Progetto scuola nuoto federale

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Progetto scuola nuoto federale
La S.D.Swimming Caltanissetta srl aderisce al progetto “ Scuola Nuoto Federale ”, istituito e
promosso dalla (Federazione Italiana Nuoto) e come tale offre un programma formativo di alta
qualità, garantendone il perseguimento di obiettivi comuni a tutti gli operatori aderenti ed una
certificazione di qualità che mira sempre più al miglioramento continuo, inteso in termini strutturali,
funzionali, organizzativi ed igienici. Non bisogna infatti dimenticare che dietro ogni Scuola Nuoto
Federale c'è un bagaglio voluminoso di sperimentazioni, sacrifici, passioni, conoscenze ed
entusiasmi che ne esaltano la propria unicità.
L'interazione didattico-organizzativa tra la Commissione del Comitato Regionale ed i gestori
dell'impianto assicura tuttavia uno scambio costruttivo, fatto di esperienze individuali diverse
trasformate in prassi comune, che tiene conto di elementi significativi, quali: l'omogeneità e la
flessibilità.
ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA NUOTO
Al momento dell'iscrizione ad una Scuola Nuoto Federale (SNF) è richiesta un'attestazione medica
di idoneità alla pratica sportiva non agonistica.
Le lezioni sono bisettimanali e trisettimanali della durata di 1H, comprensivi della ginnastica
prenatatoria. La strutturazione dei turni tiene conto dell'età degli allievi e dei livelli didattici
differenti; inoltre, la ripartizione stessa degli allievi si fonda su criteri di omogeneità che
rispecchiano il più possibile i suddetti principi. Non è esclusa l'opportunità di rivedere alcuni
vincoli, essenzialmente per andare incontro, attraverso un approccio un po' più elastico, alle
esigenze familiari organizzative. L'elasticità non deve però prevaricare il limite del buonsenso e del
rispetto per la competenza professionale del personale tecnico.
OBIETTIVI FORMATIVI
Il raggiungimento di finalità didattiche specifiche come l'ambientamento ed il galleggiamento in
acqua cammina di pari passo con obiettivi più generali, legati allo sviluppo ed alla conoscenza della
personalità dell'individuo, come ad esempio l'autostima, la socializzazione, il metabolizzare un
insuccesso, il superamento degli ostacoli, la concreta acquisizione di capacità motorie e di
conseguenza una maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo.
IL PRIMO LIVELLO
Comunemente è definito ambientamento , la cui finalità è quella di rendere il rapporto tra l'allievo e
l'acqua il più naturale possibile. Ha una durata temporale variabile: potrebbe comprendere poche
lezione come parecchi mesi.
L'idea base dell'ambientamento è che l'allievo sia in grado di fare in acqua ciò che farebbe sulla
terra ferma. Si suddivide in cinque step fondamentali:
1. l'approccio acquatico
2. l'immersione del viso e la respirazione
3. la fase orizzontale ed i primi galleggiamenti
4. le posture e gli scivolamenti
5. le forme di propulsione.
La progressione graduale di tali step permette nello stesso tempo all'allievo di socializzare
all'interno del gruppo e di avvertirne il senso di appartenenza; di conoscere i propri limiti, di
rilassarsi e di acquisire infine più autonomia sia nei movimenti che nella respirazione.
IL SECONDO LIVELLO
Comprende le prime elementari forme di propulsione per una corretta indipendenza in acqua ed un
buon equilibrio. In questa fase l'allievo sarà già in grado di coordinare i movimenti respiratori
(fuoriuscita del capo con l'inspirazione ed immersione con l'espirazione) in maniera rilassata; in
seguito, inizierà a praticare la battuta di gambe nel dorso e nel crawl (stile libero) e tutta una serie di
esercizi base, specifici delle due nuotate, ovvero: percorrere piccole distanze sott'acqua, galleggiare
in verticale, tuffarsi dal bordo, ecc.
IL TERZO LIVELLO
Il dorso ed il crawl si perfezionano, mentre gli stili rana e delfino vengono eseguiti in maniera
“grezza”, senza nessun tipo di correzione immediata; ciò consente all'allievo di poterli adattare alle
proprie caratteristiche motorie. La nuotata subacquea e il controllo respiratorio sono perseguiti
attraverso il recupero di oggetti sul fondo, sia in acqua alta che in acqua bassa.
IL QUARTO LIVELLO
Prevede l'affinamento della rana e del delfino associato ad un miglioramento progressivo del crawl;
il tutto mediante l'esecuzione di allenamenti fondati maggiormente sulla coordinazione. Fanno parte
di questo stadio l'insegnamento delle virate elementari, il tuffo di partenza dal blocco ed il
cronometraggio di alcuni tratti effettuati a dorso e crawl. Alla tecnica si aggiungono obiettivi di
natura personale come, ad esempio, il miglioramento delle capacità coordinative, l'insorgere di
sentimenti competitivi, il saper accettare filosoficamente gli insuccessi e gestire serenamente senza
ostentazioni gli eventuali successi.
IL QUINTO LIVELLO
Termina il perfezionamento base delle quattro nuotate; vengono svolti degli allenamenti mirati
affinché si evolvano attività legate alla resistenza ed alla velocità (braccia e gambe). Numerosi
devono essere gli stimoli per gli allievi che si preparano ad una fase così delicata, in cui la
concentrazione diventa basilare e la personalità si rafforza e l'individuo prende coscienza di sé.
LIVELLI SUCCESSIVI
L'apprendimento primario relativo alle attività acquatiche può proseguire attraverso la conoscenza
di discipline un po' più complesse e sicuramente più stimolanti; potranno essere così impostati
esercizi correlati al NUOTO PER SALVAMENTO (tecniche di trasporto del pericolante, nuoto
con passaggi sub, elementi di primo soccorso, ecc.) oppure ALLENAMENTI DI
PALLANUOTO, che prevedano palleggi elementari (in avanti, da fermo, in movimento, da vicino,
da lontano), nuotate con o senza la palla, zig-zag, slalom, dietro front, tiri da fermo ed in corsa, ecc.
Anche una prima preparazione legata al NUOTO SINCRONIZZATO diviene degna di attenzione
(remate di avanzamento, nuotate subacquee, capovolte indietro e avanti, varianti degli stili classici
di nuoto, ecc.).
LA GINNASTICA PRENATATORIA
Rappresenta frequentemente un punto debole dei programmi di attività svolti nelle piscine.
I motivi sono da ricercare:
- In un ambiente poco idoneo, poiché salvo felici eccezioni, infatti, l'attività viene effettuata sul
piano vasca che raramente presenta le caratteristiche adeguate.
- Nel modesto impegno di molti allievi, che vedono nella ginnastica un'appendice poco gradita della
lezione.
- Nello scarso valore che ad essa, in genere, viene attribuito (anche dagli stessi istruttori), che si
riflette sull'impegno dei ragazzi.
- Nella frequente incapacità degli insegnanti di interessare e coinvolgere gli allievi nelle attività.
- Nell'insufficiente repertorio di esercizi e, più in genere, in una scarsa competenza sulle
problematiche della ginnastica, che trasforma no la lezione in una monotona ripetizione di pochi
movimenti (gli istruttori sono adeguatamente preparati solo nel nuoto).
Questo quadro, abbastanza negativo, fa si che l'attività prenatatoria venga svolta spesso in un clima
di generale disimpegno, fatto che riduce ancor più la motivazione degli allievi e finisce per rendere
poco credibile e quindi giustificabile la proposta.
BENEFICI E LIMITI
Prima di entrare nel merito dei contenuti (metodologie di intervento ed esercizi) è necessario
chiarire obiettivi ed esiti prevedibili de la ginnastica. Letteralmente il termine prenatatoria indica
un'attività che precede la lezione in acqua: quali valenze presenti nei confronti dell'apprendimento
del nuoto, però, è ancora oggetto di discussione.
RAPPORTI TRA
PRENATATORIA
APPRENDIMENTO
DEL
NUOTO
E
GINNASTICA
Probabilmente, se esistesse la certezza di una correlazione positiva tra ginnastica prenatatoria ed
apprendimento del nuoto, anche l'interesse degli istruttori per questa attività aumenterebbe. E'
indispensabile dunque porsi una domanda: “E' utile la ginnastica prenatatoria per migliorare
l'apprendimento del nuoto?” Il nuoto è un'attività caratterizzata da una fortissima specificità, sia per
l' ambiente in cui si svolge, che per la struttura intrinseca dei gesti tecnici .
Secondo la scienza del movimento esiste un fenomeno, il transfert motorio, per il quale ogni abilità
da apprendere non è mai del tutto nuova, ma si basa su movimenti precedentemente acquisiti
(consapevolmente ed inconsapevolmente). Si tratta dunque di definire se, ed in che misura, il
transfert sia applicabile in questo contesto: cioè, se nelle varie fasi del processo d'apprendimento del
nuoto si possa beneficiare del transfert derivante dalle esercitazioni ‘a secco'. Nel caso di atleti
agonisti, o anche di buoni nuotatori, la trasferibilità, riferita al perfezionamento della tecnica
natatoria è minima: a questo scopo è utile solamente l'attività in acqua. (La specificità delle
informazioni cinestesiche è infatti elevatissima; questo significa che i segnali differenti utilizzati per
la regolazione del movimento sulla terraferma sono molto diversi rispetto a quelli ricevuti in acqua.
Non hanno pertanto nessuna utilità nella regolazione fine dei movimenti acquatici). Nel caso dei
principianti, ed ancor più con i bambini piccoli, invece, la situazione è diversa, per questi motivi.
Le fasi iniziali dell'apprendimento del nuoto pongono due ordini di problemi in forte interazione:
problemi percettivi, cioè di adattamento sensoriale e percettivo all'acqua e problemi motori, legati
alla costruzione di gesti complessi. L'adattamento percettivo si realizza con il processo di
ambientamento, Attraverso i molteplici contatti con l'elemento liquido viene sviluppata una
particolare sensibilità e si facilita la formazione di schemi sensopercettivi specifici. La costruzione
dei gesti tecnici inizia quando il principiante è già adattato. I movimenti del nuoto (gli stili)
presentano alcune difficoltà che vengono superate con più facilità se l'allievo è in possesso di una
buona coordinazione dinamica generale, di una sufficiente mobilità articolare, di un livello adeguato
di forza.
Queste qualità possono essere migliorate, anche sensibilmente, con un appropriato programma di
ginnastica a carattere generale se questa potrebbe essere la ginnastica prenatatoria). Inizialmente,
pertanto. l'influsso coordinativo positivo della ginnastica può essere significativo, poi però, via via
che le abilità natatorie vengono perfezionate, si riduce:
Negli allievi già specializzati la ginnastica prenatatoria è utile invece se finalizzata al miglioramento
della mobilità articolare e della forza (generale e speciale), che hanno un'influenza diretta sugli
aspetti energetici e tecnici della prestazione. Minore, forse addirittura irrilevante è invece l'influsso
degli esercizi coordinativi ‘a secco” sul processo di perfezionamento fine delle nuotate. Un
vantaggio che la lezione di ginnastica offre è quello rappresentato dalla possibilità di presentare i
nuovi gesti da apprendere poi in acqua. Con la dimostrazione e l'esecuzione ‘a secco” si può
favorire la formazione della prima immagine motoria, cioè di quel modello mentale di riferimento
che l'allievo utilizza per effettuare il gesto. Naturalmente con il passare delle lezioni questo modello
deve essere perfezionato e rifinito in acqua e la sua importanza “a secco” diminuisce
considerevolmente.
Nella fase iniziale quindi (ma solo in questa) un'attività a secco ben eseguita, finalizzata allo
sviluppo della coordinazione dinamica e della forza generale, nonché della mobilità articolare, può
avere effetti positivi sul processo di apprendimento. Un esempio favorirà una comprensione più
immediata dei concetti espressi: se uno studente di medicina decidesse di diventare chirurgo,
potrebbe cercare di aumentare la sua manualità con esercitazioni a carattere generale: suonare il
piano, sciogliere nodi, o altre attività, che, pur non avendo niente a che vedere con la chirurgia,
possono migliorare l'agilità delle dita. Sicuramente questo ‘lavoro generale” gli tornerebbe utile al
momento di effettuare le prime.
INCREMENTO COSTANTE DEI CARICHI
La Struttura dell’organismo umano (organi, apparati e sistemi) è fatta per sopportare le
sollecitazioni metaboliche finalizzate al potenziamento delle funzioni muscolari (condizionali) e
quelle indirizzate alla regolazione dei movimenti (coordinative). Esse determinano sia l'incremento
dei fattori energetico-strutturali, che una maggiore efficienza dei sistemi che regolano il movimento.
Il carico fisico rappresenta insieme di tutte le sollecitazioni a cui è sottoposto. L'organismo durante
la seduta: esso per essere efficace, deve superare io soglia di fatica caratteristica della normale
attività quotidiana. I carichi troppo leggeri sono privi di effetto, quelli troppo intensi dannosi;
inoltre, per mantenere il potenziale allenante, il carico deve essere costantemente aumentato. Lo
stesso carico, cioè gli esercizi proposti, può determinare in soggetti differenti (ma anche nello stesso
soggetto in relazione diverse condizioni di forma, salute, affaticamento) effetti ben diversi.
Si
parla
infatti
di:
- Carico esterno di tipo fisico, rappresentato dagli esercizi e facilmente misurabile e di
Carico interno, fisiologico, costituito dall'affaticamento dell'organismo prodotto dagli esercizi,
molto variabile individualmente. La valutazione del carico interno (cioè dell'affaticamento degli
allievi) si può effettuare con una certa facilità osservando alcuni parametri come: l'arrossamento
della cute, la frequenza cardiaca e ventilatoria (la frequenza del respiro), ed alcuni aspetti
comportamentali
come
l'efficacia
e
l'efficienza
delle
azioni
motorie.
Tutti i fattori del carico (volume, durata, intensità e densità: cioè rapporto tra lavoro e recupero)
possono essere intensificati.
INDICAZIONI PRATICHE
L'incremento del carico rappresenta uno dei problemi più complessi nell'attività prenatatoria;
raramente infatti si verificano condizioni di esercitazione stabili e costanti nel tempo, tali da
consentire una modulazione ottimale del lavoro. Le difficoltà nascono per più cause:
Gli inserimenti di nuovi allievi (mensili o in periodi più lunghi) ed i frequenti spostamenti, che
portano ad un continuo rinnovarsi de/gruppo di ginnastica. La diversa risposta fisiologica a carico
allenante di soggetti di sesso, età ed esperienze motorie così differenti.
La tipologia delle esercitazioni proposte in vasca, che poca si prestano od una modulazione del
carico precisa e soprattutto controllabile. Infatti salvo alcune di esercitazioni, nelle quali si può
aumentare il numero delle ripetizioni e/o t'intensità esecutiva (anche se questa è soluzione è più
complesso), oppure controllarne l'intensità attraverso lo riduzione di tempi di recupero, le offre
proposte motorie, specie quelle finalizzate allo sviluppo della coordinazione e dello mobilità, non
consentono una facile valutazione della variazione delle sollecitazioni a cui é sottoposto l'allievo
(carico interno). La soluzione a questo problema è abbastanza complessa e si basa sulla sensibilità
dell'Insegnante, che deve percepire quando una determinata esercitazione, oramai assimilata, non
fornisce più stimoli altamente significativi, quindi sostituirlo o quantomeno variarla: aumentando
l'impegno metabolico, ø chiedendo un controllo motorio più accurato e dettagliato. Visti la struttura
e gli obiettivi della ginnastica prenatatoria. comunque, un certo incremento dell'intensità del carico
si può ottenere attraverso la variazione, utilizzando una gomma molto vasta di esercitazioni.
Esercizi sempre nuovi (ma anche giochi percorsi circuiti) stimolano sia il sistema coordinativo che
quello condizionale, soprattutto attraverso l'aumentato impegno degli allievi, legato alla maggiore
motivazione indotta dalla varietà delle proposte.
CORRETTA SUCCESSIONE DEI CARICHI
I carichi di allenamento devono essere somministrati in maniera tale da interagire positivamente,
Una corretta successione delle esercitazioni, offre questa opportunità. L'attività inizia con una fase
di blando riscaldamento, che si intensifica gradualmente. Terminata la fase di attivazione generale
vengono inseriti gli esercizi più mirati (secondo il seguente ordine: articolarità — coordinazione forza rapida - resistenza e/o resistenza alla forza) e, infine, una fase di defaticamento. La
presentazione di nuovi gesti, soprattutto degli esercizi imitativi, che, (nella fase iniziale), possono
favorire apprendimento delle nuotate), si effettua all'inizio della seduta, quando l'allievo è in
condizioni di freschezza fisica: e mentale.
Con tutti i limiti evidenziati, dunque, l'attività preriatatoria può costituire un'integrazione utile di un
programma di nuoto ed anche favorire l'apprendimento. Le risorse per ottenere questi obiettivi
devono essere trovate soprattutto nel campo emotivo-motivazionale, poiché solo una partecipazione
attiva ed emotivamente intensa degli allievi consente il raggiungimento dei benefici sopra
evidenziati.
CONCLUSIONI
E estremamente difficile rendere proficua e gradita la lezione di ginnastica prenatatoria, specie con
gli allievi più grandi.
Un tentativo può essere effettuato seguendo le seguenti indicazioni:
- Formare ed aggiornare il personale insegnate in questo specifico campo.
- Motivarlo attraverso una corretta definizione e condivisione degli obiettivi ed il convincimento
della potenziale utilità di questa attività.
- Elaborare tarme di verifica relative al loro raggiungimento..
- Adeguare rigorosamente i programmi all'età degli allievi (fanciulli, preadolescenti, adolescenti,
adulti....) e soprattutto partendo dalle - Riservare spazi adeguati per ampiezza ed accessibilità.
Attrezzare il piano vasca con materiale adeguato agli allievi.
FREQUENZA: 2 o 3 volte a settimana
•
DURATA: da 15' a 30'
•
ALLIEVI PER INSEGNANTE: Max 25
•
FASI DELLA LEZIONE
1. Fase introduttiva
2. Motivazione
3. Adattamento all'ambiente
4. Ricerca di attenzione
5. Attivazione neurotonomuscolare
•
ORGANIZZAZIONE DELLA LEZIONE
1. Fase principale
2. Realizzazione degli obiettivi cercati (acquisizione di nuove abilità, consolidamento
abilità apprese: 1-2 compiti)
•
IL PIANO VASCA REOUISITI ESSENZIALI ;
1. Fase finale
2. Ritorno alla calma
3. Preparazione
4. all'ingresso in acqua
•
POSTO STRATEGICO
1. Il piano vasca non deve essere scivoloso
2. L'attività non deve essere disturbata da chi entra o esce
3. Gli allievi non devono avere un contatto visivo con i genitori
4. L'insegnate deve poter osservare i bambini dall'ingresso sino al raggiungimento del
posto di lavoro
•
DIMENSIONI MINIME (Mt. 10x5)
•
ATTREZZATURA DI BASE
1. Cerchi, materassi di vario genere, palloni di spugna, funicelle, bastoni, ceppi,
materiale usuale di piscina (tavolette, tubi, pull ecc....)