Apparato genitale femminile

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Apparato genitale femminile
Apparato genitale femminile
La sede e la struttura dell'ovaio.
L'ovaio, la gonade femminile, è un organo pari che ha la forma e le dimensioni di una mandorla (circa 4 cm),
appoggiato alla faccia laterale del piccolo bacino presso l'articolazione sacro-iliaca, dove i vasi iliaci comuni si
biforcano. La sua superficie è liscia nella bambina, ma a partire dalla pubertà compaiono piccole cicatrici man
mano più numerose che la rendono irregolare. E' legato al peritoneo da una lamina sierosa che forma una
piccola tasca posteriore e mediale rispetto all'organo; all'utero mediante un cordone fibroso, il legamento uteroovarico, che decorre nello spessore del peritoneo; alla tuba uterina per mezzo di una piega peritoneale. L'ovaio
è un organo pieno, in gran parte costituito da un connettivo ricco di cellule e povero di sostanza intercellulare,
che ospita alla periferia (corticale) una grande quantità di formazioni tondeggianti, i follicoli oofori. Prima della
pubertà questi sono formati da una grande cellula, l'ovocita primario, rivestita da uno strato di cellule follicolari.
Dopo la pubertà i follicoli si presentano in vari stadi di maturazione. La parte centrale dell'ovaio, detta midollare,
è costituita da un connettivo lasso ricco di vasi sanguigni, che raggiunge la superficie posteriore dell'ovaio,
attraverso il quale passano i vasi sanguigni (ilo) e a cui è collegato il legamento utero-ovarico. La ricchezza in
vasi sanguigni della midollare permette, con la variazione di pressione che si verifica nel periodo intermedio del
ciclo ovarico (vedi domanda 196), di facilitare lo scoppio dei follicoli oofori vescicolosi.
Le vie genitali femminili.
Le vie genitali femminili sono un sistema di canali che viene percorso in salita dagli spermatozoi eventualmente
immessi in essi durante il coito, e dall'ovocita in discesa dopo l'ovulazione. Sono rappresentate dalle tube uterine
(o salpingi o tube di Falloppio), dall'utero e dalla vagina. E' da notare che poichè le tube uterine si appoggiano
all'ovaio e sono aperte nella cavità addominale, questa (nella donna ma non nell'uomo) comunica con l'esterno,
appunto tramite le vie genitali. La comunicazione è più virtuale che reale in quanto i canali sono normalmente
rivestiti di muco e praticamente obliterati, oltre che ben protetti dal punto di vista immunitario, per cui è rara
un'infezione della cavità addominale per questa via.
Le tube uterine.
Le tube uterine, o salpìngi o tube di Falloppio, rappresentano il primo tratto delle vie genitali femminili. Sono due
condotti lunghi circa 12 cm disposti, nella piccola pelvi ai lati dell'utero, tra questo e le ovaie. La forma è ad
uncino, pressochè verticale, con una prima porzione dilatata e sfrangiata, l'infundìbolo, che abbraccia il polo
superiore dell'ovaio (le frange si chiamano fìmbrie), una seconda porzione verticale diretta in basso, l'ampolla,
che man mano si restringe e che piega orizzontalmente verso l'utero: la breve parte orizzontale è detta istmo e
penetra nell'utero a livello del suo angolo superiore laterale. Dopo aver attraversato l'intero spessore della parete
uterina, la tuba si apre nella cavità di quest'organo. Le tube sono intraperitoneali, rivestite da una piega dei
legamenti larghi dell'utero che formano le mesosalpìngi. Essendo organi cavi presentano una mucosa rivestita
da epitelio batiprismatico semplice ciliato ricco di cellule caliciformi mucipare che producono un velo di muco
ricco di glicogeno che le ciglia spingono verso l'utero. E' su questo "tappeto" mobile che cade l'ovocita espulso
dall'ovaio, che così viene lentamente trasportato verso l'utero (ci impiega sei-sette giorni). Ed è questo tappeto
mobile che frena la risalita degli spermatozoi alla ricerca dell'ovocita. L'ampolla è il luogo dove esistono le
migliori condizioni perchè possa avvenire la fecondazione, non ultimo il fatto che l'ovocita che lì si trova è stato
appena emesso dall'ovaio. La mucosa si solleva in pieghe complicate e ramificate, per cui il lume della tuba,
soprattutto nell'infundibolo e nell'ampolla, è ridotto a sottili e complicate fessure. La sottomucosa è connettivale
lassa e infine la tonaca muscolare ha i due classici strati di fibrocellule circolari e longitudinali: la peristalsi delle
tube aiuta la progressione dell'ovocita verso l'utero. La tonaca sierosa è il peritoneo. La vascolarizzazione delle
tube è fornita dalle arterie e vene ovariche, col concorso delle arterie uterine. La mucosa delle tube uterine
subisce lievi modifiche cicliche in stretto rapporto con le modificazioni degli altri organi genitali femminili durante
il ciclo mestruale (ciclo tubarico).
Sede e posizione fisiologica dell'utero.
L'utero è il secondo tratto delle vie genitali femminili. E' un organo impari, a forma di pera capovolta leggermente
appiattita in senso antero-posteriore. E' lungo 7-8 cm ed è posto al centro della piccola pelvi. E' divisibile in un
collo, la parte più ristretta che si innesta nel fondo della vagina; un corpo, conico appoggiato sulla vescica e una
parte superiore, il fondo, rivolta verso l'avanti. Tra corpo e fondo, lateralmente, penetrano nell'utero le salpingi. Il
collo si inserisce nel fondo della vagina con un angolo di 90° e la parte sporgente nel canale è detta cervice o
muso di tinca, per la particolare conformazione dell'apertura del canale del collo. Corpo e fondo sono rivestiti dal
peritoneo che li avvolge superiormente e inferiormente, mentre ai lati dell'organo la sierosa costituisce i
legamenti larghi che raggiungono le pareti laterali della piccola pelvi. In posizione anatomica, a vescica vuota,
l'utero è antiverso e antiflesso. Antiverso significa che è rivolto verso l'avanti: infatti il suo asse maggiore è
obliquo dall'avanti in alto all'indietro in basso. Il fondo dell'utero quindi è anteriore e posto sopra la vescica e il
collo è posteriore e inserito nella vagina, fra questa e intestino retto. Antiflesso significa che l'asse del collo
forma un angolo di circa 120° verso l'avanti e in basso, con l'asse del corpo adagiato sulla vescica. L'utero è
tenuto in posto dai legamenti rotondi e larghi, ma modifica fisiologicamente la sua posizione in seguito al
riempimento della vescica e/o alla gravidanza. Se però esistono persistenti alterazioni della sua posizione
fisiologica di antiversione e antiflessione, è necessario l'intervento medico e un'attento controllo di una eventuale
gravidanza.
La struttura dell'utero.
L'utero è un organo cavo facente parte delle vie genitali femminili. E' un organo impari e mediano, a forma di
pera capovolta. E' lungo 7-8 cm ed è posto al centro della piccola pelvi. E' divisibile in un collo, la parte più
ristretta che si innesta nel fondo della vagina con un angolo di 90°; un corpo, conico appoggiato sulla vescica, e
una parte superiore, il fondo, rivolta verso l'avanti. Tra corpo e fondo, lateralmente, penetrano nell'utero le
salpingi. La cavità uterina, essendo l'organo leggermente appiattito in senso antero-posteriore, ha forma
triangolare con vertice inferiore in sezione frontale, mentre è una fessura in sezione sagittale. La parete uterina
è formata da una tonaca mucosa o endometrio, una tonaca muscolare liscia o miometrio, e una tonaca sierosa
(solo nel corpo e nel fondo) o perimetrio. Manca la sottomucosa. A livello del collo la mucosa, che è
relativamente stabile in confronto a quella restante che si modifica ciclicamente, si solleva in numerose pieghe.
L'epitelio che riveste l'endometrio è batiprismatico semplice ciliato, e nella tonaca propria sono abbondanti le
ghiandole tubulari semplici, tortuose e spesso ramificate, che producono un secreto ricco di glicoproteine e
glicogeno. Le ghiandole del collo producono un secreto mucoso molto denso durante tutto il ciclo mestruale, che
forma un vero e proprio tappo sulla cervice, tranne che nei giorni a cavallo dell'ovulazione, quando il muco è
fluido e gli spermatozoi hanno più facile accesso alla cavità uterina. Sulle ciglia dell'epitelio dell'endometrio è
steso un velo di muco che viene spinto verso il collo e la vagina. Gli spermatozoi dovranno dunque risalire
contro-corrente per raggiungere le tube uterine. Il miometrio è costituito da diversi strati di cellule muscolari lisce,
la cui disposizione permette a quest'organo di aumentare notevolmente dimensioni e volume (anche quasi 100
volte il volume iniziale durante la gravidanza) senza sfiancarsi. Durante il parto il miometrio diventa
particolarmente sensibile alla presenza di oxitocina neuroipofisaria che favorisce la contrazione della
muscolatura del fondo e del corpo (che spinge il feto) e il contemporaneo rilasciamento della muscolatura del
collo che può dilatarsi e lasciar uscire il feto a termine.
Durante il ciclo mestruale l'endometrio del corpo e del fondo subisce modificazioni imponenti in stretto rapporto
con i fenomeni che avvengono a livello ovarico e in dipendenza degli ormoni secreti dalle ovaie, cioè estrogeni e
progesterone (ciclo uterino). La mucosa infatti ogni 28 giorni (in media) si prepara ad accogliere l'uovo fecondato
diventando alta, edematosa, con ghiandole infarcite di secreti ricchi di materiali nutritizi. Se però la fecondazione
non avviene, questo stato della mucosa, troppo dispendioso dal punto di vista energetico, viene soppresso e la
mucosa in gran parte eliminata e rifatta.
La vascolarizzazione dell'utero.
L'utero riceve sangue arterioso mediante le arterie uterine, rami dell'ipogastrica (o iliaca interna). Esse giungono
in prossimità del collo ed emettono rami per la vagina, quindi risalgono lateralmente al corpo dell'utero dando
vari rami che penetrano nel miometrio fino a raggiungere la tonaca propria dell'endometrio come arterie basali.
Queste danno origine ad arterie spiralate (arterie spirali) che attraversano lo spessore della mucosa fin quasi
alla superficie. Dai capillari nascono vene che si racolgono in un plesso ricco di dilatazioni (plesso uterovaginale)
che scarica nelle vene uterine e queste nelle vene ipogastriche (o iliache interne).
Nell'ultimo giorno del ciclo mestruale (l'endometrio è in piena fase congestizia), per azione combinata
dell'aumento di FSH ipofisario e diminuzione di estrogeni e progesterone da parte del corpo luteo, le arterie
spirali subiscono delle contrazioni e si chiudono varie volte per tempi man mano più lunghi mentre l'equilibrio
ormonale si modifica. La chiusura prolungata delle arterie spirali determina progressiva anossia e necrosi del
tessuto circostante e danni alle stesse pareti arteriose, soprattutto nella porzione iniziale delle arterie stesse,
nella parte più profonda della tonaca propria. Ad un certo punto, in una fase ultima di dilatazione, le arterie si
rompono e il sangue emorragico dilaga nelle aree necrotiche alla base della tonaca propria spostando via la
mucosa, che si lacera e cade a frammenti nella cavità uterina, nella quale si riversa anche il sangue arterioso.
Siamo al 28° giorno (in media) del ciclo ed è iniziato il flusso mestruale. Poichè il sangue che fuoriesce dalle
arterie spirali lacerate è per qualche tempo non-coagulabile, l'emorragia si protrae, con intensità decrescente,
per tre-quattro giorni. Il distacco dell'endometrio però non è totale: nella parte più profonda della lamina propria
rimangono i fondi delle ghiandole tubulari, le cui cellule indifferenziate, non appena i follicoli oofori prendono a
secernere estrogeni, proliferano attivamente coprendo la tonaca propria con un nuovo epitelio. Con ciò ha inizio
la fase rigenerativa del ciclo uterino.
Il ciclo mestruale.
Il ciclo mestruale è l'insieme dei cicli ovarico e uterino (oltre che vaginale e tubarico). E' un bioritmo della durata
media di 28 giorni, che viene suddiviso in due periodi di 14 giorni dall'evento principale del ciclo stesso,
l'ovulazione, che si verifica appunto al 14° giorno. Il ciclo convenzionalmente viene fatto iniziare con il primo
giorno di mestruazione, durante il quale comincia il flusso mestruale, che dura 4 giorni (fase mestruale) mentre
nell'ovaio inizia la maturazione di una decina di follicoli oofori. A questi seguono i 10 giorni della fase follicolinica,
nell'ovaio, in quanto sostenuta dall'FSH, e della fase rigenerativa e proliferativa nell'utero, in quanto gli estrogeni
ovarici inducono la ricostruzione dell'endometrio. Al 14° giorno avviene l'ovulazione e inizia la sua attività il corpo
luteo. Nell'ovaio si passa alla fase luteinica, in quanto sostenuta dall'LH, che corrisponde alla fase secretiva e
congestizia dell'utero, che è sostenuta dagli estrogeni e dal progesterone ovarici. Se non è avvenuta la
fecondazione, al 28° giorno si assiste alla caduta del tasso ematico di LH e di estrogeni e progesterone (mentre
risale l'FSH), il distacco dell'endometrio e, al primo giorno del nuovo ciclo, l'inizio del flusso mestruale eccetera.
Se invece è avvenuta la fecondazione, il corpo luteo rimane attivo (corpo lùteo gravidico) per circa 3 mesi,
continuando a produrre estrogeni e progesterone che mantengono la mucosa nelle condizioni di poter
accogliere e nutrire lo zigòte e l'embrione nei primi stadi: l'endometrio cioè non viene espulso e, ovviamente, non
c'è il flusso mestruale. Dopo il terzo mese il corpo luteo verrà sostituito nella sua attività endocrina dalla placenta
che nel frattempo si è organizzata.
OVAIO: durante la fase follicolinica, l'ipofisi produce FSH che dà inizio alla maturazione dei follicoli oofori, la cui
teca interna comincia a produrre estrogeni. Durante la fase luteinica l'LH induce la trasformazione del follicolo
scoppiato in corpo luteo, che produce estrogeni e progesterone fino al 28° giorno (a meno che non ci sia una
fecondazione).
UTERO: con la caduta dell'endometrio inizia la fase mestruale, caratterizzata dal flusso emorragico. Nel
frattempo nell'ovaio si sono organizzate le teche e comincia la produzione di estrogeni. Questi attivano le cellule
epiteliali dei fondi delle ghiandole uterine e l'epitelio rigenera (fase rigenerativa) quindi aumenta anche il
connettivo lasso della tonaca propria e si ricostruiscono le ghiandole tubulari (fase proliferativa). Con l'entrata in
azione dell'LH e quindi con la produzione di progesterone, l'endometrio si prepara ad accogliere l'uovo
eventualmente fecondato (zigote), quindi le ghiandole sintetizzano molte glicoproteine che trattengono al loro
interno (fase secretiva). La mucosa continua a farsi alta e sofficie per l'èdema causato dagli ormoni in circolo e
le ghiandole sono ipertrofiche (fase congestizia). Se non ci sarà fecondazione, per la perdita di attività del corpo
luteo e la caduta del tasso di etrogeni e progesterone, le arterie spirali si romperanno causando l'emorragia e la
caduta dell'endometrio. Se invece ci sarà la fecondazione, il corpo luteo rimarrà in funzione e l'endometrio
accoglierà al suo interno l'embrione, nutrendolo nei suoi primi giorni di vita.
La vagina.
La vagina è l'ultimo tratto delle vie genitali femminili. E' un canale obliquo muscolo- membranoso lungo 7-8 cm,
situato nel piano mediano sagittale con direzione da dietro in alto ad avanti in basso. E' situata tra l'intestino retto
posteriormente e la vescica e l'uretra anteriormente e attraversa il pavimento pelvico per aprirsi all'esterno nella
vulva. La porzione più interna della vagina è cilindrica e accoglie il collo dell'utero che vi sporge con la cervice o
muso di tinca. L'asse della vagina e l'asse del collo dell'utero formano un angolo di 90° per cui laterosuperiormente alla cervice si viene a formare un recesso, il fornice vaginale, nel quale gli spermatozoi
eventualmente immessi in vagina possono soggiornare diversi giorni anche dopo lavaggi interni accurati. La
porzione inferiore della vagina è a sezione ellittica, con pareti molto vicine. Nella donna vergine, l'orifizio
vaginale esterno, poco prima dell'apertura nella vulva, è chiuso da un diaframma perforato mucoso-connettivale,
che viene lacerato al momento del primo rapporto sessuale (imene). La mucosa vaginale è rivestita da un
epitelio pavimentoso stratificato molle, mantenuto umido dal muco secreto dalle ghiandole uterine e presenta un
rilievo più o meno sviluppato nella parete anteriore, circa a livello del terzo superiore, denominata punto di
Grafemberg. Tale formazione, che è ricca di terminazioni nervose sensitive, secondo alcuni è l'omologo
femminile della prostata e produce un secreto semiliquido più o meno abbondante durante l'orgasmo. Durante
l'eccitazione sessuale invece la vagina si inumidisce per la stasi venosa dei vasi attorno alle sue pareti, che
fanno trasudare plasma. Tale fenomeno, cioè il riempimento dei vasi venosi vaginali, determina anche un
aumento del diametro e della lunghezza della vagina stessa. Le cellule dell'epitelio vaginale, in continua
desquamazione, hanno affinità tintoriali che variano durante il ciclo mestruale per il variare del pH vaginale,
fenomeno che viene utilizzato per vari test (importante il ben noto Pap test). Le successive tonache della vagina,
di cui quella muscolare con fasci di fibrocellule ad andamento spirale, la legano alle formazioni circostanti e ne
determinano la notevole elasticità e distensibilità, soprattutto al momento del parto.
Gli organi genitali esterni femminili.
Gli organi genitali esterni femminili costituiscono il complesso della vulva. Sono situati inferiormente alla regione
pubica, esternamente al pavimento pelvico, dove è presente il monte di Venere, area triangolare cutanea
rivestita di peli terminali e ricca di ghiandole sudoripare apocrine e, nell'ipoderma, di connettivo adiposo.
Inferiormente al monte di Venere due rilievi cutanei paralleli ad orientamento sagittale, costituiscono le grandi
labbra. La loro superficie esterna può presentare una peluria più o meno fitta mentre nel connettivo che ne
costituisce l'impalcatura si sfiocca il legamento rotondo dell'utero. Le grandi labbra sono omologhe dello scroto.
Anteriormente e posteriormente le grandi labbra si riuniscono nelle due commessure anteriore e posteriore,
lasciando in mezzo la rima vulvare, a pareti lisce e prive di peli, in cui sporgono le piccole labbra o ninfe. Sono
queste due pieghe cutanee sagittali, rivestite da una pelle molto sottile e glabra, riccamente innervate e quindi
particolarmente sensibili, omologhe del prepuzio maschile. Esse anteriormente si riuniscono a circondare il
clitoride. Nello spazio tra le piccole labbra, detto vestibolo della vagina, si aprono, dall'avanti all'indietro, l'uretra,
la vagina, le ghiandole vestibolari. Il clitoride è un piccolo organo erettile, di lunghezza varia da 1 a 3 cm,
omologo del pene, costituito da due corpi cavernosi. Uno di essi costituisce il corpo del clitoride, cilindrico,
mentre l'altro, corrispondente al corpo cavernoso dell'uretra maschile, si divide in due masse situate alla base
delle piccole labbra ai lati dell'orifizio vaginale. Nel vestibolo della vagina, lateralmente all'orificio vaginale, si
aprono i condotti delle ghiandole di Bartolino che, come altre ghiandole vestibolari minori, producono muco,
abbondante durante le fasi dell'eccitazione sessuale e utile quale lubrificante durante il coito. La secrezione
ghiandolare si riduce in menopausa