Il Medio Oriente durante la decolonizzazione

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Il Medio Oriente durante la decolonizzazione
Una storia globale della contemporaneità
Il Medio Oriente
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Sommario
Situazione geopolitica
Le correnti del rinnovamento
L’impatto culturale dell’Europa
La nahda
Il Medio Oriente dopo la I guerra mondiale
Il Medio Oriente fra le due guerre mondiali
Gli Stati contemporanei
Tentativi egemonici e fattori destabilizzanti
Il concetto di Oriente
The burden of the white man (il fardello
dell’uomo bianco):
Europa (ricca, civile, avanzata…) portava il
fardello di educare e civilizzare territori
(l’ORIENTE = il DIVERSO) poveri, incivili,
arretrati
La missione dell’Europa era quella di riportare
all’interno della STORIA i popoli emarginati ed
esclusi dal PROGRESSO
Il concetto di Oriente
Oriente = concetto sviluppato da una prospettiva
eurocentrica alla fine dell’Ottocento.
Vicino Oriente = terre comprese dall’Egitto all’Iraq
(ovest-est) e dalla Turchia allo Yemen (nord-sud)
Medio Oriente= comprende anche il mondo iranico e
oggi si allarga dal Marocco all’Iran.
Tratti comuni:
1) lingua scritta, religione, tradizione culturale
2) ISLAM come variabile principale, sia ideologica che
politica
3) Definizione comune delle diverse civiltà: arabe
(stirpe dal Marocco all’Iraq) e islamiche (comprende
anche i non arabi come i turchi e i persiani
Situazione geopolitica agli inizi del XIX secolo
1) Realtà dominante era l’Impero Ottomano che
comprendeva l’Anatolia, Armenia, Mezzaluna Fertile e
Nord Africa fino all’Algeria:
a) Territorio non monolitico, con molti territorio di fatto
indipendenti (Algeria, Tunisia, Libia, Egitto)
b) Indebolito da sconfitte militari contro impero asburgico e
russo
c) Aperture verso l’Europa con ostilità di ulama e giannizzeri
2) Realtà indipendenti:
a) Marocco (consolidamento della società urbana sotto
Mulay Sulayman)
b) Persia (scontro con Russia che pretese privilegi
commerciali e impose la rinuncia a rivendicazioni sulla
Georgia)
Rinnovamento dell’Islam (XVIII e XIX secoli)
Islam scosso da movimenti di JIHAD e di Neoislamizzazione
1) Fulani Usuman Dan Fodio: dal 1805 costruzione di
un califfato con centro nell’odierna Nigeria sul quale
si innestò il colonialismo inglese
2) Tukolor Hajji Omar Tal: creazione di uno stato
compreso fra gli odierni Senegal e Niger sconfitto
solamente dai francesi negli anni ‘80 dell’800
3) Mandinka Samori Toure: creazione di uno stato fra
medio Volta e Costa d’Avorio e “capo della crociata
contro l’invasione straniera”
Rinnovamento dell’Islam (XVIII e XIX secoli)
4) WAHHABISMO in Arabia (metà del XVIII)
a) Movimento teologico di purificazione dei costumi e
di ritorno alle fonti originarie dell’Islam
(Muhammad Ibn Abd al-Wahha)
b) Dottrina:
enfasi sull’unicità di Dio;
stretta applicazione delle regole etiche e giuridiche
dell’Islam tradizionale con rifiuto di tutto ciò che si
collocava fuori dal Corano e dalla sunna;
ostilità verso superstizioni e sincretismo
(considerati come minacce per la purezza dell’islam)
Rinnovamento dell’Islam (XVIII e XIX secoli)
4) WAHHABISMO in Arabia (metà del XVIII)
Alleanza di al-Wahhab con guerrieri sauditi conduce
alla costituzione di un potentato nell’Arabia centroorientale (attuale Arabia Saudita)
Fra 1803 e 1818 saccheggiarono Karbala in Iraq
dove si praticava il culto dei santi e delle reliquie e
occuparono le città sante del Hijaz (Mecca, Medina).
Repressione ad opera dell’Egitto su richiesta degli
Ottomani.
Significati del wahhabismo: revisione dei
fondamenti dottrinali dell’Islam e
successivamente movimento di reazione anticoloniale
1)
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Lo sviluppo della colonizzazione
Spedizione francese in Algeria (1830): ragioni di
prestigio e di grandeur nonché tentativo di distrarre
opinione pubblica dal crollo del regno di Carlo X
1839: gli inglesi occupano il sultano di Aden per
controllare la via marittima verso l’India+
Fra seconda metà dell’800 e 1912 solamente
Turchia, odierni Arabia Saudita, Yemen e Iran
(parzialmente) restavano indipendenti
Fino al 1830-1850, i modernisti islamici
consideravano l’Europa un bene e non un pericolo.
La loro percezione dell’Europa cambia solamente
dopo l’avvio delle campagne coloniali (1870-)
L’impatto culturale dell’Europa
L’Europa e le alternative dei musulmani:
1) Soccombere alla superiorità tecnologica e scientifica
europea
2) Adeguarsi agli europei abbandonando le proprie
tradizioni o modificandole profondamente
3) Cercare una terza via per integrare islam e cultura
europea
Ancora oggi il processo di adattamento alla modernità
non è terminato
Le sfide poste all’Islam dall’Europa:
1) Concetto di popolo-nazione
2) Concetto di libertà
3) Concetto di secolarismo
L’impatto culturale dell’Europa
Popolo-nazione per Islam = umma, comunità dei
credenti che si riconosceva nel califfato, considerato
l’istituzione sovranazionale e universalistica
Libertà per Islam = obbedire agli ordini di Dio e servire
la umma
Secolarismo per Islam = concetto non sviluppato perché
nell’Islam gli individui sono sottoposti all’interesse
comunitario e perché la fede non è separata dalla vita
quotidiana dei rapporti sociali
Il Medio Oriente nella seconda metà dell’800
Crisi del potere centrale dell’Impero Ottomano
Movimento dei Giovani Turchi, Comitato Unione e Progresso
contro i conservatori
Colpo di stato militare nel 1913: scollamento fra turchi e arabi
Conquista francese del Maghreb
Tunisia conquistata nel 1881, Marocco nel 1912: formalmente
protettorati, ma sovrani autoctoni del tutto privi di potere
Islamizzazione tradizionale nel Sudan
Fra 1881 e 1898 movimento per il ritorno all’Islam originario
guidato da Muhammad Ahmad: formazione di uno stato autonomo
indipendente dall’Egitto. Sconfitto da alleanza fra Egitto e GB nel
1898, anno che segna l’inizio della colonizzazione britannica sul
Sudan.
Crisi delle Persia
Arretratezza e rivolta costituzionalista fra 1905-1911 guidata
contro lo scià dai religiosi sciiti. Matrice conservatrice, ma dibattito
sulla possibilità di un diretto intervento dei religiosi nella politica
La nahda: il risorgimento culturale arabo e islamico
1) Il livello pubblico:
a) Sviluppo del giornalismo di opinione, con centri
principali Beirut e il Cairo. Nel 1875 inizia ad essere
pubblicato al Cairo il quotidiano Al-Ahram
b) Nasce Al-Hilal, un’associazione culturale volta a
promuovere le lettere e la cultura araba
c) Nel 1870 in Egitto viene fondata la prima biblioteca
nazionale del mondo arabo
d) Nascono importanti università a Istanbul e al Cairo.
La nahda: il risorgimento culturale arabo e islamico
2) Il livello sociale:
a) L’indirizzo riformatore: Qasim Amin in due libri (La
nuova donna; La liberazione della donna) sosteneva la
necessità di un inserimento attivo della donna nella
vita pubblica e sociale. Inoltre era secolarista: ovvero
riteneva che la religione non fosse in grado di costruire
lo stato e la civiltà
b) Nel 1923 nasce il movimento femminista egiziano
(Hudà Sharawi), poi bloccato dall’affermazione
dell’Islam tradizionalista
La nahda: il risorgimento culturale arabo e islamico
3) Il livello politico:
a) Concetto di watan (nazione-patria): si afferma in Egitto
dove inizia ad essere identificato esclusivamente con
l’Egitto. L’idea di patriottismo si sviluppa anche in Siria
dove viene utilizzato anche per indicare il nazionalismo
arabo e il panarabismo: sosteneva l’esistenza di una
nazione araba.
a) Concetto di hurriyya (libertà):
1) Partito nazionalista egiziano: indifferenza verso le
religioni storiche, a favore di liberalismo e liberismo,
nessuna superiorità dell’Islam
2) Al-Bustani: favorevole alla libertà religiosa e al rispetto fra
le fedi
3) Al-Kawakibi: Arabia = nuovo centro del califfato islamico e
autorità sul mondo musulmano (ritorno alla libera
interpretazione delle fonti)
La nahda: il risorgimento culturale arabo e islamico
4) Il livello filosofico e culturale
a) Sviluppo del secolarismo politico e di atteggiamenti
scientisti influenzati dal positivismo, dal darwinismo e
dal socialismo umanista
b) Modernizzazione dell’Islam: Islam considerato non più
al passo coi tempi e quindi da modernizzare. Una
minoranza sostenne che l’Islam era danno per il
progresso dei popoli arabi e mediorentali
Nahda: movimento modernizzatore, ma non in grado di
marginalizzare l’Islam che a partire dagli anni Trenta del
Novecento tornò prepotentemente alla ribalta.
Agli opposti della nahda: l’islamizzazione della
modernità
Attitudine a considerare l’Islam un’ideologia in
grado di interpretare la modernità senza sottostare
a particolari cambiamenti
Il movimento salafita (salafiyya):
a) Necessità di ritornare alle origini dei salaf, la
prima generazione di credenti
b) Necessità di rivalutare la potenzialità razionale
dell’Islam: Islam inteso come religione razionale
che chiede di credere, ma anche di ragionare.
Islam non inferiore a Cristianesimo e Occidente.
Il MedioOriente nella I guerra mondiale
Coinvolgimento del M.O. = arruolamento negli
eserciti coloniali
Il ruolo dell’Intesa: MedioOriente asiatico
assoggettato a sfere di influenza:
a) Russia a nord, con dominio sull’Anatolia e Asia
centrale per controllare lo stretto dei Dardanelli
b) Gran Bretagna a sud, con controllo sul Golfo
Persico e oceano Indiano, aree vitali per il controllo
sull’India
c) Francia al centro, con controllo su Siria e alta
Mesopotamia per ragioni di grandeur e di
sfruttamento delle risorse
d) Momenti centrali: accordo Sykes-Picot (1916) e
dichiarazione Balfour (1917)
Il MedioOriente nella I guerra mondiale
Accordo Sykes-Picot (1916)
1915: la Gran Bretagna riconosce le aspirazioni alla
formazione di uno stato arabo a partire dalla Mecca
3.1.1916: accordo Sykes-Picot: spartizione del M.O.
fra GB e Francia: alla GB controllo su basso Iraq e
Mezzaluna Fertile (da Palestina al Golfo Persico);
alla Francia territori dal Libano fino all’alto Iraq.
1917:scoppio della rivolta araba, ma GB e Francia
non danno seguito alla promessa del 1915 e
intervengono per impedire la formazione di uno stato
arabo
Il MedioOriente nella I guerra mondiale
Accordo Sykes-Picot (1916)
Accordi di pace (San Remo 1920, Sevres 1920 e Losanna
1922-1923) e creazione dei “mandati”
1921: separazione della Transgiordania dalla Palestina con
nascita dell’emirato che poi nel 1946 assunse il nome di
Giordania
1921: formazione dell’Iraq (le tre province ottomane di
Mosul, Baghdad e Bassora) sotto stretta tutela britannica.
Basi per future guerre interne esplose nel 2003 poiché: il
sud era arabo e sciita; il centro arabo e sunnita e il nord
curdo e sunnita.
1924: formazione della Siria sotto stretto controllo della
Francia
1925: Hijaz (Mecca) sotto controllo saudita e Palestina
sotto diretto controllo britannico
Il MedioOriente nella I guerra mondiale
Accordo Sykes-Picot (1916)
1926: formazione del Libano, stato mai esistito in
precedenza. Problemi perché in Libano vivevano numerose
comunità religiose:
a) La maggioranza era cristiana, fra i cristiani i più numerosi
erano i maroniti. Cristiani legati strettamente ai francesi e
contrari a qualsiasi iniziativa araba
b) Seguivano poi sunniti, sciiti e drusi.
c) Costituzione 1943: presidenza a un cristiano; primo
ministro a un sunnita; speaker del parlamento a uno sciita.
Basi per successivi conflitti fra cristiani e islamici e paraislamici (drusi)
Stati mandatari: realtà artificiali, esito di accordi
diplomatici fra le potenze
Il MedioOriente nella I guerra mondiale
Dichiarazione Balfour:
2.11.1917: la Gran Bretagna era favorevole a un focolare ebraico
in Palestina e impegnava il governo a favorirne la realizzazione
Caratteristiche dell’immigrazione ebraica:
a) Origine europea
b) Influenza del socialismo, realizzazione dei kibbutz
(cooperative agricole simili a quelle sovietiche)
c) Gestione dell’acqua e delle terre in competizione con gli
arabi
d) Organizzazione degli insediamenti con un esercito ben
organizzato (Hagana)
e) Commissioni sconsigliavano la convivenza di ebrei e
arabo-palestinesi in quanto “irriducibili”: favore alla
creazione di due stati indipendenti
f) Libro bianco del 1939: necessità di un tetto
all’immigrazione ebraica.
Il Medio Oriente fra le due guerre
La Turchia moderna (Mustafa Kemal):
a) 29.10.1923 proclamazione della Repubblica e nel marzo
1924 abolizione del califfato spirituale
b) Realtà peculiare in M.O.:
1) Chiusura delle scuole coraniche
2) Ulama privati delle proprie funzioni
3) Ordini misti dichiarati disciolti
4) Islam non più religione di stato
5) Istituzione del matrimonio civile e abolizione della
poligamia
6) Diritto di voto esteso alle donne nel 1932
Turchia = paese fortemente centralizzato e statalizzato con
esercito garante della laicizzazione dello stato
Il Medio Oriente fra le due guerre
L’egitto “liberale”
Tentativo di dar vita ad una monarchia indipendente guidata
dal partito nazionalista Wafd. Ragioni del fallimento:
1) Permanere della subordinazione coloniale
2) Politica autocratica e assolutista dei sovrani
3) Debolezza del partito Wafd, troppo accondiscendente con i
britannici
Il movimento degli Ufficiali Liberi e il colpo di stato del 1952:
1) Militari non ideologici: contro ingiustizia sociale e contro la
corruzione
2) Nazionalisti, decisamente contrari al ruolo coloniale della
GB
3) Colpo di stato e Repubblica: riforma agraria, antiimperialismo e per la restaurazione della giustizia nel nome
dell’Islam
4) Leader: Neghib; Nasser; Sadat
Il Medio Oriente fra le due guerre
I movimenti nazionalistici nel Maghreb
Algeria: nazionalismo desideroso di colloquiare con la
Francia conservando la specificità algerina. Opposizione
francese all’assimilazione e ritorno dell’islamismo.
Tunisia: fondazione nel 1920 del partito Destur
(Costituzione) soppiantato da Neo-Destur (Burghiba):
indipendenza e creazione di una nuova società
Marocco: costituzione di formazioni politiche a favore delle
riforme e dell’indipendenza (Blocco d’azione nazionale;
Partito nazionale per le riforme; Partito dell’Indipendenza)
Libia: dominato dall’Italia fino al 1943. Dopo Tripolitania e
Cirenaica sotto gli inglesi e Fezzan sotto i francesi. Negli anni
‘50 fu costituita una monarchia libica conservatrice.
Il Medio Oriente fra le due guerre
Arabia Saudita:
Nel 1932 si costituisce il regno dell’Arabia Saudita
Caratteristiche della mitologia saudita:
1) Concetto di hijra (emigrazione): emigrando dalla Mecca a
Medina, Maometto aveva costituito uno stato sedentario e il
suo esempio andava seguito (condanna del beduinismo come
anti-islamico)
2) Concetto di jihad: movimento islamizzatore anticolonialista
Arabia di Re Faysal (1964-1975):
1) Monarchia autoritaria dominata dal re e dalla sharia islamica
2) Wahhabismo, puritanesimo, carattere confessionale dello
stato
3) Modernizzazione in senso occidentale: consumi,
infrastrutture, urbanistica, istruzione anche alle donne
Il Medio Oriente fra le due guerre
L’Iran dei Pahlavi
1925: colpo di stato di Reza Shah con adozione del titolo
di Pahlavi che richiamava l’antica tradizione iranica
Caratteristiche dello stato:
1) Regime fortemente autoritario che non ammetteva
dissensi
2) Modernizzazione infrastrutturale (ferrovie,
industrializzaazione…)
3) Divieto di portare il velo, ammissione delle donne
all’università
Modernizzazione superficiale che non produsse ricadute
reali sulla maggioranza della popolazione.
Il Medio Oriente fra le due guerre
Gli orientamenti culturali
1) Il dibattito sul califfato
Tesi rinnovatrice
1) Il califfo deve appartenere alla tribù del Profeta
2) Deve essere un dotto in scienze religiose
3) Deve governare con il consiglio degli ulama
4) La sua funzione è imposta dalla religione
5) Il popolo è l’unico detentore della sovranità e gli ulama lo devono
rappresentare
Tesi eterodossa
1) Abolizione del califfato spirituale perché non prescritto dalla
religione
2) Califfato = istituzione tirannica dannosa per l’Islam
3) Islam non ha niente di politica, solamente spirituale
4) La politica deve avere una dimensione secolare
Teoria del compromesso
Califfo deve essere una sorta di presidente di una federazione degli stati
musulmani
Il Medio Oriente fra le due guerre
Gli orientamenti culturali
2) I Fratelli Musulmani (Fratellanza musulmana)
Peculiarità:
a) Islam = fulcro ispiratore della vita dei credenti
b) La riforma doveva trasformare la società per far sorgere
lo Stato Islamico
c) Islamizzazione dal basso, su base popolare
d) Movimento politico-religioso di massa su base islamica
di ispirazione tradizionalista
e) Successo dovuto alle opere di assistenza. Negli anni
Trenta contava oltre 500.000 affiliati e nei Quaranta si
era diffusa in Siria, Palestina, Giordania e Marocco.
Il Medio Oriente durante la decolonizzazione
L’affermazione del nazionalismo arabo
Arabi unificati dalla lingua madre; la religione è un
aspetto secondario anche se ritenuta necessaria per il
consolidamento dello stato
I problemi del nazionalismo arabo:
1) Incapacità a superare gli interessi tribali o di casta
2) Opzioni ideologiche proiettate verso una dimensione
utopica
3) Prassi politica troppo legata alle necessità del momento
storico
4) Il fallimento del nazionalismo arabo ha causato la
ripresa dell’Islam come fattore identitario
Il Medio Oriente durante la decolonizzazione
L’affermazione del nazionalismo arabo
Organizzazione politica principale: partito Ba’th, Partito
della rinascita araba socialista
Ideologia:
a) Arabi = unica nazione investita di una missione
universale ed eterna volta a promuovere la concordia tra
gli stati
b) Fondamentali la libertà di espressione e di fede nonché
la valorizzazione degli individui
c) Scopo immediato = lottare contro il colonialismo
d) Esplicitamente socialista e considera il patrimonio
economico di proprietà della nazione. E’ conservata la
piccola proprietà agricola e imprenditoriale
Il Medio Oriente durante la decolonizzazione
Le conseguenze della prima guerra arabo-israeliana
Costruzione di un forte apparato paramilitare e incursioni antipalestinesi fin dal 1947
Lega araba divisa: blocco hashimita (Transgiordania e Iraq) e blocco
anti-hasmimita ( Egitto, Libano, Siria, Arabia Saudita)
Immediatamente dopo il ritiro delle truppe britanniche fu proclamato
lo Stato di Israele (maggio 1948)
Lega araba dichiarò guerra (maggio 1948, gennaio 1949) terminata
con vittoria di Israele
Armistizio 1949
a) Solo il 21% della Palestina rimaneva agli arabi
b) Striscia di Gaza sotto amministrazione egiziana
c) La Giordania occupava la parte araba di Gerusalemme
d) ESODO dalla terre occupate dagli israeliani (500mila/ 1 milione di
persone)
e) Guerriglia palestinese con fondazione di Al-Fatah (Yasser Arafat)
f) Al di là della retorica, i paesi arabi si disinteressarono della sorte dei
palestinesi
Il Medio Oriente durante la decolonizzazione
1956: indipendenza di Sudan, Tunisia e Marocco
L’Egitto:
1) Scontro fra Neghib e Nasser sul ruolo dei militari: per
Nasser l’esercito era l’avanguardia della rivoluzione
2) Attentato contro Nasser (1954) da parte di un Fratello
Musulmano: come reazione la Fratellanza fu bandita. Al
tempo furono soppressi i partiti sostituiti da un
Raggruppamento della Rivoluzione. Il raggruppamento fu
sostituito dall’Unione nazionale (monopartitismo)
3) Nuova costituzione: a) lotta all’imperialismo, b) fine dei
privilegi, c) necessità della giustizia sociale, d) carattere
islamico della rivoluzione
4) Caratteri del regime: panarabismo (responsabilità verso
tutto il Medio Oriente) e socialismo (rifiuto della lotta di
classe, accentuazione del ruolo dello stato, valori religiosi
dell’Islam). Prassi politica laica, ma basi morali islamiche.
Il Medio Oriente durante la decolonizzazione
Il governo del Ba’th in Siria e in Iraq
1) Fallimento della Repubblica araba unita imposta nel
1958 da Nasser (stato unico Egitto-Siria)
2) 1963: colpo di stato del Ba’th in Siria con piena
indipendenza dall’Egitto. Caratteri: via araba al
socialismo; Israele = principale nemico da combattere
3) 1966: colpo di stato dell’ala sinistra del Ba’th guidata da
Assad. Caratteristiche: ruolo delle minoranze (Alawiti e
Drusi) che favorì la secolarizzazione, anche se
ostacolata dall’opposizione islamica; accentuazione del
carattere anti-imperialista e della propaganda contro
Israele
Il Medio Oriente durante la decolonizzazione
Il governo del Ba’th in Siria e in Iraq
1) In Iraq nel 1958 vi fu colpo di stato guidato dal generale
Kassem. Scontro con Iran per il controllo del Golfo e
rivendicazioni sul Kuwait
2) 1963: colpo di stato del Ba’th
3) 1968: secondo colpo di stato con affermazione di
Saddam Hussein come segretario del partito
4) Tratti peculiari: regime militare e militarizzato; carattere
secolare avverso ai religiosi
5) 1979: instaurazione del governo di Hussein, autocratico
e personalistico. Posizione intransigente contro gli
oppositori interni (sciiti e curdi).
a)
b)
c)
1)
2)
Il Medio Oriente durante la decolonizzazione
Rivoluzione algerina: islamismo, arabizzazione,
socialismo
Rivoluzione yemenita
Colpo di stato del 1962 e trasformazione del paese in
Repubblica nel 1970
Prevalenza dell’esercito sulla società
Retorica socialista
Rivoluzione libica
Colpo di stato di Ufficiali liberi guidati da Mu’ammar
Gheddafi
Caratteristiche: a) terza via fra capitalismo e socialismo,
b) repubblica delle masse senza partiti e senza organi
istituzionali, c) Islam universale, d) prima panarabismo
e poi egemonia regionale
Il Medio Oriente durante la decolonizzazione
Le conseguenze della guerra dei Sei Giorni (1967):
1) Crisi del nasserismo in Egitto. Fine dell’egemonia
dell’Egitto sul mondo arabo.
2) Crisi dell’intellettualità araba: fallimento del progetto
socialista e nazionalista
3) Irreversibilità dello status quo in Palestina. Nascita
dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (1964)
4) Rafforzamento dell’Islamismo come sola alternativa dopo i
fallimenti del socialismo e del nazionalismo. Islamismo =
movimento partigiano contro le istituzioni e i regimi al
potere. Lotta armata in quanto impossibile una lotta politica.
5) Finalità dell’Islamismo: scardinare le istituzioni per aprire
spazi ad una rivoluzione
6) Islam radicale: megafono dello scontento popolare
Il 1979: un importante spartiacque
La rivoluzione iraniana
1) Crisi del regime dei Reza: 1) non rispetto dei diritti umani e
delle libertà individuali; 2) occidentalizzazione e
secolarizzazione alienarono le simpatie dei tradizionalisti
(forte opposizione degli ulama); 3) crisi economica
2) Crisi dell’ashura: scontri e morti. 13 gennaio 1979:
manifestazioni pro Khomeini e fuga dello scià
3) Rientro di Khomeini e proclamazione della Repubblica
islamica
a) Alleanza fra borghesia religiosa, studenti e piccola-media
borghesia produttiva
b) Nonostante l’opposizione moderata contraria all’impegno
diretto dei religiosi nel potere politico il regime si è sempre
mantenuto saldo grazie alla composizione omogenea del
Consiglio dei guardiani e all’impiego della repressione
(milizie rivoluzionarie, pasdaran)
Il 1979: un importante spartiacque
La rivoluzione iraniana
4) Novità del khomeinismo
a) Riconosceva allo sciismo un forte carattere politico. Il
popolo aveva il diritto di non riconoscere i governi
miscredenti
b) Rivoluzione islamica = azione volta a vendicare gli
oppressi
c) Realizzazione di un repubblicanesimo islamico non
previsto nella dottrina tradizionale. Grande novità:
popolo chiamato ad eleggere i suoi rappresentanti
Il 1979: un importante spartiacque
Il radicalismo sunnita
1) Mondo islamico si trova in uno stato di miscredenza,
succube di forze che vogliono annientare l’Islam
2) Creazione di un’utopia retrospettiva: Islam nella sua
forma originaria = contrappeso all’identità europea
3) Per recuperare l’Islam autentico è necessario instaurare
un nuovo stato islamico. Mai realizzato dopo Maometto
perché nessuno stato aveva più adottato la sharia
4) Il mezzo per combattere i nemici dell’Islam è il jihad
intesa come una guerra santa difensiva
5) Capisaldi dello Stato islamico: sovranità di Dio,
giustizia, consultazione (queste ultime due sancite dal
Corano e quindi = capisaldi della democrazia islamica)
La fragilità degli stati contemporanei
Egitto
Sadat e l’infitah (apertura): riforme in senso liberista e
modeste aperture al pluripartitismo anche se con decisa
preponderanza del Partito nazionale democratico (90% dei
seggi). Avvicinamento agli Usa con mediazione per pace in
Palestina. Nel 1980 fu deciso che la sharia andava considerata
la fonte principale del diritto. Riabilitazione della Fratellanza
musulmana: boomerang politico con proliferazione delle
organizzazioni radicali. Sadat ucciso da un militante radicale
(6.10.1981)
Mubarak:
1) Moderato riformismo politico e sociale
2) Crescita del terrorismo e repressione capillare
3) Fattori di debolezza: debolezza dell’economia, società civile
per maggiore democrazia, fragilità istituzionale,
ridimensionamento internazionale dell’Egitto
La fragilità degli stati contemporanei
Palestina
Svolta fondamentalista di Israele con il partito del Likud:
crescente favore alla trasformazione di Israele in uno stato
confessionale e teocratico
Intervento nella guerra civile in Libano (1982) con alleanza
fra israeliani e milizie cristiane e massacri di Sabra e Shatila.
L’intervento causò la nascita del partito fondamentalista di
Hizballah.
Campagna di espropriazione delle terre e prima Intifada
palestinese nel 1987 con la nascita del gruppo islamista di
Hamas (prima lo stato islamico e poi la realizzazione della
società islamica)
Fallimento delle trattative di pace e Intifada di al-Aqsà nel
2000, moto politico organizzato di lotta armata. Da allora
l’area resta dominata dalla violenza politica.
La fragilità degli stati contemporanei
Siria
1) Nel 1970 Assad ottiene il pieno potere: a) stabilizzazione
politica interna, b) fragilità internazionale
2) Svolta autoritaria di Assad come conseguenza della crisi
economica: eliminazione delle opposizioni e brutale
repressione dei Fratelli Musulmani
3) Dura repressione del 1982 contro i movimenti islamisti
4) Politica estera: alleanza con Iran e con Unione Sovietica
5) Nel 2000 successione del figlio Bashar
a) Siria indicata da Bush come uno degli stati facenti parte
dell’asse del male
b) Caduta di Saddam Hussein ha finito per mettere in crisi gli
equilibri interni della Siria
La fragilità degli stati contemporanei
Libano
a) Guerra civile dal 1975 al 1989 e ruolo di Hizballah volto a
costruire uno stato islamico e a migliorare le condizioni
degli sciiti
Arabia Saudita
a) Perdita del ruolo di paese leader del mondo musulmano
b) Sostegno alle organizzazioni islamiche radicali
Algeria
Svolta del 1988: violente lotte sociali represse dal FLN
Svolta del 1991-1992: vittoria del partito islamista (Fronte
islamico di salvezza) con colpo di stato dell’esercito per
evitare uno stato islamico. Radicalizzazione dell’estremismo
Momentanea pacificazione nel 1999 con presidenza di
Bouteflika
La fragilità degli stati contemporanei
Sudan
a) Dal 1973 regime autocratico e islamista di tipo integralista
b) Nel 1998 il Sudan è stato proclamato uno stato islamico
c) Islamizzazione influenzata dalle tradizioni ancestrali e dai
contrasti tribali
Marocco: dagli anni ‘70 caratterizzato da una tendenza
islamista moderata con gli islamici che partecipano ai
processi elettorali
Tunisia:
a) Colpo di stato di Ben Alì (1987)
b) Periodo di moderate riforme a cui è succeduto un periodo di
forte chiusura autoritaria che ha favorito la ripresa del
radicalismo
c) Controllo poliziesco ma stabilità interna e crescita
economica con la Tunisia divenuta uno dei paesi arabi più
ricchi e occidentalizzati
La fragilità degli stati contemporanei
Giordania: monarchia modernista e moderata alleata degli
Usa.
Libia: svolta africanista di Gheddafi con finalità egemoniche
sull’Africa
Emirati del Golfo: stabilità garantita da efficienza
amministrativa e ricchezza derivante dal petrolio
TURCHIA
Continuità con Kemal: modernismo, laicismo, ruolo dei
militari
Politica estera: invasione di Cipro (1974) e tentativo di
assimilazione e turchizzazione del Kurdistan
A partire dagli anni ‘90 sempre maggiore influenza dei
movimenti islamici fino al governo di Tayyip Erdogan nel
2002
Tentativi egemonici e fattori destabilizzanti
Iraq di Saddam Hussein
1) Aggressione all’Iran nel 1980 (controllo dei pozzi di
petrolio e ridimensionamento della repubblica islamica).
Tacito consenso dell’Occidente
2) Aggressione al Kuwait. Questa volta, dietro pressioni
dell’Arabia, Usa e alleati reagiscono. Opinione pubblica
araba a favore di Saddam
Afghanistan
1) Guerra contro URSS sostenuta da Usa e Arabia in
funzione anti-sovietica
2) Sul lungo periodo l’appoggio ha finito per favorire i
gruppi radicali ed estremisti
Tentativi egemonici e fattori destabilizzanti
Differenza fra fondamentalismo e salafismo: il primo
mira a una islamizzazione violenta dall’alto imposta con
le armi anche contro le popolazioni; il secondo vuole una
islamizzazione dal basso attraverso propaganda,
educazione e infiltrazione nel tessuto sociale e politico
Peculiarità del terrorismo:
1) Proletarizzazione degli affiliati (origine contadine, bassa
cultura o analfabetismo)
2) Radicalizzazione come conseguenza della repressione ad
opera dei diversi regimi
3) Sradicamento da una base di massa, in quanto terroristi
emarginati dalla maggioranza della popolazione
Tentativi egemonici e fattori destabilizzanti
Radicalismo islamico:
1) Affermazione di tendenze neo-tradizionaliste e
integraliste a causa del fallimento delle ideologie laiche
e delle politiche condotte dalle élite
2) Radicalismo come conseguenza dell’esclusività
dell’ideologia islamica e del conseguente rifiuto
dell’Occidente = ateismo e imperialismo
3) Debolezza delle organizzazioni moderate a causa della
repressione delle opposizioni e della scarsa libertà
politica
4) Errori ed egoismi delle potenze occidentali
Tentativi egemonici e fattori destabilizzanti
Attentati dell’11 settembre 2011 New York; marzo
2004 Madrid; luglio 2005 Londra
1) Fallimento della stretegia di al-Qaida
2) Pericolo è la diffusione di un terrorismo acefalo e
ramificato, privo di una stretegia
3) La conseguenza principale è stata provocata dalle
risposte militari e soprattutto dal trattamento dei
prigionieri a Abu Ghrayb e Guantanamo: questo ha
finito per screditare gli Usa e l’Europa presso l’opinione
pubblica araba
Gli ISLAM contemporanei
Teologia della liberazione islamica:
a) Islam = ideologia positiva di trasformazione del mondo
b) Centro della discussione deve essere spostato da Dio
(trascendente e inattingibile) all’uomo
c) Teologia islamica = strumento di liberazione dei popoli.
Ciò è possibile perché Dio è garanzia della giustizia
sociale
d) Islam = ideologia dialogante con le forze religiose
progressiste (in primis con il Cristianesimo)
Gli ISLAM contemporanei
Problema della democrazia
I caratteri portanti della democrazia (procedure elettorali,
diffusione partecipazione politica, forma parlamentare,
garanzia dei diritti dell’uomo, libertà di
associazione,espressione del dissenso) non sono stati
implementati nei paesi arabo-islamici del Medio Oriente
Motivi:
1) Ruolo delle élite militari nella conquista dell’indipendenza
2) Ipertrofismo dello stato
3) Patrimonializzazione del potere: le élite controllavano lo
stato e l’economia e lo hanno fatto tutelando i loro interessi
4) Mancato sviluppo della dialettica politica: opposizioni
impotenti o imbavagliate
Gli ISLAM contemporanei
Problema della democrazia
Alcuni studiosi sostengono la possibilità di una via islamica
alla democrazia
Fattori principali: 1) progredire della società civile, 2)
sviluppo di opposizioni favorite dai mezzi di informazione; 3)
diffusione di un Islam socializzato
Diritti umani nell’Islam: preservazione della religione, della
persona, della ragione, della famiglia e della proprietà. Il
collante non è l’individualismo, ma l’interesse della comunità.
Errori dell’Occidente
1) Considerare i regimi al potere come espressione dell’Islam
moderato
2) Appoggio a regimi autoritari che hanno favorito la
radicalizzazione dei movimenti sociali
Gli ISLAM contemporanei
Islam Mondializzato
La galassia dei musulmani che vivono in Occidente:
a) Considerato più malleabile alle influenze occidentali
b) In realtà l’islamofobia delle società occidentali sembra
favorire la diffusione di idee di tipo fondamentalista