Lavori di gruppo nell`ora di Religione

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Lavori di gruppo nell`ora di Religione
DIDATTICA DELL’IRC
Lavori di gruppo
nell’ora
di Religione
Un approccio operativo e graduale
■ Tanto diffusa quanto fallimentare, l’esperienza di far lavorare i ragazzi/e in gruppo incontra – giustamente - alcune obbiezioni:
– come fare un lavoro di gruppo avendo una
sola ora settimanale di lezione?
– come fare perché un lavoro di gruppo non
diventi un pretesto per fare confusione?
Cominceremo sgombrando il campo da alcuni equivoci. Subito dopo ci addentreremo
nella preparazione di un lavoro di gruppo e
nei suoi dettagli.
– Obiettivo: presidiare la dispersione.
Orientamenti
per l’IdR.
Due schede
operative
Maria Grazia Ciravegna
e Francesco Cravero
della continuità (le stesse persone, con un ritmo pressoché stabile, per una durata piuttosto
consistente); un lavoro di gruppo può invece
essere estemporaneo;
• non è un gruppo di mutuo aiuto o sostegno
né una terapia di gruppo né, infine, un approccio psicologico alla classe.
Lavorare in gruppo è...
■
1
2 IDEE - 4 ASSIOMI - 5 VERBI
Lavorare in gruppo non è...
• un comportamento innato, spontaneo, già
acquisito: va appreso e insegnato, insegnato
ed appreso;
• un riempitivo di un vuoto didattico da buttare lì: va scelto e preparato;
• non è lavorare in équipe: l’équipe, o gruppo
di lavoro, presenta i tratti della regolarità e
Dalla messa in comune delle esperienze di
gruppo delle persone, in genere, emergono
questi 4 aspetti o assiomi.
• Lavorare in gruppo è bello: il piacere di
stare insieme.
• Lavorare in gruppo è difficile: la fatica di
mettersi d’accordo, di smussare le proprie
idee, di adeguarsi al ritmo degli altri, di rapportarsi con la diversità (di vedute, gusti, valori, priorità...).
• Lavorare in gruppo è efficace: il gruppo fa
meglio dei singoli (se ha lavorato bene in
quanto gruppo e ad alcune altre condizioni).
• Lavorare in gruppo è dispendioso: di tempo
ed energie (chi fa da sé fa per tre, recita il proverbio; chi lavora in gruppo, invece, ci mette
il triplo).
■
Lavorare in gruppo implica...
■ Lavorare con altri significa mettersi in gioco e questo implica la ricerca di atteggiamenti
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adeguati al contesto e la messa in atto di comportamenti appropriati al compito.
Eccone una rapida sintesi in 5 verbi.
• Partecipare: farsi carico del problema del
gruppo.
• Ascoltare: ritenere importante il contributo
degli altri.
• Sostenere: portare avanti le proprie idee.
• Decidere: trovare modo di concordare:
– cosa fare (obiettivi);
– come farlo (metodi);
– entro quando (tempi).
• Utilizzare le risorse: valorizzare quanto il
gruppo ha a disposizione:
– persone: la ricchezza di un gruppo sta nei
suoi componenti;
– tempo: da far fruttare;
– materiali a disposizione: da non sciupare.
■
A lavorare in gruppo si impara....
■ Come insegnare a lavorare in gruppo?
– Risposta: con molta gradualità.
• Con molta gradualità, un po’ di teoria (sul
lavoro di squadra) e parecchio esercizio.
• Con gradualità e presidiando i punti deboli:
– dispersione: rispetto alle consegne chiare e
precise (cosa);
– dispersione: rispetto alle indicazioni di metodo (come/chi);
– dispersione: rispetto all’attenzione ai tempi (quando).
alcune azioni specifiche.
■ Ecco le quattro mosse che stanno a monte
di un lavoro di gruppo.
• Decidere: quali obiettivi ci si prefigge (perché si intende affrontare un lavoro di gruppo,
come questa attività si inserisce nell’itinerario
formativo in corso, qual è l’apprendimento
atteso).
• Preparare: le consegne da dare ai partecipanti (chiare e precise, mirate e calibrate) e il
lancio-presentazione dell’attività.
• Stabilire: la modalità di formazione ed i
criteri di composizione dei gruppi (come e
quanti).
• Predisporre: un lavoro individuale previo in
modo da arrivare al gruppo «già pensati» e facilitare l’avvio dell’attività comune (diminuire il rischio dispersione iniziale).
■ Ed ecco le tre azioni da attuare alla fine dei
lavori.
• Verificare: chiedere ed offrire riscontri circa l’attività in gruppo (se si è lavorato bene o
male e perché, cosa si poteva fare).
• Valorizzare: fare in modo che il senso di
quanto fatto (obiettivi, risultati e modalità:
«guadagno») sia evidente anche ai partecipanti e dare una qualche continuità al tutto
(basta ripartire da lì alla lezione successiva).
• Valutare: vagliare la possibilità di utilizzare il lavoro a mo’ di verifica (darne comunicazione in anticipo e definire dei criteri di valutazione).
■ Che fare, allora, durante l’esercitazione?
• Presidiare: esserci (con gli occhi aperti e le
dita incrociate).
• Guidare: la fase d’avvio, l’interpretazione
delle consegne.
• Sollecitare: il rispetto dei tempi e la centratura sul compito.
• Inventare: modi di affrontare imprevisti ed
emergenze.
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PRESIDIARE
IL RISCHIO DISPERSIONE
Progettare un lavoro di gruppo
■ Far fare un lavoro di gruppo comporta la
progettazione e la gestione di tre fasi distinte
e differenziate, ciascuna delle quali richiede
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motivare la scelta, scrivere termini e ragioni su
un cartellone).
• Il gruppo deve: operare su un testo (lettura,
comprensione, schema riassuntivo, formulazione di domande per «interrogare» gli altri
gruppi).
• Il gruppo deve: trovare 5 modi per... (cinque
soluzioni ad un problema), poi scartarne tre e
presentare le altre due alla classe.
SUGGERIMENTI OPERATIVI
Il principio della gradualità
■ Saper lavorare in gruppo, abbiamo avuto
modo di dire, non è una competenza innata,
già acquisita: va appresa ed insegnata.
– E il principio fondamentale cui attenersi in
un percorso di apprendimento dell’operare con
altri è la gradualità: si impara un po’ per volta,
andando dal breve al consistente, dal facile all’impegnativo, dal semplice al complesso.
– In questa prospettiva, di lenta progressione,
riprendiamo alcuni dei punti suaccennati.
I compiti progressivi
Gli insegnanti, in genere, hanno la tendenza a sottovalutare la difficoltà dei compiti.
Questi dovrebbero essere come la luna: crescenti e calanti.
• Calanti: presentare, all’inizio, un certo décalage rispetto al saper fare del singolo (le
persone sono già alle prese con il lavorare
con altri, è gioco forza che le altre prestazioni, almeno le prime volte, ne risentano... non
dopo un po’, si intende).
• Crescenti: in ottemperanza al principio della gradualità e in sintonia con la progressione
del percorso formativo.
■
■ Ecco alcuni suggerimenti per iniziare.
• Il gruppo deve: concordare risposte a un
questionario chiuso.
• Il gruppo deve: decidere insieme le soluzioni da fornire ad una serie di item.
• Il gruppo deve: limitarsi ad ascoltare e riassumere (senza concordare) le opinioni espresse dai singoli.
• Il gruppo deve: concordare un’opinione o
una decisione.
• Il gruppo deve: operare all’interno di una lista chiusa (scegliere le parole più importanti e
■ Ed eccone alcuni (generici) per una fase
successiva.
• Il gruppo deve: costruire un oggetto (manualità).
• Il gruppo deve: sviluppare un percorso, un
processo, un progetto.
• Il gruppo deve: ideare e concordare una soluzione ad un problema.
• Il gruppo deve: negoziare con altri gruppi
attraverso dei rappresentanti.
■ Contestualmente all’assegnazione del compito è bene chiarire se l’attività si svolge o meno in competizione con gli altri gruppi (a volte non è male) e se vi sarà o meno (e come)
una valutazione dei lavori.
È in questa occasione che può essere messo in atto il meccanismo (importante e significativo) del lavoro a catena.
• Ogni gruppo svolge una prima fase dell’attività, poi passa il proprio lavoro ad un altro
gruppo (e lo riceve da un terzo) che lo porta
avanti e così via, finché il lavoro non passa a
tutti (meno uno) o non torna «a casa» (oppure: un gruppo svolge il lavoro ed un altro si limita ad apportare dei miglioramenti o ad offrirne una valutazione).
• Se anche la prima volta il lavoro non sarà
perfetto, andrà meglio alla seconda (sempre
che si sia offerta una verifica seria dell’operato), fino a far maturare la capacità di cogliere ed apprezzare l’interdipendenza positiva e i suoi atteggiamenti (che sono poi quelli
del lavorare con altri).
■
Il lavoro individuale previo
■ Una sola indicazione, tanto concisa quanto
tassativa: non si va in gruppo senza una pre-
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parazione individuale (deresponsabilizza le
persone).
Per questo basta, per fare qualche esempio,
che i singoli debbano:
– leggere le consegne per conto loro prima di
trovarsi in gruppo;
– rispondere per scritto a due domande relative al lavoro successivo;
– cercare un’informazione (magari diversa
per ciascuno dei futuri componenti del gruppo) ecc.
– portare dal materiale ad hoc da casa: una rivista, un libro ecc. (il lavoro di gruppo si fa
quando tutti hanno con sé l’occorrente... avere pronte delle lezioni alternative!).
La formazione dei gruppi
Sui criteri
■
Le consegne
Indicazioni chiare e precise, possibilmente
semplici, sono la chiave di riuscita di un lavoro di gruppo.
■
■ Ecco alcuni suggerimenti per prepararle.
• Scriverle (!): prima di tutto per sé (la stesura
obbliga alla chiarezza) e poi, foss’anche solo
alla lavagna, per i partecipanti (perché possano ragionare sul da farsi e per poter verificare in modo tangibile il rispetto o la mancata
conformità al mandato ricevuto).
• Nello scrivere, differenziare graficamente
l’aspetto di contenuto (il di cosa si tratta, il
problema da affrontare) dall’aspetto di metodo (il cosa si deve fare e come).
• Nel mandato ai gruppi è buona norma esplicitare il risultato atteso dall’attività (il prodotto finale del lavoro dei gruppi).
• Nelle consegne occorre inoltre precisare i
tempi di esecuzione.
■ E due trucchi per scriverle.
• Verificare di aver dato tutte le indicazioni
del caso utilizzando come lista di controllo la
regola giornalistica delle 5W (what, when,
where, who, why... & how).
• ...immaginare i destinatari sempre un po’
più citrulli di quanto appaiono (a pensar male... in genere non si sbaglia).
■ Anche se la tendenza spontanea delle persone è quella di formare associazioni affini
(per amicizia o conoscenza, età, competenze,
professione, valori, stile ecc.), i gruppi maggiormente produttivi sono quelli eterogenei
(sono anche quelli che necessitano di maggior
addestramento al lavoro in team).
– Per questo sarà opportuno passare, pian
piano, da un modello associativo spontaneo ad
uno strutturato.
Ecco alcuni ulteriori accorgimenti, semplici ma efficaci.
• Cominciare con gruppi proprio piccoli (3
persone) e tendere a non superare i 7 componenti.
• Preferire gruppi dispari (in caso di impasse
sarà più facile, se opportuno, ricorrere con
successo ad una votazione).
• Rispetto alla variabile sessuale: si formino
gruppi a forte predominanza (2 + 1; 4 + 1 o 3
+ 2; 5 + 2 ecc.)... il sesso in minoranza «punzecchierà» l’altro senza tuttavia sollevare un
conflitto aperto (in genere!).
■
Quanto alle modalità
Evitare di formare i gruppi contando le
persone (si sentirebbero dei numeri!) e ricordarsi di comunicare in anticipo procedura e ragioni della formazione dei gruppi (se no le
persone si sentirebbero maltrattate o manipolate).
■
■ Ecco alcune possibilità alternative.
• Lasciare che le persone si scelgano tra loro
(è meno semplice di quanto si direbbe!).
• Mettere insieme persone già sedute vicine (è
un buon compromesso tra costituzione per
affinità e costituzione arbitraria; funziona come transizione da un modello all’altro).
• Formare i gruppi in base all’interesse… anche per una cosa che non c’entra niente (tutti
quelli che amano la birra; tutti quelli che bevono tè, tutti quelli che... fino a un massimo di
n. persone).
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• Costituire i gruppi su dei criteri oggettivi
(ordine alfabetico, segno zodiacale ecc.).
• Far già trovare scritto, sul foglio delle consegne, il gruppo di appartenenza (evita un
sacco di rogne!).
• Nella misurazione, spesso, è bene tener
contemporaneamente conto del lavoro individuale previo o simili (33%), dei risultati conseguiti dal gruppo rispetto agli altri gruppi
(33%), della qualità del lavoro in gruppo in sé
(33%).
La logistica
■ Una volta costituiti, i gruppi devono riunirsi
nella realtà dell’aula: disporsi intorno ad un tavolo, riunire i banchi, girare le sedie ecc.
• La sistemazione fisica dei gruppi nella classe e dei singoli partecipanti nel luogo loro
assegnato (o da essi individuato) è un aspetto
da non sottovalutare: ha un peso notevole in
relazione alla riuscita dell’attività ed è una
spia piuttosto significativa rispetto a motivazione, coinvolgimento, ruoli.
■ Tre piccole indicazioni a proposito.
• Approfittare dell’occasione per raccogliere
elementi su: capacità di auto-organizzazione
dei gruppi (dispongono banchi e sedie in modo funzionale al compito); atteggiamenti dei
componenti («svaccato/a», bello/a dritto/a, ricurvo/a su di sé); entusiasmo nei confronti
dell’attività (tempo impiegato per organizzare lo spazio).
• Aiutare i gruppi ad organizzare lo spazio,
specie nei primi tempi, suggerendo dei criteri di funzionalità (vedersi in faccia, non essere troppo distanti in modo da potersi ascoltare, poter scrivere ecc.).
• Pensare in anticipo come e dove piazzare i
diversi gruppi.
La valutazione
■ Tre brevissime annotazioni a proposito.
• Comunicare in anticipo se ci sarà o meno
valutazione.
• Chiarire se la valutazione riguarderà la capacità di lavorare in gruppo e/o i risultati ottenuti.
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APPLICAZIONI PRATICHE
Breve sintesi parole chiave
• Lavorare in gruppo è: bello, difficile, efficace, dispendioso.
• Lavorare in gruppo comporta: partecipare,
sostenere, ascoltare, decidere, utilizzare.
• A lavorare in gruppo si impara... con gradualità.
• A lavorare in gruppo si insegna... presidiando il rischio-dispersione.
• Nel progettare un lavoro di gruppo: decidere
(ragioni ed obiettivi); preparare (consegne);
stabilire (formazione e composizione gruppi); predisporre (lavoro individuale previo).
• Durante un lavoro di gruppo: presidiare
(occhi aperti); guidare (avvio dei lavori); sollecitare (rispetto tempi); affrontare (imprevisti ed emergenze).
• Dopo un lavoro di gruppo: verificare (come
si è lavorato); valorizzare (il senso di quanto
fatto); valutare (utilizzare il lavoro come verifica).
• Altro: compiti (calanti e crescenti); lavoro
previo (individuale); consegne (scritte); formazione gruppi (pensarci prima); logistica
(approfittarne); valutazione (avvisare).
• Insomma: gruppi piccoli, lavori semplici e
brevi, consegne scritte e ben congeniate (lavoro di progettazione a monte).
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Primo esempio
APPROCCIO AL LIBRO DI TESTO
■ Premessa: «Svolgeremo una breve attività
in gruppo per prendere contatto con il nostro libro di testo: scoprire cosa c’è dentro e farci
un’idea del programma che ci aspetta».
■ Leggi attentamente quanto segue e fa’
quanto richiesto.
Sfoglia il tuo libro e cerca due immagini
che ti colpiscono particolarmente.
■
– Ora spiega perché: ........................................
............................................................................
.............................................................................
.............................................................................
.............................................................................
Quando hai finito il lavoro, fa’ un cenno all’insegnante.
– Quando l’insegnante darà il via alla seconda parte dell’attività, alzati e gira per la classe
(in silenzio) e cerca due compagni/e che ab-
■
biano scelto almeno un’immagine tra quelle
che hai scelto anche tu.
– Quando li hai trovati/e, siediti vicino a loro e
fate quanto segue.
– (Se non trovi nessuno, fa’ gruppo con qualcun altro).
■ A turno, ciascuno presenta ai compagni/e del gruppo le immagini che ha scelto, dicendo:
– di cosa si tratta
– perché gli è piaciuta
– che titolo darebbe all’immagine
– quale legame c’è tra questa immagine e la
religione, le religioni.
Quando tutti/e nel gruppo hanno presentato le loro immagini, se ne scelgano tre e si affidino, una per persona, a tre persone diverse,
e ciascuna di esse si prepari a presentare rapidamente la propria immagine alla classe,
dicendo di cosa si tratta, perché è piaciuta,
che legame ha con l’ora di religione.
■
Secondo esempio
PANORAMICA SULL’ISLAM
Premessa: «Nelle ultime lezioni abbiamo
avuto modo di approfondire le nostre conoscenze sull’islam. Oggi faremo una piccola attività in gruppo per verificare quanto appreso».
■
■
Scrivi 6 parole tipiche di questa religione.
a)
d)
b)
e)
c)
f)
nuova lista di parole tipiche dell’islam (più lunga è, meglio è) anche aggiungendo termini
che vi vengono in mente in gruppo.
– Disponete i termini individuati in un ordine
che, secondo voi, risponda a una qualche logica (per importanza, per omogeneità, per antichità ecc.).
1) .........................................................................
.............................................................................
2) .........................................................................
.............................................................................
Completata la lista, fa’ un cenno all’insegnante che provvederà a formare i gruppi di lavoro [i primi tre/cinque che finiscono l’attività;
i secondi tre/cinque ecc.].
■
■
Confrontate i vostri elenchi e scrivete una
3) .........................................................................
.............................................................................
4) .........................................................................
.............................................................................
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5) .........................................................................
7) .........................................................................
■ Quando avete finito trasferite il vostro lavoro su un cartellone: elenco e definizioni (potete
aggiungere dei titoletti che spieghino i raggruppamenti che avete fatto).
– Preparatevi ad esporre il cartellone alla
classe.
.............................................................................
■
.............................................................................
6) .........................................................................
.............................................................................
8) .........................................................................
.............................................................................
9) .........................................................................
.............................................................................
10) ......................................................................
.............................................................................
Ora viene il difficile: scrivete accanto ad
ogni termine una breve definizione.
■
Nota: Per l’esposizione, comincerà un gruppo e presenterà un primo termine, poi passeremo la parola ad un secondo gruppo e così
via. «Vince» il gruppo che presenta più termini.
– Se il gruppo ha sbagliato la definizione,
perde mezzo punto; se ha sbagliato il termine,
perde un punto.
■ Valutazione: Ricavare una classifica dal
punteggio raggiunto dai gruppi ed assegnare
i voti di conseguenza.
ELLEDICI:
SUSSIDI PER L’IRC
IL DISAGIO DEGLI ADOLESCENTI
TRA FAMIGLIA E SCUOLA:
DIFFICOLTÀ O RISORSA?
pp. 128, £ 7,23
adolescenti italiani, curata dal Cospes (Centri di
Orientamento Scolastico Professionale e Sociale).
Libro-ricerca di valore scientifico, curato dal Cospes (Centri di Orientamento Scolastico Professionale e Sociale) in cui il giovane è descritto nel rapporto con due contesti importanti del
suo sistema di relazione.
GIUSEPPE CIONCHI
DIDATTICA DELLA RELIGIONE
pp. 264, £ 12,39
BRUNO RAVASIO
LE DUE ADOLESCENZE
pp. 256, £ 11,36
Come aiutare gli adolescenti dei due sessi a
costruire una specifica identità di genere e, nello stesso tempo, come favorire un loro avvicinamento senza che ciò significhi confusione? Il
tema è affrontato con chiarezza e competenza,
dal punto di vista psicologico ed educativo.
L’ETÀ INCOMPIUTA
pp. 416, £ 18,08
Una ricerca sulla formazione dell’identità negli
Un sussidio pratico, una miniera di riflessioni e
proposte didattiche per i diversi tipi di scuola
statale.
FRANCESCO CRAVERO
L’INCHIESTA
pp. 272 + videocassetta, £ 18,08
Solo libro £ 11,88
Materiali per un’indagine su Gesù di Nazaret.
Il sussidio è composto dalla videocassetta del
film L’inchiesta di Damiano Damiani – che racconta l’indagine di un ufficiale romano sulla
«sparizione» del corpo di Gesù – e da un volume che aiuta i giovani a redigere un vero e proprio «verbale d’inchiesta» su Cristo.
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