ELABORAZIONE E VALUTAZIONE DI DIETETICI E MENÚ NELLA
Transcript
ELABORAZIONE E VALUTAZIONE DI DIETETICI E MENÚ NELLA
Allegato A - concessione del servizio refezione scolastica per gli alunni ed gli insegnati delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado del territorio comunale di Cento DIPARTIMENTO DI SANITÁ PUBBLICA Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione SEZIONE DI NUTRIZIONE CLINICA Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale Direttore dott. Pietro Ricci Bitti prof. Edgardo Canducci DIPARTIMENTO DI CURE PRIMARIE Unità Operativa: Servizi Sanitari M.O. Pediatria di Comunità Distretti Centro Nord, Ovest,Sud Est Responsabili : dott.sa Giovanna Giovannini dott.sa Donata Tugnoli dott.sa Angela Garbini ELABORAZIONE E VALUTAZIONE DI DIETETICI E MENÚ NELLA RISTORAZIONE SCOLASTICA LINEE GUIDA Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica A cura di Azienda USL di Ferrara Dipartimento di Sanità Pubblica: SIAN Dr. Dr. Dr. Dr. Lucio Andreotti Mario Berveglieri Cinzia Govoni Cristina Saletti PIAZZA BERETTA 7, 44100 FERRARA tel. 0532/235282 Dipartimento di Cure Primarie: M.O. Pediatria di Comunità Dr. Dr. Dr. Dr. Dr. Dr. Maria Rosaria Certosino Massimo Cornale Angela Garbini Anna Maria Mallia Giuliana Mengoli Rita Previato DISTRETTO CENTRO NORD: VIA BOSCHETTO 31, 44100 FERRARA TEL 0532 235506-235507 DISTRETTO OVEST: VIA VICINI 2, 44042 CENTO TEL O51 6838435 -6838426 DISTRETTO SUD EST: VIA CAVALLOTTI 347, 444021 CODIGORO TEL 0533 729673-729623 Università degli studi di Ferrara Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, Sezione di Nutrizione Clinica Prof. Edgardo Canducci VIA CONCA 71, MALBORGHETTO DI BOARA, 44030 FERRARA TEL 0532 754023-750725 -2- Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica INDICE GRUPPO DI LAVORO 2 1. INTRODUZIONE 4 2. OBIETTIVI 5 3. BISOGNO ENERGETICO GIORNALIERO 6 4. RAZIONI CONSIGLIATE DEI NUTRIENTI 10 5. RIPARTIZIONE GIORNALIERA DELL’APPORTO CALORICO 13 6. PORZIONI CONSIGLIATE DI ALIMENTI 14 7. SUGGERIMENTI PER LA SCELTA QUALITATIVA E QUANTITATIVA DEGLI ALIMENTI DA UTILIZZARE NEI MENÚ SCOLASTICI 16 8. DIETE SPECIALI 20 9. ASPETTI INERENTI LA SICUREZZA ALIMENTARE 21 10. ASPETTI INERENTI IL COMFORT 22 11. ASPETTI GESTIONALI 22 12. ATTIVITÀ MOTORIA 23 BIBLIOGRAFIA 25 -3- Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica 1. INTRODUZIONE La ristorazione collettiva contempla le attività di produzione, preparazione e somministrazione di pasti e bevande fuori dall’ambito domestico, perciò si riferisce ai pasti consumati in strutture commerciali, sociosanitarie e assistenziali. I grandi mutamenti che hanno interessato la società moderna in questi ultimi anni, tra i quali vanno ricordati la rapida diminuzione del numero di casalinghe, l’aumento considerevole dei single nonché il sempre minor tempo da dedicare alla preparazione dei cibi hanno contribuito e contribuiscono a incrementare il consumo di pasti fuori casa che rappresentano, attualmente, oltre il 32% del totale e interessano, secondo stime recenti, non meno di diciotto milioni di italiani. La ristorazione collettiva, in funzione dell’utenza alla quale è rivolta, può distinguersi in ristorazione di servizio o istituzionale e in ristorazione pubblica o commerciale; la prima destinata a un pubblico obbligato a rivolgersi ad essa (mense aziendali, scolastiche, ospedaliere e di altre comunità) e la seconda rivolta ad un utenza occasionale e non vincolata nelle proprie scelte (ristoranti, pizzerie, fast-food, ecc.). Una classificazione un po’ più articolata prevede la distinzione in ristorazione commerciale, il cui fine è il profitto economico, in ristorazione turistica od occasionale, il cui fine è ancora il profitto economico, e in ristorazione collettiva vera e propria o sociale, il cui fine è l’erogazione di un servizio alla collettività, indipendentemente dal guadagno economico. Queste classificazioni, accettate e condivise dalla totalità degli esperti del settore, possono essere perfezionate per contribuire ad un migliore inquadramento del problema. Per poter valutare con la dovuta attenzione e con una certa sicurezza le caratteristiche e le funzioni della ristorazione collettiva è necessario un esplicito riferimento alle modalità di produzione, agli aspetti organizzativi e gestionali. Per far ciò bisogna considerare tre caratteristiche identificabili come spazialità, comfort e mercato. Con il primo termine si fa riferimento alla distanza esistente tra il sito di produzione dei pasti e quello di erogazione del servizio, vale a dire la sala di ristorazione. La spazialità influisce quindi sul modo di preparare e produrre i pasti, sui tempi e di conseguenza sull’identificazione dei punti critici lungo tutta la filiera produttiva, sulla tipologia e perciò anche sulla qualità del prodotto offerto, nonché sulla percezione che il consumatore ha del cibo consumato. Va da se, che laddove vi sia la necessità di trasportare i pasti in un luogo diverso da quello di produzione, l’aspetto critico sarà rappresentato dal fattore tempo, che incide in maniera consistente sui prodotti sia dal punto di vista della sicurezza che da quello organolettico e per certi versi anche nutrizionale. Il comfort consiste nell’attenta valutazione di elementi fondamentali e caratterizzanti quali il layout, la localizzazione, gli ambienti, i menù; tutti aspetti in grado di incidere pesantemente sul gradimento del prodotto e del servizio, da parte del cliente/consumatore e quindi di orientarne la scelta. Il mercato, infine, gioca un ruolo centrale nei confronti delle scelte che un responsabile aziendale deve affrontare, considerando che ogni azienda di ristorazione, come qualsiasi altra, deve valutare quanto sia conveniente, per la propria impresa, perseguire la realizzazione di un -4- Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica profitto finanziario o erogare attività le cui finalità siano stimabili in termini di servizi socioassistenziali. Sulla base di questi parametri si possono distinguere: la ristorazione istituzionale o sociale, la ristorazione aziendale, l’attività di catering e la ristorazione commerciale. La ristorazione scolastica rientra a pieno titolo nella ristorazione istituzionale o sociale e il suo motivo ispiratore, almeno ai suoi albori, era rappresentato dal sostegno alimentare, vale a dire dalla necessità di provvedere all’assistenza degli studenti bisognosi, che frequentavano la scuola dell’obbligo. Solo in seguito, passo dopo passo, ha finito per configurarsi sempre più come un servizio integrativo ed educativo della scuola rivolto a tutti gli allievi, indipendentemente dalla situazione economica della famiglia di appartenenza e spesso anche al personale. Oggi, a distanza di anni, la ristorazione scolastica ha lo scopo di garantire diverse funzioni - che potremmo definire, oramai, classiche o tradizionali - quali quella tecnico-organizzativa, quella nutrizionale, quella igienica, quella socio-psicologica, quella economica e quella educativa, tutte di pari dignità, di fondamentale importanza e tra le altre cose strettamente collegate l’una alle altre. Oltre a queste funzioni vi sono una serie di aspetti che, in questi ultimi anni, hanno interessato sempre più il consumatore e che nell’immediato futuro, se non già oggi, ne condizioneranno le scelte. Aspetti che influenzano anche gli indirizzi della ristorazione scolastica. D’altro canto non potrebbe essere diversamente dal momento che, forse più per necessità che per libera scelta, come già ricordato, i cittadini ricorrono sempre più spesso alla ristorazione collettiva. D’altronde i problemi, le mode, le esigenze della società sono più o meno le stesse se il pasto viene consumato in famiglia o fuori casa. Gli aspetti a cui si fa riferimento sono: globalizzazione, localismo, etnico, salutismo, edonismo, biologico, transgenico, fast, slow, proibizioni, disponibilità, pasto tradizionale, monopiatto, alimenti raffinati, alimenti light, alimenti funzionali, ecc. Tutti elementi che condizionano, in modo più o meno evidente e diretto, la ristorazione collettiva in generale e quella scolastica in particolare. Di tutte queste funzioni e aspetti si deve tener conto quando si imposta un dietetico e il successivo menù, pertanto, gli elementi suddetti saranno opportunamente studiati e valutati per la stesura e la presentazione di queste linee guida, non dimenticando, anzi avendo ben chiaro e presente che l’asse portante, la pietra miliare, della ristorazione scolastica è la funzione educativa, alla quale non si può e non si deve mai venir meno per nessun motivo. 2. OBIETTIVI Questo documento rappresenta uno strumento utilizzabile dai professionisti che operano nel settore della ristorazione scolastica, ed è finalizzato all’elaborazione e alla valutazione autonome dei dietetici e dei menù nei servizi di ristorazione delle stesse strutture. L’Azienda USL di Ferrara (Pediatria di Comunità e Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione) e l’Università di Ferrara (Sezione di Nutrizione clinica), che hanno elaborato congiuntamente questo supporto, si rendono disponibili per ogni chiarimento ritenuto necessario e per l’elaborazione di strategie tese al miglioramento di tali servizi. -5- Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica Queste linee guida si prefiggono di raggiungere i seguenti obiettivi: • assicurare un apporto calorico adeguato ai ragazzi appartenenti alle diverse classi di età; • garantire, attraverso le scelte dei piatti, l’equilibrio dei nutrienti calorici (proteine, lipidi e glucidi) e un adeguato introito di nutrienti non calorici (vitamine, sali minerali, acqua) e di fibra alimentare; • favorire la diffusione di informazioni e comportamenti alimentari salubri ed educativi; • stimolare l’appetito e/o migliorare l’appetibilità; • garantire la sicurezza alimentare; • effettuare una scelta qualitativa degli alimenti che tenga conto dei sistemi di produzione, trasformazione, conservazione degli stessi e delle tradizioni gastronomiche del luogo. • scegliere preparati a base di carne quali ad esempio salsiccia fresca, cotechino fresco, spiedini, svizzera, macinato, carni macinate provenienti esclusivamente da stabilimenti riconosciuti ai sensi del DPR 309/98. I prodotti forniti dovranno essere sempre muniti di bollo CE di tipo P. Non possono quindi essere acquistate in macelleria, che generalmente non è un laboratorio CE; • acquistare prodotti a base di carne quali ad esempio salsiccia, cotechino, salame stagionato, prosciutto muniti di bollo CE di tipo L o 9/L, ai sensi del DPR 537/92; • scegliere prodotti alimentari per l’infanzia con etichettatura conforme alla Direttiva 2003/89/CE che modifica la Direttiva 2000/13/CE, per quanto riguarda l'indicazione degli ingredienti, recepita con D.Lgs 8 febbraio 2006, n. 114; • utilizzare prodotti dietetici regolamentati dal D.Lgs 111 del 27/01 1992, DPR 131 del 19/01/98. 3. BISOGNO ENERGETICO GIORNALIERO Nella formulazione dei dietetici e dei menù è opportuno seguire gli orientamenti dell’ultima revisione dei livelli di assunzione raccomandati di energia e nutrienti per la popolazione italiana (LARN, 1996). In particolare nella Tab. 1 sono proposti i range del bisogno energetico per bambini e adolescenti, dei due sessi, in funzione dell’età. Ogni fascia di età relativa alla scuola d’infanzia (nido e materna), alla scuola elementare e alla scuola media inferiore, rappresenta un gruppo con caratteristiche diverse per età, sesso e peso corporeo. Tuttavia, in mancanza di informazioni precise sul peso reale o desiderabile e sul profilo di attività del gruppo di popolazione considerato non è possibile calcolare il bisogno energetico, pertanto si dovrà o potrà, prendere come riferimento i valori di energia, espressi in kcal/giorno, riportati nella Tab. 1. Da questi dati, che pur avendo un valore indicativo, assumono un’importanza considerevole perché riferiti a gruppi omogenei di popolazione, si desume l’apporto energetico relativo al pasto (pranzo) da consumare a scuola. A questo pasto va attribuito un valore calorico percentuale pari al 40%, valore leggermente più alto di quello della cena (35%), in quanto per la popolazione italiana, quando è possibile, il pranzo rappresenta il pasto principale della giornata e senza dimenticare che il pranzo scolastico non deve limitarsi a sostituire quello consumato in famiglia, ma deve piuttosto correggerne e integrarne, laddove necessario, gli eventuali squilibri (Tab. 2). -6- Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica Tab. 1 - Indicazione del bisogno energetico per bambini e adolescenti nei due sessi, per età. energia kcal/giorno età anni maschi femmine 0,1 0,25 0,5 0,75 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4,5 5,5 6,5 7,5 8,5 9,5 10,5 11,5 12,5 13,5 14,5 15,5 16,5 17,5 334 ÷ 575 440 ÷ 710 605 ÷ 902 710 ÷ 1027 797 ÷ 1133 922 ÷ 1277 1008 ÷ 1382 1075 ÷ 1584 1162 ÷ 1699 1203 ÷ 1739 1296 ÷ 1863 1401 ÷ 2027 1529 ÷ 2226 1596 ÷ 2378 1643 ÷ 2504 1680 ÷ 2645 1907 ÷ 2213 1991 ÷ 2340 2086 ÷ 2479 2230 ÷ 2687 2274 ÷ 2791 2393 ÷ 2976 2473 ÷ 3117 2512 ÷ 3211 334 ÷ 552 410 ÷ 660 547 ÷ 826 653 ÷ 950 739 ÷ 1056 854 ÷ 1190 950 ÷ 1306 1027 ÷ 1526 1114 ÷ 1651 1098 ÷ 1629 1209 ÷ 1784 1310 ÷ 1932 1375 ÷ 2038 1424 ÷ 2161 1419 ÷ 2264 1410 ÷ 2401 1666 ÷ 1924 1737 ÷ 2046 1816 ÷ 2175 1878 ÷ 2219 1862 ÷ 2294 1898 ÷ 2338 1928 ÷ 2386 1940 ÷ 2408 Nota tali range - come specificato nei LARN stessi - hanno valore puramente indicativo e, per questo, sarebbe preferibile calcolare i bisogni energetici di singoli individui o di gruppi omogenei di popolazione, sulla base di informazioni precise relative al peso e al profilo di attività, con il calcolo del metabolismo basale tenendo conto del peso (reale o desiderabile). -7- Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica Tab. 2 - Apporto energetico del pasto da consumare a scuola. energia giornaliera energia del pranzo kcal kcal 1000 nido d’infanzia (9÷12 mesi) nido d’infanzia (12 ÷ 24 mesi) 1100 ÷ 1200 400 440 ÷ 480 nido d’infanzia (24 ÷ 36 mesi) 1200 ÷ 1400 480 ÷ 560 scuola d’infanzia (3 ÷ 6 anni) 1400 ÷ 1600 560 ÷ 640 scuola elementare (6 ÷ 8 anni) 1600 ÷ 1800 640 ÷ 720 scuola elementare (9 ÷ 10 anni) 1800 ÷ 2000 720 ÷ 800 scuola media 2000 ÷ 2200 800÷880 (11 ÷ 14 anni) La piramide alimentare Per garantire l’adeguato apporto calorico e dei singoli nutrienti, per i bambini e/o ragazzi, è necessario impostare una dieta varia che non escluda alcuna categoria di alimenti, ciò si può ottenere ispirandosi ai criteri della piramide alimentare, che rappresenta appunto un utile indicazione per l’utilizzo degli alimenti nella giornata e/o nella settimana. Gli alimenti alla base della piramide (verdura, ortaggi, frutta e cereali) sono, o meglio, dovrebbero essere, quelli di cui si consiglia il consumo di più porzioni nell’arco della giornata. Gli alimenti disposti nei piani superiori devono essere meno utilizzati, man mano che si procede verso l’alto, fino ad arrivare all’apice dove si trovano quelli da consumare in piccola dose e più raramente di tutti gli altri. -8- Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica Il consumo medio raccomandato è il seguente: • verdure e ortaggi1 (fonte di fibra alimentare, alcune vitamine, alcuni minerali e acqua): due porzioni al giorno una per ogni pasto principale. Le patate si differenziano dagli altri ortaggi per il maggior contenuto di amido: questo fa si che la porzione, come contorno, debba essere un po’ ridotta, inoltre, almeno secondo alcuni, possano essere utilizzate in parziale sostituzione del pane; • frutta1 (fonte di fibra alimentare, alcune vitamine, alcuni minerali, acqua e piccole quantità di zuccheri semplici): due o tre porzioni distribuite nell’arco della giornata, indipendentemente dal pasto; • cereali (fonte di proteine di scarsa qualità, zuccheri complessi, tiamina, niacina e ferro): cinque o sei porzioni giornaliere da scegliere fra pasta, riso, mais, pane, fette biscottate, cornflakes, biscotti secchi, mentre crackers e grissini vanno consumati con moderazione; • latte e yogurt (fonte di proteine di buona qualità, riboflavina e calcio): una o, ancor meglio, due porzioni al giorno; il latte è consigliato soprattutto a colazione e lo yogurt a merenda; • carni (fonte di proteine di buona qualità, tiamina, niacina, vitamina B12 e ferro), prodotti della pesca (fonte di proteine di buona qualità, tiamina, niacina, ferro e acidi grassi essenziali), uova (fonte di proteine di ottima qualità, riboflavina, ferro e calcio), legumi secchi2 (fonte di proteine di media qualità, tiamina, niacina, ferro e un po’ di calcio): una porzione al giorno; • salumi (fonte di proteine di buona qualità, tiamina, niacina, ferro, ma anche di notevoli quantità di lipidi ricchi di acidi grassi saturi), formaggi (fonte di proteine di buona qualità, riboflavina, calcio, ma anche di considerevoli quantità di lipidi ricchi di acidi grassi saturi): i primi da escludere o limitare al minimo, i secondi almeno una volta alla settimana, meglio se due; • alimenti con grassi visibili (olio di oliva e di semi, burro, panna, maionese) e alimenti con grassi nascosti (frutta oleosa, gelati alla panna, pasticceria, biscotti frollini, schiacciatine, fritti in genere patatine comprese); alimenti ricchi di zuccheri semplici - e in alcuni casi anche di grassi - (bevande dolci, tè zuccherato, biscotti farciti, zucchero, snack dolci e salati, cioccolato, ketchup, gelati, ecc.): consumi moderati o, come nel caso dei dolci, occasionali e in porzioni ridotte, in quanto si tratta di alimenti ad alta densità calorica, che a parità di peso, forniscono molta energia. Fa eccezione l’olio, in particolare extravergine, di oliva che si consiglia di utilizzare più volte al giorno in quantità adeguata. 1 2 la verdura e la frutta sono alimenti poco calorici e allo stesso tempo in grado di soddisfare il senso di appetito. La verdura, in particolare, può essere consumata senza alcuna limitazione. Nelle scuole ove questi alimenti non incontrino il favore dei bambini è consigliabile un’indagine mediante il test di valutazione del gusto (Oliviero Sculati) i cui risultati possono orientare modifiche del menù. contengono proteine che raggiungono il massimo valore nutrizionale quando associate a quelle dei cereali, come nel caso di alcuni piatti unici quali riso e piselli, pasta e fagioli, tagliatelle e piselli, ecc. -9- Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica 4. RAZIONI CONSIGLIATE DEI NUTRIENTI In riferimento alle indicazioni contenute nei livelli di assunzione raccomandati di energia e nutrienti per bambini e ragazzi di età compresa tra sei mesi e quattordici anni si consiglia quanto di seguito riportato: • proteine o protidi: la razione consigliata è pari al 10÷12% delle calorie totali giornaliere e comunque nel rispetto del valore in g/kg di peso corporeo previsto dai LARN (Tab. 3). Trattandosi di individui in accrescimento si consiglia che almeno il 50% delle proteine sia di origine animale; Tab. 3 Razioni consigliate di proteine, espresse in g/kg di peso corporeo/die, per bambini e ragazzi che frequentano la scuola d’infanzia, elementare e media inferiore. proteine g/kg/die femmine femmine e maschi maschi nido 0,50 ÷ 0,75 0,75 ÷ 1 1,5 2,5 2,09 1,87 1,48 1,43 materna 3,5 4,5 5,5 1,38 1,34 1,29 elementare 6,5 7,5 8,5 9,5 10,5 1,28 1,28 1,28 1,25 1,27 1,25 1,24 1,22 1,19 1,14 1,24 1,27 1,23 1,22 media inferiore 11,5 12,5 13,5 14,5 • grassi o lipidi: la razione consigliata per i bambini fino a due anni è pari al 35÷40% dell’energia totale giornaliera, mentre per quelli fra tre e quattordici anni deve essere del 30%; tale razione dovrebbe essere costituita da: acidi grassi saturi ≤7÷10% dell’apporto calorico giornaliero acidi grassi monoinsaturi ≤20% dell’apporto calorico giornaliero acidi grassi polinsaturi totali (ω3 e ω6) <15% dell’apporto calorico giornaliero - 10 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica acidi grassi polinsaturi (ω3) <5% dell’apporto calorico giornaliero acidi grassi essenziali: ac. linoleico (ω6) ac. α-linolenico (ω3) lattanti (6÷12 mesi) 4,5% 0,2÷0,5% dell’apporto calorico giornaliero bambini (1÷3 anni) 3,0% 0,5% dell’apporto calorico giornaliero bambini (4÷6 anni) 2,0% 0,5% dell’apporto calorico giornaliero bambini (7÷10 anni) 2,0% 0,5% dell’apporto calorico giornaliero ragazzi (11÷14 anni) 2,0% 0,5% dell’apporto calorico giornaliero Per quanto riguarda l’apporto di colesterolo giornaliero, il valore soglia è stato stabilito in 100 mg/1000 kcal della razione e in 300 mg/die per l’adulto. • carboidrati o zuccheri: la razione consigliata deve essere superiore al 55% delle calorie totali giornaliere, con una quota di zuccheri semplici3 non superiore al 10÷12%, sempre delle calorie totali giornaliere, provenienti in larga misura da frutta e verdura e solo limitatamente dal saccarosio. Per quanto concerne la fibra alimentare: il livello di assunzione auspicabile, in grammi, per le classi di età considerate, deve essere pari a un valore compreso fra età in anni più cinque ed età in anni più dieci; oppure a 0,5 g/die/kg di peso corporeo; • vitamine: le razioni consigliate delle singole vitamine devono essere pari ai valori riportati in Tab. 4; Tab. 4 - Razioni consigliate di vitamine per bambini e ragazzi che frequentano la scuola d’infanzia, elementare e media inferiore. scuola vitamine d’infanzia elementare media inferiore idrosolubili tiamina(vit. B1) riboflavina(vit. B2) niacina(vit. PP) piridossina(vit. B6) mg mg mg mg 0,4/1000 kcal 0,6/1000 kcal 6,6/1000 kcal 0,9 0,4/1000 kcal 0,6/1000 kcal 6,6/1000 kcal 1,3 0,4/1000 kcal 0,6/1000 kcal 6,6/1000 kcal 1,5 cobalamine (vit. B12) µg 1,0 2,0 2,0 folati µg mg 130 180 200 45 50 60 retinolo equivalenti (vit. A) µg 400 600 700 calciferolo (vit. D) µg 0 ÷ 10 0 ÷ 15 0 ÷ 15 - - - 1/kg di peso 1/kg di peso 1/kg di peso vitamina C liposubili tocoferolo (vit. E) menadione (vit. K) µg per prevenire la perossidazione degli acidi grassi polinsaturi (PUFA) è necessario apportare un adeguato quantitativo di tocoferolo, pertanto, il rapporto tocoferolo equivalenti/ PUFA (mg%/g%) della dieta non dovrebbe mai scendere al di sotto di 0,4. 3 poiché la dieta del bambino - per il maggior consumo di latte, frutta, succhi di frutta e di alimenti dolci - è generalmente più ricca di glucidi semplici rispetto a quella dell’adulto, si può raggiungere un valore massimo del 15÷16% dell’energia totale giornaliera, che tuttavia è preferibile evitare. - 11 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica • minerali: le razioni consigliate dei minerali devono essere pari ai valori riportati in Tab. 5; • sale: se ne consiglia un uso moderato e preferibilmente arricchito con iodio (sale iodato). In genere il sodio contenuto naturalmente negli alimenti è sufficiente a coprire i bisogni; in condizioni normali va reintegrato con la dieta solo il sodio eliminato giornalmente dall’organismo. Secondo studi recenti un buon compromesso tra soddisfazione del gusto e prevenzione dei rischi è un’assunzione, per l’adulto, di circa 2,4 grammi al giorno di sodio (ogni grammo di sale da cucina contiene circa 0,4 g di sodio). Considerando che le informazioni e le conoscenze sono, ancora oggi, insufficienti per stabilire livelli raccomandati nell’età evolutiva, si consiglia di ridurre al minimo il consumo di sale giornaliero. Tale obiettivo si può raggiungere non aggiungendo sale nelle pappe dei bambini, almeno per tutto il primo anno di vita, limitando l’uso di condimenti alternativi contenenti sodio (dado da brodo, ketchup, salsa di soia, senape, ecc.), conferendo sapidità ai cibi ricorrendo alle erbe aromatiche (aglio, cipolla, basilico, prezzemolo, ecc.) o esaltandone il sapore con succo di limone e aceto balsamico o meno, scegliendo, quando disponibili, le linee di prodotti a ridotto contenuto in sale (pane sciapo, tonno in scatola con poco sale, ecc.) e consumando solo saltuariamente alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine e mais confezionati, olive da tavola, salumi e formaggi); Tab. 5 - Razioni consigliate di minerali per bambini e ragazzi che frequentano la scuola d’infanzia, elementare e media inferiore. scuola minerali d’infanzia elementare media inferiore calcio fosforo potassio ferro zinco rame mg mg mg mg mg mg 800 800 1100 9 6 0,6 1200 1200 3100 12 ÷ 18 9 0,8 1200 1200 3100 12 ÷ 18 9 1,0 selenio µg 15 35 45 iodio µg 90 150 150 12 mg per i ragazzi e le ragazze non mestruate, 18 mg per le ragazze mestruate. • acqua: è il maggior costituente del corpo umano e rappresenta, senza alcun dubbio, un componente essenziale per il mantenimento della vita. Siccome non esiste nessun sistema nell’organismo umano che non dipenda direttamente dall’acqua, mantenere un giusto equilibrio del bilancio idrico è di fondamentale importanza per conservare un buono stato di salute. Come tutti gli altri composti chimici che costituiscono il corpo umano, l’acqua viene eliminata e consumata in continuazione, quindi deve essere di continuo e prontamente reintegrata dall’esterno. L’organismo umano mantiene l’equilibrio idrico principalmente attraverso il meccanismo della sete e il riassorbimento a livello renale. Il meccanismo della sete ha un tempo di risposta ritardato e spesso interviene solo quando le perdite sono tali da provocare i primi effetti negativi, senza dimenticare che a volte questo meccanismo non funziona adeguatamente, perciò in questi casi si rischia di non rimpiazzare tempestivamente le perdite di acqua. Per i bambini e i ragazzi, più a rischio di disidratazione degli adulti, il bisogno idrico è pari a 1,5 ml/kcal/giorno. - 12 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica L’equilibrio idrico va mantenuto bevendo essenzialmente acqua; bevande diverse quali aranciata, bibite tipo cola, caffè e tè, oltre a fornire acqua apportano calorie, o composti farmacologicamente attivi, pertanto vanno usati con estrema moderazione. Si consiglia di bere frequentemente piccole quantità di acqua e, soprattutto se fredda, anche lentamente. Quando si svolge qualsiasi attività sportiva, per reintegrare tempestivamente le perdite dovute alla sudorazione, è consigliabile bere prima, durante e dopo l’attività. In alcune condizioni patologiche, quali stati febbrili o episodi diarroici, che provocano una considerevole perdita di acqua, quest’ultima deve essere adeguatamente e tempestivamente reintegrata. Infine non si deve evitare di bere per il timore di sudare eccessivamente o di ingrassare in quanto il sudore è importante per regolare la temperatura corporea e l’acqua non apporta calorie; • bevande alcoliche: nell’infanzia e nell’adolescenza va evitato l’uso di bevande alcoliche, per almeno due ordini di motivi, la non perfetta capacità delle cellule di metabolizzare l’alcol e per il fatto che più precoce è il contatto con l’alcol, maggiore diverrà il rischio di abuso. Pertanto si sconsiglia l’uso di qualsiasi bevanda alcolica e degli alimenti contenenti liquori, merendine comprese. 5. RIPARTIZIONE GIORNALIERA DELL’APPORTO CALORICO Nella Tab. 6 sono indicati due esempi di ripartizione giornaliera dell’apporto calorico; sebbene le differenze siano minime, a nostro parere, sarebbe preferibile utilizzare quella consigliata dai Livelli di Assunzione Raccomandati di energia e Nutrienti per la popolazione italiana, non fosse altro perché riferita ai ragazzi del nostro Paese e quindi tiene conto delle usanze e tradizioni italiane. Tab. 6 - Ripartizione giornaliera dell’apporto energetico. colazione spuntino antimeridiano pranzo spuntino pomeridiano cena LARN* Am. J. Clin. Nutr.** 1996 1995 15 ÷ 20% 5% 35 ÷ 40% 5% 30 ÷ 35% 20% 5% 35 ÷ 40% 10% 30 ÷ 35% * Livelli di Assunzione Raccomandati di energia e Nutrienti per la popolazione italiana ** American Journal of Clinical Nutrition, - 13 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica 6. PORZIONI CONSIGLIATE DI ALIMENTI Nelle Tabb. 7 e 8 sono riportate le grammature di singole porzioni dei diversi alimenti consigliati per bambini e ragazzi che frequentano le scuole d’infanzia, elementare e medie inferiori per colazione, merende e pranzo. Tab. 7 - Porzioni di alimenti indicati per la colazione e le merende di bambini e ragazzi che frequentano le scuole d’infanzia, elementare e media inferiore. scuola nido materna elementare media alimenti 0÷3 anni porzione (g) 4÷5 anni porzione (g) 6÷8 9 ÷ 10 anni porzione (g) 11 ÷ 14 anni porzione (g) 200 5 5 15 15 20 10 15 250 5 5 20 20 25 10 20 250 10 10 25 25 30 20 25 250 10 10 30 30 35 20 25 250 10 10 30 30 40 20 25 100 50 + 10 50 + 10 50 + 10 1 15 20 20 20 + 5 15 + 5 150 120 60 + 10 60 + 10 60 + 10 1 20 20 20 20 + 5 15 + 5 150 140 70 + 10 70 + 10 70 + 10 1 20 25 25 25 + 5 20 + 5 180 150 80 + 10 80 + 10 80 + 10 1 25 25 25 25 + 5 20 + 5 200 170 80 + 15 80 + 15 80 + 15 1 25 30 30 25 + 5 30 + 10 200 120 120 140 150 170 70 70 70 70 70 colazione latte intero # miele per dolcificare zucchero cereali in fiocchi fette biscottate o biscotti secchi, pane miele da spalmare marmellata o confettura merende latte intero# latte intero# e cereali in fiocchi latte intero# e fette biscottate latte intero# e biscotti secchi yogurt intero° biscotti secchi o fette biscottate torte non farcite crostata con marmellata pane e miele fette biscottate e marmellata frutta fresca di stagione spremute o frullati o succhi di frutta gelato # nel caso lo si ritenga necessario, si può utilizzare latte parzialmente scremato tenendo presente che 100 g di quest’ultimo forniscono 46 kcal contro le 64 di quello intero. ° nel caso lo si ritenga necessario, si può utilizzare yogurt parzialmente scremato tenendo presente che 100 g di quest’ultimo forniscono 43 kcal contro le 66 di quello intero. porzione da 125 g. da consumarsi con una tisana tipo camomilla. Il personale addetto alla distribuzione dei pasti dovrà rispettare rigorosamente le grammature previste nel dietetico e/o nel menù fornendo al singolo bambino o ragazzo il quantitativo previsto, in base all’età, valutandolo in numero di cucchiai o mestoli o altro utensile utile. Ciò permetterà, da un lato di graduare la porzione in funzione dell’età del - 14 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica bambino anche quando, nel dietetico sia previsto una classe di età, ad esempio 6÷8, 9÷10, ecc., e dall’altro di concedere la seconda porzione ad un bambino che d’abitudine lo richieda in quanto, sapendolo a priori, si può e si deve fornire nella prima e nella seconda occasione porzioni ridotte la cui somma risulti uguale a quella prevista nel dietetico. Tab. 8 - Porzioni di alimenti indicate per il pranzo di bambini e ragazzi. scuola nido materna elementare alimenti 0÷3 4÷5 6÷8 9 ÷ 10 minestre in brodo pastina di semola o all’uovo per brodi vegetali o di carne pastina di semola o all’uovo per passati di verdure o di legumi riso, farro, miglio, orzo, cuscus verdura fresca per passati legumi secchi per passati paste asciutte pasta di semola o all’uovo fresca, riso, mais, orzo e altri cereali pasta all’uovo secca pasta all’uovo ripiena ortaggi per sughi vegetali carne o pesce per ragù pietanze carne pesce uova (unità) prosciutto o bresaola formaggi a breve stagionatura o molli formaggi a media stagionatura o semiduri formaggi a lunga stagionatura o duri contorni ortaggi freschi verdura cruda a foglia patate olio olio extravergine d’oliva varie pane frutta fresca intera, spremuta o frullata frutta oleosa anni porzione (g) media 11 ÷ 14 anni porzione (g) anni porzione (g) anni porzione (g) 20÷25 25÷30 30÷35 35÷40 40÷45 15÷20 20÷25 25÷30 30÷35 35÷40 15÷20 100 10÷15 20÷25 120 15÷20 25÷30 130 20÷25 30÷35 150 20÷25 35÷40 180 25÷30 35÷40 40÷45 45÷50 50÷55 70÷80 30÷35 45÷50 10 35÷40 80 50÷55 15 40÷45 90 55÷60 20 45÷50 100 60÷65 25 65÷75 120 80÷90 30 40÷50 50÷60 1 20÷30 30 50÷60 60÷70 1 30÷40 40 60÷65 70÷80 1 40÷50 50 65÷70 80÷100 1 50÷60 60 70÷80 100÷120 1 60÷70 70 20 30 35 40 45 20 25 30 35 40 80 30 70 100 40 90 12÷15 15÷20 20 100÷120 10 30 120÷140 15 120÷130 140÷160 45 50 110 130 20÷25 20÷25 40 50 140÷150 150÷180 20 20 200÷250 60 150 25÷30 60 180÷200 25 Note: le quantità sopraccitate si riferiscono al peso dell’alimento al crudo e al netto degli scarti. Per il pesce congelato/surgelato, il peso si riferisce al prodotto scongelato e privato della pelle. In caso di pasti veicolati, a garanzia della miglior qualità del servizio (es. per far fronte alle perdite per caduta di contenitori, ecc.) è opportuno prevedere un incremento di circa il 10% delle forniture, questo quantitativo non sarà, tuttavia distribuito ai ragazzi. Per le carni, in base ai tipi e alle ricette, è possibile aumentare la quantità fino ad un massimo del 10%. - 15 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica Grissini e crackers sarebbe preferibile non utilizzarli, in caso contrario consigliarli non più di una volta la settimana nelle stesse quantità indicate per i biscotti secchi; Qualora lo si ritenga opportuno si può aumentare le porzioni giornaliere dei primi piatti di 5 o 10 grammi avendo cura di diminuire di altrettanti grammi la razione di pane o viceversa; La pasta fresca ripiena sarebbe preferibile consigliarla solo per occasioni particolari. 7. SUGGERIMENTI PER LA SCELTA QUALITATIVA E QUANTITATIVA DEGLI ALIMENTI DA UTILIZZARE NEI MENÙ SCOLASTICI Per garantire una dieta adeguata dal punto di vista quantitativo ed equilibrata da quello qualitativo si consiglia di seguire le seguenti indicazioni: a garanzia di una dieta equilibrata, soddisfacente da tutti i punti di vista e variata, è consigliabile, quando possibile, studiare e realizzare un menù articolato almeno su quattro settimane, richiedendo la collaborazione del personale di cucina e/o in alternativa di validi chef con comprovata esperienza nel settore. Al fine di assicurare l’utilizzo di alimenti di stagione, vale a dire alimenti presenti sul mercato freschi, che sono sicuramente migliori dal punto di vista organolettico, ma spesso anche nutrizionale, è opportuno prevedere almeno un autunno-invernale e uno primaverile-estivo. per garantire l’equilibrio della dieta e il rispetto delle razioni indicate nel porzioni dietetico, la porzione di ciascun alimento deve essere riportata nel menù, espressa in grammi, e soprattutto rispettata dall’operatore addetto alla distribuzione4; evitare porzioni aggiuntive (bis) di pane, pasta, riso, pietanza e condimenti, mentre sono ammesse per verdure, ortaggi e frutta, patate escluse; le porzioni per tutti i bambini di una determinata classe di età devono essere identiche. al menù dovrebbero essere allegate le ricette dei piatti con l’indicazione del ingredienti quantitativo di ogni singolo ingrediente4 che le costituisce. valore calorico nel menù e/o nel dietetico deve essere riportato il valore calorico dei pasti4. stagionalità nutrienti dieta equilibrata cottura menù colazione 4 nel menù e/o nel dietetico deve essere riportato il quantitativo, espresso in grammi, dei nutrienti principali per ogni singolo pasto4. privilegiare pasti bilanciati in cui i diversi nutrienti siano presenti in modo equilibrato. L’equilibrio dei nutrienti deve essere rispettato ad ogni pasto, ma soprattutto nella giornata evitando, laddove siano presenti più pasti, che essi configurino un orientamento preferenziale verso una o più categorie di alimenti (es. biscotti alla merenda del mattino, pizza a pranzo e torta allo spuntino del pomeriggio). utilizzare i metodi di cottura più semplici, limitando l’uso dei grassi soprattutto nelle cotture al forno, alla piastra, stufata o brasata; evitare le preparazioni culinarie più grasse, quali le fritture. i menù devono essere esposti in luoghi ben accessibili ai genitori, affinché siano facilmente consultabili per favorire l’integrazione fra pasti scolastici e pasti a domicilio; il menù esposto va tempestivamente aggiornato ogni qualvolta si verifichi, per qualsiasi motivo, una variazione. quando offerta nella struttura deve prevedere: • latte fresco o yogurt interi; queste indicazioni sono già attuate in alcune realtà; laddove ciò non si verifica, in considerazione dell’impegno professionale ed economico necessari a tali adeguamenti, essi costituiscono, in genere, obiettivi da raggiungere nel medio-lungo termine. - 16 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica spuntini o merende pasto principale frutta contorno pane pasta o riso asciutti o in brodo minestroni e passati di legumi altri prodotti da forno • derivati dei cereali quali pane, biscotti secchi, fette biscottate, muesli, cornflakes; • frutta fresca cruda, cotta, spremuta, in macedonia. quando offerti nella struttura devono prevedere frutta fresca o latte o yogurt o biscotti secchi o fette biscottate o crostata di marmellate o ciambella. abitualmente e preferibilmente questo pasto deve prevedere il primo piatto, la pietanza, il contorno, la frutta, il pane oppure, in alternativa, un piatto unico, eventualmente, accompagnato con verdure, ortaggi e frutta; nella ristorazione scolastica, di regola, non va offerta la possibilità di scelta fra diversi menù. una porzione di tali alimenti deve essere presente, tutti i giorni, a fine pasto, avendo cura di variarne la scelta, rispettandone la stagionalità e, magari, offrendola in modo diversificato e un po’ elaborato (frutta cotta, macedonia preparata al momento, ecc.); è preferibile evitare l’utilizzo di fragole e di kiwi e, prima dei sei anni, anche di ciliegie; le spremute, senza aggiunta di zucchero, sono da preferire ai succhi confezionati, il cui uso dovrebbe essere limitato. la verdura e/o gli ortaggi devono essere sempre presenti ai pasti principali, cotti o crudi, avendo cura di variarne la scelta e rispettarne la stagionalità; andrebbero incentivate modalità innovative di consumo: • proponendo buffet di verdure e ortaggi, crudi e/o cotti di colori diversi; grattugiati o tagliati a striscioline sottili, quando possibile; • offrendoli come antipasto; • preparando purè contenenti verdure in percentuale variabile in funzione delle abitudini; • lasciando sul tavolo per il libero consumo, laddove possibile, diverse qualità di verdure e ortaggi crudi. le verdure e gli ortaggi andrebbero privilegiati anche nella preparazione di sughi per condire i primi piatti; patate e legumi, pur essendo più energetici delle altre verdure e ortaggi, possono a pieno titolo essere utilizzati come contorni, avendo cura di limitarne la porzione. porzione e tipologia (pane speciale o pane magro) devono essere espressamente indicate nel dietetico e/o nel menù; il pane speciale, eventualmente utilizzato, deve contenere olio extravergine di oliva come unico grasso da condimento. deve essere definita e rispettata l’esatta porzione da servire; la pasta secca deve essere preparata esclusivamente con semola o semolato; la pasta all’uovo deve essere consumata non più di una volta alla settimana; il riso deve comparire nel menù almeno una volta alla settimana. minestrone e zuppa di legumi dovrebbero comparire nel menù almeno una volta alla settimana, meglio se due, ed essere preparati con brodo vegetale con o senza pasta - verdure e ortaggi - a pezzi o passati e legumi. pizza, pizzette e gnocco - ove presenti - devono contenere, come unico condimento, olio extravergine di oliva e devono essere ben cotti; nel caso dello gnocco è ammessa la sola cottura al forno. - 17 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica carne pesce legumi uova formaggi salumi dolci grassi da condimento sale insieme al pesce e, in minor misura, alle uova deve rappresentare la pietanza più utilizzata (almeno due volte alla settimana), ma in piccola porzione; le svizzere (e le carni macinate in genere) sarebbe preferibile non utilizzarle, se presenti devono provenire esclusivamente da laboratori CE di tipo P e cotte al forno; è opportuno favorire l’uso di carni solitamente poco utilizzate quali le avicole e le suine magre; evitare polpette e polpettine di qualsiasi tipo. sarebbe opportuno consumare questo alimento almeno due volte alla settimana, una volta come pietanza e un’altra come condimento per i primi; per favorirne il consumo il piatto a base di pesce potrebbe anticipare il primo; quando si decida di utilizzare il tonno preferire quello al naturale; si sconsiglia l’utilizzo dei bastoncini di pesce per la ridotta percentuale di materia prima e di surimi perché è un prodotto composito di scarsa qualità; si possono proporre crocchette di pesce solo se preparate direttamente, prestando particolare attenzione ad una corretta manipolazione igienica, e cotte al forno; deve essere abolito l’utilizzo delle specie ittiche in cui sia difficoltosa l’eliminazione completa delle lische. va mantenuta la tradizionale abitudine di utilizzarli come contorno oppure nelle minestre di verdura; è auspicabile la loro offerta, ancorché con frequenza ridotta, anche come componenti di piatti unici, quali soufflé di piselli, farinata di ceci, fagioli in umido, ecc. se ne consiglia l’utilizzo una volta alla settimana, sottoforma di flan o frittata, cotte al forno e, preferibilmente, arricchite con verdura; non è assolutamente ammesso l’uso di uova cosiddette di campagna. andrebbero consumati almeno una volta alla settimana scegliendo preferibilmente formaggi a bassa stagionatura (mozzarella, stracchino, ricotta, casetto) e parmigiano reggiano o grana; pur nell’ambito di una porzione ridotta, è preferibile offrire almeno due tipi di formaggi, avendo cura di evitare i fusi, le sottilette e quelli contenenti polifosfati. i consumi andrebbero ridotti a una volta ogni quindici giorni, utilizzando esclusivamente prosciutto crudo o cotto (senza polifosfati) o bresaola. se si escludono è meglio; altrimenti il consumo deve essere occasionale e orientato verso prodotti da forno quali crostate, biscotti secchi, ciambelle, torte di mele, ecc. o budini o gelato; cioccolate spalmabili e cacao non vanno utilizzati. per condire utilizzare olio extravergine di oliva al crudo rigorosamente nei limiti indicati nelle tabelle dietetiche; si consiglia di non utilizzare olio di semi vari, burro e margarine; i sughi per condire la pasta devono essere di semplice preparazione, preferibilmente privi di carni e la loro cottura deve essere breve; la besciamella va preparata esclusivamente con latte, farina e olio extravergine di oliva (senza burro). l’utilizzo deve essere sempre moderato e limitato a sale iodato, sia fino che grosso. - 18 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica piatti innovativi e tradizionali preferire l’utilizzo dell’acqua di rubinetto tal quale non è, infatti, consigliata l’applicazione di filtri di alcun tipo. A questo proposito va però segnalata la responsabilità degli addetti della struttura scolastica nell’individuazione e nella gestione corretta delle attrezzature. Una gestione non adeguata può influire sulle caratteristiche igieniche dell’acqua (uso di serbatoi, autoclavi, addolcitori, filtri, ecc.); non vi sono esigenze di sicurezza e/o di precauzione che giustificano l’eventuale uso dell’acqua minerale, pertanto, questa scelta risponde unicamente a motivazioni personali dei responsabili della struttura scolastica. i piatti unici dovrebbero essere caratterizzati dall’equilibrio dei nutrienti, dalla facile digeribilità, dalla sobrietà dei condimenti e dalla scarsa densità calorica. Per questo motivo quando si decida di inserire nel menù preparazioni tradizionali, quali le lasagne al forno, che disattendano queste caratteristiche, è necessario apportare adeguate modifiche alla ricetta originale. favorire la presenza, ancorché limitata, di piatti tradizionali (es. pancotto, panata, mariconda5) e/o contenenti ingredienti poco utilizzati quali orzo, farro e legumi secchi. prodotti confezionati scegliere o preferire quando è possibile quelli privi di oli vegetali (di fatto tropicali) e grassi idrogenati. alimenti provenienti dall’esterno solo in occasione di festeggiamenti è consentito il consumo di alimenti e bevande acquistate direttamente dai genitori, anche se - laddove consentito - sarebbe comunque preferibile approvvigionarsi dalla ditta che fornisce i pasti; i genitori o i parenti devono acquistare gli alimenti e le bevande, preferibilmente non gasate, presso laboratori autorizzati avendo cura di rispettare la catena del freddo fino al momento del consumo; pertanto, sono ammessi solo: • alimenti industriali o artigianali in confezione integra; • alimenti venduti sfusi protetti da preincarto o imballo chiuso all’origine e riportante l’indicazione precisa della provenienza; non possono essere utilizzati alimenti contenenti maionese oppure preparati con uova non sottoposte a cottura o contenenti creme, panna e alcol; per rendere minime le interferenze col progetto educativo della scuola, l’utilizzo di alimenti specifici per festeggiamenti deve avere una frequenza non superiore a una volta al mese. acqua piatti unici Il personale sanitario addetto alla sorveglianza nutrizionale deve favorire l’adeguamento dei menù agli indirizzi appena espressi nel rispetto delle specificità locali e individuali presenti nelle singole realtà scolastiche. 5 Trattandosi di una ricetta tradizionale, spesso arricchita con alimenti grassi, si consiglia di modificare la stessa al fine di renderla adeguata per bambini e ragazzi. - 19 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica 8. DIETE SCPECIALI In considerazione del fenomeno della globalizzazione e di una società sempre più multietnica, nonché dell’aumentata incidenza e prevalenza di intolleranze ed allergie, per regolamentare e uniformare il comportamento degli esperti nei confronti delle diete speciali, si consiglia di seguire le indicazioni sotto riportate: dieta in bianco serve a correggere indisposizioni transitorie e patologie generiche connesse all’apparato gastroenterico; se richiesta occasionalmente, può essere prenotata direttamente e giornalmente, senza certificazione medica; di fatto non va considerata un’alternativa al menù del giorno, ma un’opzione riservata a casi particolari; in alcune condizioni (bambini fortemente inappetenti, ecc.) la dieta in bianco, perdendo la caratteristica della temporaneità, diventa una dieta speciale da gestire in stretta collaborazione con il PLS. dieta speciale destinata a bambini o adulti che necessitino di un’alimentazione specifica e mirata a prevenire o correggere stati patologici individuali, in genere di lunga durata; è sempre necessaria la certificazione medica; Diete per allergie e intolleranze alimentari: le richieste dei genitori devono essere accompagnate da apposito certificato medico, redatto dal PLS oppure dal medico di famiglia, in cui siano attestati: • il tipo o la categoria di alimenti a cui si è allergici o intolleranti; • il tipo di esame con cui è stata diagnosticata l’allergia o l’intolleranza. In particolare, verranno considerate ai fini dell’applicazione della dieta speciale le seguenti condizioni: • allergie alimentari la cui diagnosi sia stata esclusivamente effettuata con test ritenuti di riferimento per la European Academy of Allergology and Clinical Immunology (EAACI) e per la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica e, in particolare: prick test, prilo test, prick-by-prick, determinazione IgE specifiche (RAST alimenti). Appartengono a questo gruppo anche i casi di allergia a inalanti (diagnosticata con Prick test o RAST) in cui sia in gioco una reattività crociata con allergeni alimentari; • intolleranze alimentari che ricadano nelle seguenti tipologie e la cui diagnosi sia stata confermata con specifiche indagini eseguite in un laboratorio di analisi chimico cliniche o, a seconda dei casi, in un ambulatorio pubblico o convenzionato col SSN: - enzimatiche: da difetto di disaccaridasi (lattasi, sucrasi), da difetto di aminoacidi (fenilchetonuria), favismo (difetto di glucosio-6-fosfato deidrogenasi), fisiologica intolleranza alle fibre; - farmacologiche: da ipersensibilità o eccesso di ammine. Non verranno accettati altri test diagnostici quali test elettrodermici come elettroagopuntura sec. Voll (EAV) e Vega test, test chinesiologici, test citotossico, analisi del capello, valutazioni iridologiche e altri test che trovano collocazione nell’ambito della medicina naturale. Naturalmente ove l’importanza della sintomatologia clinica si accompagni al sospetto di un’allergia o intolleranza alimentare il medico curante potrà, in attesa dell’esito degli accertamenti, richiedere la temporanea applicazione di una dieta speciale per la sospetta allergia o intolleranza. - 20 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica dieta legata a tradizioni culturali o religiose dieta vegetariana 9. per celiaci, diabetici, nefropatici e altre condizioni cliniche organiche è necessaria la richiesta del medico curante quando l’importanza della sintomatologia clinica e il sospetto diagnostico lo giustifichino, il medico curante potrà motivatamente richiedere l’applicazione di una dieta speciale ancorché la diagnosi della sindrome legata all’assunzione di determinati alimenti non sia stata confermata da indagini laboratoristiche. nel caso di diete ebraica, musulmana o altre scelte di tipo religioso è necessario prevedere la sostituzione degli alimenti con analoghi certificati Kasher (K) per la dieta ebraica o certificati Halal (H) per la dieta musulmana oppure con alimenti dalle caratteristiche nutrizionali equivalenti e ben accetti all’interessato o a chi ne fa le veci. limitatamente alle situazioni in cui il bambino/adolescente consuma a scuola un numero ridotto di pasti e considerando le perplessità presenti in letteratura circa l’opportunità di offrire una dieta vegetariana in età evolutiva, queste diete sono sconsigliate, tuttavia possono essere ammesse quando - sentito anche il parere del PLS - ricorrano contemporaneamente le seguenti condizioni: • richiesta sottoscritta da entrambi i genitori; • sottoscrizione di un consenso informato da parte di entrambi i genitori; • la scelta vegetariana, pur escludendo le carni e il pesce, ammette altri alimenti di origine animale (in particolare: latte, uova, formaggi); • età del bambino superiore a tre anni, anche se secondo alcuni sarebbe preferibile sei anni; • assenza di controindicazioni cliniche accertate mediante valutazione clinica e, ove ritenuto opportuno, laboratoristica; • proposizione di un menù specificamente valutato dall’esperto per l’utente interessato. ASPETTI INERENTI LA SICUREZZA ALIMENTARE Per garantire la sicurezza e la salute dei bambini e/o dei ragazzi si consiglia di seguire le indicazioni sotto riportate: controllo temperature in tutte le strutture deve essere presente almeno un termometro a sonda. sistema di distribuzione in ogni realtà il sistema distributivo deve garantire il mantenimento delle temperature, previste per legge, dei cibi caldi e freddi. porzioni non distribuite non devono essere riproposte nei pasti successivi o riutilizzate per altre preparazioni. stoviglie devono essere lavabili in lavastoviglie o monouso, purché di adeguata qualità (prive di parti appuntite o taglienti o che si spezzino facilmente formando parti appuntite). - 21 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica 10. ASPETTI INERENTI IL COMFORT Per garantire ai consumatori il dovuto comfort i pasti principali dovrebbero essere consumati in una sala di ristorazione con le seguenti caratteristiche: acustico termico luminoso ambientale servizio tempo 11. l’ambiente dove si consumano i pasti deve essere gradevole, il rimbombo deve essere assente o comunque tollerabile e il livello sonoro non deve disturbare e/o affaticare. gli ambienti devono essere adeguatamente riscaldati nel periodo invernale, e, ove necessario, condizionati nel periodo estivo, privi di correnti d’aria e l’irraggiamento solare non deve essere mai fastidioso. gli ambienti devono essere adeguatamente illuminati sia naturalmente che artificialmente in modo da non provocare fastidio o stanchezza visiva. la sala di ristorazione deve essere decorosa, adeguatamente curata, pulita, aerata, e sottoposta, quando necessario, alla dovuta manutenzione edilizia; le attrezzature devono essere adatte ai bambini e facilmente sanificabili; ogni bambino deve avere a disposizione uno spazio non inferiore a 1,20 m2 . la sala di ristorazione deve essere adeguatamente decorata, i vassoi puliti e asciutti, le tovaglie e i tovaglioli colorati e/o provvisti di decorazioni gradevoli e i pasti devono essere accuratamente preparati e presentati. al consumo dei pasti deve essere dedicato il tempo necessario e l’eventuale doppio turno, o qualsiasi altro inconveniente, non deve, in nessun modo, costringere a mangiare in fretta. ASPETTI GESTIONALI Affinché la ristorazione scolastica possa garantire le funzioni nutrizionale, igienica, organolettica, socio-psicologica ed educativa si consiglia di seguire le indicazioni sotto riportate: educatori personale addetto alla distribuzione rimanenze gradimento l’insegnante, nell’ambito della ristorazione scolastica, gioca un ruolo di fondamentale importanza: deve pranzare con i bambini, assumendo un atteggiamento propositivo ed esercitando in questo modo il proprio ruolo educativo, collabora, inoltre, alla sorveglianza dei bambini che seguono diete speciali. tale personale - che necessita di una specifica preparazione e di un adeguato e continuo aggiornamento - svolge un ruolo molto importante in tutte le fasi del processo distributivo, compresi l’assemblaggio finale degli alimenti, la presentazione e l’esatta definizione delle porzioni in relazione all’età del bambino; è altresì responsabile dell’accertamento, del controllo e della distribuzione delle diete speciali. quantità e tipologia delle principali rimanenze devono essere continuamente monitorate e documentate; nessuna rimanenza può essere asportata dalla scuola. il gradimento della ristorazione dovrebbe essere valutato periodicamente, con particolare spirito critico, dai bambini, dagli insegnanti e dai genitori. - 22 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica 12. ATTIVITÀ MOTORIA L’attività motoria e l’alimentazione giocano un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel controllo di molte patologie, compreso il sovrappeso e l’obesità, pertanto sarebbe auspicabile che in tutte le scuole - specialmente in quelle a tempo pieno - venissero proposte e attuate iniziative volte ad un’educazione continua all’attività sportiva o almeno a facilitarne l’esecuzione. Una ridotta attività fisica comporta importanti alterazioni nel nostro organismo ampiamente confermate da molte osservazioni medico-scientifiche a tal punto che è stato coniato il termine di malattia ipocinetica per indicare l’assenza o ridotta attività fisica. Intendendo con ciò segnalare un fattore di rischio importante per l’insorgenza di molte malattie che, in maniera sempre maggiore incidano sulla mortalità e morbilità della popolazione in generale. Alla domanda se esiste un’età in cui praticare attività fisica la risposta deve essere semplice e chiara: l’esercizio fisico può essere praticato a tutte le età, con le dovute distinzioni e cautele, in quanto concorre a mantenere uno stato di salute ottimale. Quando si parla di attività fisica occorre distinguere tra gioco e sport. Il gioco è l’attività ludica fine a se stessa, fatto per puro divertimento personale senza alcun beneficio pecuniario o di altro tipo; lo sport è quell’attività che presuppone un premio e che vede la sua massima espressione nello sport agonistico. Tradizionalmente l’attività fisica in età infantile è sempre stata concepita come gioco libero e attività di svago, con scarso interesse per l’agonismo in senso stretto oltre ad essere considerata importantissima per una crescita armonica ed equilibrata. I motivi per cui si fa attività fisica sono principalmente due: primari e secondari. I primi si riferiscono alla normale esigenza di fare movimento e al bisogno di giocare; i secondi possono essere dovuti a: • motivi psicologici: si fa sport perché piace, per socializzare e comunicare, per farsi nuovi amici, ecc. • motivi socio-culturali: lo sport da conforto, sicurezza, è come una seconda famiglia; • motivi psicopatologici: si fa attività fisica perché fa bene alla salute, per curare un complesso di inferiorità o per vincere la timidezza del ragazzino. Comunque, qualunque siano i motivi, fare attività fisica comporta una serie di vantaggi e di benefici a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, del sistema cardio-circolatorio e del sistema endocrino metabolico. Benefici si hanno anche sulla personalità del bambino e sul suo comportamento quali: buon controllo emotivo, buona adattabilità, buona capacità di socializzazione, maggiore tolleranza alle frustrazioni e valida autostima. Per questo motivo sempre più spesso si parla di psico-motricità, intendendo con ciò indicare uno sviluppo parallelo delle funzioni motorie e psichiche. Fare attività fisica non aiuta solo a mantenersi fisicamente in forma, ma serve anche per conoscere sé stessi, sapersi rapportare con gli altri e condividerne le responsabilità. - 23 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica In questi ultimi anni, nei quali purtroppo i videogiochi, computer e televisione occupano la maggior parte del tempo libero dei ragazzi che hanno perso l’abitudine di giocare all’aperto con gli altri coetanei, appare chiaro il ruolo importantissimo che riveste l’attività fisica. In conclusione fare attività fisica-sport aiuta il bambino sia dal punto di vista fisico che psicologico. - 24 - Linee guida per l’elaborazione e la valutazione di dietetici e menù nella ristorazione scolastica BIBLIOGRAFIA Linee guida per una sana alimentazione italiana, INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), 2003; Tabelle di composizione degli alimenti, Ed. EDRA, 2000; Livelli di assunzione raccomandati di energia e nutrienti per la popolazione italiana LARN, Ed. EDRA, 1996; Dieta, nutrizione e prevenzione delle malattie croniche, OMS, Settembre 2003; Linee Guida Italiane per l'Obesità (LIGIO): identificare, valutare e trattare, 1999; Piani Sanitari Nazionali. DPR 23 Maggio 2003 Approvazione del Piano Sanitario Nazionale 2003-2005; Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia, LR 10 gennaio 2000, n. 1; Linee di programmazione e finanziamento del SSR per l'anno 2004 (con riferimento ai temi della nutrizione e della sorveglianza nutrizionale), Delibera della giunta regionale 28 Giugno 2004 n. 1280; Alimenti di produzione biologica: LR 4 novembre 2002, n. 29, Norme per l’orientamento dei consumi e l’educazione alimentare e per la qualificazione dei servizi di ristorazione scolastica (art. 8 e 9); Ogm e residui di prodotti fitosanitari in alimenti destinati a lattanti e a bambini: art. 3 del DPR 7 aprile 1999, n. 128: Regolamento recante norme per l'attuazione delle direttive 96/5/CE e 98/36/CE sugli alimenti a base di cereali e altri alimenti destinati a lattanti e a bambini: i prodotti alimentari devono essere fabbricati con ingredienti non contenenti residui di singoli antiparassitari superiori a 0,01 mg/kg, né contenenti prodotti geneticamente modificati; Norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia, GU 7 luglio 2005, n. 156, legge 4 luglio 2005, n. 123; Indirizzi operativi sul congelamento di alimenti nell’attività di somministrazione, Circolare regionale 8 novembre 1996, n. 37; Divieto di somministrazione di prodotti alimentari contenenti uova crude e non sottoposte, prima del consumo, a trattamento di cottura nelle strutture ospitanti categorie a rischio, Bollettino n. 107 del 03.08.2005, Regione Emilia-Romagna - Presidente Della Giunta Regionale Ordinanza Del Presidente Della Giunta Regionale 14 giugno 2006, n. 130; - 25 -