Una casa, una famiglia
Transcript
Una casa, una famiglia
Sondrio Cronaca a traon Sabato, 15 gennaio 2011 29 Tante le attività a sostegno della realtà di accoglienza per minori. La Provvidenza divina in aiuto della «Piccola Opera». Q uanto sia conosciuta e amata in Valtellina e Valchiavenna la Piccola Opera di Traona - Centro Rita Tonoli lo dicono i fatti. E, allora, proprio da questi cominciamo a presentare questa stupenda realtà ospitata dalla nostra provincia. A ottobre 2009, durante la diciottesima Festa Provinciale dell’Artigianato, tradizionale manifestazione di Confartigianato Imprese Sondrio, sono state consegnate le nuove persiane realizzate dall’Associazione Artigiani. Finestre d’amore sulla Valtellina le ha subito soprannominate sorella Anna Gennai delle Minime Oblate del Cuore Immacolato di Maria, responsabile del Centro, ringraziando per il dono coraggioso in una situazione economicamente difficile: sono infissi bellissimi e, soprattutto, rispettosi dei vincoli delle Belle Arti. E ancora: nei primi mesi del 2010, per il terzo anno consecutivo la Coldiretti di Sondrio ha riproposto ai bambini e ai ragazzi della Casa il progetto “A tu per tu con la natura: percorso di conoscenza del territorio rurale”. «La prima era una situazione che doveva necessariamente essere sistemata per poter accogliere i ragazzi - spiega oggi sorella Gennai -, con l’altra i ragazzi hanno vissuto momenti bellissimi grazie alla dedizione commovente di molte persone. E pensare che, quando avevo presentato il progetto, non avevano mostrato entusiasmo, ma poi si sono coinvolti e se ho un cruccio è di non aver potuto essere sempre presente. La Coldiretti li ha guidati a scoprire e conoscere la fioritura del grano saraceno, la raccolta dell’uva e delle mele, i maggenghi di Pra Maslino e Monte Spluga, il ciclo del biogas a Bianzone e il teleriscaldamento a Tirano. Per loro iniziativa si è anche inaugurato l’orto alla presenza del Prefetto, Chiara Marolla: per la semina vengono ad aiutare i ragazzi, che poi si assumono il compito di annaffiare, tanto che uno voleva bagnare persino dopo la pioggia». Come poi non ricordare la presentazione del libro “Le ricette di sorella Nicolina” nell’ottobre 2009! Qui è raccolta gran parte delle creazioni della suora, che da quarant’anni prepara da mangiare a quanti vivono alla Piccola Opera. «Quel pomeriggio ricorda sorella Gennai - la Provvidenza si è manifestata con un camion che ha portato un nuovo forno a ventilazione. Mi ricordo che, alla sera, ovunque c’era profumo di biscotti, perché ogni appartamento ha una cucina col forno, e c’era il clima effervescente di quando i ragazzi fanno qualcosa. In quella occasione sono stati anticipati i contenuti del progetto Una dolcezza d’amore, il cui logo campeggiava sulla copertina del libro - una mano aperta e un cuore nel mezzo -, già in uso per tutte le iniziative». A marzo 2010 è stata offerta anche una gita a Roma, conclusasi con l’Angelus domenicale, durante il quale il Papa ha ricordato e ringraziato le suore e i bambini della Piccola Opera di Traona. E qui sorella Gennai non può esimersi dal parlare di Paolo Lorenzini: «È impossibile elencare le iniziative che riesce a promuovere - spiega - conosce e sa mettere in moto un numero incredibile di persone!». Chiamato direttamente in causa, Lorenzini è un fiume in piena: «In realtà - sottolinea -, siamo tutti degli strumenti nelle mani della divina Provvidenza: se ci lasciamo usare, ciascuno di noi può fare grandi cose. E qui, il gioco è il contagio: chi viene non può non rimanere contagiato: la Piccola Opera non è estranea, ma è di tutti noi, perché accoglie bambini dalle province di Sondrio e di Lecco. La missione di queste suore è di essere disponibili giorno e notte. Io ho visto arrivare da loro bambini che apparivano irrecuperabili e lei e le sue consorelle, ma soprattutto lei, li hanno cambiati senza mai alzare la voce, sempre confidando nella divina Provvidenza. Per questo, chiunque viene non può non sentirsi coinvolto, non può non domandarsi cosa fare. Aggiungo che il 2011 sarà un anno particolare - continua Lorenzini -, perché più la Piccola Opera va avanti, più va ad intersecare una situazione generale molto difficile, ma le sorelle sanno sempre divenire parte attiva del disegno provvidente di Dio. La fondatrice diceva di non preoccuparsi di accantonare denari per il domani e, ora, esse hanno imparato ad aiutare la divina Provvidenza anche attraverso i media, facendo conoscere la casa e le necessità». PIERANGELO MELGARA Il Centro Rita Tonoli. La struttura della Bassa Valtellina può ospitare fino a 35 ragazzi. «I n certi momenti la provvidenza si tocca con mano - interrompe sorella Anna -. Ricordo di aver letto e riletto la lettera con cui l’Unione Artigiani ci comunicava di volersi assumere il rifacimento delle imposte. Temevo di aver frainteso e l’ho fatta leggere alle sorelle: era proprio vero! Sono momenti di profonda emozione, come quando la Casa ha rischiato di essere chiusa alla fine del 2002. Il criterio pedagogico della fondatrice Rita Tonoli ci impegna a non avere collegi, ma case, pochi bambini e una conduzione familiare. Però, ristrutturare l’antica villa Parravicini per crearvi degli ambienti davvero familiari non era come dirlo e nel 2002 ad imporcelo era anche la legge dello Stato. Il problema principale era la mancanza di risorse. Eppure, confidando nella divina Provvidenza, abbiamo dato inizio ai lavori ed ecco che oggi il “Centro Rita Tonoli”, ristrutturato nel rispetto della legge e dell’insegnamento della nostra fondatrice, può ancora ospitare i minori in difficoltà, adeguando le risposte ai bisogni del territorio». Le stanze sono belle, ariose, arredate con gusto; ci sono letti e lettini, cucine, sale studio e giochi e, come succede dappertutto, le camere delle femmine sono più ordinate di quelle dei maschi. La capienza massima è di trentacinque posti: otto della Comunità Arcobaleno per minori maschi; sette della Comunità Fiori di Campo per minori femmine, con altri tre riservati a chi chiede di arrivare a un’autonomia (le situazioni sono valutate caso per caso); i sette posti dell’appartamento Stelle Alpine Una casa, una famiglia è stato realizzato un pronto intervento per mamme in difficoltà con bambini piccoli: il tutto in un clima di pace e di amore vero per donare serenità per mamme con bambini piccoli, per sostenerle fino all’autonomia; infine, il “Centro Pronto Intervento Aquilone” per rispondere all’emergenza, con dieci posti di residenzialità temporanea per minori maschi e femmine e madri maggiorenni con bambini. Si devono poi aggiungere le attività scolastiche, con volontari che coadiuvano gli educatori nel recupero dei bambini con gravi lacune. «Non so se siamo riuscite a camminare fedeli all’idea di Rita Tonoli - conclude sorella Anna -, ma ai bambini, ai ragazzi, alle mamme che arrivano qui vogliamo offrire un clima di serenità e di amore vero». Per completare il quadro, ricordiamo ancora qualche fatto. Scoppiata la guerra di Bosnia nel 1992, il Comune di Milano si rivolse alle Sorelle della Piccola Opera, per offrire a un gruppo di orfani bosniaci due mesi di vacanza al mare. «Noi accettammo racconta ancora sorella Anna -. È stata un’esperienza molto difficile, soprattutto all’inizio, ma ricchissima, ma mi ha dato davvero tanto. Quando a metà 2002 sono arrivata in Valtellina, abbiamo festeggiato il decennale con quei bambini che dovevano rimanere solo due mesi. Qualcuno l’abbiamo addirittura accompagnato all’altare! Ricordo che, di ritorno dal viaggio di nozze, una ragazza ha voluto passare a salutarci e, mostrando una foto, ha esclamato: “Ecco, la mia famiglia!”. Un’altra, che ripeteva sempre che, compiuti i diciotto anni, non sarebbe rimasta neanche cinque minuti di più, dopo alcuni anni, è tornata e, visitando la casa dove era cresciuta, ha esclamato: “Questa è la casa più bella del mondo! Un giardino come questo non esiste da nessun’altra parte”. Lei, proprio lei, che non perdeva occasione per ripetere che era un lager! Un’altra, ormai ventisettenne, ci ha detto: “Meno male che avete avuto la forza di dirci dei no”. Dunque, sono stati certamente anni difficili, ma il fatto che ci vengano a trovare e ci dicano queste cose, cancella tutte le fatiche, perché nel cuore dei ragazzi è rimasto l’essersi sentiti amati». PI. ME.