OMS – Conferenza Ministeriale Europea sulla lotta contro l`obesità
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OMS – Conferenza Ministeriale Europea sulla lotta contro l`obesità
Direzione Generale per i Rapporti con l’Unione Europea e per i Rapporti Internazionali OMS – Conferenza Ministeriale Europea sulla lotta contro l’obesità. Istanbul, 15-17 Novembre 2006 Intervento del Sottosegretario Gian Paolo Patta Signor Presidente, Professor Akdag, Ministro della sanità della Turchia; Dr Danzon, Direttore Regionale Europeo dell’OMS; Commissario Kiprianou, distinti delegati, signori e signore. E’ per me un grande piacere ed un onore partecipare - in qualità di Capo delegazione dell’Italia - a questa importante Conferenza Ministeriale Europea. L’obesità rappresenta, per l’Italia e l’Europa, un problema di salute particolarmente preoccupante per la rapidità della progressione del fenomeno che, nell’arco di due decadi, si è triplicato. Non è una forzatura definire l’obesità “una epidemia globale” - che, in modo apparentemente paradossale, coesiste con la malnutrizione e la sottonutrizione. In Italia, 4-5 abitanti su 10 soffrono di sovrappeso o sono obesi, con tassi più elevati nelle regioni meridionali e con una tendenza all’aumento negli ultimi anni e questo fenomeno non risparmia i bambini Le conseguenze per gli individui e la società sono serie in termini di riduzione sia dell’aspettativa sia della qualità della vita, a causa di malattie croniche associate all’obesità, con notevoli ricadute anche economiche. Questi sono dati di fatto che devono fare riflettere e, soprattutto, agire con urgenza. Il processo preparatorio di questa Conferenza ha coinvolto i governi, la società civile, esperti, rappresentanti di partenariati pubblico-privato ed è stato condotto attraverso dialogo e consultazioni che, in un clima di confronti di idee e di esperienze, hanno consentito la predisposizione di documentazione di supporto e preparato la strada per ottenere il consenso degli Stati Membri della Regione Europea dell’OMS. Il mio Paese ha creduto in questo processo e lo ha sostenuto, anche ospitando due importanti eventi quali la consultazione tecnica sulla “formulazione di politiche della scuola per la prevenzione dell’obesità nell’infanzia e nell’adolescenza”, svoltasi a Firenze nel Marzo del 2006 e la Consultazione intersettoriale sul tema “come l’agricoltura e le politiche agricole possono contribuire ad una dieta sana”, tenutasi presso la FAO a Roma nel Maggio del 2006. L’OMS merita i complimenti per aver saputo lavorare secondo uno spirito di consultazione partecipativa con tutti i soggetti direttamente interessati. Abbiamo particolarmente apprezzato la metodologia applicata in questo processo preparatorio, soprattutto per quanto riguarda la valutazione basata sull’evidenza scientifica per la predisposizione della documentazione di supporto e per l’elaborazione di una strategia quadro che tiene in conto i diversi contesti e le diverse realtà nelle quali si dovrà procedere alla sua implementazione, costituendo un fondamentale punto di riferimento per i Paesi Europei. Per quanto concerne la Charter Europea per contrastare l’obesità, essa rappresenta un ottimo quadro strategico che identifica diverse opzioni e possibili interventi da considerare sulla base delle proprie realtà, esigenze e situazioni, nel rispetto del contesto culturale di ciascun Paese. Per un Paese come l’Italia, caratterizzato da forti autonomie a livello regionale e locale, la strategia delineata dalla Charter, caratterizzata da autorevolezza perchè concordata a livello internazionale, consentirà al Governo centrale di svolgere un ruolo di orientamento per le Regioni, per i Comuni e tutti i soggetti pubblici e privati che possono intraprendere azioni, ai vari livelli, in linea con uno slogan molto efficace dell’OMS, “pensare globalmente e agire localmente”. In Italia, infatti non solo il Governo nazionale, ma anche i governi regionali e locali dovranno guidare e sostenere le azioni di contrasto. Il problema dell’obesità non può essere affrontato con successo se non si ricorre ad azioni intersettoriali, secondo il concetto della “salute in tutte le politiche” tema scelto dalla Presidenza finlandese della Unione Europea per il proprio semestre di quest’anno. A livello nazionale, i Ministeri della salute saranno impegnati in un ruolo non solo di advocacy ma anche di leadership e di attiva collaborazione con gli altri settori di governo, interessati e coinvolti in questa tematica così rilevante. I Ministeri dell’agricoltura, dello sviluppo economico, della pubblica istruzione, dei trasporti, possono e devono giocare un ruolo attivo nel quadro di una strategia concordata e condivisa per contrastare l’epidemia di obesità. Il Ministro della salute del mio Paese ha, a tal fine, attivato un tavolo di lavoro interministeriale per la definizione di un programma nazionale di prevenzione che garantisca un forte sostegno, con interventi normativi, organizzativi, economici e strutturali, alle scelte individuali salutari dei cittadini. Tale iniziativa, che non casualmente è stata denominata “Guadagnare salute – rendere facili le scelte salutari”, coinvolge vari Ministeri (Salute, Politiche agricole e forestali, Istruzione, Pari opportunità, Politiche giovanili e attività sportive, Politiche per la famiglia, Sviluppo economico) e può rappresentare un investimento per il futuro, con l’obiettivo di migliorare, nel breve periodo, le condizioni di vita dei cittadini e, nel lungo periodo, di ridurre il peso delle malattie croniche sulla società e sul sistema sanitario. Come raccomandato nella Charter Europea, un ruolo fondamentale per l’implementazione di interventi e per la creazione di ambienti e contesti favorevoli e opportunità per l’attività fisica e una dieta sana spetta alle autorità locali. L’Italia ha un forte sistema sanitario il cui governo è sotto la responsabilità delle Regioni, e la cui gestione è guidata da circa 200 aziende sanitarie. A livello locale, questo sistema può svolgere lo stesso ruolo che il Ministero della Salute svolgerà a livello nazionale. Un altro aspetto sul quale vorrei richiamare l’attenzione è caratterizzato da due equilibri fondamentali: l’equilibrio tra un’alimentazione sana e livelli adeguati di attività fisica e quello tra responsabilità individuale nei confronti della salute (scelte dettate da informazione ed educazione corrette e basate sull’evidenza scientifica, nel rispetto, ove possibile, dei contesti culturali dei Paesi) e responsabilità dei governi e delle istituzioni nazionali, regionali e locali nel creare e promuovere ambienti e contesti favorevoli a scelte salutari. In campo nutrizionale è necessario diffondere informazioni chiare e corrette, per raggiungere un livello di piena consapevolezza e responsabilità del consumatore, evitando confusione e disorientamento nella popolazione. L’adozione di un corretto stile di vita non può essere imposto per legge. L’educazione alimentare e l’autoregolamentazione sulla base di stringenti codici etici di comportamento da parte dell’industria alimentare in accordo con le istituzioni governative, restano gli strumenti di gran lunga più efficaci. In merito alla Charter Europea, qualche dubbio rimane sulla validità e l’efficacia dell’ipotesi di misure fiscali per i prodotti con basso profilo nutrizionale, argomento sul quale vorremmo approfondire le nostre riflessioni a livello nazionale. Sempre in tema di collaborazione intersettoriale, vorrei citare l’iniziativa della piattaforma italiana che, prendendo spunto dalla piattaforma europea, si propone di unire varie componenti del settore agroalimentare, basandosi sulle necessità e le esigenze del consumatore (sicurezza e qualità del prodotto alimentare), per implementare programmi tesi allo sviluppo di prodotti di qualità grazie alla capacità di innovazione. Per questo, il Ministero della salute ha coinvolto le industrie agroalimentari, i centri di ricerca sulla nutrizione, le associazione dei consumatori, le associazioni di categoria, le Università. E’ all’interno di un forte contesto pubblico che gli operatori privati devono trovare un loro ruolo e una loro qualificazione. Un ulteriore aspetto che intendo sottolineare è il richiamo alla necessità di adattare strategia ai contesti nazionali. L’Italia è famosa per la qualità e la varietà del cibo, sua cucina regionale ricca di prodotti tipici e fortemente ancorata al territorio. In tale contesto, il nostro Paese si presenta come un area privilegiata in cui entusiasmante la sfida di individuare soluzioni innovative per raggiungere gli obiettivi mangiare bene, mangiare di qualità, mangiare sano. la la è di Voglio sottolineare con forza che dobbiamo innanzitutto concentrare i nostri sforzi sulla priorità di una dieta equilibrata piuttosto che sulle caratteristiche di ogni singolo alimento. Qualsiasi eccesso è dannoso alla salute. Tra i nostri campioni nazionali, è doveroso un riferimento alla dieta Mediterranea tradizionale, ricca di vegetali e basata sulla varietà degli alimenti in essa compresi. La dieta Mediterranea tradizionale potrà essere rilanciata ed i Paesi che si affacciano sul mediterraneo potranno avviare una cooperazione speciale in questo campo. A tale riguardo il Ministero della Salute sta elaborando un documento di riferimento per gli operatori del settore della ristorazione scolastica, teso alla valorizzazione della dieta mediterranea come modello ideale basato sul connubio gusto- salute. Signor Presidente, ritengo che la Conferenza di Istanbul possa e debba servire come un’opportunità per prendere degli impegni. E ciò vale sia per l’OMS che per i suoi Stati Membri. Per quanto attiene all’OMS, è importante assicurare seguiti concreti ed efficaci. Mi riferisco alla necessità di prevedere un mandato esplicito da parte dei “Governing Bodies” dell’Organizzazione per assicurare assistenza allo sviluppo di piani d’azione nazionali ed il monitoraggio degli sviluppi della situazione nella nostra Regione. Infatti lo sviluppo di un piano d’azione sarà necessario per tradurre i principi della Charter in linee operative e meccanismi di monitoraggio delle attività. Per quanto concerne gli Stati membri, e più precisamente, l’Italia, vorremmo sottolineare i seguenti impegni - definire, sulla base della charter, un piano d’azione adattato al contesto nazionale, con la creazione di tavoli tecnici intersettoriali comprendenti anche il settore privato; - porre in atto un sistema di monitoraggio degli interventi e dei loro risultati, al fine di verificarne l’efficacia, attuando anche un censimento di “buone pratiche” e “studi di caso” da poter condividere con altri Paesi della nostra Regione. - Sostenere l’OMS, in particolare per quanto riguarda il monitoraggio delle politiche e degli interventi. Signor Presidente, come richiamato nella Charter Europea, esistono prove scientifiche sufficienti per poter agire al più presto per fronteggiare la sfida posta dall’obesità nei nostri Paesi. Nello stesso tempo è necessario ricercare soluzioni innovative e provvedere ad adattare raccomandazioni e indicazioni condivise in ambito internazionale ai contesti nazionali, regionali e locali. Abbiamo bisogno di un impegno vigoroso e di applicazioni pratiche per considerare questa sfida come un’opportunità per tutelare e migliorare la salute della nostra gente.