Dispense di Grammatica Italiana

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Dispense di Grammatica Italiana
DISPENSE PER L’ANALISI DELLO SCRITTO LETTERARIO*
CORSO GRAMMATICA ITALIANA Prof.ssa E. CRESTI
TRASCRIZIONI
- Le trascrizioni dei testi analizzati devono essere digitalizzate e consegnate sia su supporto cartaceo,
direttamente alla docente, sia per e-mail all’indirizzo [email protected];
- I file delle trascrizioni devono presentare l’estensione .doc oppure .rtf , preferibilmente usando il sistema di
scrittura Microsoft Word;
- nel caso lo studente usi un altro sistema o anche un computer MAC, è sufficiente che la trascrizione sia
salvata scegliendo nel menù di salvataggio in file .rtf
-Al momento della consegna finale deve essere accluso all’elaborato scritto anche la fotocopia delle pagine a
stampa corrispondenti al brano scelto.
Nell’intestazione dell’elaborato lo studente deve indicare l'anno accademico del Corso di Grammatica
italiana, nome e cognome dell'autore, il titolo del volume dal quale è tratto, il suo anno di prima
pubblicazione, l'anno di pubblicazione dell'edizione scelta, l'edizione e l'editore scelto, il capitolo e le pagine
cui corrisponde il brano in tale edizione e il proprio nome e cognome.
CORSO DI GRAMMATICA ITALIANA A.A. 2011-2012 (prof. E. Cresti)
ERMANNNO REA “La fabbrica dell’obbedienza”
Anno 2011, I edizione, Feltrinelli, Milano
Cap.2 , pp.31-32
AMEDEO ROSSIGNOLI
La lunghezza del campione da esaminare deve essere:
-
circa 2500-3000 caratteri pieni (almeno 500 parole). L’elaborato, in forma cartacea, e la fotocopia del
testo a stampa del brano devono essere consegnati personalmente alla docente con un congruo anticipo
di tempo rispetto alla data dell’esame, in modo da permetterne la revisione e la discussione delle
correzioni nel corso di un ricevimento.
È comune trovare parti di dialogo riportate nella narrazione, esse non dovranno essere analizzate e quindi
devono essere sottratte al computo dei caratteri, ma devono essere ugualmente trascritte per consentire la
comprensione del senso del brano analizzato.
dopo che l’elaborato è stato corretto deve essere inviato prima della data d’esame all’indirizzo
[email protected]
-
-
*
É proibito e potrebbe essere fonte di violazione di legge qualsiasi uso, comunicazione, copia o diffusione dei
contenuti di questo testo/file al di fuori delle finalità di preparazione dell’esame di Grammatica italiana.
1
ANALISI
A) digitazione e trascrizione fedele e integrale, punteggiatura inclusa e altri segni diacritici, come il cambio
di carattere, gli spazi, ecc.;
B) riproduzione del testo, suddiviso in capoversi, che saranno introdotti dalla sigla CAP1, CAP2, ....n
Si considera capoverso ciò che inizia un testo e arriva ad una conclusione segnata da spazio rientrato, oppure
ciò che inizia dopo spazio rientrato e si conclude con spazio rientrato.
C) riproduzione di ogni porzione di testo compresa entro ogni capoverso, suddivisa in periodi, introdotti
dalla sigla P1, P2, ....n. Si considera periodo ciò che è compreso tra inizio capoverso e punto fermo, punto
interrogativo, punto esclamativo, punti di sospensione seguiti da lettera maiuscola, o ciò che è compreso tra
uno degli ultimi segni ed un segno interpuntivo dello stesso valore.
D) breve nota esplicativa sulla composizione in capoversi e periodi del brano scelto, con una messa in
relazione con il contenuto dei singoli capoversi
E) riproduzione della porzione di testo compresa entro ogni periodo.
F) analisi sintattica del periodo riprodotto in frasi principali e clausole subordinate e coordinate, tramite
apposita parentesizzazione ed etichettatura. Se c'è una sola frase principale essa è segnalata come F1, se ve
ne sono altre esse avranno la sigla F2, n.... (periodo plurifrastico). Si veda più oltre i criteri per identificare il
valore di frase principale.
G) analisi informativa e sintagmatica di ogni frase principale, con segnalazione dei principali tratti
morfosintattici del verbo.
Esempio
(da G. Bassani, Il Giardino dei Finzi-Contini)
Camminammo su e giù per circa venti minuti, seguendo l’arco della spiaggia. L’unica persona allegra della
comitiva appariva una bimbetta di nove anni, figlia della giovane coppia nella cui automobile ero ospitato. Elettrizzata
proprio dal vento, dal mare, dai pazzi mulinelli della sabbia, Giannina dava libero sfogo alla sua natura allegra ed
espansiva. Benché la madre avesse tentato di proibirglielo, si era levata scarpe e calze. Si spingeva incontro alle ondate
che venivano all’assalto della riva, si lasciva bagnare le gambe fin sopra le ginocchia. Aveva l’aria di divertirsi un
mondo, insomma: tanto che di lì a poco, quando ritornammo in macchina, vidi trascorrere nei suoi occhi neri e vividi,
scintillanti sopra due tenere guancine accaldate, un’ombra di schietto rimpianto.
Riguadagnata l’Aurelia,dopo qualche istante giungemmo in vista del bivio di Cerveteri. Poiché era stato deciso di
rientrare immediatamente a Roma,non dubitavo che si tirasse dritto. Ma ecco,invece, a questo punto, la nostra macchina
rallentare più del necessario, e il padre di Giannina mettere fuori il braccio dal finestrino. Segnalava alla seconda
macchina, distanziata di una trentina di metri la propria intenzione di svoltare a sinistra. Aveva cambiato idea.
Ci trovammo così a percorrere la liscia stradetta asfaltata che porta in un momento a un piccolo borgo di case in
gran parte recenti,e di lì,inoltrandosi a serpentina verso i colli del retroterra,alla famosa necropoli etrusca. Nessuno
chiedeva spiegazioni, e anch’io stavo zitto.
-----CAP1 Camminammo su e giù per circa venti minuti, seguendo l’arco della spiaggia. L’unica persona allegra della
comitiva appariva una bimbetta di nove anni, figlia della giovane coppia nella cui automobile ero ospitato. Elettrizzata
proprio dal vento, dal mare, dai pazzi mulinelli della sabbia, Giannina dava libero sfogo alla sua natura allegra ed
espansiva. Benché la madre avesse tentato di proibirglielo, si era levata scarpe e calze. Si spingeva incontro alle ondate
che venivano all’assalto della riva, si lasciva bagnare le gambe fin sopra le ginocchia. Aveva l’aria di divertirsi un
mondo, insomma: tanto che di lì a poco, quando ritornammo in macchina, vidi trascorrere nei suoi occhi neri e vividi,
scintillanti sopra due tenere guancine accaldate, un’ombra di schietto rimpianto.
CAP2 Riguadagnata l’Aurelia,dopo qualche istante giungemmo in vista del bivio di Cerveteri. Poiché era stato deciso
di rientrare immediatamente a Roma,non dubitavo che si tirasse dritto. Ma ecco,invece, a questo punto, la nostra
2
macchina rallentare più del necessario, e il padre di Giannina mettere fuori il braccio dal finestrino. Segnalava alla
seconda macchina, distanziata di una trentina di metri la propria intenzione di svoltare a sinistra. Aveva cambiato idea.
CAP4 Ci trovammo così a percorrere la liscia stradetta asfaltata che porta in un momento a un piccolo borgo di case in
gran parte recenti,e di lì,inoltrandosi a serpentina verso i colli del retroterra,alla famosa necropoli etrusca. Nessuno
chiedeva spiegazioni, e anch’io stavo zitto.
-----CAP1 P1 Camminammo su e giù per circa venti minuti, seguendo l’arco della spiaggia. P2 L’unica persona allegra
della comitiva appariva una bimbetta di nove anni, figlia della giovane coppia nella cui automobile ero ospitato.
P3 Elettrizzata proprio dal vento, dal mare, dai pazzi mulinelli della sabbia, Giannina dava libero sfogo alla sua natura
allegra ed espansiva. P4 Benché la madre avesse tentato di proibirglielo, si era levata scarpe e calze. P5 Si spingeva
incontro alle ondate che venivano all’assalto della riva, si lasciva bagnare le gambe fin sopra le ginocchia. P6 Aveva
l’aria di divertirsi un mondo, insomma: tanto che di lì a poco, quando ritornammo in macchina, vidi trascorrere nei suoi
occhi neri e vividi, scintillanti sopra due tenere guancine accaldate, un’ombra di schietto rimpianto.
Breve nota esplicativa che mette in relazione -----CAP1 P1 Camminammo su e giù per circa venti minuti, seguendo l’arco della spiaggia.
CAP1 P1 F1 (Camminammo su e giù per circa venti minuti) Fs mod (seguendo l’arco della spiaggia)
F = SN SV SP
SN = 0
SV = (camminammo su e giù)
TIM = (indicativo, pass. Rem, 1°plur.)
SP = (per circa venti minuti)
CAP1 P3 Elettrizzata proprio dal vento, dal mare, dai pazzi mulinelli della sabbia, Giannina dava libero sfogo alla sua
natura allegra ed espansiva.
CAP1 P3 F1 (Elettrizzata proprio dal vento, dal mare, dai pazzi mulinelli della sabbia, Giannina dava libero sfogo alla
sua natura allegra ed espansiva).
F = TOP + F
TOP = Elettrizzata proprio dal vento, dal mare, dai pazzi mulinelli della sabbia,
F = SN SV
SN = Giannina
SV = dava libero sfogo alla sua natura allegra ed espansiva
TIM = (indicativo imperfetto, 3° sing.)
CAP1 P4 Benché la madre avesse tentato di proibirglielo, si era levata scarpe e calze.
CAP1 P4 Fs conc (Benché la madre avesse tentato di proibirglielo,) F1 (si era levata scarpe e calze)
F = SN SV
SN = 0
SV = si era levata scarpe e calze
TIM = (indicativo, trap. prossimo, 3° sing.)
RIFL
3
Criteri di Analisi
1. La frase
L'unità di riferimento sintattico della lingua scritta è la Frase, corrispondente, da un punto di vista semantico,
ad una proposizione, ovvero ad ogni espressione linguistica semanticamente compiuta, fondata su una
relazione di predicazione tra un soggetto e un predicato.
[cfr. Cresti (2005) “Enunciato e frase: teoria e verifiche empiriche”, in M. Biffi, O. Calabrese, L. Salibra (acd), Italia
linguistica: discorsi di scritto e di parlato. Nuovi studi di linguistica italiana per Giovanni Nencioni, Protagon Editori,
Siena, pp. 249-260. http://lablita.dit.unifi.it/preprint/preprint-cresti_nencioni.pdf].
Ad esempio:
1) Carlo ha mangiato un panino (frase verbale)
2) Dalla padella nella brace
(frase nominale)
Evidentemente tale definizione è valida solo per quelle Frasi chiamate tradizionalmente principali, o
indipendenti, o matrici, perché tutte le altre sono clausole coordinate 3) o subordinate 4) e 5).
Si defisce Clausola un’espressione che ha configurazione sintattica di frase ma non corrisponde ad una
espressione caratterizzata da compiutezza semantica tale da consentire la sua interpretabilità in autonomia.
Ad esempio le espressioni frastiche in corsivo sono clausole 3) coordinata e 4) e 5) subordinate:
3) Carlo ha mangiato un panino e ha bevuto un caffè.
4) Carlo pensa che Mario abbia mangiato un panino.
5) Carlo è andato a Roma perché voleva salutare Ciro.
La Frase è retta da uno stesso ed unico punto di vista (prospettiva di valutazione del parlante sul contenuto
della propria locuzione o dello scrittore sulla composizione della frase), che unifica anche le clausole
subordinate o coordinate, che da esso traggono la propria interpretabilità.
1.1. La configurazione sintattica di Frase
Le Frasi (F) sono costituite da un gruppo o sintagma di tipo nominale SN (spesso però un sintagma
preposizionale SP, o avverbiale SAv, di valore temporale, locativo, modale, può occupare tale posizione) in
funzione logica di Soggetto, e da un altro gruppo o sintagma, in prevalenza di tipo verbale SV (ma è
possibile anche che esso sia nominale SN o preposizionale SP), in funzione logica di Predicato, ed
eventualmente da altri gruppi opzionali con funzioni circostanziali (di tempo, di spazio, di modo, di causa, di
giudizio).
F
/
SN (o SP)
\
SV (o SN o SP)
(Soggetto)
(Predicato) + (Circostanziali)
Più comunemente il sintagma in funzione di Soggetto è un gruppo nominale, SN, o un pronome personale o
indeterminato, oppure un pronome personale di forma 0, e il gruppo in funzione di Predicato un sintagma
verbale SV.
Se il Predicato è verbale è composto da almeno da una forma verbale flessa di modo finito; se il Predicato è
nominale, è composto da una copula o da un verbo copulativo (venire, divenire, sembrare) e da una parte
nominale (un aggettivo, un SN, un SP). In ogni caso sintatticamente costituisce un SV.
4
F
/
SN
(Soggetto)
\
SV
(Predicato)
Soggetto SN
Predicato SV
6a) Mario
6b) Il figlio di Carlo
6c) Uno studente di medicina del terzo anno
6d) Il postino che ha portato il telegramma
6e) esso / lui
6f) 0
ha mangiato un panino
è biondo
è un esperto di aerei
La struttura di un gruppo verbale SV può essere molto diversa e dipende principalmente dalla caratteristica
semantica del verbo che è la testa del SV. I verbi sono espressioni che nella maggior parte dei casi hanno
bisogno di una saturazione semantica tramite SN, SP o Frasi; questa caratteristica può essere indicata come
valenza o struttura argomentale del Verbo.
Naturalmente esistono verbi con struttura argomentale diversificata e con valenze verbali diverse; la
classificazione della valenza verbale comprende tutte le espressioni necessarie alla saturazione del verbo, ivi
compreso quello che normalmente si considera un soggetto, e che viene invece considerato a parte nella
tradizionale analisi logica della frase. In italiano i Verbi possono essere avalenti, monovalenti, bivalenti,
trivalenti.
7a) 0 piove
7b) 0 sembra che piova
F1( Sembra) Fsog (che piova)
7c) Carlo dorme
7d) Carlo ha bevuto una birra
7e) Carlo è andato a Roma
7f) Carlo pensa che Mario abbia mangiato un panino
7g) Carlo ha dato un libro a Mario
avalente
monovalente
monovalente
bivalente
bivalente
bivalente
trivalente
Esistono classi semantiche verbali in cui per regola il Soggetto è 0; queste devono essere distinte tra le classi
semantiche atmosferiche (piove) e le classi semantiche dell’apparenza, dell’occorrenza, della necessità
(sembra che F, succede che F, bisogna che F). Per queste ultime per evidenti motivazioni semantiche, si ha
la non espressione del primo argomento della struttura argomentale, o tema, e la frase subordinata è di tipo
oggettivo e non di tipo soggettivo come normalmente riportato dalle grammatiche.
1.2. Il Soggetto
Tornando all’analisi della Frase, possiamo dire che si considera Soggetto il primo gruppo “non verbale”
precedente il verbo, in genere questo corrisponde ad un SN.
Gli oggetti ed oggetti indiretti, con varia funzione argomentale rispetto al verbo, fanno parte della
configurazione sintattica del SV e rientrano semanticamente entro il predicato. Anche quegli SN che
normalmente sono considerati Soggetti posposti, ovvero con funzioni semantiche di agente, paziente, tema,
ecc …ma seguono il verbo, devono essere valutati come facenti parte del SV e del Predicato, quindi non
devono essere considerati soggetti ma argomenti tematici del verbo.
8) Carlo (SN, Soggetto) è arrivato (SV, Predicato)
(frase dichiarativa)
9) È arrivato Carlo (SV, Predicato)
(frase presentativa)
5
Sono tuttavia frequenti nella prosa letteraria i casi in cui la posizione preverbale propria del Soggetto
corrisponde ad un sintagma preposizionale SP, in genere un complemento di termine, oppure di tempo,
spazio, condizione, e il Predicato è costituito invece da un normale SV, come in 10b), 10d), e 10e):
F
/
SP
(Soggetto)
\
SV
(Predicato)
Soggetto SP
Predicato SV
10a) A Carlo
10b) Ieri
10c) In fondo
10d) Nei nidi
10e) Tra i limoneti
| duole la testa
| sono stato male
| si stendeva il mare (Calvino)
| dormivano le cincie (Calvino)
| passava una donna (Calvino)
Tutte quelle espressioni che iniziano la frase, precedendo il verbo in maniera contigua (A Carlo duole la
testa, Ieri sono stato male), ma non sono separate da esso da alcun segno interpuntivo, possono essere
considerati svolgere funzione di Soggetto, ovvero di “espressione non verbale” che come Tema imposta e
condiziona il punto di vista del Predicato seguente o dell’intera frase.
In alcuni casi si verifica l’occorrenza di un SP seguito anche da un SN, o di un SN seguito da un SP, che
insieme vanno a costituire la premessa del SV.
Soggetto (SP + SN)
|
Predicato SV (con struttura argomentale satura)
11) A Roma
Carlo
|
fa la guida
11b) Di notte tutte le vacche | sono grigie
11c) Carlo il sabato
| fa la guida
In 11), quindi, a Roma imposta la valutazione relativamente a Carlo, che è il soggetto grammaticale,
dell’intera frase seguente fa la guida, implicando che fa la guida vale solo relativamente a Carlo a Roma e
non per esempio a Napoli dove Carlo potrebbe essere studente di legge, come in 11c):
11d) A Roma Carlo fa la guida e a Napoli studia legge.
In 11b) di notte imposta la valutazione relativa a tutte le vacche che è il soggetto grammaticale dell’intera
frase seguente sono grigie, implicando sono grigie che vale solo relativamente a tutte le vacche di notte e
non per esempio a di giorno dove le vacche rivelano la loro colorazione, come in 11e):
11e) Di notte tutte le vacche sono grigie, ma di giorno ognuna rivela la sua colorazione.
In 11c) l’espressione Carlo il sabato imposta la valutazione rispetto a fa la guida, che è necessaria a
distinguere che nel resto della settimana frequenta Medicina, come in 11f):
11f) Carlo il sabato fa la guida, ma il resto della settimana frequenta Medicina.
1.3. Il Topic
Nello scritto letterario è molto frequente che un'espressione non-verbale, SN o SP, che da qui in avanti
chiameremo in forma abbreviata nominale, inizi la Frase, ma sia separata da un segno interpuntivo debole
(virgola) dal SV o dall’intera Frase (SN-SV), e spesso essa può essere seguita anche da un inciso o da una
clausola relativa, precedente anch’essa il resto della Frase. In tal caso l’espressione nominale deve essere
considerata fuori della configurazione sintattica di Frase e non ne costituisce il Soggetto o Tema, ma svolge
la funzione informativa di Topic.
6
[Per il concetto di Topic si veda: Cresti, E. (2000). Corpus di italiano parlato, vol I°, Accademia della crusca, Firenze
pp 117-131 e 2010); Cresti, E. & Moneglia, M. (2010). The Informational Patterning Theory and the Corpus-based
description of Spoken language. The compositional issue in Topic-Comment pattern. In M. Moneglia e A. Panunzi
(eds), Bootstrapping Information From Corpora in a Cross Linguistic Perspective, Firenze: Firenze University Press,
pp 13-45. http://www.fupress.com/Archivio/pdf%5C4106.pdf]
TOPIC
/
Topic
+
F
/
\
SN Soggetto
12a) A Roma,
12b) Mario,
12c) Mario,
SV Predicato
Carlo
la mattina
con molto ritardo,
fa la giuda
mangia un panino
si presentò alla cena
---F1 (A Roma, Carlo fa la guida)
F= SP SV
SP = la mattina
SV = mangia un panino
F = TOP + F
TOP = A Roma
F = SN SV
SN = Carlo
SV = fa la guida
---F1 (Mario, con molto ritardo, si presentò alla
cena)
F = TOP + INCISO + F
---F1 (Mario, la mattina mangia un panino)
TOP = Mario
INCISO = con molto ritardo
F = TOP + F
TOP= Mario
F = SN SV
SN = 0
SV = si presentò alla cena
2. La frase nominale
Bisogna ricordare tuttavia che dal 5% al 15% delle frasi dei testi scritti letterari e dei giornali, sono frasi
nominali; esse sono Frasi principali i cui predicati non presentano forme verbali coniugate di modo finito e i
cui Soggetti sono spesso sintagmi preposizionali (SP).
[per il concetto di frase nominale cfr. E. Cresti, (1998) Gli enunciati nominali. In M.T. Navarro (acd), Atti del IV
Convegno internazionale SILFI. Cesati, Pisa. pp. 171-191 http://lablita.dit.unifi.it/preprint/preprint-96coll04.pdf; A.
Scarano (2004) Enunciati nominali in un corpus di parlato. Appunti per una grammatica corpus based. In F. Albano
Leoni et al. (acd), Atti del convegno nazionale "Il parlato italiano". Napoli, M. D'Auria Editore, CD-ROM, pp. 1-18
http://lablita.dit.unifi.it/preprint/preprint-03coll02.pdf]
2.1. La frase nominale bimembre
F
/ \
SN o SP
SN o SP
(Soggetto)
(Predicato)
Soggetto SN o SP
Predicato SN o SP
13a) Dalle stelle
13b) A padre avaro
13c) Vecchia bandiera
| alle stalle
| figliol prodigo
| onor di capitano
7
13d) A casa
13e) Mia madre
| tutto bene
| morta di parto (Canali)
2.2. La frase nominale monomembre
Nella maggior parte dei casi della scrittura letteraria, diversamente da quello che succede m per lo più nei
titoli dei giornali, i Soggetti delle Frasi nominali sono 0, per cui occorre solo un'espressione nominale o
aggettivale o preposizionale che funge da predicato e sta per una Frase nominale ellittica di Soggetto.
Tali Frasi nominali sono dette monomembri o monorematiche, e sono costituite da un solo membro di Frase,
ovvero da un Predicato nominale e viene considerato che il Soggetto ellittico sia un’espressione di valore
deittico o anaforico di tipo nominale, che convenzionalmente viene risolta con SN=0.
Ad esempio:
14a) Ognuno (Sogg.) al proprio posto (Pred.)
14b) Al proprio posto (Pred.)
15a) Barche (Sogg.) dondolanti nella rada (Pred.)
15b) Nella rada (Pred.)
16a) Qui (Sogg.) niente (Pred.)
16b) Niente (Pred.)
(bimembre)
(monomembre)
(bimembre)
(monomembre)
(bimembre)
(monomembre)
---F1 (Ognuno al proprio posto)
---F1 (Qui niente)
F nom= SN SP
SN= ognuno
SP= al proprio posto
F nom= SP SN
SP= qui
SN= niente
---F1 (Al proprio posto)
---F1 (Niente)
F nom= SN SP
SN=0
SP= al proprio posto
F nom= SN SN
SN=0
SN= niente
Tuttavia non sempre è facile decidere quando una Frase nominale è bimembre o monomembre. Bisogna
affidarsi a prove semantiche di avversazione, negazione, ecc. Per esempio come decidere che uno slogan
come 17):
17) Salario ai cassintegrati
è una frase nominale bimembre o momomembre? Bisogna capire se l'espressione è asserita nel suo
complesso come programma, o se invece l'asserzione concerne solo una sua parte come ai cassintegrati.
Questo si può decidere se il significato vale come:
17a) Salario ai cassintegrati (ma non agli studenti).
In 17a) ai cassintegrati è un predicato contrastivo con agli studenti della clausola coordinata.
Esistono prove di negazione e scissione, che propendono nell'esempio in questione a far interpretare
l'espressione come un unico predicato nominale:
17b) Non salario ai cassintegrati (ma asili per i bambini)
17c) È salario ai cassintegrati che bisogna ottenere.
8
3. Analisi del periodo
Il Periodo nella lingua scritta può essere considerato l’unità immediatamente superiore alla frase, ma esso
diversamente da questa, che ha definizione sintattica, sembra identificabile solo su base interpuntiva come
quella sequenza scritta che va da capoverso, punto fermo, o interrogativo, o esclamativo, o puntini di
sospensione (in genere seguiti da iniziale maiuscola) a un segno interpuntivo dello stesso valore.
3.1. Esempi storici
La nozione grammaticale, tradizionale, del periodo prevede in genere una sola frase principale più l'insieme
delle clausole subordinate e coordinate ad essa direttamente connesse. Ciascuna Frase principale può essere
integrata da altre clausole coordinate o subordinate, ciascuna delle quali a sua volta può sviluppare relazioni
di coordinazione e/o subordinazione con altri costrutti frastici, con la formazione di una architettura di forte
complessità sintattica.
Esempio di periodo classicheggiante italiano
Da G. Napioni "Dell’uso e dei pregi della lingua italiana", 1791, Torino
(L’opera è una difesa ed un’esaltazione della lingua italiana, contro l'uso del latino e del francese, contro il
lassismo, contro i francesismi ma anche contro la tirannide della Crusca. All’interno del dibattito innescato
nel 1785 dal Cesarotti con il suo Saggio sopra la lingua italiana e poi con la risposta del 1800 Saggio sulla
filosofia della lingua).
Cap III, p.2
Che se egli pretende che questi pregi debbano essere vinti da altri e queste bellezze particolari escluderne
altre non meno lodevoli diremo noi non sapere come possa avere egli fatto,[...], esattamente questo confronto
di tutti gli idiomi, e come dimostrar possa di averli trovati, ragguagliata ogni cosa, tutti appuntino dello
stesso e medesimo peso.
Da A. Manzoni "I Promessi Sposi", 1842
Cap II
(330) Avrebbe voluto correre alla casa di Don Rodrigo, afferrarlo per il collo, e.. gli veniva in mente che era
come una fortezza, [...]; che i soli amici e servitori ben conosciuti vi entravano liberamente...; che un
artigianello sconosciuto non vi potrebbe entrare
Cap IV C57
F2... si degni di farmi portare un pane, perché io possa dire di aver goduto la sua carità, d'aver mangiato il
suo pane, e avuto un segno del suo perdono.
Cap X C41
F3...La superiora, quale io sono indegnamente, ...è obbligata d'avvertire i genitori... che se, per caso,
forzassero la volontà della figlia, incorrerebbero nella scomunica.
3.2. Il periodo plurifrastico
Il concetto di periodo identificato secondo la punteggiatura, comprende però la possibilità di più frasi
principali, con autonomia interpretativa, senza nessi di relazione sintattica espliciti, ma con connessioni di
tipo semantico, per cui le diverse Frasi concorrono alla stessa rappresentazione o scena realizzata tramite il
periodo, con effetti di movimento prospettico e/o psicologico al suo interno. Le relazioni tra le diverse Frasi
principali non sono né di tipo coordinativo né subordinativo, ma sono paratattiche.
[E. Cresti 2011, Paratassi, voce in G. Berruto, P. D’Achllle & R. Simone (acd), Enciclopedia della lingua italiana,
Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, vol II, pp 117-120.; E. Cresti (in stampa), Costrutti paratattici nell’italiano
parlato spontaneo e nell’italiano scritto, in N. De Blasi (acd) Atti dell’XI Congresso SILFI, Liguori, Napoli]
9
Quando il periodo è composto da una o più Frasi principali, esse sono connesse in genere per asindeto
tramite interpunzione debole, come la virgola (,) o più forte come il punto e virgola (;) o i due punti (:), o
anche per sindeto, tramite pseudo congiunzioni coordinanti (e, ma) e congiunzioni/avverbi subordinanti
(perché), che in realtà sono dei connettivi, oppure tramite un connettivo preceduto da un segno interpuntivo
(, e). Bisogna distinguere infatti tra Frasi principali diverse che possono comporre un periodo e frasi
coordinate ad una frase principale. Perché si possa parlare di frasi diverse, principali, che occorrono entro lo
stesso periodo, bisogna che esse presentino un cambio di modalità.
Ricerche corpus based ci hanno permesso di verificare che la valutazione modale che il parlante o lo
scrivente formula sulla propria produzione può essere espressa attraverso specifici tratti linguistici, di cui
elenchiamo i principali:
-
tipologia illocutiva (assertiva, direttiva, espressiva, ecc..);
tipologia sintattica di frase (dichiarativa , interrogativa, imperativa, esclamativa, ….);
polarità di frase (positiva / negativa) ;
struttura di frase (nominale / verbale) ;
grado di evidenza della frase (base / citazione / discorso riportato);
tratti semantici del predicato (verbi di moto, di azione, di percezione, di credenza, di dire, ecc…)
morfologia verbale (persona, tempo, modo, diatesi, aspetto);
tipo di Soggetto ;
presenza di espressioni deittiche e anaforiche;
lessico modale.
[per il concetto di modalità si veda Tucci, I. (2010). “La modalizzazione nel parlato spontaneo e il suo dominio di
pertinenza. Una ricerca corpus-based (C-ORAL-ROM Italiano)”. In M. Iliescu, H. Siller-Runggaldier and P. Danler
(eds), Proceedings of the XXV CILPR. Berlin/ New York: Mouton De Gruyter. pp. 555-564.
http://lablita.dit.unifi.it/preprint/preprint.2008-02-06.3658867998/]
Se all’interno di un periodo due unità frastiche contigue (connesse sindeticamente e/o asindeticamente) sono
caratterizzate da almeno due diversi tratti linguistici tra i precedenti, esse hanno diversa modalità. Per
esempio in Studia, sarai promosso possiamo registrare un imperativo attivo seguito da un futuro con diatesi
passiva, e in e Parto, che ti piaccia o no un cambio di soggetto dalla prima persona alla seconda, il
passaggio da un presente indicativo a un congiuntivo e un cambio di tipologia semantica verbale. Quindi in
entrambi gli esempi il periodo è composto da due proposizioni contigue con diversa modalità.
P1 Studia, sarai promosso
P1 F1(Studia) F2 (sarai promosso)
P2 Parto, che ti piaccia o no
P2 F1 (Parto) F2 (che ti piaccia o no)
3.3. Alcuni esempi storici di periodo plurifrastico
Manzoni “I Promessi Sposi”
cap VIII°, Capoverso 14
P1 F1 Ma, prima che quelli fossero all'ordine, prima che anzi fosser ben desti, il rumore era giunto agli
orecchi d'altre persone che vegliavano, non lontano, ritte e vestite: F2 i bravi in un luogo, Agnese e Perpetua
in un altro.
P9 F1 Nessuno risponde: F2 ripicchia un po’ forte; F3 nemmeno uno zitto.
P3 F1 Questi tre, quando videro tutti gli usci chiusi e la strada deserta, uscirono in fretta come se si fossero
avvisti d'aver fatto tardi, e dicendo di voler andare subito a casa; diedero una giravolta per il paese, per venire
in chiaro se tutti eran ritirati; F2 e in fatti, non incontrarono anima vivente, né sentirono il più piccolo
strepito.
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Cap II
(330) F1 (Avrebbe voluto correre alla casa di Don Rodrigo, afferrarlo per il collo), F2 (e gli veniva in mente)
Fso (che era come una fortezza), .....; Fc (as)so (che i soli amici e servitori ben conosciuti vi entravano
liberamente...; Fc (as)so (che un artigianello sconosciuto non vi potrebbe entrare)
Ciascuna Frase è interpretabile, ha un punto di vista e una modalità indipendenti, ma partecipa insieme alle
altre nella formazione della stessa scena, con effetti di movimento prospettico e/o psicologico al suo interno.
In particolare possono occorrere Frasi dopo punto e virgola o due punti senza nessuna congiunzione, oppure
introdotte da congiunzioni sia coordinanti che subordinanti (di tipo logico o argomentale), il cui significato
sia strettamente connesso alla frase principale precedente. Bisogna valutare allora il vero valore di tali frasi e
in particolare se le congiunzioni sono tali, oppure se hanno un valore connettivale. Il criterio dirimente è
sempre quello dell'autonomia di interpretabilità, per cui se le frasi così introdotte, per sindeto o asindeto,
appaiono interpretabili e mostrano un cambiamento di modalità, allora si devono considerare nuove frasi
principali. Se non sono interpretabili autonomamente, o anche se sono strettamente impostate entro la stessa
modalità, allora devono essere valutate come coordinate o subordinate della principale precedente.
4. Le relazioni di subordinazione e coordinazione
Altre espressioni linguistiche complesse, fondate su relazioni di predicazione, ma che non assolvono alla
condizione dell'interpretabilità, e che chiamiamo clausole, possono occorrere in maniera integrata all’interno
di un periodo con una frase principale secondo le due modalità di relazione:
a) subordinante
b) coordinante
La configurazione sintattica di una frase e delle clausole da essa dipendenti è strutturata su relazioni di tipo
subordinante (argomentale da testa verbale, argomentale da teste nominali o aggettivali, relazione logica o
avverbiale). All’interno di questa struttura (principale e sue subordinate) possono occorrere ulteriori relazioni
di tipo coordinante tra espressioni frastiche dello stesso rango: principali con principali, clausole subordinate
con clausole subordinate.
Bisogna ricordare tuttavia che relazioni di subordinazione e coordinazione possono interessare entità
linguistiche di rango diverso: parole, sintagmi, clausole. In particolare ricordiamo che la coordinazione tra
elementi di ogni rango è frequente.
Esempi di coordinazione tra sintagmi:
22) Carlo e Mario vanno in bicicletta
23) Si può rompere con il martello o con un sasso
24) Mario mangia spaghetti, ma non riso
25) Mario mangia spaghetti e beve birra
26) È arrivata una ragazza alta e magra
(SN e SN)
(SP o SP)
(SN, ma non SN)
(SV e SV)
(SAg e SAg)
La subordinazione e coordinazione di cui ci occupiamo in questo tipo di analisi riguarda solamente frasi
principali e clausole. Quando parliamo di subordinazione, quindi, intendiamo riferirci a quella frasale ed
escludiamo forme di subordinazione implicanti sintagmi nominali o aggettivali (il figlio di Carlo, certo della
vittoria) che sono dipendenti dalla reggenza, ma propriamente clausole, ovvero strutture frastiche in cui sia
riconoscibile opzionalmente un soggetto e necessariamente un predicato (espresso da forme verbali flesse sia
di modo finito che infinito, o molto più raramente da sintagmi nominali o preposizionali, nel caso di frasi
subordinate nominali).
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4.1. Tipologie di subordinazione.
La subordinazione deve essere distinta tra:
1) subordinazione argomentale del Verbo, dipendente dalle caratteristiche semantico-lessicali, in funzione
di predicato entro una frase;
31) Carlo pensa che Mario sia partito (oggettiva = Fso)
32) È giusto che Carlo passi all'esame (soggettiva = Fss)
33) Carlo si chiedeva come Mario avesse fatto (interrogativa indiretta = Fsii)
2) subordinazione logica (avverbiale) rispetto ad una frase principale, nella sua interezza:
34) Se Carlo mi chiede scusa, andrò a fargli visita (ipotetica = Fs cond)
35) Carlo è andato a Roma, perchè voleva vedere il Colosseo (esplicativa = Fs espl)
36) Poiché non c'era più nessuno, Carlo ha spento le luci (causale = Fs cau)
37) Carlo ha fatto in modo che Mario si mettesse a studiare (consecutiva = Fs cons)
38) Carlo si è prodigato perché fosse risolto il problema (finale = Fs fin)
39) Carlo si è comportato come se non avesse ricevuto la lettera (comparativa analogica = Fs comp an)
40) Carlo se n’è andato senza che nessuno se ne accorgesse (esclusiva = Fs escl)
41) Carlo se n’è andato invece di aiutarci (avversativa = Fs avv)
3) subordinazione argomentale di Nome o Aggettivo
42) L'idea (la foto, lo spettacolo, il fatto) che Colombo mettesse la bandiera sulla spiaggia era sorprendente
(clausola completiva = Fs compl)
43) Carlo ha discusso con Mario dell'idea (foto, spettacolo, fatto) di far mettere a Colombo la bandiera
sulla spiaggia (completiva = Fs compl)
4) subordinazione nominale di tipo relativo:
44) Il postino che ha portato il telegramma è biondo (relativa restrittiva = Fb’)
45) Sono stato a Roma con Giulio, che è il fratello di Maria (relativa appositiva = Fb’’ )
46) Carlo ha riconosciuto il postino che portava il telegramma (pseudo-relativa = Fb’’’)
4.2. Coordinazione e correlazione
Come per la subordinazione anche per la coordinazione dobbiamo distinguere la coordinazione frastica da
quella tra sintagmi, cfr. 22)-26) e 27b)- 30b). Come abbiamo già anticipato le relazioni di coordinazione
frasale s’innestano su una configurazione sintattica la cui struttura è determinata dalle relazioni di
subordinazione. Diversamente da quest’ultima, che si realizza tra una principale ed una subordinata o una
subordinata ed una subordinata di rango inferiore, la coordinazione può interessare solo entità frastiche dello
stesso rango: una frase principale e una frase ad essa coordinata, oppure una clausola subordinata, di
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qualsiasi tipo argomentale, nominale o logico, e una clausola ad essa coordinata, oppure una frase coordinata
ed una frase ad essa ancora coordinata, oppure una clausola coordinata di una subordinata ed una ulteriore
clausola che si coordina a quest’ultima. Ovvero la coordinazione avviene tra entità frastiche dello stesso
rango, determinato dalla configurazione sintattica.
Le relazioni di coordinazione frastica possono essere dei seguenti tipi
a) copulativa = Fc (e) : e, anche, pure, inoltre,
b) avversativa = Fc (ma) : ma, però, eppure, tuttavia, anzi, al contrario, del resto
c) alternativa (o disgiuntiva) = Fc (o) : o, oppure, ossia, ovvero, altrimenti
d) dichiarativa (o conclusiva o esplicativa) = Fc (quindi, …) : infatti, cioè, quindi, dunque, onde, ebbene,
perciò, pertanto
Esempi coordinazione frasale tra principali e clausole subordinate 47a-c)
47a) F1 (Carlo va al mare) Fc (e) e Piero studia in città
47b) F1 (Credo) Fso (che Carlo vada al mare) Fc (e) (so) (e che Piero studi in città)
47c) Fs cau (Poiché Carlo va al mare) Fc (e) (cau) (e Piero studia in città,) F1 (io me ne starò tranquillo a
casa)
Un caso a parte è costituito dalle relazioni correlative spesso inserite erroneamente tra le tipologie di
coordinazione.
Relazione correlativa = (Fc corr) : e … e, o … o, né … né, come … così, sia … sia , quanto … tanto, tale
… quale
5. La subordinazione argomentale e quella logica (o avverbiale)
La subordinazione frasale deve essere distinta tra quella che dipende dalla reggenza di un verbo, che
diciamo perciò argomentale poichè occupa il posto di un sintagma con una certa funzione argomentale
rispetto al verbo, e quella che ha relazioni logiche con un'intera frase o clausola, che diciamo perciò logica
(detta anche avverbiale):
1)
subordinazione verbale: clausole subordinate argomentali
a)
soggettive; che
48a) È giusto che Carlo vada in vacanze (soggettiva)
b)
oggettive; che, di
49a) Carlo pensa che Mario tornerà presto (oggettiva esplicita)
49b) Carlo pensa di partire al più presto (oggettiva implicita)
c) interrogative indirette e dubitative; se, come, quale, chi, quanto, dove,…
50a) Mario si domanda chi abbia vinto la corsa (interrogativa indiretta)
50b) Carlo si chiede come farà a rintracciarlo (interrogativa indiretta)
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2) subordinazione frasale: le più frequenti clausole subordinate avverbiali o logiche:
a) finali; b) causali; c) concessive; d) consecutive; e) modali; f) condizionali; g) temporali; h) esclusive;
i) limitative; m) comparative; n) strumentali; o) esplicative; p) comparative analogiche (come se); q)
avversative.
Nell'analisi di un testo, il primo livello di strutturazione sintattica da considerare riguarda la subordinazione
verbale argomentale
Manzoni “I Promessi Sposi”Cap VIII
(565) ...F1(vedete bene, figlioli,) Fs og (che ora questo paese non è sicuro per voi.)
...La superiora, quale io sono indegnamente, ...è obbligata d'avvertire i genitori... che se, per caso, forzassero
la volontà della figlia, incorrerebbero nella scomunica.
F1( La Superiora TOP è obbligata d’avvertire i genitori) Fscomp (quale io sono indegnamente) Fsog ( che
incorrerebbero nella scomunica)Fsip (se forzassero la volontà della figlia) Inciso ( per caso)
(595) .. pensava che, in quel momento, la casa era aperta, che c'era stato il diavolo, e chi sa cosa ci
rimaneva da custodire!
F1(pensava) Fsog (che la casa era aperta),Inciso (in quel momento) Fc(as)og (che c'era stato il diavolo), F2
esclamativa (e chi sa cosa ci rimaneva da custodire!)
Nell'analisi del testo, il secondo livello di strutturazione riguarda la subordinazione di tipo logico
P3 Questi tre, quando videro tutti gli usci chiusi e la strada deserta, uscirono in fretta come se si fossero
avvisti d'aver fatto tardi, e dicendo di voler andare subito a casa; ....
F1 (Questi tre TOP, uscirono in fretta) Fs Tem (quando videro tutti gli usci chiusi e la strada deserta) Fs
comp an (come se si fossero avvisti) Fsog (d'aver fatto tardi), Fsmod (e dicendo)Fs og (di voler andare
subito a casa) ....
Cap IV C57
... si degni di farmi portare un pane, perchè io possa dire di aver goduto la sua carità, d'aver mangiato il suo
pane, e avuto un segno del suo perdono.
F1(si degni) Fsog (di farmi portare un pane), Fs cons (perchè io possa dire) Fsog (di aver goduto la sua
carità,) Fc(as)og ( d'aver mangiato il suo pane), Fc(e) og (e avuto un segno del suo perdono).
6. La subordinazione da testa nominale
Gran parte della subordinazione della prosa italiana moderna è di tipo nominale, ovvero concerne clausole
che dipendono non da un verbo come nel caso della subordinazione argomentale (oggettiva, soggettiva e
interrogativa indiretta), né da tutta una frase principale o una clausola subordinata, come nel caso della
subordinazione logica (finali, causali, temporali, concessive, ecc..), ma da un'espressione nominale ovvero da
un nome o in alcuni casi da un aggettivo. La subordinazione nominale può essere articolata tra quella relativa
e quella completiva.
6.1. Le frasi relative
Le frasi relative sono un tipo di subordinazione classificabile come modificazione di una testa nominale
attraverso una predicazione, le cui funzioni variano a seconda delle relazioni semantiche intrattenute con essa
testa: identificativa, appositiva, denotativa. Esistono poi specifici pronomi e avverbi relativi che svolgono la
duplice funzione di testa nominale e nesso relativo della clausola dipendente, dando luogo alle clausole
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relative indicate come assolute o senza antecedente nominale; in questi casi la relazione sviluppata è di tipo
semantico identificativo e la clausola è restrittiva.
a) assolute (Fb), ovvero senza antecedente; chi, quanto, quando
51a) Chi dorme non piglia pesci
F1(Chi non piglia pesci) Fb(chi) (Chi dorme)
51b) Quanto hai fatto per noi è impagabile
F1(Quanto è impagabile) Fb(quanto) (quanto hai fatto per noi)
51c) Riconobbe Mario quando si tolse il cappello
F1(Riconobbe Mario quando) Fb(quando) (quando si tolse il cappello)
b) dipendenti da un antecedente nominale
- restrittiva (Fb’); che, il quale (funzione identificativa della testa)
42) Il postino che ha portato il telegramma è biondo
F1( il postino è biondo ) Fb’(il postino che ha portato il telegramma)
- appositiva (Fb’’); che, il quale (funzione di predicazione aggiuntiva)
52) Carlo, che va sempre di fretta, arriva spesso in ritardo
F1 (Carlo arriva spesso in ritardo) Fb’’ (Carlo che va sempre di fretta)
- pseudorelativa (Fb’’’); che (funzione di predicazione denotativa)
53a) Ho visto Maria che usciva dal supermercato
F1( Ho visto Maria) Fb’’’( Maria che usciva dal supermercato)
53b) Carlo è uscito con Maria che indossava un vestito nuovo
F1(Carlo è uscito con Maria) Fb’’’ (Maria che indossava un vestito nuovo )
53c) Con Carlo che russa non posso dormire
F1( Non posso dormire con Carlo ( Fb’’’ Carlo che russa)
[per una disamina delle frasi relative in italiano si veda A. Scarano, 2002, Frasi relative e pseudo-relative. Sintassi,
semantica e articolazione dell'informazione, Bulzoni, Roma]
Diversamente da come è ipotizzato da alcune grammatiche non possono essere considerate frasi relative
espressioni di valore appositivo centrate su un participio, nelle quali tuttavia non è realizzato nessun nesso
relativo (che, il quale, cui, dove) né è realizzato nessun verbo di forma finita.
54) Arrivò anche Varrone, venuto dalle sue tenute reatine. (apposizione)
55) Ho rivisto mio padre, quell'uomo un tempo temuto. (apposizione)
Si veda più oltre per l’interpretazione del valore del participio passato.
6.2. Le frasi completive da testa nominale
Le frasi completive sono un tipo di subordinazione argomentale dipendente da antecedente nominale, nelle
grammatiche sono per lo più indicate come dichiarative.
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Nomi generali astratti come: fatto, idea, opinione, sono nomi con reggenza argomentale frastica, in genere di
tipo oggettivo:
56) Il fatto che si debba presentare una richiesta scritta non mi è piaciuto
57) L'idea che l'universo abbia un confine mi affascina
Esistono poi casi di subordinazione argomentale da testa nominale di tipo consecutivo (valore passivo e
deontico-epistemico), o finale.
58) Carlo aveva comprato delle figurine da attaccare (consecutiva)
59) Tutta l'acqua per irrigare era incanalata nei tubi (finale)
Le frasi subordinate relative e quelle argomentali dipendenti da testa nominale (completive, consecutive,
finali), fanno parte del SN o del Sintagma Aggettivale della cui testa sono identificazione, o modificazione o
argomento.
Esse devono quindi essere valutate a parte, fuori dal computo delle subordinate verbali argomentali e frasali
logiche, insieme alla testa lessicale di cui sono il completamento e complessivamente partecipano alla
funzione o argomento da svolto dalla stessa testa.
7. Subordinazione verbale implicita di tipo assoluto e apposizioni
7.1. La subordinazione implicita
Non intendiamo riferirci qui alla variante implicita di forme di subordinazione argomentale (oggettiva e
soggettiva, introdotta da di, subordinazione finale introdotta da per) o di subordinazione logica (con diverse
valenze e introdotta da diverse preposizioni), ma a quelle forme di subordinazione manifestate da forme
nominali del verbo come i gerundi e i participi presenti e passati.
Nel caso sia presente un gerundio semplice o composto, il valore frastico dell'espressione è certo. La
clausola costituita da una forma di gerundio sviluppa relazioni di subordinazione di tipo logico/avverbiale
(temporale, modale, causale).
Si ricorda che un gerundio desume il proprio soggetto dal soggetto della principale da cui dipende.
59a) 0 andando a scuola, io ho incontrato Carlo
i
i
F1( ho incontrato Carlo ) Fstem (andando a scuola)
59b) 0 andando a scuola, tu hai incontrato Carlo
i
i
59c) 0 andando a scuola, Mario ha incontrato Carlo
i
i
Una prova del pieno valore frastico del gerundio è legato al fatto che le clausole al gerundio hanno modalità,
ovvero possono essere negate o valutate aleticamente come certe o possibili, oppure valutate
espistemicamente, come più o meno possibili, oppure deonticamente come necessarie, desiderate, vietate,
ecc..
59d) Non andando ha recato danno a tutti.
59e) (Forse, certamente, ec..) andando può aiutare la situazione.
I valori più spesso svolti da tali frasi subordinate implicite gerundive sono: temporali, causali, strumentali,
concessive.
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I participi presenti sono quasi scomparsi nell'italiano moderno, salvo essere divenuti dei sostantivi: studente,
cantante, andante, quadrante; in alcuni casi sono divenuti degli aggettivi: un abito di seta cangiante, un
ramo spiovente.
Nei rari casi in cui conservano il loro primitivo valore verbale essi formano particolari tipi di subordinazione,
svolgendo valori temporali di contemporaneità, o causali, o concessivi se sono introdotti da una
congiunzione adeguata.
60) Seguì il chirurgo operante un caso molto grave (valore temporale)
61) Noi, benché confinanti, non abbiamo mai visto la famiglia Rossi (valore concessivo)
7.2. Il participio passato.
I participi passati pongono svariati problemi perchè in molti casi essi non sono altro che aggettivi, a volte al
centro di lunghe apposizioni con determinazioni anche complesse. In genere possiamo pensare che quando
essi hanno perduto ogni valore temporale siano solo aggettivi (Vide la sua compagnia sterminata dalla
carica nemica vs Vide la pianura sterminata di fronte a sé). Ma più concretamente quali possono essere gli
indizi per considerarli verbali e quindi al centro di clausole subordinate implicite?
a) in inizio frase, separati da virgola rispetto alla frase che li segue, con valori assoluti e soggetto diverso da
quello della principale:
62) Partiti i soldati, il paese restò vuoto.
oppure con soggetto coreferente con quello della principale:
63) Accaloratosi per la discussione, Carlo si tolse la giacca.
i
i
b) dopo un'intera principale, separati da virgola con valori verbali chiari, testimoniati per esempio da un
valore passivo:
64a) Il cammino era stato molto spedito, diretto (aggettivo) alla meta.
64b) Il cammino era stato molto spedito, diretto (participio) da Mario in ogni suo momento.
65a) Maria ormai usciva, guarita (aggettivo) dalla polmonite.
65b) Maria ormai usciva, guarita dall'intervento di Carlo.
Un altro indizio può essere costituito dall'impossibilità di assumere valutazioni graduali, o certi modificatori,
come invece proprio degli aggettivi:
66) La piazza più estesa (aggettivo) del vicino mercato era di forma irregolare.
66a) La cittadinanza, (*più, *molto) estesa a tutti i lavoratori stranieri, si rivelò una soluzione positiva.
67) Ritrovò il vecchio libro tutto mangiato (aggettivo) agli angoli.
67a) Stentò a decifrare il libro, (* più, * molto) mangiato nei suoi caratteri dal tempo e dai tarli.
8. Frasi incidentali o parentetiche
È frequente che il testo della narrrazione venga interrotto da inserti del narratore che introduce un proprio
commento diretto sul testo, attraverso frasi incidentali o anche incisi sintagmatici. Gli incisi possono essere
segnalati in vario modo: da parentesi, o lineette, o semplici virgole, ma in ogni caso sono riconoscibili,
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perchè pur essendo situati nel mezzo della frase mostrano un diverso punto di vista rispetto ad essa,
riconducibile appunto al narratore, e si presentano come commenti esterni allo svolgimento della frase. A
volte il valore di valutazione modale può essere più debole, ma l’inciso si presenta come un’interruzione
della configurazione sintattica del sintagma nel quale compare, che poi viene concluso dopo l’inciso stesso.
[cfr. Tucci, I. (2010c). «Obiter dictum». La funzione informativa delle unità parentetiche. In F. Albano Leoni et al.
(eds), Atti del Convegno internazionale G.S.C.P. “La comunicazione parlata”. Napoli, 23-25 Febbraio 2009. e-book,
vol. I, pp. 635-654. http://lablita.dit.unifi.it/preprint/tucci_2009c/]
Calvino "Il novantanovesimo albero"
...il signor Fuji, che stacca dal cambio la mano inguantata di bianco (i taxisti giapponesi portano sempre
guanti bianchi) per indicare punti ....
P3 F1 Questi tre, quando videro tutti gli usci chiusi e la strada deserta, uscirono in fretta come se si fossero
avvisti d'aver fatto tardi, e dicendo di voler andare subito a casa;
A volte gli incisi possono avere anche forma di Frase principale, ma il loro valore rimane quello subalterno
con introduzione di un cambio del punto di vista.
(570) "... Presto, io spero, potrete ritornar sicuri a casa vostra;..."
RIEPILOGO DELLE SIGLE della classificazione sintattica del testo
ICapitolo I°, II°, ecc..
CAP (capoverso) CAP1....CAP5 (capoversi entro un capitolo)
P (periodo) P1....P5....(periodi entro il capoverso)
F (frase) F1.....F5....(frasi principali entro un periodo)
F interrogativa, F imperativa, F esclamativa, F ottativa
Fnom (frase nominale)
IIFs (clausola subordinata)
F subordinate argomentali: oggettive, soggettive, interrogative indirette
Fso, Fss, Fsii di Frase principale
F subordinate logiche: finali, causali, consecutive, modali, comparative analogiche, ecc... Fs fin, Fs ca, Fs
cons, Fs mod, Fs comp an di Frase principale
IIIFb subordinate nominali
Fb relative assolute
Fb (chi), Fb (quanto)
Il pronome assoluto (chi, quanto, ecc..), dovrà essere ripetuto nelle due frasi all'inizio della relativa che
introduce e in quella da cui la relativa dipende
51a) Chi dorme, non piglia pesci.
F1 (chi non piglia pesci) Fb(chi) (chi dorme)
Fb relative:
Fb’ restrittive,
Fb’’ appositive,
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Fb’’’ pseudo relative
Il pronome o avverbio relativo dovrà essere preceduto dalla sua testa antecedente
44) Il postino che ha portato il telegramma è biondo
F1 (Il postino è biondo) Fb’ (il postino che ha portato il telegramma)
La superiora, quale io sono indegnamente, è obbligata d'avvertire i genitori...
F1 (La superiora è obbligata d'avvertire i genitori) Fb’’(superiora, quale io sono indegnamente).
Vide Renzo che parlava tra sé.
F1 (Vide Renzo) Fb’’’(Renzo che parlava tra sé).
F completive
Fs compl (fatto), Fs compl (visione)
68) La scoperta che il maggiordomo era innnocente sconvolse Watson.
F1 (La scoperta sconvolse Watson) Fs compl (scoperta che il maggiordomo era innnocente)
IVFc (frase coordinata)
F coordinate per sindeto copulativo, avversativo, ecc...
Fc (e), Fc (ma), Fc (o), Fc (anzi)
Fc coordinate per asindeto
Fc (as)
Le sigle devono indicare F e tutte le caratteristiche connesse senza spazi se sono subordinate o coordinate
della principale, se invece sono subordinate o coordinate di una frase diversa devono indicare dopo uno
spazio la caratteristica principale della frase di cui sono subordinate o coordinate.
Fso (so) (frase subordinata oggettiva di subordinata oggettiva)
Fso c(ma) (frase subordinata oggettiva di coordinata avversativa).
Alcuni esempi di analisi del periodo
P1 F1 Ma, prima che quelli fossero all'ordine, prima che anzi fosser ben desti, il rumore era giunto agli
orecchi d'altre persone che vegliavano, non lontano, ritte e vestite: F2 i bravi in un luogo, Agnese e e
Perpetua in un altro.
F1 (Ma il rumore era giunto agli orecchi d'altre persone), Fb' (persone che vegliavano, non lontano, ritte e
vestite), Fst (prima che quelli fossero all'ordine) Fc (anzi) st (prima che anzi fosser ben desti)
F2 Fnom (i bravi in un luogo) Fnom c(as) (Agnese e Perpetua in un altro).
P2 F1 (Diremo prima brevemente ciò dal momento) Fb' (ciò che facesser coloro), Fb' (momento in cui gli
abbiamo lasciati, parte nel casolare e parte all'osteria).
P3 F1 Questi tre, quando videro tutti gli usci chiusi e la strada deserta, uscirono in fretta come se si fossero
avvisti d'aver fatto tardi, e dicendo di voler andare subito a casa; diedero una giravolta per il paese, per venire
in chiaro se tutti eran ritirati; F2 e in fatti, non incontrarono anima vivente, né sentirono il più piccolo
strepito.
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F1 (Questi tre uscirono in fretta), Finciso (quando videro tutti gli usci chiusi e la strada deserta), Fs compl
an (come se si fossero avvisti) Fso san (d'aver fatto tardi), Fc (e) san (e dicendo) Fso san (di voler andare
subito a casa); Fc (as) (diedero una giravolta per il paese), Fsf (per venire in chiaro) Fsii sf (se tutti eran
ritirati);
F2 (e in fatti non incontrarono anima vivente), Fc (né) (sentirono il più piccolo strepito).
Analisi della Frase principale
L'analisi sintattica deve essere completata dall'analisi logica di tutte le frasi principali secondo il seguente
schema:
A) Tipologia illocutiva della frase se non è di tipo rappresentativo
Frase interrogativa - Frase imperativa - Frase esclamativa - Frase ottativa
B) Frase verbale o nominale
Frase verbale
F = SN SV (ADV)
F= SP SV (ADV)
F= 0 SV (ADV)
Frase nominale
Fnom = SN SN
Fnom = SP SN
Fnom = SP SP
Fnom = SN SP
Fnom = 0 SN
Fnom = 0 SP
B) Frase verbale
SN= 0
SI (impersonale si dice, passivante: si vendono case)
PRO (io, tu, esso...)
QUA (qualcuno, tutti...)
NPR (nomi propri: Mario, ragionier Rossi)
SN (il bambino, il cagnolino di Mario)
SN + F (relative assolute e non, completive)
INF (camminare fa bene)
F (che Carlo ritardi è scontato)
SN post se ha ordine post verbale (C’erano delle donne in piazza)
È arrivato Mario
F = SN SV
SN = 0 + SN post (Mario)
SP= LOC (Nella rada c'erano le barche)
F= SP SV
SP = LOC (nella rada) + SN post (le barche)
SV = (c’erano)
TMP (A Pasqua vado a Roma)
F= SP SV
SP = TMP (a Pasqua)
SV = (vado a Roma)
CON (Col tempo si medica ogni dolore)
20
F = SP SV
SP = CON ( col tempo) + SN post (ogni dolore)
SV= PER (persona verbale: 1,2, 3 sing. o plur.)
TIM (ind. pres,. fut., pass. pross., imperf., pass. rem., trap. pross., trap. rem.; cong. pres., ecc..)
NOM (sei bella, sono questi, è la mamma di Mario)
AUX (avrebbe voluto, sono stati)
PAS ( è stato approvato, fui richiamato)
RIF (mi illudo, si lava)
MOD (è dovuto partive, volevo dipingere)
NEG (non era partito, non sono stanco)
FRA (lo lasciò sbollire, mi sono sentito perduto)
FAT (fa fare a Mario i compiti, lo incitò a presentarsi)
SUB (pensò che F)
ADV= SPA (compl. di spazio, luogo, di giudizio fuori della reggenza verbale )
TEM ( compl. di tempo )
MOD (compl. di modo, maniera)
GIU (compl. di valutazione, epistemici, ecc per puro miracolo, necessariamente, a mio parere)
Alcuni esempi:
(Questi tre uscirono in fretta)
F= SN SV ADV
SN= QUA (Questi tre)
SV= PER 3 p. (uscirono )
TIM (ind. pass. rem.)
ADV = MOD (in fretta)
(Diremo prima brevemente ciò)
F = SN SV ADV
SN= O
SV= PER1p (Diremo ciò)
TIM (ind. fut.)
ADV = TEM (prima)
MOD ( brevemente)
(La superiora è obbligata d'avvertire i genitori)
F = SN SV
SN = SN (La superiora)
SV = PER 3s (è obbligata d'avvertire i genitori)
TIM (ind. pres.)
PAS
SUB
(si degni di farmi portare un pane)
F = SN SV
SN = 0
SV = PER 3s (si degni di farmi portare un pane)
TIM (cong. Pres.)
SUB
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B) Se la frase principale è nominale (Fnom) allora è composta da:
SN SN (parenti serpenti)
o da ADV ADV (dalle stelle alle stalle)
o SP SN (a padre avaro figliol prodigo), ecc...
oppure è composta di un solo predicato nominale 0 SN o 0 SP
Alcuni esempi:
(i bravi in un luogo)
Fnom = SN SP
SN = (i bravi)
SP = (in un luogo)
(Fra essi Lucullo)
Fnom = SP SN
SP= Fra essi
SN= Lucullo
(Agnese e Perpetua in un altro)
Fnom = SN SP
SN = (Agnese e Perpetua)
SP = ( in un altro).
(mia madre morta di parto)
Fnom = SN SN
SN= (mia madre)
SN= (morta di parto)
(nemmeno uno zitto)
Fnom = SN SN
SN= 0
SN= (nemmeno uno zitto)
(Un gesto di tardiva generosità ?)
Fnom = SN SN
SN= 0
SN= (Un gesto di tardiva generosità)
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