Lo Schiaparelli - Schiaparelli

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Lo Schiaparelli
Lo Schiaparelli è una delle più antiche scuole tecniche commerciali di Milano. I suoi primi registri scolastici
attestano che la scuola venne fondata nel lontano 1880 in Via Santo Spirito, nel 1912 si decise di intitolarla
all’astronomo milanese di adozione Giovanni Schiaparelli a lungo direttore dell’Osservatorio di Brera, la
scuola si trasferì poi in Foro Bonaparte e nel 1934 si trasformò in Istituto Tecnico Commerciale. Nella
seconda metà degli anni ’70 la costruzione del Teatro Strehler impose il trasloco di banchi, docenti e studenti
da Foro Bonaparte nell’attuale edificio posto al numero 4 di Via Settembrini. Nei decenni della sua storia lo
Schiaparelli ha sfornato migliaia di diplomati dell’area ragionieristica, commerciale ed amministrativa
divenuti direttori di banche, imprenditori, commercialisti, avvocati o anche semplici impiegati e segretarie.
Oggi lo Schiaparelli è la Sede Centrale dell’Istituto Tecnico Commerciale Statale “Schiaparelli-Gramsci”,
dotato complessivamente di tre sedi, sei corsi, con 1120 allievi, 54 classi, 135 docenti e 30 dipendenti
amministrativi tecnici e ausiliari. La storia dello Schiaparelli è lunga e movimentata.
Ma ancora più sorprendente è la storia dell’area, comprendente in un unicum la scuola in Via Settembrini e i
contigui edifici della Chiesa di San Gregorio e della Casa del Sordoparlante di Via Boscovich 38. Questa intera
zona costituì per secoli il Cimitero di San Gregorio (vedi piantina ), che fu la necessaria appendice dell’antico
Lazzaretto di Milano. Alessandro Manzoni ci ricorda che esso fu costruito nel 1489, iniziò ad accogliere nel
1513 i malati della città e nella peste del 1630 arrivò a contenere 16.210 malati. Nel capitolo XXVIII dei
Promessi Sposi Manzoni racconta che in esso “non c’eran che due entrature; una nel mezzo del lato che
guarda le mura della città, l’altra di rimpetto, nell’opposto.” Dalla porta meridionale del Lazzaretto
entravano malati ed appestati, mentre da quella settentrionale uscivano ahimè migliaia di corpi destinati dice il Manzoni nel successivo capitolo XXXII - alla sepoltura in “una unica fossa, ch’era stata scavata vicino
al lazzaretto”. Secondo quanto racconta Alessandro Tadino i morti furono fino a 3.500 in un solo giorno. La
fossa veniva chiamata anche foppone.
Quando Milano alla fine del 1700 si dotò di cimiteri esterni alle proprie mura, come accadde in tutti i centri
urbani per l’editto napoleonico di Saint Claud, quello posto fuori dalla Porta Orientale (oggi Porta Venezia) fu
chiamato Cimitero di San Gregorio. Questa grande area divenne uno dei principali cimiteri milanesi,
ampliandosi fino a raggiungere la superficie di 220.000 metri quadrati. Vi venivano sepolti i cittadini dei
quartieri settentrionali di Milano, abitanti nelle zone delle Porte Nuova ed Orientale.Lapidi nella cripta
dell’attuale Chiesa di San Gregorio attestano la sepoltura nel Cimitero di San Gregorio di milanesi illustri
come Vincenzo Monti, Carlo Porta ed Andrea Appiani.
Ma la storia non finisce qui. Nel contesto delle trasformazioni urbanistiche ed industriali della fine del XIX
secolo, nel 1862 un viadotto ferroviario squarcia il lato settentrionale dell’ormai decadente Lazzaretto. I
cimiteri milanesi sono riorganizzati, viene costruito il Monumentale, tutta la zona di San Gregorio è destinata
dal piano regolatore comunale ad abitati residenziali. Nel 1881 la Banca di Credito Italiano compra
dall’Ospedale per la somma di Lire 1.803.690 l’intera area del Lazzaretto, a condizione che il Cimitero sia
soppresso e l’area bonificata. Nell’arco di 10 anni vengono celermente costruite 16 isole di nuove case. Il
Municipio di Milano si riserva una porzione dell’area per costruirvi il grande edificio scolastico posto oggi
all’angolo tra Via Felice Casati e via Alessandro Tadino, restaurando un tratto di dieci arcate della cinta
settentrionale del Lazzaretto. Prende forma il nuovo reticolo viabilistico, che riporta le denominazioni dei
protagonisti della storia del quartiere come Lodovico Settala (celebre medico ricordato nei Promessi Sposi),
Alessandro Tadino (storico assai citato dal Manzoni), Lazzaro Palazzi (costruttore del Lazzaretto), Felice
Casati (padre cappuccino nei giorni della peste manzoniana). Via San Gregorio traccia ancora oggi la
divisione tra l’area dell’antico Lazzaretto e quella del Cimitero di San Gregorio.
Ma l’intervento di edificazione moderna lascia libera una parte di questa area. Le Opere di Carità di San
Gregorio nascono come moto spontaneo per colmare questa lacuna. Religiosi e laici raccolgono idee e fondi
per costruire la grande chiesa di San Gregorio, che ospiti nel suo sotterraneo le ossa dei morti del Cimitero;
per edificare un Convitto femminile per le ragazze del Pio Istituto per le ragazze sordomute già in Via della
Chiusa, retto dalle suore Canossiane; per dotare il quartiere di un oratorio estivo. Nel novembre del 1903, su
impulso decisivo di Don Luigi Casanova, iniziano finalmente i lavori che nel giro di pochi anni danno all’area
l’aspetto che si può vedere ancora oggi.Nel 1927 in Via Boscovich 38 è ultimata la nuova Casa del
Sordoparlante, donata nel 2002 all’Ente Nazionale Sordomuti, utilissimo centro ricreativo e culturale per
questi nostri cittadini.
Il Convitto femminile è concepito da Don Luigi Casanova come “una casa ampia, ben ventilata, fornita di
vasto giardino”. E così viene costruita, su di una superficie totale di 13.000 metri quadrati, con gli spazi
accuratamente ideati per la crescita civile e culturale delle ragazze sordomute. La destinazione del Convitto a
scuola avviene senza difficoltà, quando nel 1978 la Provincia di Milano lo acquista per trasferirvi gli studenti
dello Schiaparelli. Un cambiamento che non pregiudica la storia di un’interessante area della nostra città.
Enrico Castrovilli
Si veda anche il volume del centenario della scuola: "Istituto Tecnico Commerciale Giovanni Schiaparelli:
Cento anni di storia 1880 – 1989".
La piantina e molte delle informazioni qui ricordate sono tratte dall’ampio articolo di Ottone Brentari
contenuto nella rivista Italia Bella, 7 aprile 1912, Anno V – n. 5. L’articolo ci è stato gentilmente consegnato
da Don Giampiero Gabardi, assistente spirituale della Casa del Sordoparlante di Via Boscovich e già ViceRettore del Pio Istituto dei Sordomuti.
Si ringraziano per le preziose informazioni anche Virginio Castelnuovo, Presidente Provinciale dell’Ente
Nazionale Sordomuti di Milano e il Parroco di San Gregorio Don Enrico Tagliabue, diplomato in ragioneria
allo Schiaparelli.