attrezzature(3) - Lega Navale Italiana

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attrezzature(3) - Lega Navale Italiana
Sub
CORSO SUB
ATTREZZATURE (3)
Le bombole
e gli erogatori
Come riuscire a respirare sott’acqua? Aumentare l’autonomia di un essere umano immerso in un liquido è un problema
che nasce tantissimi anni fa.
Tutte le invenzioni e i marchingegni ideati nel corso dei tempi
hanno contribuito allo sviluppo
della tecnologia attuale, moderna ma sicuramente tesa verso
nuovi indispensabili sviluppi.
Attualmente, il sub “normale”
va sott’acqua in immersione indossando quello che è comunemente chiamato ARA, ovvero
autorespiratore ad aria. Pesanti,
scomode e vetuste bottiglie metalliche. In effetti, questa tecnologia rappresenta un sistema
vecchio, ma efficiente e direi
anche economico. Ma vediamo
come è composto.
Le bombole, ovvero i contenitori dei gas non sono altro che dei
recipienti; possono essere in acciaio o alluminio e con l’ausilio
dei compressori si inserisce la
miscela gassosa nel loro interno. Questi contenitori possono
essere di svariate grandezze e
quindi capacità. Ovviamente, la
dimensione è scelta per l’utilizzo che se ne dovrà fare. All’interno del collo dei contenitori
esiste una filettatura sulla quale
si avviterà la rubinetteria. Ricor-
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diamoci che per le bombole ad
alta pressione questa zona nella
quale si impana il sistema per
montare gli erogatori, è il punto
più fragile e deteriorabile nel
tempo. Con la pressione massima all’interno della bombola, la
filettatura, se intaccata dall’ossido, può divenire una zona molto a rischio. Non sono infrequenti i casi di rubinetti strappati dalla pressione a causa di
un indebolimento strutturale. E’
per questo che le bombole vengono sottoposte a un periodico
controllo di sicurezza.
La rubinetteria serve per allog-
giare l’apparecchio riduttore di
pressione chiamato erogatore.
Parlando di questo speciale attrezzo, la storia ci racconta un
percorso fatto di antichi e molteplici artefatti per respirare sott’acqua. Ma senza inoltrarci nell’affascinante percorso storico,
preferiamo esaminare i più moderni ritrovati nel settore. Questi apparecchi non sono altro
che delle valvole riduttrici di
pressione, che trasformano il
gas compresso che nelle bombole è a 200 atmosfere a una
pressione di esercizio di circa
10-15 bar, adatta alla respirazio-
Bombole da immersione contenenti aria e miscela Nitrox
Un modello di normale ed affidabilissimo erogatore bistadio
ne. Nel corso degli ultimi cinquant’anni anni, il grande cambiamento è stato il passaggio
dagli erogatori monostadio agli
erogatori bi-stadio. Per intenderci, i monostadio, riconoscibili facilmente dai due tubi corrugati accanto al viso del sub,
sono quegli erogatori che hanno in un unico corpo le funzioni di riduzione e distribuzione
del gas da respirare. Questa scatola rotonda è localizzata sulla
rubinetteria delle bombole e
viene posta, se l’ARA è indossato correttamente, all’altezza del
centro polmonare del sub. Questi efficienti erogatori sono stati
sostituiti, nel tempo, dai più
moderni e sofisticati bi-stadio.
Come il loro nome ci racconta,
questi regolatori di pressione
hanno due stadi separati. Uno
dell’alta pressione e uno della
bassa pressione, collegati tra loro da una apposita “frusta”, un
tubo adatto, rinforzato e molto
resistente.
E’ ovvio che le nuove tecnologie quasi sempre risultano più
comode all’utilizzo. La differen-
za tra imboccare sott’acqua un
monostadio o un bi-stadio è rilevante: l’erogatore più moderno è più facile da utilizzare e
più sensibile nell’inspirazione
ed espirazione. Ho memoria di
un’ esercitazione obbligatoria
nei corsi per professionisti. Più
persone dovevano respirare da
un’unica fonte di aria, con un
erogatore monostadio che veniva utilizzato a turno; questa
pratica richiedeva grande abilità; lo svuotamento dei tubi corrugati e la presa del boccaglio richiedevano tempi lunghi e una
prolungata apnea per i partecipanti che, posti in circolo, attendevano il loro turno di respirazione con gli occhi pieni di
disperazione. Con un erogatore
bi-stadio lo stesso esercizio, ora,
è semplicissimo. Mentre attendiamo ulteriori evoluzioni tecnologiche, grazie a questo prezioso strumento possiamo comportarci come dei pesci, e non
è poco!
È noto come oggigiorno esistano, oltre ai sub “normali”, formati dalle maggiori agenzie di-
dattiche mondiali, subacquei
cosiddetti tecnici o tek. Questa
nuova generazione di profondisti tenta in tutte le maniere di
trasformare il proprio corpo in
un mini sommergibile. La configurazione della loro attrezzatura è molto più complessa di
quella di un sub tradizionale.
Per i sub tek, il principale problema è quello dei diversi gas
idonei per la respirazione alle
quote più profonde. Se in un
mezzo meccanico utilizziamo
una fonte di energia sbagliata i
motori si fermano, se un organismo umano si rifornisce di
una miscela gassosa respiratoria
impropria, muore. Da qui l’importanza della continua ricerca
nel campo iperbarico. E’ ovvio
che negli ambienti della subacquea commerciale e in quello
militare i mezzi e le conoscenze
scientifiche sono all’avanguardia. Ma è doveroso ricordare
che oggi, quella che noi chiamiamo subacquea ricreativa è
fonte di un importante indotto
economico; il turismo, l’industria e la didattica comportano
un vistoso bacino di utenza che
ha urgente bisogno di attenzione perché ne sia garantita una
sicura evoluzione.
Insomma, se ne son fatte di bolle da quando l’omino aveva una
botte rovesciata sulla testa e
qualcuno doveva ricordarsi di
pompargli aria per farlo respirare. E allora, in attesa di nuove
scoperte, godiamoci in sicurezza
ciò che il mare ci offre. Ringraziamo questo meraviglioso elemento e non dimentichiamoci
di rispettarlo e proteggerlo sempre.
Andrea Barbato
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