I processi di globalizzazione dell`arte contemporanea
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I processi di globalizzazione dell`arte contemporanea
I processi di global izzazione nell’arte contemporanea Dalla conferenza del 26-05-2011 d i Francesco Bernardell i e Francesco Poli I processi di globalizzazione dell’arte contemporanea sono stati facilitati anche dalla diffusione e la conseguente promozione di diverse biennali nate nei paesi extraeuropei; queste manifestazioni hanno contribuito a portare alla ribalta artisti provenienti dall’Africa, dall’Asia, dal Sud America e a far conoscere in queste parti del mondo l’arte Americana ed Europea. Una delle manifestazione che ha contribuito alla conoscenza di una pratica artistica, lontana da quella occidentale, in cui il rito scamanico e religioso si coniuga con l’espressione plastica e visiva è stata la mostra Les Magiciens de la Terre (Parigi - Centre Pompidou - Halle de la Villette) del 1989. Http://vimeo.com/14421900 Bienal de São Paulo La Biennale di San Paolo è stata fondata nel 1951 su iniziativa dell'industriale Francisco (Ciccillo) Matarazzo Sobrinho (1898-1977). E’ la seconda più antica biennale d'arte del mondo, dopo Venezia (in vigore dal 1895). Il suo scopo iniziale era quello di far conoscere in Brasile l'arte contemporanea (soprattutto quella proveniente dall’Europa Occidentale e dagli Stati Uniti) e divulgare l’arte contemporanea del Brasile in altri stati per far diventare San Paolo del Brasile un centro d'arte internazionale. La quarta edizione, nel 1957, della Biennale di San Paolo si è tenuta presso il Pavilhão Ciccillo Matarazzo nel Parque do Ibirapuera. Il padiglione è stato progettato da un team guidato da Oscar Niemeyer e Hélio Uchoa, e offre uno spazio espositivo di 30.000 mq. Come con il modello veneziano, São Paulo ospita presentazioni nazionali e mostre internazionali sotto la direzione di diversi curatori. Oltre alla Biennale d'Arte, dal 1973, si tiene una Biennale Internazionale di Architettura e Design. http://www.bienal.org.br/FBSP/pt/Paginas/Home.aspx São Paulo Biennial: Pavilhão Ciccillo Matarazzo Biennale di Sydney La Biennale di Sydney in Australia è uno dei più grandi ed emozionanti eventi di arti visive. Rinomato per la presentazione dell'arte più innovativa contemporanea di tutto il mondo, il festival si tiene nei musei principali di Sydney e nelle gallerie, tra cui la Galleria d'Arte del New South Wales e il Museo d'Arte Contemporanea, e dispone di percorsi espositivi all'aperto lungo il porto glorioso della città. Nei 35 anni dal 1973 al 2008, la Biennale di Sydney ha presentato 16 mostre su larga scala - portando il lavoro di oltre 1.355 artisti provenienti da più di 82 paesi. La Biennale è stata tra i primi a celebrare la diversità culturale ed etnica in Australia (1976 e 1979), la prima a mostrare l'arte indigena in un contesto internazionale dell'arte contemporanea (1979), la prima a concentrarsi su l’Asia e l'arte contemporanea (1973 e1976), ed e stata tra le prime a presentare al grande pubblico l'arte e i movimenti che hanno trasformato la società australiana (1979, 1982 e 1984). Http://www.biennaleofsydney.com.au/ Manifesto della 18° Biennale di Sidney 2012 Biennale dell'Avana La Biennale dell'Avana è stata istituita nel 1984, molto prima del boom mondiale delle biennali nella metà degli anni novanta. La sua prima edizione si è concentrata su artisti che vivono o hanno le loro radici sociali e culturali nell'America Latina e nei Caraibi. Nella seconda Biennale dell’'Avana del 1986, l'attenzione è stata estesa all'Africa e all'Asia, divenendo così il luogo d'incontro più importante per gli artisti dei paesi 'non occidentali'; per questo motivo, Universi in Universe ha dedicato particolare attenzione a questo evento. Http://www.bienalhabana.cult.cu/bienaldelahabana/ Sito della Biennale dell’Avana Biennale di Istambul La biennale di Istambul nasce grazie alla Fondazione di Istanbul per la Cultura e l’Arte, ed è stata fondata nel 1973 sotto la direzione del Dr. Nejat F. Eczacibasi, con lo scopo di organizzare un festival annuale internazionale di arte (musica, jazz, cinema, teatro, arti visive). La particolare posizione della città come un ponte tra Europa e Asia, tra Oriente e Occidente, sembrava porsi come un luogo per il dialogo inter-culturale. Il primo festival è stato organizzato nel mese di giugno e luglio 1973, in onore del 50 ° anniversario della fondazione della Repubblica turca. La prima Biennale delle arti visive si è tenuta nel 1987. Il coordinatore generale e curatore era Beral Madra, nativo di Istambul. La città era priva di spazi espositivi di grandi dimensioni, per cui dopo la seconda Biennale è stata fatta di necessità virtù, e con il motto 'arte contemporanea in spazi tradizionali' furono utilizzati per le esposizioni gli edifici storici della città: da allora, questo è diventato un aspetto unico e particolarmente interessante della Biennale di Istanbul. Manifesto della Biennale di Istambul del 2010 Http://www.iksv.org/bienal10/index.html Brasile Lygia Clark (Belo Horizonte, 23 ottobre 1920 - Rio de Janeiro, 25 aprile 1988) è stata un artista brasiliana conosciuta per la sua pittura e il lavoro di installazione. E' stata spesso associata con il movimento brasiliano costruttivista della metà del secolo ventesimo e il movimento Tropicalia. Insieme con artisti brasiliani Amilcar de Castro, Franz Weissmann, Lygia Pape e poeta Ferreira Gullar, Clark è la co-fondatrice del movimento artistico Neo-concretista. Il Neo-concretisti credevano che l'arte doveva essere soggettiva e biologica. Durante la sua carriera, Clark ha scoperto il modo per far interagire gli spettatori (che in seguito indica come 'partecipanti') con le sue opere d'arte: ridefininendo il rapporto tra arte e società. Lygia Clark, Sensorial Hood, Ligia Klarc, Dentro e fuori, 1963 Hélio Oiticica Hélio Oiticica (26 luglio 1937 - 22 marzo 1980) è stato un artista brasiliano visuale, meglio conosciuto per la sua partecipazione nel gruppo di neo-calcestruzzo, per il suo uso innovativo del colore, e per quello che vrerra definita 'arte ambientale', che comprendeva Parangolés e Penetrables, come la famosa Tropicália. Libano - Iran Helio Oticica, Grande Nucleo, 1960-66 Mona Hatoum Mona Hatoum (Beirut, 1953) è una artista libanese. Ha studiato presso il Beirut University College tra il1970 e il 1972 e in seguito alla Byam Shaw School of Art e la Slade School of Art dal 1975 al 1981. Nel 1995 è stata nominata per il Turner prize in seguito alla sua personale presso il Centre Georges Pompidou a Parigi e presso la White Cube di Londra. Nel 2008 è stata premiata con il prestigioso premio Rolf Schock Prizes. Nelle prime opere l'artista libanese usa il mezzo della performance per denunciare la situazione sociale e politica delle donne; in seguito passa ad utilizzare il video per poi, verso la fine degli anni '80, Helio Oticica, Parangolé, 1964-65 Shirin Neshat, Rebellioussilence,1994 Mona Hatoum, Socle du mond, 1992-93 Shirin Neshat Shirin Neshat (Qazvin, 26 marzo 1957), è una artista iraniana di arte visiva contemporanea, conosciuta soprattutto per il suo lavoro nel cinema, nei video e nella fotografia. Vive attualmente tra il suo paese di origine e New York. Attraverso il suo lavoro Shirin Neshat analizza le difficili condizioni sociali all’interno della cultura islamica, con particolare attenzione al ruolo della donna, rivolgendosi al significato sociale, politico e psicologico dell’essere donna nelle società islamiche contemporanee. Anche se Neshat attivamente si oppone alle rappresentazioni stereotipate dell’Islam, i suoi obiettivi artistici non sono esplicitamente polemici. Piuttosto, il suo lavoro riconosce le forze intellettuali e religiose complesse che modellano l’identità delle donne musulmane nel mondo intero. Come fotografa e video- artista, Shirin Neshat è famosa per i suoi ritratti di corpi di donne interamente ricoperti da scritte in calligrafia persiana. Ha inoltre diretto parecchi video, tra cui Anchorage (1996), proiettato su due pareti opposte: Shadow under the Web (1997), Turbulent (1998), Rapture (1999) e Soliloquy (1999). Nelle sue fotografie e nei suoi video mostra attraverso immagini piene di tensione dei corpi velati, dei martiri (uomini o donne), persone sottomesse, che ogni giorno devono fare i conti con la violenza ed il terrorismo. È del 2009 il suo primo lungometraggio: Donne senza uomini. Cuba Ana Medieta Mendieta nasce a L'Avana (Cuba) nel 1948. Ha un'infanzia felice, ma nel 1961 lei e la sorella Raquelin vengono sradicate e portate negli Stati Uniti, all'interno dell'operazione Peter Pan, un piano anticomunista per “salvare" i bambini cubani all'indomani della rivoluzione castrista. Inizia così un pellegrinaggio da un campo di rifugiati ad un orfanotrofio, o in famiglie adottive, che le procurerà una grave depressione. Negli Stati Uniti sperimenta la vita quotidiana come cittadina di seconda classe. Tornerà a Cuba solo nel 1980, diciotto anni dopo il suo traumatico esilio. Nei successivi tre anni riuscirà a sviluppare stretti legami con la comunità di artisti emergenti entrando in contatto con la ricca tradizione Afro-Cubana. L'artista ha avuto un grande ruolo nello scambio culturale tra Cuba e il Nord America e fino ad oggi rimane l'unica cubana espatriata negli Stati Uniti ad aver partecipato a mostre nazionali a Cuba. Durante gli studi presso l'Iowa State University avviene la scelta radicale di passare dal lavoro pittorico alle performances. Proprio in Iowa viene entra in contatto con il movimento delle donne e questo influenza in modo forte la sua arte. Abbracciando gli ideali del femminismo, Mendieta fa una propria sintesi della Body Art e la Land Art sovvertendo i gesti monumentali dei land-artisti attraverso l'inserimento nel paesaggio del corpo umano. Nei suoi primi lavori si confronta con la discriminazione, la violenza e lo stupro. Dopo aver letto dello stupro e dell'assassino di una studentessa nel campus universitario, Mendieta reagisce artisticamente a questa violenza usando il proprio corpo: "sto lavorando con il mio sangue e il mio corpo". L'esclusione dal mondo dell'arte degli artisti di etnie diverse e delle donne, porta Mendieta a rivendicare in modo forte la propria identità trans-culturale. Le sagome effimere del suo corpo vengono bruciate nel legno, segnate con il sangue, modellate con tumuli di terra, erba, polvere da sparo o fiori; galleggiano sulla corrente, eruttano come vulcani o si confondono con il paesaggio. Al suo ritorno a Cuba crea le "Sculture rupestri" (1981), una serie di figure semiastratte scavate nella roccia tenera delle cave nel Parco Jaruco, alla periferia de L'Avana. L'artista da' loro nomi di antiche dee adorate dai Taino, un popolo indigeno dell'isola. Tracce di queste sculture e di una foglia dipinta rimangono, come fragile ricordo dell'artista, in un museo a L'Avana. Nel 1985 l'artista muore cadendo dal 35° piano in circostanze mai chiarita Ana Mendieta, Serie arbol de la vida (Iowa), 1976 Ana Mendieta, Film stills from Untitled , 1974 Tania Bruguera Tania Bruguera, classe 1968, è una giovane artista cubana molto nota all'estero, attiva anche negli Stati Uniti e presente nel circuito dell'arte contemporanea internazionale già da qualche anno grazie anche consenso suscitato con Ingegnere dell'anima, l'installazione esposta alla VII Biennale internazionale d'arte contemporanea dell'Avana nel 2000. A quasi dieci anni dall’inizio della sua attività artistica, che mette in relazione disinvoltamente tradizione, nuovi linguaggi, scultura, performance, il corpo stesso dell'artista come mezzo di indagine sociale, Tania ha già alle spalle la partecipazione alla Documenta XI (Kassel, Germania), le Biennali di Venezia, Johannesburg, San Paolo, Istanbul e L'Avana. Ha esposto nei maggiori musei di arte contemporanea del mondo e nel 2000 ha Tania Bruguera, The Weight of Guilt, Untitled, 1998 Kcho Si è affermato nel panorama artistico internazionale vincendo il Gran Premio della Biennale della Corea del Sud nel 1995. Kcho è nato a Nueva Gerona, Cuba, nel 1970. Si è laureato presso la Scuola Nazionale di Belle Arti (L'Avana) nel 1990 e ha ricevuto il Premio Associazione Fratelli Saiz. Nel 1996, ha iniziato a esporre i propri lavori presso il Centro Nazionale d'Arte Contemporanea (Montreal, Canada), il Museum of Contemporary Art (Los Angeles, USA, 1997) e il Museo Nazionale Reina Sofia (Madrid, 2000). Nel 1992, Kcho è stato nominato membro della giuria del Salon Nazionale del Museo Nazionale di Palazzo delle Belle Arti all’'Avana, nel 1994, ha ricevuto una borsa di studio dalla Fondazione Ludwig, e nel 1995, ha ricevuto il Premio UNESCO per la promozione delle arti a Ginevra. Kcho è noto per la creazione di opere basate sulle forme di imbarcazioni, spesso realizzate con materiali di scarto o improvvisati, che incorporano iconografia e oggetti di vita quotidiana a Cuba. Africa Yinka Shonibare Yinka Shonibare, di origini africane, ma, nato in Inghilterra (Londra 1960), ha ritrovato in questo paese le stesse difficoltà dei suoi connazionali emigrati alla ricerca di una vita che ai loro occhi potesse apparire migliore. Il processo dell’opera di Shonibare appare già dall'inizio differente, come pervertito, in favore di un'apparentemente innocuo narcisismo, proiettato verso un estetismo artistico per alcuni fine a se stesso, ma non pedantemente moralista come ci si aspetterebbe da chi vuole criticare le origini del sistema occidentale. Tale critica, nelle opere di Shonibare, è subordinata alla ricerca della bellezza dell'oggetto in sé, considerando solo in secondo luogo il significato allegorico. La diversità di Shonibare, non solo di idee, di concetti e di passioni, appare agli occhi del razzismo occidentale Kcho, barca, anni1990 Yinka Shonibare, How to Blow up two heads at once (Ladies), 2006 come la mostruosità fisica simbolo di perversione di Dorian Gray: sulla sua stessa pelle. Anziché ignorare o rassegnarsi alla cosa, Shonibare perverte, in modo molto dandy, il sistema fondamentalmente razzista di una certa società: se il pubblico non mi accetta, io lo rifiuto. E così facendo, creando scandalo, egli ottiene un'accettazione in qualità di artista ch'egli non ammette mai come propria, continuando a deridere ironicamente il pubblico, approfittando implicitamente del suo ruolo di artista che, nella società moderna, rimane pur sempre un outsider. "Se vuole che gli si levi la croce dalle spalle, la deve portare bene in alto, in piena luce, e potrà sgusciarne solo avvolto dall'oscurità della propria nudità"; ed ecco che Shonibare, il dandy, "gioca la carta della differenza tollerabile, nella speranza che ciò possa fungere da maschera per le sue intenzioni e i suoi schemi, anziché da camicia di forza che ne ingabbia l'esistenza. Questo è il prezzo del biglietto" Yinka Shonibare, Diary of a victorian dandy, 1998 Cina Huang Yong Ping Huang Yong Ping (nato nel 1954) è un artista francese contemporaneo visivo di origine cinese. Il lavoro di Huang combina molti mezzi e influenze culturali, ma è particolarmente forte l’influenza dell'astrazione intellettuale Dada e dalle tradizioni numerologia cinese. Fondatore del gruppo Dada Xiamen in Cina nel 1980, le opere di Huang includono materiali non ortodossi, come i serpenti e gli scorpioni vivi. Molte delle opere scultoree di Huang occupano alcune decine di metri di dimensione. Huang Yong Ping,100 Arme der Guan yin, 2006 Chen Zhen Formatosi culturalmente e artisticamente in Cina durante la rivoluzione culturale, si trasferisce nel 1986 a Parigi iniziando così a lavorare in Occidente (principalmente tra la stessa Parigi, Londra, New York e la Toscana) e a miscelare nella proprie opere il proprio bagaglio artistico orientale all'arte del vecchio mondo, compresa quella classica. In seguito abbandonò presto la pittura in favore delle installazioni. È deceduto nel 2000 per una malattia che lo accompagnò sin da Cai Guo-Qiang Cai Guo-Qiang è nato nel 1957 a Quanzhou, provincia del Fujian, Cina. Si è formato come scenografo presso la Shanghai Drama Institute. Mentre viveva in Giappone dal 1986 al 1995, Cai ha esplorato le proprietà della polvere da sparo nei suoi disegni, una ricerca che lo ha portato alla sperimentazione con gli esplosivi su larga scala per creare i suoi "eventi esplosione". Nel 1995 si trasferisce a New York con una borsa di New York-based Asian Cultural Council, un'organizzazione internazionale che promuove scambi artistici tra i paesi asiatici e gli Stati Uniti. Cai si basa su una grande varietà di simboli, le narrazioni, le tradizioni e materiali come il fengshui, la medicina cinese, i dipinti Shanshui, la scienza, la flora e la fauna, ritratti, e i fuochi d'artificio. Chen Zhen, Round table side by side, 1997 Cai Cuo Qiang, 2010