Il vostro obiettivo è il nostro traguardo_Rev.01

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Il vostro obiettivo è il nostro traguardo_Rev.01
Il vostro obiettivo è il nostro traguardo (motto aziendale) di Giovanni Carlini Perché questa serie di articoli La Redazione di SUBFORNITURA prosegue la sua ricerca visitando quelle imprese, in Italia e all’estero, che stanno affrontando la crisi in forme reattive, concedendoci esempi sui quali meditare e imitare, senza escludere la concreta possibilità, studiando questi casi di apportare ulteriori livelli di innovazione. Queste esperienze confermano un valore: subisce chi non reagisce! Da questo punto in poi il ragionamento evolve in una crudeltà necessaria perché educa. Su questa traccia, si osserva sempre più spesso in questi mesi, come l’evento “fallimento” l’azienda se l’abbia cucito addosso, anziché essere un evento funesto che “piomba addosso” all’imprenditore. Sintetizzando, il fallimento è uno stillicidio, ovvero la conclusione di una lunga agonia che non si è saputo interrompere. Per evitare il proliferare di questi eventi, qui sono offerti degli esempi di vita vissuta. “il successo di oggi parte dalle scelte fatte nel 2005….” Ci troviamo a Trebaseleghe nella pianura padovana verso Treviso. L’azienda che stiamo studiando e la CR Srl www.cr-­‐srl.it attiva nel campo della meccanica di precisione. Oltre 100 dipendenti, 10 milioni di euro di fatturato quasi integralmente collocato all’estero. L’intervista coinvolge i due titolari, i signori Daniele Rossetto e Michele Rizzato. Domanda: Grazie Signori per averci concesso questa intervista. Tra l’altro, come Redazione abbiamo molto gradito e vi ringraziamo per aver trovato così tante e diverse riviste del nostro gruppo, Tecniche Nuove Spa, esposte nella sala d’aspetto. Se ci leggete ci date un senso. Veniamo alla domanda fondamentale che ci porta qui da voi: perché non soffrite la crisi come le altre imprese? Daniele Rossetto: A questa domanda non c’è una risposta ma diverse, anche perché noi non ce la siamo mai posta in forme così dirette come state facendo voi adesso. Ragionandoci sopra dobbiamo partire dal 2005 dove abbiamo cambiato sia la tipologia di lavoro che il sistema di approccio al cliente. Più precisamente se prima lavoravamo all’80% per un solo cliente, questo “ci spaventò” e abbiamo dovuto, in un certo senso rifondare l’azienda. Detto in questa maniera non coglie l’essenza della trasformazione che ha imposto un’intera nuova linea di macchine utensili che ci permettono oggi di poter realizzare qualsiasi tipologia di lavorazione e componentistica nella meccanica di precisione. “per avere nuovi clienti non abbiamo agito sul commerciale ma ampliando i processi di lavorazione con una nuova generazione di macchinari…..” Michele Rizzato: Entrando più nel dettaglio, come innovazione sulla linea macchinari, abbiamo avuto il coraggio d’acquistare nuovi importanti impianti proprio negli anni 2008/2009 quando la crisi si fece sentire con maggiore intensità e questo con l’obiettivo di disporre di una maggiore potenzialità. Dotati di un’intera nuova generazione di metodi di lavoro, siamo riusciti a coprire tutte le fasi di fresatura, tornitura, rettifica e levigatura. In questo modo ci siamo presentati al cliente “a cultura completa”. Solo a quel punto ci siamo potuti aprire alla competizione. Credo che questo passaggio sia strategico altrimenti ci si chiede come sia stato possibile passare da una decina di clienti a quasi una cinquantina. La nostra scelta d’innovazione non è stata “commerciale” ma di processo, tenendo monitorato costantemente i costi di produzione, migliorando i cicli produttivi anche attraverso l’istituzione di isole di lavoro. Ecco, forse, come si spiega uno dei motivi di successo della nostra impresa. Domanda: quali sono i settori della meccanica di precisione in cui operate? Rossetto: operiamo nel bio-­‐medicale, ferroviario, meccanica di precisione in genere, siderurgico, packaging e infine in quello alimentare. Prevenendo la vostra domanda, anticipo che non abbiamo un ambito di preferenza rispetto a questi settori d’attività. Lo abbiamo fatto con criterio, non per un caso, questo perché ci consente d’operare con il cliente su un livello d’aderenza alla sue necessità in linea con il nostro motto aziendale. Il nostro lavoro parte da una intensa fase di progettazione delle soluzioni per passare, spesso, alla sperimentazione e quindi, nei casi più felici, direttamente alla produzione. Per rappresentare “un interlocutore” al cliente anziché semplicemente una controparte abbiamo modificato la struttura aziendale della CR. Qui noi siamo, in un certo senso la “capogruppo” di una holding che si sviluppa su altre 3 imprese che assicurano lavorazioni meccaniche di grandi dimensioni, il montaggio e infine carpenteria sia media che di grande dimensione. Nel suo complesso il gruppo di aziende conta oltre 130 unità lavorative assunte regolarmente e a tempo indeterminato. Quest’ultima è una mia precisazione d’orgoglio che voglio fare specificando quanto l’impresa sia luogo di incontro tra le persone e non solo di conflitto come spesso sembra. Domanda: i vostri clienti chi sono? Rizzato: il 60% del fatturato è dedicato a 3 grandi clienti che hanno una fetta media del 20% ognuno. Il restante 40% del nostro lavoro è rivolto ai nuovi clienti, che in un certo senso “ci scegliamo” il che, sostanzialmente non possiamo affermare che azzeri gli insoluti ma che li conduce certamente a qualcosa di modesto nella nostra realtà. Sintetizzando i nostri clienti sono coloro che utilizzano: - macchine a iniezione per la lavorazione delle materie plastiche; - macchine profilatrici per la lavorazione delle lamiere; - macchine per la lavorazione di marmi e graniti; - macchine utensili per la lavorazione dei metalli; - forniture per il settore ospedaliero e biomedico; - macchine per la lavorazione di prodotti alimentari; - forniture per il settore navale e ferroviario; - macchine per il packaging; - macchine per stampa industriale. “Non stiamo lavorando quest’anno per il 2012 ma per il successivo…..” Domanda: come pensate evolva il 2012? Rossetto: Lo sviluppo del fatturato negli ultimi anni ci ha visti al nostro massimo nel 2008 a cui ha seguito un tonfo del 30% nel 2009. Il 2010 è stato un anno di recupero che ci ha riportato sulle medesime posizioni del 2008. Nel 2011 siamo cresciuti oltre del 20% e pensiamo al 2012 con un ulteriore incremento del 5-­‐10% Quindi il 2012 lo pensiamo di modesta crescita seguendo anche l’inerzia dell’anno precedente. Il vero punto, secondo noi non è quest’anno ma il prossimo, ovvero il 2013 dove potrebbero verificarsi le condizioni macroeconomiche del 2009. Per evitare che si possa soffrire un altro anno critico, stiamo cercando di alzare la quota di internazionalizzazione del nostro fatturato. Attualmente siamo presenti all’estero, in forma diretta, per un valore non maggiore al 10% che balza quasi all’80% attraverso i nostri clienti. Stiamo cercando di far crescere l’export al 15% come risposta ai dubbi sul 2013 nel senso che oggi non lavoriamo per quest’anno, ma per il prossimo. Domanda: avete un punto di forza? Rizzato: non abbiamo una produzione leader, come già detto, ma è la flessibilità il punto forte con cui ci interfacciamo con il cliente capendone le necessità che oscillano dalla fornitura di parti meccaniche sfuse a macchinari “chiavi in mano” collaudate da noi e inviate direttamente all’utilizzatore finale nel mondo. In questo nostro essere flessibili, i clienti ci considerano più dei partner che solo fornitori, quasi che fossimo un loro distaccamento operativo. Conclusione Questo tipo d’impresa rappresenta oggi qualcosa che è iniziato anni fa, il che conferma l’immaturità dell’improvvisazione. L’Italia ha bisogno d’imprenditori che sappiano muoversi in un crescendo costante nel corso degli anni su più ambiti: internazionalizzazione, formazione, specializzazione e capacità di trasformazione societaria. In questo caso osserviamo una dinamica diversa rispetto la trasformazione societaria già osservata in altri ambiti o l’esperienza del contratto in rete. Addirittura da una realtà ne nascono altre 3 legate in una struttura a modello holding. L’intervista ci conferma come questa forma di società non sia prerogativa solo delle grandi multinazionali, ma invece alla portata di chi sa trasformarsi per evolvere. Ecco le parole chiave per gestire questi anni di crisi (Rossetto con intelligenza si porta al 2013 come prospettiva) “trasformazione” ed “evoluzione”. L’assenza di prospettive di questo tipo esclude la certezza di un futuro tutto da discutere, ma almeno attivo e frutto di un lavoro svolto oggi per il domani. Buon lavoro.