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Relazione sul secondo intervento Autore: Nausica Strever I MOLTEPLICI VOLTI DI CARMILLA: da sensuale fanciulla malinconica a sfacciata libertina. Carmilla di Le Fanu: una sensuale fanciulla malinconica Nel IV capitolo Laura descrive accuratamente Carmilla: <<She was above the middle height of women. I shall begin by describing her.She was slender, and wonderfully graceful. Except that her movements were languid--very languid--indeed, there was nothing in her appearance to indicate an invalid. Her complexion was rich and brilliant; her features were small and beautifully formed; her eyes large, dark, and lustrous; her hair was quite wonderful, I never saw hair so magnificently thick and long when it was down about her shoulders; I have often placed my hands under it, and laughed with wonder at its weight. It was exquisitely fine and soft, and in color a rich very dark brown, with something of gold. I loved to let it down, tumbling with its own weight, as, in her room, she lay back in her chair talking in her sweet low voice, I used to fold and braid it, and spread it out and I play with it1>>. Nel ritratto della vampira emergono come primo elemento di seduzione gli occhi scuri, grandi e luminosi, che nel corso del racconto spesso fissano appassionatamente Laura. Altra stranezza è relativa ai capelli che sono sottili e morbidi, di conseguenza dovrebbero essere leggeri, mentre sono folti e pesanti, tanto che Laura ride per il proprio imbarazzo ad aver pensato il contrario. Questo tratto della descrizione di Carmilla è un dettaglio realistico: i capelli folti erano una caratteristica dei corpi riesumati nel corso del 700 sotto sospetto di vampirismo. Bram Stoker riprenderà questo particolare nel suo romanzo e dipingerà Dracula come ipertricotico. Nell’episodio successivo del saltimbanco, si aggiunge un altro tassello alla descrizione della vampira: ha <<denti di pesce>> perché sono aguzzi e sottili come un punteruolo. Probabilmente da quest’indizio, è nata l'invenzione cinematografica dei canini pronunciati. A differenza della visione tradizionale della vampira che s’imporrà successivamente, dunque, l’aspetto fisico di Carmilla non fa tralasciare la sua particolare dimensione di <<creatura della notte>> se non altro per i capelli scuri: non è pallida, il suo splendore non diminuisce con la luce del sole, è una ragazza all’apparenza solare e piena di vita. 1 J.S.Le Fanu, Carmilla, versione e-pub del sito www.gutenberg.org. Tutte le citazioni saranno tratte da questa versione. Hammer Production:la trilogia di Carmilla Le prime rappresentazioni cinematografiche della bellezza di Carmilla hanno prediletto una rappresentazione eterea della vampira, che appare quasi sempre bionda, anche per contrapporla alle brune vamp del cinema americano. Nel film spagnolo La novia ensangrentada (Un vestito da sposa macchiato di sangue) di Vincent Aranda(1972), la vampira è bionda per motivi culturali perché in Spagna tale colore di capelli è sinonimo di straniera. In questo caso, perciò, si ha una ripresa dell’anagramma simbolico del colore in chiave rovesciata, dal momento che Le Fanu ideò probabilmente una Carmilla bruna in parte per lo stesso motivo: in Stiria era sicuramente più frequente incontrare ragazze bionde che brune, per questo una chioma scura aiutava a decodificare già l’elemento perturbante del personaggio. La prima incarnazione bruna di Carmilla è nel film The Vampire Lovers (1970) della celebre casa di produzione cinematografica britannica Hammer, i cui seguiti ripropongono una vampira bionda. Tra gli anni Sessanta e Settanta la Hammer Production riuscì a rendere famoso l'horror in tutto il mondo, firmando serie su Frankestein, Dracula e La Mummia. Fu una delle principali case cinematografiche a creare l’equazione culturale Gran Bretagna-horror di cui parla David Punter: <<Sembra di sicuro sostenibile su basi commerciali, storiche e artistiche che il genere horror come si è sviluppato in questo paese ad opera della Hammer e dei suoi rivali, resti il solo mito cinematografico importante che l'Inghilterra possa ritenere che sia collegato ad essa allo stesso modo in cui il western lo è all'America...La verità piuttosto sorprendente è che, in termini commerciali internazionali, il cinema inglese ha effettivamente e facilmente dominato il mercato del'horror per un periodo di quasi vent'anni con una serie di film che, a dispetto delle loro eventuali pecche, non sono in alcun modo ricalcati sui modelli americani o europei, ma derivano in genere da fonti letterarie2>>. Alla fine del 1958 i cambiamenti che stavano avvenendo in Gran Bretagna con la parità dei sessi e la cultura giovanile minacciavano di trasformare l'ethos del conte Dracula in un anacronismo: la Hammer Production decise di effettuare una variante sul tema e presentare la figura di una vampira femmina, Carmilla. A Carmilla è dedicata una trilogia che si compone di Vampire Lovers (1970), Lust for a vampire (1971) e Twins of evil (1971) in cui Carmilla svolge un ruolo marginale lasciando il posto al conte Karnestein che vampirizza due gemelline. 2 D.Punter, Il gotico nel cinema dell'orrore, in Storia della letteratura del terrore, 1930-1980,Roma, Editori Riuniti, 2000(2ª edizione), p.318 Vampire Lovers: Carmilla sensuale e bruna In Vampire Lovers Carmilla era interpretata dalla bruna <<queen of scream>> Ingrid Pitt. All'epoca, Ingrid Pitt aveva già 33 anni e per questo appare più matura rispetto all'originale letterario, ma brilla prepotentemente per tutto il film. La sensualità del personaggio letterario, perciò, è accentuata e assume a tratti le connotazioni di una sessualità aggressiva. Il film evidenzia maggiormente i dettagli dell'amicizia omoerotica esclusiva tra Carmilla ed Emma (la Laura del romanzo, mentre nel film il nome di Laura è attribuito alla figlia del generale Spildsford che nel libro è Bertha), aggiungendo altre scene di erotismo che nel libro non sono presenti, come quella in cui Carmilla sta facendo il bagno in camera sua e arriva Emma. Dopo una lite giocosa tra le due ragazze, finiscono entrambe sul letto e l’atmosfera cambia completamente: un quadretto di vita quotidiana si trasforma in una scena di seduzione. Rispetto all’originale, la vampira seduce sia uomini sia donne, riuscendo così a sbarazzarsi di tutti gli ostacoli che si frappongono tra lei ed Emma: con il suo fascino soggioga o elimina coloro che si frappongono sul suo cammino, la governante Madame Perrodon e il servitore Renton. Il film si apre proprio con la scena del ballo in cui Laura (la Bertha del romanzo) incontra per la prima volta Carmilla che è accompagnata dalla madre, una vecchia conoscenza del generale (che è una garanzia delle produzioni Hammer, Peter Cushing). Fin da questa prima scena emerge una figura maschile, un gentiluomo presente anche nel libro che interrompe la conversazione tra il generale e la madre di Carmilla. In questo dialogo, le uniche parole udibili sono quelle finali, in cui il gentiluomo comunica alla contessa di tornare ad avvisarla quando la carrozza sarà pronta. Il ruolo del gentiluomo nel libro s'interrompe qui, mentre in The vampire Lovers questo misterioso personaggio riappare dopo alcune aggressioni di popolane e nella scena finale quando il padre capisce che la figlia è in pericolo. Questa figura, con l’accentuazione della sensualità aggressiva della vampira, costituisce il più importante distacco dal racconto. Altra aggiunta maschile è rappresentata dall'eroe Karl, che nella scena finale salva a fatica Emma dalle braccia di Carmilla. La critica ha interpretato correttamente l’apparizione del gentiluomo in nero come una conseguenza del fatto che <<lo sguardo maschile della Hammer non poteva accettare che la vampira facesse parte di un consesso solo femminile (con la madre e la megera) quindi diede spazio a una figura maschile che tirasse le fila della vicenda3>>. Questo personaggio, infatti, sarà presente anche nel seguito Lust for a vampire. 3 J. S. Le Fanu, Carmilla la vampira, traduzione e introduzione a cura di Fabio Giovannini, Viterbo, Stampa Alternativa, 2011, p.111 Lust for a vampire: Carmilla sfacciata libertina Se in Vampire Lovers le scene di erotismo rimanevano sempre nell’ambito di una sottile eleganza, in Lust for a vampire l'elemento sensuale e il sex appeal della vampira s’incammina verso la degenerazione che subirà nei riadattamenti successivi. In un contesto del tutto atipico, in cui Carmilla, nel film Mircalla, s’innamora di un uomo, il professore Richard Lestrange, il complesso legame originario tra Carmilla e Laura scompare, sostituito dai rapporti esclusivamente sessuali con le compagne di collegio che sono ridotte a pura necessità alimentare. È esaltata, invece, l’autenticità del sentimento eterosessuale per Richard Lestrange. In alcune scene d’amore, la vampira diventa una semplice ragazza che si abbandona al piacere, sullo sfondo della colonna sonora pop Strange Love. Per il resto, il film abbonda di attività lesbiche di adolescenti e di tresche sensuali nella scolaresca, che mostrano un’insistenza morbosa sui segni di piacere mostrati dalla vittima prima del morso del vampiro: ogni aggressione è accompagnata da una zoomata sul volto della malcapitata. Per questa rappresentazione banalizzante dei momenti di sensualità il film precorre le degenerazioni di soft core del demenziale Barely Legal Lesbian Vampires(2003) imperniato sulle imprese di Carmilla la "Regina delle vampire lesbiche" e A feast of Flesh di Mike Watt(2007). Dall’altro lato, la presentazione di un personaggio di vampira innamorato può essere visto come un’anticipazione dello sviluppo di questo stesso aspetto nell’immagine della vampira postmoderna. Certamente in Lust for a vampire Mircalla perde tutte le sue connotazioni metafisiche e diventa una sfacciata libertina, portando a compimento l’evoluzione della figura della vampira della casa cinematografica. La Hammer, infatti, aveva dato le sue prime rappresentazioni di femminilità vampirica in Dracula (1958) e Brides of Dracula (1960). I personaggi femminili qui presenti erano l’opposto della Carmilla di Lust for a vampire e rappresentavano la passività assoluta della femmina attaccata dal vampiro. Per la loro discreta sensualità, tuttavia, possono essere considerate antecedenti delle Carmille della trilogia. Tale sensualità si accentuerà nella Carmilla di The vampire lovers, mentre in Lust for a vampire, come abbiamo visto, l’esagerazione di quest’aspetto arriva a sfiorare la caricatura. D’altra parte, dietro quest’esasperazione dell’immagine estremamente seducente del personaggio si nasconde un argomento principe della narrativa sui vampiri, <<cioè che solo per coloro i quali purtroppo posseggono delle attrattive e degli stimoli sessuali che sono personalmente o socialmente incapaci di esprimere, il vampirismo è un significativo pericolo psicologico4>>. Resta sempre la lettura maschilista del racconto di Le Fanu, caratterizzato dall’inquietante presenza della figura del gentiluomo, che in questo film si può identificare con più sicurezza con il padre di Carmilla. Un’eliminazione completa di questo “vizio di forma”, è rappresentata dalla serie tv americana Carmilla diretta da Gabrielle Beaumont (1989). La vampira è interpretata da Meg Tilly che conserva la caratteristica della capigliatura bruna 4 D.Punter, Il gotico nel cinema dell'orrore, p.320-321 immutata e, grazie alla sua giovane età, rende reale il dato anagrafico sottinteso in Le Fanu, che dipinge la vampira come una giovane adolescente. Nella trasposizione televisiva non ci sono elementi del mondo maschile come nel film della Hammer, anzi si può parlare di una lettura femminista perché il filo conduttore è rappresentato da una misteriosa figura femminile che appare a Carmilla e che poi si rivelerà essere la madre di Marie(la Luara del riadattamento), anch'essa vampira. La presenza di questa figura femminile è giustificata da un ampliamento dell' elemento nel libro: l'incubo di Laura che sogna la madre che le dice di stare attenta agli uccisori (con espressione ambigua perchè non si capisce se è riferito a Carmilla o a coloro che vogliono attentare alla vita di Carmilla). Carmilla eterea e sensuale di Vadim Con la trilogia della Hammer, come abbiamo visto, s’inaugura una rappresentazione della vampira caratterizzata da una sessualità aggressiva. Prima di questo filone, i film degli anni Sessanta fautori della riscoperta del personaggio di Le Fanu, Vadim e Matrocinque, avevano proposto una figura moderatamente sensuale e maggiormente metafisica, immersa in un’atmosfera gotica e onirica. Et mourir de plasir di Vadim è ambientato nell'Italia degli anni Sessanta, ma si riferisce ai possedimenti in Austria della protagonista, alludendo così alla regione della Stiria del racconto originale. La bionda Carmilla è segretamente innamorata del cugino Leopaldo von Karnestein(Mel Ferrer) che sta per sposare Georgia (Elsa Martinelli). La ragazza mostra molte stranezze, tra cui l’ossessione per la storia dell'antenata Millarca che morì prima di sposare il suo amato Ludwing von Karnestein, l’antenato di Leopoldo. L'uomo le giurò amore eterno, ma poi si risposò con un'altra donna, provocando la vendetta di Millarca, che essendo diventata una vampira, uccise una dopo le altre tutte le sue rivali. L’attrazione della protagonista per questa macabra storia è probabilmente giustificata dalla sensazione di star rivivendo la stessa situazione con Leopoldo e Georgia. L’impressione diventa realtà quando Carmilla viene posseduta dall'antenata Millarca dopo averne visitato la tomba: sul finale la vampira riuscirà a impossessarsi del corpo di Georgia e a sostituirsi a lei come moglie di Leopoldo. La rappresentazione di Carmilla non è orrorifica, ma sensuale e ambigua: l’interesse per Georgia è inserito nel contesto del suo amore eterosessuale per Leopoldo, il quale , però è considerato un semplice oggetto da conquistare. La scena erotica con Georgia nella serra, invece, è densa di pathos, e coniuga bene erotismo e sadismo. Millarca/Carmilla,infatti, dice di non accontentarsi di quel poco sangue che esce dal dito ferito di Georgia, ma di volerne molto di più. L’antenata vampira, poi, ricompare come elemento inquietante negli incubi di Georgia: Carmilla è stesa senza vita su un lettino di ospedale con un lenzuolo che le copre tutto il corpo; Millarca, invece è a capo del’equipe medica e rivela alla ragazza che Carmilla è morta. Nell’incubo, la presenza di elementi orridi zoomorfi dell’originale è sostituita dalla paura ospedaliera; ritorna, inoltre, la descrizione della sensazione del morso del vampiro come quella di fare il bagno controcorrente in mezzo a un corso d'acqua ghiacciato. In conclusione, la figura della vampira in Et mourir de plasir, non assume mai i connotati di bestia ferina,ma si configura come eterea vincitrice, sintesi delle paure maschili sull’avvento di una donna più autonoma, in seguito all’autorizzazione alla contraccezione, avvenuta proprio in quegli anni. La languida Ljuba e la mostruosità morale di Laura Ne La Cripta e l'incubo di Camillo Mastrocinque il rapporto con il testo di Le Fanu è intessuto con rimandi a Poe ed è presente una lettura più sfumata e più intelligente della sessualità. Laura e Ljuba (un allontanamento dal nome originario di Carmilla) si rincorrono per tutto il film con sguardi che esprimono in maniera allusiva, ma molto efficace, la qualità del loro rapporto. L'attrice Pier Anna Quaglia interpreta bene le movenze saffico lesbiche di Ljuba, che per tutto il film appare una donna dolce e pacata, addirittura, vittima di incubi notturni. Solo sul finale, nella scena in cui le due ragazze vanno alla volta del villaggio abbandonato, la incita in maniera imperiosa a seguirla sulla sua carrozza che riappare nel bosco attorno al castello. Al contrario, Laura appare l’incarnazione stessa del demonio, come anche l'ambigua figura della sua nutrice Rowena che vuole aiutarla, ma indulge in riti magico satanici. È sviluppato il tema della donna tra peccato e colpa. Laura stessa, infatti, teme di essere malvagia e di essere responsabile degli omicidi della famiglia Karnestein: vive in uno stato di profonda angoscia, la cui unica consolazione sembra essere Ljuba, che le sta accanto come un’amica fedele. È Ljuba a mostrarsi paziente e amorevole verso Laura, che le dimostra continuamente il suo affetto. Spesso in seguito agli incubi avuti dalla contessina, Ljuba rimane a dormire nella stessa stanza di Laura, che è sempre scura in volto e teme di far del male alla sua stessa amica. Non c’è spazio per nessuna figura maschile nel loro rapporto, tanto che il giovane restauratore Friederich che prima dell’arrivo di Ljuba aveva tentato un approccio con la ragazza, è costretto a ritrarsi. Ljuba, proprio come Carmilla di Le Fanu, gode di ottima salute, ad eccezione della scena in cui dice di sentirsi languida: è fatto quest’accenno a un suo malessere solo perché lo spettatore sospetti che Laura sia la vera vampira. Anche in questo caso, come in Le Fanu, il rapporto morboso con Ljuba è determinato dall’indifferenza del padre per la figlia: Laura stessa dice a Friederich di essere sempre stata lasciata sola.L’ambiguo padre di Laura, il conte Ludwing von Karnestein, è interpretato da Cristopher Lee che era stato il protagonista di molti film horror della Hammer: il suo personaggio costituisce una linea di continuità con la saga della casa cinematografica britannica. Prospettive per l’elaborazione della tesina finale Nel mio intervento orale avevo proposto, tramite anche la visione di brevi stralci di film, i vari ritratti di Carmilla presenti nei primi riadattamenti cinematografici,concentrandomi soprattutto sulla modalità di resa dell’aspetto sensuale di questo personaggio. Sensualità e sessualità, com’era d’aspettarsi, infatti, sono stati i primi aspetti della figura letteraria ripresi nel cinema. Nella tesina finale, essendo rimasta impressionata dalle diverse modalità con cui veniva enfatizzato quest’aspetto, mi sono concentrata nel rintracciare le motivazioni esistenti dietro una determinata raffigurazione della vampira e ho concluso che sono in linea con le problematiche del tempo. In aggiunta, grazie alla lettura del materiale bibliografico, soprattutto di Le vampire.Crimini e misfatti delle succhiasangue da Carmilla a Van Helsing di Conti e Pezzini ho rilevato, a partire dal testo letterario per poi rintracciarli nei film, .gli sviluppi della tematica del doppio Laura/Carmilla Seguendo questa traccia, rispetto alla presentazione originaria, ho aggiunto il commento al film di Vampyr di Dreyer, in quanto costituisce il prologo filmico di tutti i successivi adattamenti di Carmilla e sviluppa in maniera molto interessante l’argomento del doppio.