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Le cronache di Narnia
FANTASY, The Chronicles of Narnia: The Lion, the Witch and the Wardrobe, USA, 2005 - regia di
Andrew Adamson - scritto da Andrew Adamson, Christopher Markus, Stephen McFeely, Ann
Peacock - con Georgie Henley, William Moseley, Skandar Keynes, Anna Popplewell, Tilda Swinton
- durata: 125 minuti - giudizio:
C’è una ragione speciale per cui Lucy, la più piccola dei fratelli Pevensie, giocando a nascondino
finisce per scegliere di entrare nell’armadio, e mentre osserva la porta dell’armadio rinchiudersi
retrocede sino ad affondare fra le pellicce e sentire il pizzicore degli aghi di pino sulla pelle, il gelo
della neve cadente, e a perdersi in un bosco stretto dalla morsa di un inverno secolare.
La stessa ragione che conduce i fratelli Pevensie Peter, Susan, Edmund e Lucy nella nella vechia casa
del professor Kirke (uno stralunato e delizioso Jim Broadbent), immensa e piena di stanze e
passaggi e manufatti che qualsiasi castello potrebbe invidiare, lontano dai bombardamenti che
devastano Londra; la stessa che rende una giornata piovosa in una strabiliante avventura.
La ragione è una profezia che recita:
Il tempo del male sarà terminato
Quando i figli di Adamo e del suo costato
I troni di Cair Paravel avranno conquistato
Ma prima di arrivare a capire la profezia, i fratelli Pevensie dovranno passare attraverso alcune prove
che sottoporranno l’unione famigliare a dura prova.
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E’ la piccola Lucy (Georgie Henley), con lo sguardo incantato e il sorriso sulle labbra, a scoprire per
prima il passaggio che conduce alla favolosa Narnia, in un’ampia foresta selvaggia dove cresce una
solitario lampione a gas (la cui origine è legata al primo libro delle cronache di Narnia), e a fare la
conoscenza con uno dei suoi abitanti: il fauno Tumnus (James McAvoy), combattuto fra l’amicizia
della piccola Lucy e il dovere imposto dalla crudele sovrana di Narnia di denunciare la presenza dei
figli di Adamo e delle figlie di Eva.
Ovviamente i fratelli non credono alla versione dei fatti raccontata dalla piccola Lucy (anche a causa
della proprietà della terra di Narnia: molte ore trascorse nella terra fata equivalgono a pochi istanti
trascorsi nel mondo reale).
Edmund è il secondo a scoprire Narnia, seguendo la sorellina, e il primo a incontrare l’algida Jadis, la
Strega Bianca incarnazione del male, bella come il diamante e gelida come l’eterno inverno che
affligge Narnia (è sempre inverno, ma mai natale, spiega Mr Tumnus). La Strega Bianca vince la sua
fiducia offrendogli dolci particolari, deliziosi al punto da creare dipendenza e lo convince a condurre
a lei tutti i fratelli Pevensie.
I fratelli trovano a Narnia una situazione diversa da quella che Lucy aveva lasciato: il fauno Tumnus
è stato catturato dalla Strega Bianca, e i signori Castoro s’incaricano di prendere in consegna i ragazzi
e spiegare loro cosa sta accadendo a Narnia, fino ad accompagnarli da Aslan, il grande leone, figura
positiva che si contrappone alla Strega.
Edmund, com’era previsto, rinnega Narnia e denuncia i suoi fratelli. La famiglia Pevensie dovrà
scavare in profondità all'interno di se stessa per trovare le motivazioni necessarie per unire le forze a
quelle del grande leone Aslan (voce di Liam Neeson nella versione originale e di Omar Sharif in
quella italiana) e il suo esercito nella grande battaglia finale che deciderà il dominio sulle terre di
Narnia…
Tumnus e Lucy
Di Lewis abbiamo detto molto (così come del film, uno degli eventi più attesi dell’anno) e per non
correre il rischi di ripeterci, vi rimandiamo agli speciali che abbiamo già pubblicato
Oltre l'armadio: la vita di Clive Staples Lewis
Un approccio alla vita, all'opera e al tempo dell'autore delle Cronache di Narnia
http://www.fantasymagazine.it/rubriche/105
Le Cronache di Narnia
Un viaggio attraverso i sette romanzi che compongono la saga
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http://www.fantasymagazine.it/rubriche/109
Il meraviglioso mondo di Narnia
Quelle immagini le avevo in testa dall'età di sedici anni. Poi, quasi quarantenne, un giorno mi sono
detto «Proviamo a scriverci su una storia»" Clive Staples Lewis
http://www.fantasymagazine.it/rubriche/107
Lo scrittore e le opere:
J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis: osservando un'amicizia trentennale
Indaghiamo la lunga e complessa amicizia che ha unito i due scrittori: come ha influenzato le vite e
le opere di entrambi.
http://www.fantasymagazine.it/rubriche/125
Guida a Narnia: i personaggi 1
Umani e creature fedeli ad Aslan
http://www.fantasymagazine.it/notizie/3733/
Guida a Narnia: i personaggi 2
La strega bianca e le sue orde
http://www.fantasymagazine.it/notizie/3734/
Attenzione: è quasi impossibile commentare Le Cronache di Narnia senza parlare di alcuni aspetti
del film che potrebbero essere considerati 'rivelatori'. Chi non vuole rovinarsi la sorpresa, o non ha
ancora letto il libro, non prosegua nella lettura.
L'esercito di Aslan
Diciamo subito che Le cronache di Narnia è, in generale, un adattamento fedele, rispettoso del libro
nei toni e nell’immaginario. L’allegoria cristiana sottintesa nel romanzo non è amplificata o celata, e
niente è stato trascurato (anche se nella terra magica di Narnia i miti e le religioni occidentali —
classico, cristiano, celtico, norvegese — sono confusi in modo da essere considerati simili). Il
regista, Adamson riesce a rendere magistralmente il magico ‘sense-of-wonder’ e quando Lucy
Pevensie (l’adorabile Georgie Henley) passa attraverso l’armadio per ritrovarsi sotto un lampione che
ha radici, nessuna spiegazione viene data, e nessuno ne sente il bisogno.
Il film segue il diagramma e la struttura di base del libro e i relativi temi più importanti sopravvivono
intatti: colpa ed espiazione, lealtà e fede, sacrificio e redenzione, morte e resurrezione, il trionfo del
bene sul male. Il regista porta in vita la storia di Lewis con magia sufficiente per rendere il film una
delle storie per tutta la famiglia più felici degli ultimi tempi.
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Ovviamente ci saranno puristi poco disposti ad accettare cambiamenti del testo originale, anche se il
cambiamento in sé non è necessariamente una cosa negativa.
Altri potrebbero eccepire al regista d’aver tradito il proprio suo pedigree, d’essere stato troppo fedele,
e quindi di non aver saputo dare alla pellicola la stessa impronta molto personale che ha caratterizzato
Shrek, ma rischiamo di entrare in una spirale critica da cui non esiste uscita.
Le variazioni dell'adattamento (principalmente espansioni rese necessarie dalla brevità del libro) sono
in gran parte efficaci. L'arrivo di Babbo Natale (James Cosmo) è rimaneggiato con successo, così
come è efficace il terribile inseguimento della Strega Bianca sulla sua slitta trainata da renne. Il
conflitto fra Peter ed Edmund approfondisce meglio di quanto Lewis avesse fatto la psicologia dei
protagonisti, e anche Susan, nel libro la più trascurata dal punto di vista caratteriale, guadagna in
spessore.
Qualche cosa, com’è naturale, non funziona, come la scelta di abbandonare l'uso dell'inverno come
simbolo di malvagità, tornando a un più consumato e stereotipato dualismo luce/tenebre, o la
dilatazione dei tempi di battaglia; diverso nel film è l’effetto che la presenza delle due figure
carismatiche, Aslan e la Strega Bianca hanno su chi li circonda.
La Strega Bianca
Il terrore che la Strega Bianca incute con la sola presenza viene giustificato solo dalla sua crudeltà; la
sensazione di benessere e pace che la figura di Aslan trasmette viene sminuita, umanizzando così il
rapporto tra divino e diabolico. Anche la transizione dal glaciale inverno alla primavera, uno dei
principi centrali del libro (il simbolo della caduta del vecchio mondo e la nuova creazione, il
momento in cui il bene dormiente da cento anni si risveglia) al quale Lewis dedica molto spazio nel
libro con la descrizione della neve che si scioglie, l’acqua corrente, la ricomparsa dei fiori, viene
risolta in rapide sequenze nel film.
Altre sequenze potrebbero far storcere il naso degli appassionati più accaniti: la sofferenza di Aslan
durante il percorso di Aslan alla Tavola di pietra, o l’importante scena del ritorno alla vita delle statue
vittime della crudeltà della Strega Bianca (scene per le quali si direbbe che gli effetti speciali siano
stati creati, e che invece vengono riprese quasi distrattamente, come se il regista fosse concentrato su
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altri accadimenti), che avrebbero avuto bisogno di maggiore enfasi, ma si tratta di scelte imposte
dalla spettacolarizzazione del film. Andrew Adamson alla fine ha girato con la meticolosa attenzione
che ci si aspettava dal creatore di Shrek; e l’estrema fedeltà spesso si trasforma in poesia (l’incontro
fra Lucy e Tumnus) anche se non sempre si tratta del sorprendente capriccio che conquista.
Rimangono sempre molte le ragioni per essere riconoscenti alla Disney per questo adattamento delle
Cronache di Narnia. Da noi la maggior parte dei lettori di Lewis lo ricorda per opere quali Perelandra
o Lontano dal pianeta silenzioso, e questa è un ottima occasione per riscoprire le Cronache di Narnia,
molto conosciute nei paesi anglofoni e poco lette in Italia.
La tecnologia dell’industria cinematografica è maturata al punto da potersi accostare al linguaggio
figurato di Lewis in modo pressoché perfetto. Il lavoro degli effetti speciali è superbo e visivamente,
la pellicola rimane notevolmente vicina alle semplici illustrazioni del libro di Pauline Baynes dando
vita a un mondo spettacolarmente realistico. Il regista Adamson è cresciuto attraverso la disciplina
degli effetti speciali e "in Narnia" ha realizzato brillantemente il quasi impossibile: rendere credibili
musi animali malleabili ed espressivi.
Aslan
Gli abitanti animali di Narnia potrebbero passare per reali fino a che non rivelano la loro
straordinarietà aprendo la bocca per parlare.
Aslan è visivamente un trionfo. Una creazione digitale sbalorditiva: non assomiglia esattamente a un
leone reale, ma è una realizzazione magnifica – la sua morbida criniera s’increspa morbidamente nel
vento, e con King Kong è uno dei protagonisti interamente digitali della stagione cinematografica.
A questo proposito dobbiamo segnalare la scelta sciagurata di far doppiare la carismatica e possente
figura di Aslan a Omar Shariff. Il leone con la voce stentorea e l’accento straniero perde gran parte
della sua credibilità. Davvero una scelta inspiegabile.
Uno degli effetti più magici delle Cronache di Narnia non è nella fluidità della criniera digitale, o
nelle creazioni generate dal computer, bensì nella meraviglia che gli occhi della piccola Georgie
Henley esprimono la prima volta che varca la soglia nell’armadio e si ritrova a Narnia.
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Lucy
La piccola Lucy è il cuore e l'anima della storia con la sua tenera meraviglia e l’innocente sensibilità.
Le sue interazioni con il sig. Tumnus e Aslan sono particolarmente riuscite.
Le interpretazioni degli altri attori sono convincenti. Bravo il giovane Skandar Keynes a rendere il
disagio e il tormento causati dall’attrazione esercitata dalla Strega.
Brava Tilda Swinton, che fa un lavoro notevole nel non trasformare la strega bianca in un cliché.
Crudele e con l’atteggiamento di un aristocratico costretto in una stia insieme alle galline, quanto
superba e terribile valchiria in battaglia, senza per questo risultare comica.
Persino Peter, il fratello maggiore dei Pevensie, che soffre del complesso di Aragorn (la riluttanza che
speriamo non diventi a sua volta un cliché) cade in una sola, incolpevole incogruenza quando nel
cuore della battaglia Peter si preoccupa di convincere Edmund e le ragazze ad abbandonare il
conflitto ed il ritorno a casa in Inghilterra (una sciocchezza, dal momento che la profezia si può
avverare solo se tutti e quattro i fratelli salgono al trono di Narnia).
La colonna sonora di Harry Gregson Williams è altrettanto magica. Il compositore, che già aveva
collaborato con Adamson in Shrek e Shrek 2 sottolinea con molta efficacia i momenti decisivi del
film, tanto da guadagnarsi una nomination ai Golden Globe.
Narnia è un vero film natalizio, il primo, dopo tanto tempo, che rimette Cristo al centro della
pellicola, o almeno la metafora messianica. E’ un piccolo tesoro, un regalo per tutta la famiglia.
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Aslan attacca la Strega Bianca
Alcuni lo considereranno come una versione più delicata della Passione di Cristo, a causa dei molti
riferimenti biblici e della figura di Aslan, il leone idealizzato che con il suo soffio è in grado di ridare
la vita. Altri apprezzeranno il film semplicemente come una saga epica paragonabile al Signore degli
Anelli, il cui successo la Disney spera di emulare, sapendo comunque che lo stesso Lewis consigliava
un approccio multilivello alle sue opere.
Narnia è affascinante e spaventosa allo stesso tempo ed è lì, proprio dentro l’armadio, unico arredo di
una piccola stanza della grande casa del professor Kirke, nascosta fra le pagine di un libro, o i
fotogrammi di un film.
Ma non è per sempre, e non per tutti.
Autore: FC - Data: 20 dicembre 2005
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