe dermatiti, ulcere, piaghe, fratture, ascite, la TBC ossea e il rachitismo. Liman, Odessa, Ucraina, Mar Nero 1909. Stabilimento balneo-termale La letteratura abbonda su questo argomento fin dalla fine del Settecento e dimostra, tra l’altro, che l’entusiasmo diffuso non è sempre giustificato (White: The use and abuse of sea water, London 1775). L'acqua di mare è somministrata per via orale, per lavande, per via intramuscolare e endovenosa; per renderla più gradevole, viene offerta in forma di pozioni zuccherate seguendo le indicazioni di Dioscoride, un medico greco di Anazarba del primo secolo d.C.; come riferisce Ippocrate, viene data come purga; oggi ancora, seguendo un’antica tradizione, i Veneziani chiamano "sal de canal" il sale amaro ottenuto dall’acqua di mare correntemente impiegato per il suo effetto purgativo. Il contributo della Francia allo sviluppo della talassoterapia è stato notevole: nel 1789, Maret pubblicò una nota sul meccanismo dell’azione dei bagni di acqua dolce e di mare e sul loro utilizzo; nel 1812, una tesi di François "I Bagni di Mare di Dieppe" e il Manuale dei Bagni di Mare di Blot vengono pubblicati ; nel 1857, Roccas pubblicò il "Manale Igienico e terapeutico dei bagni di mare"; non si può non citare l’opera magistrale di René Quinton (1867-1925) che "restituisce l’uomo alla sua origine acquatica" (Leroy-Heger), poiché "tutti gli organismi vengono da una cellula e questa cellula è di origine marina" (L'eau de mer milieu organique, 1904). Nel 1833, G. Giannelli pubblicò il "Manuale per i bagni di mare" che fa capire quanto i bagni di mare siano già diffusi a quest’epoca come cura e passatempo mondano; la scuola francese di Poncet favorisce l’istituzione di certi stabilimenti che funzionano da solarium lungo la costa mediterranea (Hyères, Cannes). Nel 1850, il Dr. John Bell di Philadelphia pubblica i "Treaties on Baths" e dedica 50 pagine al bagno di mare riferendosi alla tecnica, alle indicazioni e alla scelta della stagione a seconda del tipo di ammalato. In Italia, il primo documento ufficiale sulla talassoterapia, il “Regolamento per il buon servizio e il buon ordine dei bagni di mar" è del Governo toscano nel 1822. Nel frattempo, le intuizioni di Spallanzani trovano conferma e si riconosce ai raggi solari, in parallelo con la loro azione anti-batterica, un effetto anti-astenico e ematogeno. Vanzetti, un chirurgo di Padova, prescrisse fin dal 1853 l'elioterapia per l’artrite e le ulcere cutanee mentre Barellai fu il primo a concepire l’Ospizio Marino come luogo di ricovero per cure prolungate, in particolare per la tubercolosi extrapolmonare. Verso il 1840, Tomaso Rima (1775-1843), chirurgo all’Ospedale di Venezia, fece costruire nei pressi della Chiesa della Salute un "bagno galleggiante" fissato su pontoni con una vasca di circa 10x7 metri. La Sirena era una barca, sempre concepita da Rima, riservata alla talassoterapia delle “bagnanti” Le prime cabine al Lido di Venezia furono costruite nel 1887 e quindi si diffusero in tutta l’Italia mentre il milanese Hajech sostenne l’utilità degli ospizi marini permanenti, di cui il primo fu costruito a Viareggio nel 1901. Dal 1870 al 1890, vedono la luce gli stabilimenti elioterapeutici più prestigiosi dell’Alto Adriatico, quelli del Lido di Venezia e di Grado; nel 1910, Giulio Ceresole fondò l'Osservatorio per lo studio della Clima-talassoterapia sulla spiaggia di Venezia, aprendo, e queste sono le parole di Edoardo Maragliano al Congresso Internazionale della Talassoterapia del 1923, un nuovo capitolo della fisiologia, della fisiopatologia dell’uomo al mare. Il primo trattato italiano di talassoterapia di Le alghe furono i primi organismi vegetali a comparire sul nostro pianeta. Ceresole pubblicato da Nistri e Lischi à uscito nel 1932. Negli anni Cinquanta, con l’avvento degli antibiotici, il prestigio della clima-elioterapia marina si indebolì mentre quello della chirurgia nella tubercolosi osteo-articolare aumentò. Questo ha trainato un cambiamento d’orientamento nei programmi degli istituti elioterapeutici i quali, da sanatori. hanno progressivamente assunto le caratteristiche d’ospedali ortopedici speciali. Negli anni Cinquanta, le scuole di Kiel, Bucarest, Rennes e Bordeaux dimostrarono, confrontando gli isotopi radioattivi e della scintigrafia, la penetrazione ionica transcutanea nella balneoterapia, confermando sul piano obiettivo e scientifico ciò che era già stato intuito. L’esperienza dimostra la validità dei vecchi concetti sui quali riposa la talassoterapia, il cui studio (i congressi di Venezia del 1950, di Lignano nel 1964 e 1966, di Sylt in Germania nel 1966 e di Trieste-Grado e di Eforie Nord in Romania nel 1969 furono memorabili; oltre ai problemi strettamente climatologici furono affrontati argomenti importanti di fisiopatologia e clinica talassologia comprese, come in occasione del Congresso di Palermo nel 1967, le attività sottomarine), permettendo di allargare enormemente il campo delle indicazioni terapeutiche. Questo spinse ad un rilancio degli antichi Ospizi i quali, nel frattempo, avevano capito l'importanza della fisioterapia e si erano dotati in questo senso. Quindi, quello di Venezia, grazie a Della Torre, istituì la balneoterapia con l’acqua di mare calda; l'esempio fu rapidamente seguito da Grado; a Jesolo, accanto al vecchio Istituto Marino, diventato nel 1963 Ospedale Civile, ha visto la luce nel 1950 uno stabilimento psammatoterapeutico; a Lignano, nel 1963, a Bilione e a Sottomarina poco tempo dopo. nascono gli stabilimenti per i bagni di sabbia; l'esempio dell’Alto Adriatico è rapidamente seguito da altre stazioni climatiche dell’Italia Centrale (Rimini). Sul Mare Ionico, accanto alle Terme di Aci Reale, famose per le acque sulfuree, fu costruito uno stabilimento per la Talassoterapia. In Francia, il Centro di Talassoterapia di Parame St. Malo è inaugurato nel 1963, seguito da quelli di Treboul, Quiberon e Sables d'Olonne. Alle Canarie il centro Elioterapeutico di Maspalomas nasce con uno stabilimento moderno di psammatoterapia e in Israele, sulla costa del Mar Morto, ad Ein Bokeq e Cammei Zohar, sulle rovine di antiche terme romane, un grande complesso elio-balneoterapeutico è in via di realizzazione. Nel 1989 viene inaugurato il Forte Village Resort di S. Margherita di Pula (Cagliari), che passa per essere uno dei più moderni centri specializzati del Mediterraneo. Una grande tradizione dell’utilizzo della Talassoterapia esiste anche nei Paesi dell’Europa del Nord e dell’Est. A Mosca, esiste l’Istituto di Medicina Rieducativa, diretto dal Prof. A. Razumov, che usufruisce di enorme esperienza nel settore, essendo in relazione con i centri russi di Soci (sul Mar Nero) e quelli di Yalta e della Crimea. L'utilizzo di fattori marini integrati nel campo della rimessa in forma e della terapia si è oramai affermato e diffuso in tutto il mondo. Il "Centro Nacional de termalismo" dell’Avana a Cuba è uno dei più avanzati centri di ricerca del settore. NELL’ACQUA SI FORMA LA VITA Il termine “talassoterapia” (dal greco thàlassa, “mare”) indica una terapia che utilizza tutti gli elementi marini. Fu nel mare primordiale che la vita animale apparve per la prima volta sotto forma di cellula, miliardi di anni fa. L’organismo è un vero e proprio “acquario” nel quale le cellule che lo costituiscono continuano a vivere in condizioni acquatiche. Provenendo dal mare, quindi, possiamo anche ricorrere ad esso per ritrovare il nostro equilibrio e la salute. IL MARE IN NOI: L’AMBIENTE INTERNO L’acqua è la componente principale del nostro corpo. In un adulto normale essa rappresenta il 70% del peso corporeo. Su 50 chili di peso, ci sono 35 litri (cioè 35 chili circa) di liquido così ripartiti: 5 litri di sangue, 2 litri di linfa, 28 litri di liquidi extra e intracellulari. Esistono delle analogie tra l’ambiente in cui sono immerse le nostre cellule e quello marino, tra la composizione del plasma sanguigno e quella dell’acqua di mare. Anche l’embrione umano continua a svilupparsi in un ambiente acquatico: la cavità amniotica. Essa è riempita dal liquido amniotico e delimitata dalla placenta, le cui villosità ricordano gli organismi marini. In questo mare interno l’embrione è composto quasi interamente da liquidi. Ogni essere rivive in sé la comparsa della prima cel- lula vivente nel ventre dell’oceano primordiale. Oceano che rimane intatto dentro di noi, e che va custodito e mantenuto perché è fonte di energia, di salute e di bellezza. Si potrebbe definire lo stato di salute come la facoltà di conservare un ambiente interno stabile indipendentemente dalle variazioni subite dall’ambiente esterno. È nella conservazione di questo equilibrio che il mare può aiutarci. Si tratta di saper ritrovare in esso gli elementi vitali di cui il nostro corpo necessita. I POTERI DELL’ACQUA DI MARE Tutti gli elementi minerali del nostro ambiente interno sono presenti nell’ambiente marino e questi, dai minerali presenti in maggiori quantità, fino a quelli presenti in minima parte o solo in tracce, intervengono a livello del nostro organismo. I sali minerali disciolti nell’acqua costituiscono una soluzione elettrolitica, sono cioè dissociati in ioni per l’aggiunta o la perdita di un elettrone. Questo permette una moltitudine di possibili combinazioni chimiche e anche un certo passaggio di essi attraverso la pelle. Tutte le virtù terapeutiche dell’acqua di mare sono sfruttate negli istituti di cura talassoterapia che si trovano in luoghi marini. Si fa ricorso a diverse tecniche di bagni e docce a differenti temperature e pressioni, integrate da esercizi, manipolazioni e massaggi. Oggi, però, è possibile anche effettuare una sorta di talassoterapia domestica con minore efficacia ma comunque con risultati apprezzabili. Grazie alle sue molteplici azioni, l’acqua di mare è uno stimolatore generale di tutte le funzioni dell’organismo. Ciò è importante non solo per la cura di varie malattie, ma anche a scopo preventivo ed estetico, per la possibilità di riacquistare nuove energie, bellezza e benessere. I BAGNI DI MARE I benefici dei bagni di mare sono molteplici: benessere per i muscoli, le articolazioni, la colonna vertebrale, che risultano alleggeriti dalla pressione data dalla forza di gravità; il nostro corpo abbandonato al ritmo dell’acqua subisce un massaggio globale che stimola tutte le nostre funzioni e ci riequilibra. Dentro l’acqua la pelle, che ci racchiude e ci struttura e che funge da confine tra il mondo interno e quello esterno, si “apre” e i minerali del mare, sotto forma di ioni, la penetrano abbondantemente e possono attraversarla. L’immersione nell’acqua di mare, la cui temperatura varia tra i 15 e i 27°, provoca una vasocostri- 94 natural 1 settembre 2004 zione periferica che permette di lottare contro la sensazione di freddo. Poi il corpo si adatta a questa nuova temperatura e ciò determina una reazione circolatoria. È una vera e propria ginnastica della microcircolazione, che determina una mobilizzazione totale della massa sanguigna; questa attivazione della circolazione interessa tutte le funzioni di elaborazione e di eliminazione. IL SALE Le virtù terapeutiche del sale di mare sono note da lungo tempo. Lo si utilizza ancora oggi, secco e grezzo, avvolto in un panno, per applicazioni su zone doloranti o traumatizzate. Un precedente riscaldamento ne accrescerebbe l’efficacia. Lo si può utilizzare anche sotto forma di compresse calde molto salate (panni di cotone imbevuti in acqua e sale precedentemente riscaldata): tre cucchiai in un litro d’acqua. Le sue proprietà antisettiche e cicatrizzanti rendono questa soluzione adatta per lavaggi disinfettanti. In tutte le lesioni della cavità orale (gengiviti, afte, faringiti) è utile fare sciacqui della bocca con acqua molto salata (1 cucchiaio in un bicchiere d’acqua). Per il lavaggio delle cavità nasali si consiglia una concentrazione minore (1 cucchiaino in un bicchiere d’acqua). In India si pratica un lavaggio nasale preparatorio agli esercizi di respirazione molto semplice ed efficace: si introduce con un apposito contenitore munito di beccuccio l’acqua salata in una narice, piegando leggermente la testa dal lato opposto. Si esegue una respirazione lenta attraverso la bocca: l’acqua colerà dall’altra narice. Si ripete l’operazione dall’altro lato. Nelle nostre atmosfere inquinate, questo esercizio dovrebbe essere ripetuto quotidianamente, in quanto rappresenta un’efficace prevenzione delle infezioni rinofaringee. Si può ritrovare l’effetto tonico dei bagni di mare aggiungendo del sale marino nell’acqua del bagno: è sufficiente versare un chilo di sale marino integrale nella vasca, riempita con acqua a temperatura di 37-38° ed immergersi per 10-15 minuti. Per potenziare l’efficacia del trattamento è possibile aggiungere alcune gocce di un olio essenziale. Si possono effettuare anche pediluvi con acqua calda e sale marino (2-3 pugni) alla sera, con acqua fredda e sale alla mattina. Ovviamente i pediluvi con acqua molto calda sono controindicati in presenza di vene varicose. LA SABBIA Accumulata lungo il litorale, la sabbia rappresenta il prodotto della lenta azione del tempo e dell’acqua sulle rocce.Le sue virtù terapeutiche sono note sin dall’antichità. La tecnica del bagno di sabbia (sabbiatura) è piuttosto complessa e va praticata in luoghi specializzati; tuttavia, uno degli esercizi più semplici e più importanti per la nostra salute consiste nel camminare a piedi nudi su una spiaggia piana e sabbiosa. In questo modo, camminando naturalmente e piegando gli avampiedi senza la costrizione delle calzature, riceviamo una benefica stimolazione della pianta del piede, zona di proiezione di tutti gli organi interni. Questo movimento favorisce inoltre il deflusso venoso degli arti inferiori, con effetti molto positivi per la circolazione e la bellezza delle gambe. LE ALGHE Le alghe furono i primi organismi vegetali a comparire sul nostro pianeta. Esse sintetizzano la clorofilla capace di captare la luce solare e, a partire dall’acqua e dall’anidride carbonica, producono molecole di zuccheri, fonte di energia per le cellule viventi. Poiché si nutrono di luce, al di sotto degli 80 metri di profondità non è più possibile trovarle. Non hanno radici che le fissi al fondo per cui non traggono le sostanze nutritive dalla terra, ma si nutrono lungo tutta la loro superficie, assorbendo e concentrando le sostanze minerali sciolte nell’acqua. In tal modo attingono per noi le ricchezze del mare. Nelle alghe sono contenuti in grande quantità minerali (sodio, potassio, fosforo, calcio, magnesio, zolfo, cloro, manganese, iodio, silicio) e oligoelementi (ferro, rame, zinco, stronzio, cobalto, nichel, molibdeno, piombo, stagno, vanadio, bromo, argento, cromo, bario, bismuto, antimonio, litio). Vi si trovano anche vitamine, enzimi, zuccheri e proteine. Per le loro proprietà rigeneranti e riattivanti del metabolismo, le alghe vengono impiegate in fitoterapia e in fitocosmesi (Laminaria, Quercia marina o Fucus vesiculosus, Agar-agar, Carragheen o Chondrus crispus ). I bagni alle alghe hanno una funzione emolliente, tonica e coadiuvante nel trattamento dei cuscinetti di grasso dovuti a cellulite; inoltre favoriscono la circolazione cutanea. Si preparano sciogliendo 100 g di alga in polvere nell’acqua calda del bagno e aggiungendo un chilo di sale marino integrale. Si rimane immersi nell’acqua per 15 minuti. Bisogna ricordare che i bagni alle alghe sono controindicati in presenza di malattie infettive, infiammazioni acute, ipertiroidismo. TALASSOTERAPIA: IL MARE CHE GUARISCE I fattori climatici hanno un’azione analitica sull’organismo. La radiazione solare è uno dei fattori più importanti del clima marino per la sua attività biologica e climatoterapia. Nelle località marine è possibile avvalersi di numerose metodiche climatoterapiche (cura di riposo, bagno d’aria, elioterapia, bagno di mare, sabbiature) che, oltre ad essere indicate nei soggetti sani bisognosi di ritemprarsi e di disintossicarsi dalla vita quotidiana, trovano utile applicazione nella cura di numerose malattie. Il clima marino ha la sua più nota indicazione nel trattamento delle affezioni dell’infanzia, tra queste occupa un posto preminente la diatesi linfatica pastosa, che si osserva assai frequentemente in bambini grassi, pigri, svogliati, con scarso appetito, facilmente soggetti a processi infiammatori dell’apparato respiratorio (rinofaringiti, otiti, tracheobronchiti, ecc.), con difficoltà della respirazione per la presenza di vegetazioni adenoidi. La vita attiva all’aria aperta, l’aerosol marino, l’elioterapia, il bagno di mare, contribuiscono a combattere e modificare tali alterazioni. Anche le diatesi allergiche del bambino con manifestazioni a carico della cute (eczema, prurito, orticaria) o dell’apparato respiratorio (rinite allergica, asma bronchiale), ottengono ottimi risultati dal clima marino. Potranno essere utilmente inviati in convalescenza al mare i bambini, anche della prima infanzia, dopo malattie dell’apparato respiratorio (broncopolmoniti, bronchiti, polmoniti) o malattie infettive, qualora si evitino località e stagioni che presentano fattori climatici eccitanti o debilitanti (caldo eccessivo, notevole grado di umidità o secchezza dell’aria, forti venti, ecc.). A seconda della località climatica marina, saranno da preferire l’inverno, la primavera o l’autunno. Anche i bambini con manifestazioni di rachitismo, purchè in buone condizioni generali, si giovano del clima e dell’elioterapia marina. Altra indicazione, fortunatamente oggi meno attuale, è data dagli esiti della poliomielite (elioterapia, bagni di mare e sabbiature). Il clima di mare è anche utile nelle malattie croniche dell’apparato respiratorio specialmente nelle persone anziane. Indicata in questo caso la stagione invernale in quanto contemporaneamente si ottiene il vantaggio di allontanare il malto dal soggiorno, dannoso alle vie respiratorie, nell’abituale luogo di residenza. Molte malattie della cute si giovano della climatoterapia marina; tra queste in particolare si avvantaggia dell’elioterapia marina la pso- 96 natural 1 settembre 2004 riasi. Diverse forme ginecologiche di natura infiammatoria o da disfunzione endocrina trovano indicazione nel soggiorno terapeutico in località di mare. Ricorderemo inoltre le affezioni reumatiche, artrosiche, ossee, gli esiti di frattura, che nella stagione estiva possono trarre giovamento dall’elioterapia e dalle sabbiature, oltre che dalla balneoterapia con acqua di mare riscaldata in località marine dotate di appositi stabilimenti. Infine la tubercolosi extrapolmonare (linfoghiandolare, cutanea, genitourinaria, osteoarticolare) ha nella climatoterapia marina, condotta sotto stretta sorveglianza medica, un valido completamento ai trattamenti medici e chirurgici. METODICHE CLIMATOTERAPICHE Durante il soggiorno per villeggiatura o per cura in una località climatica marina è bene avvalersi delle numerose metodiche che permettono di utilizzare meglio le risorse naturali del clima. In particolare la cura di riposo, il bagno d’aria e l’elioterapia. CURA DI RIPOSO La cura di riposo consiste nel sottoporre il paziente a riposo assoluto a letto e, quando il caso lo permetta, a qualche ora di sdraio all’aria in terrazza coperta, ben protetta dalle correnti d’aria e dall’irraggiamento diretto del sole. Questo trattamento, a volte limitato al periodo di acclimatazione, si attuerà solo in ammalati, convalescenti di gravi forme debilitanti o di interventi chirurgici importanti, in cui si deve evitare una stimolazione climatico-meteorologica violenta, ma sia al tempo stesso opportuno sfruttare gli effetti del clima per un più rapido ripristino delle condizioni generali. In questi casi si dovranno evitare climi ad azione troppo energica: sono consigliabili quelli piuttosto stabili con temperatura e grado di umidità costanti e moderati, con modesto regime di venti, altitudine non eccessiva, ricca di vegetazione arborea. A tale scopo sono più adatti i climi di località marine ben protette dai venti, in genere nella stagione primaverile ed autunnale. Esistono località marine utilizzabili per questi pazienti anche d’inverno, in quanto godono di un clima particolarmente mite e stabile in questa stagione. CURA D’ARIA Il bagno d’aria costituisce un trattamento stimolante l’intero organismo interessandone le principali atti- vità: cardiocircolatoria, respiratoria sudoripara, ecc. Vengono ad essere soprattutto cimentati i meccanismi di termoregolazione, allenando il paziente a ben tollerare le brusche variazioni meteorologiche ed irrobustendo l’organismo nella lotta contro le malattie, specialmente quelle da perfrigerazione (raffreddori, bronchiti, ecc. ). A seconda della temperatura dell’aria, della ventilazione, del grado di umidità, dell’entità della superficie corporea, della durata dell’applicazione, questa terapia può risultare più o meno stimolante, adeguandosi così ad ogni singolo caso. Inoltre questa tecnica sarà da utilizzare come preparazione all’elioterapia, in quanto rappresenta un bagno attenuato di sole sfruttandone i raggi riflessi. In ogni caso questa pratica va attuata con gradualità, aumentando progressivamente i tempi di esposizione e la superficie del corpo scoperta. ELIOTERAPIA L’elioterapia è la metodica più importante fra le cure climatiche. Il bagno di sole non si pratica soltanto nei soggetti sani, ma se ben utilizzato e dosato, costituisce un mezzo molto efficace in varie malattie: linfatismo, anemia, artropatie, esiti di interventi e di traumi, affezioni tubercolari extrapolmonari. Una corretta tecnica di esposizione, da usare anche nei soggetti sani, eviterà i frequenti e facili accidenti prodotti da un’esposizione mal condotta: insolazione, eritemi solari, peggioramento di una malattia in atto, disturbi da intolleranza, perdita dell’appetito, insonnia, mal di testa ecc. Le norme da osservare riguardano il momento più adatto della giornata (in genere le ore del tardo mattino), la durata della seduta e l’estensione della superficie del corpo che vanno aumentate gradualmente, la presenza di una buona aerazione (pur evitando nei soggetti malati l’esposizione ai venti), la protezione del capo, l’opportunità che i raggi solari giungano perpendicolarmente alla cute, l’esclusione di schermi di vetro, in quanto questo filtra in parte le radiazioni solari trattenendo quelle ultraviolette. L’elioterapia potrà essere condotta in ogni stagione in clima di mare sfruttando contemporaneamente le altre componenti climatiche. Il bagno di sole con temperatura dell’aria inferiore a 37° C ha un’azione nettamente stimolante ed è applicabile solo nei soggetti sani. Con temperature superiori a 50° C, per l’intensa attività di dilatazione capillare e per la copiosissima sudorazione, l’indica- zione è limitata ai soggetti sani e robusti, che presentino esiti di fratture, artrosi, alcune malattie cutanee (soprattutto la psoriasi). Maggiori possibilità terapeutiche presenta il bagno di sole a temperatura dell’aria indifferente (tra 37° C e 42° C), in cui predomina l’azione dei raggi ultravioletti (linfatismo, rachitismo, anemia, esiti di interventi per tubercolosi extrapolmonare, ect.). IL CENTRO DI TALASSOTERAPIA DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO: FINALITÀ E ATTIVITÀ Il Centro di Ricerche in Talassoterapia istituito con Decreto Rettorale n. 0206960 del 18/09/2001 e retto da un Consiglio Direttivo, è diretto dal Prof. Umberto Solimene. Le finalità del Centro sono: • Effettuare ricerche e studi sui fattori dell'ambiente marino (clima, acqua, sabbia, alghe, fanghi) con particolare riferimento agli aspetti medico biologici; • Effettuare ricerche e studi sulla struttura ed organizzazione di centri di cura marina e di benessere, nonché svolgere attività nel campo della formazione del personale addetto; • Effettuare ricerche e studi nel campo della medicina del benessere intesa come fase precedente alla diagnostica precoce e rivolta all'individuo "sano", incluso il disabile stabilizzato nella sua patologia; • Effettuare studi e ricerche miranti a valutare le possibili integrazioni tra il patrimonio scientifico della medicina occidentale ed i saperi medici tradizionali (secondo la definizione dell'OMS) e dalle conoscenze etnobotaniche secondo i modelli della scienza occidentale; • Collaborare, nelle forme più ampie possibili, con Istituzioni nazionali ed internazionali, pubbliche e private che operino in campi attinenti al settore di interesse del Centro Il Centro ha anche la disponibilità del personale scientifico e tecnico delle strutture del Dipartimento di Anatomia Umana dell'Università degli Studi di Milano, che è tra i più moderni d'Europa. L'attività del Centro è di carattere: • Scientifico: ricerche nel campo della bioclimatologia, studi e ricerche nel campo della talassoterapia nelle sue componenti sperimentali e cliniche, collaborazioni internazionali. 98 natural 1 settembre 2004 • Didattico: Corsi di formazione e di Perfezionamento universitari per medici e personale paramedico. • Organizzativo: promozione, realizzazione dei Seminari, Simposi e Convegni. Le motivazioni che hanno indotto l'Università degli Studi di Milano ad istituire il Centro di Ricerche in Talassoterapia possono essere così riassunte: • La Talassoterapia, disciplina dalle antiche origini (vedi note storiche), dopo un periodo di declino sta attualmente vivendo una fase di sviluppo in tutto il mondo con la sempre maggior creazione e diffusione di nuovi centri di cura marina e polivalenti. Sta rapidamente cambiando anche il profilo socioculturale delle persone che si rivolgono a queste forme di trattamento, sia per quantità di presenze che per richiesta di servizi. • Infatti, la balneoterapia e la fangoterapia marine sono trattamenti con acque cloruro sodiche ipertoniche, quindi indicate prevalentemente nelle malattie artroreumatiche e nella riabilitazione. I moderni orientamenti sono rivolti anche a tutta una serie di trattamenti complementari che rientrano nella medicina del benessere. • Di quanto sopra ne è la dimostrazione l'impegno che diversi Paesi Europei (Francia, Spagna, Portogallo, Germania) ed Extra Europei (Turchia, Medio Oriente, Tunisia, ecc.) stanno dedicando alla realizzazione di Centri Specialistici marini per i trattamenti di patologie dirette (apparato osteoarticolare, respiratorio) per la riabilitazione e per il "benessere" (Associazione Europea di Medicina del Benessere - A.E.Me.B). • L'evoluzione del concetto di "salute", intesa non solo come assenza di malattia ma come uno stato di benessere psicofisico, proposto dall'OMS trova una sempre più ampia accezione sia negli ambienti scientifici che nella società moderna. Nelle società più tecnologicamente avanzate la salute, nella sua accezione di assenza di malattia, è un diritto del cittadino, garantito dalla legislazione con precisi provvedimenti messi in atto dal S.S.N. Il benessere ha per punto di riferimento l'individuo sano, a favore del quale sia la medicina preventiva che quella terapeutica ha completato il proprio compito. All'individuo riconosciuto, quindi, "sano", incluso il disabile stabilizzato nella sua patologia, si rivolge la medicina del benessere. • Pur avendo una grande tradizione in questo settore (il primo Ospedale al Mare fu a Venezia nella metà del 1700) non esiste in Italia (e tanto meno in Europa) un Centro scientifico universitario che, in maniera interdisciplinare, si occupi di talassoterapia. • La recente legge italiana (n.323 del 24 ottobre 2000) in maniera di riordino del settore termale, che prevede un approfondimento e valorizzazione della Talassoterapia, con precise richieste di competenze per settore di accreditamento. • La necessità di offrire un supporto scientifico a strutture, sempre più diffuse, che si dedicano alla promozione del "benessere". • La disponibilità di competenze precise e di vari decenni di ricerche nel settore da parte dei componenti il Consiglio Scientifico. • La disponibilità da parte dell'Ente Convenzionato "Forte Village Resort" di risorse strutturali (impianti balneo-talassoterapici) nel settore, tra le migliori in Europa, che consentono la realizzazione di programmi di ricerca d'avanguardia. * Direttore del Centro Ricerche in Bioclimatologia e Medicine Naturali (Università degli Studi di Milano) ** Psicoterapeuta ed Esperto del Centro Ricerche in Bioclimatologia, Biotecnologie e Medicine Naturali (Università degli Studi di Milano)