Sassolino n 6.qxd - Comune del Parco di Braida
Transcript
Sassolino n 6.qxd - Comune del Parco di Braida
il MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA, ANNO 1 N° 6 - NOVEMBRE 2005 Distribuzione gratuita sasso lino S C R I V E R E D I S A S S U O L O LA DROGA E SASSUOLO il punto “La droga e Sassuolo” perché, come raccontano le forze dell’ordine “numerose attività investigative hanno avuto come esito il territorio di Sassuolo quale zona di confluenza di traffici illeciti”; perché anche qui si registra un incremento degli utilizzatori di cocaina e perché, parola di ex consumatore intervistato, “la ‘polvere bianca’ è oramai normalità, non più trasgressione”; perché nella percezione di molti giovani delle nostre parti “quasi un ragazzo su tre fuma canne senza problemi”. Abbiamo cercato di capirne di più. ALLE PAGINE 2-3-4 Pierangelo Cannabis Ottobre 2002 - Novembre 2005: più di tre anni senza Pierangelo Bertoli... …ovvero senza uno dei più importanti cantautori italiani. Ma tre anni anche senza Pierangelo ‘uomo’: Bruna, la moglie, ed Alberto, il figlio, ci hanno splendidamente raccontato di Pierangelo ‘persona’, del “suo aver saputo conservare l’innocenza”, della sua determinazione, delle storie sul suo ‘caratteraccio’, “dei fans che non lo dimenticano mentre qualcun’altro sì”. All’interno, anche un resoconto completo della sua discografia e la presentazione del tributo a lui dedicato. Tre anni. Eppure, e per fortuna, la sua forza soffia ancora. ALLE PAGINE 6 E 7 All’interno • parliamone Proposte per traffico e centro storico • rubriche Classica e Chill out, Fumetti • sport “San Giorgio” Volley, Tiro con l’arco • recensioni Amitrano, Ry Cooder, Tim Burton • hobbies Découpage pittorico IN RICORDO DI DANILO PIFFERI “Il Sassolino” saluta Danilo Pifferi, uno degli ultimi pionieri della ceramica da poco scomparso, attraverso le parole di Fabio Panciroli. Pierangelo Bertoli durante un concerto del 1984 Aut. Pubbl. Sanit. del 30/08/2005 prot.30740 A PAGINA (foto concessa da Alberto De Santis) LA. DE. SA. AMBULATORIO PRIVATO ODONTOIATRICO 043-A REGISTERED TO ISO 9001:2000 NO. 70580B Dir. San. Dott. Davide Fagandini, Odontoiatra VIA FELICE CAVALLOTTI, 132/a - 41049 SASSUOLO (MO) - TEL. 0536/980499 - FAX 0536/980493 - E-mail: [email protected] 7 il sasso lino il punto “Il 90% di chi spaccia è straniero. Ma chi compra è italiano” Parla Francesco Panetta, Dirigente del Commissariato di Sassuolo e Vice Questore aggiunto E’ alla guida del Commissariato di Polizia cittadino da un lustro, dopo l’esperienza “difficile e stimolante” del servizio a Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, dove la quotidianità era ben altra, legata alla dura lotta con le cosche mafiose. Tra le priorità che Francesco Panetta deve affrontare a Sassuolo, invece, sta certamente l’impegno contro il traffico locale di droga. Abbiamo provato ad approfondire la questione. -Spaccio e uso di sostanze stupefacenti. Dottor Panetta, come definirebbe la situazione sassolese? Un nervo scoperto. Il nostro è un contesto che presenta molte criticità e numeri importanti, se riferiti ad una DENUNCIATI A ARRESTATI TOTALE 5 42 47 8 23 31 PIEDE LIBERO 2004 2005 (al 31/10) realtà delle dimensioni di Sassuolo. -Numeri che a suo parere derivano da qualcosa di particolare? Premetto un dato fondamentale che riguarda gli ultimi due anni: circa il 90% dei fermi a seguito di reati di spaccio e detenzione di droga è costituito da cittadini extracomunitari. Capita pure di arrestare soggetti e poco dopo ritrovarseli nel territorio a delinquere e per questo rifermarli; naturalmente operiamo nei termini di legge. -Una notevolissima percentuale di stranieri, dunque: viene spontaneo pensare al “triangolo” tra Via San Pietro, Via Circonvallazione e Via Adda… Alcuni numeri della lotta al traffico degli stupefacenti a Sassuolo (dati Polizia) L’altissima quantità e densità di extracomunitari in quella zona ma soprattutto la peculiare struttura di alcuni ben noti palazzi, costituiscono un’opportunità logistica importante per chi spaccia e una difficoltà oggettiva per chi vuole reprimere: i numerosi appartamenti, le scale, i corridoi possono rappresentare nascondigli e vie di fuga. Ed in quelle condizioni si sono registrate anche diverse aggressioni ai danni dei poliziotti. -Lo sgombero del palazzo di Via San Pietro 6 ha quindi mutato qualcosa? Ha rappresentato un risanamento obiettivo della zona, sia per quanto riguarda lo spaccio che per altre attività criminose ad esso legate, come le non poche rapine nei confronti di ignari passanti o degli stessi tossicodipendenti. Nel complesso, comunque, gli ultimi anni hanno visto una transizione verso modalità di spaccio meno plateali rispetto al passato, quando quasi provocatoriamente si agiva con tran- “Sempre più ‘traffici’ passano da Sassuolo” Il Dirigente della Squadra mobile di Modena, Amadeo Pazzanese, racconta di come la nostra città “si presti” sempre più allo spaccio di stupefacenti La diffusione delle droghe negli ultimi decenni costituisce, anche a Sassuolo, non solo un grave problema sociale ed umano ma anche una sfida costante per le Forze di Polizia impegnate nella lotta al traffico degli stupefacenti in tutta la provincia. La Squadra Mobile della Questura di Modena è impegnata nell’azione antidroga su un duplice fronte: sia di segnalazione alla Prefettura degli assuntori di sostanze stupefacenti che di repressione a ciclo continuo. “Negli ultimi anni Sassuolo ha assunto progressivamente un ruolo di primo piano nello spaccio e consuno di droghe - ha detto Amedeo Pazzanese, Vice Questore Aggiunto e Dirigente della 2 Cocaina sul tavolo Squadra Mobile-. E lo dimostra il fatto che numerose attività investigative condotte dalla Polizia in tutta Italia hanno avuto come esito il territorio di Sassuolo quale zona di confluenza di traffici illeciti”. Un ruolo favorito anche dalla vicinanza con la città di Modena che, per la posizione geografica posta all’incrocio di due importanti assi di comunicazione (nord-sud per il Brennero, est-ovest per l’Autosole), rappresenta un mercato appetibile per i venditori di droghe di ogni tipo. Un fenomeno riscontrato dalla polizia investigativa modenese negli ultimi dieci anni è stata la “migrazione” di alcuni componenti della malavita locale dal comune di Modena a quello di Sassuolo. “A seguito delle pressanti azioni repressive - continua Pazzanese - attuate dalle forze dell’ordine negli ultimi anni a Modena nelle aree “calde” dello spaccio di droga (via Attiraglio, fascia ferroviaria, via Emilia Ovest) gruppi di spacciatori, italiani e stranieri, che abita- vano in quelle zone, hanno scelto Sassuolo come luogo di residenza. Infatti Sassuolo è l’unico comune, tra quelli della provincia di Modena, che presenta edifici (come il condominio di via San Pietro 6 nel quartiere di Braida o quello adiacente alla Coop di Mezzavia) equivalenti agli stabili di via Attiraglio e via Emilia Ovest 336 a Modena, sia per tipologia abitativa che per composizione sociale dei residenti. Luoghi di degrado che si prestano particolarmente ad attività illecite”. LAURA CORALLO quillità anche di giorno e per la strada: oggi, i più hanno capito che tenere la droga in tasca è un rischio troppo alto e preferiscono occultarla un po’ ovunque. - A quali tipi di stupefacenti fa riferimento, soprattutto? Circola sempre meno eroina. Al contempo aumenta il giro di cocaina e hashish. Quest’ultimo trova consumatori già a partire dai 14/15 anni. Per quanto riguarda la cocaina, alla prevalente modalità di consumo orale si affianca sempre più l’assunzione della sostanza fumata o iniettata in vena: oggi anche i tossicodipendenti “storici” la preferiscono all’eroina. In genere queste sostanze arrivano nel sassolese da Marocco, Spagna e Olanda attra- verso il traffico milanese. - Si può tentare di disegnare un profilo del compratore/consumatore delle nostre parti? Se il 90% di chi vende è straniero, oltre il 90% di chi compra è italiano… - Una simmetria praticamente perfetta… Ultimamente abbiamo fermato per reati legati all’acquisto e all’utilizzo di droga, tutte persone provenienti da fuori Sassuolo (13 nel 2004; 11, ad oggi, nel 2005). Molti dalle colline, dal reggiano, dal mantovano… - E i sassolesi? Sono solo più scaltri: il “residente” ci conosce ed utilizza canali cittadini diversi. MARCELLO MICHELONI IL SASSOLINO SCRIVERE DI SASSUOLO Direttore Responsabile: Laura Corallo Redattore: Marcello Micheloni In Redazione: Chiara Dini, Andrea Magnani, Marco Mazzacani Hanno collaborato a questo numero: Mirella Barchi, Mirco Bertolini, Gloria Campioli, Diego Cuoghi, Enrico Ergelini, Stefano Landini, Marco Morrone, Fabio Panciroli, Gabriella Rossetti, Giuseppe Sofo, Lucio Vallisneri, Lara Vella, “Incontri Editrice” Ideazione grafica Anna Anselmino ([email protected]) Impaginazione Rossella Tabaroni Illustrazioni del “Sassolino”: Silvia Casamassima Stampa: Litostampa “La Rapida” s.n.c., Via Garibaldi 1/a, Casalgrande (RE) Edito e distribuito da: Associazione Culturale “Il Sassolino” Registrazione Tribunale di Modena N. 1743 del 14/4/2005 IL SASSOLINO si può trovare anche nelle seguenti edicole: • Edicola di Piazza Garibaldi (Piazza Piccola) • Edicola “Rivi Sauro”, c/o Stazione per Modena • Edicola “Saia Roberto” di Piazza Martiri Partigiani • Edicola “della Posta”, Piazza S.Paolo 22 (Braida) • Edicola “Venturelli Maurizia” di Via Peschiera • Edicola “Cervi” di Via Indipendenza (Parco) • “Due Chiacchiere”, Via Montanara 69 (Pontenuovo) • “Venus”, c/o Centro commerciale “Panorama” • Edicola “Spattini Mirella” di Via Circonavallazione Sud 31 (Rometta) • Tabaccheria Edicola “Baccarani Paola”, S. Michele • “Le Cafè”, Via Radici in Piano 16/a, Veggia • Tabaccheria Edicola “Termanini”, presso Stazione per Reggio • Edicola “di Via Mazzini”, Via Mazzini 283 • Edicola “Mareggini Marina”, Via Braida 301 • Edicola “Bronzati Loris”, Via Rometta 36 • Tabaccheria Edicola “Ferrari Omar”, Via Radici in Piano 108 • Tabaccheria “Sandra”, Via Radici in Piano 546 • Edicola Cartoleria “Valentina”, Via Ancora 236 (strada per Magreta) • “L’edicola” di Frigieri P., via San Francesco 201 (Fiorano) ... e altre per le tue inserzioni pubblicitarie 347.9104236 o 346.2128146 [email protected] il sasso lino il punto “Cocaina: un tempo per trasgredire, ora è la normalità” Un ex consumatore di ‘coca’ ci parla della sua esperienza e di come vede cambiate le abitudini dei consumatori di oggi Si parla tanto di emergenza droga, anche a Sassuolo. Una cosa è certa: i tossicodipendenti anni ‘70 e ‘80, soprattutto eroinomani, che circolavano di nascosto nei giardinetti o nei parchi delle città con lacci e siringhe in mano sono ormai scomparsi. Ma, paradossalmente, la realtà attuale è molto peggio: ora chi consuma sostanze stupefacenti si sente normale. “Qui a Sassuolo le droghe, Kit per cocaina soprattutto lo spinello e la cocaina, sono sempre state molto diffuse - ci racconta Luca (nome di fantasia), sassolese di 30 anni, ex consumatore di cocaina - soprattutto nelle grandi compagnie. Oggi si trovano e si consumano ovunque, a scuola, nei locali, con gli amici in compagnia. Fino a quindici anni fa la droga più sperimentata a Sassuolo era l’ecstasy. Io l’ho consumata assiduamente dai 18 ai 23 anni, perché era una droga a buon mercato e la usavano tutti in discoteca. La cocaina era invece la droga di lusso e consumata prevalentemente dai ceti sociali più agiati: un grammo di polvere bianca di qualità superiore poteva costare anche 300mila lire. Da qualche anno invece a Sassuolo la cocaina è meno costosa ed è diventata la sostanza preferita dalla maggior parte dei giovani: costa dai 70 euro per mezzo grammo a 100 euro per un grammo. Certo, è un consumo occasionale - continua - circoscritto al fine settimana quando, con gli amici ci si trova a cena oppure prima di andare in discoteca. Sono poche le persone che conosco che la usano anche durante la settimana. Ritengo che la diffusione così eclatante della droga a Sassuolo sia da ricondurre al benessere diffuso e all’ampia disponibilità economica, anche dei giovanissimi. La cocaina fa male, ma è diffusa perché toglie i freni inibitori, ti aiuta a socializzare e a comunicare con gli altri. Ma quello che, crescendo, ho capito in questi anni, è che ci si avvicina a queste sostanze soprattutto per superare la noia e riempire un vuoto interiore. Ma se le abitudini non sono cambiate è però mutato l’atteggiamento verso il consumo di queste droghe: quando ero più giovane, il consumo di sostanze rappresentava comunque una trasgressione, un segreto da non svelare perché eravamo consapevoli di agire in modo sbagliato – conclude - . Ora invece, soprattutto tra i 14/15enni, ho notato che consumare cocaina non è una trasgressione ma un inevitabile motivo di vanto, che ti fa sentire grande” LAURA CORALLO Due amici, un’intervista e lo spinello Due ragazzi di Sassuolo ci parlano del loro rapporto con le ‘canne’ e con altri tipi di droga: “Almeno una volta hanno provato quasi tutti” Manuele – “Da quando c’è l’euro, oltre alla verdura sono aumentati anche i prezzi delle canne: l’hashish ‘normale’ al grammo costa 4/5 euro; il ‘nero’ circa 8. Di ‘maria’ (marijuana, ndr) ne gira poca…” In fatto si stupefacenti, quelli che nello specifico alcuni chiamano “leggeri”, Manuele, 20 anni a dicembre, sa abbastanza il fatto suo. Quando a lui ed ad Alberto, 17 anni, è stato chiesto se volessero fare questa intervista con i loro nomi di battesimo ci è stato risposto che “va bene, tanto il problema di essere riconosciuti non si pone: sono tantissimi quelli che fumano ‘canne’. Ad occhio -raccontano- crediamo che dai 16 anni in su solo 1 su 20 non abbia mai provato. E quasi 1 su 3 lo fa regolarmente senza problemi.” Regolarmente? Manuele – “Nel senso che per molti è un modo per divertirsi come un altro senza il rischio di rimanerci in mezzo” Per “rimanerci in mezzo” intendi diventarne dipendente, immagino. Manuele – “Esatto: c’è chi non riesce a fare a meno di alcune canne al giorno, ma sono pochi. Io ne posso fumare anche 4/5 alla settimana, ma ci sono periodi interi in cui non le tocco.” Alberto – “Confermo: i ‘robbosi’ veri sono pochi”. …robbosi? A – “Sì, robbosi, che sono ‘in robba’, costantemente mosci per gli effetti che danno le canne”. E tu lo sei mai? A – “Io proprio no. Non ho mai provato e non è nelle mie intenzioni farlo. I miei amici dicono che è una ‘figata’, ma secondo me è sbagliato. E poi ho paura che potrebbe venirmi voglia di passare ad altro, a qualcosa di più pesante: ho una volontà forte, ma è meglio non rischiare.” Cosa pensi dei tuoi amici che invece ‘fumano’? A – “Se uno non arriva all’eccesso non mi dà fastidio. Li mollerei subito, invece, se diventasse la loro prima ‘occupazione’.” Nella vostra compagnia girano anche altre droghe? M – Beh, sì, e dipende tantissimo dagli ambienti che si frequentano. In alcune discoteche quasi la metà dei ragazzi non passa la serata senza ‘paste’ (pasticche, ndr): si va dai ‘trip’, mezzi allucinogeni, all’ecstasy, che ti carica. Costano dai 10 ai 20 euro.” Mai provate? M – “Le proverei se fossi sicuro al 100% di non avere conseguenze sulla salute: mi piace fare esperienze. Ma il rischio invece c’è…” E la ‘coca’? M – “Nella nostra compagnia ne gira poca. Io l’ho provata una volta. Ma anche lì se uno è ‘preso’ male c’è pericolo che diventi un’abitudine.” Le ragazze, in particolare, che rapporto hanno con le droghe? A – “Penso siano più portate ad esagerare. Sicuramente non sono loro ad andarsele a comprare, ma poi se in una serata iniziano, vanno giù più pese di noi.” Cosa ne pensate delle proposte volte a legalizzare certi tipi di droga? M – “Io sarei favorevole: è chiaro che se uno ha fumato canne è pericoloso, per dire, mentre guida la macchina tanto quanto uno che ha bevuto. Ma credo che la piaga legata allo spaccio sia maggiore e che la legalizzazione delle droghe leggere possa aiutare a combatterla. Per quelle ‘pesanti’ invece no: sarebbe troppo complicato gestire il discorso.” MARCELLO MICHELONI Fiori di cannabis Via Menotti 79 - Sassuolo (Mo) - Tel. 0536 800663 3 il sasso lino il punto Il Questore: “Sulle droghe, il silenzio uccide” Pansini: “E’ un errore minimizzare: oggi la droga costa meno, si consuma in ogni occasione e colonizza fasce d’età sempre più acerbe” Più informazione sui pericoli delle droghe. La prevenzione è infatti l’unico rimedio per contrastare la preoccupante diffusione dell’uso di sostanze illegali tra i nostri giovani. E proprio attraverso il binomio educazione – legalità il Questore di Modena Benedetto Pansini porta avanti dal 2003, con l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Modena e la Provincia, progetti di educazione alla legalità nelle scuole medie e superiori per coscientizzare e far riflettere ragazzi e genitori in materia di tossicodipendenza, in tutte le sue forme. Un problema che il Questore ha sintetizzato con una frase molto dura: “Il silenzio uccide”. “La scuola è il luogo privi- legiato per promuovere e difendere la cultura della legalità e della sicurezza ha detto il Questore - . E’ un errore minimizzare il problema della droga: oggi costa meno, si consuma in ogni occasione e colonizza fasce d’età sempre più acerbe. Studi scientifici dimostrano come dietro l’uso dello spinello si celi il primo approccio con il mondo della droga. Infatti se è vero che il consumo degli spinelli non è necessariamente l’anticamera al consumo di droghe pesan- ti, è invece una realtà che tutti quelli che hanno sperimentato l’eroina hanno iniziato con le “canne”. Inoltre negli ultimi anni si è spezzato il triangolo drogamusica-contesto che costituiva “l’ambiente” di iniziazione all’uso delle droghe. Oggi è rimasta solo la droga, che molti consumano anche da soli, in casa. Ritengo sia necessario affrontare il problema unendo le forze di tutte le istituzioni, politiche e private, senza distinzioni politiche o ideologiche - con- clude il Questore -. Nessuna aggregazione sociale può affrontare un problema se non lo riconosce come tale. Per questo occorre una maggiore attenzione anche alle politiche giovanili per esempio pensando a luoghi di aggregazioni per i giovani che, sull’esempio del vecchio “oratorio” diventino luoghi non solo di incontro, di formazione ma anche di dialogo per i giovani e le famiglie”. LAURA CORALLO Consumatori di cocaina in aumento I dati del SerT parlano di sempre più utenti della ‘polvere bianca’ Un indicatore della dimensione del fenomeno ‘droga’ a Sassuolo è il numero dei soggetti seguiti dal SerT (Servizio Dipendenze Patologiche) del distretto nell’anno 2004. Claudio Annovi, responsabile del SerT di Sassuolo, conferma la crescita dei consumatori di psicostimolanti (cocaina, anfetamine ecc.) che accedono al Servizio. Nel 2004 sono stati 56 i nuovi accessi, un quarto dei quali consumatori della “polvere bianca”. Percentuale comunque in costante aumento. “Lo scorso anno si è evidenziato un incremento del numero di utenti che utilizzano quale sostanza primaria la cocaina, accompagnato da una riduzione del numero di consumatori di eroina ed oppiacei che si rivolgono al servizio, a conferma di un trend in atto negli ultimi anni su tutto il territorio nazionale” - ha spiegato Annovi. - “I trattamenti complessivi attuati dal servizio lo scorso anno sono stati 645 e hanno coinvolto 246 consumatori di sostanze illegali. Da sottolineare che una quota consistente dei nuovi accessi che arriva dalle segnalazioni della Prefettura che, sulla base dell’art. 75, prevede l’invio ai servizi di chi viene fermato in possesso di sostanze stu- pefacenti e che sceglie di seguire un percorso di trattamento. Di questi nuovi utenti segnalati dalla Prefettura il 2% sono eroinomani, il 63% consumatori cannabis e il 40% cocainomani. I dati sono preoccupanti ma probabilmente non rispecchiano la realtà in quanto è verosimilmente alto il numero dei consumatori che non si rivolgono al SerT, proprio perché non si ritengono tossicodipendenti. Un quarto dei giovani sperimenta droghe leggere dice e si è abbassata l’età di sperimentazione delle droghe. Infatti la cocaina è una sostanza ormai diffusa tra i giovani e facilmente Stupefacenti sequestrati dal Commissariato sassolese reperibile a costi contenuti sul mercato - continua Annovi -. Un’emergenza che ha aperto un nuovo filone di ricerca all’interno del SerT attraverso l’individuazione di percorsi di accesso individualizzati in grado di rispondere più efficacemente ai bisogni di questa tipologia di utenza. Sul versante della prevenzione nel 2004 sono proseguiti gli interventi nelle scuole superiori del Distretto dove complessivamente 1.121 studenti e 46 classi sono stati coinvolti nella realizzazione dei progetti Droga, alcol e guida sicura, Prevenzione deicomportamenti d’abuso e Smoke free class competition.” L. C. Il Sassolino direttamente sulla tua e-mail Scrivici per essere aggiunto alla “mailing list” e ricevere gratuitamente ogni mese la rivista in formato PDF MONTERMINI SCAVI di Nuber Montermini SCAVI TRASPORTI URBANIZZAZIONI 4 Via A. Secchi, 8 - 42013 Casalgrande (RE) Tel. 0522.846365 Cell. 348.2711090 [email protected] aiuti impegno progetti per l' Africa © www.kumbe.org il sasso lino parliamone Opinioni in merito ...e in demerito “Centro: un nuovo parcheggio per i residenti e tolleranza zero con i furbi” L’opinione dell’ex consigliere Susanna Stampa per risanare il Centro Storico di Sassuolo Far risorgere il centro storico di Sassuolo. Potrebbe non essere solo un sogno. Susanna Stampa, ex consigliere comunale, lancia un appello affinché le istituzioni affrontino il serio problema del traffico selvaggio e della mancanza di parcheggi in centro storico, con una proposta già contenuta in un Ordine del Giorno relativo al traffico in centro da lei presentato nell’aprile del 2000, approvato ma mai applicato dalla giunta. “Tutti conosciamo il degrado del centro storico -ha detto Susanna Stampa-. Nonostante la presenza di aree ZTL, troppe auto (sia autorizzate che in plateale violazione del divieto di transito) passano per il centro impedendo ai pedoni, in particolare anziani, bambini e portatori di handicap, di transitare in condizioni di sicurezza (ad esempio in via Cavallotti). In più, auto parcheggiate senza permesso nelle vie del centro, in particolare via Garibaldi, via Menotti, via Clelia, che sostano per giorni interi muniti di permesso di solo transito o sosta breve. Per questo ritengo necessario l’azzeramento dei permessi per lo ZTL ed una loro ridistribuzione con criteri di trasparenza ed efficienza, intensificando l’attività di vigilanza e repressione nei confronti sia dello scorretto uso dei permessi rilasciati che degli accessi non consentiti. Un centro vitale non è un centro trafficato – continua - . Quindi non più auto in centro ma progettare un parcheggio esclusivo per i residenti che non posseggono il garage e per i commercianti. In questo modo i residenti sarebbero incoraggiati a ristrutturare le loro abitazioni in centro, contribuendo a valorizzarlo. Ritengo altresì urgente ripensare seriamente alla realizzazione di parcheggi a silos o interrati in alcune zone strategiche della città per chi si dirige in centro. La mia idea è questa: allargando la ZTL a tutto il centro si valorizzerebbero come cerniera naturale i due nuclei storici della nostra città: piazza Garibaldi e Piazza Piccola. Inoltre la chiusura totale di Piazza Grande consentirebbe la formazione di un anello di transito pedonale (che comprenderebbe Piazza Piccola, Grande, Piazzale della Rosa, Rocca, via Peschiera,zona Parco, via Felice Cavallotti). Sono convinta che la chiusura del centro non danneggerebbe i commercianti: lo dimostra il “Sassuolo, quanti degradi ” Dispiace quando sentiamo parlare male della nostra città. Un cittadino si sente in diritto di farlo, se è il caso, ma quando è qualche “forestiero” a criticare sembra quasi di essere colpiti in un affetto, e la cosa fa male di più. Ultimamente infatti è successo di ascoltare commenti pesanti su Sassuolo, uno tra tutti quello di Gianni Mura che a Verona, presentando le poesie di Emilio Rentocchini, si chiedeva come fosse possibile che opere così belle siano nate in un posto tanto brutto e diceva che Sassuolo per Rentocchini è come la gobba per Leopardi. In effetti arrivare a Sassuolo da fuori a volte è traumatico: impressionante, traffico code di camion, incroci intasati... E fosse così solo la periferia. Invece anche arrivando verso il centro le cose non migliorano. Uno dei comparti più degradati è sicuramente quello tra le due stazioni. Ormai non ci si indigna nemmeno più perché si è fatta l’abitudine, ma provo lo stesso a segnalare il problema che si crea nei momenti di traffico più intenso ad uscire da Piazza Libertà su Via Radici. Troveremo da sinistra la fila di auto che provengono da Reggio e saremo impossibilitati ad immetterci su Via Radici a causa di un’altra fila di auto in sosta. Tutte parcheggiate in zona vietata, fino a pochi metri dall’incrocio con Via Menotti (ma a volte proprio fin sotto al semaforo). Sono i clienti degli esercizi commerciali che si affacciano su quei 50 metri di strada. E nel frattempo la fila di auto che devono svoltare si allunga, prende tutta Piazza Libertà, arriva a volte fino a Viale San Giorgio. E’ finita? No, a parte la vista di quell’edificio che sembra in costruzione o in demolizione da trent’anni, eccoci di nuovo a schivare le auto in sosta vietata, questa volta parcheggiate in doppia fila da entrambi i lati della strada. La domanda sorge spontanea: “Ma dove sono i vigili?” Perché non li si vede mai in questo tratto di strada, che è il più caotico di Sassuolo? Ma anche il centro, perfino quella piccola parte definita “ZTL”, appare come “terra di nessuno”. Si sente parlare fatto che nei giorni di mercato e nelle fiere di ottobre, quando il centro è chiuso alle auto, c’è tanta gente. Quindi non è la libertà di parcheggiare in centro che vivacizza ma le iniziative e l’immagine di un centro valorizzato e curato, come accade in altre città come Modena e Reggio Emilia. Invito il Sindaco Graziano Pattuzzi, l’assessore Stefano Cardillo che ha progettato Sassuolo come una città per i bambini, Luciano Vecchi e Claudio Lodesani, due noti ambientalisti, ad affrontare seriamente il problema.” LAURA CORALLO (foto Brandoli) Lo “sfogo” dell’architetto Cuoghi: “Traffico impressionante, regole non osservate, vandalismi” ultimamente dell’idea di pedonalizzare il centro storico il sabato e la domenica. Io credo che sarebbe una grande conquista se già adesso, e tutti i giorni della settimana, venissero applicate le regole che ci sono, senza paura di scontentare quelli che si sono abituati a fare quello che pare a loro, e che danneggiano in questo modo la città e i cittadini. A proposito di danni. Ho letto che Sassuolo è una delle città dell’Emilia con il più alto tasso di vandalismo contro l’arredo urbano. In tanti si saranno sicuramente accorti, passando per i parchi Ducale e Vistarino, che non si fa in tempo a sostituire un cestino o un cartello o un faretto danneggiato che già lo si trova di nuovo fracassato, divelto, spaccato. Che perfino quei piccoli bunker rasoterra dell’illuminazione del Parco Ducale sono stati sradicati e le panchine sfondate. Preso atto che è impossibile un controllo durante le ore notturne di tutti questi posti “a rischio”, non sarebbe il caso di rivedere la scelta del design e dei materiali di questi oggetti d’arredo? I cestini in stile ottocentesco con fregi e forellini a forma di trifoglio saranno forse carini ma sono anche fragilissimi, attaccati al paletto con un pezzo di lamierino sottile e due viti traballanti. Non sarebbe meglio passare a manufatti più solidi e robusti, resistenti agli ormai endemici vandalismi? Per una amministrazione pubblica che deve rispondere alle esigenze dei cittadini, il “bello” dovrebbe essere ciò che si rivela funzionale e soprattutto durevole. DIEGO CUOGHI Architetto I SUPERMERCATI PER ANIMALI DELLA TUA CITTÀ 800-282999 VASTISSIMO ASSORTIMENTO ALIMENTI - ACCESSORI IGIENE - INTEGRATORI - ANTIPARASSITARI OFFERTE MENSILI A ROTAZIONE SU TUTTI I PRODOTTI “TESSERA FEDELTÀ” con sconti su tutto l’assortimento 5 AMPIO E COMODO PARCHEGGIO Via Peschiera 144 (ang. Via Palestro) - SASSUOLO - Tel. 0536.812919 il sasso lino culture e spettacoli parole, pensieri, nani e ballerine “Grazie a Voi, che non dimenticate il mio principe azzurro” “Ci sono persone che, nonostante l’età, riescono a conservare dentro di sé un dono prezioso che la vita regala a tutti i bambini, siano essi bianchi, neri o gialli, belli o brutti, ricchi o poveri. Questo regalo è la capacità di STUPIRSI, il senso della MERAVIGLIA. E’ quel sentimento che illumina l’uomo e lo fa sentire felice, coraggioso, forte nella capacità di spingersi più avanti per guardare oltre le barriere dell’apparenza, libero di poter godere della propria fantasia e creatività, consapevole che la vita, comunque sia, vale la pena di essere vissuta e condivisa. Quando ero piccola ho sempre saputo che un giorno avrei sposato un principe. C’è poco da ridere! Ne sono sempre stata certa ed infatti il 12 Giugno, in una frazione della mia piccola città, denominata “Il Buco del Signore”, lui è arrivato. Non gli mancava niente, era bello come il sole con gli occhi azzurri e anche il suo cavallo, d’acciaio, con quattro ruote, ma i tempi, si sa, cambiano e anche le favole si aggiornano. Ci siamo detti subito SÌ ed è stata una gran bella storia. Ed è a voi, che, come Angelo, avete saputo conservare l’innocenza, l’ingenuità e la fiducia che ogni bambino porta nel proprio cuore che mando un grosso bacio, ringraziandovi di esserci stati e di continuare ad esserci”. Bruna La discografia Nel suo viaggio nel panorama musicale, Pierangelo Bertoli ha firmato numerosi album e partecipazioni. Il tutto inizia nel 1974 e da due dischi come Rosso colore dell’amore per le Edizioni del vento rosso e l’autoprodotto Roca Blues, ristampato su Cd nel 2001. Nel 1976 arriva tramite Caterina Caselli all’etichetta Ascolto, poi assorbita dalla CGD, per la quale incide Eppure Soffia. L’album contiene canzoni che rimarranno tra le più conosciute: in assoluto proprio Eppure soffia ma anche Sera di Gallipoli e Per dirti t’amo. Il 1977 è l’anno de Il centro del fiume. Da ricordare, oltre al pezzo che dà il titolo all’album, Rosso Colore, una delle canzoni simbolo della carriera musicale di Pierangelo. Dell’anno dopo è S’at ven in meint, scritto in dialetto sassolese, che contiene anche il duetto tra la Caselli e Bertoli L’erminia teimp Adree. Nel 1979 esce A muso duro: il brano che dà il titolo all’album sarà l’inno della vita di Bertoli e la canzone che chiuderà tutti i suoi concerti. Certi Momenti esce nel 1981 e contiene al suo interno Pescatore, canzone stupenda incisa con Fiorella Mannoia. Il brano fu un successo enorme e per molte settimane l’album rimase nella classifica dei più venduti. Il 1982 è il momento di Album: tra le tracce incluse la bellissima Caccia alla volpe. Nel 1983, 6 sempre con la CGD, Pierangelo incide Frammenti: da ricordare che qui nasce la storica Così, canzone di apertura dei suoi concerti. L’anno, dopo in Dalla Finestra, trova spazio invece Varsavia. Petra esce nel 1985: il titolo è dedicato alla figlia e tra i 9 brani contenuti si trova Voglia di libertà, altro capolavoro della poesia di Pierangelo. Nel 1986 arriva il doppio Studio e Live, album registrato per metà in studio e metà dal vivo e che comprende versioni tratte dai lavori precedenti e la canzone Favola, già cantata precedentemente con Ornella Vanoni. Con il successivo Canzone d’autore Bertoli rende omaggio a suoi colleghi come Tenco e De Andrè. Il disco del 1989 si intitola Tra me e me e si inizia a far strada grazie a Pierangelo un certo Luciano Ligabue. In questo album è infatti contenuta Sogni di rock’n roll e nel successivo album Sedia Elettrica Bertoli interpreterà Figlio di un cane. Il passaggio di Bertoli dalla CGD alla Ricordi nel 1990 porta l’uscita del disco Oracoli che contiene canzoni stupende tra cui Chiama piano eseguita in duetto con Fabio Concato. Il 1991 è l’anno della grande visibilità con la sanremese Spunta la luna dal monte interpretata con i Tazenda. Il brano raccoglie consensi di critica, pubblico e vendite. Uscirà anche l’album omoni- mo, una raccolta impreziosita dal brano portato all’Ariston. Nel 1992 Bertoli torna a Sanermo con Italia d’oro, canzone denuncia della situazione dello stato italiano. Esce anche l’album dal titolo omonimo. Gli anni miei, nel 1993, sarà l’ultimo vero album con la Ricordi. Il brano di punta è Bersagli mobili. Con Una voce tra due fuochi si chiude definitivamente il rapporto tra Pierangelo e la Ricordi: l’album è una raccolta di successi precedenti in cui compaiono due testi inediti: Dimmi e Non ti sveglierò. Chiuso il rapporto con la Ricordi arriva il contratto con la Crisler Music per la quale usciranno due cd: Angoli di vita (1998) che contiene 12 brani inediti (bellissimo Il potere) e Trecentouno guerre fa (2002), cd di 14 brani di cui 4 nuovi. Peccato solo che saranno mal distribuiti e rimarranno perlopiù sconosciuti alla gente. MARCO MORRONE Bruna, la moglie di Pierangelo Bertoli, ha indirizzato agli artisti che hanno collaborato al cd in suo tributo una lettera che ci ha dato il permesso di pubblicare. E’ una lettera commovente, che secondo Alberto è in fondo anche una descrizione di suo padre. Queste parole, attraverso le quali Bruna ha voluto ricordare suo marito e ringraziare i tanti artisti che non l’hanno dimenticato, credo che possano essere indirizzate anche a molte altre persone. A coloro che attraverso le canzoni di Pierangelo hanno vissuto passioni forti, come le sue parole e che ancora hanno nel cuore il ricordo di quelle note e di quella voce. A coloro che sanno apprezzare la vita e sanno stupirsi anche per le piccole cose di ogni giorno. GIUSEPPE SOFO Il tributo a Pierangelo A 3 anni di distanza dalla scomparsa di Pierangelo è finalmente uscito il cd tributo, pronto da mesi e più volte rimandato. Il disco, intitolato …A Pierangelo Bertoli, è stato ideato da Mario Ragni e Caterina Caselli. Raccoglie 14 brani della discografia di Bertoli reinterpretati da Nomadi e Giulia (Pescatore), Nek (Chiama piano), Andrea Parodi con le Balentes e Mauro Pagani (Spunta la luna dal monte), la Piccola Orchestra Avion Travel (Per te), gli Stadio e Angelo Branduardi (Eppure soffia), Gerardina Trovato (I miei pensieri sono tutti lì), Enrico Ruggeri e Andrea Mirò (Il centro del fiume), Alberto Bertoli (Le cose cambiano), Marco Masini (Voglia di libertà), Aleandro Baldi (Per dirti t’amo), Bruno Lauzi (Sera di Gallipoli), Elio e Istentales (Rosso colore), Pierangelo Bertoli Fiorello (A muso duro) e Marco Dieci (Ricordo in la maggiore). Tra le 14 canzoni presenti nel disco, c’è anche il brano inedito Le cose cambiano, scritto da Luciano Ligabue qualche anno fa in omaggio a Bertoli e interpretato da Alberto, il figlio di Pierangelo. In chiusura del disco come “ghost-track” è presente il brano L’erminia teimp Adree, canzone dialettale interpretata da Pierangelo con Caterina Caselli nel 1978. Dai primi commenti arrivati al sito ufficiale c’è un unanime apprezzamento per il brano scritto da Ligabue e soprattutto per l’ottima interpretazione di Alberto. Tra le versioni delle canzoni di Pierangelo la più apprezzata risulta Eppure soffia. MARCO MORRONE Marco Morrone è il fondatore ed il curatore del sito www.bertolifansclub.org, che nasce come punto di incontro per le persone che vogliono ricordare e conoscere Pierangelo Bertoli. Lo scopo unico è quello di tenere viva la musica e i testi di Bertoli facendoli arrivare a chi ancora li ignora. Il tutto è indipendente da case discografiche ed è riconosciuto come sito ufficiale dalla famiglia Bertoli. Il sito è senza scopo di lucro, con adesioni spontanee e totalmente gratuite. il sasso lino culture e spettacoli “L’indimenticabile forza di mio padre” Parla Alberto Bertoli: “I fans non lo dimenticano, i media invece fanno finta di nulla. E che emozione cantare un pezzo scritto da Ligabue per lui…” Un primo piano di Alberto Bertoli Sono passati tre anni dalla morte di tuo padre: quanto credi che la sua memoria sia ancora viva nel mondo della musica italiana? Nel mondo della musica il suo ricordo è ancora molto vivo. Il tributo dimostra che gli artisti sensibilizzati dalle sue opere sono molti. Altra cosa invece è il mondo dei media che, facendo finta di niente, calpesta il passato. A quanto pare anche la musica sta diventando “Usa e getta” e il livello delle canzoni di oggi ne risente molto. E nel cuore dei fans? Il fans club ufficiale, nato da poco, ha già centinaia di iscritti. Come pensi sia possibile che un cantante mai particolarmente favorito dalle case discografiche e dai media riceva ancora una così grande dimostrazione di affetto? Credo che quello che una persona può dare, se lo fa utilizzando il cuore, possa essere sentito da tutti. Se quella persona è eccezionale, avrà anche un riscontro eccezionale. La caratteristica principale di mio padre era la forza: in tutto quello che faceva, nell’amore, nella vita. Con questa forza immensa, in poche parole faceva vibrare corde che la gente non può dimenticare. Il fans club è la trasformazione di tutti quei sentimenti che lui ha inciso sulla carta e sui dischi, trasferito nei cuori di chiunque lo ascolti. Pierangelo viene di solito descritto dall’esterno come una persona dura e scontrosa, ma in realtà a pochi è stato concesso di conoscerlo veramente: che uomo era? Non capisco e non capirò mai questa storia. Mio padre era una persona determinata, ma questo non ha mai intaccato la sua sfera dei sentimenti, che traspariscono anche da canzoni d’amore, come “Dal vero”. Non è facile per me dire che persona fosse: è come riassumere un enciclopedia in due righe. Era molto comprensivo, amava molto la libertà, la sua e quella degli altri, il rispetto per i diritti umani e ai suoi figli dava la stessa libertà che teneva per sé. E’ appena uscito il tanto atteso cd tributo, «…A Pierangelo Bertoli», pubblicato dalla Sugar di Caterina Caselli. Quattordici brani di tuo padre interpretati da ottimi artisti più un pezzo scritto da Ligabue e cantato da te: come hai vissuto quest’esperienza? Per me è stato un sogno. Puoi immaginare cosa voglia dire per un cantante incidere un pezzo che Ligabue ha scritto per tuo padre. Mi ha chiesto di andare a Milano da Mauro Pagani, uno dei più grandi arrangiatori di Italia, per inciderlo. Quando ripenso a quanto ha significato per me e per mio papà sono veramente contento, perché finalmente qualcuno gli ha dato qualcosa di importante e io ne faccio parte. Adesso ti sei incamminato anche tu in questo percorso difficile nel mondo della musica. Ricordo che negli ultimi anni lo accompagnavi nei concerti, cantando con lui «Spunta la luna dal monte». Era favorevole a una tua carriera nel campo della musica? Ricordo la prima volta che cantai con lui “Spunta la luna dal monte”. Fu un’emozione incredibile. Eravamo in casa, con la Rai che ci riprendeva, ma io mi sentivo sulla Luna. Da quel momento, in tutti i concerti vicini a casa mi faceva salire sul palco, ma il più bello è stato al teatro Carani, per il venticinquesimo anniversario di “Roca blues”. Non era favorevole a una mia carriera musicale. Aveva molta paura del mondo della musica e la frase che mi sentivo ripetere più spesso se gli dicevo che avrei voluto fare il suo mestiere era “Tè stodia che po dopo avdam”. Un monito che mi ripeto ogni volta che penso di mollare gli studi. Dopo la sua morte, mia madre mi ha detto che per lui avevo talento ma io, anche se me lo ha sempre dimostrato, non gliel’ho mai sentito dire. So che è hai avuto dei contatti con Riserva Rossa Records, la casa discografica di Claudio Maioli, che ha sotto contratto anche Ligabue e i Rio. Puoi dirci qualcosa di più e quando potremo vederti dal vivo? Un giorno ho chiesto a Maioli di fargli sentire le mie canzoni e lui mi ha detto che sarebbe venuto a casa mia con Luciano Ligabue così, oltre ad ascoltarmi, avrebbero parlato un po’ con mia madre. Ero agitatissimo, ma mi hanno fatto un sacco di complimenti e Claudio mi ha detto che era interessato a pubblicare un mio disco. Spero che a breve si concretizzi questo progetto. Il 15 Dicembre suoneremo per la Croce Rossa, anche se non sappiamo ancora dove. Di sicuro ci saranno altre date a breve. Sul sito www.bertolifansclub.org ci sarà tra poco una pagina dedicata a me, nella quale segnaleremo tutte le date dei concerti. GIUSEPPE SOFO Cabaret@Chicago, il musical DANILO PIFFERI, PIONIERE GENUINO CHE CI SALUTA di Fabio Panciroli Sassuolo perde un altro dei suoi pionieri, dopo Afra Giacobazzi e Angelo Carani, solo per citare due dei nomi che hanno fatto la storia (e la fortuna) della nostra terra, anche Danilo Pifferi nei giorni scorsi ha salutato per l’ultima volta la città alla quale era tanto legato e che aveva visto crescere, svilupparsi, e trasformarsi. Un personaggio naif, Danilo Pifferi, che potrebbe tranquillamente essere uscito dalla penna di Guareschi, ambientato in una Sassuolo che, alla Brescello di Don Camillo e Peppone, assomigliava come una goccia d’acqua. Per ricordare quei tempi, infatti, occorre fare piazza pulita: dimenticarsi della Città di oggi tutta fabbriche e tir, dimenticare i neon scintillanti che troneggiano sulle strade in questi giorni che ci avvicinano al Natale, le strade a due, tre, quattro corsie. Bisogna calarsi in una Sassuolo in bianco e nero: la Sassuolo che prendeva la scia della ricostruzione post bellica per agganciarsi a quel boom economico che, alla fine, avrebbe contribuito in maniera determinante a far nascere. Era la Sassuolo dei “birocciai”, era la Sassuolo della Saime, nella quale Pifferi iniziò a lavorare a quattordici anni, della Contessa Vistarino, che gli concesse l’utilizzo di una baracca nel suo parco e che lui utilizzò come abitazione per uscire dalla casa di famiglia; era la Sassuolo del “poca spesa buona resa” e Pifferi iniziò a riciclare gli smalti scartati, raschiando anche il fondo dei barili per ottenere nuovi composti e ottenere così gli “screziati”. In questa Sassuolo, poche chiacchiere e pedalare, Pifferi ci stava bene come l’abito talare a Fernandel. Lui, uomo tutto d’un pezzo, con una sola parola e principi da seguire; sempre e comunque. Principi, valori morali, come la lealtà, l’onestà, la famiglia e un orgoglio degno del “montanaro” più genuino che a quel tempo si chiamava “onore”. Carabiniere ai tempi del Re, Pifferi abbandonò l’Arma quando gli chiesero di giurare fedeltà alla Repubblica: non avrebbe potuto, lui che aveva già prestato alla Monarchia quel giuramento; non importava se i Savoia erano in esilio, se l’Italia aveva sostituito il Re con un Presidente: la sua parola era una sola, come la sua faccia, ed era già stata spesa. Di quei valori morali, assieme ad un genio fuori dal comune ed al coraggio di scommettere tipico degli “imprenditori” di quel tempo, Danilo Pifferi fece le fondamenta sulle quali costruire una nuova casa, più bella e più spaziosa di quella baracca nel parco Vistarino: una nuova casa in cui tutta Sassuolo trovò il proprio spazio. Nell’ultima intervista rilasciata in televisione, Danilo Pifferi, interrogato su quale fosse la stata la sua fortuna più grande rispose: “Avere avuto un figlio così”. Questo era Danilo Pifferi. Dopo 5 weekend di prove intense, andranno in scena 14 cantanti/ballerini/attori, tra i 15 e i 50 anni, in un musical che unisce due grandi opere di due tra i migliori autori di musical: John Kander e Fred Ebb. Le loro due opere migliori, Cabaret e Chicago, si fondono per dare vita ad un insolito “Cabaret@Chicago”, che saprà stupirvi. Regia di Andrea Ascari e la direzione musicale di Simone Manfredini 7 Dicembre 2005, ore 21 circa - Teatro San Francesco – Sassuolo Per info: Giuseppe 347.1183201 MUSIC PROJECT • Provini e demo audio professionali • Masterizzazione, duplicazione e stampa di cd/dvd • Trasferimento audio e video da/a qualsiasi supporto con eventuale restauro Te l . e F a x 0 5 3 6 . 8 5 2 6 2 5 [email protected] 7 il sasso lino hobbies Découpage pittorico La tecnica usata per realizzare questi oggetti a Découpage pittorico è stata studiata per semplificare ogni singolo passaggio e per rendere questa tecnica il più semplice possibile e quindi alla portata di tutti. Seguite con precisione ogni passaggio e potrete decorare gli oggetti ed i mobili della vostra casa a Découpage pittorico. Occorrente: fondo opaco, colore acrilico avorio veneziano chiaro, ritardante per Découpage pittorico, colla per Découpage, carta vetrata a grana fine per Découpage, pennelli piatti di medie dimensioni ed un piccolo pennello tondo, tamponcini in spugna, uno spazzolino da denti, carta da Découpage, Craft color opachi, vernice satinata all’acqua, flatting gel effetto cera. Stendete due mani di fondo opaco, fate asciugare tra una mano e l’altra e carteggiate delicatamente. La preparazione della base è sempre molto importante. Nel caso del Découpage pittorico, questa fase è ancora più importante. Stendete quindi un paio di mani di color avorio. Ritagliare la carta con cura, bagnatela e tamponate bene l’eccesso d’acqua. Stendete la colla sul retro del ritagli ed incollateli seguendo la composizione desiderata . Nel Découpage pittorico non ci si deve limitare a ritagliare ed incollare la carta ma è importante la ricerca della composizione. Tagliate vari ritagli, anche più particolari in modo da poter scegliere. Per provare le varie combinazioni dei ritagli usate le gommine gialle, piccoli pezzetti posizionati sotto i ritagli vi permetteranno di muovere e spostare i vari ritagli in modo da provare tutte le combinazioni possibili fino a scegliere la composizione ideale. Soprattutto sulle superfici curve le gommine rimovibili sono davvero preziose. Dopo aver incollato i ritagli di carta lasciate asciugare perfettamente e quindi carteggiate leggermente la decorazione con una carta vetrata a grana molto fine. In un piattino preparate tutti gli ingredienti per il Découpage pittorico ovvero: piccole quantità di tutti i colori presenti sulla carta della decorazione che avete scelto oltre al ritardante per Découpage pittorico. Il colore acrilico asciuga infatti così in fretta da non darvi il tempo per sfumare bene il colore. Per fare delle belle sfumature conviene perciò mescolare il colore acrilico ad una goccia di ritardante. Il pennellino vi serve per stendere il colore ed invece il tamponcino in spugna per sfumare bene il colore. Nel Découpage pittorico si inizia sfumando prima i colori più chiari e poi si va passando ai colori più scuri. Raccogliete con il pennello un po’ di colore ed un po’ di ritardante poi, mantenendovi a qualche millimetro di distanza dalla carta create, una sorta di “fiammelle”. Con il tamponcino tra le dita iniziate a sfumare il colore. Se volete correggere una sfumatura usate il colore del fondo per cancellare o smorzare una sfumatura troppo intensa. Aggiungete colore e sfumate fino ad ottenere l’intensità di colore desiderata. Lavorate delicatamente, non create tinte troppo intense ma partite con una sfumatura molto dolce che poi potrete intensificare a piacere aggiungendo sfumature successive. Sfumate i verdi sempre con la stessa tecnica. Partite con una sfumatura leggera e delicata e poi man mano intensificate il colore, se lo desiderate. Le sfumature degli oggetti presentati sono comunque molto delicate e leggere, una sorta di sottolineatura del decoro realizzato con la carta. Non usate un solo colore ma sfumate aggiungendo una punta di giallo magari soltanto per rendere i verdi un tono più caldo, sfumate delicatamente fino a portare il colore a zero. Lavorate non solo lungo il perimetro della carta ma entrate anche leggermente nel disegno per evidenziarne qualche dettaglio, ad esempio, con il pennello morbido a punta sottile ed il colore avorio potete evidenziare, esaltandoli maggiormente, i colpi di luce già presenti sulla carta. buon divertimento 8 Testo e progetto di 1 2 3 4 LARA VELLA Lara Vella, sassolese, sull’argomento ha pubblicato Doratura e Découpage e Craquelé e Découpage per “Fabbri Editore”. E’ regolarmente invitata alle fiere specialistiche del settore. Per ulteriori informazioni: 347 4511588 Abbigliamento Uomo Donna Via C. Menotti 34 (ang.P.leTeggia 1) - 41049 Sassuolo (Mo) Tel. 0536.801608 il sasso lino rubriche Musica classica Luci della città uno sguardo su vizi e virtù di Sassuolo DESPERATE HOUSEWIVES, SASSOLESI DISPERATE L’altro giorno, in un’anonima serata, ero davanti al televisore e mi trovavo a guardare ancora una volta l’ormai più che famoso “Desperate Housewives”: una saga ironica velata da un leggero alone di malinconia che racconta di queste “mogli disperate”, a volte goffe ed a volte isteriche e sexy, in preda a crisi di panico e slanci emotivi, decise più che mai a riguadagnarsi il proprio posto nella vita a costo di plateali figuracce e lacrime amare. Non c’e’ proprio nulla da fare, non e’ suggestione: sempre più mi rendo conto di quanto in fondo queste donne assomiglino a quelle irrequiete ed un po’ spaventate ex ragazze sassolesi (e non…) nelle quali mi imbatto all’ora dell’aperitivo al bar del centro o durante le colazioni “sornione” postume a lunghe serate con le amiche. Spesso mi chiedo cosa ci stia succedendo, quali cambiamenti si stiano attuando nella nostra struttura, in quella delle famiglie e nella “forma mentis” del singolo stesso… Personalmente, considero questo un interessante capitolo della nostra socialita’ che ritengo valga la pena di non sottovalutare in quanto non si tratta di un fenomeno a noi lontano ma di qualcosa che tocca oramai ogni realtà, che sia essa quella di una metropoli o, a maggior ragione, quella di un “tranquillo” paese proprio come il nostro. E proprio perché il sopracitato serial televisivo racconta anche la “nostra” storia, riesce a tenerci incollate davanti al televisore più di quanto pensassimo o volessimo ammettere all’inizio. Nonostante la sua ovvia componente un po’ romanzata ed a volte comica, viene descritta la condizione in cui si possono trovare tante donne contemporanee, coinvolte in sconvolgimenti esistenziali sempre maggiori che portano ad esperienze di vita più varie e complesse rispetto al passato. Le cause dell’inevitabile cambiamento di ruolo e di identita’ di mogli, madri e lavoratrici, ritengo siano da imputare al progresso e di conseguenza ad una evoluzione sociale che ha mutato la figura femminile rendendola maggiormente attenta a se stessa, più desiderosa di realizzare i suoi sogni intimi…ma al momento stesso anche meno capace di sacrificarsi totalmente per una struttura. In mezzo a tutto questo turbinio di situazioni e cambiamenti, a volte credo che bando ad aspirazioni, illusioni, diete e crisi di identità, almeno per una volta possa bastare sedersi davanti ad un piatto fumante dei tanto amati tortellini fatti dalle mani esperte di una nonna impavida: ciò potrà contribuire a rinfrancare lo spirito ed a sentirci quanto mai un po’ meno disperate!!! SIBILLA Chill out zone di Lucio Vallisneri AIUTO!!! LA CINA… Anche la moda e l’indirizzo musicale lounge confermano La nuova tendenza: Cina. Possiamo sicuramente affermare che si è entrati nel secolo cinese: i colori che fino a pochi anni fa dominavano (verde militare, blu militare, nero militare) sono stati sostituiti da altre moltitudini variopinte. Shangai trendy come New York, tra insegne luminose e vestiti particolari e stravaganti indossati in modo naturale dai giovani cinesi. Stanno sperimentando tutto, compresa la musica: anche in questo campo spazio al MADE IN CINA, prodotto, badate bene, da menti lungimiranti, e senza dubbio assai sveglie, del panorama musicale, che hanno capito per tempo quale fosse lo “spazio vergine” sul quale creare e puntare. Una sola domanda per chi ama la night life: la Cina sarà marchio di massa o simbolo trendy? di Gloria Campioli “CLASSICA” DA COPIARE Parafrasando i “gossip” cui ci sottopongono i vari giornali durante l’estate e non solo, mi accingo a rivelare qualche peccatuccio di alcuni cantautori che per comporre le loro musiche hanno attinto enormemente a melodie più o meno conosciute dei “colleghi” compositori di musica classica, effettuando dei veri e propri, mi si conceda il termine, “taglia ed incolla” di intere sequenze musicali. La musica leggera sembrerebbe così distante dalla “polverosa” musica classica, ma fornirò le prove che sfatano questa credenza: ascoltare per credere! Un primo esempio eclatante è la canzone All by myself resa Buk e altre storie celebre dal cantante Eric Carmen che ricalca nota per nota il tema principale del “II movimento del concerto n°2 per pianoforte ed orchestra” di Rachmaninoff; la somiglianza è evidente non solo sul piano melodico ma, cosa che sconvolge, anche dal punto di vista armonico (gli accordi usati, per intenderci). Dallo stesso compositore classico ha tratto pure Freddy Mercury per The golden boy del magnifico album “Barcelona” (Mercury era pur sempre geniale); il finale è esattamente lo stesso del “I movimento” del suddetto concerto. Anche Sting è stato più che ispirato da un altro autore russo, Prokofiev, autore di una di Stefano Landini Disegni che raccontano di Mirco Bertolini BATMAN L’uomo pipistrello vede la luce su “Detective comics” nel 1939, creato da Bob Kane per la DC Comics. Batman è una vera e propria icona del fumetto americano e ne è uno dei più famosi rappresentanti, è un personaggio dai profondi risvolti psicologici e dalle mille sfaccettature. La storia del cavaliere oscuro inizia in una notte piovosa in cui il piccolo Bruce Wayne assiste all’omicidio dei suoi genitori ad opera di un rapinatore, dopo aver ereditato un patrimonio principesco deciderà di utilizzarlo per la sua personale crociata contro il crimine che è più di una vendetta. Per anni Bruce girerà il mondo per studiare a fondo le arti marziali, l’uso delle armi, il travestimento, la tecnologia e tutto ciò che gli potrà tornare utile. Tornato a Gotham City, ormai cresciuto, si creerà l’alter-ego di Batman, l’uomo pipistrello, che terrorizzerà per gli anni a venire ogni criminale proiettando su di lui la sua ombra minacciosa. Quello che distingue Batman dagli altri supereroi è che non è “super”, è un uomo perfettamente normale senza alcun potere speciale; per la sua lotta all’ingiustizia si serve dei muscoli, di stupefacenti marchingegni tecnologici al limite della fantascienza e del suo intuito da detective. Batman è un personaggio affascinante poiché non è perfetto né piatto, è un uomo con tutte le sue fragilità e i suoi dubbi, sempre in lotta con sé Suite (Lieutenent Kijé, op.60) il cui secondo brano è la copia esatta della melodia di Russians. E che dire di Phil Collins? A groovy kind of love è tratta totalmente da “Melodia per bambini” del compositore Clementi che, essendo davvero poco conosciuta, ha trovato notorietà cambiando autore. Potrei continuare la lista dei peccatori ancora a lungo ma lascio ai lettori la voglia di continuare questa piacevole e stuzzicante ricerca, confrontando due mondi che, anche grazie a questi “prestiti”, non sono poi così distanti. WORKSHOP DI FUMETTO L’associazione Korova presenta il Workshop di fumetto Nuvole di carta, con la collaborazione dei fumettisti professionisti Claudio Casini e Stefano Landini (proprio l’autore di “Buk e altre storie” su IL SASSOLINO). Nuvole di carta è un corso base di fumetto, destinato a chiunque voglia avvicinarsi al mondo del disegno, articolato in due giornate da 4 ore, Sabato 19 e Domenica 20 Novembre, dalle 15 alle 19, presso il ristorante Ca’ Marta, in Via Regina Pacis 116 a Sassuolo. Il corso intende favorire un approccio al mondo del fumetto in tutta la sua complessità, dal punto di vista sia teorico che pratico. Tutti gli iscritti arriveranno a realizzare una tavola a fumetti. Per info, Stefano Landini: 340.5835022 o [email protected] stesso per non cedere ai suoi impulsi e perseguire la vera giustizia… Probabilmente per questo ancora oggi la sua leggenda è più viva che mai e ha al suo attivo cinque film (due buoni di Tim Burton, due da dimenticare e recentemente l’ottimo Batman begins di Cristopher Nolan). Fumetti: ita/jap/usa Anime: DVD/VHS/CD Import DVD originali D&D/Magic Merchandising/Poster 9 Via Farosi 5 - 41049 Sassuolo (Mo) Tel./Fax 0536.811394 www.comicspoint.com (negozio on- line) [email protected] il sasso lino l’intervista Roberto Valentini Roberto Valentini: una star del giallo a casa nostra “Sassuolo? Territorio ideale per un noir...” Per approfondire la conoscenza di un volto del nostro distretto appartenente oramai al panorama nazionale, questo mese ci occupiamo del “giallista” Roberto Valentini: quarantacinquenne, di Sassuolo, dove risiede e lavora, ha ambientato i suoi libri nel nostro territorio partendo proprio dalle sue caratteristiche peculiari (aceto balsamico, motori e naturalmente la ceramica). - Quando hai scoperto l’attitudine letteraria? Nella mia famiglia c’è un cromosoma letterario che circola da tre o quattro generazioni. Credo che in me abbia rivelato presto i primi segnali di presenza. Da bambino alternavo le partite di calcio in cortile con i libri di Salgari e Verne; da ragazzo ho continuato a leggere e a un certo punto ho iniziato a scrivere. Ho riempito quaderni e quaderni di racconti scritti a mano, poesie e chissà cos’altro. E’ una cosa che fanno in tanti a quell’età, ma mi piaceva e ho continuato a farlo fino a oggi. - Sei stato osteggiato da qualcuno nella tua passione per la scrittura? No, anzi, in tanti mi hanno sempre incoraggiato, dai miei genitori agli amici e ora anche dai miei due o tre lettori. All’inizio per così dire mi osteggiavo da solo perché non mi davo tempo e alla fine non concludevo nulla. Invece scrivere è faticoso, impone umiltà e pazienza infinite: è la scrittura che detta i tempi e solo assecondandoli si può riuscire. Fare lo scrittore significa inoltre assumere un ruolo anche con se stessi e all’inizio non è sempre facile, soprattutto se si viene da un ambiente con altre priorità. L’autocensura può giocare brutti scherzi. Ma alla fine, se quella che hai definito “passione” diventa una “necessità”, questi problemi si risolvono. -Roberto, perché proprio il genere giallo? Ricollegandomi alla domanda precedente, il “giallo” mi ha aiutato a prendere distanza dalla scrittura e quindi a risolverla. Questo genere, se lo vogliamo ancora chiamare così, impone delle regole narrative ferree: oltre a una verosimiglianza implacabile, nel giallo il plot deve procedere serrato e alla fine tutto deve tornare, se no si inganna il lettore, che è la cosa peggiore. Per uno scrittore è un esercizio importante, che lo obbliga a rispettare la storia senza perdersi attorno al proprio ombelico. E poi come lettore ho sempre amato il giallo. All’università frequentavo quasi di nascosto un corso con Guido Fink sulla letteratura hard boiled, dove ho scoperto i libri di Chandler e Hammet e i film noir di Houston e Wyler. Lì ho capito quello che oggi è un dato di fatto: il giallo, o il noir come lo Un primo piano di Roberto Valentini vogliamo chiamare non è e non è mai stato un genere minore o di serie B, ma letteratura a tutti gli effetti, che nulla ha a che invidiare alla letteratura “bianca”. -Credi che il nostro territorio possa offrire buoni spunti per il genere che hai scelto? La qualità migliore del noir italiano è la sua presa diretta sulla realtà. Tanti lo definiscono il nuovo “romanzo sociale” perché parla dell’Italia che viviamo tutti i giorni, con le sue facce, le sue strade, i suoi angoli bui. Il giallo italiano spesso va a indagare proprio là dove televisione e giornali non guardano: dove c’è qualche verità da nascondere, qualche furbata da far scorrere sotto le immagini demenziali di un reality show. Il nostro territorio secondo me è l’ideale per un noir: qui in breve tempo una ricchezza importante, derivante da una capacità imprenditoriale di prim’ordine, si è innestata in un ambiente che per un certo periodo ha retto, ma che ora si sta trasformando sotto la spinta di pressioni nuove. La globalizzazione dell’economia e quella della società, la finanza con la F maiuscola, il cambio generazionale e tanto altro. Se fino a venti anni fa l’aceto balsamico era una cosa che facevano i nostri nonni in solaio, ora è un business per cui si potrebbe uccidere… - Quale autore preferisci? Gli autori preferiti cambiano con noi. Li amiamo, li dimentichiamo, li riscopriamo. La mia prima fulminazione fu per Hemingway, poi vennero Borges, Pessoa, Hrabal e Calvino. Ora ci sono alcuni americani che amo in modo viscerale: Ladsdale, Leonard, Mc Carthy, Fante, oltre ai numi tutelari Simenon, Chandler e Montalbàn. Tra gli italiani ammiro con devozione da fratello “minore” Carlo Lucarelli, Marcello Fois, Massimo Carlotto, Giancarlo de Cataldo. Il bello del giallo italiano è che di autori bravi ce ne sono davvero tanti e ne nascono sempre di nuovi: Maurizio Matrone e Diego De Silva, per esempio. - Cosa ne pensi del panorama culturale sassolese? Beh, direi che per chi come me, ha attraversato il deserto degli anni Settanta e Ottanta, ora ci sono molte cose. A parte il Festival della Filosofia, che è comunque una manifestazione importante, per quanto riguarda l’arte e la letteratura negli anni scorsi ci sono state iniziative notevoli, grazie anche all’iniziativa del Comune, che mi auguro continui su questa strada. Anche le attività private giocano un ruolo nuovo, penso alle associazioni che sono nate spontaneamente e che continuano a trovarsi e a fare delle cose interessanti. Ecco se devo dire una cosa che mi manca è sono i luoghi nel quale la gente possa parlare: locali dove andare a bere l’aperitivo e incontrare qualcuno che ha letto un libro o visto un film o una mostra. Non mi sembra così difficile: a Modena per esempio la zona della Pomposa è rinata e offre qualcosa del genere. Perché non prendere spunto e favorire l’apertura di qualche bar in Piazzale della Rosa, dove organizzare ogni tanto una lettura, un concerto, una presentazione, un film? Insomma creare anche a Sassuolo un terreno fertile dove chi ha una vocazione culturale scopra di non essere solo. - Cosa ti senti di consigliare ai giovani che vogliono intraprendere l’attivita’ di scrittore? Di leggere molto e di scrivere il meglio possibile. Detto così sembra una banalità, ma credo sia difficilissimo scrivere bene, dimenticando se stessi e rispettando solo la storia. Bisogna essere onesti e spietati, perché la scrittura non fa sconti a nessuno. “Un grosso in bocca al lupo” a Roberto per tutto, ed un grosso invito per i lettori de “Il Sassolino” ad avvicinarsi a questo autore di casa nostra. ROSSELLA GABRIETTI SERVIZI IMMOBIILIARI Capannoni industriali artigianali e commerciali IMPASTO PERFETTO Todaro editore, 2000 Capitolo primo della saga di Carlo Castelli, giornalista, il quale si trova a dover indagare sull’omicidio di un noto imprenditore della ceramica ucciso misteriosamente fra le palette della sua azienda. 10 TERRE ROSSE Todaro editore, 2002 Castelli è alle prese con l’omicidio di una donna avvenente, assassinio accaduto in circostanze misteriose. Saranno tenacia e perspicacia a condurlo al colpevole. NERO BALSAMICO Todaro editore, 2005 Questa volta Castelli è impelagato nell’intricato caso di un omicidio avvenuto tra le botti del nostro “oro nero”, l’aceto balsamico. Una vicenda “vischiosa” ed avvincente. Negozi e Uffici V. Felice Cavallotti n. 79 SASSUOLO -MO- il sasso lino sport “San Giorgio”, da sempre la pallavolo a Sassuolo Nata alla fine degli anni sessanta la San Giorgio Pallavolo Sassuolo si è distinta nel tempo per avere insegnato la pallavolo a generazioni di giovani sassolesi. Ancora oggi, dopo diversi cambi ai vertici societari, la San Giorgio continua con la passione di sempre ad insegnare uno sport che, alla pari del calcio quanto a numero di affezionati, appartiene alla tradizione culturale e non solo sportiva della nostra città. Obiettivo della società, rimane, oggi come ieri, la promozione della pallavolo femminile a livello locale e la crescita delle giovani atlete dal punto di vista fisico, tecnico,tattico e mentale, con l’obiettivo di fare emergere le ragazze dotate di maggior talento e vederle arrivare ai vertici della Per la crescita delle atlete da un punto di vista tecnico e mentale. La storia della San Giorgio continua con la passione di sempre: “Siamo ai vertici in tutte le categorie giovanili” pallavolo nazionale, magari con la maglia della prima squadra della nostra città, il Sassuolo Volley. “A livello sassolese, da quattro anni a questa parte, siamo la squadra che ha raggiunto i migliori risultati in tutte le categorie” – dice Alessandro Vinello, responsabile del settore giovanile – “Siamo vice campioni provinciali Under 16, avendo perso in finale solo dalle atlete della Pallavolo Anderlini, che poteva contare però su un bacino di atlete assai più numeroso del nostro. Lo scorso anno abbiamo poi raggiunto la semifinale anche con l’Under 13 e abbiamo vinto il campionato di terza divisione con le nostre ragazze più giovani”. Risultati meritati alla luce della passione e dell’impegno con cui da anni lo staff tecnico della San Giorgio segue tutte le ragazze cercando di formare atlete complete, in linea con quelli che sono i valori dello sport. “Quest’anno cercheremo di confermare i buoni risultati della scorsa stagione e giocare da protagonisti nelle categorie Under 16 e Under 14 – continua Alessandro – ma non nego che l’obiettivo principale dei prossimi anni sarà riuscire a portare le ragazze che adesso giocano nell’ Under 16 in categorie superiori, magari fino alla Serie C”. Per informazioni : 3488548741 Cristiana Giovanardi MARCO MAZZACANI UNDER16 Vice-campione provinciale 2003-2004, 2004-2005 Da sinistra in alto: Vianello Alessandro (allenatore), Gottardi Eleonora (centrale), Maccaferri Michela (opposto), Tufariello Francesca (centrale), Paoli Monica (centrale), Bettuzzi Nicoletta (dirigente), Barozzi Giulia (schiacciatrice), Cipolli Laura (Universale), Barozzi Andrea (dirigente) Inginocchiate da sinistra a destra: Sciré Lucia (schiacciatrice), Ferrari Jessica (libero), Anceschi Federica (palleggiatrice), Annovi Stefania (centrale), Nicoletti Chiara (palleggiatrice), Cigarini Francesca (schiacciatrice). Cacciatori di sagome ed emozioni Tutte le sfumature del “Tiro con l’arco” Uno sport trasversale nelle fasce d’età, adatto a chiunque ed estremamente semplice nella pratica. È questo forse il grande merito del tiro con l’arco. Uno sport istintivo ma razionale, lontano nelle radici ma reso attuale da nuove sperimentazioni e innovazioni tecniche. Ne abbiamo parlato con uno dei responsabili del campo pratica “Compagnia La Torre” di Formigine, il sassolese Attilio Montecchi. “Ho iniziato diversi anni fa e mi sono dedicato da subito al tiro mirato in palestra e nelle gare di campagna, mirando ai classici bersagli a punteggio, poi ho scoperto il cosiddetto tiro istintivo che si pratica simulando situazioni di caccia con l’utilizzo di sagome di animali di carta o tridimensionali” – ci spiega Attilio- “Per me è stato un colpo di fulmine, mi sono ritrovato di nuovo, dopo anni, a camminare tra campagne e boschi collinari, ambienti che mi sono congeniali da sempre, in cui posso sfogare una naturale passione per la caccia senza fare alcuna vittima”. Una passione che sembra condividere con centinaia di persone che anche nel nostro territorio dedicano parte del week-end ad una disciplina sana e dai costi limitati, che richiede solamente controllo psicofisico Edicola Cervi Giornali • Riviste • Cd • DVD ...e tanta cortesia! • Libri Via Indipendenza - 41049 Sassuolo (Mo) e tanta voglia di imparare, e che non di rado offre la possibilità di assistere a vere gare di abilità, anche tra tiratori di età tra loro molto differenti. Uno sport alla portata di tutti, nel quale conta certamente più la tecnica acquisita del vigore fisico. Il campo pratica “Compagnia La Torre” offre a chiunque sia interressato la possibilità di avvicinarsi a questa disciplina, fornendo gratuitamente archi e frecce e l’assistenza di istruttori federali; l’associazione dispone di due campi, uno a Formigine ed uno nella zona di Pescale di Prignano per il tiro di campagna, inoltre durante il periodo invernale gli atleti possono utilizzare una palestra coperta per gli allenamenti. Per qualsiasi informazione è possibile contattare i seguenti numeri : Montecchi Attilio, 3388395211, o Cornia Domenico, 3204393765. MARCO MAZZACANI DAL 1991 IL FITNESS E LA DANZA A SASSUOLO CENTRO FITNESS Viale Gramsci, 85 Sassuolo Tel. 0536 811963 Via Mantova, 1 Sassuolo Tel. 0536 885225 11 www.per fectpalestre.it [email protected] il sasso lino recensioni "Un uomo saggio non ha una vasta cultura; chi ha una vasta cultura non è saggio." volumi persi al cinema a cura di “Incontri Editrice” di Marcello Micheloni Broken Barbie di Alessandra Amitrano Fazi, 2005 Stella è una ragazza spezzata, anche se nessuno riesce a vederlo. Passa la vita a cercare ossessivamente, instancabilmente, quelli come lei, della sua razza, rotti dentro. Detesta la sua città, Napoli, la puzza delle strade, la gente che ci vive, il mare, Mario Merola, Roberto Murolo, la luna, il sole, i tifosi, quel «fracicone cocainomane» di Maradona. Divora quantità spropositate di cibo - crocchette, panzerotti, arancini, pezzi di pizza con la nutella, confezioni giganti di patatine fritte - oppure non mangia niente. Dentro di lei vivono due mostri, il folletto e il divoratore, uno che la ama e uno che la odia. Come Nico, la cantante dei Velvet Underground, il suo mito, vorrebbe essere sepolta in una foresta. Anche se passa da una storia all'altra e si sposta continuamente di città in città, di piazza in piazza, si rifiuta ostinatamente di crescere ed è incatenata alla sua adolescenza. Forse perché vuole piacere a quel uomo bello e triste, il suo papà, che è attratto morbosamente da lei. Garzanti, 2005 Càpita di Gina Lagorio La cortesia che deriva dalla cultura e dalla gentilezza d'animo, la passione per la lettura e la vivacità culturale di una donna maturata tra letture ed intense esperienze di vita: fanno di Gina Lagorio, una donna particolare e una scrittrice capace di riconoscere l'autenticità dei nuovi fermenti, ma di non dimenticare il passato.Il dolore, il corpo, la relazione con gli altri, l'istintivo attaccamento alla vita sono i temi dell'ultimo libro di Gina Lagorio, Càpita, una riflessione incalzante sull'esistenza filtrata attraverso l'esperienza della malattia. In queste pagine, le due tonalità maggiori della narrativa di Gina Lagorio - il realismo e l'intimismo - diventano strumento di conoscenza di sé e del mondo. Un'infallibile capacità d'osservazione, un'impietosa analisi della propria carne e della propria anima, il dolore fisico che spinge a una lancinante meditazione, una scrittura sapiente, insieme precisa e straordinariamente evocativa, ricca di echi e risonanze, un'ironia che evita ogni autocommiserazione, fanno di Càpita un libro forte, intenso, il bilancio spietato e poetico di una vita. Caos calmo di Sandro Veronesi Bompiani, 2005 “Mi chiamo Pietro Paladini, ho quarantatré anni e sono vedovo”. Si presenta così il protagonista del nuovo romanzo di Sandro Veronesi. Un uomo apparentemente realizzato, con un ottimo lavoro, una donna che lo ama, una figlia di dieci anni. Ma un giorno, mentre salva la vita a una sconosciuta, accade l'imprevedibile, e tutto cambia. Pietro si rifugia nella sua auto, parcheggiata davanti alla scuola della figlia, e per lui comincia l'epoca del risveglio, tanto folle nella premessa quanto produttiva nei risultati. Osservando il mondo dal punto in cui s'è inchiodato, scopre a poco a poco il lato oscuro degli altri, di quei capi, di quei colleghi, di quei parenti e di tutti quegli sconosciuti che, ciascuno sotto il peso del proprio fardello, accorrono a lui e puntualmente soccombono davanti alla sua incomprensibile calma. Così la sua storia si fa immensa, e li contiene tutti, li guida, li ispira; saggio, brillante, scettico, cordiale, imprevedibile, Pietro Paladini è l'uomo che procede a tentoni nell'atto del risanamento, e così facendo scioglie chimicamente l'oggi, vi ricava spazi con l'ingegno: avanza, sperimenta, conclude. rock records novità e classici a cura di Lucio Vallisneri Chàvez Ravine era un luogo, una comunità, un suono, ora non esiste più: al suo posto sorge un enorme stadio da baseball. Cinquant’anni fa nel downtown di LosAngeles viene disgregata una comunità composta interamente da una minoranza etnica chicana, nell’indifferenza totale si espropriano le misere case di chi in quei luoghi era nato e vissuto, lì aveva sofferto e gioito, e da lì sognava di spiccare il volo verso il Sogno Americano. Ry Cooder negli ultimi 3 anni ha virtualmente passeggiato per le vie sporche del quartiere, documentandosi, incontrando chi vi aveva vissuto, e soprattutto chi ricordava le storie e i suoni che fecero del quartiere una leggenda.Come ai bei tempi di Buena Vista Social Club, Cooder si immerge nelle atmosfere del luogo, le gusta, si lascia contaminare, e da tutto questo nasce un disco che è capace di divertirvi commuovervi farvi incazzare, insomma 64 minuti di viaggio al di fuori della realtà. Fortemente sconsigliato a chi crede che il “meticciato” sia un male, in questo disco è possibile ascoltare un mix di suoni provenienti da culture diverse (in prevalenza quella Messicana, naturalmente), lingue diverse, sensibilità diverse che mescolate insieme parlano prima ancora al cuore che al cervello. ENRICO “JASON” ERGELINI Bring the family, John Hiatt 12 A&M, 1987 Lao Tzu Chàvez Ravine, Ry Cooder Nonesuch, 2005 Questo disco è sicuramente il capolavoro della discografia di John Hiatt, arrivato dopo anni di solitudine, depressione, alcolismo e disperazione. Il suono del disco è un fantastico minestrone fatto di rock, blues, soul e R&B che sfocia nella creazione di 10 splendide ballate; ad aiutarlo e ad accompagnare il signor Hiatt ci sono tre bravissimi musicisti come Ry Cooder, Nick Lowe e Jim Keltner. Ad aprire le danze troviamo Memphis in the meantime con il suo suono rock polveroso e rude, poi la mia canzone preferita, Have a little faith in me, una ballad pianistica di rara profondità. John Hiatt è nato a Indianapolis ma ha il sud nelle vene e lo si coglie benissimo in Stood up. Hiatt in questo disco tira fuori una voce nera come il petrolio e con Cooder forma una delle coppie meglio riuscite del rock a stelle e strisce dell'epoca; Thank You Girl è sparata a ritmi sostenuti e Lipstick Sunset è una dolcissima ballata elettroacustica da incorniciare. Insomma, Bring the family è un disco perfetto: grande spessore che regala emozioni genuine che solo i grandi rockers sanno trasmettere. Se amate il rock americano non potete farvi mancare questo disco meraviglioso. L.V. Big Fish – Le storie di una vita incredibile (Big Fish), di Tim Burton, Usa 2004 Grazie per la cioccolata (Merci pour le chocolat), di Claude Chabrol, Fra. 2000 Con Isabelle Huppert, Jacques Dutronc, Anna Mouglalis, Rodolphe Pauly, Brigitte Catillon, Michel Robin Questo film perché siamo fatti di storie, e questo film ne racconta una “incredibile” che è fatta di altre mille storie e così via. Questo film perché papà e mamma che raccontano le favole “è una cosa meravigliosa”. Questo film perché dà lustro all’arte dell’affabulazione. Questo film perché è per grandi e per piccini, in tutti i sensi. Questo film perché Tim Burton è bravo. Questo film perché Tim Burton è così bravo che quasi tutti i suoi film hanno qualcosa di speciale. Questo film perché in tanti hanno provato a mischiare realtà e fantasia tanto che le due quasi arrivano a sovrapporsi, ma così bene come in Big Fish (così bene nel senso che non si ha l’impressione di “uffa! Già visto…”) ci sono riusciti in pochi. Questo film perché non riesci a capire bene dove finiscono gli effetti speciali. Questo film perché sa far ridere, stupire, e (volendo) commuovere. Questo film perché nonostante tutto riesce anche a non prendersi sul serio. Questo film perché finisce con una canzone perfetta. Benzodiazepina, la molecola dei nostri anni; la sostanza che attraverso svariati ansiolitici aiuta buona parte di questa società a “dare un senso” al ritmo forsennato che tiene. Benzodiazepina e cioccolata calda: nel film, Mika (una Isabelle Huppert davvero brava) sfrutta le coccole artificiali di queste sostanze ruffiane per mantenere il controllo e l’unità della sua agiata, ma complicata, famiglia dell’alta borghesia di Losanna. Eccoci servito, allora, uno dei migliori film di Claude Chabrol, classe 1930, regista francese raffinato come il cioccolato svizzero e adoratore di Hitchcock, il maestro della suspance. Grazie per la cioccolata sarebbe probabilmente piaciuto al buon Alfred: la tensione cresce gradualmente, il giallo quasi deborda nel thriller, le donne glaciali non mancano. In più, Chabrol aggiunge una capacità assoluta di ricostruire ambienti, personaggi e relazioni sociali. Un film dall’aspetto algido ma dal sangue bollente, possibilmente in tazza. “Il pesce più grosso del fiume diventa tale non facendosi mai catturare”, la Strega (Helena Bonham Carter) “Voglio soltanto che siano tutti felici...”, Mika (Isabelle Huppert) Con Ewan McGregor, Albert Finney, Billy Crudup, Jessica Lange, Alison Lohman, Helena Bonham Carter, Steve Buscemi, Danny DeVito il i vostri racconti sasso lino Questa sezione sarà dedicata alla creatività dei lettori. Mandateci i vostri racconti (max 6000 battute) o le vostre poesie a [email protected] C O N T RO L U C E “É accompagnati da qualche nota biografica e, se volete, da una fotografia (o un disegno, etc.) da affiancare al testo. di JEAN M. JANSEN questa casa enorme?” esclamò lei indicandola. “Ti piace?” “È stupenda, ma non capisco come fai a viverci da solo” “La tengo sempre piena di gente interessante, notte e giorno. Gente che fa cose interessanti. Gente celebre”. Il suono del libro chiuso di scatto è polveroso secco e porta attraverso l’aria, tiepida tutto sommato, l’odore di pagine rimaste a lungo sigillate. Troppo a lungo? Il grande Gatsby di Fitzgerald, raccolto con dita pulite e per questo caute dagli scaffali della Bancarella. Titolo che sorridente sussurra alle orecchie musica jazz e flanella bianca. È grande la mia casa. Osservo come gli oggetti sciolti si dispongano e la quiete e l’infinita lentezza delle pietre colmino la Piazza. Oltre ed attraverso la sagoma lucida della bicicletta che sembra rapida e sospesa. Ma solamente per contrasto. La mattinata ha suggerito traiettorie casuali per i viali del centro ed il loro ruvido mescolarsi d’asfalto. La giusta pienezza di questo Ottobre lascia poco spazio al sole. Ma non c’è freddo e neppure dolore. Solo sottile mancanza. Osservo come un folto frenetico intreccio di tubi metallici sembri sostenere la massa parlante e gonfia del Duomo. Lavori in corso, forse anche questa è Architettura ma certamente è Vita. Nessuna gigantografia cerca di nasconderli, luminosa di chissà quale Aprile. Persone attraversano. Non sembrano interessate. Scivolo, indisturbato purtroppo, attraverso il succedersi dei minuti e mostra già il dorso il pomeriggio. Accompagno i miei passi e ne seguo il suono mentre rotola sul selciato e poi, solamente qualche sguardo più avanti, sull’erba timorosa e la luce ripida e antica del miracolo di Piazzale della Pace. Cronaca parmigiana e vita che malgrado se stessa esce e si mostra, senza temere. E tuttavia silenzio. La stessa aria tiepida si dipinge di giallo e di verde e sorride stanca all’accenno incerto di un soffio di vento. Le voci ondeggiano e si perdono non lasciando traccia né significato, a malapena si permettono di increspare l’immagine del Palazzo riflessa nell’acqua e sulle pareti dei templi si spengono, forse, beate loro, già soddisfatte. Semplicità apparente ed irrispettosa. Ricordo a tratti improvvisi lo sguardo non distrarsi dalla sicurezza dei miei gesti eppure, nel controluce opaco della finestra, giocare con i tuoi colori d’autunno e di pioggia, e studiare il respiro del tuo cotone. Non devo abbandonare, nemmeno per un istante, il mio danzare perfetto tra liquide sciarpe di seta, tratti di matita e parola sicura e gradevole. Ecco l’antidoto. Ora servirebbe un veleno potente. Raddrizzo le spalle mentre cammino, ed in silenzio cade a terra quella che si vorrebbe fosse stanchezza, ed invece è solamente solitudine. Corrono assetati gli occhi sui dettagli del giorno maturo. I dettagli, credo di capire, sono la più sicura ed ospitale via di fuga per i sensi troppo spaventati dalla radiosa grandezza dell’intero. Come accade spesso sento scendere lento il mio stesso peso lungo gli avambracci e sforzarsi di uscire attraverso i polsi, mentre minuscoli insetti con cura e devozione si prodigano nello sforzo di sollevare le squame invisibili e resistenti della mia pelle. Una ad una. Nessun dolore in Grazie e buona lettura… questo, ed è sospetto. Dove materia muta si organizza e si incontra nascono vita, dapprima, e dolore. Necessario. Respiro profondamente il Torrente, qualche metro sotto di me e la Città e le palpebre tese del ponte che affonda le unghie nel saluto dell’erba cresciuta alta tra il fango, dove tutti guardano ma, temo, nessuno vede. Proprio come faccio io. Rallento per ora, ed evito che la velocità costringa il Movimento e gli Eventi in strade divenute troppo strette e folli, dove gli spigoli di calcestruzzo nudo sibilano bui a troppo breve distanza dalle ossa e inquinano il cuore di paura. Rallento per ora. Prosegue quindi con meno fatica il tempo, e presto sono le diritture serene e il chiaroscuro del Parco a comporre con la loro rinnovata grazia settecentesca lo sfondo dei miei gesti. Controllo istante dopo istante la violenza del respiro e dell’impatto al suolo, i battiti del cuore e la contrazione equilibrata delle fibre muscolari allineate lungo la direzione dello sforzo. Corro ma la velocità qui non significa pericolo. Assaporo, sempre attraverso il suono della ghiaia che vorrei non spostare neppure di un soffio, come muta consistenza e forma il terreno sotto di me, mi lascio avvolgere in avanti dall’intricato contrappunto dei rami che ora il cielo ricama e dispone a proprio ornamento. Disciplino la gravità e la fatica, e proseguo. Rimbalzano sempre più rade le voci e brilla il ticchettio delle ruote di qualche bicicletta. Ora l’intera Città è qualche centimetro sotto di me, e allora chissà dove sono il Torrente il Palazzo ed il cotone e la pelle. Che importa? Si vuole mostrare il Sole a chi ha tempo e voglia di accarezzare la sua forma, ora che nella promessa d’Inverno non può più ferire gli occhi. E vedi la luce sottile correre davanti a te, troppo in fretta per poterla inseguire. Che importa? Sfiorata ancora una volta la geometria severa e discreta dell’Architettura, vedo al gesto solenne e silenzioso del vento staccarsi le foglie. Sembrano voler chiedere scusa di tanto ingiustificato ritardo. Scendono all’unisono, guidate in apparenza da precisa ed uniforme volontà. Scendono decise e coraggiose e dorate verso Terra che le attende fresca. Insetti sacri o forse piaga e lacrime d’estate. Il suono è di applauso caldo e lontano, e lusingato il cuore accelera appena. Rapida le segue la luce che invidiosa dell’acqua vuole farsi pioggia, e leggera ed inattesa ci riesce. Mentre il corpo attraversa il mutare della stagione ed il colore del miele si tende un braccio ed il moto non previsto altera il ritmo e l’equilibrio. Vorrei afferrare una di quelle lacrime gialle, ma fallisco nel calcolo e schiaffeggio l’aria con un suono irridente di nulla che viene spostato. Deluso il braccio ritorna ad accompagnare la fatica. Ma non sembra finita. Stavolta tocca allo sguardo scegliere una foglia e seguirla ed incredulo quasi guidarla. Fino a sentirla sfiorare il naso e posarsi ed arrendersi tra il mento e la guancia, solo scansando casta le labbra. Mentre si popola la mente delle voci della Città, di nuovo, ed il dolore la fatica e l’armonia si concedono ai sensi e penetrano sotto la pelle e fessurano i tendini portando nuova aria a nuova superficie. Così sa baciare l’autunno. Jean M. Janssen è nato a Sassuolo circa ventidue anni fa. Per questi circa ventidue anni non ha fatto nulla. Al momento trascorre il tempo correndo e dicendo in giro di studiare Architettura a Parma, il che del resto è abbastanza vero. Di recente si è fatto crescere la barba per darsi un tono. INCONTRI EDITRICE sassuolo tel. 0536.810541 13 il sasso lino “Mille opere da 10 a 1000 Euro” Torna stupire a Sassuolo con una installazione originale, Stefano Pasquini dal 12 novembre al 30 dicembre 2005 presso la PaggeriArte in Piazzale della Rosa. Stefano Pasquini, artista bolognese di 36 anni, continua la sua ricerca sull’idea di quantità e di prodotto artistico come merce culturale. Infatti in “Eclectic Discount” verranno messe in vendita mille opere a prezzi di discount: proprio come in un grande centro commerciale, saranno esposti oggetti comuni mescolati a meravigliose opere d’arte: insomma, “piccole cose di pessimo gusto” raccolte con la più estrema libertà di stile, gusto ed occasione. Con l’eccezione di qualche multiplo, tutte le opere sono uniche e originali. Una mostra che sarà piena di sorprese per i collezionisti ed un ottima occasione per regali natalizi unici. Pasquini mette in discussione il sistema di mercato dell’arte. Egli ritiene che l’eccessiva presenza di artisti, opere e stimoli visivi impediscano l’instaurarsi di un rapporto vero tra fruitore ed opera. E se il museo è diventato inadeguato per contenere una tale quantità di arte, l’unica fruizione possibile rimasta all’opera sono i canali del commercio di massa poiché permettono al grande pubblico il possesso materiale dell’oggetto artistico. La mostra sarà curata da Patrizia Silingardi. Orari: mercoledì e venerdì 16.00 – 20.00, giovedì 21.00 – 23.00, sabato e domenica 10.00 – 13.00 e 16.00 – 20.00 Info 339-3766367 LAURA CORALLO passatempo Nuove installazioni alla Galleria Annovi La galleria Annovi di Sassuolo ha inaugurato il 28 ottobre scorso due importanti mostre di livello nazionale. “La San+a alleanza” è una mostra collettiva di arte contemporanea a cura di due noti critici italiani: Luca Beatrice e Maurizio Sciaccaluga, che da sempre battono per il recupero della tradizione popolare dell’arte italiana e per una valorizzazione della pittura, non solo quella figurativa, rendendo noti al grande pubblico artisti delle nuove generazioni, ma anche maestri affermati. In mostra da Annovi il meglio delle loro “conquiste”: espongono Matteo Basilè, Jessica Carroll, Alberto Castelli, Andrea Chiesi, Marco Cingolani, Roberto Coda Zabetta, Mario Consiglio, Giacomo Costa, Leonida De Filippi, Roberto Floreani, Omar Galliani, Daniele Galliano,Federico Guida,Massimo Kaufmann,Luigi Mainolfi,Giuseppe Maraniello, Daniela Montanari, Gianmarco Montesano, Alex Pinna, Salvo, Corrado Zeni. Presso lo spazio giovani sono invece esposti i quadri di Andrea Zucchi, artista milanese che servendosi di immagini e fotografie già esistenti le trasforma attraverso la pittura mistificandole e riportandole a nuova vita. Nella sua mostra “White lines” le tele non sono più ingombre di figure, ma queste ultime si stagliano solitarie sulla superficie del quadro, come se l’artista volesse verificarne la forza e l’autonomia. “Non sono semplici mostre –ha spiegato Sergio Annovi – ma c’è l’intenzione di creare veri e propri eventi culturali, per dare l’opportunità ai sassolesi di affacciarsi sul mondo dell’arte nazionale ed internazionale e di incontrare e conoscere artisti di calibro”. È possibile visitare la mostre presso la galleria in via Radici in Piano 121 dal martedì al sabato negli orari 9-13 e 1619. La mostra collettiva sarà allestita fino al 23 dicembre, mentre quella di Zucchi fino al 15 dello stesso mese. L’ingresso è libero, ulteriori informazioni si ottengono al numero 0536807837 o sul sito www.galleriannovi.com CHIARA DINI CRUCIVERBA chi più ne ha, più ne metta! In corsivo, le definizioni sassolesi Orizzontali 1. Ci puoi scommettere – 7. Mucchi "dialettali" – 10. A noi – 11. Illecita nello sport – 13. Nota musicale – 14. L'insieme animale – 16. Nascondiglio – 17. Il verso di Garfield e Silvestro – 18. Figlio di Afrodite – 19. I am, you are, he ... – 21. Partito curdo ostile alla Turchia – 23. Pelle conciata – 24. ... “for food” ha creato più scandalo che aiuti – 25. Me medesimo – 26. Striscia e stritola – 27. Chiusura lampo – 29. Dato di riferimento della contabilità nazionale – 30. Cinema sassolese estinto – 33. Gli Etruschi, gli Ostrogoti, i Longobardi... – 36. Smuovo le zolle – 37. Anna, cantante italo-albanese – 38. Il partito di Fini. Verticali 2. Sivori, mitico funambolo zebrato – 3. Carismatico attore tedesco – 4. Avanti Cristo – 5. Non proprio raffinato – 6. Nostro primo cittadino dal '90 al '92 – 7. Targa emiliana – 8. Organismo post URSS – 9. I servizi segreti Usa – 12. Palermo – 14. Via in Comune (vedi foto) – 15. Necessità – 20. Disciplina olimpica invernale – 22. Gustav, pittore austriaco – 26. Doppio – 28. Termine golfistico – 29. Pace latina – 31. Ne sono al corrente – 32. Sigla automobilistica veneta – 34. Procede – 35. Preposizione. dal 17/11 al 17/12 l’oroscopo ARIETE (21/03-20/04) Soffrite per le incomprensioni… Amore: conquiste tangibili... Lavoro: momenti difficili,caotici... Salute: malinconia di stagione TORO (21/04-20/05) Siate più disponibili verso gli altri… Amore: per i singles avventure senza futuro, per le coppie una sferzata di energia... Lavoro: occorre più diplomazia… Salute: raffreddori in agguato GEMELLI (21/05-21/06) Non ascoltate chi mette in dubbio le vostre azioni! Amore: la Luna contraria vi renderà irritabili e di cattivo umore... Lavoro: floride le finanze Salute: è consigliabile un’attività fisica per liberare le energie in eccesso CANCRO (22/06-22/07) Ci sono le condizioni per una ripresa generale... Amore: amore e passionalità andranno di pari passo... Lavoro: il vostro operato strapperà commenti entusiastici... Salute: concedetevi un po’ di riposo anti-stress LEONE (23/07-23/08) Ci vuole diplomazia... Amore: avete bisogno di tenerezza e coccole... Lavoro: promette molto bene, specialmente a fine novembre Salute: tenete sotto controllo l’irrequietezza! VERGINE (24/08-22/09) Siete stanchi e provati... Amore: brividi felini con il/la partner storico/a... o con una new entry! Lavoro: rifiuterete una posizione subalterna... Salute: sostanza e forza 14 di Mirella Barchi La soluzione nel prossimo numero Soluzione settembre BILANCIA (23/09-22/10) Tirate fuori la grinta! Amore: cicogna in agguato se avete l’età giusta... Lavoro: sono accese le vostre ambizioni... Salute: più attenzione all’alimentazione! SCORPIONE (23/10-22/11) Vita sociale fertile... Amore: intriganti manifestazioni d’affetto... Lavoro: difendetevi da chi critica, polemizza... Salute: siete molto fiacchi... SAGITTARIO (23/11-21/12) Le reazioni emotive non vi si addicono... Amore: usate di più la ragione e meno il sentimento... Lavoro: le finanze attive vi permettono “spese pazze”... Salute: lo stomaco è il vostro punto debole CAPRICORNO (22/12-20/01) Evitate discussioni noiose in famiglia... Amore: donne, conquisterete “alla grande” (persino il “bello” dell’amica odiosa…) Lavoro: scrivete appunti per non dimenticare nulla... Salute: attenzione alle piccole ferite ACQUARIO (21/01-19/02) Non piangete sul latte versato: decidete subito di voltare pagina! Amore: boccate d’ossigeno... Lavoro: sarete insofferenti ad ogni critica Salute: un bel check-up generale! PESCI (20/02-20/03) Un periodo ideale per fare un acquisto importante Amore: comincerà un periodo roseo... Lavoro: è tutto in movimento! Salute: attenti alla mancanza di ferro! Ceste Natalizie Porchetta Toscana Ricotta fresca TUTTI I GIORNI Salumeria Tradizionale NUOVO NELLA TUA CITTÀ Via Cavallotti 17 - 41049 Sassuolo (Mo) tel. 338.4216621 - fax 059.553075 (monch) il il sassolino nella scarpa ...la parola ai lettori sasso lino SCRIVETECI!!! Tutte le critiche verranno ascoltate; le lettere ed i messaggi più significativi saranno pubblicati. [email protected] Ancora sulla pillola abortiva “Per una cultura della consapevolezza e della responsabilità” Le recenti polemiche sulla sperimentazione in Italia del Mifepristone (RU 486) come induttore farmacologico dell’aborto volontario suscitano una serie di riflessioni che possono contribuire a chiarire in modo equilibrato alcuni aspetti controversi. Innanzitutto una tecnica potenzialmente meno cruenta come quella farmacologica rispetto alla tradizionale chirurgica, non può modificare l’orientamento dei molti che si sono da sempre opposti alla scelta pur traumatica dell’aborto volontario.La gravità del gesto rimane inalterata perché si tratta pur sempre di sopprimere una vita che è scaturita al momento della fecondazione, si è evoluta superando lo stadio dell’annidamento nell’utero materno, si è espressa ancor più compiutamente nei successivi stadi di sviluppo embrionali fino a poter essere osservata macroscopicamente con le usuali metodiche diagnostiche ostetriche che non lasciano adito ad incognite o dubbi interpretativi. L’evento di una gravidanza imprevista, nella coppia quando esiste o a maggior ragione nella donna se è sola, suscita condizioni di grande disagio esponendo facilmente a scelte impulsive arrendevoli e a volte poco consapevoli. In queste condizioni le politiche di tutela sociale della maternità del servizio pubblico e le esperienze del volontariato espresse attraverso l’attività dei centri di aiuto alla vita presenti anche sul nostro territorio non sempre sono in grado di far fronte con successo al problema puntando sull’istinto di maternità, la condivisione affettiva o l’aiuto economico. In questo contesto è ingiusto e offensivo insinuare come da più parti si tenta di fare che siamo diffidenti nei confronti dell’RU 486 per dissuadere dall’aborto utilizzando l’angoscia di dover ricorrere ad un intervento chirurgico. “L’idea della sofferenza come antidoto all’aborto volontario non ci appartiene”. Riteniamo altresì che il ricorso a trattamenti farmacologici per indurre l’aborto volontario possa più facilmente favorire atteggiamenti di deresponsabilizzazione e financo di banalizzazione contrari allo spirito della legge 194 del 1978. Pur non condividendola riconosciamo a quella legge ed alla giurisprudenza costituzionale che “l’aborto volontario non è pensato come diritto di libertà e come fenomeno di massa ma come esito di un eccezionale stato di necessità da limitare il più possibile” come affermato recentemente da autorevoli giuristi. Se lo stato non rinuncia a difendere la vita nascente a maggior ragione dobbiamo sentirci tutti più attenti e convinti alla diffusione di una cultura della consapevolezza e della responsabilità nella prevenzione preconcezionale e postconcezionale dell’aborto volontario. Sassuolo 02/11/2005 Cordialmente DOTT. ENRICO DALLA VECCHIA ginecologo “Qui Casara: basta prese in giro, ricordatevi di noi!” messaggini 320.8482069 “Più forze dell’ordine” Maggiore intervento delle forze dell’ordine nelle strade cittadine perché i cittadini si sentano sicuri nella propria città. FRANCESCA “Finalmente la nostra realtà” L’oroscopo è bellissimo. Finalmente si parla della città di Sassuolo e delle sue realtà. Spero che si possa parlare anche delle realtà degli altri tre comuni Fiorano Maranello, Formigine e del mondo della ceramica… Anche la realtà dei giovani va stimolata. “Viabilità: che caos!” A Sassuolo la viabilità è troppo caotica: è possibile realizzare parcheggi adiacenti al centro, possibilmente non a pagamento? “Basta parlare degli arabi” Degli arabi non ce ne frega niente di ciò che fanno! Non scrivetene più di loro. Chiaro! PATTUZZI ENZO RISPONDE LA REDAZIONE Egregio Sig.Pattuzzi, a noi invece “ce ne frega” di chi rappresenta i 2/3 degli immigrati sassolesi e circa 1/4 dei nuovi avviati al lavoro del distretto. E più che altro nelle ceramiche, s’intende. Poi è ovvio che si possa discutere dei comportamenti più o meno giustificabili di una parte di essi. Ma per poterne discutere, bisogna innanzitutto parlarne. Sono una cittadina sassolese, con corrispettivo marito e come tali paghiamo le tasse. Vorremmo, anzi, pretendiamo, che il sig. Sindaco e tutti coloro che governano questa città che vive e cresce grazie a gente che lavora, che si facciano un esame di coscienza per tutte le prese in giro per essere persone “educate”. Quello che vi chiediamo da anni, è di portare una delle zone più belle di Sassuolo in condizioni vivibili come il centro, visto che ad abitarla sono trenta famiglie con bimbi e altri in arrivo. Casa- ra ha bisogno prima dell’inverno di una strada nuova, larga, con MARCELLO MICHELONI protezione e visibilità. Inoltre necessitiamo del gas metano e di un sistema fognario. Non fateci pentire di non essere sotto il comune di Prignano, non dimenticatevi che siete Voi a dare il permesso di costruire e di rendere vivibile Casara. Da anni i nostri bambini percorrono puntualmente due volte al giorno con lo scuolabus la nostra tanto amata via “Strada per Casara” e noi genitori aspettiamo con ansia il loro ritorno perchè non sicuri della percorribilità della strada. Mille parole vorrei scrivere ma so che a poco servirebbero. Spero che questa lettera non venga GINO BONDAVALLI “cestinata” senza almeno essere stata letta. DONATA VIESTI E MAURO ANTONIO LA NOTTE il sasso Un tratto della strada per Casara P.zza Martiri Partigiani 7 41049 Sassuolo (Mo) Tel. 0536.811091 lino su internet! La versione on-line del giornale, nuovo numero e arretrati, può essere scaricata gratuitamente dal sito del Circolo Culturale Fahrenheit 451 wwwww..ffaahhrreewweebb..iitt w c/o La Casa nel Parco L.go Bezzi, 4 Sassuolo [email protected] 15 il sasso lino