“Midnight in Paris” di Woody Allen

Transcript

“Midnight in Paris” di Woody Allen
Con il patrocinio del
Comune di Bologna –
Quartiere Savena
Approfondimento
bibliografico a cura della
Biblioteca “Ginzburg”
Oratorio Don Bosco
via B. M. Del Monte, 12
40139 BOLOGNA
C.G.S. “Vincenzo Cimatti”
Progetto CINEMAINSIEME
in collaborazione col circolo ARCI Benassi
“Nostalgia del passato”
1. martedì 6 ottobre 2015
2. martedì 13 ottobre 2015
3. martedì 20 ottobre 2015
“Midnight in Paris”
“The Artist”
“Hugo Cabret”
di Woody Allen
di Michel Hazanavicius
di Martin Scorsese
1
martedì 6 ottobre 2015 ore 20:45
verrà proiettato, in sala teatro dell’oratorio, il film
“Midnight in Paris”
di Woody Allen
SCHEDA
titolo Midnight in Paris
distribuito da Medusa
Kathy Bates (Gertrude Stein) [dopp. da
Ludovica Modugno], Adrien Brody
(Salvador Dalí) [dopp. da Neri Marcorè],
Carla Bruni (la guida del museo),
Marion Cotillard (Adriana) [dopp. da
Elsa Mollien], Rachel McAdams (Inez)
[dopp. da Chiara Colizzi], Michael
Sheen (Paul) [dopp. da Loris Loddi],
Owen Wilson (Gil) [dopp. da
Massimiliano Manfredi], Kurt Fuller
(John) [dopp. da Carlo Valli], Mimi
Kennedy (Helen) [dopp. da Melina
Martello], Nina Arianda (Carol) [dopp.
da Franca D'Amato], Corey Stoll (Ernest
Hemingway) [dopp. da Adriano
Giannini], Alison Pill (Zelda Fitzgerald)
interpreti [dopp. da Alessia Amendola], Tom
Hiddleston (F. Scott Fitzgerald) [dopp.
da Riccardo Rossi], Léa Seydoux
(Gabrielle) [dopp. da Diane Fleri], Tom
Cordier (Man Ray) [dopp. da Franco
Mannella], Serge Bagdassarian (isp.
Duluc) [dopp. da Jacques Peyrac], Yves
Heck (Cole Porter), Sonia Rolland
(Joséphine Baker), Marcial Di Fonzo Bo
(Pablo Picasso), Emmanuelle Uzan
(Djuna Barnes), Adrien de Van (Luis
Buñuel), David Lowe (T. S. Eliot),
Yves-Antoine Spoto (Henri Matisse),
Laurent Claret (Leo Stein), Vincent
Menjou Cortes (Henri de ToulouseLautrec), Olivier Rabourdin (Paul
Gauguin), Rostain (Edgar Degas)
fotografia Darius Khondji
sceneggiatura Woody Allen
regia Woody Allen
produzione
Spagna / USA,
2011
gen.
commedia/fa
ntastico
durata 1h 34'
Gil, affermato autore di Hollywood alle prese con il suo primo romanzo, è in
vacanza a Parigi con la fidanzata Inez e con i genitori di lei, John e Helen,
arrivati nella Ville Lumière per affari. Il soggiorno parigino di Gil potrebbe
trama trasformarsi in un incubo dopo l'incontro con Paul e Carol, una coppia di
amici di Inez, ma un fantastico evento giunge in suo soccorso: una notte,
infatti, sale a bordo di una misteriosa auto d'epoca che trasporta niente
meno che Francis Scott Fitzgerald e sua moglie Zelda …
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Concorsi e premi
Questo film ha partecipato a:
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84 edizione Academy of Motion Picture Arts and Sciences Awards (premio Oscar) (2012)
concorrendo nell* categori* miglior film dell'anno (a Letty Aronson, Stephen Tenenbaum),
miglior regia (a Woody Allen), migliore scenografia (a Anne Seibel, Hélène Dubreuil) e
vincendo nell* categori* migliore sceneggiatura originale (a Woody Allen);
65 edizione British Academy of Film and Television Arts (2012) concorrendo nell*
categori* sceneggiatura originale (a Woody Allen);
70 edizione Directors Guild of America (2012) concorrendo nell* categori* eccellenza nella
regia (a Woody Allen);
69 edizione Golden Globe Awards (2012) concorrendo nell* categori* migliore attore
protagonista in un film musicale o commedia (a Owen Wilson), miglior regia (a Woody
Allen), miglior film musicale o commedia e vincendo nell* categori* migliore
sceneggiatura (a Woody Allen);
67 edizione Nastro d'Argento (2012) concorrendo nell* categori* regista del miglior film
non europeo (a Woody Allen).
Recensioni.
ACEC
Soggetto: A Parigi oggi arrivano Gil, sceneggiatore a Hollywood con un romanzo da
pubblicare, la sua futura sposa Inez, e i genitori di lei. Poco attratto dai programmi
mondani/culturali imposti da una coppia di amici, Gil decide di passeggiare da solo e una
sera vede una macchina vecchio modello che gli si affianca e lo invita a salire. Portato in
affollati locali, Gil fa la conoscenza di Scott Fitzgerald, di sua moglie e di altri protagonisti
della vita culturale parigina. Gil poi conosce Adriana, e si innamora di lei. L'incanto però
finisce. Gil, frastornato dal passato, dice a Inez che non vuole più sposarsi. Resta però a
Parigi, quella del presente, nella quale forse farà nuove conoscenze meno impegnative.
Valutazione Pastorale: Londra, Barcellona, ora Parigi, e a Roma ha già concluso il suo
titolo successivo. La geografia di Woody Allen in Europa conta ormai diverse tappe, e in
ognuna lui ha lasciato qualcosa di sè, che non trova (o trova in forme capovolte) nella
amata New York. A sentirlo, in una graduatoria ideale, Parigi dovrebbe essere al primo
posto: e certo il premio è scontato, quando si mettono insieme tanti nomi, e tutti nello
stesso periodo, di letteratura, pittura, arte, cinema. Ma non solo quello, perché Allen non
ha pudore nel cominciare il copione con una gita panoramica della città con toni tra la
cartolina e l'acquarello, e poi a dare altro spazio a luci, colori, tramonti, mai disordine,
disarmonia, contrarietà. I problemi sono negli affetti e nei sentimenti: e nemmeno Parigi
può cambiare gli eventi, ma può creare le premesse per nuovi legami. Allen non cambia:
sogno, favola, le epoche che si succedono, il rifugio nel passato e subito il ritorno nel
presente, perché è questo il nostro luogo. Ma in mezzo, il dolce vivere della memoria e il
conforto di creare, scrivere, dipingere, essere con la vita e dentro la vita: con inevitabile
rammarico per il trascorrere del tempo. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare
come consigliabile e nell'insieme brillante.
Alessandra De Luca (“L’Avvenire” 12 maggio 2011)
II vecchio Woody colpisce ancora. Sulla Croisette, in apertura del 64esimo Festival di
Cannes, Allen ci regala un film romantico, divertente, che guarda con ironica lucidità al
presente. Forse al futuro, a dispetto dell'età del suo autore. E chi si aspettava dal regista
newyorkese una delle sue ultime, non certo entusiasmanti 'commedie turistiche' sulla scia
di 'Vicky Cristina Barcelona', ha dovuto ricredersi perché 'Midnight in Paris', ambientato
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questa volta nella capitale francese (in Italia lo distribuirà Medusa tra novembre e
dicembre), parte da uno spunto non originalissimo (...) per poi 'svoltare' con una sorta di
imprevisto viaggio nel tempo.
Roberto Escobar (“L’Espresso” 15 dicembre 2011)
Tra le virtù cinematografiche, poche sono difficili da esercitare quanto la leggerezza. E
splendidamente leggero è “Midnight in Paris” (Usa e Spagna, 2011, 94’). Quasi
camminasse svagato per le strade di Parigi. Woodv Allen racconta come gli uomini e le
donne, o alcuni fra loro, vivano inquieti nel tempo e nel luogo avuti in sorte dal caso, e
come provino a fuggirne via, verso altri tempi e altri luoghi. Il tema è grande, ma il film
non pesa più di un temporale d’estate lungo la Senna. Gil (Owen Wilson) scrive
sceneggiature, e ne è ben pagato, come dicono soddisfatti John e Helen (Kurt Fuller e
Mimi Kennedy), genitori di Inez (Rachel McAdams). A Parigi per qualche settimana con la
fidanzata e i futuri suoceri - tutti molto meno sognatori di lui - Gil scrive e riscrive il
romanzo cui lavora da tempo. Lì, nella Ville Lumiere, volentieri si trasferirebbe,
abbandonando
il
mestiere
di
scribacchino
hollywoodiano. Ancora più vorrebbe vivere nella
magica città degli anni ‘20, quando nei bistrot si
incontravano i più grandi narratori, pittori. musicisti.
E proprio questo gli accade. Un giorno, a
mezzanotte, qualcuno lo invita su una vecchia
limousine, e di colpo l’aspirante scrittore si trova
contemporaneo e sodale di Pablo Picasso, Cole
Porter, Man Ray, Luis Bunuel, Salvador Dali, Ernest
Hemingway e tanti altri. Gil é lo stesso Allen,
ovviamente. Suo è l’amore per Parigi, di cui all’inizio
del film mostra a lungo vie, case, gente, colori,
pioggia, penombre e luci. Sua è l’ammirazione
venata di ironia affettuosa per gli eroi che il giovane
americano frequenta notte dopo notte. Suo infine è il
desiderio inquieto di uscire dalla banalità del qui e
dell’ora, e di entrare in un mondo straordinario come
quello che, nel 1985, la protagonista di “La rosa
purpurca del Cairo” scopriva al di là dello schermo
cinematografico. Perché Gil trova magici gli anni 20?
E perché Adriana Marion Cotillard), che Gil incontra
nella Parigi di quegli anni, desidera andare ancora
più indietro, nella Belle Epoque? Forse l’uno e l’altra
sognano un tempo e un luogo che li libenno dal loro presente, e che non siano (più)
esposti alla condanna di ogni presente: quella di passare e svanire. In ogni caso, quando
“Midnight in Paris” termina, per il suo scrittore Allen “inventa” una vita nuova, con una
nuova, bellissima donna, e sullo sfondo del Lungosenna. Per quanto sia quella di oggi,
attorno a loro Parigi risplende leggera come solo le illusioni del cinema sanno risplendere.
Curzio Maltese (“La Repubblica” 12 maggio 2011)
Un Allen d'annata dà vita nella sua seconda patria cittadina alla più esilarante commedia
degli ultimi anni. Per ridere tanto bisogna tornare nei tempi recenti almeno a 'Scoop', ma
forse addirittura a 'Pallottole su Broadway' o agli esordi di comicità pura alla 'Prendi i soldi
e scappa' e alla sceneggiatura di 'Ciao Pussycat', il film durante il quale Woody si è
innamorato di Parigi. 'Midnight in Paris' gioca a scacchi con l'intelligenza e lo humour dello
spettatore, spiazzandolo con un crescendo di mosse geniali e inattese, situazioni
irresistibili e improvvisi cambi di prospettiva. Naturalmente si tratta di un gioco. Ma nulla,
si sa, è più serio, complicato e difficile di un gioco. Il plot è meno di un pretesto, com'è
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negli ultimi Allen. E' appena un luogo comune, il rimpianto per un passato idealizzato. Ma
allargato a dismisura, fino a diventare un paradosso surreale. (...) Lo humour e l'eros
sono le forze trainanti di un divertimento assoluto. Tutto talmente scintillante da far quasi
dimenticare la discreta presenza di Carla Bruni nella parte di una guida, che per mesi è
stato il solo motivo di discussione e gossip intorno al film. Con tutto l'amore anche per le
opere più cupe e pessimistiche degli ultimi anni, bisogna ammettere che si sentiva la
mancanza dell'Allen più lieve e sfrenato.
Mereghetti (“Corriere della Sera” 12 maggio 2011)
I miracoli esistono ancora, anche se bisogna aspettare che il campanile suoni mezzanotte.
Ce lo ricorda Woody Allen con 'Midnight in Paris' (appunto, 'Mezzanotte a Parigi'), che ha
aperto in allegria questo 64 festival di Cannes. (...) L'abilità di Woody Allen come
sceneggiatore assicura una serie di battute e gag a raffica, dalle 'lezioni' di vita e
letteratura fatte da Hemingway allo scambio di idee tra Gertrud Stein e Picasso che
discutono di un quadro ultra-astratto come se si trovassero davanti a un ritratto ultrarealista, dalle teorizzazioni di Dalí (Adrien Brody) allo stupore di Buñuel (Adrien de Van)
di fronte al soggetto dell'Angelo sterminatore che Gil gli propone 'a futura memoria'. Ma il
vero piacere del film è soprattutto in questa libertà assoluta che offre a Woody Allen la
possibilità di 'giocare' con una serie di mostri sacri della cultura novecentesca (...) senza
preoccuparsi di sembrare irriverente o pedante.
Maurizio Porro (“Corriere della Sera” 2 dicembre 2011)
Incantevole. Non c'è altro aggettivo valido per
suggerire questo 42mo film di Woody Allen, nella
cinquina dei suoi capolavori, in cui il suo nuovo alter
ego Owen Wilson, un Redford che ha preso un pugno
sul naso, diventa, dopo un prologo di cartoline da Ville
Lumière, l'altro americano a Parigi. Non tanto diverso
da quello, singing and dancin' di Minnelli, che ricreava
la pittura impressionista. (...) L'assedio della
mediocrità del presente spinge Allen, attraverso uno
dei tanti viaggi nel tempo del cinema, ad adorare
nell'altare di ieri stereotipi di uomini di cultura senza
più bisogno di attraversare lo schermo come nella
'Rosa purpurea del Cairo'. E si ride, ci si diverte con
intelligenza, come poche altre volte, pur con un
sottofondo malinconico per cui tutti attendiamo che
arrivi l'ora dei vampiri, anche se nella Parigi di oggi ci
sono la deliziosa Léa Seydoux e Carla Bruni in Sarkozy
che fa la guida del museo Rodin. Nelle identificazioni
mitiche, altro che motion capture, si distinguono Kathy
(Gertrude) Bates, Marion Cotillard, Adrien Brody Dalí
mentre il presente è nella banalità di Rachel McAdams
e nel pedante e bravo Michael Sheen, cast perfetto al
servizio di un magico ritorno al futuro. Ancora una volta, non ci resta che piangere, come
dicevano Troisi e Benigni, anche dal ridere.
Maurizio Acerbi (“Il Giornale” 2 dicembre 2011)
Dedicato a tutti quelli che sostengono il famoso «si stava meglio quando si stava peggio»,
che hanno la testa sempre rivolta al passato, che rimpiangono i sapori di una volta perché
«oggi fa tutto schifo». WoodyAllen, con questo raffinato viaggio nel tempo, ci dice che è
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tutto inutile; ovunque ci si trovi e in qualunque momento della storia, saremo sempre
circondati da coloro che sentono il bisogno, inutile, di cercare altrove (luogo o tempo) una
felicità effimera. Salvo poi rendersi conto che, calibrando al meglio il presente, anche oggi
non si sta poi così male. (...) Una bella lezione che Allen serve con grande maestria, la
solita dose di intelligenza culturale e con un atto d'amore alla capitale francese.
Alessandra Levantesi (“La Stampa” 2 dicembre 2011)
Risale al 1966 il racconto di Woody Allen Memorie degli Anni Venti pubblicato in
Saperla lunga (Bompiani), parodia della Parigi della Lost Generation dove lo scrittore,
immaginandosi infilato in quel giro cosmopolita, finiva invariabilmente con il beccarsi un
pugno sul naso dal macho Hemingway. Ora sul lontano spunto Allen ha costruito una
commedia, Midnight in Paris, che oltre a essere divertente, e parecchio, è anche
un’incantata riflessione sulla nostalgia come categoria
dello spirito. Lo sceneggiatore Gil (Owen Wilson, in
assoluto uno dei migliori alter ego di Woody) trascorre
una vacanza nella Ville Lumière con la fidanzata Inez
(Rachel McAdams) e i genitori di lei, ricchi e ultraconservatori. Da tipica turista del Duemila, Inez vorrebbe
dividersi fra shopping, cene e visite ai monumenti; invece
Gil, che lavora a un romanzo nella speranza di sottrarsi
all’insoddisfacente routine di Hollywood, preferisce andare
alla ricerca dei bistrò in cui nei mitici ‘20 sedeva un genio
a ogni tavolo. E, magia!, una sera a mezzanotte, è
risucchiato davvero nel mondo vagheggiato: incredulo si
aggira nel salotto di Scott e Zelda (Fitzgerald), approda in
casa di Gertrude (Stein), riceve consigli da Ernst
(Hemingway), si invaghisce di una modella (la incarna
Marion Cotillard) che piace a Pablo (Picasso).
Un miracolo si ripete la sera seguente, e ancora: ogni
mattina Gil torna alla normalità e attende con impazienza
lo scoccare della mezzanotte. A un certo punto riesce pure
a sottoporre il suo manoscritto, incentrato su un tipo che gestisce un negozio di
«memorabilia», al giudizio della Stein che reputa promettente il lavoro, sebbene la parola
suoni futuristica e stonata nella cerchia di personaggi così intensamente calati nella
propria realtà. E un ulteriore salto d’epoca fa balenare a Gil che il passato acquista valore
solo dall’essere stato il presente di qualcun altro, in una catena infinita.
Niente più nostalgia dunque? Non esageriamo: Allen è colui che in Manhattan elencava
fra le cose per cui vale la pena di vivere L’educazione sentimentale di Flaubert e la Jupiter
di Mozart. Nel finale Gil rientra nella sua vita: però che male c’è se la vorrebbe tenera e
sentimentale come una canzone di Cole Porter? Chissà, magari una notte gli capita di
incrociare su un ponte (bagnato di calda luce dal direttore di fotografia Darius Khondji)
una graziosa francesina che come lui ama quelle indimenticabili melodie e adora
camminare per Parigi sotto la pioggia... Ah quant’è bravo Allen a farci ridere e a farci
sognare!
Arrivederci a martedì 13 ottobre, per vedere
“The Artist” di Michel Hazanavicius.
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C.G.S. “Vincenzo Cimatti” – presso Oratorio San Giovanni Bosco
via Bartolomeo M. dal Monte 14, 40139 Bologna tel.051467939
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