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Lo screening della letto-scrittura in II° primaria Logopedista Dott.ssa Tiziana Begnardi Sommario Definizione di DSA e caratteristiche Definizione di screening Prove previste per la seconda primaria Altri fattori di rischio Modello di acquisizione della lettoscrittura di Uta Frith (1985) Classificazione degli errori in scrittura Qualche consiglio Metodo fono-sillabico VS metodo globale Il Disturbo Specifico di Apprendimento della letto-scrittura Alla fine del secondo anno di scuola primaria, in quasi ogni classe almeno un bambino non avrà imparato a leggere e scrivere. Questo bambino non ha avuto un cattivo insegnamento, né genitori disattenti; non ha deficit intellettivi né sensoriali. Questo bambino ha un Disturbo Specifico d’Apprendimento (DSA). Definizione di DSA I Disturbi Specifici d’Apprendimento (DSA) vengono definiti come l’insieme dei disturbi neuroevolutivi caratterizzati da una specifica difficoltà nell’acquisizione di una o più abilità scolastiche (lettura, scrittura e calcolo) in bambini con un normale sviluppo intellettivo, una tipica esperienza scolastica, e in assenza di alterazioni neurosensoriali tali da giustificare la significativa difficoltà nell’apprendimento (American Psychiatric Association, 1994). 4 DSA come… Rientrano nei Disturbi Specifici d’Apprendimento: La DISLESSIA, che è il disturbo specifico di lettura e si caratterizza per la difficoltà ad effettuare una lettura accurata e fluente in termini di velocità e correttezza; tale difficoltà si ripercuote, nella maggioranza dei casi, sulla comprensione del testo; La DISORTOGRAFIA, che è il disturbo specifico che riguarda la componente costruttiva della scrittura, legata quindi alla difficoltà a scrivere in modo corretto; 5 DSA come… La DISGRAFIA, che riguarda la componente esecutiva, motoria di scrittura; in altre parole ci si riferisce alla difficoltà nello scrivere in modo fluido, veloce ed efficace; La DISCALCULIA, che riguarda il disturbo nel manipolare i numeri, nell’eseguire rapidi calcoli a mente, nel recuperare i risultati delle tabelline e nei diversi compiti aritmetici. 6 7 8 …disturbo, non difficoltà… Il termine Disturbo, riferito alle difficoltà di apprendimento, è utilizzato per formulare una diagnosi di DSA: infatti le persone con DSA, per definizione, sono intelligenti, ma hanno prestazioni nell’ambito della lettura, scrittura e/o calcolo significativamente al di sotto della norma. 9 …disturbo, non difficoltà… Il termine «difficoltà di apprendimento» fa riferimento ad una qualsiasi, generica difficoltà incontrata dallo studente in ambito scolastico. Il termine «disturbo specifico dell’apprendimento» sottende dunque la presenza di un deficit più severo e specifico che viene indagato e verificato attraverso un procedimento clinico-diagnostico (Cornoldi, 1999; 2007). 10 «specifico/non specifico» I disturbi NON specifici d’apprendimento si riferiscono ad una difficoltà ad acquisire nuove conoscenze e competenze che può essere spiegata da altri fattori non specifici dell’apprendimento come una bassa competenza cognitiva, difficoltà emotive o problemi comportamentali. 11 «specifico/non specifico» Il ritardo mentale (Borgatti e Moretti, 1999), l’ADHD (Saccomani, 1999), l’autismo ad alto funzionamento e i disturbi d’ansia sono alcune tra le categorie o entità diagnostiche che causano o possono causare disturbi non specifici d’apprendimento (De Negri, 1999). 12 Peculiarità dei DSA Familiarità nel 60-70% dei casi Prevalenza accentuata nei maschi 3:1 Consistente associazione tra i diversi DSA Eterogeneità dei quadri funzionali Eterogeneità dei quadri di sviluppo Associazione con disturbi psicopatologici Peculiarità dei DSA Il disturbo è innato, pertanto è sempre presente nel percorso evolutivo del bambino; La modificabilità, anche con esercizi mirati e specifici di tipo riabilitativo, è modesta La prestazione è resistente all’automatizzazione, quindi anche se i livelli di correttezza possono migliorare, permane comunque un’eccessiva lentezza, tale da sostenere l’ipotesi di non completa acquisizione del processo (Tressoldi e Vio, 2008) 14 Acquisizione delle abilità ABILITA’: capacità di un soggetto di eseguire una procedura composta da una sequenza di atti in modo rapido, standardizzato, e con basso dispendio di risorse attentive Richiedono quindi una buona automatizzazione delle procedure implicate Acquisizione delle abilità Ripetizione frequente dell’attività (allenamento) Procedura di istruzione fissa e adeguatezza degli stimoli (metodo) Efficienza del sistema che realizza la funzione Lo screening per la letto-scrittura Con il termine screening si intende una metodologia di rilevazione che è in grado di predire un disturbo sulla base della presenza di uno o più indici critici. Lo screening misura un fattore di rischio per il disturbo ed è basato sull’assunzione che il risultato della prova indica una condizione di rischio che prelude al disturbo (Stella, 2004) Un test di screening, quindi, non pretende di evidenziare in modo inequivocabile un disturbo, ma piuttosto, di individuare con un buon livello di attendibilità i soggetti a rischio Non si tratta di porre diagnosi, ma di indirizzare ad uno studio diagnostico una popolazione che presenta alcuni indici caratterizzanti. Lo screening per la letto-scrittura Uno screening deve essere: Specifico (basso numero di falsi negativi) Sensibile (basso numero di falsi positivi) (Coscarella, Rossi 2004) In altre parole, deve permettere di identificare quasi tutti e solo coloro che potrebbero avere il problema che si indaga. Lo screening per la letto-scrittura Per essere efficace uno screening deve essere: Semplice (prevedere modalità poco complesse) Rapido (richiedere poco tempo) Poco costoso (in termini di risorse e strumentazione) Queste caratteristiche consentono: Impiegabilità Replicabilità (Stella, 2008) Le prove per lo screening Elenco delle prove SCRITTURA Dettato di 25 parole Dettato ortografico “Il cieco e la fiaccola” (Batteria BVSCO)(opzionale) LETTURA T.R.P.S. “Test di riconoscimento di parole senza significato” (Faglioni e coll. 1967) Prova di lettura velocità e correttezza del gruppo MT (Cornoldi, Colpo 1998) Periodo di somministrazione: da marzo Modalità generali di somministrazione I bambini dovranno lavorare in totale autonomia senza interferenze da parte dell’insegnante/somministratore. I banchi dovrebbero essere singoli e distanziati tra loro. • Prima di iniziare chiedere ai bambini di capovolgere il foglio. Al VIA devono girarlo e iniziare le attività. Allo STOP di nuovo il foglio va capovolto (per impedire ai bambini di completare l’attività oltre il termine previsto) • Si ricorda che i criteri valutativi proposti sono strettamente legati alle modalità di somministrazione esplicitate. Ogni cambiamento nella procedura potrebbe inficiare l’utilizzo della taratura proposta (inaffidabilità predittiva). Come presentare lo screening Appena entrati in classe tranquillizzare i bambini dicendo che il referente farà dei giochi sulla lettura e sulla scrittura ai quali non sarà dato nessun voto né giudizio «noi siamo soltanto curiosi di vedere come siete diventati bravi a leggere e scrivere» Invitare tutti i bambini a non copiare altrimenti il gioco non ha più valore Come presentare lo screening Prima di iniziare spiegare ai bambini che questo gioco ha delle regole che devono essere rispettate: non si copia (altrimenti non è più divertente) nel dettato la parola viene detta una sola volta quindi bisogna fare silenzio e stare attenti «altrimenti la parolina vola via». In questo caso non chiedere la ripetizione. le parole si scrivono una sotto l’altra (mostrare alla lavagna) non si può usare la gomma. Se si sbaglia tracciare una linea sopra e riscrivere accanto. IL CLIMA CREATO DEVE ESSERE DI ESTREMO AGIO! Dettato di 25 parole Mano Nido Pace Tipo Mondo Piume Forze Sfide Bando Bambina Insetto Verdure Ragione Simbolo Domenica Giornata Alimento Sorpresa Pensiero Vasca Veglia Scherzo Pugnale Schiera Maglione Dettato di 25 parole Modalità di somministrazione: dettare una parola ogni 5 secondi. Esplicitare al bambino che la parola dettata non si può ripetere, se non la si ricorda andare avanti con la successiva. Materiale: elenco delle 25 parole Criteri di correzione: segnare 1 punto per ogni parola scritta correttamente e 0 punti per ogni parola scorretta (anche se la parola contiene più errori, il punteggio è sempre 0) La prestazione risulta adeguata se il bimbo scrive almeno 18 parole correttamente. Dettato ortografico: BVSCO 2 Modalità di somministrazione: dettare seguendo gli intervalli di dettatura secondo il ritmo della classe. Se il bambino perde il ritmo, invitarlo a saltare la parola. Dettare anche il titolo. Materiale: dettato “Il cieco e la fiaccola” Criteri di correzione: 1 punto per ogni parola errata. Se una parola è sbagliata più volte si calcola un solo errore – se la stessa parola è scritta in modo errato più volte, si conta un solo errore (non si calcolano come errore le parole omesse, gli errori di punteggiatura e le parole inappropriate) Il cieco e la fiaccola Un cieco / girava / per / le strade / di una città / in / una notte / senza stelle / , con un orcio / sulle spalle / e / una fiaccola / in mano. “Sciocco / - gli disse / un signore / che passava / - buio / o / non buio / , per te / che sei / cieco / è la stessa / cosa. / A che / ti serve / la fiaccola?” / “La fiaccola / serve / per te” / rispose / il cieco. / “Tu, / non vedendomi, / potresti urtarmi / e farmi rompere / l’orcio.” / E / l’uomo / non seppe / come / replicare / a questa / saggia risposta. T.R.P.S. (Faglioni e coll., 1967) test di riconoscimento di parole senza significato Prova collettiva di lettura decifrata (non-parole) Il compito del bambino consiste nel riconoscere la corrispondenza tra una parola presentata in stampato MAIUSCOLO e la stessa parola presentata in script (sono presenti distrattori) T.R.P.S. (Faglioni e coll., 1967) test di riconoscimento di parole senza significato Modalità di somministrazione: la prova deve essere somministrata con grande attenzione nel rispettare i tempi dal VIA allo STOP (90 secondi, usare un cronometro). Allo scadere del tempo i bambini capovolgono il foglio. Il test è preceduto da un pre-test, durante il quale l’insegnante potrà soffermarsi sul compito per il tempo necessario affinchè tutti i bambini capiscano cosa dovranno fare. Le prove A e B vanno distribuite a file alterne e i bambini devono essere informati che sono diverse e non devono guardare dal compagno vicino. T.R.P.S. (Faglioni e coll., 1967) test di riconoscimento di parole senza significato Materiale: parola target in MAIUSCOLO e alternative in script. I bambini devono decodificare prima la parola target poi le alternative e mettere una crocetta su quella corrispondente. Devono lavorare cercando di non perdere tempo! T.R.P.S. (Faglioni e coll., 1967) test di riconoscimento di parole senza significato Esempio: NEMA: nama mama nema mema BAVANA: bafane davane basena bavana LADREMA: latrema ladrena ledrema ladrema T.R.P.S. (Faglioni e coll., 1967) test di riconoscimento di parole senza significato Criteri di correzione: per ogni parola individuata in modo corretto viene attribuito 1 punto Nei casi di autocorrezione (doppia risposta per un singolo stimolo, una delle due esatta) si attribuisce ½ punto Risposta sbagliata 0 punti Allo scadere dei 90 secondi la prestazione del bambino si considera adeguata se è riuscito a raggiungere almeno un punteggio di 5. Prova di lettura MT (velocità e correttezza) Si tratta di una prova di lettura del testo di tipo individuale. Il somministratore ha davanti a sé la copia dello stesso brano che il bambino sta per leggere. L’operatore registra i secondi totali con un cronometro e il numero di errori. Prova di lettura MT (velocità e correttezza) Modalità di somministrazione: chiedere al bambino di leggere nel modo migliore possibile il brano cercando di essere veloce e fare pochi errori. Il titolo è letto dall’operatore. Materiale: due copie dello stesso brano “I topi campanari” Prova di lettura MT (velocità e correttezza) Prova di lettura MT (velocità e correttezza) Criteri di correzione: Con 1 punto (si conta il numero di parole lette in modo errato, quindi due errori su una stessa parola o una stessa parola letta in modo errato due volte valgono un solo punto): Inesatta lettura della parola Omissione di sillaba, parola o riga (se il bimbo salta una riga, segnare l’errore ma riportarlo sulla riga corretta) Aggiunta di sillaba o parola Pausa per più di 5 secondi Con ½ punto: Spostamento di accento Grossa esitazione (dove il bimbo si blocca) Autocorrezione (parola letta in modo errato poi corretta) 37 Prova di lettura MT (velocità e correttezza) Prestazione adeguata (soglia): Velocità > 1,5 sillabe/secondo Errori commessi < 9 In caso di grosse difficoltà da parte del bambino si può interrompere la prova dopo 4 minuti. Calcolo della velocità: N° delle sillabe del brano (332) tempo di lettura del brano in secondi Altri fattori di rischio Oltre all’esito dello screening, si possono rilevare anche altri indici di rischio: Difficoltà nel pronunciare/ripetere parole complesse e a bassa frequenza (non adeguata padronanza fonologica) Nella copia da modello, difficoltà o disordine nel foglio Lentezza nelle varie attività (lettura, scrittura, calcolo) Manualità fine inadeguata Difficoltà nelle sequenze vincolate (mesi) Goffaggine nel vestirsi ed allacciarsi le scarpe Difficoltà nell’uso di lessico specialistico La scrittura La scrittura spontanea dei bambini va esaminata e valutata non in base ai criteri dell’adulto, ma con parametri specifici: Il parametro costruttivo Il parametro esecutivo 41 La scrittura Il parametro costruttivo prende in considerazione: • i segni usati dal bambino, valutandone la tipologia (scarabocchi, cerchietti e astine, lettere o segni simili…) e la loro quantità • la corrispondenza tra i segni grafici prodotti dal bambino e i suoni 42 La scrittura Il parametro esecutivo analizza: - La direzionalità della scrittura (ad es. da sinistra a destra, dall’alto al basso…) - L’orientamento delle lettere nello spazio (ad es. lettere speculari) e la dislocazione sullo spazio del foglio (lettere sparse o scritte seguendo una riga ideale) - L’adeguatezza del tratto grafico (ad es. incerto, insicuro…) e il tipo di carattere utilizzato 43 44 La scrittura Le difficoltà esecutive possono essere accentuate o ridotte, a seconda del tipo di carattere grafico scelto per la scrittura Proporre un solo carattere per volta! (per diminuire il carico di memoria) Passare ad un altro carattere dopo il raggiungimento della fase alfabetica: il corsivo in II° Inoltre… Concedere l’uso dello STAMPATO MAIUSCOLO 45 La scrittura STAMPATO MAIUSCOLO Composto da aste, cerchi e semicerchi, elementi primitivi facili da realizzare Le lettere sono sempre identiche La separazione delle lettere favorisce la corrispondenza suono-segno 46 Le fasi di acquisizione della letto-scrittura Le fasi di acquisizione della letto-scrittura Considerare le fasi di acquisizione della lettoscrittura e la loro gerarchia permette di favorire una corretta acquisizione del processo di transcodifica. Ogni stadio è caratterizzato dall’acquisizione di nuove procedure e dal consolidamento e automatizzazione delle competenze già acquisite gli errori in lettoscrittura possono essere classificati in base a queste fasi Il modello di Uta Frith Il modello evolutivo di Uta Frith (1985) individua 4 fasi per descrivere lo sviluppo della letto-scrittura: Fase logografica Fase alfabetica Fase ortografica Fase lessicale 49 Il modello di Uta Frith 1. Fase logografica Le parole sono come disegni, il bambino riconosce le parole che vede più frequentemente nella loro forma globale, come insiemi di lettere prive di valore sonoro convenzionale. Ad esempio, alla scuola dell’infanzia, scrive correttamente il proprio nome o sa riconoscerlo ma non conosce le singole lettere con cui è scritto. Quindi la C di Carlo non sarà identificata come la C di casa. 50 Il modello di Uta Frith 51 Il modello di Uta Frith 2. Fase alfabetica Il bambino mette insieme la consonante con la vocale e forma la sillaba per poi, attraverso altre analisi, formare la parola: viene compiuta in questo modo un’analisi dei singoli fonemi. E’ lo stadio iniziale della lettura e della scrittura, e corrisponde al meccanismo di conversione fonema/grafema. Anche se il bimbo procede inizialmente con molta lentezza, attraverso l’esercizio arriva a mettere insieme sillabe o gruppi di lettere che lo condurranno allo stadio successivo. 52 Il modello di Uta Frith 3. Fase ortografica Il bambino impara a scrivere tutte le parole che contengono fonemi contesto-dipendenti e i fonemi che richiedono più di una lettera (gn, gli, sci/e). In questa fase non è più sufficiente la strategia di conversione fonema/grafema, tipica del livello alfabetico, ma occorre considerare il contesto fonemico. L’unità di trascrizione da considerare è la sillaba. 53 Il modello di Uta Frith La capacità di prendere insieme parti di parola senza dover fare un’analisi segmentale rende sia la lettura che la scrittura più rapide, ma per alcuni bambini questa resta la conquista più difficile, perché faticano ad unire e rappresentare strutture fonotattiche complesse oppure per difficoltà a memorizzare e a scrivere suoni realizzati con più grafemi, oppure a riconoscere uno stesso grafema pronunciato in modo differente. La S di SOLE è diversa dalla S di SCIARPA! Il modello di Uta Frith 4. Fase lessicale L’unità interessata diventa più grande: si passa cioè alla singola parola, elaborata in maniera diretta, senza passaggi intermedi di conversione. Consente di realizzare due aspetti della transcodifica che coinvolgono il lessico: la trascrizione delle parole omofone non omografe (hanno/anno) e la segmentazione del parlato continuo (sapore di vino, gusto divino). 55 Classificazione degli Errori in Scrittura 56 classificazione degli errori Errori fonologici: l’analisi fonologica della stringa non è avvenuta correttamente. Non è rispettato il rapporto fonema-grafema. 1. Scambio di grafema:: VANE per PANE:: il bambino non ricorda l’esatta corrispondenza fonema-grafema, e sceglie un grafema errato. Non è stabile né ricorrente. 2. Omissione/riduzione di grafema o sillaba:: BALNA o BANA per BALENA:: è dovuto alla difficoltà del bambino nel suddividere la parola in fonemi, pertanto alcune sillabe vengono omesse o rappresentate da un solo grafema. classificazione degli errori 3. Riduzione di dittongo:: MELE per MIELE:: è dovuto al fatto che l’articolazione di una semivocale ha una durata più breve rispetto a quella di una vocale, di conseguenza è meno percepibile 4. Riduzione dello iato:: BULE per BAULE:: questo errore si riscontra più raramente, in quanto lo iato è costituito da due vocali di uguale durata 5. Riduzione di gruppi consonantici:: POTA per PORTA, STEGA per STREGA:: quando una consonante si trova accanto ad altre consonanti, è meno percepibile. Valutare se accade solo con alcuni gruppi consonantici o con tutti. classificazione degli errori 6. Inversione di grafema:: PREDE per PERDE:: è dovuto al fatto che il bambino si autodetta, a volte ripetutamente, la parola in modo sbagliato e nella scrittura non rispetta l’ordine corretto dei grafemi 7. Aggiunta di grafema o sillaba:: FARATE per FRATE:: il bambino non è in grado di rispettare l’ordine corretto dei fonemi, autodettandosi percepisce suoni non presenti nella sequenza corretta della parola classificazione degli errori Errori fonetici: vi è difficoltà nell’analisi percettiva del suono, delle variazioni di intensità sonora o di durata. Sono errori di questo tipo le omissioni o aggiunte di doppie e/o accenti. Errori non fonologici: anche detti ortografici, sono dovuti al mancato rispetto delle convenzioni ortografiche della lingua italiana e coinvolgono la rappresentazione visiva della parola. Tra questi vi sono omissione o aggiunta di H e/o apostrofo, fusioni e separazioni illegali, scambio di grafema omofono non omografo. Qualche consiglio… Come agire in classe Far sedere il bimbo vicino alla cattedra Possibilmente, accanto ad un bimbo più abile Rivolgergli frasi semplici, coordinate (difficoltà di comprensione) Non dare una serie troppo lunga di ordini (difficoltà di attenzione) Catalizzare l’attenzione Promuovere la partecipazione attiva Elogiare l’impegno e le piccole conquiste Come agire in classe Puntare alla comprensione del contenuto, più che alle modalità di realizzazione Lasciare a disposizione alfabetieri e griglie per il tempo necessario Non cambiare improvvisamente argomento durante la lezione. Cercare, laddove possibile, di anticipare o esplicitare gli argomenti con una scaletta scritta Usare tutte le possibili modalità comunicative e strumentali (verbale, gestuale, visiva, multimediale) Esplicitare il significato di nuovi termini per arricchire il lessico Come agire in classe Dare il nome corretto alle lettere: /m/ e non “emme” Insegnare un solo carattere per volta, il corsivo dopo il raggiungimento della fase alfabetica Permettere ad ogni bimbo di usare la strategia a lui più adatta Assegnare pochi compiti, mirati Lasciare la traccia fonologica in autodettatura Contare con le dita il numero di parole nelle frasi Aiutare le acquisizioni tramite strategie visive Dire insieme tutto ciò che si sa su un argomento prima di affrontarlo Come agire in classe Insegnare ad analizzare le figure sul testo Nelle schede scritte al pc usare font senza grazie come il Trebuchet, e un’interlinea adeguata (1,5-2) Usare colori, adesivi, post-it per la memorizzazione di parole e concetti chiave Esagerare l’articolazione delle lettere No ai segnacci rossi sul quaderno! Segnare gli errori con un puntino a matita e permettere al bambino di correggere… controllo e correzione consapevole dell’errore come obiettivo primario evitare che gli errori vengano memorizzati! Metodi fono-sillabico e globale a confronto Il metodo fono-sillabico Il metodo fono-sillabico parte dall’analisi degli elementi più semplici del codice, le lettere, e arriva a sintetizzare gli elementi più complessi, cioè sillabe, parole e frasi. Tali procedure nascono con i sistemi di scrittura fonetici, dove si assiste ad una corrispondenza del suono col segno scritto. Il metodo fono-sillabico Questi approcci si avvalgono della convinzione che la struttura del linguaggio abbia una base fonetica e che quindi le lettere, che sono gli elementi minimi, siano di più facile acquisizione rispetto alle parole e alle frasi. I punti validi di questi approcci metodologici stanno nella rilevanza che danno alla segmentazione delle parole, all’individuazione dei fonemi che le compongono e al riconoscimento delle parole nel continuum fonico. Il metodo globale Il metodo globale parte da un «tutto» per arrivare al particolare: solo dopo una lettura globale e una memorizzazione di parole o frasi intere, si procede alla scomposizione in sillabe e in lettere, attraverso una naturale e spontanea scoperta dei meccanismi da parte del bambino. Questo metodo privilegia la percezione visiva rispetto a quella uditiva. Fono-sillabico VS globale METODO FONOSILLABICO • Più sistematico • Consente di leggere da subito parole nuove METODO GLOBALE • Più attenzione al significato • Meno avulso dalla realtà del bambino • Sollecita la strategia di lettura diretta In breve… Il bambino che frequenta la scuola dell’infanzia comincia a rendersi conto spontaneamente del suo linguaggio, a giocare con le parole riuscendo ad individuare all’interno di esse le sillabe. A questa conoscenza si accompagna più tardi lo sviluppo delle abilità metafonologiche di tipo analitico, che serviranno nella scuola primaria per manipolare, segmentare, e fondere i fonemi che compongono le parole per poterle poi leggere e scrivere. Iniziare un training fonologico già prima dell’ingresso alla scuola primaria e prima dell’esposizione formale alle convenzioni del sistema alfabetico con finalità preventive, indirizzato allo sviluppo delle abilità metafonologiche, sembra portare notevoli successi (Savelli, 2008). In breve… Il lavoro della scuola primaria si deve svolgere in continuità con le finalità della scuola dell’infanzia; dal momento che la lingua italiana è costituita da un sistema a struttura ortografica trasparente e regolare, tutte le ricerche sono concordi nell’affermare che il metodo migliore per l’insegnamentoapprendimento della lingua scritta sia quello fonico-sillabico. In breve… Le modalità didattiche più efficaci sono quelle che, utilizzando approcci fonologici, metafonologici e attività graduate di decodifica, favoriscono l’acquisizione della struttura sillabica e fonologica delle parole. E’ fondamentale, quindi, saper utilizzare una didattica che: Sia graduale, ragionata e flessibile Tenga conto delle abilità e delle competenze dei bambini, dalle quali partire Sappia sviluppare competenze metafonologiche. Bibliografia Ferreiro, Teberosky (1985): La costruzione della lingua scritta nel bambino, Giunti Vio, Tressoldi, Lo Presti (2014): Diagnosi dei disturbi dell’apprendimento scolastico, Edizioni Erickson Tessoldi, Vio (2014): Il trattamento dei disturbi dell’apprendimento scolastico, Edizioni Erickson Mariani, Marotta, Pieretti (a cura di)(2012): Intervento logopedico nei DSA – La dislessia, Edizioni Erickson De Cagno, Ripamonti, Savelli (a cura di)(2013): Intervento logopedico nei DSA – La scrittura, Edizioni Erickson Mariani, Marotta, Pieretti (a cura di)(2009): Presa in carico e intervento nei disturbi dello sviluppo, Edizioni Erickson Collana “Le guide Erickson” (2013): Dislessia e altri DSA a scuola, Edizioni Erickson Meloni, Sponza, Kvilekval, Valente, Bellantone (2002): La dislessia raccontata agli insegnanti – 1, Edizioni Libri Liberi Meloni, Sponza, Kvilekval, Valente (2003): La dislessia raccontata agli insegnanti – 2, Edizioni Libri Liberi Berton, Lorenzi, Lugli, Valenti (2006): Dislessia Lavoro fonologico tra scuola dell’infanzia e scuola primaria, Edizioni Libri Liberi 74 Bibliografia Benso (2010): Sistema attentivo-esecutivo e lettura, Edizioni Il leone verde Brignola, Perrotta, Tigoli (2012): Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria, Edizioni Erickson Centra (2012): DSA e scuola dell’infanzia, Giunti scuola Siliprandi, Gorrieri (2013): Le difficoltà nell’avvio alla letto-scrittura, Giunti scuola Lo Presti (2015), Nostro figlio è dislessico, Edizioni Erickson Tressoldi, Cornoldi, Re (2013), Batteria BVSCO-2 per la valutazione della scrittura e della competenza ortografica, Giunti OS 75