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(16 gennaio 2012)
Testimoni della Misericordia
Accogliere
Chiamati alla Misericordia…
“ Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate
ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”.
Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni,
e la sala delle nozze si riempì di commensali”
Mt 22, 8-10
La Messa domenicale è per i discepoli di Gesù la mensa della Misericordia, la mensa
dell’invito e dell’accoglienza, della festa e della gioia dello stare insieme, del ritrovarsi e
del perdonarsi: il Signore ci chiama, senza distinzioni, “buoni e cattivi”, “ricchi o poveri”.
Dio vuole "sposare l'umanità", cioè entrare totalmente nella nostra vita. Gesù riprende
l’immagine del banchetto di nozze parlando del Regno di Dio ma, nella parabola
contenuta nel vangelo di Matteo (cfr. Mt 22, 1-14), apprendiamo con tristezza che la sala
della festa rimane vuota per la rinuncia dei primi invitati, troppo intenti - come spesso
siamo noi - ai propri affari o ad assecondare la propria pigrizia: l’invito non è accolto.
Dio fa un altro passo dopo questo rifiuto e, attraverso i suoi servi (discepoli), percorre
le strade ed invita tutti ad entrare a casa sua, ma... alla fine si può anche essere "mandati
fuori" dalla festa: l’abito indossato non è idoneo, cioè non si è accettato lo stile di Dio!
Non possiamo ritenerci discepoli di Gesù se seguiamo Lui solo a parole, se non abbiamo
iniziato ad indossare l'abito BELLO del Vangelo, se i nostri progetti di vita rimangono
lontani dal vivere la fraternità. Ripartiamo dalla missione ricevuta nel Battesimo, per vivere
ed annunciare l'Amore di Dio che ci viene sempre a cercare, per assomigliare a Dio
Padre, più misericordiosi e accoglienti verso tutti.
Nella testimonianza che segue, Fratel Tommaso Bogliacino della Fraternità di
Charles de Foucauld, missionario in Tanzania per lunghi anni, racconta la sua
esperienza di condivisione con i più poveri: un’esperienza di accoglienza e di
crescita nella misericordia.
“Il mio inserimento qui? Cappellano nelle prigioni? Impossibile perché straniero.
Cappellano di ospedali? Per ora non a tempo pieno; bisognerà vedere e magari
proporre un gruppetto che si occupi dei malati. (…) Per fortuna che c’è il Martini.
Sono sicuro che voi pensate al cardinale o all’aperitivo. No, si chiama proprio così,
ma è un “solo”, un “malandato” a pochi minuti dalla Fraternità. Lavora come
guardiano quando può e ce la fa – poche volte. Sono passato a trovarlo prima di
venire al ritiro e gli ho portato tre taralli (sì, taralli) preparati da suor Maria Luisa e le
sue sorelle Tanzaniane. Quando busso e sente la mia voce, s’affretta ad aprire.
Saluto e dono i taralli, dicendo: «Sono pochi ». Dice: «Ci sei tu, da tempo non sei
venuto, karibu sana». Riprendo, vedendolo in condizioni poco buone: «Come va?».
Risponde: «Bene, ringrazio Dio per ogni cosa, sempre.
Hai sentito - mi dice - degli americani che bombardano? [in riferimento al conflitto
con il terrorismo islamico in Medio Oriente, dopo l’11 settembre, n.d.r.] ». (Mi
stupisce, è al corrente, non ha radio, ma quella dei vicini è sempre al massimo).
Dico: «Che vergogna». Commenta: «Dobbiamo benedire tutti, i poveri, i ricchi».
Aggiunge come pregando: « Sì, padre, ci sono ricchi che pensano solo a sé stessi e
ce ne sono che condividono; ma Padre, benedici tutti… A noi il cibo di ogni il
giorno, poco, e se manca Mungu anajua, Dio sa»; e mi guarda con un sorriso
“oltre”. «Noi non sappiamo, Dio è rifugio vero, solo Lui. Benedire è sempre bene». E
di nuovo mi guarda. Dico: «Amen», convinto. Al momento di partire non vorrei
chiudere la porta… mai. Né la sua, né quella di Mama Hali, musulmana, malata di
AIDS – comincia a star davvero male: tosse, catarro, diarree… Nella sua casetta mi
sento dire: «E’ raro vedere un bianco che visita malati qui in queste baracche. Chi
o che cosa te lo fa fare?». Come posso spiegarle e dirle la gioia intima che non è
commercio né curiosità, né solo motivo medico. Sono qui, sono con te, con voi per
un po’ di tempo (…) A poche decine di metri c’è Impala Hotel – 120 dollari la
notte, per turisti e impiegati dell’ONU (poveretti!). Marna Eva, che a volte mi
accompagna nelle visite, mi dice: «Vedi l’hotel, là, ci sei andato?». Dico: « Tu sai
quanto sto bene qui, sto con gioia con voi». Camminiamo silenziosi, per i vicoli. I
saluti a tanti risuonano festosi, la vita fluisce.”
(tratto da T. Bogliacino, Valige di speranza, Emi, Bologna 2007, pp. 82-83)
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Spunti per la riflessione
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L’invito contenuto nella Parola di Dio è sempre per la nostra felicità: cosa
ci impedisce di accogliere fino in fondo questo l’invito?
Quali spazi di apertura e di accoglienza viviamo nella nostra casa
(famiglia, comunità) ?
La celebrazione dell’Eucaristia, invito al Banchetto di nozze di Dio con
l’umanità, si traduce in gesti di condivisione?
Preghiere per la settimana
Ispirandoci alla Parola che ci ha aiutato a cogliere ulteriori aspetti del tema
dell’accogliere, proponiamo per ciascun giorno della settimana, una preghiera da
condividere.
scarica il documento (da stampare e utilizzare)
http://www.famiglie.missioitalia.it/images/materiale/settimana-preghiere3.pdf
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Un appuntamento importante quello della Settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani dal 18 al 25 gennaio che, da poco più di un secolo,
è occasione di incontro per la costruzione di un’unità tra i fedeli delle
tre grandi confessioni cristiane: cattolica, ortodossa, protestante. Dal
1968, ogni anno, un gruppo ecumenico di diversi parti del mondo
prepara la bozza del materiale della Settimana, revisionato poi da
un’apposita commissione internazionale.
Per il 2012, il tema è tratto dalla prima lettera dell’apostolo Paolo ai
cristiani di Corinto, elaborato dal gruppo ecumenico della Polonia: Tutti
saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore (1Cor
15,51-58). Ci è proposta una meditazione sull’opera del Signore che
con la sua Grazia è capace di trasformare a livello personale e
comunitario l’esistenza di ogni credente, in una dinamica di fede,
speranza e carità, rendendo ogni cristiano un testimone del Vangelo,
per una piena e visibile unità fra tutti i credenti, mostrando così la
vittoria del Signore su ogni forma di morte, di male e di divisione.
Di seguito, le tematiche bibliche su cui riflettere giorno per giorno in questa settimana:
Mercoledì 18
La Chiesa di Cristo è una comunità che serve:
i nostri diversi doni per il servizio comune
all’umanità rendono visibile la nostra unità in Cristo
Trasformati da Cristo, colui che serve
(cfr. Mc 10, 45)
Giovedì 19
Trasformati dalla paziente attesa del Signore
(cfr. Mt 3, 15)
Venerdì 20
Seguendo Cristo, Servo sofferente,
i cristiani sono chiamati a vivere la solidarietà con quanti soffrono.
Più ci avviciniamo alla Croce di Cristo
più ci avviciniamo tra di noi.
Trasformati dal Servo sofferente
(cfr. 1 Pt 2, 21)
Sabato 21
Trasformati dalla vittoria del Signore sul male
(cfr. Rm 12, 21)
Domenica 22
Trasformati dalla pace del Cristo Risorto
(cfr. Gv 20, 19)
Lunedì 23
Trasformati dall’amore misericordioso di Dio
(cfr. 1 Gv 5,4)
Martedì 24
Trasformati dal Buon Pastore
(cfr. Gv 21, 17)
Mercoledì 25
Uniti nel Regno di Cristo
(cfr. Ap 3, 21)
Ogni attività ecumenica richiede tempo,
reciproca attenzione e azione comune.
Siamo tutti chiamati a collaborare
con l’azione dello Spirito Santo nell’unire i cristiani.
La vittoria di Cristo è il superamento di ciò che danneggia
la creazione e ci tiene lontani gli uni dagli altri.
In Gesù siamo chiamati ad unità
Il Signore Risorto unisce e dà nuova forza a tutti i credenti.
La pace e l’unità sono i segni della nostra
Trasformazione e resurrezione.
La fede in Cristo, che nel mistero pasquale rivela il suo amore
misericordioso, ci chiama all’amicizia con Dio
e ad essere in comunione autentica gli uni con gli altri.
Seguendo il Buon Pastore, siamo chiamati a rafforzarci gli uni gli altri
nel Signore e a sostenerci a vicenda nel cammino di fede.
L’unità tra noi cristiani è un dono di Dio. Una condivisione
nella gloriosa vittoria di Cristo su tutto ciò che divide.
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