Phoca PDF - Cinemecum

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Si è conclusa con un grande successo la rassegna dedicata al regista inventore di Charlot organizzata dalla Società Umanitaria Sarda e dal Comune di Cagliari. Proiezioni e incontri per
stupire il pubblico. di Elisabetta Randaccio
Dopo la morte di Chaplin, avvenuta il 25 dicembre 1977, il grande regista Renè Clair dichiarò: “Charles Chaplin, che ci ha fatto tanti regali con tutti i suoi film, ci ha sottratto, questo Natale il regalo più prezioso che il cinema ci ha fatto.”...
Chaplin infatti è il cinema, sintetizzato in maniera sublime nella sua opera, allo stesso tempo, narrativa popolare e poesia, creazione stilistica e raffinatezza intellettuale, impegno sociale e comicità pura. Nessun personaggio della storia del grande schermo è stato più celebre di lui, conosciuto in tutto in ogni parte del mondo dove potesse funzionare un proiettore e si potesse stendere un lenzuolo bianco sul muro. La silouhette della sua creatura immortale, Charlot il Vagabondo, è diventata un’icona del Novecento.
Charlot è l’eroe del primo periodo chapliniano, l’avventuroso tempo di una Hollywood appena nata nei sobborghi di Los Angeles, quando gli studi erano ricavati tra i profumati aranceti californiani. Non era un mondo innocente, ma sicuramente era
una fucina di sperimentazione del prodotto/arte cinematografica. Charlot concentra in sé lo spirito del tempo: è un “omino” che tenta di darsi una buffa dignità nella sua miseria economica: la bombetta, il bastoncino di canna, i vestiti larghi, i modi comicamente eleganti tentano di allontanare l’emarginazione, conseguenza del perfido mondo del profitto.
I capitalisti, nei film di Chaplin, sono evocati in tutte le loro gradazioni di avidità o disperazione. L’esempio maggiormente eclatante è il milionario di Luci della città, generoso e amichevole quando è ubriaco, insopportabilmente egoista da sobrio. Charlot è goffo e buffo, generoso e gentile (soprattutto con le donne e i bambini), ma non “buonista”. Nelle comiche a due bobine può essere anche un po’cinico e violento. Nello straordinario Easy street (La strada della paura), per esempio, si arruola nel corpo di polizia per necessità. Gli danno una divisa che lo rende ancor
più ridicolo. Un passante lo vede uscire dal commissariato e ride. Charlot gli dà una manganellata sulla testa senza problemi! Il personaggio del Vagabondo, che vivrà sino a Tempi moderni (1936), fa di Chaplin, nei primi trenta anni del novecento, un uomo ricco, amato, famoso.
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Folle
immense
lo
accolgono
nei
suoi
spostamenti
privati
e
pubblici.
La
tournee
europea
de
Il
monello
diventa
un
esemplare
bagno
di
folla
delirante.
Chaplin
è
pienamente
ripagato
dalle
sofferenze
di
un’infanzia
drammatica
caso, quando nel 1992 R. Attenborough realizza Chaplin ispirandosi alla memorie scritte dallo stesso regista e alla corposa monografia del suo rilevante studioso, David Robinson, sintetizzerà necessariamente una vita ricca di avvenimenti straordinari e drammatici. Dall’infanzia dickensiana alle prime prove teatrali, dai successi hollywoodiani alle traversie sentimentali e matrimoniali (risolte spesso con scandali e processi) fino al secondo dopoguerra, gli anni del delirio maccartista negli USA, che costrinsero Chaplin - dichiarato persona non gradita -, a vivere esule in
Europa. Era stato scambiato l’anarchismo del Vagabondo e il messaggio pacifista del Dittatore per attività antiamericana e filosovietica! Nel film Un re a New York (1957) Chaplin irriderà duramente la stupidità e l’ignoranza della cultura della guerra fredda. Ritornerà in America solo nel 1972, a ritirare un Oscar alla carriera in una serata memorabile.
A ricordare il genio cinematografico di Chaplin si è svolta in queste ultime settimane, organizzata dal Comune di Cagliari e dalla Società Umanitaria-Cineteca sarda, all’Exmà e nel salone della Cineteca, una rassegna che ha riproposto alcuni momenti di una carriera unica.
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vissuta
nella
Londra
povera
Non
sono
mancati
film
poco
frequentati
dalle
televisioni
e
dalle
edizioni
home
video.
Nell’ultima
serata,
per
esempio,
sono
stati
proiettati
La
donna
di
Parigi
(1923)
e
Monsieur
Verdoux
(1947).
Si
tratta
di
due
melodramma rovesciato che colpisce soprattutto per la sobria recitazione degli attori protagonisti (Edna Purviance, che era stata legata sentimentalmente a Chaplin e Adolphe Menjou, divenuto celebre con questa pellicola). Il secondo è un capolavoro assoluto della maturità del regista dove convivono meravigliosamente ironia, grottesco e un’analisi cruda della società ipocrita e avida. La dichiarazione finale di Verdoux, omicida seriale per necessità, non ha perso di attualità, dopo tanti anni: “Non si stanno forse costruendo armi sempre più perfezionate per sterminare i
opere
popoli su scala sempre più vasta? Non si sono già fatti a pezzi donne e bambini, e in modo altamente scientifico? Come assassino in confronto io non sono che un dilettante...”
Leggi biografia Charlie Chaplin di Wikipedia e imdb
Chalie Chaplin Archive
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splendide.
La
prima
è
i