Allegato sub a) PROGETTO PEDIBUS 2012/2013 … VERSO …

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Allegato sub a) PROGETTO PEDIBUS 2012/2013 … VERSO …
Allegato sub a)
PROGETTO PEDIBUS 2012/2013
… VERSO …
"Buon giorno", disse il piccolo principe.
"Buon giorno", disse il mercante.
Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete.
Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere.
"Perché vendi questa roba?" disse il piccolo principe.
"E' una grossa economia di tempo", disse il mercante.
"Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano cinquantatrè minuti la settimana".
"E che cosa se ne fa di questi cinquantatrè minuti?"
"Se ne fa quel che si vuole..."
"Io", disse il piccolo principe, "se avessi cinquantatrè minuti da spendere, camminerei adagio
adagio verso una fontana..."
Antonie de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe
In un semplice trasferimento dalla sua casa al scuola il bambino può scoprire mondi: raccogliere
sassi di vari colori, calpestare foglie secche, osservare piccoli animali o fogli di riviste con strane
fotografie …
Ognuna di queste operazioni è complessa, ricca di elementi cognitivi, spaziali, affettivi.
Di ogni cosa farà un racconto alla mamma, condividendo con lei lo stupore delle sue scoperte.
Per il bambino spostarsi è un percorso, un itinerario fatto di tanti punti intermedi ognuno dei quali è
più importante del punto di arrivo che rappresenta solo la fine delle scoperte e dell’avventura.
Esattamente il contrario dell’adulto.
«Io», disse il Piccolo Principe, «se avessi cinquantatré minuti da spendere, camminerei adagio
adagio verso una fontana...».
Questo è il Pedibus, un percorso importante più della meta.
E’ importante l’andare … verso …, la scoperta, la crescita, la condivisione con altri bambini che
non sono necessariamente il vicino di casa o il vicino di banco.
Il Pedibus è un’avventura.
Per questo è importante sottolineare questa cosa, assecondando la curiosità dei bambini,
documentandola.
Cosa vedo dal mio Pedibus?
Vedo … un marciapiede, un gruppo di amici che cambia vestiti al cambiare delle stagioni, gli
alberi che mutano colore e forma nei vari periodi dell’anno, auto d’inverno, biciclette e moto
d’estate, una mamma che aspetta un bambino e dopo pochi mesi spinge una carrozzina, …
Mondi da scoprire, dinamici, in divenire, da catturare con scatti della macchina fotografica, e poi
raccontare.
Ogni gruppo Pedibus viene fornito di una macchina fotografica digitale, e invitato a percorrere il
tragitto casa-scuola in modo attento, curioso, osservando quello che lo circonda e catturandolo in
scatti fotografici.
A fine anno sarà organizzata una proiezione degli scatti (selezionati dagli stessi gruppi) che
verranno commentati dai ragazzi.
IL PEDIBUS
Il Pedibus è un progetto che nasce in Danimarca, è attivo in Nord Europa e negli Stati Uniti e si sta
diffondendo in moltissimi altri paesi.
Il Pedibus ha ormai una storia decennale: trova le proprie origini nelle linee direttive e negli
obiettivi indicati nel Progetto 'Città sane' presentato a Ottawa nel 1986 dall'Oms, nella conferenza
mondiale su Ambiente e Sviluppo tenuta nel 1992 a Rio de Janeiro ed in particolare in 'Agenda
XXI' (Programma Globale di Azione sullo Sviluppo Sostenibile), nella 'Conferenza europea sulle
città sostenibili' tenuta ad Aalborg (Danimarca) nel 1992.
Anche nel Comune di Spinea il Pedibus è attivo da alcuni anni, con degli obiettivi importanti:
• educazione temporale – spaziale – all’immagine mediante lo stimolo all’osservazione del
territorio, con la restituzione di quanto osservato con foto-filmati e commenti;
• diminuire la congestione del il traffico e aumentare la sicurezza, esempio di mobilità alternativa
volto al raggiungimento degli obiettivi assunti dal Protocollo di Kyoto
• stimolare negli alunni la sensibilità ambientale attraverso l'impegno personale e diretto a
migliorare la vivibilità del paese, riducendo i fattori di inquinamento
• avvicinare gli studenti alle tematiche della circolazione stradale, con particolare riferimento alla
conoscenza della strada, della segnaletica stradale e delle principali norme di comportamento, ai
fini dell’acquisizione di nozioni legate alla sicurezza stradale
• favorire lo spirito di autonomia nelle Bambine e nei Bambini fornendo loro occasione di
crescita e di responsabilizzazione attraverso l'esperienza dell'andare a scuola a piedi, senza
l'accompagnamento dei genitori e promuovendo l’esplorazione e la conoscenza del
territorio
• consentire alle Bambine e ai Bambini di usufruire di nuove opportunità di fare un po’ di moto
tutti i giorni contrastando le conseguenze della sedentarietà sulla salute
“Prendere” il Pedibus, anziché l’auto, per raggiungere la scuola significa utilizzare un mezzo sicuro
e divertente, che funziona sempre, con il sole e il maltempo, in sicurezza, facendosi nuovi amici,
arrivando a scuola in orario e in salute.
Si impara l’educazione stradale sul campo e si educa la città fornendo un esempio tangibile e
visibile di come si possono mettere in campo azioni positive per migliorare la qualità della vita di
tutti. Si diventa pedoni consapevoli e preparati.
L’IMPRONTA ECOLOGICA:
che misura di piede abbiamo?
Si vuole dare evidenza a quanto l’utilizzo del Pedibus, in termini di gruppo più che individuali,
costituisca un’azione positiva per l’intera collettività, contribuendo al risparmio energetico e a
minori emissioni di agenti inquinanti nell’ambiente.
A fine anno quindi si procederà a “conteggiare” l’impronta ecologica dei gruppi Pedibus, per
valutare le ricadute concrete sull’ambiente e sulla qualità della vita della città.
L'impronta ecologica è la porzione di terreno di cui ha bisogno ciascuna persona per vivere, cioè per
ricavare le risorse che impiega e smaltire i rifiuti che produce.
Il paese con l’impronta ecologica pro capite maggiore è la federazione degli Emirati Arabi Uniti:
ogni cittadino di questo paese necessita di 10,7 ettari per vivere. Segue a ruota il Quatar con 10,5
ettari. Gli Stati Uniti hanno un’impronta ecologica pro capite di 8 ettari, l’Italia di 5. Fra gli stati
con l’impronta ecologica più contenuta vi sono Afghanistan e Bangladesh con 0,6 ettari, seguiti da
Palestina e Malawi con 0,7.
È necessario però introdurre un’altra variabile, cioè quella della carrying capacity, letteralmente la
capacità di carico.
Questo dato è simile a quello dell’impronta ecologica e ci dice quanto suolo un paese può offrire,
cioè a quanto ammontano le sue risorse.
La carrying capacity pro capite dell’Italia è di 1,1 ettari, vuol dire che ogni italiano dovrebbe poter
vivere in uno spazio di queste dimensioni.
Confrontando i due dati, possiamo vedere che la differenza è di 3,9 ettari (5-1,1); in questo caso, si
dice che ogni italiano ha un deficit ecologico di 3,9 ettari, cioè occupa 3,9 ettari in più di quanto il
suo territorio non gli permetterebbe di fare.
I già citati Emirati Arabi Uniti hanno un deficit ecologico di 9,8 ettari, mentre gli Stati Uniti di 4,1.
In Europa, peggio di noi fanno il Belgio con 6,7 ettari, l’Olanda con 6,2 e la Macedonia con 4,2.
Tutti questi paesi sono in uno stato di overshooting, cioè sovrapproduzione e sovra consumo. Molto
semplicemente, consumiamo più risorse di quante il territorio ne possa fornire e produciamo più
scarti di quanti il territorio ne possa smaltire.
In quanto detentori di deficit siamo quindi dei debitori. Ma chi sono i nostri creditori? Tutti quei
paesi la cui impronta ecologica pro-capite è inferiore alla carrying capacity e che quindi non sono in
una condizione di sfruttamento eccessivo del territorio.
Per esempio, gli svedesi hanno un’impronta ecologica di 5,9 ettari e il loro paese ha una carrying
capacity di 9,7, che vuol dire che la Svezia ha una riserva ecologica di 3,8 ettari. Quella della
Bolivia è di 16,3 mentre quella del Gabon è addirittura di 27,9 ettari.
Ciò che avviene è quindi una sorta di scambio: virtualmente (ma spesso anche sostanzialmente) i
paesi in surplus (riserva) forniscono le risorse che quelli in deficit non riescono a produrre e
assorbono gli scarti che essi non riescono a smaltire.
Questo sistema però comporta due grandissime criticità.
La prima è che un simile trattamento è squilibrato e scorretto: non è giusto che i paesi virtuosi, che
consumano poco e hanno uno stile di vita proporzionato, si debbano accollare gli eccessi di quelli in
deficit, finendo per compromettere anche la loro situazione.
La seconda è che questo meccanismo di scambio oltre a essere sbagliato non funziona neanche,
poiché il deficit ecologico globale è in continuo aumento (attualmente è di 0,9 ettari pro-capite).
Una voce importante da considerare è quella della mobilità privata, ed è quello che vogliamo fare
nel valutare gli effetti positivi dell’utilizzo del Peribus.
COSA FAREMO NOI? UN GIOCO DI SQUADRA
Ciascun gruppo sceglie un capogruppo che registra giorno per giorno il numero dei partecipanti al
viaggio (in caso di pioggia la presenza va evidenziata e vale il doppio).
A fine anno verificheremo i buoni risultati ottenuti:
Si valuterà l’impronta ecologica di ciascun gruppo. Il calcolo verrà parametrato al numero degli
alunni complessivi della scuola, considerando quindi positiva l’attività di coinvolgimento di un
maggior numero possibile di bambini.
Il risultato è tanto più positivo quanto più i componenti della squadra sono presenti, e quanto più il
loro numero è significativo rispetto a quello degli iscritti alla loro scuola, in modo da favorire la
sensibilizzazione all’iniziativa.
A fine anno verranno effettuati i conteggi, e verificate le impronte ecologiche dei vari gruppi, per
condividere il grande lavoro fatto dai ragazzi durante l’anno a favore della città.
AZIONI
Durante l’anno i ragazzi dei Pedibus faranno un incontro sul “campo” con un vigile urbano che
percorrerà con loro il tragitto fino alla scuola dando indicazioni e suggerimenti preziosi.
Al termine dell’anno, verrà consegnata la “Patente di pedone e viaggiatore”.
Anche l’Assessore alla cultura percorrerà i tragitti dei Pedibus per raccogliere dai gruppi
impressioni, osservazioni, suggerimenti.
Verranno inoltre coinvolti nel progetto altri attori sociali (es. negozianti che si faranno referenti in
caso di necessità; un fotografo professionista che accompagnerà i Pedibus con suggerimenti
preziosi rispetto alle riprese fotografiche…)
UNA CITTA’ PER TUTTI
La città è di tutti, e deve essere possibile a tutti percorrerla serenamente e i sicurezza.
E’ per questo che si pone particolare attenzione, rispetto ai percorsi Pedibus, all’abbattimento delle
barriere architettoniche, e quindi al pensare, progettare e costruire un ambiente accogliente e
adatto a tutti. Perché dietro a ogni progetto architettonico c'è prima di tutto un'idea di uomo: prima
viene il pensiero, l'elaborazione mentale, la cultura, e poi la realizzazione strutturale.
Una città che pensa un po' di più anche alle esigenze della persona con disabilità è una città
migliore, dove sarà anche più bello vivere.
E quando pensiamo a disabilità non dobbiamo pensare solamente a chi è costretto su una carrozzina
in modo permanente, ma anche semplicemente a chi si rompe una gamba e quindi per un certo
periodo avrà difficoltà nel muoversi che prima ignorava.
L’Ufficio tecnico del Comune di Spinea sta provvedendo a sopralluoghi per verificare lo stato dei
percorsi ed intervenire per l’abbattimento di quelle barriere architettoniche di cui non ci si accorge
normalmente, ma che diventano per il disabile ostacoli insormontabili, e avvilenti.
LOGO PEDIBUS
Viene chiesto ai diversi gruppi di ideare un logo per il Pedibus (disegni rigorosamente su formato
A4).
Tra le varie proposte di logo sarà selezionata quella che rappresenterà il Pedibus a Spinea (scelta
non premiante in termini di migliore-peggiore, ma di efficacia del messaggio ed opportunità
grafica).
I cartelli delle fermate dei Pedibus, e più avanti quelli dei passaggi pedonali che si trovano lungo i
tragitti Pedibus, saranno realizzati con il Logo del Pedibus, dando un forte segno al territorio.
Il logo del Pedibus verrà tradotto anche su adesivi da applicare alle casacche, sulle vetrine dei
negozi amici del Pedibus …
VERSO
Oltre al Logo, viene chiesto ai diverso gruppi di ideare un VERSO (slogan di poche parole) ch
rappresenti gli obiettivi del Pedibus.
Il VERSO più opportuno (in termini di efficacia comunicativa, non si tratta quindi di una selezione
premiante in termini di migliore-peggiore) sarà utilizzato nella cartellonistica del Pedibus e nei vari
mezzi di comunicazione.