la polonia post-10 aprile 2010

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la polonia post-10 aprile 2010
POLONIA
ANALISI Marzo-Aprile 2010
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a cura di Serena Giusti
LA POLONIA POST-10 APRILE 2010
Improvvisamente, di nuovo, la storia della Polonia si tinge di tragico,
antiche e più fresche memorie riaffiorano insieme al senso di messianismo che ne
ha forgiato gran parte dell’identità nazionale. La caduta del Tupolev Tu-154 di
fabbricazione russa, con a bordo il presidente polacco Lech Kaczyński e sua
moglie Maria ed altre 94 persone, alti esponenti dell'apparato statale e militare,
precipitato nelle brume di un bosco vicino all'aeroporto russo di Smolensk sulla
via di Katyn, ha provocato grave sconcerto nel paese, in Europa e nel mondo. Il
presidente Kaczyński non aveva gradito che il suo primo ministro Donald Tusk
fosse stato invitato dal primo ministro russo Vladimir Putin alla prima cerimonia
di commemorazione delle vittime del massacro di Katyn che si era svolta il 7
aprile così la decisione di una seconda commemorazione il 10 aprile a cui
avrebbe partecipato insieme a veterani e ad esponenti della opposizione.
In termini di politica simbolica, ancora vive e toccanti le immagini (1) dei
due capi di governo che nel silenzio irreale della foresta di Katyn rendevano
omaggio alle decine di migliaia di ufficiali polacchi prigionieri di guerra che nella
primavera del 1940 furono segretamente massacrati in quei luoghi. Per lungo
tempo la versione ufficiale sosteneva che il massacro fosse stato perpetrato dai
nazisti. Fu solo nell’ottobre del 1992 che il Presidente russo Boris Yeltsin rese
noto l’ordine impartito alla NKVD dal Comitato centrale del Politburo, al cui
vertice
era
combattere
Stalin,
contro
di
sopprimere
l’invasione
27.700
nazista
e
cittadini
“nemici
polacchi,
incorreggibili
colpevoli
del
di
potere
sovietico”. Stalin voleva privare la Polonia delle sue migliori risorse intellettuali.
La maggioranza degli ufficiali massacrati a Katyn erano riservisti – medici,
avvocati, professori insieme a numerosi preti e rabbini.
La verità appena recuperata condurrà ad una riconciliazione (2) fra le due
nazioni? Le parole riconoscenti di Tusk e finalmente terse di Putin sono sembrate
promettenti. Dopo il “reset the button” fra Mosca e Washington e la firma a
Praga dello Start2, anche le relazioni fra Varsavia e Mosca e conseguentemente
fra la UE e la Russia potrebbero rapidamente migliorare contribuendo finalmente
a stabilizzare l’ancor vacillante spazio post-sovietico. I polacchi hanno apprezzato
la collaborazione dei russi nella conduzione delle indagini sulla catastrofe area. La
Russia ha proclamato un giorno di lutto nazionale e molti suoi cittadini si sono
radunati in segno di solidarietà davanti al consolato polacco a San Pietroburgo e
davanti all'ambasciata a Mosca, dove anche Medvedev si è recato depositando un
mazzo di fiori bianchi e rossi, i colori della Polonia. Il film Katyn del regista
polacco Andrzej Waida, che nel massacro perse il padre Jakub, è stato trasmesso
in prima serata dalla televisione russa (la Russia si era finora rifiutata di farlo e i
sondaggi mostrano che soltanto il 19% dei russi crede che ci sia la NKVD di
Stalin dietro l’eccidio) (3). “Vi ringraziamo, fratelli moscoviti” così titolava in
prima pagina il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza (4) fondato e diretto da
Adam Michnik, combattivo dissidente e avversario del comunismo negli anni duri
ed eroici della protesta.
In occasione dei solenni funerali del presidente e di sua moglie, nella
cattedrale dell’antica capitale polacca, Cracovia, il presidente russo Medvedev (gli
altri leader attesi, fra cui Barack Obama, non hanno potuto partecipare a causa
delle ceneri del vulcano islandese) ha dichiarato che “un incidente di tali
dimensioni diventa una prova non solo per la società polacca ma anche per il
sistema di rapporti internazionali. Ed è per questo motivo che il mondo si è
stretto con tanto affetto attorno alla Polonia. Di fronte a questa perdita,
dobbiamo fare lo sforzo di avvicinare i nostri paesi e di cercare di capire le
ragioni dell’uno e dell’altro” mentre il cardinale polacco Stanislaw Dziwisz ha
ringraziato i “fratelli russi” per l’aiuto nelle indagini auspicando migliori relazioni
“tra le due grandi nazioni” (5).
Le salme dei Kaczyński sono state tumulate nella cattedrale del castello
reale di Wawel a Cracovia dove sin dal XIV secolo riposano eroi nazionali e poeti.
La decisione della sepoltura, presa esclusivamente dalla famiglia Kaczyński
insieme alla chiesa cattolica polacca ha suscitato polemiche nel paese incrinando
il senso di unità nazionale seguito alla tragedia aerea. Alcuni dimostranti a
Cracovia, Varsavia, Danzica, Wroclaw, Katowice, Lodz e Poznan portavano
striscioni che recitavano: “Varsavia per i presidenti, Wawel per i re”. Lo stesso
regista Wajda, ha protestato in una lettera al quotidiano Gazeta Wyborcza contro
tale decisione (6).
Dal punto di vista politico, la Polonia ha mostrato tuttavia grande maturità.
Come prevede la Costituzione, le funzioni presidenziali sono state assunte dal
presidente del Sejm, Bronisław Komorowski, che ha annunciato per il 20 giugno
(con eventuale secondo turno il 4 luglio) le elezioni presidenziali che si sarebbero
dovute
tenere
il
prossimo
autunno.
Komorowski
eserciterà
le
funzioni
presidenziali, ad esclusione del potere di sciogliere il parlamento, ed allo stesso
tempo parteciperà alla campagna per le elezioni presidenziali come candidato di
Piattaforma civica (PO). La scomparsa nell’incidente di due candidati - il
presidente Kaczyński aveva intenzione di correre per un secondo mandato come
candidato del partito di opposizione Diritto e Giustizia (PiS) e dell’ex ministro
della Difesa Jerzy Szmajdzinski, che era il candidato del partito di sinistra,
Alleanza della Sinistra Democratica (SLD) - renderà l’agone politico meno
competitivo e la vittoria già annunciata del partito di governo PO in un certo
modo ‘mutilata’. Secondo i sondaggi antecedenti all’incidente aereo, il PO
avrebbe raggiunto quasi il 46% dei consensi contro il 24,8% raccolti dal partito di
opposizione PiS che nel solo mese di marzo ha perso il 4,7% dei consensi. La
sinistra gode invece del 13,9% dei consensi dei cittadini mentre il partito agrario,
partner del PO nel governo, raggiunge appena il 5%.
E’ improbabile che la commozione provocata nel paese dalla tragedia di
Smolensk e la decisione del fratello gemello del presidente defunto, Jarosław,di
candidarsi per il PiS (i sondaggi non lo danno oltre il 20-25% dei consensi)
possano spostare in maniera decisiva le preferenze di voto dei polacchi. Sul sito
del PiS (7) Jarosław afferma che "La Polonia è il nostro grande impegno comune
che esige che il dolore sia superato e che gli obblighi siano adempiuti …”.
Jarosław Kaczyński è stato primo ministro per poco meno di un anno e mezzo tra
il 2006 e il 2007. Con i due gemelli ai vertici del potere statale c’era stata una
corsa a disseppellire il passato per rinvenire ovunque nemici – dai comunisti ai
russi, dai tedeschi agli ebrei e ai gay. La decisione che più aveva suscitato
clamore all’interno e all’esterno del paese era stata l’adozione (15 marzo 2007)
della cosiddetta lustracja, una legge che obbligava migliaia di cittadini polacchi a
dichiarare per iscritto la loro collaborazione o meno con i servizi di sicurezza
dell’ex regime comunista. Il desiderio di lustracja dei Kaczyński era determinato
dalla loro convinzione che nel periodo della transizione fossero state fatte
concessioni agli appartenenti al regime comunista, fra cui favoritismi nel
processo di privatizzazione. In questo modo si sarebbe sviluppata un nuova
‘casta’, i c.d. układ, ossia un network di politici, ex agenti dei servizi segreti,
comunisti e businessmen, che costituirebbe ora un potere parallelo a quello
statale (8). Il repentino ritorno al passato in un momento in cui il paese con
l’adesione alla Ue aveva vissuto invece una accelerazione in avanti non fu gradito
dalla maggioranza dei polacchi che nelle elezioni del 2007 optarono per il liberale
e pragmatico Donald Tusk che ottenne il miglior risultato individuale della storia
elettorale della Terza Repubblica polacca.
Se il PO, come quasi certamente, vincerà le elezioni presidenziali e poi
quelle locali (previste tra novembre 2010 e gennaio 2011, la data precisa sarà
comunicata entro il 13 ottobre) avrà l’opportunità di influenzare la nomina in
posizioni chiave di esponenti politici ‘leali’, dominando così la scena politica
polacca non più polarizzata dalla coabitazione Kaczyński-Tusk. Il partito del
defunto presidente stenterà a presentarsi compatto: Lech Kaczyński era
considerato salvifico per l’unità del partito nonostante la prevista sconfitta. Se
quindi Tusk continuerà a mostrare di saper gestire adeguatamente questa
improvvisa crisi dando fiducia al paese e Komorowski svolgerà la presidenza ad
interim ponendosi super partes (sebbene la Costituzione consenta a Komorowski
di nominare i nuovi vertici delle forze armate e il governatore della Banca
Nazionale egli tuttavia potrebbe sospendere ogni decisione ed attendere lo
svolgimento delle elezioni presidenziali) allora il PO potrà sperare di cementare
ed incrementare il consenso e la fiducia dei polacchi.
Il PO dovrà però trovare tematiche concrete, costruttive ed appetibili dopo
una campagna politica che era stata impostata sull’antagonismo, ossia diretta
contro il presidente Kaczyński. Waldemar Pawlak (l'attuale vice Primo Ministro e
Ministro dell'Economia), leader del partito contadino polacco (PSL) potrebbe
beneficiare della scomparsa di Kaczyński con cui si contendeva i voti delle aree
rurali e diventare uno dei protagonisti della competizione elettorale. La morte
invece di Szmajdziński, candidato alla presidenza per SLD che lo aveva scelto
dopo un complesso compromesso fra le sue diverse anime potrebbe avere un
impatto negativo sulla resa elettorale del partito. SLD ha deciso tuttavia di non
appoggiare il candidato indipendente di centro-sinistra Andrzej Olechowski, come
sembrava in un primo momento, convergendo invece sul nome del giovane
Grzegorz Napieralski, già presidente del partito. Il successo elettorale del PO
sarebbe ancora più pieno se riuscisse a motivare i polacchi verso la politica
confermando così la tendenza alla ripresa al voto registrata alle legislative del
2007 quando la percentuale di coloro che si recarono alle urne fu del 53,9%
rispetto al 40,6% del 2005, l’anno dell’apatia elettorale - a cui fu in parte
attribuita l’ascesa di Jarosław Kaczyński - quando si registrò un calo nella
partecipazione di circa l’8% rispetto alle legislative del 2001.
La Polonia avrà quindi un partito di maggioranza forte nell’ambito di un
sistema partitico frammentato incapace di esprimere al momento un progetto
politico alternativo. Un primo ministro ed un Presidente appartenenti al
medesimo partito politico garantiranno stabilità e faciliteranno l’adozione di
riforme strutturali consentendo al paese di tornare nuovamente a crescere a
ritmi sostenuti dopo la crisi globale finanziaria verso cui la Polonia è risultata
tuttavia tra i paesi più resilienti fra i vecchi e nuovi membri della UE. Con la
nomina di un governatore della banca centrale in sintonia con gli orientamenti
del governo (il governatore della Banca Nazionale, Sławomir Skrzypek, anch’esso
morto a Smolensk, aveva avuto nei giorni precedenti all’incidente forti contrasti
con il Consiglio per la politica monetaria e con il Ministero delle Finanze per la
sua rigidità nella politica fiscale), la Polonia potrebbe essere in grado di aderire
all’area Euro nel 2015.
Dopo il dolore è giunto finalmente il tempo per una nuova fase della
politica polacca, più emancipata ed equilibrata rispetto al suo tragico passato. La
Polonia potrebbe essere matura per tracciare quella gruba kreska, la linea di
cesura con il passato, che nell’ormai lontano 1989 Tadeusz Mazowiecki, alla
guida del primo governo post comunista, invocava. Ciò agevolerebbe la duplice
riconciliazione, all’interno della società polacca stessa e all’esterno, con quelli che
sono percepiti ancora come nemici e permetterebbe alla Polonia di guardare
finalmente ‘libera’ e confidente in avanti.
(1) http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/8607605.stm
(2) A.Kolesnikov, Pravda protiv pravoty, Kommersant, 08-04-2010
(3) A. Levinson, After the plane crash: Russian attitudes to Katyn, openDemocracy, 2804-2010.
(4) http://wyborcza.pl/1,75478,7786233,Ostatnia_droga_prezydenta.html
(5) K. Wronowska, Wspomnienie Lecha Kaczyńskiego, Dziennik Gazeta Prawna, 12-042010
(6) Apel Andrzeja Wajdy: Zrezygnujcie z tego pomysłu!, Gazeta Wyborcza, 14-04-2010
(7) http://www.pis.org.pl/article.php?id=17305
(8) Out of Tragedy, normality, The Economist, 17-04-2010