RIDOTTO STAGIONE 2016 > 2017 8 > 13 novembre 2016

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RIDOTTO STAGIONE 2016 > 2017 8 > 13 novembre 2016
RIDOTTO STAGIONE 2016 > 2017
8 > 13 novembre 2016
RITORNO A POMPEI
di Amélie Nothomb – adattamento e regia Alessandro Maggi
con Anna Ammirati, Alberto Fasoli
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi
collaborazione alla drammaturgia Federica Iacobelli
produzione Teatro Stabile di Napoli
Autrice di romanzi che ogni anno in Francia volano ai vertici delle classifiche, Amélie
Nothomb scrive storie nitide e feroci, talvolta surreali e inaspettatamente esilaranti,
esprimendo inafferrabilità e leggerezza, mostrando ora se stessa ora il suo personaggio di
scrivente.
Alessandro Maggi adatta per il teatro il suo Ritorno a Pompei, romanzo basato su un
dialogo serratissimo e sull’apparente assurdità di un viaggio avanti nel tempo: “lei, giovane
scrittrice del nostro tempo, ambiziosa e tenace, catapultata improvvisamente nel futuro a
causa della sua paradossale intuizione su un presunto ‘movente’ dell’eruzione vulcanica
che distrusse Pompei nel 79 d.C. (che è singolare antefatto allo sviluppo della storia), si
trova al cospetto di lui, uomo netto e fortemente persuasivo, fervente fiamma di una
‘intellighenzia altra’ che è al vertice dello stato sociale di un plausibile ventiseiesimo secolo
e che è causa del suo forzato slittamento temporale”.
22 - 27 novembre 2016
IL BACIAMANO
di Manlio Santanelli - regia Giovanni Esposito
con Susy De Giudice, Giulio Cancelli
costumi Rossella Aprea
scene Luigi Ferrigno – effetti video Davide Scognamiglio
progetto luci Nadia Baldi
collaborazione musicale Elio Manzo
produzione Teatro Segreto
Il baciamano di Manlio Santanelli, afferma Giovanni Esposito, immerge due mondi
apparentemente opposti immersi in un contesto di guerra dove la disperazione costruisce
armi con la ferale meccanica del tutto è concesso. Ma allorché questi mondi stringono fra
loro un intimo contatto, al riparo da sguardi giudicanti, la loro asse di rotazione si sposta.
Le abituali prospettive mutano e le asserite certezze si rivelano in tutta la loro effimera
volatilità, rendendo disperata la ricerca di una via d’uscita. Un gesto ammirato, sognato, un
baciamano, diventa l’opportunità per consolidare il cambio di
prospettiva. Mutare pelle e diventare quello che si poteva essere. Due anime
che arrivano a sfiorarsi l’un l’altra, finché una voce, un suono, basta a farle
rifuggire entro gli antichi confini, di nuovo costrette nell’antica e stratificata armatura. Il
sommovimento ha però lasciato delle crepe attraverso le quali sembrano germinare i semi
di un mutamento forse definitivo.
6 - 11 dicembre 2016
MAMMA
di Annibale Ruccello - regia Gerardo D’Andrea
con Antonella Morea
produzione Associazione Teatro Positano Eventi Mediterranei
Quattro monologhi dove mamme malefiche raccontano ancora fiabe e che poi via via si
trasformano nei vari episodi in figure irrimediabilmente corrotte dai mass-media, una folla
di donne attorniate da ragazzini che si chiamano Deborah, Samanta, Morgan, nelle cui
conversazioni si confondono messaggi personali, echi televisivi, slogan di rotocalchi; dove
la pubblicità si sovrappone alle confidenze – le telenovelas alla sfera privata e gli inni
liturgici alle canzonette di Sanremo. A interpretare questi deliri verbali, fondati sulla
contaminazione e alterazione del linguaggio, l’attrice Antonella Morea e ad
accompagnarla, una fisarmonica, un violino e un sax.
17 - 22 gennaio 2017
CALCEDONIO
di Manlio Santanelli - regia Orlando Cinque
con Federica Aiello, Giuseppe Cantore, Orlando Cinque
scenografia Accademia di Belle Arti di Napoli
costumi Alessandra Gaudioso
luci Cesare Accetta
musiche Luisa Boffa
produzione Teatro Stabile di Napoli
Orlando Cinque interpreta e firma la regia di Calcedonio, testo del 1989 di Manlio
Santanelli.
“Una coppia non più giovane, marito e moglie, invita a cena un vecchio amico”, racconta
Cinque in una sua nota. “Quando gli argomenti cominciano a scarseggiare, e si avvicina il
momento dei saluti, il discorso finisce, in modo apparentemente casuale, su Calcedonio,
enigmatico compagno di liceo dei tre di cui si son perse le tracce. Il successivo tentativo di
ricostruirne l’età e la biografia darà il via ad un rocambolesco e divertentissimo gioco di
calcoli, deduzioni e supposizioni, che, saccheggiando la Storia ufficiale, tenta di restituire
un senso alla storie private dei tre amici.
Calcedonio è un thriller esistenziale, immerso in una disperata ironia, in cui però
“l’assassino” è già noto, non viene mai nominato, quasi rimosso; ma ciò che si cerca di
scoprire è invece chi sia la “vittima”: cosa è andato perduto per sempre, quali sono le
promesse non mantenute che rendono invivibile il presente, a cosa o chi si deve dire
addio e cosa invece si può ancora salvare, cosa possiamo perdonare, cosa dobbiamo
riconoscere perché si possa prendere serenamente congedo dal passato ed aprire una
pagina nuova nella propria vita e nel proprio tempo”.
7 - 12 febbraio 2017
COSA VEDI
drammaturgia e regia Mirko Di Martino
con Titti Nuzzolese, Pino L’Abbate
produzione Teatro dell'Osso
Mirko Di Martino con il suo spettacolo racconta le storie di tre coppie impegnate nella
dolorosa ricerca di qualcosa che sempre sfugge, tre diverse relazioni che hanno la stessa
consistenza di altrettante illusioni ottiche. Due attori interpretano i sei personaggi in un
gioco di specchi che moltiplica i piani della visione: attori che interpretano personaggi che
fingono, che mentono, che ingannano. Realtà e finzione si confondono fino a scambiarsi
l'una con l'altra, le certezze svaniscono lasciando il posto all'ambiguità, la cifra che unisce
teatro e verità, amore e sogno. E come in tutte le illusioni ottiche, anche nell'amore,
quando alla fine si scopre la vera realtà delle cose, la visione non cambia: l'inganno vince.
21 - 26 febbraio 2017
LIQUIDO
testo e regia Marcello Cotugno
con Valentina Acca, Salvatore Cantalupo, Xhilda Lapardhaja, Serena Marziale
in video Alfonso Postiglione
scenografia Accademia di Belle Arti di Napoli
produzione Teatro Stabile di Napoli
Marcello Cotugno firma la regia del suo testo intitolato Liquido, nato da una riflessione sul
disgregamento del concetto di famiglia e sui possibili mutamenti delle relazioni affettive e
degli equilibri generazionali in un futuro prossimo. Il protagonista, Guido, si ritrova
pensionato, con una moglie distante e due figlie ostinatamente estranee: in seguito
all’improvvisa morte della moglie, preda di un crescente senso di inutilità e vittima del
sottile disprezzo delle ragazze, decide di sparire. Va in oriente per sottoporsi a una terapia
sperimentale che promette di sciogliere i nodi e i dolori di un’intera esistenza. Tra
ciarlataneria e cyber cultura, il Dottor Hao, guru e terapeuta giapponese, immerge i
pazienti in una sorta di liquido amniotico per riportarli al grado zero della propria
coscienza, intatti dalle ferite della vita. Dopo un anno di terapia, Guido torna a casa. Forse
è davvero “guarito”, forse il suo viaggio ha avuto la funzione di un potente placebo
sciogliendo le tensioni d’una vita, certamente appare un altro uomo, deciso fino alla
spietatezza, anaffettivo, animato da un’energia incontenibile.
14 - 19 marzo 2017
GIUSEPPE Z.
testo e regia Peppino Mazzotta
con Marco Di Prima, Salvatore D’Onofrio, Peppino Mazzotta, Giulia Pica
scenografia Accademia di Belle Arti di Napoli
disegno luci Cesare Accetta
produzione Teatro Stabile di Napoli
Peppino Mazzotta firma la regia del suo Giuseppe Z. definendo il protagonista un uomo
semplice, tutto istinto e naturalezza. Uno di quei “poveri molti, infelici e stolti, di padri
infelici e stolti, che non vuole lasciarsi dominare perché sa che la servitù non è necessità
né fatalità né virtù. Uno di quegli incredibili, inconcepibili, inammissibili matti che non si
possono rieducare né paternamente legittimare.”
Un idiota che assomma in sé un misto di intuizione, simpatia e bontà. Un umile che non
conosce la resa, l’educazione o l’obbedienza. Un invisibile che si intromette di prepotenza
nella storia rischiando di cambiarne il corso.
28 marzo - 2 aprile 2017
TOMCAT
di James Rushbrooke – traduzione Roberto Vertolomo
regia Rosario Sparno
con Francesca De Nicolais, Fabiana Fazio, Luca Iervolino, Elisabetta Pogliani, Rosario
Sparno
costumi Alessandra Gaudioso - disegno luci Riccardo Cominotto
scene Enrico de Capoa
sonorizzazioni e musiche Massimo Cordovani - disegni Micaël
progetto della Compagnia Bottega Bombardini
produzione Teatro Stabile di Napoli, Casa del Contemporaneo
Rosario Sparno firma la regia di Tomcat, testo di drammaturgia contemporanea inglese
che ha vinto il premio Papatango 2015, inedito in Italia.
“In un futuro prossimo – spiega Sparno in una sua nota - il mondo è migliore di adesso.
Malattie e disfunzioni sono state debellate. Ma qualcosa, qualcuno, ancora sfugge. Nel
DNA dell'adolescente Jesse c'è un pericolo. Qualcosa che va studiato e curato. A
qualunque costo. Per il bene di tutti.
Il titolo fa riferimento allo stato d'animo della protagonista che sente di essere - e di fatto è
- un animale domestico, una cavia, sia per i medici, che la studiano, che per Tom, il suo
infermiere. Jesse è "l'innocente", nella quale sembra di scorgere una moderna Ifigenia,
vittima sacrificale per il bene della collettività. Il testo esplora i labili confini etici della
ricerca scientifica, ponendo nello spettatore inquietanti quesiti anche sull'aborto e la sanità
mentale. Fin dove è lecito spingere la ricerca?
18 - 23 aprile 2017
ALL IN
IL GIOCO PUO’ CAUSARE SOLITUDINE
di Roberto Nugnes
adattamento Geremia Longobardo, Gennaro Di Colandrea, Giuseppe Miale Di Mauro
regia Giuseppe Miale Di Mauro
con Gennaro Di Colandrea, Geremia Longobardi
produzione Associazone Culturale Marina Commedia in collaborazione con Teatro Stabile
di Napoli
Giuseppe Miale di Mauro firma la regia di All in. Il gioco può causare solitudine, un testo su
uno dei problemi sociali più attuali, la dipendenza dal gioco d'azzardo. "All in – spiega il
regista in una sua nota - per i giocatori di poker significa giocarsi tutto, con la concreta
possibilità di non poter tornare mai più indietro. E lo spettacolo è proprio la tragicomica
storia di due amici, Ernesto e Ruggero, che vivono in maniera totale, ossessiva e
conflittuale la loro solitudine e che non possono più tornare indietro: si attraggono e si
respingono, litigano e fanno pace, come rinchiusi nella gabbia della loro vita. L'ottimismo
osceno del giocatore contro il pragmatismo realistico e prudente dell'amico di sempre.
Fino all'ultima scommessa. Fino all'ultimo confronto, fino al punto del non ritorno. Della
loro amicizia e forse… della loro vita.
'Perché il gioco dovrebbe essere peggiore di qualunque altro modo per far quattrini come,
per esempio, del commercio? Vero è che su cento, uno solo vince, ma a me che importa?'
(Fëdor Dostoevskij)".
2 - 7 maggio 2017
EVA
di Januaria Piromallo
regia Alessandra Felli
con Teresa Saponangelo
produzione Teatro Stabile di Napoli
Alessandra Felli firma la regia di Eva riduzione teatrale del romanzo di Januaria Piromallo,
Il sacrificio di Éva Izsák, ricostruzione della vicenda della giovane ebrea ungherese, morta
suicida nell’estate del 1944 nella grande foresta di Debrecen. Eva è una giovane militante
del movimento sionista Hashomer Hatzair (la Giovane Guardia) e proprio nella piccola
cellula di resistenti di Nagyvárad, incontrerà la futura stella dell’epistemologia moderna,
Imre Lakatos, che oltre ad accoglierla e proteggerla, decreterà anche la necessità del suo
suicidio. “Il sacrificio di Éva Izsák racconta innanzitutto una storia che ha tutto il sapore del
disincanto” spiega la Felli. “Le grandi narrazioni cui la cultura moderna ha dato i natali per
legittimare il proprio ordine, senso e realtà, quali illuminismo, idealismo e marxismo, sono
giunte a compimento. Nella vicenda di Eva deflagrano i principi di moralità e giustizia, quei
presupposti che sono fondamento e garanzia di ogni patto sociale che si stabilisce tra gli
individui appartenenti a una stessa comunità. Il racconto delle peripezie di Eva, che segue
passo dopo passo le tracce di una storia esemplare, tipica di una dottrina che ha
reinterpretato il marxismo, è ricolmo di personaggi che hanno completamente perso il
proprio senso etico. Se una comunità perde il senso dell’etica perde irrimediabilmente con
esso anche il senso del tragico. Questo è il testamento che il pubblico è chiamato a
custodire, diventando l’ultimo depositario di una staffetta di testimonianze che hanno
attraversato la Storia”.